La presidenza provinciale di CNA, riunitasi nella serata di ieri, interviene sui risvolti emersi dalla maxi indagine Octopus avviata dalla procura di Reggio Emilia, che ha portato alla luce frodi fiscali per 33 milioni di euro. Fra le persone coinvolte un impiegato della CNA di Bagnolo che si è reso autore di comportamenti illeciti, per cui l'associazione dichiara di aver inviato la contestazione disciplinare con provvedimento di sospensione l'istruttoria formale che definirà i provvedimenti da assumere nei confronti degli imprenditori associati coinvolti nell'indagine -
Reggio Emilia, 17 giugno 2014 -
La nota stampa -
"CNA non ha nulla da nascondere. In questa incredibile vicenda CNA è parte lesa e, senza aver fatto nulla, sta subendo un danno non indifferente. Esprimiamo pieno sostegno alla magistratura e alle forze dell'ordine impegnate a ricostruire una realtà criminale che, a quanto si legge sugli organi di stampa, appare inquietante e molto pericolosa. Non possiamo dimenticare, però, che la responsabilità dei reati è individuale e che CNA è estranea totalmente al disegno criminoso che emerge dalle indagini di Carabinieri e Guardia di Finanza. Al contempo, ferma restando la presunzione d'innocenza, siamo assolutamente sbigottiti dai comportamenti delle persone indagate descritti dagli inquirenti. Ciò che sconvolge maggiormente della fotografia fornita dal procuratore della Repubblica sono i collegamenti tra un sistema di evasione e gruppi della criminalità organizzata. Un fatto gravissimo che va condannato e stigmatizzato e su cui auspichiamo che gli inquirenti facciano piena luce, a salvaguardia della gran parte delle imprese reggiane che sono pulite e lavorano nel rispetto delle regole. Trasparenza e legalità sono per noi valori imprescindibili: la nostra Associazione è stata la prima a Reggio Emilia a denunciare i rischi di infiltrazione criminale nel tessuto socioeconomico reggiano e il suo impegno in questo senso è quotidiano. Il nostro senso di responsabilità verso questo tipo di rischio è sempre stato evidente: da sempre abbiamo un codice etico che prevede norme precise, ma negli ultimi anni, a fronte di una crisi economica che ha messo in forte difficoltà tante aziende rendendole più deboli e conseguentemente a maggior rischio di infiltrazione, lo abbiamo reso ancor più stringente, prevedendo iter più veloci per l'espulsione degli associati "infiltrati" dalla malavita. Nel 2013 siamo stati i primi, per non dire gli unici, ad espellere un associato colpito da interdittiva antimafia emessa dal Prefetto. Consapevoli che il fatto di essere una grande Associazione d'Impresa, la prima in provincia per numero di associati, comporta qualche rischio in più, svolgiamo quotidianamente un'azione di monitoraggio sugli associati. Ad ogni notizia pubblica che vede protagonista un imprenditore, procediamo a un'analisi interna che verifica la sua posizione nei confronti di CNA. Noi ci battiamo contro l'eccessiva tassazione e la troppa burocrazia ma condanniamo senza riserve i comportamenti fuori dalla legalità perché essi inquinano un sistema economico che riteniamo ancora sano, fatto soprattutto di gente onesta e affidabile. Questo ci spinge ancor di più ad assumere tutte le decisioni necessarie a tutela del buon nome dell'Associazione: oggi è stata inviata la contestazione disciplinare con provvedimento di sospensione all'impiegato della CNA di Bagnolo che si è reso autore di comportamenti illeciti; abbiamo già avviato l'istruttoria formale che definirà quanto prima i provvedimenti da assumere nei confronti degli imprenditori associati coinvolti nell'indagine. L'inchiesta non è ancora conclusa: CNA valuterà a tempo debito ogni ulteriore azione utile a tutelare la propria onorabilità e immagine".
(Fonte: La presidenza provinciale CNA)