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Mercoledì, 18 Settembre 2019 16:20

Parma - Il degrado del Parco di Via Milano - FOTO

Queste fotografie testimoniano la situazione di degrado del Parco dei Vetrai di via Milano. A mandarle è Matteo che a nome degli gli abitanti del quartiere San Leonardo di Parma ci scrive: "Innumerevoli volte è stato segnalato il problema agli organi competenti ma purtroppo non è cambiato nulla. Chiediamo un reale e concreto interessamento per il quartiere S. Leonardo perché ormai i residenti sono stremati."

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9-18-26-43-60-79 - Jolly 57 - SuperStar 35: questi sono i numeri vincenti di martedì 17 settembre 2019, grazie ai quali il fortunato giocatore della provincia di Parma si è aggiudicato il jackpot da 66,4 milioni di euro.

Grande festa a Basilicagoiano, nella frazione di Montechiarugolo, dove è stata giocata la schedina contenente i sei numeri vincenti della combinazione grazie a una schedina precompilata da 5 euro, acquistata presso la ricevitoria “Tabacchi e non solo” di via Parma 61.

E ora in paese non si parla che del vincitore, per capire chi possa essere il fortunato.

La vincita del jackpot di ieri sera è la numero 122 della storia del Superenalotto ed è avvenuta a poche settimane da quella di 209 milioni di Lodi, entrata nella storia come la più alta di sempre.

L’Emilia Romagna raggiunge quota 13 vincite del jackpot, confermandosi terza nella classifica delle regioni più fortunate con i premi del Superenalotto, preceduta da Campania con 18 e Lazio con 16. 

Nella provincia di Parma, un altro jackpot era stato sbancato il 9 febbraio 2010: in quell'occasione il premio fu di 69,5 milioni di euro.

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Nella mattinata odierna il Questore di Modena ha ricevuto i cinque Vice Ispettori della Polizia di Stato, vincitori di concorso interno, rientrati a Modena dopo aver frequentato l'11° corso di formazione, della durata di tre mesi, presso la Scuola della Polizia di Stato di Piacenza e il C.A.P.S. di Cesena.

Nel dare il benvenuto ai neo Vice ispettori, il dott. Agricola ha espresso le più vive congratulazioni, augurando loro un buon lavoro.

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Nella giornata di ieri, personale del Commissariato di P.S. di Carpi, nell’ambito di mirati servizi ha effettuato, con l’ausilio della Polizia Municipale, controlli in otto appartamenti locati a cittadini stranieri, dove era stata segnalata la presenza di occupanti non in regola con le norme in materia di immigrazione

L’attività svolta ha permesso di identificare 14 persone, di cui 12 stranieri e 3 con precedenti di Polizia.

Nel corso del predetto servizio è stata contestata ad un cittadino di nazionalità pakistana la violazione di cui all’art. 7 del Decreto legislativo 286/98 e successive modifiche ed integrazioni, per aver ospitato, oltre le 48 ore, un connazionale, senza averne dato comunicazione alla Autorità di P.S..

In uno degli appartamenti controllati, ricavato al piano terra di un condominio, è stato rilevato un abuso edilizio in quanto era stata variata la destinazione d’uso da ufficio/magazzino ad abitazione. Per tale violazione procederà il locale Comando Polizia Municipale.

Complessivamente sono state identificate 66 persone, di cui 29 di nazionalità straniera, e controllate 12 veicoli.

 

 

 

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Emersa una storia di abusi e violenze. Il 39 enne era stato accompagnato dallo stesso aguzzino al pronto soccorso dell’ospedale di Mirandola lo scorso 3 settembre, ma le sue condizioni erano così gravi che era stato trasferito al Ramazzini di Carpi, dove aveva subito tre interventi e dove è ancora ricoverato per una sepsi. La Polizia è riuscita a ricostruire una brutta storia di abusi e violenze, sessuali, fisiche e psicologiche che andavano avanti da anni. 

Mirandola (MO) –

Svolta nella vicenda dell’uomo di 39 anni, residente a Mirandola, che lo scorso 3 settembre era stato ricoverato in ospedale con lesioni gravissime in seguito a una violenza sessuale, che, secondo il suo racconto, era avvenuta in un parco nel ferrarese.

A portarlo al pronto soccorso dell’ospedale di Mirandola era stato proprio il suo carnefice, un 38 enne di origine napoletana, proprietario della casa che il mirandolese aveva preso in affitto e titolare della ditta di tinteggiature dove la vittima lavora.

Le condizioni dell’uomo, arrivato al nosocomio mirandolese sanguinante e quasi incapace di muoversi, avevano reso necessario il trasferimento al Ramazzini di Carpi, dove era stato sottoposto a ben tre interventi chirurgici ed è tutt’ora in cura per una sepsi. Non solo, nel corso del ricovero, sono emerse diverse “cicatrici” agli organi interni e una frattura pregressa a un braccio. 

Solo quando l’uomo si è risvegliato dal coma farmacologico, gli inquirenti del Commissariato di Mirandola e della Squadra Mobile sono riusciti a parlare con lui, ma anche con amici e conoscenti dell’uomo. Piano piano è emerso un quadro sconcertante, una storia di violenza psicologica, fisica e sessuale che legava la vittima al suo carnefice e datore di lavoro e che durava da almeno 24 mesi

Pare, infatti, che il 39 enne fosse completamente succube del suo padrone di casa e datore di lavoro, che non solo sfogava sistematicamente su di lui i peggiori istinti, ma era arrivato a manovrare completamente la sua vita. Non solo non gli pagava gli stipendi dovuti, ma amministrava il denaro della vittima, controllandone ogni aspetto dell’esistenza, acquistando sigarette e alimenti a sua discrezione. 

A conclusione delle indagini svolte dalla Polizia di Stato, coordinata dal sostituto procuratore Francesca Graziano, nei confronti del 38 enne è scattata la custodia cautelare in carcere con l’accusa di lesioni personali gravissime, maltrattamenti e violenza sessuale. La vittima, invece, è ancora ricoverata in ospedale dove sta proseguendo le cure per le lesioni interne e l’infezione, particolarmente estese. Difficile curare invece, le ferite dell’anima. Intanto, continuano le indagini per ricostruire questo rapporto “malato” tra vittima e carnefice e fare emergere ulteriori particolari che potrebbero aggravare la posizione del 38 enne arrestato.

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Una ricerca di nuovi bersagli per combattere i tumori resistenti alle terapie. Importante progetto frutto della collaborazione tra Ospedale Maggiore di Parma e Università, per lo studio sui carcinomi al colon retto.

Parma -

Ha preso avvio da alcuni mesi all’Ospedale Maggiore di Parma un progetto di ricerca per indagare i marcatori molecolari di resistenza dei carcinomi del colon retto alla terapia antitumorale con anti VEGF.

Il progetto è promosso dall'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma e vede il coinvolgimento delle strutture di Oncologia Medica con la dottoressa Francesca Negri quale Principal Investigator, di Anatomia Patologica con il prof. Enrico Maria Silinie del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Parma con i professori Roberto Sala e Giuseppe Pedrazzi.

Il progetto ha l’obiettivo di indagare in vitro nuovi marcatori molecolari utili per una migliore definizione delle caratteristiche dei tumori del colon resistente alla terapia farmacologica (farmaci anti VEGF, fattore di crescita dell'endotelio vascolare). 

Si tratta di farmaci a bersaglio molecolare, approvati nel trattamento del carcinoma colorettale metastatico, che legandosi al VEGF bloccano la crescita di nuovi vasi sanguigni (angiogenesi). Come nel caso di altre terapie a bersaglio molecolare, anche per i farmaci antiangiogenetici, dopo un periodo variabile di trattamento, possono insorgere fenomeni di resistenza, ossia di mancata risposta alla terapia.

Con lo studio si intende indagare i meccanismi potenzialmente coinvolti nella resistenza al trattamento con farmaci anti VEGF per migliorare le conoscenze in merito ai tumori colorettali ed alla loro prognosi ed intraprendere nuovi approcci terapeutici specifici per la cura della malattia.

L'associazione SNUPI (Sostegno Nuove Patologie Intestinali), nata a sostegno della Gastroenterologia e Endoscopia Digestiva diretta dal prof. Gian Luigi de' Angelis e che da anni è al fianco di pazienti affetti da patologie intestinali, ha messo a disposizione un contributo pari a 11mila euro a favore del progetto di ricerca.         

Alla conferenza di presentazione del progetto e della donazione erano presenti i professionisti che stanno portando avanti la ricerca insieme al direttore di Gastroenterologia ed endoscopia digestiva, oltre al direttore dell’Oncologia medica Francesco Leonardi, al direttore sanitario dell’ Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma Ettore Brianti e al direttore generale del Maggiore Massimo Fabi che ha sottolineato il valore che portano le associazioni alla comunità ospedaliera quando sostengono progetti di ricerca che coinvolgano tante specialità e soprattutto giovani ricercatori “siete voi il carburante di un ospedale che vuole migliorare continuamente le cure per i pazienti”, ha concluso Fabi rivolgendosi a loro.

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Martedì, 17 Settembre 2019 14:02

Modena, trovato cadavere nel Parco delle Rimembranze

L’uomo, di circa 40 anni, era steso a terra sull’erba. Inutile l’intervento del 118 che ha potuto solo costatarne il decesso. Sul posto anche la Municipale. Si indaga sulle cause della morte.

Modena -

Il corpo senza vita di un uomo di età apparente di circa 40 anni, è stato rinvenuto questa mattina attorno alle 11 nel Parco delle Rimembranze, nei prezzi dei giochi per bambini, tra via Fogliani e l’area verde.

Inutile l’intervento del 118. I sanitari, giunti sul posto, non hanno potuto far altro che constatarne il decesso, avvenuto non molto tempo prima. Sul posto anche la Municipale, che ha circoscritto l’area del ritrovamento del cadavere, in attesa degli accertamenti di rito, che dovranno fare luce sulle cause della morte. 

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Presso gli uffici della Questura di Parma sono custodite due biciclette. Di seguito le foto delle biciclette in questione. I legittimi proprietari potranno presentarsi presso l'Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico di Parma (tel. 0521/219546), muniti della relativa denuncia di furto, per ottenerne la restituzione.

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QUESTURA DI PARMA
Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico
Tel. 0521/219546

 

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È stata la ragazza, da poco maggiorenne, a trovare il coraggio di denunciare il genitore, un operaio di origine straniera. Per lui è scattata la custodia cautelare per pregressi abusi sulla figlia da quando aveva 13 anni.

Sassuolo(MO) –

Non voleva che la figlia, da poco maggiorenne, frequentasse un ragazzo italiano. Per questo un 51 enne di origine straniera, operaio nel distretto ceramico, l’aveva “punita” picchiandola con un tubo di gomma, costringendola a ricorrere alle cure dei sanitari. I fatti risalgono a un mese fa, ma la ragazza non si è lasciata intimorire e ha denunciato il genitore.

I Carabinieri, a cui la giovane si è rivolta, hanno ascoltato il suo racconto, dal quale sono emersi particolari sconcertanti, fatti di abusi e violenze fisiche e sessuali, che la ragazza era stata costretta a subire dal padre da quando aveva solo 13 anni. 

Sono quindi scattati gli accertamenti, a conclusione dei quali il giudice ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica Monica Bombana, nei confronti del 51 enne per maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale.

L’uomo è quindi stato arrestato e trasferito nel carcere di Sant’Anna.

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Questa mattina, i militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Parma hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Parma a seguito di richiesta della locale Procura della Repubblica, per i reati associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale ed alle false fatturazioni.

La misura cautelare ha riguardato tre imprenditori parmigiani F. G., D. F., G. G., operanti nel settore dell’impiantistica industriale. È stato inoltre disposto il sequestro per equivalente, fino a concorrenza delle imposte evase, per oltre 10.000.000 di euro, su conti correnti, depositi e su circa novanta immobili riconducibili agli indagati.

Nel complesso, sono indagate trentanove persone per i reati di associazione per delinquere finalizzata all'emissione di fatture per operazioni inesistenti, alla dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti inesistenti, alla omessa dichiarazione, all’occultamento o distruzione di scritture contabili.

Le indagini di polizia giudiziaria e tributaria, svolte dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Parma, hanno avuto origine da un'attività di verifica fiscale in materia di imposte sui redditi, I.V.A. ed LR.A.P., avviata nei confronti del Consorzio MTI, con sede amministrativa a Parma, attiva nel settore metalmeccanico e nella fornitura di manodopera specializzata nelle lavorazioni meccaniche, con consistenti rapporti commerciali con società di primario livello nazionale ed internazionale, aventi sede nelle province di Parma e di Reggio Emilia.

La parallela esecuzione da parte delle Fiamme Gialle, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Parma, di una mirata attività di polizia giudiziaria, sviluppata mediante tecniche di investigazione quali intercettazioni telefoniche ed ambientali, perquisizioni e sequestri, escussioni testimoniali, attività di osservazione, pedinamento ed appostamento, ha consentito di ricostruire puntualmente l’architettura della frode e lo schema delle società coinvolte e di individuare gli amministratori di fatto delle società interessate, delineando compiutamente ruoli e (allo stato degli atti) responsabilità di ciascuno.

Gli imprenditori ideatori dell’articolato sistema di frode hanno infatti utilizzato lo schermo del consorzio e delle società consorziate, intestati a meri prestanome (a parte una società consorziata avente una struttura amministrativa ed operativa realmente esistente), per ottenere nel tempo, a danno dell’Erario, indebiti benefici e sostanziali risparmi finanziari in termini di imposte sui redditi ed I.V.A., con un conseguente vantaggio competitivo nei confronti degli altri players operanti nel medesimo segmento di mercato. L’utilizzo di tali meccanismi fraudolenti ha infatti permesso di fornire, forza lavoro a prezzi fuori mercato. Il risparmio finanziario ottenuto dall’evasione delle imposte ha permesso al gruppo di proporre i propri servizi ai committenti a prezzi altamente concorrenziali e di aggiudicarsi commesse di grande importanza, ottenute da aziende multinazionali che esternalizzano il ricorso alla manodopera specializzata.

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