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Si fa un gran parlare di problemi di sicurezza, di degrado, di rifiuti e di decoro urbano ma oltre a parlarne non si vede nulla. Una visione, più o meno illuminata, di come potrà diventare la città ducale non esiste.

Di LGC Parma 12 ottobre 2018 - A Parma sembra che le idee, soprattutto quelle buone e condivise, siano state sepolte. O forse è solo pigrizia e forse, questo sarebbe ancora più grave, c'è il timore di essere criticati e quindi non apprezzati.

Fatto sta che Parma sembra avere intrapreso un percorso regressivo sotto molteplici aspetti, proprio nel momento nel quale dovrebbe fare emergere tutto il suo splendore per onorare l'ambito e meritato riconoscimento di "Capitale Italiana della Cultura 2020". Insomma una "decrescita infelice" che non merita e non meritano i cittadini parmigiani da sempre orgogliosi della propria piccola Parigi.

Ben vengano quindi le idee, isolate ma ancor meglio le visioni organiche di un futuro prossimo da cominciare a percorrere sin da subito.

Ecco quindi che ben volentieri ospitiamo l'idea di Francesco Fulvi, ingegnere edile e architetto junior con esperienze all'estero. La "vision" del professionista nasce dall'ascolto delle voci della città e selezionando i "bisogni". Quindi, attraverso l'introduzione programmata di elementi semplici, rappresenta quello che potrebbe risultare un futuro della città, con al centro di essa l'uomo ma senza perdere di vista le comodità, l'ambiente e il decoro urbano, elementi essenziali per creare l'atmosfera di "vivibilità" e "accoglienza" per tutti e per tutte le età, riportando la città al suo ruolo originale di aggregatore sociale e facilitatore di scambi commerciali.

"Quelle immagini che introduco nella narrazione dell'idea - commenta Francesco Fulvi - prendono spunto da situazioni già realizzate e viste altrove soprattutto all'estero, alcune sono state suggerite da cittadini di Parma che mi hanno chiesto di visualizzare esigenze espresse e non ascoltate. Sono immagini che rappresentano una città più a misura d'uomo dove non si distingue tra centro storico e non centro storico, dove la gerarchia sulla mobilità mette al primo posto il pedone e all'ultimo l'automobile, dove gli spazi pubblici sono organizzati per ospitare tutte le età."

Il verde pubblico, secondo l'idea di Francesco Fulvi, viene preso come elemento di decoro, importante per la qualità dell'aria, la biodiversità e per regolare il microclima nei mesi estivi. Nella sua visione cittadina, la costruzione di parcheggi avverrebbe con strutture temporanee sui viali di circonvallazione, soluzione che consentirebbe di eliminare le auto dalle strade (che già di fatto sono parcheggi a pagamento), restituendo quello spazio ai cittadini, soprattutto ai bambini, oltre a dare possibilità ad altri di parcheggiare facilmente e raggiungere le attività commerciali e viverle in sicurezza. Una strategia che rappresenterebbe il "plus" per opporre una vera e equilibrata concorrenza ai grandi centri commerciali. Infine ci sono idee per la questione dei bagni pubblici, delle panchine, delle fontane, dello sport per i giovani e meno giovani, e via di seguito.

"Praticamente sono quasi tutte idee semplici da realizzare, conclude il giovane architetto, prevedono l'avvicinamento alla città del futuro attraverso piccoli passi: inserimento di ciclabile quando ci sono 2 corsie, pedonalizzazione di una strada alla volta, piantare progressivamente sempre più alberi, progettare aree giochi in tutti i quartieri, ecc. L'idea vincente e imprescindibile è che dove ci sono le persone non c'è degrado e in quei luoghi decadrà la necessità di presidio con l'esercito. Via Farini e Via Cavour ne sono un esempio tangibile".

(il video - https://www.youtube.com/watch?v=LfOjtZ3_yJw&t=42s )

 

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Pubblicato in Cronaca Parma
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