Di Andrea Caldart Cagliari, 23 dicembre 2022 (Quotidianoweb.it) - È un vuoto nudo dove senti tutta l’immobilità del limite che hai davanti, tant’è che neanche l’essere vivo, potrà farti compagnia, perché sempre in attesa di quella notizia.
Un tormento continuo che attraversa il corpo con infinite domande, ma dal vuoto dell’assenza, prendiamo la forza per fare emergere indizi e risposte, dando una nuova energia a quel vuoto.
Per molti invece il Natale è quell’ammassamento al centro commerciale, quel rumore incontrollato, fatto spesso di incomprensioni sulle scelte di cosa prendere, seguendo la moda iniettata da una televisione che ti dice cosa fare e dove andare.
Frastuoni, chiasso, bambini urlanti di pianto, ma nessuno purtroppo ha potuto sentire le urla di Roberta Ragusa o di Liliana Resinovich, scomparse e distrutte.
Di Roberta non c’è traccia da 10 anni si, è dissolta nel nulla in quella fredda notte tra il 13 e 14 gennaio 2012.
Una mamma, una moglie che nella terra degli scomparsi, chissà se vede il suo uomo, marito e padre dei suoi figli, condannato a 20 di carcere, perché la giustizia ha certificato essere lui il colpevole.
Dobbiamo stare molti attenti al culto della furbizia perché spesso è un nutrimento per il colpevole, il quale lamentandosi se ne appropria, e chissà l’uso che potrebbe farne.
Liliana, come Roberta, scompare il 14 dicembre 2021, ma lei viene ritrovata 22 giorni dopo, dentro due sacchi della spazzatura, scaricata come un rifiuto ingombrante, in un bosco di un ospedale psichiatrico di Trieste.
È passato un anno e la parola fine sull’indagine ancora non è scritta, ovvero se si tratta di suicido o omicidio.
Anomalie e incongruenze ce ne sono fin troppe e fortunatamente ci sono anche programmi televisivi come: “Chi l’ha visto” guidato da Federica Sciarelli, che con qualificata professionalità, sanno dare la giusta attenzione e cronaca a questi fatti.
Ma c’è anche chi, come l’Associazione Penelope capitanata dall’Avvocato Nicodemo Gentile, è sempre al fianco delle famiglie degli scomparsi, per fare luce scientifica e corretta sui fatti, ma anche per dare quelle risposte e verità a quelle angosce che vivono i familiari di chi svanisce nel nulla.
È molto difficile poter immaginare la tristezza e la sofferenza che spesso avvolgono le persone, ma dobbiamo tutti operare per dare la giusta dignità a questi fatti.
Sono storie di madri, mogli che hanno un volto e che i loro occhi spesso, nascondono la sofferenza anche di una condizione di violenza per la quale cercano la forza di cambiare.
La bellezza della vita di una donna non può essere il movente della malvagità dell’uomo, marito, fidanzato o compagno che sia.
L’uomo nasce dentro la donna, è nutrito dalla donna e messo al mondo dalla donna, realizzando il miracolo del Natale: la vita.
Troppe ancor oggi le vite di donne che la violenza ha mutilato e che rimangono nella terra degli scomparsi.