Il Consorzio dà mandato ai legali contro il sito porno americano che sfrutta il nome del prodotto
Reggio Emilia 12 agosto 2015 - Il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha dato mandato ai propri leagli dì verificare quali ipotesi di reato possano sussistere a carico del sito pornografico americanto che ha utilizzato il nome ed il prestigio del prodotto per pubblicizzare i propri servizi di video porno in streaming. Oltre alla richiesta di immediata sospensione dello spot, in cui il formaggio, simbolo di eccellenza, viene associata alla qualità del sito pornografico, il Consorzio agirà infatti in ogni sede contro gli autori di un messaggio definito "non solo sgradevole e inaccettabile, ma offensivo per i produttori e per il loro lavoro, volgarmente finalizzato a trarre profitto dallo sfruttamento della notorietà conquistata dal Parmigiano Reggiano, peraltro associato a servizi altrettanto volgari".
Quanto sia ben premeditata l'azione di sfruttamento della prestigiosa dop italiana è reso ancor più evidente -secondo il Consorzio - dal fatto che si cita il suo nome corretto e integrale, e non la più generica forma "parmesan", che negli Usa è utilizzata per tanti formaggi, inclusi quelli che, associando il nome a simboli come il Tricolore, rappresentano vere e proprie frodi nei confronti del consumatore, indotto a pensare che si tratti di prodotti italiani originali". "Non è certo questo il modo - conclude il Consorzio di tutela riguardo allo spot americano - attraverso il quale vogliamo affermare la denominazione originale del nostro prodotto, e proprio per questo chiediamo anche un impedfiato intervento delle autorità italiane ed europee a tutela dell'immagine del Parmigiano Reggiano".
Sabato 29 e domenica 30 agosto a Basilicagoiano un week-end dedicato al Re dei Formaggi con un programma ricco di iniziative, tutte ad ingresso gratuito. -
Parma, 15 agosto 2015 - in allegato il programma scaricabile -
Dopo alcuni anni di assenza torna a grande richiesta l'appuntamento con la Festa del Parmigiano-Reggiano, una manifestazione da alcuni anni sospesa a causa della crisi di mercato. La Festa del Parmigiano-Reggiano è rimasta però nel DNA del nostro Comune che ancora oggi, con i suoi dieci caseifici e le sue 92.348 forme prodotte nel 2014, si conferma come uno dei più produttivi dell'intero comparto.
L'Amministrazione Comunale intende quindi riproporre quest'anno agli estimatori di questo prodotto d'eccellenza un week-end interamente dedicato al "Re dei Formaggi": sabato 29 e domenica 30 agosto la Polisportiva di Basilicagoiano ospiterà una due-giorni interamente dedicata al Parmigiano-Reggiano, con un programma ricco di iniziative, tutte ad ingresso gratuito.
La Festa avrà inizio nel pomeriggio di sabato 29 agosto con un torneo di calcio per i più piccoli a cura della FC Castello di Basilicagoiano. Dalle 19,30 cena con menù a base di Parmigiano Reggiano; dalle ore 21 la spettacolare Cottura della forma e la gara "Indovina il peso" a cura del Consorzio "La Culla di Bibbiano". A seguire divertimento assicurato con il team dello spettacolo "Io Parlo Parmigiano" e dalle 23,30 DJ set.
Domenica 30 agosto il programma si aprirà alle 9 con la Biciclettata "Di casello in casello", una pedalata gastronomica che prevede tappe ed assaggi in tre caseifici del territorio: Opere di Latte, S. Stefano e S. Salvatore. Sempre alle 9 prenderà il via l'esposizione di mezzi agricoli a cura del Consorzio Agrario; per tutta la giornata, dalle 9 alle 18, il Mercato delle eccellenze gastronomiche organizzato da Coldiretti. Dalle 10 presso l'Hotel delle Rose di Monticelli Terme si svolgerà la Tavola Rotonda sul tema "La gestione post quote-latte: rischi e opportunità per la Filiera del Parmigiano Reggiano" che vedrà la partecipazione dell'On. Giuseppe Romanini, dell'Assessore Regionale all'Agricoltura Simona Caselli, del Presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano Alai, del Presidente della sezione di Parma Bonati e di altri qualificati relatori.
Nel pomeriggio di domenica, alle ore 17, il Palio dei Caseifici, durante il quale i caseifici di Montechiarugolo si sfideranno con una forma di Parmigiano-Reggiano di 24 mesi, contemporaneamente al Palio di taglio/spacco e Palio di Analisi Sensoriale. Per la prima volta in Italia (e quindi nel mondo) con la stessa forma di Parmigiano Reggiano si faranno contemporaneamente ed in diretta i due palii con due diverse giurie (per il Palio la giuria della sezione Provinciale di Parma, per l'analisi sensoriale una giuria APR - Assoriazione Assaggiatori di Parmigiano Reggiano). Entrambi gli appuntamenti sono organizzati dal Consorzio la Culla di Bibbiano.
Dalle 18,00 il concerto della Montechiarugolo Folk band Tullio Candian cui farà seguito la cena con menù a base di Parmigiano-Reggiano; dalle ore 21, ballo liscio con orchestra ""Claudio Band"e dalle ore 23,30 gran finale con Spettacolo Pirotecnico.
La manifestazione è organizzata con il patrocinio del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Regione Emilia Romagna e Camera di Commercio di Parma e con il contributo di Terme di Monticelli, Mangimi Menozzi, Cerioli srl, Ferrari Group, Corradi Mangimi, Cantine Ceci.
"Abbiamo voluto riproporre un appuntamento radicato alle tradizioni agricole del nostro territorio, molto caro ai nostri concittadini e che da sempre ha richiamato numerosi visitatori. Ci sembrava inoltre giusto contribuire alla valorizzazione di tale prodotto – dichiara l'Assessore alle Attività Produttive Francesca Mantelli -. La manifestazione si fregia di un nuovo logo, appositamente realizzato per l'occasione e che rappresenta una mezza forma di Parmigiano-Reggiano sulla quale si staglia il castello di Montechiarugolo, simbolo del profondo legame tra il territorio ed il Re dei Formaggi, che lo incarna e ne rappresenta l'espressione principale, famosa in tutto il mondo e ancora oggi spina dorsale della nostra economia".
"Un doveroso ringraziamento – prosegue l'Ass. Mantelli - a tutti colori che si sono prodigati per organizzare un evento degno di questo prodotto d'eccellenza: l'Ufficio Manifestazioni del Comune di Montechiarugolo, la Polisportiva di Basilicagoiano, il Consorzio del Parmigiano Reggiano attraverso i dieci caseifici attivi sul territorio (Caseificio di Neviano degli Arduini ex Aurora, La Rinascita, San Matteo, Santo Stefano, S. Salvatore, la Lovetta, il Caseificio di Basilicanova, Il Fiore, Opere di Latte ZCService), il Consorzio Agrario di Parma, Il Consorzio la Culla di Bibbiano, Coldiretti e le altre associazioni di categoria, CIA e Confagricoltura, che hanno dato il loro sostegno."
(fonte: ufficio stampa Comune di Montechiarugolo)
Domenica 26 luglio il laboratorio polisensoriale al Museo del Parmigiano Reggiano di Soragna (PR). Dopo la visita al percorso museale si passerà al laboratorio che prevede la degustazione polisensoriale del Re dei formaggi, un'occasione unica con la possibilità di assaggiare il gusto deciso e complesso del Parmigiano Reggiano 50 mesi. -
Parma, 18 luglio 2015 -
Nel prezioso caseificio a forma circolare che ospita il Museo del Parmigiano Reggiano di Soragna (Parma), andrà in scena domenica 26 luglio alle ore 16,00 Parmigiano Reggiano LAB, un evento proposto dall'Associazione "L'Osservatorio Gastronomico" con il patrocinio del Master COMET – Cultura, Organizzazione e Marketing dell'Enogastronomia Territoriale dell'Università di Parma.
I partecipanti prenderanno parte alla visita al Museo – inserito all'interno del complesso "Castellazzi" – condotta da Alice Rossi, Guida turistica di Explora Emilia Travel and Taste e Docente del Master COMET dell'Università degli Studi di Parma. Dopo la visita al percorso museale si passerà al laboratorio che prevede la degustazione polisensoriale del Re dei formaggi, un'occasione unica per comprendere la differenza di sapore tra le varie stagionature con la possibilità – davvero non comune – di assaggiare il gusto deciso e complesso del Parmigiano Reggiano 50 mesi. Si scopriranno tutti gli ingredienti e i consigli utili per preparare le più originali ricette di appetizer a base del classico e prestigioso formaggio italiano DOP, noto ed apprezzato in tutto il mondo. Scaglie di diverse stagionature verranno poi abbinate a bevande ed altri prodotti enogastronomici.
Parmigiano Reggiano LAB fa parte del ciclo di laboratori – Food LAB Valley – ideato dall'Associazione "L'Osservatorio Gastronomico" per i sei Musei del Cibo della provincia di Parma dedicati alle eccellenze del territorio del Parmense. Food LAB Valley è un progetto incluso nelle proposte culturali del Club di Prodotto Parma nel Cuore del Gusto e ogni laboratorio propone un'esperienza didattico-degustativa che permette di entrare in contatto direttamente e conoscere a 360° i prodotti tipici della Food Valley.
Per chi volesse partecipare e vivere un'esperienza unica, divertente e all'insegna dei piaceri legati all'enogastronomia, è obbligatoria la prenotazione entro il 23 luglio presso il Parma Point (Tel. 0521/931800). L'appuntamento con Parmigiano Reggiano Lab prevede la visita guidata all'interno del Museo del Parmigiano Reggiano (40 minuti circa), lo speciale laboratorio polisensoriale con Degustazione finale e Aperitivo creativo. La durata prevista è di circa due ore, dalle 16,00 alle 18,00 e il costo a persona, comprensivo di tutto, è di 20,00.
(Fonte: Ufficio Stampa Musei del Cibo)
Il direttore Riccardo Deserti a Bruxelles. De Castro: c'è spazio per crescere, definendo nel Ttip regole chiare e trasparenti contro l'abuso dei marchi geografici Ue. -
Reggio Emilia, 17 luglio 2015 -
"L'Europa ha interessi rilevantissimi nel settore agroalimentare, con un saldo attivo di 6 miliardi di euro, ed in questo negoziato è evidente che l'Italia - il Paese europeo con il maggior numero di prodotti Dop - si gioca tanta parte di uno sviluppo possibile e da sostenere con ogni azione".
Così Paolo De Castro - europarlamentare e già presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo - si esprime all'indomani del confronto che ha avuto tra i protagonisti, a Bruxelles, il direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Riccardo Deserti, ascoltato dalla Commissione Europea nell'ambito dei negoziati TTIP tra UE e Usa.
"Proprio a partire da questo confronto - aggiunge De Castro - va rilanciata un'azione autorevole per raggiungere un risultato ambizioso ed equilibrato, perchè sul mercato americano c'è ancora molto spazio per la crescita delle esportazioni italiane ed europee, soprattutto per i prodotti di alta qualità come le Dop, e il TTIP deve essere l'occasione per bloccare l'uso ingannevole dei richiami ai nostri marchi e all'origine geografica".
"Gli inganni palesi a carico dei consumatori americani - ha detto il direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano a Bruxelles - ammontano a quasi 100.000 tonnellate all'anno per il nostro prodotto, una cifra che è pari al 74% dell'intera produzione di Parmigiano Reggiano ed è più che doppia rispetto al totale delle nostre esportazioni, pari 44.500 tonnellate nel 2014, con poco meno di 6.600 negli Usa".
"Sconfiggere questo "parmesan" che si presenta in confezioni che in vari modi si richiamano al Tricolore, e che pertanto ingannano i consumatori sull'origine del prodotto e danneggiano i produttori italiani - aggiunge Deserti - aprirebbe prospettive straordinarie, non solo perchè la richiesta del mercato americano sul Parmigiano Reggiano è oggi altissima per le sue caratteristiche di artigianalità e assoluta naturalità molto apprezzate negli States, ma a maggior ragione degli accordi che continuiamo a consolidare e a realizzare con le più grandi catene distributive americane".
"Il mercato del Parmigiano Reggiano "taroccato", rapportato ai prezzi medi alla partenza dall'Italia dell'autentico Parmigiano Reggiano - spiega Deserti - vale potenzialmente quasi un miliardo di euro, e sebbene sia evidente che buona parte di quel prodotto rientrerebbe tra i generici "parmesan" ammessi negli Stati Uniti, è altrettanto chiaro di quale potenziale stiamo parlando per le nostre esportazioni".
"I problemi, le opportunità e gli effetti della lotta ai falsi - ha detto Deserti alla Commissione Europea a Bruxelles - non sono, comunque, solo una questione di cifre e di mercati, ma all'origine ci sono due fatti estremamente gravi che devono pesare nelle trattative con gli Usa: la concorrenza sleale e l'inganno perpetuato a danno dei consumatori".
Proprio su questo piano, Deserti ha ricordato a Bruxelles che proprio pochi giorni fa l'autorità sanitaria americana (FDA), ha imposto il ritiro dal mercato Usa di quasi 15.000 chili di "parmesan" perchè non indicava in etichetta la presenza dell'additivo Lisozima, un allergene derivato dall'uovo e assolutamente vietato nella produzione di Parmigiano Reggiano.
(fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)
Rimbalzi per il latte spot e per la panna a uso alimentare
di Virgilio Parma, 15 luglio 2015 -
LATTE SPOT A quattro settimane di distanza un nuovo rimbalzo si è registrato nel prezzo del latte spot. +2,99% l'incremento del prezzo del latte crudo spot nazionale (35,05-36,09€/100 litri di latte) e +3,23% (32,48-33,51€/100 litri latte) relativamente al latte pastorizzato spot di provenienza estera (Germania e Austria).
BURRO E PANNA Nessuna variazione di prezzo è intervenuto sui listini del burro di Milano, tantomeno a Parma e Reggio Emilia. Dopo la perdita di 2 centesimi registrata nella scorsa settimana, in questa 29esima non si è evidenziata alcuna variazione per quanto riguarda la crema a uso alimentare milanese. Al contrario un nuovo rimbalzo del 1,33% (1,50 - 1,55 €/kg), equivalente a 2 centesimi, è stato rubricato alla borsa veronese.
Borsa di Milano 13 luglio:
BURRO CEE: 2,80€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 3,0€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 2,0€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,80€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE: 1,48€/Kg.
Borsa Verona 13 luglio:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,50-1,55€/Kg. (+1,33%)
Borsa di Parma 10 luglio:
BURRO ZANGOLATO: 1,40€/kg.
Borsa di Reggio Emilia 14 luglio
BURRO ZANGOLATO: 1,35€/kg.
GRANA PADANO Ancora nessuna variazione rilevata sui sui listini del Grana Padano.
Nello specifico: tra 7,10 e 7,75€/kg. il prezzo all'ingrosso del prodotto di 15 mesi e tra 6,35 e 6,45 €/kg. il prezzo relativo al 9 mesi di stagionatura.
PARMIGIANO REGGIANO Nuova flessione invece per il Parmigiano Reggiano alla Borsa comprensoriale di Parma (10/7/2015) poi replicato alla borsa reggiana lo scorso martedì 14 luglio.
In sintesi, a Parma, il 12 mesi è quotato 7,50-7,80€/Kg (-0,33%) e 8,65-9,00 /Kg (-0,56%) per il 24 mesi di stagionatura. Alla borsa reggiana il 24 mesi ha ceduto il 0,56% fissando il prezzo tra 8,75 e 9,05€/Kg.
La rassegna si terrà dal 16 al 19 luglio a Pellegrino Parmense cittaslow con stands enogastronomici e mercato: previsti anche spettacoli e concerti. -
Parma, 14 luglio 2015 – in allegato la brochure scaricabile -
La 30^ edizione della Fiera del Parmigiano Reggiano di Montagna si terrà a Pellegrino Parmense, cittaslow, dal 16 al 19 luglio.
La Fiera del parmigiano di Pellegrino Parmense è l'unica rimasta nella Provincia a valorizzare il formaggio di montagna, uno dei prodotti tipici più noti e apprezzati della Food Valley. L'amministrazione comunale di Pellegrino Parmense, in collaborazione con le associazioni locali, porta avanti l'iniziativa volta a promuovere e valorizzare il parmigiano di montagna e le sue caratteristiche. Oltre ai caseifici che farro conscere e vederanno i loro prodotti, il trentennale sarà anche occasione per ripercorrere la storia della Fiera e le sue origini.
Ad aprire gli eventi della Fiera sarà giovedì 16 luglio il concerto della Corale "Il Pellegrino" con la partecipazione delle cantanti liriche Paola Sanguinetti e Sara Piceni, la direzione del Maestro Gregorio Pedrini, a cura di Franco Riccardi. Si prosegue con danze e spettacoli venerdì 17, mentre l'inaugurazione vera e propria è prevista per sabato 18 luglio con l'apertura degli stands enogastronomici e del mercato, e la cerimonia di consegna di un attestato di benemerenza per tutti coloro che hanno ideato la Fiera e l'hanno portata avanti negli anni.
Numerose le attrazioni e le viste guidate previste dal programma: "Infatti sabato e domenica sono proposte visite ai monumenti di rilievo del territorio come il Castello Pallavicino e il Santuario di Careno, l'escursione con il CAI sui percorsi tracciati" - ha confermato Costa, Consigliera con delega al Turismo del Comune. "Ci sarà anche attenzione alla storia della produzione agricola con la trebbiatura di una volta e la cottura della forma di parmigiano".
Il focus sulle specialità gastronomiche tocca a Sonia Pirroni della Pro Loco di Pellegrino: "Ci sarà la possibilità di conoscere gli antichi mestieri, gli utensili e le tecniche di produzione del passato. E' stata coinvolta anche la scuola del paese: i ragazzi hanno partecipato a un progetto legato ad Expo e ci faranno conoscere il prodotto da loro ideato: una bruschetta con il Parmigiano Reggiano di montagna".
All'incontro di presentazione al Parma Point erano presenti Emanuele Pedrazzi, Sindaco di Pellegrino Parmense, Pilar Mazzaschi, Vicesindaco di Pellegrino, Claudio Barilli, assessore del Comune, Simona Costa, Consigliera con delega al Turismo, Michele Berini, Segretario della sezione di Parma del Consorzio del Parmigiano Reggiano e Sonia Pirroni della Proloco di Pellegrino Parmense.
Mercoledì 15 luglio il direttore dell'Ente di tutela a Bruxelles nell'ambito del negoziati TTIP tra UE e Stati Uniti. Una battaglia da 100.000 tonnellate. -
Reggio Emilia, 14 luglio 2015 -
Si fa sempre più serrata l'azione del Consorzio del Parmigiano Reggiano per stroncare le contraffazioni sul mercato statunitense, stimate in circa 100.000 tonnellate all'anno.
Il direttore dell'Ente di tutela, Riccardo Deserti, mercoledì 15 luglio sarà infatti a Bruxelles, dove parlerà davanti alla Commissione dell'Unione Europea dei problemi aperti in un Paese che, per il Parmigiano Reggiano, si colloca al terzo posto nella graduatoria delle esportazioni, con una quota del 17,6% sul totale.
"Un confronto - spiega Deserti - da noi richiesto e accolto dalla Commissione nell'ambito dei negoziati TTIP tra Unione Europea e Stati Uniti, dove Parmigiano Reggiano è stata la prima Dop italiana a registrarsi (ancora nel '92), ma ancora subisce gli effetti di una concorrenza sleale fondata sull'inganno che si compie anche contro i consumatori, ai quali il "parmesan" viene offerto in modo massiccio connotandolo con elementi grafici, riportati sulle confezioni, che si richiamano esplicitamente (tricolore, bandiere, bollini) all'Italia".
"E' evidente - spiega Deserti - che per parte nostra la vera e radicale battaglia è finalizzata a conseguire lo stesso risultato ottenuto in ambito europeo, cioè a ricondurre il termine "parmesan" in modo esclusivo al Parmigiano Reggiano. Ma, nell'immediato, l'obiettivo prioritario è quello di far sì che scompaiano proprio questi richiami che fanno pensare al prodotto originale proveniente dall'Italia, traendo in inganno i consumatori e limitando (proprio con una presenza stimata in 100.000 tonnellate) le nostre possibilità di espansione su un mercato che è proprio alla ricerca di un prodotto certificato, naturale, artigianale e simbolo d'eccellenza italiana".
"Insieme alla forte azione politica della UE e proprio alla luce di questa richiesta del mercato - conclude Deserti - contiamo molto anche sulla sensibilità delle autorità sanitarie americane. Un segnale incoraggiante, infatti, è arrivato proprio nei giorni scorsi quando la FDA, l'autorità sanitaria americana, ha imposto il ritiro dal mercato Usa di quasi 15.000 chili di "parmesan" perchè non indicava in etichetta la presenza dell'additivo Lisozima, un allergene derivato dall'uovo, assolutamente vietato nella produzione di Parmigiano Reggiano".
Di questi casi e degli obiettivi del Consorzio, dunque, Deserti parlerà alle 11,30 di mercoledì 15 luglio alla Commissione europea alle 11,30 in Rue de l'Aqueduc 118, a Bruxelles.
(fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)
Giuseppe Alai: con la dicitura "Latte Italiano" aumenterebbe l'appeal dei nostri formaggi. L'aumentata competitività coincide con l'aumento della selezione. Occorre perciò fare delle precise scelte politiche e uscire dal modello della moltitudine degli offerenti per passare a fare sistema.
di Lamberto Colla, Reggio Emilia 6 Luglio 2015
Da molti anni si parla di un settore lattiero caseario in crisi e, con la fine del regime delle quote latte, il rischio per il settore si è fatto ancora più reale e concreto. Abbiamo cercato di comprendere i meccanismi, e le probabili soluzioni, registrando l'opinione di uno dei più accreditati esperti del settore, il Presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano Giuseppe Alai.
1- Crisi lattiero caseario - Quali sono gli elementi macroeconomici che stanno minando il settore?
Senza ombra di dubbio la competitività internazionale delle nostre produzione. L'Italia ha sempre vissuto, attraverso le DOP, su una ricchezza che deriva dal valore aggiunto di questi formaggi, ma oggi siamo immersi in una competizione internazionale dove, chiaramente, la selezione è l'equivalente di competizione.
Siamo il paese, prosegue Giuseppe Alai, che ha mediamente le stalle più piccole, siamo il paese che ha mediamente le industrie casearie più piccole, siamo il paese che ha la minore concentrazione della produzione. Questo sta a significare che nel momento in cui ci si affaccia a uno scenario in cui la competizione è sulle portanze di livello mondiale è inevitabile non risentirne gli effetti. Così il latte europeo costa come il latte mondiale e il latte italiano costa come quello europeo e la conseguenza obbligata è, purtroppo, che gli allevamenti con strutture inadeguate e che si trovano in zone svantaggiate e marginali debbano chiudere.
2 - Fonterra, dalla Nuova Zelanda all' Olanda. Significa che in Europa c'è ancora spazio di manovra tale da diventare terra di conquista?
Intanto vedo un primo pericolo nel fatto che Fonterra si metta insieme a FrieslandCampina e Arla Food. Per dare una dimensione FrieslandCampina ha 19.000 soci ed è presente in tutto il mondo. Queste sono cooperative che hanno un respiro mondiale su tutto il mercato lattiero caseario e le loro produzioni vanno dal latte alimentare da bere, al latte in polvere, ai formaggi, ai baby food, alle bevande a base di latte dimostrando una fortissima evoluzione nella modalità di offerta.
Scopo delle cooperative è di piazzare il latte realizzato dai loro soci e Fonterra è arrivata in europa, dalla Nuova Zelanda, perché ha annusato un'opportunità a seguito della fine del regime delle quote latte. E' fuori discussione che sia una cooperativa che adotti politiche commerciali molto aggressive. Teniamo presente che Fonterra produce il 4% del latte mondiale ma copre il 40% dell'export del latte mondiale. E' una realtà che si muove prevalentemente sulla base del prezzo al punto tale che nel mese precedente c'è stata una specie di rivolta da parte dei suoi soci che hanno lamentato di avere dovuto crescere dimensionalmente per muoversi verso mercati internazionali e ciononostante i ricavi sono sensibilmente diminuiti. Questo fa percepire come, anche dall'altra parte della terra, si stia percependo questa competitività accresciuta dal punto di vista delle produzioni lattiero casearie.
Quali spazi di manovra ci sono? Quello di internazionalizzarci. D'altra parte se l'internazionalizzazione è considerato dagli altri lo sbocco di mercato al quale assegnare la priorità, noi dobbiamo fare altrettanto e andare a casa loro con i nostri prodotti.
3 - E' iniziata la campagna lattiera orfana delle Quote Latte, quali scenari si possono intravedere?
Ormai il prezzo in Italia è diventato il prezzo europeo ed il prezzo europeo è diventato prezzo internazionale, come appunto si diceva prima. Perciò o si determinano delle politiche vere e proprie del settore lattiero caseario, cosa che non mi sembra si stia facendo, perlomeno in Italia, oppure saremo obbligati a diventare competitivi sulla base del prezzo andandoci a scontrare con realtà aggressive come Fonterra. A tale proposito non dimentichiamo che c'è una cooperativa indiana, Amul, che ha scelto di produrre solo per il fabbisogno interno che peraltro rappresenta il 17% della produzione mondiale.
Se una cooperativa come questa decidesse di espandersi la ricaduta mondiale sui prezzi sarebbe pesantissima. Basti considerare che quell'enorme volume di produzione è garantito da una moltitudine di stalle la cui consistenza media è di 6,5 vacche. Attraverso il imitato aumento di una vacca per allevamento si determinerebbe un incremento del +15% il volume di latte che sarebbe interamente destinato al mercato globale con conseguenze facilmente immaginabili dal punto di vista del prezzo internazionale del latte alimentare.
Cosa ci fa intravedere questa situazione? Che passare da un mercato garantistico (regime delle quote latte, ndr) a un mercato libero la determinante della crescita produttiva la fa principalmente il prezzo. E' perciò importante inquadrare degli scenari nuovi di valorizzazione delle nostre produzioni. Noi da questo punto di vista abbiamo molto da imparare perché, a differenza di altri paesi, non ci siamo mai posti seriamente i problemi di ordine competitivo delle nostre produzioni.
4 - Un'opinione flash sull'ultima trovata di Bruxelles: il formaggio "Senza Latte"
Lo ritengo un atto di "vandalismo culturale" nel senso che va a modificare completamente quello che è la ragione che porta il formaggio a possedere le proprie specifiche caratteristiche.
I formaggi fatti con il latte in polvere perdono quel significato sul quale noi abbiamo impostato la valorizzazione e riconoscibilità dei nostri prodotti come il gusto, l'aroma e, in generale, le peculiari caratteristiche organolettiche che determinano la loro distintività.
La volontà di chiedere la deroga alla legge 138 del 1974, sembra sia venuta dall'associazione industriale del latte e sospinta da un deputato europeo per ragioni di competitività industriale.
Questo dal punto di vista della logica imprenditoriale è, forse, comprensibile però ancora ribadiamo che manca una politica lattiero casearia italiana. Il nostro Paese deve arrivare a decidere se si punta sulle DOP, se si punta sulla competitività delle produzioni o se si punta invece su qualsiasi tipologia di produzione che derivi dal latte vaccino.
Una scelta ferma da anni e che nessuna delle professionali intende affrontare, lasciando i consorzi soli a combattere contro la logica della indefinizione delle politiche.
5 - Potrebbe essere una forma di ricatto per accettare definitivamente gli OGM in Italia e affinché si proceda verso il Trattato Transatlantico?
Potrebbe. Sicuramente è una logica non degli allevatori, non dei caseifici ma prettamente industriale portata avanti dalle grandi multinazionali che fanno sì che i loro prodotti vadano alla ricerca dei mercati più remunerativi.
6 - Il differenziale tra il prezzo alla stalla e il prezzo al pubblico del latte alimentare è coerente o come si suppone il più forte vince sempre?
Ho visto che ci sono delle catene della grande distribuzione che si sono fatte parte diligente su questo fronte. Ad esempio Conad che ha pubblicizzato il fatto che avrebbe pagato un importo di 38 centesimi il latte alla stalla. Non scaricherei, quindi, tutta la responsabilità sulla grande distribuzione ma cercherei invece di passare da una logica di filiera a una logica di sistema.
Sarebbe interessante capire come possano essere determinate le condizioni di valorizzazione per pagare i costi di ogni singolo passaggio. Questo oggi non accade assistendo allo scontro tra la forza della domanda contrapposta a quella dell'offerta. Il mercato libero, al momento attuale, non esiste e se si vuole parlare di filiera occorre uscire dalla logica di moltitudine di offerenti per portarsi verso una logica di sistema nella quale si tenda a remunerare il lavoro di ciascuno modo più adeguato.
7 - Formaggi duri semi grassi. Da molti mesi hanno i prezzi bloccati. Tira l'Export ma con valori economici non così allettanti come un tempo. Come si potrebbe uscire da questa situazione in generale e in particolare per il Parmigiano Reggiano?
Lo dicevamo prima, o diventiamo sistema e usciamo dalla logica della moltitudine di offerenti o anche noi saremo alla stregua delle altre produzioni, individuate nelle quotazioni sulla base di quelli che sono i nostri costi di produzione e chi riesce a essere competitivo riesce a andare avanti. Se oggi dovessimo, sulla base del prezzo del latte europeo, cioè 32-33 centesimi, dire quanto vale il latte per il parmigiano reggiano dovremmo dire 48 centesimi ovvero 7,5€/kg. Tutto quello che va in più risiede nella nostra capacità di valorizzare il nostro prodotto attraverso delle politiche di sistema e delle politiche di settore. Questa è la sfida che dovrà contraddistinguere il lavoro dei consorzi e della politica nei prossimi anni, altrimenti la mera competizione dei prezzi porterà a rendere queste situazioni, oggi ritenute insostenibili, stabili fino anche vi sarà qualcuno che offrirà il latte alle condizioni attuali. Diciamola tutta, si parla di crisi da anni ma la produzione anziché diminuire è aumentata.
8 - Cosa sta meditando il CFPR per "cavalcare la tigre"?
Noi siamo il formaggio che ha la maggiore rinomanza e credibilità verso il consumatore. Dobbiamo semplicemente accrescere questo livello qualitativo attraverso una politica consortile che si basi su tre punti fondamentali:
1. la determinazione quantitativa del formaggio fare in modo che l'offerta non sia in esubero sulla domanda;
2. la modifica del disciplinare per fare la differenza rispetto gli altri formaggi. Il consumatore deve trovare riscontro qualitativo forte nel maggior prezzo sostenuto.
3. Il terzo punto è quello dell'export perché è l'unica strada che consente di aumentare le produzioni.
Su quest'ultimo punto ci attendiamo delle risposte dalla politica. Andare a dire agli allevatori italiani di mungere altro latte significherebbe destinare più latte a produzioni similari in quanto i consumi di latte sono in flessione. Le produzioni DOP sono tutte in condizioni di livello di equilibrio, quando non sono addirittura in eccesso di produzione, e la produzione in eccesso andrebbe, per forza di cose, a produzioni similari, simil grana, simil asiago, simil taleggio e così via.
Si dovrà fare, quindi, una scelta politica nella individuazione delle potenzialità produttive e delle quantità destinate a queste produzioni.
"Oggi, secondo me, conclude Giuseppe Alai, è importante riuscire a distinguere, nell'ambito della destinazione di queste politiche, la possibilità di utilizzare la dicitura di "Latte Italiano", che sappiamo essere una dicitura di appeal rispetto i consumatori, affinché diventi un fattore concorrenziale con i formaggi esteri, cosa che oggi non sta avvenendo.
Occorre perciò che i consorzi vengano posti nelle condizioni di poter lavorare sulla offerta di prodotto e al tempo stesso vi sia anche la possibilità, da parte degli allevatori, di accrescere le produzioni ma con una destinazione alternativa e molto precisa di quello che i loro allevamenti producono."
Scelto dal colosso Whole Foods come prodotto di punta tra i formaggi di tutto il mondo. Il Consorzio denuncia e spinge la UE al contrasto di 100.000 tonnellate di falsi che si richiamano al tricolore. -
Reggio Emilia, 10 luglio 2015 -
"E' un successo per le esportazioni, ma è un successo anche nella lotta al contrasto delle imitazioni".
Così il Consorzio del Parmigiano Reggiano commenta l'accordo raggiunto per il mercato degli Stati Uniti - Paese in cui è presente il maggior numero di imitazioni del nome della Dop - con uno dei colossi della distribuzione Usa, la Whole Foods, che ha scelto il Parmigiano Reggiano come prodotto di punta per qualificare l'intera offerta di formaggi della catena: si tratta di un prodotto selezionato di almeno 24 mesi che viene porzionato nel punto vendita.
"E' un grande passo in avanti - sottolinea il direttore del Consorzio di tutela, Riccardo Deserti - non solo per rafforzare un trend di esportazioni in vertiginosa crescita nel primo trimestre 2015 (i dati Istat parlano di un +74%, ma il Consorzio già nei giorni scorsi parlava di circostanze eccezionali, come il rapporto di cambio euro-dollaro e l'esaurimento delle scorte, che si attenueranno nei prossimi mesi - n.d.r.), ma soprattutto per rafforzare proprio il contrasto alle imitazioni, sul quale incideranno molto anche gli esiti dei negoziati TTIP".
"I dati in crescita e l'esperienza di questi anni - osserva Deserti - confermano che la prima forma di contrasto alle imitazioni è proprio la conoscenza del prodotto originale, la cui presenza nelle catene distributive statunitensi, associata alle nostre azioni informative e a quelle effettuate dalle stesse catene, consente ai consumatori di prendere coscienza del massiccio ricorso a imitazioni ingannevoli cui è esposto".
"Grazie alle nostre attività di vigilanza - prosegue il direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano - stimiamo in circa 100.000 tonnellate all'anno i consumi di "parmesan" immesso sul mercato e venduto facendo presumere (con il ricorso a marchi, bollini, simboli che richiamano il tricolore) che abbia un'origine italiana".
"Dieci giorni fa - esemplifica Deserti per ricordare la complessità del tema dell'"italian sounding" - in un supermercato di Manhattan abbiamo individuato due tipi di "parmesan": uno assolutamente neutro rispetto alla presumibile origine; l'altro, invece, intriso di bandiere e tricolori". "Nel primo caso, dunque, si tratta dell'uso di una denominazione ammessa dalla legislazione americana (molto più permissiva di quella europea in materia di Dop, tanto che nella UE il termine "parmesan" è ascrivibile solo ed esclusivamente al Parmigiano Reggiano), mentre nell'altro - spiega Deserti - si tratta di una azione esplicitamente ingannevole nei confronti dei consumatori e lesiva degli interessi dei nostri produttori".
"In questo complesso scenario - prosegue il direttore del Consorzio di tutela - la richiesta di prodotto originale è in forte aumento, e le principali catene americane hanno importanti programmi di sviluppo delle importazioni, con particolare riferimento al prodotto stagionato 30 mesi, e una crescente attenzione alla selezione diretta dei caseifici potenziali fornitori".
"Ora - osserva il presidente dell'ente di tutela, Giuseppe Alai - tocca davvero alla UE, nell'ambito dei negoziati TTIP - lavorare per nuove regole che salvaguardino le nostre Dop in un mercato dalle enormi potenzialità, e questa azione deve essere a maggior ragione forte e rigorosa dopo che in meno di un anno - tra embargo Russo, crisi economica e scontro finanziario tra UE e Grecia, i prodotti agroalimentari di qualità hanno subito pesanti colpi, che per il Parmigiano Reggiano corrispondono a 700 tonnellate in meno di export su questi Paesi".
(fonte: ufficio stampa: Consorzio del Parmigiano Reggiano)
Prezzo "a riferimento" del latte industriale per la campagna casearia 2014 - Primo quadrimestre.
Reggio Emilia -
Presso la Camera di Commercio di Reggio Emilia, in conformità a quanto previsto dal nuovo regolamento ed agli accordi interprofessionali, tra le Associazioni dei produttori assistiti dalle Organizzazioni professionali agricole da una parte, gli industriali ed artigiani trasformatori dall'altra, si è pervenuti alla determinazione - a valere per tutta la provincia di Reggio Emilia - del prezzo del latte ad uso industriale conferito ai caseifici nel periodo 1/1 –30/04/2014 nella misura di:
€ 44,75 il q.le, IVA compresa e franco stalla
Il pagamento del latte sarà corrisposto: 60 giorni dalla pubblicazione (30 giugno 2015)
(fonte CCIAA Reggio Emilia 30 giugno 2015)
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