Sabato, 25 Aprile 2020 16:10

25 aprile 2020 - la celebrazione a Parma In evidenza

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Il discorso del Sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, nella circostanza del 75esimo dalla Liberazione ma in piena crisi Covid-19.

Parma, 25 aprile 2020. Il 25 Aprile a Parma è stato celebrato con una cerimonia sobria, in linea con quanto previsto dalle misure anticontagio coronavirus. La liberazione dal nazifascismo, la fine della guerra ha coinciso quest'anno con un'altra importante battaglia, quella ingaggiata contro il Covid-19. Per questo non si sono svolti cortei di piazza ma, nel segno del principio #distantimauniti nei valori, il momento è stato celebrato dalle autorità senza la presenza del pubblico. La cerimonia è stata trasmessa in diretta sul portale e sulla pagina Facebook del Comune e dall'emittente televisiva locale.

La Festa della Liberazione, data fondamentale per la democrazia italiana, è stato un momento in cui i parmigiani, pur distanti fisicamente, si sono uniti idealmente nei valori e negli ideali connessi a questa importante ricorrenza che segna un momento cruciale della storia d'Italia ed è legata alla Resistenza, ai valori di libertà, uguaglianza ed alla lotta per la dignità ed i diritti dell'uomo, per la liberazione dal nazifascismo.

Le celebrazioni hanno visto il Sindaco, Federico Pizzarotti, ed il Presidente del Consiglio Comunale, Alessandro Tassi Carboni, fare tappa verso le 10.30 al Cimitero Monumentale della Villetta, per un momento di commemorazione, con la posa di una corona di fiori nel viale centrale del cimitero ed un mazzo di fiori al monumento al Partigiano, situato nell'arcata nord.

La mattinata è proseguita, poi, verso le 11, con la posa della corone d'alloro al monumento al Partigiano di piazza della Pace ed al monumento ai Caduti di Tutte le Guerre in via Melloni, alla presenza del Sindaco Federico Pizzarotti, del Presidente della Provincia Diego Rossi, dell'Assessore Regionale Barbara Lori e di Aldo Montermini in Rappresentante delle Associazioni Partigiane.

Al termine, il corteo ha raggiunto la Sala del Consiglio Comunale, dove, a porte chiuse, si sono tenute le allocuzioni ufficiali. Ha coordinato gli interventi Alessandro Tassi Carboni, Presidente del Consiglio Comunale di Parma. Al momento hanno preso parte il Prefetto Giuseppe Forlani e Aldo Montermini presidente provinciale Anpi, in rappresentanza di tutte le Associazioni Partigiane e Combattensticihe. La seduta è stata aperta dall'inno nazionale, eseguito a cura del Corpo Bandistico Giuseppe Verdi, trasmesso in streaming nella sala del consiglio.

Il Sindaco, Federico Pizzarotti, nel suo intervento, ha fatto appello alla speranza, alla fiducia, all'unità per vincere anche la battaglia che ha visto Parma colpita dal coronavirus ed i parmigiani, privati dalle libertà di muoversi e di incontrarsi. Ha citato lo scrittore Luis Sepúlveda, stroncato dal virus: "La libertà è uno stato di grazia, e si è liberi mentre si lotta per conquistarla". Il 25 Aprile, ha rimarcato il primo cittadino, è "per noi, il giorno della Memoria che porta con sé il seguente messaggio: lottare come in passato per i nostri diritti e la nostra sicurezza, ricordando i valori e gli ideali di chi ha affrontato i fantasmi della propria epoca, sconfiggendoli senza piegarsi". La Festa della Liberazione, quindi, come occasione per ricordare le "nostre radici antifasciste" e per fare in modo che "l'indifferenza non ci colga impreparati". Bella ciao, in questo senso, rappresenta un inno alla libertà, anche in tempi tristi e duri come quelli segnati dal coronavirus, uno stimolo per tutti a cantarla e rinnovare i valori che essa incarna.

Diego Rossi, Presidente della Provincia di Parma, si è soffermato sulla straordinarietà ed il valore di una ricorrenza, anche in tempi di distanziamento sociale. "E' per questo – ha sottolineato – che nell'essere uniti nella memoria riscopriremo con più profondità il valore del giorno della Liberazione, pietra miliare del percorso lungo la nostra storia". Ha ricordato i combattimenti ed il ruolo della Resistenza dai monti dell'Appennino alla città, i sacrifici di chi è scomparso per garantire la libertà ai propri figli e un futuro all'Italia, libera e democratica. Il Presidente della Provincia ha fatto riferimento ai valori della Costituzione ed ha citato un padre costituente, Pietro Calamandrei: "La resistenza vive ed è qui, è fatta di noi e dei nostri figli e dei nostri nipoti, è una certezza che non si spegne. Ogni tanto passano sul mondo momenti di crisi, di scoramento, non importa, la Resistenza resisterà"

Barbara Lori, Assessora Regionale, delegata del Presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, nel suo primo impegno pubblico, dopo essere stata colpita dal coronavirus, ha ricordato come il 25 Aprile rappresenti un momento di rinascita per l'Italia di oggi, così come quella di ieri, reduce dalla lotta all'antifascismo, in nome della libertà e della democrazia. "E' un'occasione – ha sottolineato – per guardare al futuro,con rinnovata fiducia, in una terra che ha visto i suoi cittadini protagonisti della lotta all'antifascismo". Ha ricordato la figura di Marco Pontirol Battisti, ucciso dai nazifascisti, nel 1944, a Felino, ed il forte debito di riconoscenza dell'Italia di oggi verso i Partigiani. Nel centenario della nascita, ha, poi, fatto riferimento alla figura di Nilde Iotti, Partigiana e Parlamentare, ed ha dedicato a lei il 25 Aprile 2020, per il suo contributo all'Assemblea Costituente, alla Costituzione, "per aver incarnato il senso dello Stato e delle istituzioni, con grande determinazione e impegno nel sostegno e difesa dei diritti e delle opportunità, del ruolo delle donne nelle istituzioni e nella politica". Ha fatto un appello al presidio quotidiano dei valori ed al senso di comunità connessi alla festa del 25 Aprile. "La Regione – ha sottolineato – intende mantenere vivo il ricordo dei valori e degli ideali legati al periodo della Resistenza, attraverso l'impegno costante in questo senso. Nella quotidianità è necessario rinnovare i valori e l'insegnamento del 25 Aprile".

 

DISCORSO del Sindaco (allegato file pdf)

 

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Autorità civili, religiose e militari, concittadini che seguite da casa, buongiorno a
tutti.
Bentrovati nel 75esimo anniversario dalla Liberazione dell’Italia dalla morsa
nazifascista.
Oggi per la prima volta nella storia della Repubblica ognuno festeggia confinato nella
propria abitazione.
Sui balconi sventolano le bandiere tricolore, come a salutare l’arrivo del pomeriggio
di festa, ma lo fanno al di sopra di strade deserte e immerse nel silenzio.
È il marchio inconfondibile di questo tempo, nel giorno in cui ricordiamo
l’importanza di essere una comunità unita come una grande famiglia.
Se ripercorressimo con la mente le ultime celebrazioni vedremmo una Piazza
Garibaldi stracolma di persone che, con una sola voce, intonano al cielo azzurro e
soleggiato “Bella Ciao”. Quella piazza è la nostra famiglia, quel canto è l’inno
dell’Italia che celebra la Libertà.
Oggi purtroppo non ci è permesso: una forza invisibile e silenziosa impone quel che
non avremmo mai voluto: l’allontanamento sociale, la mancanza di contatto, un
abbraccio dato con passione, un sorriso seguito da una stretta di mano.
Questa forza invisibile ci ha tolto dall’oggi al domani la possibilità di vivere come
sappiamo fare: da uomini liberi. Il suo gusto è l’amaro sapore della privazione.
Ci ha piegati? In apparenza sì.
Ci ha vinti? No. Perché potrà fermare quel che facciamo, ma non quel che siamo.
L’unità che viviamo oggi, quindi, rimane forte nello spirito e nel pensiero: ognuno è
a casa propria, ma in verità siamo tutti in piazza, insieme, a ricordarci che torneremo
a essere donne e uomini pienamente liberi, che nessuno potrà toglierci il diritto alla
libertà e alla sicurezza.
Se qualcuno dovesse provarci, noi lo combatteremo.
Se qualcosa intendesse piegarci, noi ci rialzeremo.
Se forze invisibili provassero a soggiogarci, noi le affronteremo.
“La libertà è uno stato di grazia, e si è liberi solo mentre si lotta per conquistarla”.
Sono preziose parole donate alla memoria dei giorni nostri. Le ha pronunciate lo
scrittore Luis Sepulvèda, tra le vittime del covid-19.
Le riporto a tutti noi in questo soleggiato e silenzioso 25 aprile affinché restino
scolpite nella roccia del tempo;
2
la Memoria del passato si deve fondere con le battaglie e la memoria del presente,
solo ricordando il prezzo di chi ha lottato senza arrendersi ne riscopriremo il reale
valore.
Ecco rivelato il significato prezioso del 25 aprile: ricordare a noi stessi e ai nostri figli
la lotta per la libertà, la ricerca costante del suo senso più profondo, perché la
libertà è il motore che muove tutte le altre cose.
Il periodo che stiamo vivendo rappresenta il primo attracco sulla riva di un mondo
nuovo e non privo di pericoli: non dobbiamo nasconderlo, è necessario essere
onesti. Le difficoltà di oggi si ripercuoteranno - si stanno già ripercuotendo -
sull’economia e su tutti gli aspetti fondamentali della società, mineranno la
tranquillità di ognuno. Sta già accadendo. Dovremo impegnarci più di prima per
garantire sicurezza, tranquillità, serenità e tutela a tutti i nostri concittadini, affinché
nessuno rimanga indietro. Siamo all’inizio di un difficile momento storico arrivato
all’improvviso e con prepotenza. Dobbiamo essere pronti.
Oggi, per noi, il giorno della Memoria porta con sé il seguente messaggio: lottare
come in passato per i nostri diritti e la nostra sicurezza, ricordando i valori e gli ideali
di chi ha affrontato i fantasmi della propria epoca sconfiggendoli senza piegarsi.
Per questo vi esorto: abbiate fiducia perché tutto andrà bene, e continuate ad avere
Memoria, perché il 25 aprile non rappresenta solo la sconfitta delle oscure forze
nazifasciste ma il giorno in cui gli uomini si sono rialzati. È il giorno della speranza.
Oggi, nel momento più buio di questo mondo, sia anche per noi il giorno della
speranza e della lotta.
Mi sono sinceramente emozionato nel vedere quanta solidarietà abbia ricevuto
l’Italia da ogni parte del mondo, soprattutto durante le settimane più dure. Più di
tutto mi ha emozionato ascoltare donne e uomini di diverse nazioni intonare “Bella
Ciao”: impazzano video su tutti i social network, immagino li abbiate guardati anche
voi. Cittadini tedeschi, spagnoli, inglesi e di tanti altri Paesi hanno rivolto all’Italia il
canto libero che è stato dei nostri nonni, oggi diventato il canto di un’intera Nazione.
Il mondo intero, piegato dal coronavirus, ha scelto “Bella Ciao” come inno alla
resistenza.
Perché, in fondo,“Bella ciao” è l’inno alla Libertà.
Saremmo ingenui se pensassimo che la battaglia dei nostri nonni ci abbia donato
una libertà perpetua. La libertà è un ideale che va coltivato nel tempo o rischia di
appassire. E’ un ideale che in epoche diverse affronta nemici diversi.
3
La lotta, invece, rimane sempre la stessa: contro le insicurezze, contro l’indifferenza,
contro le minacce o le pulsioni illiberali, contro chi mina l’accesso agli spazi liberi
della nostra vita, contro chi vuole piegare i diritti di ognuno e la ricerca della propria
felicità.
Perciò, il 25 aprile sia per tutti il giorno in cui, unendoci, ricordiamo le nostre radici
antifasciste; sia il giorno della speranza; continui a rappresentare il giorno della
Resistenza all’invasore. Ma al tempo stesso sia il giorno in cui manteniamo l’antica
promessa fatta ai nostri nonni: lottare sempre per se stessi e per la comunità, vivere
da donne e uomini liberi che non si piegano mai alle avversità e alle paure,
soprattutto durante l’ora più buia del mondo.
“Una mattina mi sono svegliato e ho trovato l’invasor”: inizia con queste parole
“Bella ciao”. Il nemico si manifesta all’alba, agisce subdolo nella notte mentre tutti
dormono, come un vigliacco si approfitta dell’uomo impreparato e indifeso.
Il male, qualunque forma abbia, agisce sempre allo stesso modo: quando in noi
cresce il sentimento dell’indifferenza e dell’apatia.
Ogni anno sul palco del 25 aprile lo ribadisco: non permettiamo che l’indifferenza ci
colga impreparati; dobbiamo vivere pienamente e convintamente da cittadini, come
sorelle e fratelli di una grande e unita famiglia, perché ogni giorno è il giorno giusto
per combattere per la propria libertà.
La storia ha già vissuto rotture drammatiche, l’uomo le ha affrontate più volte. La
affronteremo anche noi, lo faremo tenendo bene a mente che “Non lasciare
nessuno indietro” significa vivere consapevoli che tutti hanno il diritto di godere
della propria libertà: libertà dalla paura, libertà dal bisogno, libertà dalla malattia,
libertà dalla povertà.
Qualunque forma abbia il male che si nutre della nostra indifferenza, qualunque sia
il mondo che ci aspetta, oggi tocca a noi ricordare le battaglie passate e non
arrendersi a quelle future. Con responsabilità, con senso del dovere, con spirito di
cittadinanza e civiltà, innalzando i nostri ideali e restando uniti.
Viva Parma antifascista, viva il 25 aprile, viva la speranza, viva l’Italia e viva la libertà.

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