- D: Martedì 4 ottobre, il segretario generale della Nato, Jens Stoltemberg, ha ricevuto la richiesta di adesione dell’Ucraina. Ritiene che l’istanza avrà esito positivo? Quale iter dovrà essere rispettato?
R.: L'adesione all'Alleanza Atlantica del Nord, di cui la Nato è il braccio militare, richiede il consenso di tutti gli Stati aderenti. A differenza da quanto sostenuto dal Presidente della Repubblica di Ucraina, non esiste alcun iter accelerato. Io non credo che vi sia interesse, da parte dei Paesi europei (diverso il discorso per gli Stati Uniti d'America), di rischiare un ampliamento del conflitto in corso;
- D: Nello scenario internazionale, in merito al conflitto russo-ucraino, sembrerebbe esserci ora una situazione di stallo. Sul campo, l’esercito russo pare stia ripiegando da alcuni parti di territorio occupato ex-ucraino. In Italia sono sorte perplessità e dubbi riguardo alla legittimità costituzionale dell’invio di armi italiane all’Ucraina. Cosa può dirci al riguardo?
R.: Il nostro ordinamento costituzionale prevede il "ripudio" della guerra (termine molto più forte rispetto a "rinuncia" che venne inserito nella prima formulazione dell'art. 11 della Costituzione italiana) ad eccezione di quella difensiva la quale è strettamente collegata alla difesa della Patria. Peraltro, se lo scopo del principio pacifista, di cui all'art. 11 del Testo fondamentale del 1948, è quello di porre le basi per una comunità internazionale fondata sulla pace e la giustizia fra le Nazioni, mi pare evidente che l'invio di armi vada nella opposta direzione, collocando l'Italia in una posizione di cobelligeranza di fatto;
- D: Papa Francesco, nel libro “Contro la guerra – Il coraggio di costruire la pace” che porta la sua firma, ha scritto: “Fin dall’inizio del mio servizio come vescovo di Roma ho parlato della Terza guerra mondiale, dicendo che la stiamo già vivendo, anche se ancora a pezzi. Quei pezzi sono diventati sempre più grandi, saldandosi tra loro …”. Le chiedo se effettivamente si può parlare di terza guerra mondiale.
R.: Direi che si può parlare di "plurime Terze guerre mondiali" che, sebbene tra loro separate, hanno alla base un denominatore comune: lo scontro tra una visione globalista del mondo ed una identitaria. Certamente vi sono altre ragioni, ma ritengo che questo aspetto non debba essere sottovalutato.
- D: Ancora Papa Francesco, che ha scritto: “La vera risposta dunque non sono altre armi, altre sanzioni”. Stati Uniti, Canada e molti Paesi europei hanno da tempo aderito alle molteplici richieste ucraine di ricevere materiale bellico. In Italia, nonostante il governo Draghi sia dimissionario, è stato da poco presentato il quinto decreto interministeriale sulla “cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari” a favore dell’Ucraina. Sulle sanzioni, nei giorni scorsi il Coreper (Comitato dei rappresentanti permanenti, organo del Consiglio dell’Unione europea) ha dato il via libera all’ottavo pacchetto di sanzioni contro la Federazione Russa. Cosa ne pensa?
R.: Le "sanzioni", o meglio le misure restrittive adottate dall'Unione Europea nei confronti della Federazione Russa, rappresentano l'ultima follia del c.d. "Occidente libero". Infatti, non solo non hanno portato ai risultati auspicati (la bilancia commerciale russa è in aumento), ma hanno causato un danno enorme a famiglie e imprese.
- D: Nell’estate appena trascorsa, mentre in Ucraina si combatteva contro la Federazione Russa, il presidente Volodymir Zelensky e consorte comparivano sulla copertina della rivista di moda, Vogue. Un suo commento?
R.: Ho visto la copertina di Vogue. Una pena assoluta. Un Paese è in guerra e il suo Presidente, con la consorte, posa per una rivista di moda. Non solo cattivo gusto, ma espressione della spettacolarizzazione mediatica del conflitto.