Martedì, 03 Gennaio 2023 16:33

Rocco De Salvatore, l’autopsia rivela le cause della morte. Ucciso da un mix di farmaci In evidenza

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I risultati delle analisi autoptiche hanno rilevato quantità impressionanti di psicofarmaci nel corpo del 73 enne rinvenuto cadavere lo scorso 31 luglio nella sua abitazione di Massa Finalese. Il mix letale sarebbe stato somministrato, in almeno 12 pastiglie assunte una dietro l’altro, dalla 37 enne Samia El Harim e dal 40 enne Angelo Barbato, in combutta tra loro, per impossessarsi del denaro dell’anziano e usare la sua auto e la sua casa.

FINALE EMILIA (MO) – Ucciso da un mix letale di almeno 12 pastiglie di psicofarmaci, forse addirittura 15, somministrate una dietro l’altra. Sono questi i risultati dell’autopsia effettuata sul corpo di Rocco Di Salvatore, 73 anni, il pensionato rinvenuto cadavere nella sua camera da letto, a Massa Finalese, lo scorso 31 luglio.

L’uomo non presentava segni di violenza e soffriva di problemi cardiaci, ma la famiglia ha voluto vederci chiaro. Le successive indagini, condotte dai carabinieri di Finale Emilia e di Carpi, con l’ausilio del Nucleo Investigativo di Modena, coordinati dalla Procura, infatti rivelato una realtà ben diversa dalla morte per cause naturali.

Una serie di intercettazioni e i risultati degli esami tossicologici hanno poi portato all'arresto di due persone: la 37 enne di origine marocchina Samia El Harim, e il 40 enne finalese Angelo Barbato, accusati di omicidio preterintenzionale e rapina in concorso. Inoltre, sulla donna pende anche l’accusa di maltrattamenti nei confronti di De Salvatore, avvenuti nel corso della loro relazione durata tre anni.

Secondo la ricostruzione del pm Claudia Natalini, la coppia ha somministrato gli psicofarmaci al 73 enne per circa nove mesi, al fine di mantenerlo in uno stato di perenne incoscienza e potersi impadronire ripetutamente del denaro che teneva in camera da letto, e che evidentemente non intendeva consegnare loro spontaneamente, oltre che poter usufruire liberamente della sua auto e della sua abitazione.

I due si sarebbero poi fatti prendere la mano, fino ad arrivare alla quantità rivelatasi letale, almeno 12 pastiglie una dietro l’altra che, combinate ai farmaci che l’uomo assumeva per i suoi problemi cardiaci, ne hanno causato il decesso.

I due imputati rischiano una pena fino a 18 anni di carcere. La Procura, infatti, ritiene di essere in possesso di prove schiaccianti nei loro confronti e ha chiesto e ottenuto dal gip di procedere con rito immediato sottoponendoli subito a processo. La prima udienza è stata fissata al prossimo 16 febbraio.