Il moldavo ha chiamato il 118, richiedendo l’intervento dei sanitari, poiché preoccupato per le condizioni fisiche della donna da lui precedentemente percossa.
I sanitari immediatamente notiziavano la Sala Operativa della Questura, che provvedeva a mandare subito una pattuglia. Intervenuti sul posto unitamente al personale del 118, gli agenti notavano segni visibili di violenza sul corpo della donna.
La donna, infatti, presentava un volto tumefatto e fuoriuscita di materiale ematico dalle labbra: lesioni perpetrate a suo danno dal compagno, accusato dalla stessa di averla ripetutamente colpita al volto a mani nude. La donna era comunque in grado di deambulare e di parlare.
Entrati all’interno dell’immobile risultava impossibile riferire direttamente con la donna, poiché l’aggressore si frapponeva tra la stessa e gli operatori, impedendo tra l’altro ai sanitari di soccorrerla.
Per queste ragioni, il moldavo veniva allontanato dal salotto e condotto presso il bagno, al fine di separarlo dalla compagna nel frattempo soccorsa dal 118.
Lì da subito il contegno dello straniero si faceva ancora più aggressivo ed oppositivo, iniziando dapprima a sfidare gli operanti e poi ad attingerli con calci e spinte per sottrarsi al loro controllo.
Nonostante i calci e gli spintoni inferti dall’aggressore, dotato di rilevante massa corporea, i due operatori riuscivano a contenerlo facendolo adagiare sul letto matrimoniale ed applicandogli le manette di sicurezza.
Anche in tale contesto il moldavo si opponeva con violenza, cercando di mordere gli Agenti e sferrando colpi con i propri gomiti.
Pertanto, trasportato l’aggressore in Questura si procedeva all’arresto dello stesso per Resistenza a P.U., deferendolo all’A.G in stato di libertà per il reato di lesioni aggravate nei confronti della compagna.