Di Giuseppe Storti Cagliari, 26 ottobre 2023 (Quotidianoweb.it) - Il caso più emblematico che ha destato una vasta eco proprio per la notorietà dei protagonisti, è stato quello recente di giocatori ricchi e famosi, veri e propri idoli di migliaia di tifosi, che giocavano centinaia di migliaia di euro sulle piattaforme di scommesse online.
Fagioli, Zanioli e Tonali gli autori delle scommesse vietate, ora subiranno i risvolti giudiziari delle loro azioni, che potrebbero comprometterne la carriera calcistica. I giocatori si sono dichiarati “malati di gioco”. Tanto da non poter nemmeno frenarsi. Talenti senza valori.
È proprio il caso di scriverlo. Ma non è un caso isolato al rutilante mondo del calcio. Ed infatti, puntuale arriva la conferma ufficiale da parte dell’Istituto Superiore di Sanità.
Infatti, secondo una ricerca dell’Iss, ben il 10,4% degli studenti italiani tra i 14 e i 17 anni va già considerato “giocatore problematico”. Ovvero un soggetto che ha perso completamente il controllo sul proprio comportamento di gioco.
Desta anche allarme l’alta percentuale di 15enni che hanno dichiarato di aver giocato almeno una volta nelle vita: il 47,2% dei maschi e il 21,5% delle femmine, mentre il 37% e il 14% hanno detto di aver tentato la sorte al gioco almeno una volta nell’ultimo anno.
Ma quanti adolescenti, divenuti nel frattempo adulti, non riescono più a smettere? Sono dati al momento ancora poco noti.
Detto comportamento come scrive l’Iss: “arriva a dominare la vita del giocatore e porta al deterioramento dei valori e degli obblighi sociali, lavorativi e familiari. Il giocatore con disturbo da gioco d’azzardo può mettere a repentaglio la propria occupazione, indebitarsi per grosse cifre e mentire o infrangere la legge per ottenere denaro o evitare il pagamento dei debiti. Queste manifestazioni spesso si intensificano nei momenti di maggiore stress.”
C’è un mondo sommerso di giocatori incalliti che continuano a scommettere su ogni tipo di gioco, spesso finendo nelle mani della criminalità per prestiti e debiti di gioco.
Li possiamo osservare, quando entriamo nelle edicole e nei negozi che dispongono di box per i videogiochi. Oppure quando grattano compulsivamente i biglietti patinati gestiti dallo Stato: i cosiddetti “gratta e vinci.”
Il fatto reale che a grattare ci provano tutti, ma a vincere ci riescono in pochissimi.
Le Aziende sanitarie locali sono da tempo corse ai ripari, istituendo un Servizio per le dipendenze. Strutture composte da equipe multidisciplinari di esperti in grado di curare le ludopatie che ormai colpiscono soggetti appartenenti ad ogni classe sociale.
Si scommette su tutto: dai cani ai cavalli, al calcio e soprattutto alle slot machine. Poi ci sono le sale Bingo, una sorta di Luna Park degli scommettitori compulsivi.
Un luogo dove si può dare libero sfogo alla propria ansia di giocare per vincere e diventare ricchi. Oppure solo per provare il brivido di scommettere.
I dati sulla crescita di giovanissimi scommettitori vanno inseriti nella cifra di un milione e ottocentomila di giocatori seriali che nel nostro paese possono essere definiti “problematici”. Ovvero che sono da considerarsi non più in grado controllarsi.
Un dato che appare sottodimensionato, in quanto risalente al 2018.
Intanto occorre dire che lo Stato prima gestisce ogni tipo di gioco, incassando milioni di euro. Dopodiché, una parte dei soldi incassati li spende per curare chi ha incentivato al gioco. Una vera e propria contraddizione, in quanto la ludopatia è una forma gravissima di dipendenza dal gioco, paragonabile alla dipendenza dalle sostanze stupefacenti.
Inoltre, altra contraddizione del Bel Paese, è quella dell’utilizzo delle piattaforme online che restano di libero accesso ai minori, tramite ogni tipo di strumento informatico.
Utilizzando quindi computer, tablet o smartphone; si entra, prima per scherzo, poi per vizio nella spirale perversa dell’azzardo.
Forse uno Stato meno biscazziere, ma più incline a fornire strumenti ed agenzie educative in grado di formare i giovani ai veri valori della competizione e quindi del gioco, in senso ideale, farebbe di più gli interessi dei cittadini.