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Domenica, 03 Settembre 2017 20:29

F1, Gp d'Italia: Ferrari, che batosta!

Hamilton domina, Bottas lo segue. Vettel va sul podio, unica gioia di una domenica da dimenticare che consegna la leadership mondiale a Hamilton. Ferrari lontanissime dal vincitore: a Maranello c'è ancora tanto lavoro da fare.

di Matteo Landi

La gioia del box Ferrari è tutta concentrata nella persona di Vettel. Sbronzato dalla gioia dei tifosi in delirio per il loro beniamino di Rosso vestito. Vettel saluta felice, come potrebbe essere altrimenti viste le migliaia di persone che lo acclamano? Un amore incondizionato, un tifo sfrenato, nonostante il pilota di punta della Scuderia abbia tagliato il traguardo "solamente" in terza posizione. Lo scorso anno lo stesso risultato venne salutato da Arrivabene e compagni come un trionfo. Quest'anno a Maranello si giocano il mondiale ed un terzo posto significano 10 punti persi da Hamilton che ha dominato davanti al compagno Bottas. Fortuna che almeno Vettel gioisce, caricato dalla vista di cui i primi tre hanno goduto dal podio, perchè in Ferrari al termine dei 53 giri della gara monzese le facce erano tutte scure. Silverstone e Spa erano le piste più temute dagli uomini del Cavallino: in Inghilterra le previsioni hanno trovato conferma in una prestazione sciapa della Ferrari, condizionata anche da imprevisti alle gomme, una settimana fa in Belgio le previsioni venivano addirittura ribaltate da un Vettel vicino alla vittoria. Ormai la Rossa sembrava pronta a tutto, anche a ben figurare sulla velocissima pista di casa. I motori Mercedes facevano paura ma Vettel e Raikkonen erano certi di poter quantomeno battagliare con Hamilton e Bottas.

Ferrari, podio amaro: Mercedes troppo lontana. Red Bull si gode Ricciardo.

Le cose sono andate diversamente ed i 36 secondi che hanno separatato Vettel dal vincitore, per non parlare del minuto (!!) subito da Raikkonen, bruciano molto più della testa del mondiale persa a vantaggio dell'inglese della Mercedes che adesso vanta tre punti di vantaggio sul rivale. Pochi, pochissimi, se la Ferrari tornerà immediatamente sui suoi standard dimostrando che il Gran Premio di casa è stato solo uno scivolone isolato. Tantissimi, incolmabili, se la batosta tricolore deriva da un'evoluzione Mercedes che ha lasciato sul posto gli uomini di Maranello. Già dalle qualifiche Vettel e Raikkonen hanno capito che sarebbe stata una gara difficile: sul bagnato, 2 secondi e mezzo di distacco dal poleman Hamilton (69 pole per lui, un record) e terza fila sulla griglia di partenza, regalata dalle penalità subite dalle due Red Bull, altrimenti sarebbe stata addirittura quarta fila. Ma a Maranello sapevano che la gara si sarebbe corsa su asfalto asciutto e quindi non avrebbero incontrato di nuovo le difficoltà palesate in qualifica. Vettel come al solito si è battuto come un leone, superando subito Raikkonen ed i sorprendenti Stroll ed Ocon. Issatosi in terza posizione si è dovuto arrendere alla superiorità Mercedes e, nel finale, difendersi dal rimontante Ricciardo, partito dalla penultima fila ed autore del più bel sorpasso della gara ai danni di Raikkonen. Un'altra prestazione maiuscola dell'australiano che sta ridimensionando la baby-star Verstappen: a Monza l'olandese non è andato oltre la decima posizione finale, mostrando una grinta dispersiva sfociata in una foratura dopo un contatto con la Williams di Massa. Quest'anno la fortuna non è dalla sua parte e tutti i nodi vengono al pettine.

Hamilton e Bottas: cavalcata solitaria in casa del nemico

Senza sbavature invece la prestazione di Hamilton e Bottas, come detto assoluti dominatori in una gara che i tifosi Ferrari speravano andasse diversamente, sbeffeggiati dal giro d'onore percorso in parata dalle due frecce d'argento, quasi a rimarcare la superiorità teutonica che oggi più che mai hanno messo in mostra il nuovo leader del mondiale ed il suo compagno di squadra. Dopo la stupenda pole position conquistata sabato in condizioni di aderenza precaria, Hamilton è scappato subito allo start ottimizzando il rendimento della sua vettura. Bottas, partito quarto, si è divorato gli avversari con una facilità disarmante. Se Vettel ha compensato con la solita grinta una manifesta inferiorità di motore, Raikkonen ha mostrato tutti i limiti della cavalleria Ferrari: non siamo certo ai livelli del 2014, primo anno delle power unit, quando la Ferrari veniva sverniciata in rettilineo non solo da Mercedes ma anche da Williams, Force India e chi più ne ha più ne metta, ma la difficoltà messa in mostra da Raikkonen nell'avere la meglio sui modesti Stroll ed Ocon, entrambi motorizzati Mercedes, non è rassicurante. L'ultimo campione del mondo Ferrari ha poi tagliato il traguardo in quinta posizione confermando la posizione di partenza, dopo aver subito la fantastica rimonta di Ricciardo. Una settimana fa Mercedes punzonava la quarta ed in teoria ultima power unit della stagione, con il sospetto che si trattasse di un modo per aggirare la regola degli 0,9 litri massimi da consumare ogni 100 km (l'immissione di olio in camera di combustione a fini prestazionali e di affidabilità è uno dei temi caldi della stagione in corso), in vigore per tutte le power unit omologate da Monza in avanti. Ferrari ha risposto montando per il Gran Premio d'Italia power unit usate, rispondenti al vecchio limite degli 1,2 litri/100 km. Avesso fatto diversamente, viste le prestazioni monzesi, adesso saremmo in un ciclone di polemiche. Invece in Ferrari non ci sono appigli ed urge rimboccarsi ancora una volta le maniche per rimanere aggrappati al sogno iridato.

Poteva essere la gara degli outsider

A proposito dei già citati giovanissimi Stroll e Ocon! Il canadese, dopo una qualifica da sogno che gli ha consegnato la prima fila, mai un pilota così giovane (poco meno di 19 anni) si è qualificato tanto in alto, si è arreso agli eventi di gara giungendo comunque settimo al traguardo. Ocon, al volante di una velocissima Force India, gli è arrivato appena davanti dopo essere partito in terza posizione. Se sui 53 giri di gara si sono ristabilite le gerarchie, sabato sull'asfalto reso viscido dalla pioggia i due piloti hanno messo in mostra tutte le loro qualità: una conferma per Ocon, una rivincita per Stroll, una ventata di freschezza per tutta la Formula 1.

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Hamilton vince, la Ferrari convince. Vettel è secondo dopo una lotta al millesimo con l'inglese. La Ferrari va forte anche su una pista a lei meno congeniale.

di Matteo Landi

La Formula 1 torna dalla pausa estiva e lo fa sulla pista più affascinante del mondiale: Spa-Francorchamps,  un circuito veloce e molto tecnico, pronto ad esaltare l'efficienza aerodinamica delle Mercedes e la potenza della loro power unit. Una gara vinta com'era facile pronosticare da Hamilton, ma che lascia più di un sorriso in casa Ferrari per com'è maturata la sconfitta di Vettel. Dopo la doppietta ungherese gioire per un secondo posto può sembrare alquanto anacronistico, ma in Ferrari fanno bene a farlo per come è maturato: una gara costantemente negli scarichi della Mercedes di Hamilton, una guerra di nervi, vissuta sui decimi di secondo, con l'altra Mercedes, quella di Bottas, che mai ha impensierito il secondo posto di Vettel. Una gara che dà alla Ferrari la certezza di essere più che mai in lotta per il mondiale, tanto quanto la straripante vittoria ottenuta sulla pista di Budapest, insieme a Montecarlo la più congeniale alle caratteristiche delle vetture di Maranello. Se a Silverstone la Ferrari era uscita con le ossa rotte, dalla pista belga, l'altra tanto temuta dagli uomini di Arrivabene, se ne va con la consapevolezza di avere ormai (quasi) raggiunto le prestazioni della Mercedes non solo sulle piste lente, dove ormai è appurata la superiorità delle vetture del Cavallino, ma anche sulle piste veloci con ampie curve, in cui appunto è determinante avere un'ottima efficienza aerodinamica. Alle Ferrari manca ancora un pò di motore. Si è visto quando nell'ultima parte di gara Vettel ha affiancato Hamilton alla ripartenza dopo il regime di safety car ma nulla ha potuto contro la velocità sul dritto della Mercedes ed ha dovuto desistere. Qualche cavallo in più ed ora festeggeremmo un'inaspettata vittoria Rossa.

Hamilton vince dopo la pole position dei record: 68 come Schumacher, ma attenti ai paragoni

Hamilton tuttavia non ha demeritato, anzi ha messo sul tavolo tutte le sue carte migliori a partire dalla qualifica: 68esima pole position in carriera, al pari del record assoluto di Michael Schumacher. Altri periodi, altre ere, paragoni difficili. Da una parte Hamilton, un pilota che ha debuttato su McLaren, al top nel 2007 insieme a Ferrari, lasciandola, prima del declino attuale, per la Mercedes dominatrice dei tempi nostri. Dall'altra Schumacher, un pilota che debuttò nel lontano 1991 su Jordan, immediamente passato alla buona ma non ottima Benetton di Briatore - squadra che lo stesso tedesco accompagnò con dedizione al titolo mondiale, mai neanche sfiorato in precedenza dalla squadra della nota azienda di abbigliamento - e che lasciò, dopo essersi ripetuto iridato, per fare la storia con la Ferrari, divenendo 7 volte mondiale con una squadra che, quando lo accolse nel 1996, era senza direzione, con prospettive nebulose, senza mondiali piloti dal 1979 e costruttori dal 1983. L'ultima parte di carriera del tedesco, dedicata allo sviluppo della Mercedes divenuta poi invincibile anche grazie ai suoi sacrifici, lo rese fra i piloti più longevi di sempre. Se Hamilton potrà addirittura migliorare il record di pole position che adesso detiene in coabitazione con il campionissimo tedesco lo deve anche a Schumacher, senza nulla togliere alla classe cristallina dell'inglese che quando è concentrato risulta praticamente imbattibile. Chiedere a Vettel, appunto, che gli ha fiatato sul collo per tutti i 44 giri di gara nell'attesa dell'errore che Hamilton non ha mai compiuto. Adesso l'inglese ha ridotto il distacco in classifica mondiale a soli 7 punti da Vettel e fra una settimana a Monza si prevedono scintille per un nuovo capitolo di una delle battaglie mondiali più belle degli ultimi anni.

Raikkonen aggressivo e sbadato: è quarto

A Spa la Ferrari ha sfiorato un doppio podio ma Raikkonen, autore a fine gara di un bellissimo sorpasso ai danni di Bottas, è stato incostante per tutta la gara, beccandosi inoltre una penalità di 10 secondi per non aver rallentato in regime di bandiera gialla: penalità severa ma giusta per un'infrazione sulla quale la Federazione non transige, dopo la tragedia di Bianchi. Il finlandese, fresco di conferma in Rosso anche per il 2018, si merita una sufficienza per l'aggressività mostrata nei sorpassi che lo hanno portato al quarto posto, ma alla Ferrari servirà il miglior Raikkonen per contrastare la Mercedes nell'ultima parte di stagione, quello per intendersi protagonista di una gara da antologia a Budapest. Intanto i tifosi Ferrari si possono rilassare, con la conferma di Raikkonen è arrivata anche quella di Vettel: fino al 2020 il tedesco vestirà di rosso.

Ricciardo, altra grande gara. Hulkenberg il migliore degli altri

Fra Vettel ed il compagno di squadra ha terminato Ricciardo, capace ancora una volta di sfruttare tutte le variabili di gara a proprio favore e terminare a podio anche su piste in cui Red Bull non può spiccare a causa del deficit di potenza del motore Renault. Una stagione meravigliosa quella dell'australiano, capace di mettere spesso in ombra il predestinato Verstappen, ancora una volta bersagliato però dalla sfortuna e destinato al ritiro per problemi tecnici. Grande gara anche di Hulkenberg, sesto al traguardo: da solo sta tenendo in corsa la Renault contro Williams, Toro Rosso e Haas nella lotta per il quinto posto finale fra i costruttori, anche se il suo compagno Palmer per una volta era sembrato veramente in palla fin dalle qualifiche ma tartassato da problemi di affidabilità non è riuscito ad andare oltre al 13esimo posto.

Force India: adesso la rivalità Perez-Ocon è pericolosa

Con il quarto posto nel mondiale praticamente in tasca in Force India dovranno rivedere le regole di ingaggio dei loro piloti: si ringraziano per aver dato pepe ad una gara che, lotta mondiale Hamilton-Vettel a parte, stava poco entusiasmando ma la rivalità Perez-Ocon è diventata pericolosa per loro e per gli altri piloti. Due incidenti in una sola gara sono decisamente troppi, considerando anche che sono entrambi avvenuti ad alta velocità ed il secondo ha azzoppato le speranze della squadra indiana, solo nona al traguardo con Ocon, ed ha lasciato in pista tanti pericolosi detriti obbligando la direzione gara all'ingresso della safety car. Serve una doccia fredda ai due piloti Force India, adesso arrivano Monza e le velocità record, i nervi dovranno essere ben saldi.

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Domenica, 30 Luglio 2017 18:07

F1, Ungheria: Budafest Ferrari!

Vettel e Raikkonen fanno doppietta. Hamilton quarto dietro a Bottas. La Ferrari festeggia una vittoria di squadra lanciando un segnale importante: il mondiale è possibile!

di Matteo Landi

Dopo la disfatta in terra inglese urgeva la riscossa. Doppietta, come a Monaco, su una pista che per tanti aspetti somiglia a quella del Principato. Dopo una qualifica dominata, Vettel e Raikkonen hanno tagliato il traguardo nell'ordine ma il risultato finale è frutto di un gioco di squadra che ha visto il finlandese vestire i panni dello scudiero del quattro volte campione del mondo tedesco, quest'ultimo alle prese per circa 40 giri con un problema allo sterzo che ha tenuto con il fiato sospeso l'intero box Ferrari.

Vettel parte in testa, domina, soffre e vince

Mentre le Mercedes si avvicinavano alle fuggitive Rosse, Vettel conduceva la sua monoposto tenendola lontana dai cordoli, per evitare che il problema allo sterzo si aggravasse. Raikkonen, alle sue spalle, si è quindi trovato nella più scomoda delle situazioni: da una parte non poter attaccare il suo compagno in lotta per il mondiale, dall'altra difendersi da Bottas, prima che il box Mercedes obbligasse il suo pilota a cedere la posizione ad Hamilton, quarto e poco incisivo fino a quel momento. Raikkonen non solo non ha ceduto un millimetro all'inglese, ma lo ha costretto alla resa finale, quando Hamilton consapevole del suo destino ha deciso di restituire il favore a Bottas. Il finlandese di casa Mercedes è andato quindi a festeggiare sul podio dopo una delle corse più strane della sua vita. Ma per la Ferrari poteva essere un dominio schiacciante.

Verstappen fa danni e viene penalizzato: che novità!

Al primo giro la safety car ha tenuto il gruppo compatto dopo che Verstappen ha colpito duramente il compagno Ricciardo, costringendolo al ritiro. L'olandese ha poi dovuto scontare una penalità di dieci secondi, escludendosi di fatto dalla lotta per la vittoria. Il destino gioca strani scherzi, dopo varie vicissitudini con i piloti Ferrari i commissari decidono di sanzionarlo quando danneggia il compagno di squadra. Doppia beffa quindi per la Red Bull che questo weekend ha schierato una vettura veramente veloce ma incapace di non andare oltre al quinto posto finale dell'indisciplinato olandese.

Ferrari, la riscossa dopo il duro lavoro

La Ferrari nei primi giri si è dimostrata imprendibile, ha capitalizzato il potenziale che quest'anno esprime sui tracciati lenti, evidenziando un carico aerodinamico delle sue vetture superiore alla concorrenza e senza il problema allo sterzo subito da Vettel avrebbe vinto la gara lasciando gli avversari a distacchi siderali. Com'è maturata tale superiorità? Prima del Gp d'Austria una richiesta di chiarimento della Mercedes aveva indotto la Federazione ad obbligare la Ferrari a modificare il fondo delle proprie monoposto. Sarà stato un caso ma proprio da quella gara le vetture di Maranello hanno mostrato prestazioni altalenanti. Fino al Gran Premio ungherese, in cui la squadra italiana ha nuovamente modificato, con successo, il fondo delle sue vetture. Una soddisfazione in più per gli uomini di Arrivabene, un segnale importante dato alla Mercedes che teme sempre più la squadra del Presidente Marchionne, finalmente festoso all'interno del box Rosso. Sotto al podio si è lasciato andare a dichiarazioni d'affetto anche nei confronti di Raikkonen, veramente in palla quest'oggi, e c'è da credere che la line-up Ferrari il prossimo anno non subirà cambiamenti, rimanendo cari al motto "squadra che vince non si cambia".

Alonso, il campione finalmente gioisce

Con i ferraristi ha gioito un altro grande di giornata, Fernando Alonso. Sesto al traguardo, al volante di una McLaren a suo agio sulla tortuosa pista magiara, ha messo in mostra la grinta dei giorni migliori, regalandosi addirittura il giro più veloce della corsa. Una piccola soddisfazione ma una vera impresa per questa McLaren. Adesso la Formula 1 va in vacanza, la rivedremo l'ultimo weekend di Agosto. Con questa vittoria Vettel porta a 14 punti il vantaggio su Hamilton, recuperando in parte quanto aveva perso nel fine settimana di Silverstone. Un mese per radunare tutte le forze residue e capitalizzarle prima del rush finale. Servirà la migliore Ferrari per tenere testa a questa Mercedes. Intanto Vettel e Raikkonen hanno dato un segnale di forza importante: il sogno iridato è possibile.

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Hamilton domina, Bottas secondo. Ferrari si arrende alle gomme ma si prende il podio con Raikkonen. Vettel solo settimo mantiene la leadership nel mondiale per un solo punto

di Matteo Landi

Se volessimo vedere il bicchiere mezzo pieno potremmo dire che la Ferrari esce sconfitta dal Gran Premio più sfortunato dell'anno ancora in testa al campionato piloti. Il cuscinetto di 20 punti che Vettel aveva di vantaggio su Hamilton prima della gara inglese ha assorbito il colpo inferto alle ambizioni iridate del tedesco e adesso è necessario guardare con ottimismo al Gran Premio d'Ungheria. Tutto vero, ma è altrettanto vero che la batosta inglese non può non aver segnato il morale degli uomini di Maranello. Battere Hamilton in casa era quasi impossibile ma due Ferrari sul podio era un obiettivo realistico, a pochi giri dal traguardo. Poi Vettel ha subito il crollo prestazionale delle sue gomme, seguito dalla foratura/delaminazione del pneumatico anteriore sinistro, le cause non sono ancora chiare, che lo ha costretto ad un rientro lento ai box e ad un misero settimo posto finale. Quasi in contemporanea la dea bendata ha definitivamente voltato le spalle a Raikkonen, lasciando anch'egli praticamente su tre ruote a pochi km dall'arrivo. Sorte evitata da Verstappen: in Red Bull hanno optato per un pit stop a due giri dalla fine ed il podio è tornato al finlandese di casa Ferrari. Una piccola gioia di fronte alla doppietta Mercedes.

Hamilton dominatore assoluto. Vettel litiga con Verstappen.

Hamilton stavolta ha dominato. Inarrestabile, senza sbavature, ha lasciato gli altri a scannarsi per le posizioni alle sue spalle. E che duelli! Uno su tutti quello Verstappen-Vettel. Il tedesco, terzo in qualifica, al via si era lasciato sopravanzare dal giovane olandese, e mentre Raikkonen in seconda posizione cercava di non perdere il contatto dal poleman Hamilton, i due hanno dato vita ad una lotta memorabile non priva di scorrettezze da parte del solito Verstappen che, quando vede rosso, perde la testa. Vettel con un sorpasso coraggioso era riuscito a sopravanzarlo ma il pilota Red Bull, uscendo dal tracciato, gli si era rifiondato davanti. Strano che i commissari non abbiano neanche aperto un'indagine. Risultato? Vettel per evitare l'ennesima lotta infruttuosa ha preferito cambiare le gomme prima dell'olandese, riuscendo a sopravanzarlo quando quest'ultimo ha effettuato la sua sosta. Strategia ottima nell'immediato che ha però mostrato le sue lacune nella parte finale di gara quando Bottas con gomme più fresche ha passato il tedesco involandosi verso la seconda posizione finale.

Bottas: ancora una gran gara.

Il pilota Mercedes, dopo una qualifica infelice, condita da cinque posizioni di penalità scontate in griglia a causa della sostituzione del cambio, è riuscito a rimontare dalla nona posizione mostrando di meritare la conferma in Mercedes almeno per un altro anno. Per la squadra tedesca la situazione non potrebbe essere migliore: un pilota, Hamilton, destinato a giocarsi il titolo, l'altro, Bottas, pronto a rubare punti agli avversari ed a "coprire" le giornate no del plurititolato compagno di squadra. Che a Silverstone ha dovuto ancora ringraziare i commissari che hanno deciso di graziarlo nonostante in qualifica avesse ostacolato Grosjean nel suo giro veloce.

Hamilton graziato dai commissari. Avrebbe vinto comunque.

Neanche una reprimenda per l'inglese ma è lecito pensare che a parti invertite gli stessi commissari non sarebbero stati così magnanimi con il povero Grosjean. Peso politico? Voglia di non rovinare la festa ai fans di Hamilton (meravigliosamente in Pole Position)? Non si sa, quel che è certo è che in passato per molto meno illustri colleghi avevano ricevuto un trattamento ben diverso. Vedi Alonso a Monza nel 2006, quando fu retrocesso al decimo posto in griglia per un presunto rallentamento ai danni di Massa. Giusto per prendere d'esempio il precedente più eclatante. Ed Alonso allora, come Hamilton oggi, lottava per il mondiale. Detto questo, anche con una penalità Hamilton avrebbe probabilmente vinto, vista la sua netta superiorità. Una superiorità ben assistita da una Mercedes che ha battuto la Ferrari senza appello. Non potremo mai sapere come sarebbe andata se Vettel non si fosse ritrovato bloccato dietro Verstappen, ma la storia non si fa "con i se e con i ma" ed adesso a Maranello più che leccarsi le ferite dovranno lavorare ancor più "a testa bassa", riprendendo il motto di Arrivabene. In Ferrari possono comunque sorridere per la prestazione di Raikkonen. A volte abulico, altre lottatore, altre ancora solido ma poco incisivo. L'ultimo campione del mondo Ferrari stavolta ha corso come ai bei tempi ed avrebbe meritato senz'altro il secondo posto. Il podio rende comunque merito alla bella giornata del pilota finlandese nel giorno in cui Vettel non ha saputo e potuto concretizzare.

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Domenica, 09 Luglio 2017 17:39

F1, Gp d'Austria: Bottas e risposta!

Hamilton non corre alla Hamilton. Vettel concreto e veloce ma Mercedes risponde con Bottas. Adesso sono in tre a lottare per il titolo? Intanto Vettel, secondo, vola a +20 nel mondiale

di Matteo Landi

Una settimana iniziata con Vettel convocato dai vertici della Federazione Internazionale, a render conto della ruotata rifilata ad Hamilton a Baku, e finita con un secondo posto in Austria a pochi decimi da Bottas. Nessuna vittoria sul campo ma un trionfo per il morale. Nessuna sanzione aggiuntiva lunedì scorso, sarebbe stato assurdo considerando che per lo stesso "fallo" era già stato penalizzato durante la scorsa gara (con Hamilton clamorosamente illibato per i commissari), e quest'oggi 6 punti guadagnati da Vettel sul rivale per il titolo, adesso staccato di venti punti. Non tanti, se si considera che una vittoria ne assegna ben 25, ma abbastanza per il morale, appunto, se il pilota Ferrari si confermerà affidabile come fino ad ora è stato in questo campionato.

Bottas è in giornata: non basta un gran Vettel. Hamilton, guardati le spalle!

A Spielberg il tedesco ha compiuto un'ottima gara: dopo una buona partenza dalla prima fila ha controllato la seconda posizione senza problemi, subendo nella prima parte di gara il passo più veloce del poleman Bottas ma rimontandolo nel finale, con tanto di arrivo quasi in volata. Niente ha potuto però contro il finlandese di casa Mercedes, parso imbattibile fin dal via scattando così bene da far erroneamente pensare ad una partenza anticipata. Nel finale Bottas, in crisi con le gomme, ha subito il ritorno di Vettel ma è rimasto freddo non concedendo al rivale il minimo spiraglio. Davvero una gara superlativa per un pilota che, teoricamente, torna in corsa per il titolo. Con la vittoria odierna si trova ora a 15 punti da Hamilton, con l'inglese che torna a sentire sul collo il fiatone di un compagno di squadra, considerato troppo spesso la vittima sacrificale del tre volte campione del mondo. Nelle ultime gare Hamilton ha invocato più volte l'aiuto del compagno contro il rivale Vettel, come risponderà la Mercedes alle prossime richieste del suo campione?

Hamilton penalizzato prima del via. Freni a fuoco nelle libere. Mercedes vince ma mostra le crepe

La squadra campione del mondo in carica sta mostrando più crepe del solito a dimostrazione che, con un avversario di pari livello, anche i dominatori della Formula Ibrida possono sbagliare . Si spiega anche così la sostituzione del cambio avvenuta prima della gara costata ad Hamilton una penalità di 5 posizioni sulla griglia di partenza. L'inglese, partito ottavo dopo una qualifica infelice, è parso poco incisivo. Alle prese con problemi agli pneumatici causati dall'assetto che egli stesso ha scelto per la sua vettura, ha faticato ad avere la meglio su vetture meno veloci della sua ed una rimonta che in altri tempi avrebbe compiuto in pochi giri stavolta non si è mai concretizzata. Negli ultimi giri è arrivato a ridosso della terza posizione occupata da Ricciardo, ma l'australiano si è difeso tenacemente conquistando il quinto podio consecutivo.

Ricciardo ormai è una certezza. Toro Rosso, quanti problemi!

La Red Bull non può contare su un mezzo particolarmente performante ma il Ricciardo 2017 è un pilota che ottimizza tutte le situazioni che gli si presentano, capace di imprese che, se compiute dal baby prodigio Verstappen, otterrebbero bel altra attenzione da parte di media ed addetti ai lavori. Per contro il giovane olandese è incappato nell'ennesima gara sfortunata, conclusa pochi metri dopo la partenza: speronato da Alonso, a sua volta centrato da Kvyat quando il pilota della Toro Rosso ha perso il controllo della sua monoposto alla prima frenata dopo il via. A Faenza, considerando anche i malumori di un Sainz stanco di correre a centro gruppo, l'aria che si respira non è delle migliori e la trasferta austriaca non ha fruttato alcun punto mondiale.

Raikkonen da una mano a Vettel ma corre lontano dai primi

Deluso è anche Kimi Raikkonen, solo quinto al traguardo, senza lo smalto dei giorni migliori. E' però stato fondamentale per il secondo posto di Vettel quando alla partenza ha reso difficile la vita a Ricciardo: se il pilota Red Bull avesse passato entrambe le Ferrari, cosa che sembrava nelle sue corde, per Vettel sarebbe stato tutt'altro che facile superare in pista l'australiano che ha viaggiato per tutta la gara poco distante dal ritmo del tedesco. Incidenti, sorpassi e polemiche in Azerbaijan, lotte sul filo dei centesimi in Austria. Nel giro di due settimane la Formula 1 ha mostrato tutta la sua essenza. Fra una settimana il grande Circus incontrerà la tradizione di Silverstone per il decimo Gran Premio dell'anno, spartiacque di questo campionato e, chissà, delle sorti del mondiale.

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Lunedì, 26 Giugno 2017 22:03

F1, Gp d'Azerbaijan: Street Fighters

Incidenti, colpi bassi e sorpassi. E' successo di tutto sul cittadino azero. Si incendia la lotta mondiale fra Vettel ed Hamilton, con la complicità di maldestri commissari. Che Formula 1!

di Matteo Landi

Dagli abbracci, e dolci parole dei primi Gran Premi dell'anno, alle parole pesanti volate durante e dopo la gara azera. Da "che bello combattere per il mondiale con un campione vero come Vettel" a "Seb mi dimostri che è un uomo, faccia a faccia".  Il rapporto fra Vettel ed Hamilton e le parole dell'inglese hanno avuto una brusca inversione di rotta. Non poteva essere altrimenti. Un rapporto di amicizia ad uso e consumo dei media, diventato finalmente quello che è, com'è naturale che sia quando due piloti con quel carisma si giocano un mondiale. A Baku è successo di tutto. Anche troppo. Dal rallentamento ingiustificato e pericoloso di Hamilton in regime di safety car - con conseguente lieve tamponamento di Vettel quando i due si trovavano in prima e seconda posizione - alla ruotata di Vettel inflitta al rivale dopo averlo affiancato chiedendogli spiegazioni. Un incidente senza conseguenze per entrambi, dettato dal nervosismo di Vettel, caduto nella trappola appena gettatagli da Hamilton. Difficile stabilire se il pilota Ferrari abbia volontariamente "speronato" il rivale, mentre gesticolava come un qualsiasi automobilista arrabbiato ad un incrocio.

Vettel perde la testa, ma i commissari vedono solo rosso

Ai commissari è sembrato un vero e proprio "fallo di reazione" ed al tedesco, dalle reazioni decisamente latine, è stato comminato uno stop and go di 10 secondi. Una penalità decisamente pesante, scarsamente utilizzata in tempi recenti, che però ci poteva stare. Peccato siano stati quegli stessi commissari, che hanno ritenuto pericoloso il comportamento di Vettel, a non pensare lo stesso dell'atteggiamento tenuto da Hamilton e che siano stati clementi persino con Bottas, reo di aver distrutto il fondo vettura e la gara di Raikkonen pochi metri dopo la partenza. Così le parole rilasciate da Arrivabene a fine gara "nel dubbio si penalizza sempre la Ferrari" sembrano molto più di uno sfogo dettato dalla delusione di una gara terminata con il quarto posto di Vettel ed il ritiro di Raikkonen, tartassato dalla sfortuna e costretto alla resa dopo varie vicissitudini. Tuttavia la squadra di Maranello dovrebbe gioire per i 2 punti guadagnati da Vettel su Hamilton, arrivato alle spalle del rivale dopo che il karma ha deciso di colmare la lacuna lasciata dai commissari, troppo benevoli nei suoi confronti: l'inglese ha rischiato di perdere la protezione-appoggio della testa ed è stato costretto ad un ulteriore pit stop.

Vince Ricciardo, Stroll a podio, Bottas secondo in volata. Che Gran Premio!

Safety car, bandiera rossa, incidenti, il Gran Premio di Azerbaijan ci ha riconsegnato la "magia" delle gare cittadine della Formula 1 che fu. Infuocando la battaglia mondiale Ferrari-Mercedes, messa quasi in secondo piano a vantaggio del primo podio di Stroll, fino ad ora sbeffeggiato da giornalisti ed addetti ai lavori, superato sul traguardo da Bottas, il quale dopo il contatto con Raikkonen si era addirittura ritrovato ultimo. Ma fra le litiganti Ferrari e Mercedes il terzo, Ricciardo, gode. Costretto ad una sosta ai box anticipata ha mantenuto i nervi saldi, è rimontato con tanto di triplo sorpasso ai danni delle due Williams e di Hulkenberg e mentre alle spalle i suoi colleghi se le davano di santa ragione ha tagliato il traguardo per primo consegnando un'insperata vittoria alla Red Bull, in un anno in cui la squadra austriaca sembra non trovare il bandolo della matassa della competitività. E dell'affidabilità, vedi il ritiro di Verstappen.

Force India: che duello in famiglia! McLaren a punti.

Dopo le incomprensioni dell'ultimo Gran Premio del Canada la coppia Force India è arrivata definitivamente allo scontro. Le capacità di Ocon sono ormai chiare a tutti, ma in futuro dovrà dosare la sua aggressività nei confronti del suo compagno di squadra: i due sono arrivati al contatto e Perez stretto al muro dal francese non ha potuto far altro che abbandonare la gara. Ocon è poi riuscito a risalire fino alla sesta posizione ma i punti conquistati dalla squadra indiana potevano essere di più. In mezzo a tanto clamore s'è fatto rivedere anche Fernando Alonso, capace di conquistare il nono posto ed i primi punti mondiali per la McLaren. Risultato magro se si pensa al blasone della squadra ma che rappresenta una piccola boccata d'ossigeno in un momento in cui fra la stessa McLaren ed la Honda non scorre più buon sangue. Chissà cosa riusciranno a fare su una pista più tradizionale, come quella che il Circus della massima Formula incontrerà fra due settimane in Austria. Sicuramente vivremo un'altra vicenda della lotta al vertice Ferrari-Mercedes giunta decisamente ai ferri corti.

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Doppietta Mercedes nel giorno nero della Ferrari. Vettel, sfortunato al via, arriva quarto dopo una bella rimonta. Raikkonen sbaglia e arranca. 

di Matteo Landi

Dopo la pole position Hamilton era visibilmente commosso. Una zampata al termine delle qualifiche aveva consegnato all'inglese la prima posizione, battendo Vettel, in un sabato in cui Mercedes e Ferrari si erano equivalse. Per Hamilton significava la 65esima pole position della carriera, al pari del mito suo e di molti, Ayrton Senna. Epoche diverse, vetture diverse, paragoni improponibili se non a livello puramente statistico. Da una parte un pilota che ha scritto la storia, battendosi in pista con vetture non al top come Toleman e Lotus prima della lunga parentesi vincente targata McLaren, dall'altra un pilota che la storia la sta scrivendo ma che ha avuto la fortuna, e per certi versi anche il merito, di correre sempre con vetture da vertice. Comunque la si guardi Hamilton è un pilota destinato ad essere ricordato come uno dei migliori di sempre. Lo ha ribadito in gara, dominando dall'inizio alla fine. Senza esitazioni ha condotto la sua Mercedes ad una vittoria divenuta doppietta grazie al secondo posto di Bottas. Stavolta le Mercedes hanno avuto vita facile nel giorno nero della Ferrari.

Ferrari, che giornataccia! Vettel regala comunque spettacolo

Come più volte accaduto nel 2016 Verstappen ha fatto infuriare i tifosi della Rossa quando al via è letteralmente salito sopra l'ala anteriore di Vettel. Un normale contatto di gara che è bastato a guastare la domenica della casa di Maranello. Vettel, ritrovatosi ultimo dopo la sosta ai box necessaria per la sostituzione del muso, è risalito furiosamente con tanto di lotta finale al cardiopalma con le due Force India, mai così in palla quest'anno, conquistando un quarto posto che gli permette di mantere la testa della classifica del mondiale con 12 punti di vantaggio su Hamilton. Senza un problema al fondo della sua auto, conseguenza indiretta del contatto iniziale, avrebbe sicuramente raggiunto il podio ma vista come si era messa la gara dopo pochi metri il tedesco ha quasi da sorridere.

Raikkonen, torna in versione Monaco per cortesia!

Raikkonen, dopo la bella gara monegasca, ha mostrato stavolta il suo lato peggiore. Pasticcione in qualifica, quarto dopo alcune sbavature nel giro decisivo, ha fatto peggio in gara quando dopo pochi giri ha danneggiato la sua vettura mettendo in piena accelerazione due ruote sull'erba. Superato da Perez è caduto nell'oblìo, non trovando il ritmo necessario per avvicinarsi alla zona podio se non nell'ultima parte di gara, quando la sua vettura ha iniziato a fare i capricci e si è dovuto arrendere tagliando il traguardo in settima posizione. Se il quarto posto di Vettel va accolto con gioia per la grinta messa in mostra dal tedesco, in difficoltà per colpe non sue, il settimo di Raikkonen è il risultato di una prestazione che ci riconsegna il pilota abulico e svogliato già visto nel recente passato.

Sorride Ricciardo, terzo. Force India corre fra i grandi

Sul podio, insieme ai piloti Mercedes, è salito Ricciardo. L'unico pilota Red Bull al traguardo, visto l'abbandono per problemi tecnici di Verstappen, ha ben resistito alle veloci Force India ed il sorriso mostrato sul podio è più che lecito se si considerano le prestazioni messe in mostra quest'anno dalle Red Bull. Sorpresa positiva di giornata è la prestazione dei due piloti Force India: Perez ed Ocon. Per loro tuttavia la festa è rovinata da ordini di squadra impartiti a Perez e disubbediti dallo stesso, che non ha voluto farsi passare dal giovanissimo compagno di squadra, in quel momento più veloce di lui. Per qualche giro si è rivisto il Perez dei tempi McLaren, veloce ma indisciplinato, pronto a fare a ruotate con il compagno di squadra Button. Non una bella pubblicità per un pilota che aspira a correre nuovamente per un top team.

Alonso, il calvario chiamato McLaren-Honda

A proposito di top team, anzi top team decaduti, continua il periodo buio McLaren e quell'intesa con la Honda che stenta a decollare. Dopo l'avventura in Indycar, con Alonso velocissimo alla 500 miglia di Indianapolis ma costretto alla resa con il motore Honda in fumo, sorte analoga ma meno scenografica è toccata in Canada al forte pilota spagnolo, costretto alla resa a pochi km dall'arrivo quando era in zona punti. Alonso si è poi regalato un bagno di folla, salendo in tribuna tra i tifosi. La sfortuna continua a colpire il pilota McLaren ma l'esperienza americana gli ha dato nuovi spunti per ridergli in faccia.

Pubblicato in Motori Emilia
Domenica, 28 Maggio 2017 18:16

F1, Monaco: Ferrarissima!

Uno-due delle Ferrari con Vettel davanti a Raikkonen. I due ferraristi dominano in modo principesco nel giorno della debacle Mercedes. Ora Hamilton è a -25.

di Matteo Landi

Correva il 2001, e Michael Schumacher al volante della sua Ferrari tagliava per primo il traguardo del Gp di Monaco. Un bellissimo trionfo per la squadra di Maranello che colse addirittura una doppietta grazie al secondo posto di Barrichello. Poi il Principato di Monaco divenne stregato per le Rosse, fra incidenti clamorosi, come nel 2004 quando Schumi subì la tamponata di Montoya in regime di safety car, penalità inaudite, il colpito fu sempre il tedesco campionissimo della Ferrari al quale nel 2006 annullarono la pole position conquistata sul campo ritrovandosi costretto a partire ultimo, e qualche podio dal sapore di occasione persa, vedi l'edizione 2011 con Alonso ad un passo dalla vittoria e battuto da Vettel. 16 anni dopo l'ultima vittoria la Ferrari ritrova il gradino più alto del podio proprio con quest'ultimo dopo una gara alla....Mercedes.

Ferrari, che dominio!

Un weekend completamente dominato dai piloti di Maranello, che si sono contesi prima la pole position e poi la vittoria. Sabato Raikkonen ha ritrovato quella pole che gli mancava dal Gp di Francia del 2008, domenica Vettel ha chiuso il periodo nero della Ferrari nel Principato. Al via della gara il finlandese ha mantenuto la prima posizione davanti a Vettel e fino al primo ed unico pit stop le prime due posizioni sono rimaste invariate anche se il tedesco, con l'avanzare dei giri, si faceva sempre più pressante alle spalle del miglior Kimi Raikkonen degli ultimi anni. Veloce ed affidabile ha subìto prima la strategia Ferrari, che lo ha fermato ai box prima del compagno di Scuderia, poi il ritmo forsennato di Vettel, il quale dopo la sosta ai box è scappato dai radar dell'ultimo campione del mondo Ferrari. Ma occhio a parlare di gioco di squadra, per altro eventualmente legittimo: normalmente chi si ferma prima trae un vantaggio, ma Montecarlo non è una pista normale (vedi il "traffico" dei doppiati e l'asfalto decisamente "gentile" con gli pneumatici) ed in questo caso è successo esattamente il contrario. Per la gioia di Ricciardo, terzo alla fine, il quale è riuscito a beffare Bottas e Verstappen, ed appunto Vettel che ha avuto la meglio su un Raikkonen visibilmente abbacchiato a fine gara. Una vittoria avrebbe significato molto per il finlandese, a secco da Marzo 2013. Tuttavia, se Kimi continuerà ad avere questo rendimento, siamo certi che tornerà presto ad assaporare il sapore del successo. Dal canto suo Vettel non ha rubato niente ed anzi ha mostrato un rendimento perfetto in una domenica, per lui, perfetta. La Ferrari è tornata principesca!

Mercedes, che batosta!

Non hanno gioito in Mercedes. Bottas ha dato il massimo e nonostante non abbia commesso errori non è riuscito ad andare oltre la quarta piazza finale, soffrendo il passo lungo della propria monoposto parsa a disagio nelle strette stradine del cittadino monegasco. Peggio è andata ad Hamilton, solo settimo al traguardo dopo una delle sue peggiori qualifiche di sempre: impreciso, nervoso ed anche sfortunato, vedi una bandiera gialla proprio durante il suo ultimo giro veloce, poi abortito. Promosso di una posizione, 13esimo in griglia di partenza, solo grazie alla penalità inflitta al rientrante Button. Il rientrante pensionato, autore per altro di una gara decisamente negativa terminata anzitempo con il ritiro, lascerà ad Alonso una vettura con una power unit quasi fresca, viste le sostituzioni delle componenti operate dai suoi meccanici.

Alonso, niente Monaco. Per lui c'è Indianapolis

Lo spagnolo ha deciso con il coraggio del campione di affrontare la 500 miglia di Indianapolis sacrificando la presenza al Gran Premio di Monaco. Ad esser maligni potremmo dire che tutto sommato non sa quel che trova in America, ma sicuramente sa quel, poco, che lascia in Europa. Perchè la McLaren è una nave che sta affondando. Schettino o eroe dei due mondi? In ogni caso un grande in bocca al lupo a Fernando perchè servono gli attributi per disputare una delle gare più pericolose del pianeta con alle spalle solo pochi chilometri al volante della Dallara che piloterà.

Debacle Mercedes, Red Bull è la sfidante della Rossa

In concomitanza con una Mercedes che soffre ed un Hamilton vittima sì della sfortuna, ma per una volta anche di inusuale arrendevolezza, si è quindi rivista una buona Red Bull. Di questa Montecarlo Ricciardo conserverà il trofeo riservato al terzo classificato ma anche il ricordo di una gara in cui non ha mai mollato, sembrando a tratti anche capace di attaccare le due Ferrari. La safety car entrata in pista nel finale ha dato una speranza in più all'australiano ma niente ha potuto contro i due alfieri della Rossa. La Ferrari ha così finalmente rotto l'incantesimo del Principato ed adesso può veramente sognare. Vettel alla sesta vittoria in Rosso consolida la sua leadership iridata. Chi l'avrebbe mai detto pochi mesi fa? Se è un sogno non svegliatevi.

Pubblicato in Motori Emilia
Domenica, 14 Maggio 2017 19:04

F1, Spagna: Hamilton-Vettel la sfida si accende

Hamilton torna alla vittoria dopo un duello d'altri tempi con Vettel. La Ferrari va sul podio con Vettel, secondo ma ancora in testa al mondiale

di Matteo Landi

Spagna 2016, la Ferrari masticava amaro nonostante il podio conquistato, i suoi piloti non erano riusciti ad avere la meglio su baby Verstappen, vincitore alla sua prima gara in Red Bull dopo la debacle dei piloti Mercedes. Dodici mesi dopo la Ferrari sfiora ancora la vittoria ma le sensazioni sono completamente diverse. Come al solito le squadre hanno aprofittato della prima gara europea dell'anno per introdurre i primi importanti sviluppi alle vetture e lo stupore fra gli addetti ai lavori è stato grande quando durante le prove libere del venerdì la Mercedes ha svelato le sue carte. Così tanti aggiornamenti da farla sembrare una vettura completamente diversa e rivitalizzata dopo un inizio di stagione vissuto quasi all'ombra della Ferrari. Con questo "mostro" Hamilton è tornato alla vittoria, ma nonostante le modifiche aerodinamiche e di motore portate la squadra tedesca ha dovuto giocare di strategia per avere ragione su una Ferrari che non ha affatto sfigurato. Una strategia resa vincente anche dalla gara opaca di Bottas, il quale lontano dal ritmo dei primi, si era ritrovato in testa solo grazie al "gioco dei pit stop" ed ha dato un senso alla sua domenica rallentando drasticamente Vettel. Questi, uscito con gomme fresche dal pit stop, stava cercando di guadagnare terreno su Hamilton, ancora alle sue spalle ma con il jolly delle gomme morbide da giocare nell'ultima parte di gara. Vettel si è liberato di Bottas con un sorpasso da antologia, mettendo persino due ruote sull'erba mentre si avviava verso la staccata decisiva in piena velocità sul rettilineo principale. Una gara perfetta quella del tedesco, alla partenza ha sopravanzato Hamilton, partito in pole position, ed ha resistito caparbiamente all'inglese quando questi gli si è fatto sotto nella seconda metà gara. A Barcellona si è finalmente arrivati a quella lotta in pista tanto attesa da Hamilton, desideroso di confrontarsi ruota a ruota con un pilota, Vettel, che reputa al suo livello.

Hamiton-Vettel: la battaglia si infiamma

E che lotta! Vettel, con gomme più dure e meno prestazionali rispetto a quelle del rivale, ha respinto l'attacco di Hamilton, accompagnandolo addirittura fuori pista, ma niente ha potuto quando in pieno rettilineo l'inglese lo ha passato di potenza (e DRS). A quel punto il tedesco ha sperato in una resa delle gomme morbide di Hamilton che però non è arrivata. La Ferrari archivia così un Gran Premio di Spagna battuta, ma consapevole che i 3 secondi e mezzo che separano Vettel dalla vittoria sono in parte dovuti a particolari eventi di gara, come il "rallentamento" di Bottas ed una Virtual Safety Car che ha lievemente facilitato Hamilton, ed alla capacità di quest'ultimo di gestire le gomme, più in palla lui della sua Mercedes modificata.

Mercedes e Ferrari: entrambe a due velocità

Che la musica è cambiata rispetto allo scorso anno si nota anche dalla velocità delle due Mercedes, mai allo stesso livello. Se a Sochi Bottas era sembrato rinato, in Spagna è tornato nei panni del buon pilota che le prende sonoramente dal blasonato compagno di squadra. La gara del finlandese è poi terminata anzitempo con il motore in fumo. La musica non cambia mai per Raikkonen. Se è vero che la fortuna è cieca, nel suo caso la sfiga ci vede benissimo: fuori alla prima curva, dopo essersi ritrovato a sandwich fra Verstappen, anch'egli subito ritirato, ed il connazionale Bottas. Certo, se per una volta Kimi si qualificasse meglio....

Ricciardo, primo podio nella mediocrità Red Bull. Sauber in festa

Delle sventure dei piloti appena citati ha beneficiato Ricciardo, al primo podio dell'anno, ma il suo terzo posto è poco confortante per la Red Bull. La squadra austriaca, nonostante gli aggiornamenti portati in Catalunia, non riesce a cambiare passo e Ricciardo ha rischiato addirittura di subire l'onta del doppiaggio. Chi ha gioito come e forse più di Hamilton è la Sauber ed il suo pilota Wehrlein, addirittura ottavo all'arrivo seppur con una penalità di 5 secondi sul tempo finale. Peccato invece per Alonso: dopo un settimo posto conquistato in qualifica non è riuscito a conquistare la zona punti. Lo spagnolo potrà comunque rifarsi fra due settimane sul catino di Indianapolis, alla ricerca di una vittoria che in Formula 1 non arriverà in tempi brevi. Per farlo sacrificherà addirittura il Gran Premio di Monaco, che si correrà lo stesso giorno della 500 Miglia dell'Indiana. Chissà se riuscirà a coronare il suo sogno, ma soprattutto chissà come volgerà la battaglia fra Vettel ed Hamilton sul cittadino monegasco dopo che la sfida fra i due si è accesa di colpo.

Pubblicato in Motori Emilia
Domenica, 30 Aprile 2017 18:48

F1, Russia: Ferrari a podio ma Bottas è lo Zar

Bottas nega la doppietta alla Ferrari che si conferma al vertice. Prima vittoria del finlandese che umilia Hamilton. Vettel e Raikkonen bravi ma non basta.

di Matteo Landi

Un sabato da leoni, di quelli che alla Ferrari non capitavano da tempo, dal Gran Premio di Francia del 2008 per l'esattezza. Vettel non conquistava una pole position dal Settembre del 2015 e Raikkonen staccato di pochi millesimi dal compagno di squadra era finalmente tornato ai livelli che gli competono. Due piloti gasati da una vettura finalmente velocissima anche sul giro secco, dopo che Vettel aveva già dimostrato quanto lo fosse sulla distanza con due vittorie su tre gran premi disputati. Ma Vettel e Raikkonen non avevano ancora fatto i conti con Bottas. Il finlandese dopo un inizio di stagione in cui ha mostrato solo a tratti di valere il sedile che occupa, condito da una bella pole position ma anche da un imbarazzante testacoda in Cina, aveva l'occasione di prendersi la rivincita su una pista in cui ha sempre ben figurato nei suoi anni in Williams. E così dopo la terza posizione conquistata in qualifica, ben mezzo secondo più veloce del compagno Hamilton, Bottas ha rotto i sogni ferraristi quando allo spegnersi dei semafori è balzato addirittura in testa alla gara, beffando i piloti della squadra di Maranello. Con la Ferrari nei panni della....Mercedes 2017 vista nelle prime tre gare: veloce in qualifica ma meno incisiva in gara. Vettel ha poi compiuto un'esaltante rimonta nell'ultima parte di gara, arrivando a lottare per la vittoria, finita però nelle mani di Bottas.

Bottas, un'attesa quasi infinita

81 Gran Premi dopo il suo debutto nella massima formula il finlandese corona finalmente il suo sogno ed ora che ha la chance di correre con una vettura da vertice punta direttamente al bottino grosso, il titolo mondiale. In barba a chi lo vedeva come destinato al ruolo di gregario di Hamilton. E' ancora presto per dire se la carriera di Bottas prenderà le sembianze di quella di Rosberg, di certo il tre volte campione del mondo Hamilton inizierà a vedere il compagno di squadra sotto un altro aspetto. I 40 secondi di distacco rimediati dal vincitore bruciano ad Hamilton più del podio lasciato ai due piloti Ferrari Vettel e Raikkonen, rispettivamente secondo e terzo al traguardo. E sono forse più difficili da digerire dei 13 punti di distacco che adesso separano l'inglese dal leader del mondiale Vettel.

Hamilton, e quel Bottas che sa di Rosberg

Una rondine non fa primavera e sicuramente fra due settimane in Spagna Hamilton tornerà fra i protagonisti ma il weekend russo ha messo in evidenza tutte le crepe caratteriali del forte pilota inglese, incapace di accettare la superiorità mostrata una tantum dal compagno Bottas. Continui team radio hanno animato la gara di Hamilton, parzialmente rallentato da temperature della power unit ai limiti della norma, innervosito dal distacco che progressivamente lo allontanava dai primi tre. Imparare a perdere lo consacrerà definitivamente fra i grandi di questo sport, non solo a livello statistico e prestazionale ma anche umano.

Raikkonen di nuovo sul podio. Vettel quasi perfetto

In alto è tornato Kimi Raikkonen. In gara, dopo la pole position sfiorata, ha persino conquistato il giro più veloce, vera specialità della casa se si pensa che nella classifica di tutti i tempi è secondo solo a Michael Schumacher. Gli è mancata tuttavia la costanza del compagno di squadra Vettel il quale è stato quasi perfetto per tutto il weekend. Il tedesco avrebbe probabilmente vinto se in partenza non si fosse rivelato meno incisivo di Bottas, ma forse questa domenica niente avrebbe potuto ostacolare la prima vittoria di quest'ultimo, un vero maestro del circuito di Sochi. Per la Ferrari il bicchiere è quindi mezzo pieno: la velocità mostrata in prova ed in gara è sicuramente più positiva rispetto alla sconfitta rimediata più dal pilota Bottas che dalla Mercedes.

McLaren-Honda, la crisi infinita

Chi ha veramente deluso, ancora una volta, è la McLaren. Neanche partita con Alonso, 14esima con Vandoorne. Ormai letteralmente fagocitata dalla grave crisi Honda, incapace di puntare alla zona punti, relegata a quelle posizioni che generalmente occupano team con un budget infinitamente inferiore a quello del binomio anglo-nipponico. Alonso, a secco di titoli mondiali dopo i due conquistati nel 2005 e 2006, sta bruciando gli ultimi anni di una carriera che avrebbe potuto essere più gloriosa se il suo limpido talento fosse stato accompagnato da più saggezza. Fra due domeniche i tifosi spagnoli saranno in grado di addolcirgli l'amarezza della lotta di centro classifica. Su una pista, quella di Barcellona, che siamo certi regalerà ancora spettacolo nella lotta al vertice fra Ferrari e Mercedes. 

Pubblicato in Motori Emilia
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