Imprese iperconnesse e dedicate allo sviluppo del servizio come elemento integrato alla produzione: questo il futuro delle imprese nel mondo della digitalizzazione, dei big data e di Industria 4.0.
E' l'immagine che emerge dall'Osservatorio Innovazione dell'Emilia Romagna edizione 2018 che è stato presentato a Bologna a R2B Research to business. Alcuni dati confermano la trasformazione digitale in Emilia-Romagna: le imprese della manifattura che integrano già prodotti e servizi in soluzioni avanzate sono il 39%; ben il 28% adotta soluzioni che coinvolgono Internet delle cose (IoT), il livello più alto nel Nordest; il 20% adotta soluzioni avanzate di economia circolare, improntate al ripensamento dell'intero ciclo di vita del prodotto, ecodesign, sharing platform.
L'Osservatorio InnoER, con una indagine realizzata su un campione di 2.047 imprese (pari al 10% del totale di quelle potenzialmente coinvolte con un fatturato superiore a 500 mila euro) e l'integrazione di diverse banche dati, offre il primo strumento conoscitivo sistematico per leggere l'evoluzione digitale delle imprese dell'Emilia-Romagna.
Secondo l'indagine, le aziende emiliano-romagnole presentano quattro profili innovativi: leader (27% del campione e 48% degli addetti) con una capacità elevata di governare il nuovo paradigma della prossimità all'interno dell'ecosistema di relazioni con fornitori e clienti, anche con capacità di utilizzare reti internazionali e tecnologie avanzate; proattive (23% e 21% rispettivamente) che non detengono una leadership tecnologica di settore, ma lavorano sullo sviluppo innovativo di prodotti e adattive (15% e 8%) che hanno un profilo di "inseguimento" dell'innovazione in relazione ai cambiamenti nel proprio settore e nel mercato; tardive (33% e 21%) che mostrano un ritardo di "sintonizzazione" con il fenomeno innovativo che interessa le filiere globali e le altre imprese regionali, e denotano una vulnerabilità più probabile.
Claudio Pasini, segretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna ha ricordato che:
"L'Osservatorio 2018 offre elementi conoscitivi utili a stimolare riflessioni sulle politiche regionali. Il valore di questo lavoro sta nel far capire come le imprese sviluppano e gestiscono i processi di innovazione. Metà delle imprese di questa regione si autovaluta come leader o proattive e questo significa che è un territorio attento ai processi innovativi. Sistema delle Camere di commercio, Regione, Rete Alta Tecnologia, Centri di ricerca possono aiutare a crescere ulteriormente. Impresa 4.0 è un obiettivo verso il quale occorre far convergere gli sforzi".
L'Osservatorio è risultato della collaborazione tra Unioncamere Emilia-Romagna, Camera di Commercio della Romagna Forlì-Cesena e Rimini con la sua azienda speciale CISE, ASTER e Intesa Sanpaolo, con il supporto scientifico del Centro Studi Antares, ed è stato reso possibile dal supporto economico della Regione.
A SMAU R2B 2018 sono state presentate le frontiere dell'innovazione in Emilia-Romagna attraverso la testimonianza di tre aziende leader di settore: VEM sistemi SpA, leader nelle piattaforme IoT, Pieri Srl specializzata in sistemi di avvolgimento, Publione Srl impresa di comunicazione digitale, web marketing e soluzioni di e-commerce.
Davide Stefanelli di VEM Sistemi, ha sottolineato come "l'internet delle cose non è innovazione, bensì la più grande rivoluzione abilitante della nostra era che permetterà di ripensare al modo di produrre e progettare servizi".
Fabrizio Benini di Pieri Srl, ha spiegato che "la nuova spinta verso l'economia dei servizi sta conducendo anche imprese manifatturiere a lavorare su frontiere dell'interoperabilità e della digitalizzazione del rapporto fornitore e cliente".
Infine, Loriz Zanelli di Publione, ha evidenziato che "i servizi di comunicazione stiano diventando sempre più cruciali per la co-progettazione nell'era digitale al fine di generare valore".
Da Regione e Camere di commercio dell'Emilia-Romagna: bando per contributi. "Progetti di Promozione Export e internazionalizzazione intelligente" anno II. Dal 31 maggio disponibile oltre un milione di euro di contributi alle imprese non esportatrici o esportatrici non abituali per iniziative di internazionalizzazione
Rafforzare le capacità organizzative e manageriali delle imprese, anche attraverso il supporto ad attività di promozione, per renderle capaci di affrontare i mercati internazionali, diversificando le aree di sbocco e incrementando la competitività del sistema produttivo regionale.
E' l'obiettivo del programma "Progetti di Promozione dell'Export e internazionalizzazione intelligente" che le Camere di commercio dell'Emilia-Romagna e la Regione propongono per la seconda annualità, destinando a questo scopo oltre un milione di euro.
L'iniziativa prevede la concessione di contributi alle imprese emiliano-romagnole nell'ambito di un apposito bando regionale che sarà aperto da giovedì 31 maggio e resterà disponibile fino a lunedì 2 luglio 2018.
Il contributo minimo è fissato in 3 mila euro (a fronte di spese complessive pari a 6 mila euro). Il contributo massimo sarà di 15 mila euro (a fronte di spese complessive pari a 30 mila euro).
Il bando sostiene iniziative di promozione sui mercati esteri di imprese che vogliono approcciare per la prima volta i mercati esteri o che già esportano, ma in modo soltanto occasionale.
Possono presentare domanda di contributo le imprese manifatturiere (classificazione Istat Ateco 2007 - sezione C divisioni dalla 10 alle 33 codice primario e/o secondario) di micro, piccola e media dimensione (MPMI) non esportatrici o esportatrici non abituali (*), aventi sede legale e/o sede operativa attiva in Emilia-Romagna. Sono esclusi i Consorzi, sia con attività interna che esterna.
Le imprese devono avere un fatturato minimo di 500 mila euro così come desunto dall'ultimo bilancio disponibile, essere regolarmente costituite e risultare attive al Registro delle imprese, in regola con il pagamento con il diritto annuale e altri requisiti specificati nel bando.
Le imprese dovranno presentare un progetto finalizzato a supportarle e prepararle a presentarsi sui mercati internazionali (per un massimo di due), attraverso servizi di consulenza esterna.
Sono escluse le società strumentali, controllate direttamente o indirettamente da Pubbliche Amministrazioni o altri soggetti pubblici. E le imprese che hanno beneficiato del bando "Promozione dell'Export e internazionalizzazione intelligente" 2017 (prima annualità).
I progetti avranno inizio a partire dalla data di presentazione della domanda e dovranno concludersi entro il 30 marzo 2019. Ogni impresa potrà presentare una sola candidatura a valere sull'intero bando.
Ogni progetto dovrà essere presentato esclusivamente in modalità telematica attraverso lo sportello virtuale di Unioncamere Emilia-Romagna http://servizionline.ucer.camcom.it/front-rol/
MAGGIORI DETTAGLI NEL BANDO SUL SITO DI UNIONCAMERE
(*) Come impresa non esportatrice si intende quella che non ha svolto operazioni di vendita diretta dei propri prodotti all'estero; mentre è impresa esportatrice non abituale quella che ha svolto operazioni di vendita diretta dei propri prodotti all'estero per meno del 10% del proprio fatturato complessivo.
Mercoledì 9 maggio scattano le sanzioni per le irregolarità. Le Camere di commercio dell'Emilia-Romagna presentano alle imprese il servizio Food Label Check.
Quasi tre anni dopo l'entrata in vigore delle disposizioni UE sull'informazione da fornire ai consumatori sui prodotti alimentari preconfezionati, il 15 dicembre 2017 è stato approvato il decreto legislativo n. 231 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 32 dell'8 febbraio 2018) che stabilisce le relative sanzioni e che entrerà in vigore il prossimo 9 maggio.
Obbligatorie o volontarie che siano, le informazioni al consumatore devono essere conformi alle regole: ingredienti, allergeni, conservazione, scadenza, congelamento, Paese di origine o di provenienza, dovranno essere forniti attenendosi ai criteri dettati dal Regolamento UE n. 1169/2011 e al Regolamento UE n. 1924/2006 sull'uso dei claim nutrizionali.
Stesso discorso per ciò che riguarda le dichiarazioni nutrizionali.
Per supportare le imprese in questo adempimento Unioncamere regionale e le Camere di commercio dell'Emilia-Romagna hanno realizzato un servizio a pagamento, FOOD LABEL CHECK, per la compilazione e la stampa di bozze di etichette per la vendita preconfezionata, sfusa e online nel settore gastronomico.
Food Label Check elabora per ogni combinazione di ingredienti, semilavorati, additivi, quantità e perdite di lavorazione, un prototipo aggiornato di etichetta con: lista degli ingredienti; indicazione degli allergeni; possibilità di evidenziare la percentuale di quantità di un singolo ingrediente rispetto al peso complessivo del prodotto (quid); dichiarazione nutrizionale; una indicazione automatica di claim nutrizionali utilizzabili; tre diversi formati stampabili in pdf; versione bilingue (italiano e tedesco).
Grazie ad una banca dati di più di 4.000 tra ingredienti, semilavorati e additivi, ognuno dei quali con i relativi valori nutrizionali scientificamente provati, l'applicazione consente al produttore di inserire la propria ricetta, compilare e stampare velocemente l'etichetta con il relativo valore nutrizionale. In questo modo è possibile soddisfare in velocemente alle richieste dei già citati Regolamenti UE n. 1169/2011 riguardo all'informazione dei consumatori sui prodotti alimentari e n. 1924/2006 sull'uso dei claim nutrizionali.
Nel caso in cui in Food Label Check non sia presente un ingrediente o un semilavorato, l'operatore può contattare esperti appositamente selezionati ai quali fornire la relativa scheda tecnica che verrà validata e inserita nella banca dati. Tali esperti sono a disposizione delle imprese anche per eventuali quesiti e consulenze sull'etichettatura nutrizionale e generale, nonché su sicurezza alimentare, indicazioni di vendita in UE ed esportazioni extra UE.
Nelle prossime settimane in tutte le Camere di commercio della regione saranno organizzati eventi finalizzati alla presentazione del servizio FOOD LABEL CHECK insieme a un approfondimento sulla normativa inerente l'etichettatura alimentare e all'illustrazione della nuova disciplina sanzionatoria.
Per ora sono stati programmati questi appuntamenti, tutti con inizio dalle ore 14.30:
- 15 maggio, Camera di commercio di Ferrara;
- 6 giugno, sede di Rimini, Camera di commercio della Romagna;
- 7 giugno, Camera di commercio di Ravenna;
- 13 giugno, Camera di commercio di Reggio Emilia.
Per tutte le informazioni sul servizio Food Label Check, consultare il sito: http://www.ucer.camcom.it/food-label-check
Presentati i risultati dell'indagine su oltre 2.000 imprese dell'Osservatorio promosso dal sistema delle Camere di commercio e finanziato dalla Regione Emilia-Romagna
Bologna 3 maggio 2018 - Una sfida complessa, l'innovazione, che le imprese dell'Emilia-Romagna stanno però affrontando in modo dinamico.
E' questa l'immagine dell'Osservatorio Innovazione Emilia-Romagna 2018 presentato a Bologna, che offre una analisi strategica del posizionamento delle imprese emiliano-romagnole in una fase cruciale di ri-definizione delle modalità con cui il mercato e la società, nell'era digitale e circolare, spingono a progettare, produrre e distribuire prodotti e servizi, secondo nuovi parametri di efficienza, rapidità, condivisione, complessità tecnologica e ricchezza delle informazioni coinvolte.
L'Osservatorio InnoER, risultato della collaborazione tra Unioncamere Emilia-Romagna, Camera di Commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini, ASTER e Intesa Sanpaolo, è stato curato dal CISE, azienda speciale della Camera di Commercio della Romagna –, con il supporto scientifico del Centro Studi Antares, ed è stato reso possibile dal supporto economico della Regione Emilia-Romagna.
Secondo l'indagine realizzata su un campione di 2.047 imprese (pari al 10% del totale di quelle potenzialmente coinvolte con un fatturato superiore a 500 mila euro) e l'integrazione di diverse banche dati, le aziende emiliano-romagnole presentano quattro profili innovativi: leader (27% del campione e 48% degli addetti) con una capacità elevata di governare il nuovo paradigma della prossimità all'interno dell'ecosistema di relazioni con fornitori e clienti, anche con capacità di utilizzare reti internazionali e tecnologie avanzate; proattive (23% e 21% rispettivamente) che non detengono una leadership tecnologica di settore ma lavorano costantemente sullo sviluppo innovativo di prodotti e adattive (15% e 8%) che hanno un profilo di "inseguimento" dell'innovazione in relazione ai cambiamenti che avvengono nel proprio settore e nel mercato; tardive (33% e 21%) che mostrano un ritardo di "sintonizzazione" con il fenomeno innovativo che interessa le filiere globali e le altre imprese regionali, e denotano una vulnerabilità più probabile anche nella perdita di valore.
I profili si differenziano soprattutto su tre dimensioni chiave: la cultura innovativa all'interno dell'azienda, il ruolo della prossimità e del territorio per i processi di innovazione, l'adozione di nuove tecnologie per il governo della complessità interna all'azienda e di filiera.
Il profilo delle leader e delle proattive è fortemente correlato con la capacità di essere competitivi nell'economia dei servizi, dove digitalizzazione, prossimità con il cliente e cultura innovativa si fondono.
Lo studio evidenzia come ciò che misura la distanza tra una impresa tardiva e una leader è la capacità di questa di adeguare la propria cultura organizzativa a un cambio di paradigma di "costante e continua innovazione" per ridurre la distanza con il cliente/utente, in chiave di co-progettazione, digitalizzazione della supply-chain e rapidità degli scambi.
Inno ER 2018 indica come prevalga la dimensione in house: il 27% delle attività di innovazione interna riguarda i prodotti, mentre il 26% delle attività di innovazione esterna riguarda i servizi di marketing.
Il rapporto individua i "tempi" dell'innovazione, individuando tre categorie di imprese in relazione alla velocità di rendimento dei nuovi prodotti nell'arco di tre anni in relazione al fatturato.
Ci sono così le imprese Fast Trackers, pari al 16% i cui prodotti e servizi generano il 40% del fatturato; le Climbers, che sono il 34% he sviluppano tra il 10% e il 40% e infine le Long distance runners, percentuale del 50% che producono fatturato fino al 10%.
La lettura dei profili dell'innovazione aiuta a leggere anche le possibili traiettorie di evoluzione della "specializzazione intelligente" regionale, ovvero la prospettiva di nuove possibili vie di scoperta e applicazione di idee innovative, coinvolgendo più imprese e più settori.
Il 21% delle imprese adotta soluzione avanzate di "eco efficacia".
Nella meccatronica ed agroalimentare, le strategie di riduzione dei consumi accompagnano strategie di riciclo e utilizzo degli scarti sopra la media.
L'indagine si focalizza anche sugli elementi che secondo le imprese favoriscono l'innovazione, indicando soprattutto clienti e fornitori, quindi addetti ricerca e sviluppo interni e consulenti, quindi attività legata a fiere convegni, stampa specializzati, sstudi di mercato, appartenenza a gruppi aziendali e reti di impresa, quindi collaborazioni con Università e centri di ricerca.
Una percentuale pari all'11% delle imprese ha una elevata integrazione di prodotti finiti e servizi.
Tra i fattori che producono attitudine a innovare, emergono soprattutto tre elementi: cliente leader, clima aziendale interno come fucina di idee, presenza di fornitori locali e quindi il ruolo del territorio, a questo riguardo, il comportamento delle imprese è diventato selettivo nella scelta e la prossimità geografica è importante a condizione di una presenza di specializzazione tecnologica che garantisca risposte.
Esiste una forte correlazione tra leadership tecnologica e la capacità di accompagnare i processi produttivi con una forte propensione ai servizi in chiave di interoperabilità tra le fasi interne e della value chain.
Il ruolo strategico del sistema economico emiliano-romagnolo, storicamente forte di proprie vocazioni manifatturiere resta elevato anche all'interno della nuova "economia digitale dei servizi".
In sintesi, poco più della metà del sistema produttivo emiliano-romagnolo è oggi ben sintonizzato con le sfide di innovazione lanciate dal mercato e dalla società. Un terzo risulta in ritardo, ma ha le basi su cui poter innestare azioni correttive di carattere organizzativo e per essere ricettivo rispetto al supporto ai processi innovativi che possono essere alimentati a livello regionale e nazionale.
La sfida del prossimo decennio è quella di aumentare, da una parte, la leadership tecnologica del sistema regionale e, dall'altra, la partecipazione all'innovazione anche di imprese oggi in ritardo.
Non esiste, nel campo delle politiche per l'innovazione, una "ricetta unica": occorrono strategie differenziate che permettano di costruire percorsi di innovazione per e con i diversi profili di impresa.
In una fase di rafforzamento delle politiche regionali dell'innovazione, grazie all'azione di supporto attraverso il ciclo di programmazione europea POR-FESR e al coordinamento della rete Alta Tecnologia con gli strumenti associativi dei Clust-ER e della Value chains[1], è importante considerare gli elementi conoscitivi per un'azione di sistema.
Il rapporto indica alcuni fattori chiave che emergono dall'indagine e considerati utili per un rafforzamento delle politiche regionali: transizione tecnologica e digitalizzazione; circolarità come efficacia e trasformazione del prodotto/servizio; territorio, Research and Technology Organisations (RTOs) e offerta di R&D; politiche regionali.
Hanno detto
Per Alberto Zambianchi, presidente di Unioncamere Emilia-Romagna
"L'Osservatorio Innovazione Emilia-Romagna 2018 offre un'analisi strategica del posizionamento delle imprese emiliano-romagnole di fronte alla complessità del "fenomeno innovazione", in una fase cruciale di ridefinizione delle modalità con cui il mercato e la società, nell'era dell'economia digitale e circolare, spingono a progettare, produrre e distribuire prodotti e servizi. L' indagine, condotta con particolare riferimento a temi di grande attualità quali Impresa 4.0 ed Economia Circolare fornisce una fotografia assolutamente aggiornata e in divenire del fenomeno complesso innovazione sviscerato in tutte le sue componenti. Le imprese devono familiarizzare di più e meglio con il mondo della ricerca per far sì che i prodotti e processi siano innovativi e le aziende siano sempre più competitive"
Claudio Pasini, segretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna
"L'Osservatorio 2018 offre elementi conoscitivi utili a stimolare riflessioni sulle politiche regionali. Il valore di questo lavoro sta nel far capire come le imprese sviluppano e gestiscono i processi di innovazione. Metà delle imprese di questa regione si autovaluta come leader o proattive sotto questo profilo e questo significa circa un 60 per cento di addetti. Questo indica il livello di evoluzione regione attenta ai processi innovativi tra l'altro incentivati da arrivo di imprese straniere che introducono innovazione produttive e organizzative. C'è molto da fare e, sotto questo profilo, Sistema delle Camere di commercio, Regione, Rete Alta Tecnologia, Centri di ricerca possono aiutare a crescere ulteriormente. Impresa 4.0 è un obiettivo verso il quale occorre far convergere gli sforzi anche sulla base di elementi come interoperabilità e integrazione, parole chiave per il tema delle circolarità come efficacia e trasformazione del prodotto-servizio".
Silvano Bertini, responsabile servizio Ricerca e Innovazione della Regione Emilia-Romagna
"Dal rapporto emerge un territorio che vive di imprese innovative e di imprese che vivono di innovazione, che ha grande capacità di rigenerarsi dalle crisi. Imprese che investono su rinnovamento prodotti, diversificazione e miglioramento della competitività. C'è impegno quindi della Regione a creare ecosistema che faciliti il rapporto con gli attori della ricerca e innovazione e crei maggiori opportunità. Con i vari Por Fesr attraverso le politiche regionali abbiamo creato la Rete dei Tecnopoli, punti di incontro tra ricercatori e imprese e stiamo creando aggregazioni tematiche sulla strategia di specializzazione intelligente sulle nostre maggiori specializzazioni, in modo che imprenditori e ricercatori possano condividere una agenda delle priorità tecnologiche per un salto in avanti del sistema produttivo".
Al termine dei primi tre mesi, prosegue la flessione delle imprese attive in regione (-2.706 unità, -0,7 per cento) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Riduzione per commercio (-1.188), agricoltura (-988) e costruzioni (-816), attività manifatturiere e immobiliari. Segnali positivi da servizi alle imprese, attività direzione aziendale e consulenza gestionale. Bene le società di capitale (+1.918), rallenta il calo società di persone (-1.914), all'opposto ditte individuali (-2.607).
Più imprese nei servizi, meno nel commercio, costruzioni e agricoltura. Il primo trimestre del 2018 si chiude in "rosso", con un saldo negativo tra iscrizioni e cessazioni delle imprese.
E' quanto emerge dalla elaborazione del Registro imprese delle Camere di commercio effettuata dall'ufficio studi di Unioncamere Emilia-Romagna.
Le imprese registrate in Emilia-Romagna a fine marzo sono risultate 454.212 quindi 2.717 (-0,6 per cento) in meno rispetto alla fine del 2017, un dato ancora ampiamente superiore ai saldi prevalenti nel periodo precedente la crisi.
A livello nazionale, nello stesso periodo, la tendenza negativa è risultata lievemente più contenuta (-0,3 per cento) di quella rilevata in regione. Nel trimestre, le iscrizioni (8.525) sono leggermente diminuite, come anche le cessazioni (11.275), ma le prime hanno segnato il nuovo minimo degli ultimi 20 anni.
Le imprese attive rendono la misura dell'effettiva capacità della base imprenditoriale.
A fine marzo, erano 402.468, ossia 2.706 in meno (-0,7 per cento) rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. La tendenza negativa ha mantenuto lo stesso ritmo dello stesso trimestre dello scorso anno, mentre a livello nazionale le imprese attive hanno segnato un lievissimo incremento (+0,1 per cento). Attività economica. A livello di macro settori, la base imprenditoriale regionale dell'agricoltura, delle costruzioni e dell'industria continua a restringersi, mentre quella dell'aggregato dei servizi resta sostanzialmente invariata.
In dettaglio, la riduzione delle imprese attive è stata più rilevante nell'insieme del commercio (-1.188 unità, -1,3 per cento), nell'agricoltura, silvicoltura e pesca (-988 unità, -1,7 per cento) e nelle costruzioni (-816 unità, -1,2 per cento). Segno rosso anche per l'industria manifatturiera (-641 unità, -1,5 per cento), al cui interno solo tre settori registrano un aumento delle imprese, le attività immobiliari e il trasporto e magazzinaggio. Segnali positivi vengono solo dagli altri settori dei servizi, in primo luogo dell'aggregato del noleggio, delle agenzie di viaggio e dei servizi di supporto alle imprese (+407 unità, +3,5 per cento), quindi dalla crescita delle attività professionali, scientifiche e tecniche (+264 unità, +1,7 per cento), dei servizi di alloggio e ristorazione (+167 unità, +0,6 per cento) e dei servizi alla persona (+221 unità, +1,5 per cento).
Spicca la rapidità della crescita delle attive nella sanità e assistenza sociale (+4,2 per cento) e dell'istruzione (+3,5 per cento), ambiti nei quali lo stato del settore pubblico ha lasciato ampi spazi all'imprenditoria privata.
La forma giuridica delle imprese. Gli andamenti sono nettamente divergenti anche per le tipologie di forma giuridica. La riduzione della base imprenditoriale è stata determinata dal più accentuato andamento negativo delle ditte individuali, scese di 2.607 unità (-1,2 per cento) e dalla riduzione, più contenuta, delle società di persone (-1.914 unità, -2,4 per cento).
Queste ultime risentono dell'attrattività della normativa sulle società a responsabilità limitata, che sostiene invece l'aumento delle società di capitale (+1.918 unità, +2,2 per cento).
Elaborazioni Unioncamere Emilia-Romagna su dati InfoCamere Movimprese.
Ulteriori approfondimenti
Analisi http://www.ucer.camcom.it/portale/studi-ricerche/analisi/demografia-imprese
Banca dati nazionali, regionali e provinciali
http://www.ucer.camcom.it/studi-ricerche/dati/bd/registro-imprese/imprese-registrate-attive
I nostri feed RSS Flusso RSS
Le notizie del Centro Studi http://www.ucer.camcom.it/studi-ricerche/news
Gli aggiornamenti della Banca Dati http://www.ucer.camcom.it/studi-ricerche/aggiornamenti-banca-dati
Ulteriormente rivista al rialzo la stima dell'aumento del prodotto interno lordo che proietta la regione in vetta alla classifica italiana per crescita nel 2017 (+1,8 per cento) e nel 2018 (+1,9 per cento). In aumento i consumi, trainati dal ciclo positivo degli investimenti e dalle esportazioni. Ripartono le costruzioni, si consolida la ripresa dell'industria e del terziario. Sul versante lavoro, aumentano occupazione e produttività, la disoccupazione continua a ridursi.
L'Emilia-Romagna si conferma la prima regione italiana per crescita nel 2017 (+1,8 per cento), insieme alla Lombardia, e la prima assoluta nel 2018 (+1,9 per cento), con un ritmo in linea a quello della Francia.
E' quanto risulta dall'edizione di gennaio degli Scenari per le economie locali di Prometeia, analizzati da Unioncamere Emilia-Romagna. Lo studio considera la profonda revisione dei conti economici territoriali Istat e prospetta un ulteriore miglioramento della crescita del PIL dell'Emilia-Romagna nel 2017 che dovrebbe avere raggiunto l'1,8 per cento, una stima superiore all'1,6 per cento previsto a livello nazionale.
Secondo la previsione di Prometeia, nel 2018 la crescita del prodotto mondiale dovrebbe mantenersi al 3,5 per cento, grazie alle economie emergenti (+4,4 per cento) e dei paesi industrializzati (+2,3 per cento). Nell'area dell'euro la crescita sarà del 2,3 per cento.
In Emilia-Romagna trainano la domanda interna l'accelerazione degli investimenti fissi lordi (+4,2 per cento nel 2017 e +4,7 per cento nel 2018) e delle esportazioni (+3,7 per cento nel 2017 e +5,5 per cento nel 2018), grazie alla crescita europea e alla ripresa del commercio mondiale, mentre è lievemente più contenuto l'incremento dei consumi (+1,7 per cento nel biennio 2017-18).
I settori. La ripresa si è diffusa in modo omogeneo. Il valore aggiunto regionale viene trainato dalla netta accelerazione della ripresa del settore industriale (+2,3 per cento nel 2017 e +3,3 per cento nel 2018) e dal chiaro ritorno alla crescita delle costruzioni (+1,2 per cento nel 2017 e +1,7 per cento nel 2018), mentre prosegue lo sviluppo nel settore dei servizi (+1,7 per cento nel 2017 e +1,4 per cento nel 2018).
Il mercato del lavoro. Nel biennio 2017-18, la crescita degli occupati (+0,9 per cento in entrambi gli anni) supera quella delle forze lavoro (+0,2 e +0,4 per cento rispettivamente), quest'ultima allineata a quella della popolazione. Ne risulta un aumento lieve, ma costante, del tasso di attività e uno più marcato del tasso di occupazione, che salirà al 45,2 per cento nel 2018.
Torna a aumentare la produttività del lavoro, mentre si ridurrà ancora e decisamente la disoccupazione al 5,8 per cento nel 2018.
Il 2017 si chiude con un calo delle imprese attive (-2.756 unità, -0,7 per cento) analogo all'anno precedente. La più ampia riduzione si ha nel commercio (-1.096), seguono agricoltura, costruzioni e manifattura. Segnali positivi vengono dai settori dei servizi, che nel complesso restano però invariati.
Crescono solo le società di capitale (+1.743 unità, +2,1 per cento), mentre si amplia la diminuzione delle ditte individuali (-2.719) e si riduce quella delle società di persone (-1.743).
Una dinamica economica che registra un lieve calo della base imprenditoriale, più contenuto rispetto al trend degli ultimi anni. E' questa la lettura che l'Ufficio Studi di Unioncamere Emilia-Romagna ha effettuato sui dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio della regione.
Secondo Movimprese, la mappa che deriva dall'elaborazione di Unioncamere-InfoCamere sulla nati-mortalità delle aziende, le imprese registrate in Emilia-Romagna sono risultate 456.929 a fine anno, quindi 3.191 (-0,7 per cento) in meno rispetto alla fine del 2016. Si tratta della più ampia flessione dal 2014, anche se nettamente inferiore a quelle subite nel biennio 2013-2014. A livello nazionale, nel 2017, la tendenza è risultata positiva e ha condotto a un lieve aumento dello 0,3 per cento delle imprese registrate. Nel complesso del 2017, in ambito Emilia-Romagna, le iscrizioni (25.327) sono lievemente diminuite rispetto all'anno precedente (25.942) e il dato costituisce il nuovo minimo degli ultimi dieci anni. Le cessazioni sono state pari a 28.674, quindi sono rimaste sostanzialmente invariate rispetto al 2016 (28.608) e risultano quindi da tre anni sui livelli minimi del decennio.
Restituisce la misura dell'effettiva capacità della base imprenditoriale il numero delle imprese attive che al termine del 2017, erano 404.758 ovvero 2.756 in meno rispetto a fine 2016, (-0,7 per cento). In termini assoluti, la perdita della base imprenditoriale regionale è risultata allineata a quella riferita ai dodici mesi precedenti (-2.766 unità), e resta ben al di sotto dei livelli degli anni dal 2012 al 2014. A livello nazionale le imprese attive hanno segnato un lieve aumento (+0,1 per cento) nel 2016, a conferma della particolare condizione dell'imprenditoria regionale.
I comparti di attività economica. A livello macro settori, la base imprenditoriale regionale dell'agricoltura, delle costruzioni e dell'industria continua a restringersi, mentre quella dell'aggregato dei servizi resta sostanzialmente invariata. In dettaglio, i settori che hanno maggiormente concorso alla riduzione delle imprese attive sono l'insieme del commercio (-1.096 unità, -1,2 per cento), l'agricoltura, silvicoltura e pesca (-1.056 unità, -1,8 per cento) e le costruzioni (-968 unità, -1,4 per cento).
Segno rosso anche per l'industria manifatturiera (-676 unità, -1,5 per cento), al cui interno tre quarti dei comparti registrano una riduzione delle imprese, il trasporto e magazzinaggio (-249 unità, -1,8 per cento) e le attività immobiliari (-214 unità, -1,6 per cento).
Segnali positivi solo dai settori dei servizi, in primo luogo dell'aggregato del noleggio, delle agenzie di viaggio e dei servizi di supporto alle imprese (+415 unità, +3,6 per cento), quindi dalla crescita delle attività professionali, scientifiche e tecniche (+250 unità, +1,6 per cento), dei servizi di alloggio e ristorazione (+239 unità, +0,8 per cento) e dei servizi alla persona (+269 unità, +1,9 per cento). Spicca la rapidità della crescita delle attive nella sanità e assistenza sociale (+4,6 per cento) e dell'istruzione (+3,9 per cento), ambiti nei quali lo stato del settore pubblico ha lasciato ampi spazi all'imprenditoria privata.
Gli andamenti sono nettamente divergenti anche per le tipologie di forma giuridica delle imprese. La riduzione tendenziale della base imprenditoriale è stata determinata dal più forte andamento negativo delle ditte individuali, scese di 2.719 unità (-1,2 per cento) nonostante una più contenuta riduzione delle società di persone, diminuite di 1.743 unità (-2,2 per cento).
Queste ultime risentono negativamente dell'attrattività della normativa sulle società a responsabilità limitata, che sostiene l'aumento tendenziale delle società di capitale (+1.743 unità, +2,1 per cento), che è risultato però lievemente più contenuto rispetto all'anno precedente.
Un commento. C'è da considerare come gli effetti del ciclo economico si manifestino con ritardo sulla demografia delle imprese. Si riduce lievemente la natalità, resta invariata la mortalità, entrambe a livelli minimi, ma prosegue ancora la diminuzione delle imprese attive, nonostante la ripresa economica.
(Unioncamere ER 24 gennaio 2018)
Nel trimestre il volume d'affari sale dell'1,8 per cento. Il consolidamento dell'espansione deriva dalla netta svolta in positivo della tendenza per le piccole imprese, anche se quelle grandi continuano a correre più di tutte, mentre le medie realizzano solo una leggera crescita. Aumenta ancora l'occupazione (+7,2 per cento), più che in Italia (+1,8 per cento), ma prosegue la riduzione della base imprenditoriale (-1.131 imprese, -1,7 per cento), più che a livello nazionale (-1,1 per cento), per la gran parte dovuta a ditte individuali e società di persone.
Bologna 18 gennaio 2018 - Spiragli di luce che si fanno più ampi. Questa metafora emerge dall'indagine sulla congiuntura delle costruzioni realizzata da Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna. Lasciandosi alle spalle l'andamento congiunturale oscillante dei dodici mesi precedenti, l'industria regionale delle costruzioni ha rafforzato la tendenza espansiva.
Nel terzo trimestre il volume d'affari a prezzi correnti è aumentato dell'1,8 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il saldo dei giudizi tra la quote delle imprese che rilevano un aumento o una riduzione del volume d'affari rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno è salito ulteriormente passando da +10,4 a +15,5 punti. Appare attenuata la correlazione positiva tra dimensione d'impresa e andamento del volume d'affari, che cresce del 2,0 per cento per le piccole imprese, dell' 0,7 per cento per le medie e risulta positivo per le grandi (+3,3 per cento).
Lavoro. Secondo Istat, nel terzo trimestre gli occupati nelle costruzioni sono risultati quasi 103 mila, con un incremento del 7,2 per cento. rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, che si confronta con una tendenza ben più contenuta a livello nazionale (+1,8 per cento).
Il registro delle imprese. Gli effetti della crisi passata continuano a farsi sentire sulla base imprenditoriale. A fine settembre, le imprese attive nelle costruzioni erano 66.326, quindi 1.131 in meno (-1,7 per cento) rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Nei due raggruppamenti principali, la riduzione è più rapida tra le imprese operanti nella costruzione di edifici (-556 unità, -3,2 per cento), ma ampia anche per quelle attive nei lavori di costruzione specializzati (-545 unità, -1,1 per cento), tra cui si concentrano le imprese minori. La diminuzione è determinata soprattutto dalle ditte individuali (944 unità, -2,0 per cento), ma la tendenza negativa è più forte per le società di persone (-5,0 per cento, -371 unità).
Queste risentono negativamente dell'attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata, che determina l'aumento delle società di capitali (+1,7 per cento).
Ulteriori approfondimenti
Analisi http://www.ucer.camcom.it/studi-ricerche/analisi/osservatorio-congiuntura-costruzioni
Dati regionali http://www.ucer.camcom.it/studi-ricerche/dati/bd/congiunt/ind-art-cos-r
Dati provinciali http://www.ucer.camcom.it/studi-ricerche/dati/bd/congiunt/provinciali-p
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Alla ricerca di addetti per servizi digitali-innovativi. Le sedi di lavoro previste sono: Bologna, Modena e Forlì-Cesena
Unioncamere Emilia-Romagna informa che IC OUTSOURCING Scarl, società senza scopo di lucro che fornisce servizi alle Camere di Commercio per il perseguimento delle loro finalità istituzionali, ha pubblicato una offerta di lavoro per la selezione di 4 addetti per attività inerenti servizi digitali/innovativi.
Le sedi di lavoro previste sono Bologna, Modena e Forlì-Cesena.
Area funzionale: Area Vendite, Comunicazione e Assistenza Informatica
Profilo richiesto: addetto per attività informative e promozionali su: Supporti/applicazioni per l'Impresa Digitale¸ Tecnologie dell'Industria/Impresa 4.0, Tecnologie digitali propedeutiche o complementari all'Impresa Digitale.
Inquadramento: IV livello – Contatto Commercio e servizi
Periodo: indicativamente entro la prima quindicina di febbraio-31 dicembre 2018, eventualmente prorogabile.
Requisiti: laurea triennale
Caratteristiche richieste:
• spiccata attitudine ai rapporti interpersonali;
• elevato grado di autonomia nella gestione del lavoro;
• propensione all'apprendimento di nuovi applicativi software e mansioni;
• flessibilità e adattabilità sul lavoro;
• esperienza documentabile (nel tempo e nei contenuti) sulle tematiche dell'innovazione digitale, dell'Industria 4.0, delle tecnologie abilitanti e del marketing e della comunicazione digitale.
Titoli preferenziali:
Laurea magistrale
Laurea in materie scientifiche
Automunito
Iter: valutazione CV e colloquio
Le candidature dovranno essere inserite nel sito di IC Outsourcing
( www.icoutsourcing.it ==> Sezione Lavora con noi==> Offerte di lavoro==> Ricerche di lavoro in corso)
I curricula dovranno essere inseriti nel sito di IC Outsourcing entro e non oltre mercoledì 24 gennaio 2018 alle ore 24.
Alla ricerca di addetti per servizi digitali-innovativi. Le sedi di lavoro previste sono: Bologna e Modena.
Unioncamere Emilia-Romagna informa che IC OUTSOURCING Scarl, società senza scopo di lucro che fornisce servizi alle Camere di Commercio per il perseguimento delle loro finalità istituzionali, ha pubblicato una offerta di lavoro per la selezione di 3 addetti per attività inerenti servizi digitali/innovativi.
Le sedi di lavoro previste sono Bologna e Modena.
Area funzionale: Area Vendite, Comunicazione e Assistenza Informatica
Profilo richiesto: addetto per attività informative e promozionali su: Supporti/applicazioni per l'Impresa Digitale Tecnologie dell'Industria/Impresa 4.0, Tecnologie digitali propedeutiche o complementari all'Impresa Digitale.
Inquadramento: IV livello – Contatto Commercio e servizi
Periodo: indicativamente entro la prima quindicina di febbraio-31 dicembre 2018, eventualmente prorogabile.
Requisiti: laurea triennale
Caratteristiche richieste:
• spiccata attitudine ai rapporti interpersonali;
• elevato grado di autonomia nella gestione del lavoro;
• propensione all'apprendimento di nuovi applicativi software e mansioni;
• flessibilità e adattabilità sul lavoro;
• esperienza documentabile (nel tempo e nei contenuti) sulle tematiche dell'innovazione digitale, dell'Industria 4.0, delle tecnologie abilitanti e del marketing e della comunicazione digitale.
Titoli preferenziali:
Laurea magistrale
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Le candidature dovranno essere inserite nel sito di IC Outsourcing (www.icoutsourcing.it ==> Sezione Lavora con noi==> Offerte di lavoro==> Ricerche di lavoro in corso)
I curricula dovranno essere inseriti nel sito di IC Outsourcing entro e non oltre mercoledì 24 gennaio 2018 alle ore 24.
(Fonte: Unioncamere Emilia Romagna)
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