Novellara (RE) 1 giugno 2021– Potrebbe esserci una svolta cruciale nel caso di Saman Abbas, la diciottenne pachistana scomparsa da Novellara ormai più di un mese fa. Dopo il video delle telecamere di sorveglianza dell’azienda dove lavorava il padre, che hanno ripreso tre uomini mentre si dirigono nei campi alle sette di sera con un piede di porco, due vanghe e un sacchetto azzurro, spunta ora un nuovo video, immediatamente assunto negli atti della Procura, che indaga sul possibile omicidio della ragazza.
In questa nuova registrazione si vede Saman uscire di casa insieme ad alcuni degli indagati, che attualmente sono il padre, la madre, lo zio e due cugini, di cui uno ritracciato e arrestato in Francia, mentre il resto della famiglia ha lasciato precipitosamente Novellara e l’Italia alla volta del Pakistan. Il video proverebbe che la ragazza non ha poi fatto ritorno a casa insieme ai parenti con cui era uscita. Il che fa supporre che quelli siano stati i suoi ultimi momenti di vita, lo scorso 29 aprile.
Intanto, proseguono le ricerche del corpo della ragazza, anche con l’ausilio di cani molecolari, nei campi e nei canali, nei pozzi vicino all’azienda agricola dove lavorava praticamente tutta la famiglia della diciottenne, ma finora senza risultato.
Nelle ultime ore, tuttavia, c’è stata un’ulteriore svolta. Ci sarebbe un super testimone, un minorenne, coinvolto nella vicenda, che avrebbe fatto alcune dichiarazioni alla Procura dei Minori di Bologna. Le sue dichiarazioni, tuttavia, non risultano ancora acquisite dalla Procura di Reggio Emilia. Sulla testimonianza del minore ci sarebbe poi la richiesta di un incidente probatorio per consentire di acquisire e utilizzare la sua versione dei fatti nel fascicolo d’indagine principale.
Il nuovo video e la testimonianza del minorenne potrebbero quindi essere cruciali per ricostruire quelli che, con ogni probabilità, sono stati gli ultimi giorni di vita di Saman. Non ci sono dubbi sul movente: il rifiuto della ragazza di accettare il matrimonio combinato con un cugino in Pakistan, per cui tutto era già pronto. La giovane, per non piegare la testa di fronte a un destino che sembrava ormai segnato, lo scorso anno, quando era ancora minorenne, ha denunciato i genitori. La gravità della situazione ha fatto scattare il “codice rosso” e la ragazza era stata trasferita in una comunità protetta nel bolognese.
L’11 aprile di quest’anno, tuttavia, Saman diventata maggiorenne, lascia la comunità. Ci sarebbe anche una denuncia di allontanamento volontario a suo carico. Emerge anche che, nei quattro mesi precedenti, la ragazza si sarebbe allontanata volontariamente altre due volte, uscendo, di fatto, dal regime di protezione. A differenza delle altre volte, tuttavia, l’11 aprile la Saman non fa ritorno alla comunità e vengono avvertiti i carabinieri di Novellara. Gli uomini dell’Arma si recano presso l’abitazione della famiglia. È il 20 di aprile e, quella volta, trovano la giovane, che risulta quindi ancora viva. Il maresciallo intuisce il pericolo e tenta di convincerla a fare ritorno alla comunità, oppure di cercarne insieme una nuova, ma lei appare molto confusa. Dice di essere tornata a casa solo per recuperare alcuni documenti. Pare che, alla fine, Saman si fosse anche lasciata convincere a entrare in un nuovo programma di protezione.
I Servizi Sociali della Bassa reggiana si mettono quindi in moto. Lo scorso 3 maggio gli assistenti sociali suonano il campanello della famiglia Abbas, ma non trovano nessuno. Ufficialmente, i genitori risultano in Pakistan, dove si sono recati, dicono, per problemi di salute di una sorella del padre. Saman, però, non risulta nella lista dei passeggeri dell’aereo preso da Malpensa dalla famiglia. Dov’è Saman? Che fine ha fatto? Gli inquirenti, anche alla luce dei video e della nuova testimonianza, suppongono che sia stata uccisa il 29 aprile, giorno in cui le telecamere hanno ripreso i tre parenti andare nei campi armati di pale e piedi di porco. Le ricerche del corpo della povera ragazza, rea di essersi ribellata a un matrimonio combinato e di avere gettato vergogna sulla famiglia, continuano.