CISL Modena

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via Emilia Ovest 101, 41100 Modena (MO)

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Volantini per dire no a tagli ai patronati. Crescono pratiche aperte da Inas-Cisl: 
34.400 nel 2012, 38.400 nel 2013, 21.200 nei primi sei mesi 2014 -

Modena, 28 luglio 2014 -

Si è tenuta anche a Modena la campagna di mobilitazione lanciata dal patronato Inas-Cisl contro i tagli al fondo patronati annunciati dal governo Renzi. Oggi sono stati distribuiti volantini al mercato settimanale del parco Novi Sad per illustrare quali servizi erogano gratuitamente i patronati. «Vogliamo difendere i cittadini spiegando che c'è qualcuno che può tutelare i loro diritti – afferma il responsabile provinciale dell'Inas-Cisl di Modena Cristiano Marini – È fondamentale fare chiarezza su un organismo, previsto dalla Costituzione, che assiste gratuitamente le persone in materia previdenziale e socio-assistenziale, su malattie e infortuni sul lavoro, per i permessi di soggiorno e per molte altre questioni burocratiche della vita di tutti i giorni. Lo è ancora di più oggi di fronte all'Inps che, anche a causa della riduzione del proprio personale, ha chiuso molti sportelli al pubblico e affidato la gestione delle domande a un sistema telematico. Senza il patronato i cittadini si sarebbero ritrovati soli di fronte a procedure estremamente complesse, spesso incomprensibili».

Anche per questo l'utenza dei patronati è aumentata di oltre il 35 per cento. Nel 2013 a livello nazionale sono state 14 milioni le persone assistite; quattro milioni si sono rivolti all'Inas, che ha aperto 2 milioni e mezzo di pratiche. «Anche a Modena e provincia sono migliaia i lavoratori e pensionati che si rivolgono ogni anno ai nostri sportelli – continua Marini - Nel 2012 abbiamo aperto 34.406 pratiche, dagli assegni familiari alle pensioni; l'anno scorso ne abbiamo aperte 38.428, mentre al 30 giugno 2014 siamo già a quota 21.201 pratiche aperte. Un lavoro enorme, dunque, coperto solo per 1/3 dal fondo finanziato dai lavoratori: lo 0,226 per cento dei contributi previdenziali, infatti, viene versato per assicurare tutele fondamentali anche a chi non può permettersele. A conti fatti, dunque, i patronati sono proprio dei lavoratori. Aggiungo che questi istituti, grazie alla loro attività, garantiscono alla pubblica amministrazione un risparmio annuo di circa 600 milioni di euro. Tutto questo è costantemente minacciato da lobbies che, con la scusa di ridurre gli sprechi, vorrebbero il taglio del fondo patronati. L'unica cosa tagliata, invece, sarebbero le tutele dei cittadini. I bisogni delle persone rischiano, perciò, di diventare un affare per commercialisti, consulenti del lavoro e faccendieri: ci si dovrà rivolgere a loro, pagando per i servizi che i patronati oggi offrono gratis. Scendiamo in campo – conclude il responsabile provinciale Inas-Cisl - proprio per consentire alle persone di difendere il proprio diritto a essere tutelate in maniera chiara, professionale e gratuita».

(Fonte: ufficio stampa Cisl Modena)

Paolo Bellentani denuncia il rischio di provocare un danno non solo a dipendenti e clienti, commentando il recesso Federcasse (l'associazione delle banche di credito cooperativo) dall'attuale contratto nazionale di lavoro -

Modena, 21 luglio 2014 -

«Lo strappo di Federcasse sul contratto rischia di provocare un danno non solo a dipendenti e clienti, ma anche di azzerare il ruolo di volano economico che il sistema delle banche di credito cooperativo ha svolto finora a Modena e in altre province della regione».
Lo afferma il segretario provinciale del sindacato bancari Fiba-Cisl di Modena Paolo Bellentani commentando il recesso Federcasse (l'associazione delle banche di credito cooperativo) dall'attuale contratto nazionale di lavoro. La vicenda era nata il 26 novembre 2013, quando i banchieri avevano dato la disdetta del ccnl, poi di fatto sospesa con l'accordo siglato con i sindacati lo scorso 2 aprile, a condizione però che si fossero trovati accordi su tutta una serie di tematiche.

Accordi che Federcasse non ha firmato; di qui la disdetta data al contratto collettivo nazionale. A Modena la decisione riguarda 37 lavoratori occupati in dodici sportelli, mentre in Emilia-Romagna sono coinvolti i 3.335 dipendenti di 21 banche presenti con 436 sportelli in sei province. «La decisione di Federcasse comporta pesanti conseguenze per tutto il sistema del credito cooperativo. Basti pensare che su 14 banche commissariate in Italia, sette sono bcc – sottolinea Bellentani - Crediamo che disapplicare il contratto di lavoro non serva a risolvere i problemi che in questo momento attanagliano il credito cooperativo. Un periodo così difficile per le bcc può essere affrontato solo attraverso una comunione d'intenti che può scaturire solo dal confronto costruttivo tra le parti, così come sta cercando di fare il resto del sistema bancario. Infatti in Abi (Associazione bancaria italiana) il dialogo tra le parti sta portando i suoi frutti, con accordi come quello di poche settimane fa in Unicredit che – conclude il segretario provinciale dei bancari Cisl - ha permesso di gestire 5.500 esuberi».

(Fonte: ufficio stampa Cisl Modena)

Cgil-Cisl-Uil in Prefettura per denunciare che nell' anno scolastico 2014/15 mancheranno 160 docenti. Le scuole modenesi avranno molti studenti in più rispetto a quest'anno, ma solo 22 insegnanti in più a fronte dei 180 necessari -

Modena, 8 luglio 2014 -

Cgil-Cisl-Uil e le rispettive categorie della scuola sono andati in Prefettura ieri mattina per denunciare che nel prossimo anno scolastico le scuole modenesi avranno molti studenti in più rispetto a quest'anno, ma solo 22 insegnanti in più a fronte dei 180 necessari. «Gli organici nelle scuole statali modenesi di ogni ordine e grado risultano del tutto insufficienti in vista dell'anno scolastico 2014-2015 – dichiara la segretaria provinciale della Cisl Scuola Monica BarboliniIl dato più preoccupante riguarda la scuola secondaria superiore, dove ci saranno mille studenti in più (31.897 contro i 30.846 dell'anno scolastico appena concluso). Nonostante servissero complessivamente 56 classi in più, ne sono state chiuse quattordici, accorpando addirittura delle classi quinte. In molte classi sarà superato il limite dei trenta alunni, con i relativi problemi di didattica e sicurezza».

La situazione non è migliore nella scuola d' infanzia: a fronte di un aumento di 200 iscrizioni, pari a tredici sezioni, sono stati concessi tredici posti anziché i 26 necessari. In questo modo, spiegano i sindacati, le sezioni risulteranno funzionanti solo in orario mattutino, con un aggravio di spesa per gli enti locali che vorranno eventualmente completare l'orario. Alla scuola primaria sono state richieste 28 classi in più, di cui una ventina a tempo pieno: non sono stati assegnati posti in più rispetto all'anno in corso, mentre ne occorrerebbero almeno cinquanta per soddisfare tutte le richieste dei genitori.

«Al momento tutte le nuove classi sono state assegnate con il tempo normale. Ne consegue – dice Antonietta Cozzo, della segreteria provinciale Cisl Scuola - che, a fronte della crescente richiesta delle famiglie di tempo pieno, il ministero non concede un posto in più. L'Istituto comprensivo di Soliera ha addirittura una prima classe di tempo pieno in meno rispetto all'anno scorso. Non sono stati attribuiti posti neanche alle secondarie di primo grado, nonostante le dieci classi in più richieste dai dirigenti scolastici». Numeri alla mano, i segretari provinciali di Flc-Cgil, Cisl Scuola Uil-Scuola, supportati dalle segreterie provinciali di Cgil-Cisl-Uil, chiedono che vengano attribuiti alla provincia di Modena almeno 180 posti in più in organico di diritto. La Prefettura ha preso nota: ora la palla passa al governo.

(Fonte: ufficio stampa Cisl Modena)