MODENA – Maximulta da 850 mila euro per una cooperativa modenese che impiegava 12 riders, sia italiani che stranieri, per la consegna a domicilio di alimenti venduti da alcune attività commerciali.
La cooperativa è finita sotto la lente della Guardia di Finanza di Modena nel corso delle attività di controllo per garantire il rispetto delle norme a tutela di lavoratori. In pratica, l’azienda forniva il personale per consegnare a domicilio pasti e prodotti alimentari che i clienti prenotavano attraverso mail o messaggi WhatsApp, a fronte di un piccolo sovraprezzo che andava dai 2 a 5 euro, a seconda della distanza. Le consegne venivano effettuate in bicicletta. Un servizio che durante la pandemia ha fatto registrare un notevole incremento.
Tuttavia, ai 12 riders veniva fatto sottoscrivere un contratto di collaborazione, il cosiddetto Co.co.co, che non corrispondeva né alle reali condizioni di lavoro né rispettava i requisiti di legge. I fattorini, infatti, svolgevano un vero e proprio lavoro dipendente. Recentemente, anche la Corte di Cassazione si è espressa sancendo che anche la disciplina del lavoro subordinato va estesa anche ai fattorini in bici o in moto che fanno le consegne a domicilio.
Ulteriori controlli hanno invece consentito di appurare che i riders erano stati impiegati per circa 1800 giornate lavorative. Inoltre, lo stipendio veniva loro corrisposto in contanti, quindi senza alcuna tracciabilità.
Per la cooperativa modenese è quindi scattata la “maxi sanzione” di 850 mila euro per avere utilizzato lavoratori non assunti regolarmente e per aver effettuato pagamenti degli stipendi senza tracciabilità.