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Giovedì, 03 Aprile 2014 07:25

Disfatta del Parma, contro la Roma termina 4-2

 

 

 

 

Il recupero della 22^ giornata di campionato è andato ai giallorossi. 

Parma, 2 aprile 2014 – di Maria Caterina Viscomi

Parma di scena all’Olimpico di Roma per la seconda volta in quattro giorni: dopo la sconfitta ottenuta domenica contro la Lazio, è il turno della gara da recuperare contro la Roma. Sospesa per maltempo il 2 febbraio scorso all’ottavo minuto di gioco, la partita è ripresa dove era stata interrotta e cioè da una rimessa laterale per i padroni di casa. Ad arbitrare è sempre De Marco.
I precedenti storici favoriscono i secondi in classifica: nei 45 scontri passati, 27 sono andati a loro, solo 9 agli emiliani, 9 anche i pareggi. Tra le fila giallorosse sono assenti Strootman e Nainggolan, alla corte di Donadoni mancano invece due pilastri di questa stagione: Cassano e Paletta.
Tutto si decide nei primi minuti del match: ad aprire le marcature è Gervinho (12’) che mette la palla dentro dopo il palo del compagno Mattia Destro. Due minuti dopo all’ivoriano viene (giustamente) annullato un goal, seguito immediatamente dalla rete del Parma, siglata da Acquah (15’). Il pareggio dura un istante e stavolta è il capitano della Roma a poter esultare (16’). Il primo tempo è equilibrato ed entrambe le formazioni si mostrano capaci di dare spettacolo. La ripresa comincia con un goal di Pjanic (49’) che nel giorno del suo compleanno si regala una bellissima rete di piatto. Ma i giallorossi non si accontentano e all’83 calano il poker con Taddei che di testa concretizza un corner. Sul finire Donadoni prova il tutto per tutto e sostituisce Parolo con Josè Mauri e Schelotto con Palladino; è però il solito Biabiany ad accorciare, seppur inutilmente, le distanze (90’).
Nonostante una buona prestazione da entrambe le parti, il Parma incassa la terza sconfitta consecutiva dopo la striscia di 17 risultati utili. Il prossimo impegno dei gialloblù è quello di domenica sera contro il Napoli. 

 

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Lunedì, 31 Marzo 2014 08:17

Tris di sconfitte per le emiliane

 

 

31^ giornata di campionato, tris di sconfitte per le emiliane

La squadra di Donadoni perde 3-2 in casa Lazio. Ira  di Di Francesco per il “caos Rizzoli” a Reggio.

Parma, 30 marzo 2014 – di Maria Caterina Viscomi

È la terza partita in otto giorno e la stanchezza si fa sentire. A cominciare dal Parma che non approfitta della crisi della Lazio e del clima teso tra tifosi e dirigenza per vincere in un Olimpico deserto, simbolo della contestazione contro il presidente Lotito. È una sfida importante per entrambe le formazioni ai fini dell’Europa League: la vittoria dei biancocelesti per 3-2 ha permesso alla formazione guidata da Edy Reja di raggiungere quota 45 e di accorciare le distanze dal sesto posto occupato dai ducali, fermi da due turni a 47 punti. Grandi assenti: Ledesma ed Amauri.
La prima rete che porta in vantaggio i padroni di casa è siglata dall’eroe del 26 maggio (data della storica finale di Coppa Italia contro la Roma), Senad Lulic (15’); nove minuti dopo, il Parma ottiene il pareggio con il francese Biabiany che va a segno di testa. Nella ripresa è Miro Klose a riportare i capitolini in vantaggio (67’): cross perfetto di Lulic per il tedesco che con un tiro chirurgico spiazza Mirante, segnando il suo settimo goal in questa stagione. L’ingresso in campo di Palladino a rilevare Schelotto è una boccata d’ossigeno per gli ospiti: è lui a creare le premesse per l’autorete del difensore biancoceleste Ciani (81’) che confonde Marchetti e manda la palla tra i suoi pali. Gli ultimi minuti di gioco sono schizofrenici ed entrambe le formazioni rischiano di segnare il terzo goal, prima i laziali con il giovane ex-Barcellona Keita e poi i crociati con Munari; sullo scadere ci provano sia Klose sia Palladino. A chiudere il match è l’esterno della nazionale, Antonio Candreva, che raccoglie una conclusione di Keita e non perdona (93’).
È la seconda sconfitta consecutiva per i crociati che, ancora in corsa per l’Europa, sentono il fiato sul collo da parte di Atalanta e Lazio. Fondamentali diventano le ultime otto gare di campionato, a partire da quella contro la Roma, che sarà recuperata mercoledì 2 aprile.
Migliori in campo: Biabiany (Parma) – Lulic (Lazio)
Peggiori in campo: Lucarelli (Parma) – Marchetti (Lazio)

Al Mapei Stadium, il Sassuolo trova la sconfitta contro la Roma di Rudi Garcia: primo tempo a tinte giallorosse, nonostante la prestazione di una squadra che lotta per la salvezza. Secondo tempo decisamente migliore per i neroverdi che, tuttavia, perdono troppi palloni in maniera ingenua e che non riescono mai a concretizzare. Più che per la sconfitta, il rammarico è per un episodio da valutare: al 36’ Benatia trattiene l’attaccante emiliano Sansone che poco dopo si trova a terra. L’arbitro Rizzoli (unico italiano della categoria ad andare ai mondiali in Brasile) fischia il rigore, ma in seguito a una consultazione di circa sette minuti con il guardalinee e con i giocatori stessi fa retromarcia: niente undici metri per il Sassuolo. Ai microfoni di RaiSport, mister Di Francesco ha mostrato il suo dissenso nei confronti della decisione arbitrale, affermando che in più occasioni la sua squadra non è stata tutelata e che sono questi episodi a decidere la stagione. A regalare la vittoria alla Roma i goal di Destro e Bastos. La vera tragedia è stata però la morte di un tifoso emiliano, colto da un malore poco prima del fischio d’avvio: portato all’ospedale di Reggio, non ce l’ha fatta.
Migliori in campo: Sansone (Sassuolo) – Destro (Roma)
Peggiori in campo: Biondini (Sassuolo) – Gervinho (Roma)

Nell’anticipo di sabato al Dall’Ara, l’Atalanta ha ottenuto la sesta vittoria consecutiva contro un Bologna che è ormai l’ombra di se stesso. Il match è già deciso nel primo tempo, quando arrivano le due reti che valgono i tre punti: il merito va al giovanissimo De Luca (4’) e a Estigarribia che di sinistro segna un bellissimo goal. Bravi gli orobici a chiudere la partita nella prima metà della gara, senza lasciare spazi agli avversari. I rossoblù continuano a non brillare: sono pochissime le occasioni costruite, zero quelle concretizzate ed a nulla servono gli ingressi in campo di Ibson e Cristaldo. Il digiuno di reti su azione dura ormai da 686 minuti, troppi per una squadra che vuole salvarsi. Di fronte a una formazione spenta, si è accesa la contestazione dei tifosi bolognesi nei confronti della presidenza di Guaraldi e dei giocatori stessi, sinora appoggiati nonostante i risultati.
Migliori in campo: Christodoulopoulos (Bologna) – De Luca (Atalanta)
Peggiori in campo: Natali (Bologna) – Livaja (Atalanta)

 

 

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A Torino è polemica per un rigore non dato. Sassuolo e Bologna ad un passo dalla B -


Parma, 27 marzo 2014 – di Maria Caterina Viscomi


Nella 30^ giornata di campionato gli occhi di tutti sono stati puntati sul big match Juventus-Parma, due delle squadre più in forma di questa stagione: la prima imbattuta da 5 gare, la seconda con una striscia di 17 risultati utili consecutivi. È proprio la capolista, con una doppietta dell'Apache Tevez, a fermare la corsa dei crociati. I bianconeri sono propositivi per tutto il match, in tutti i settori di gioco; il primo brivido di paura attraverso però la schiena dei tifosi di casa, quando al 17' Molinaro sporca un pallone vicissimo alla porta: l'ex gialloblù Buffon salva il risultato, sbloccato al 25' dal numero 10 della Juventus, attuale capocannoniere con 18 reti. Tevez implacabile sfugge sia a Felipe sia a Paletta e trova il goal; inoltre non passano dieci minuti che l'argentino regala ai suoi il raddoppio. Nella ripresa i ducali si scrollano di dosso il torpore e tentano di reagire: ad accorciare le distanze ci pensa Molinaro (62'), sicuramente uno dei migliori in campo tra gli ospiti. Ma il Parma decide che vuole soffrire ulteriormente, così Amauri si fa espellere colpendo in pieno viso l'ex compagno di squadra e di nazionale Chiellini. I ducali continuano a lottare per tutta la gara, con Paletta a chiudere costantemente un gigante come Llorente e con Biabiany deciso a sfruttare ogni pallone. Ai ducali rimane l'amaro in bocca per non aver giocato a viso aperto sin dall'inizio e per qualche episodio sospetto: all'88' Donadoni reclama il rigore per un contatto in area tra Parolo e Bonucci, rigore che avrebbe potuto cambiare le sorti della partita. Polemiche anche per un colpo non proprio delicato di Tevez su Paletta, sanzionato con un semplice giallo.
Perdono anche Sassuolo e Bologna, rispettivamente contro Sampdoria e Chievo. 
Nonostante i dati storici siano dalla parte dei felsinei, battuti solo una volta dagli scaligeri nelle ultime cinque sfide, stavolta la vittoria è andata ai veneti, grazie alle reti di Alberto Paloschi e di Rigoni. Le due compagini partono con il 4-1-2-1-2, con davanti le coppie Bianchi-Acquafresca e Paloschi-Obinna. 
Nei primissimi minuti le squadre sono impalpabili, ma ci pensa un fallo di Garics su Rubin a dare la marcia in più ai padroni di casa che al 7' minuto ottengono il calcio di rigore, battuto dal numero 43: nonostante Curci capisca le intenzioni dell'ex crociato, la palla buca la rete. Nel primo tempo nessuna formazione riesce a mantenere continuità nel dominio e le occasioni si presentano ora da una parte, ora dall'altra. 
Anche l'avvio della ripresa è ad alternanza: al 46' gli emiliani rischiano di andare sotto di due reti grazie a una conclusione di Obinna, subito dopo è Bianchi a far tremare la porta di Agazzi. Il copione si ripete: provano i clivensi con Cesar, rispondono i ragazzi di Ballardini con Acquafresca e Khrin, che su cross di Christodoulopoulos, inspiegabilmente manca la rete. I minuti successivi sono da dimenticare per i rossoblù: i veneti chiudono il match 3-0 con la doppietta di Paloschi (78') e il goal di Rigoni prima del recupero (89').
Nulla da fare neanche per il Sassuolo, che perde in casa contro la Sampdoria e che non riesce a ripetere l'impresa del girone d'andata, terminata 3-4 per i neroverdi, che trovavano la loro prima vittoria in trasferta in serie A. Gli emiliani partono con il piede sbagliato e già dopo una manciata di secondi subiscono il goal siglato da Sansone, grazie anche ad un maldestro errore di Pegolo. Il Sassuolo non manca certo di coraggio e prova a riprendere in mano la situazione: a dare una speranza è soprattutto il centrocampo (al quale vanno i voti più alti in questa giornata). Il momentaneo pareggio porta il nome di Longhi (16'), che può festeggiare la sua prima rete nel massimo campionato italiano. Da qui in poi sono i blucerchiati a volere maggiormente i tre punti e si vede: è Okaka a chiudere il match, regalando la salvezza matematica ai suoi. Traballa invece il Sassuolo, rimasto a 21 punti al penultimo posto in classifica. Nemmeno il rientro in campo di Domenico Berardi, dopo tre giornate di squalifica, è servito a mister Di Francesco. Ora il cammino per restare in A diventa sempre più difficile.

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I ducali raggiungono l’Inter a 47 punti. Prima sconfitta del “Di Francesco bis”

Parma, 23 marzo 2014 – di Maria Caterina Viscomi

Giornata “spezzatino” per le squadre emiliane nella 29^ giornata di campionato.
Alle 12.30 apre il Parma con la sfida contro il Genoa, reduce da un’ottima prestazione contro la capolista Juventus; Donadoni si affida al consolidato tridente Schelotto-Amauri-Cassano, mentre Gasperini punta tutto su Konate-Calaiò-De Ceglie, lasciando in panchina l’ex gialloblù Alberto Gilardino. Parte bene la formazione di casa, che chiama Perin agli straordinari sin dai primi minuti, con Gobbi (3’) e Schelotto (5’). Poco dopo l’infortunio di Matuzalem, costretto a lasciare il campo, sono proprio gli ospiti a sbloccare la situazione: al 21’ su assist di Konate, Cofie batte Mirante e porta i suoi in vantaggio con la sua prima rete stagionale. A pareggiare i conti al 31’ è El Galgo Schelotto, ormai una certezza per mister Donadoni e per i compagni. Per il resto del match è più Parma che Genoa; tuttavia i crociati non riescono a trovare il goal del raddoppio e si devono accontentare di un solo punto. Non concretizzano né Parolo, che da 30 metri sbaglia di poco, né Munari che nella ripresa ha l’occasione più ghiotta dei novanta minuti: al 50’ capitalizza una respinta sbagliata degli avversari, ma la palla trova i legni. La gioia del goal non arriva neanche per Amauri che verso la fine della gara prova inutilmente a segnare di testa.
Il risultato soddisfa maggiormente il Genoa; il Parma, invece, può ringraziare l’Atalanta che, sconfiggendo l’Inter, gli ha permesso di raggiungere la formazione di Mazzarri a quota 47. Il grifone si conferma bestia nera per i ducali: nelle ultime nove gare i crociati avevano vinto solo una volta e pareggiato in ben cinque gare.

Spreca una buona occasione per conquistare un punto utilissimo per la salvezza, invece, il Sassuolo che in casa dell’Udinese trova la sconfitta, firmata dalla rete di Totò Di Natale al 26’ del primo tempo. I friulani scendono in campo con il 3-5-1-1, mentre gli emiliani con il 4-3-3 e una novità nel tridente: Farias al posto di Sergio Floccari, entrato in corso di gara per sostituire l’infortunato Floro Flores. La partita comincia nervosamente ed è ricca di falli da entrambe le parti: nei primi quarantacinque minuti di gioco l’arbitro estrae tre cartellini gialli ed assegna un rigore a favore dell’Udinese: dal dischetto Di Natale sbaglia clamorosamente con un tiro troppo alto (36’). Al 72’ sono i neroverdi ad avere la possibilità di raddoppiare dagli 11 metri; Pinzi commette fallo in area e Peruzzo non può che dare il penalty, sprecato da Floccari che spiazza l’avversario ma prende il palo. Il Sassuolo prova a rifarsi prima con Zaza e poi con lo stesso numero 9, ma è tutto inutile.
Ospiti pressoché inesistenti per tutto il match e partita da spettatore non pagante per il portiere dell’Udinese, Scuffet. 

Torna a vincere il Bologna che conquista tre punti importanti che gli permettono di scongiurare per ora il rischio retrocessione, superando in classifica Livorno e Chievo. È una vittoria fondamentale per la squadra di Ballardini, resa possibile da un rigore battuto al 78’ dal greco Christodoulopoulos. È lui l’uomo-partita che, oltre a decidere il match, si mostra insidioso in diverse conclusioni; l’occasione per il vantaggio è al 43’, quando con un tiro pericolosissimo mette in difficoltà l’estremo difensore sardo che per un soffio mette in corner. Ottima l’intesa con Acquafresca, altra mina vagante della giornata, che ripetutamente si avvicina alla rete, trovando Avramov o i pali ad ostacolarlo.
Tra gli avversari ad impegnare il numero uno Curci, che si fa trovare sempre pronto, sono soprattutto Pinilla e Perico. Nulla da fare per il Cagliari che non vince a Bologna da gennaio 2010.

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Domenica, 23 Marzo 2014 15:00

Ermes Fulgoni, un parmigiano a Tokyo

 

 

Il preparatore dei portieri e “scopritore” di Buffon racconta la sua esperienza in Giappone

Parma, 23 marzo 2014 – di Maria Caterina Viscomi - 

Tra i tanti italiani che negli ultimi tempi hanno deciso di lasciare l’Italia per intraprendere un’avventura all’estero c’è anche lui, Ermes Fulgoni. La sua, però, non è la solita fuga di chi non trova lavoro o non si sente apprezzato nel proprio Paese: sì, perché Ermes ha avuto modo di dare il suo contributo all’Italia e di questo gli saranno sempre grati gli amanti del calcio.
Parmigiano, classe 1948, portiere per lungo tempo nelle serie minori, Fulgoni ha il merito di aver scoperto e lanciato Gigi Buffon: in qualità di preparatore è stato lui ad intuire, quando l’attuale numero uno della Juventus e della Nazionale aveva solo tredici anni, le sue doti ed a prevedere che sarebbe diventato «il più forte portiere dei prossimi trent’anni». Di anni ne sono passati più di venti e la previsione sembra essere stata giusta.
Fulgoni, invece, da gennaio si trova in Giappone, precisamente a Tokyo, dove ha seguito mister Massimo Ficcadenti alla guida del FC Tokyo per proseguire quell’intesa nata nella stagione 2010/2011 al Cesena e rinforzata in quelle 2011/12-2012/2013 al Cagliari. Il suo nome non deve essere suonato nuovo alle orecchie degli addetti ai lavori nipponici, in quanto già in precedenza il nostrano Pigmalione dei portieri aveva già avuto modo di lavorare con l’Omiya Ardija, altra squadra della J League, dove allora militava Eiji Kawashima, estremo difensore della nazionale giapponese, che per molte estati si è recato proprio da Fulgoni per la preparazione atletica.
Tra un aneddoto e l’altro su lingua, cibo e bacchette, Ermes ha risposto ad una breve intervista fatta da un altro parmigiano, Alessandro Rosati, per la nostra testata, nella quale racconta la sua esperienza di italiano all’estero, passando ovviamente dal calcio che lo ha reso un’eccellenza parmigiana nel mondo. Non mancano i giudizi sui portieri del futuro: chissà che la sua “benedizione” non porti fortuna anche a loro.


Di seguito l’intervista.

Lo vedi in campo ad allenare i suoi allievi con l’entusiasmo di quando, diversi anni fa, allenava Gigi Buffon. E lui, Ermes Fulgoni, di esperienza maturata quale preparatore dei portieri ne ha davvero tanta. Lo incontriamo al termine dell’allenamento della prima squadra di Tokyo e lui, con il suo fare sempre garbato, si presta volentieri al fuoco di fila delle domande.  

Qual è stata la prima cosa che hai pensato in Italia quando mister Ficcadenti ti ha comunicato che sarebbe venuto in Giappone ad allenare?

Non sono stato sorpreso dalla sua scelta in quanto sapevo che voleva a tutti i costi provare un’esperienza giapponese e quindi quando ha avuto l’occasione non se l’è fatta sfuggire. 

Sono due mesi che sei qui in Giappone, “un altro mondo”: te lo aspettavi così e che cosa ti piace e non ti piace del Giappone?

Sì, me lo aspettavo così; mi piace la gente perché qui ti puoi fidare davvero di tutti e c’è il massimo rispetto per tutti. Su ciò che non mi piace non saprei cosa dire, forse solo la lontananza dall’Italia.

In Italia avevi ospitato per allenarsi con te il portiere della nazionale giapponese Kawashima. Che caratteristiche tecniche e fisiche hanno i portieri giapponesi?

Fisicamente sono preparati abbastanza bene, ma non hanno la fantasia, sono troppo schematici. Bisogna lavorare sulle situazioni di gioco e per togliere loro la rigidità.

Sono diversi i tuoi metodi di allenamento rispetto a quelli giapponesi?

Sì, da quello che ho potuto vedere sono diversi perché i loro sono molto schematici e troppo precisi; questo non aiuta a superare i difetti dei loro portieri.

Consiglieresti ad un tuo collega l’esperienza nipponica?

Sì, sono certo che per lui sarebbe una crescita professionale e umana, ma prima bisogna assolutamente imparare la lingua.

Consiglieresti ad un portiere italiano il campionato giapponese?

Sì, perché i portieri italiani hanno fantasia e si troverebbero molto bene qui, dove invece è tutto schematico.

Sei qui da due mesi e vivi solo: cosa ti manca dell’Italia, oltre alla famiglia?

Gli amici e la città di Parma.

Te la cavi con le bacchette?

Perfettamente e devo dire che gli amici giapponesi si sono stupiti perché ho imparato così in fretta.

Cosa ti piace della cucina giapponese? 

È una cucina che ti fa mantenere in forma e se devo scegliere dico verdure e carne: veramente squisite.

Sei stato tra i primi preparatori dei portieri in Italia e ne hai allenati del calibro di Buffon, Sirigu, Agazzi e Pegolo: qual è la principale caratteristica che deve possedere un portiere? 

La personalità. E poi devono essere svegli, reattivi a capire le nuove situazioni di gioco e magari non essere troppo istintivi.

È cambiato il tuo modo di allenare dai tempi di Parma ad oggi?

No, è ancora più o meno lo stesso; d’altronde perché dovrei cambiare visti i risultati ottenuti?

Per concludere due nomi di portieri, uno italiano e uno giapponese sui quali punteresti ad occhi chiusi per un futuro radioso.

Tra gli italiani dico Silvestri del Cagliari, mentre tra i giapponesi dico Gonda del Tokyo che alleno giornalmente e che secondo me ha tutto per diventare un grande portiere.

 da Sinistra Gonda Fulgoni e Rosati

 

 

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I crociati espugnano Milano. I neroverdi non vincevano dal 12 gennaio

Parma, 16 marzo 2014 – di Maria Caterina Viscomi

Nel giorno della contestazione dei tifosi rossoneri, il Parma ottiene altri tre punti importanti, conquistando il sedicesimo risultato utile consecutivo. Parte male la formazione di casa che, dopo soli cinque minuti di gara, si trova in inferiorità numerica per un fallo del numero uno Abbiati su Schelotto. L’arbitro Meli alza il cartellino rosso per il portiere rossonero, sostituito dal collega Amelia, e dà il rigore agli emiliani: all’8’ Antonio Cassano porta i suoi in vantaggio spiazzando l’avversario. I padroni di casa non si lasciano scoraggiare e cercano il pareggio con Balotelli che al 18’ trova i pali e che diventa in più occasioni oggetto di fischi da parte della Curva Sud. Non ci sono altre particolari azioni da segnalare nel primo tempo: per il Milan sono buone le prestazioni di Bonera ed Amelia, ostacoli principali di Biabiany, Cassano e Schelotto.
Il secondo tempo comincia com’era iniziato il primo, con Cassano che punisce il Milan raccogliendo un cross di Acquah (51’). Quello che segue è un botta e risposta tra le due squadre in cui provvidenziali si rivelano i cambi attuati dai due allenatori: cinque minuti dopo il momentaneo 2-0 del Parma, il neo-entrato Rami accorcia le distanze (56’). Poco dopo i tifosi rossoneri possono ringraziare l’ex Donadoni che al 72’ richiama in panchina Marchionni, sostituito da Obi; è proprio questo a commettere il fallo su Montolivo con il quale Meli regala generosamente gli undici metri ai padroni di casa: dal dischetto Balotelli trova la rete del pareggio (76’). L’esultanza dura il tempo di un soffio e ancora una volta è un neo-entrato a rendersi protagonista: Amauri, su assist di uno scatenato Schelotto, non delude e segna una rete da manuale con un bellissimo colpo di tacco (78’). I ducali non si accontentano e continuano a lottare; nei cinque minuti di recupero il Parma chiude la partita con Biabiany di testa, calando un poker pesantissimo in casa Milan.
È un ottimo Parma, anche senza l’infortunato Gargano e lo squalificato Paletta. La formazione di Donadoni raggiunge quota 46 punti e ipoteca virtualmente il quarto posto, avendo una partita in meno rispetto a Inter e Fiorentina. Esaltante tutto l’attacco gialloblù con un Cassano da nazionale. Chissà che non arrivi anche per lui la convocazione di Prandelli, presente in tribuna.

Le pagelle: Mirante 6 – Cassani 6,5 – Felipe 6 – Lucarelli 6,5 – Molinaro 6,5 – Acquah 6,5 (80’ Munari 6) – Marchionni 5 (72’ Obi 5,5) – Parolo 6 – Biabiany 6,5 – Cassano 7,5 (63’ Amauri 6,5) – Schelotto 6,5

Vittoria casalinga per il Sassuolo che torna a fare tre punti dopo ben otto gare: l’ultima partita vinta era quella contro il Milan del 12 gennaio, terminata con uno storico 4-3. Padroni di casa ed ospiti partono con il 4-3-3 e giocano una partita essenziale per la salvezza, essendo rispettivamente all’ultimo e penultimo posto della classifica. Nonostante il grande assente Domenico Berardi, squalificato per tre giornate, scende in campo un Sassuolo vivace che, soprattutto nel secondo tempo, si mostra capace di realizzare tante palle goal. Nei primi quarantacinque minuti di gioco i siciliani sono più propositivi rispetto alla ripresa: subito dopo l’avvio Keko rischia il goal, batte infatti Pegolo, ma trova il palo a negarglielo. Inoltre è proprio nella prima metà della gara che gli ospiti vanno a segno con Bergessio (30’), nonostante i numerosi tentativi degli attaccanti emiliani (Floro Flores al 5’, Sansone al 7’), respinti prontamente da Andujar.
La ripresa si colora invece di tinte neroverdi: il Sassuolo, prima rimasto chiuso nella sua metà campo, si apre e riesce a concretizzare diverse azioni. A regalare il momentaneo pareggio è Zaza, entrato a rilevare Brighi: nulla da fare per l’estremo difensore del Catania di fronte all’attaccante neroverde, servito in maniera esemplare dal compagno Floro Flores. I padroni di casa trovano il ritmo giusto e altre due straordinarie reti, con Missiroli (62’), sempre su cross del numero 83, e con Sansone (44’).  Ottima giornata anche per Floccari che, pur non trovando il goal, impegna più volte Andujar e crea scompiglio nell’area avversaria. Secondo tempo di predominio, dunque, per il Sassuolo che, oltre a ritrovare la vittoria, ritrova il Missiroli trascinatore della scorsa stagione.
Può tirare un sospiro di sollievo Di Francesco, che in due partite ha ottenuto 4 punti ed ha abbandonato l’ultimo posto, lasciandolo proprio allo sconfitto Catania.

Le pagelle: Pegolo 6,5 – Mendes 5 (36’ Gazzola 6) – Cannavaro 6 – Ariaudo 6 – Longhi 5,5 – Brighi 6 (46’ Zaza 7) – Magnanelli 6 – Missiroli 7 – Sansone 6,5 – Floccari 6,5 – Floro Flores 7 (73’ Biondini 6) 

Giornata negativa per la terza squadra emiliana in campo: il Bologna di Ballardini fallisce, infatti, la seconda sfida salvezza consecutiva, stavolta contro il Livorno. In palio tre punti essenziali che vanno nelle casse dei padroni di casa, attualmente fuori dalla zona retrocessione. I felsinei si trovano ora al terz’ultimo posto in classifica con 23 punti, solo due in più del Sassuolo, penultimo della classe, e solo tre in più del Catania, fanalino di coda. Primo tempo scialbo, con i labronici che tutto sommato si mostrano più efficaci e in grado di creare qualche azione in più degli ospiti: all’11’ Paulinho di testa, solo davanti la porta, manca il bersaglio. La ripresa si apre con la rete di Benassi che, in un uno-due con Emeghara, avanza sulla sinistra e piazza la palla tra i pali (46’). Passano poco più di cinque minuti e il Livorno trova il raddoppio con Paulinho che supera Curci e trafigge la porta rimasta vuota. All’81’ i toscani rimangono in dieci per l’espulsione di Mbaye, ma gli emiliani non sfruttano né la punizione né la superiorità numerica. Non ne approfittano neanche quando gli avversari, dopo il doppio giallo ad Emeghara, si trovano in nove uomini. È rigore per i felsinei e Christodoulopoulos dal dischetto accorcia le distanze (85’). Negli ultimi attimi di gara, la formazione di Ballardini prova ad assediare l’area di Bardi, ma è troppo tardi: attacco non pervenuto per quasi novanta minuti.

Le pagelle: Curci 6 – Antonsson 5 (54’ Moscardelli 6) – Natali 5,5 – Mantovani 5,5 – Kone sv (16’ Garics 6) – Perez 5,5 (58’ Pazienza 6) – Khrin 5 – Christodoulopoulos 6,5 – Morleo 6 – Cristaldo 5 – Acquafresca 5

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Bologna-Sassuolo termina a reti inviolate. Crociati in lizza per il quarto posto. Il risultato del Dall’Ara non soddisfa nessuno.

Parma, 9 marzo 2014 – di Maria Caterina Viscomi -

L’Europa sembra non essere più un’utopia a Parma: al Tardini, la tanto attesa euro-sfida tra crociati ed Hellas Verona si è conclusa con la vittoria meritatissima dei padroni di casa, grazie alle reti di Biabiany (19’) e di Schelotto (92’).
Entrambe le squadre partono con il 4-3-3 ed entrambe arrivano al match che vale il sesto posto in classifica con 40 punti, anche se i ducali hanno una partita in meno da recuperare contro la Roma. L’attacco gialloblù è formato da Cassano, Biabiany e Palladino, quest’ultimo al posto di Amauri, mentre nel tridente veronese sono schierati Toni, Iturbe e Jankovic. Sin dai primi minuti il Parma appare decisamente più propositivo e almeno due volte si avvicina al goal, prima con Marchionni (3’) e poi con Cassano (8’): a salvare il risultato è sempre Rafael. Suo, invece, l’errore sul goal di Biabiany che va a segno sporcando un tiro di Gobbi.
Nell’altra metà campo, il più pericoloso è Luca Toni, ostacolato in più occasioni da un ottimo Mirante. Gli ospiti diventano più concreti nella ripresa, quando Donadel e Sala subentrano a Cirigliano e Jankovic, dando maggiore vivacità al gioco. Negli ultimi minuti di gara, il Verona prova a spingere e cerca in tutti modi di ottenere un pareggio che non arriva; i pericoli per la difesa di casa non sono mai reali, in quanto gli avversari peccano di precisione. In pieno recupero, El Galgo Schelotto segna la seconda rete e chiude definitivamente la partita.
Quindicesimo risultato utile consecutivo per il Parma, attualmente in piena corsa per il quarto posto con Fiorentina e Inter e per l’Europa League. Degne di nota sono le prestazioni di Gargano, dalle cui parti non riesce a passare nessuno, del neo-azzurro Paletta, che riesce ad arginare alla perfezione un cliente come Toni, e di Mirante, che chiude a più mandate la sua porta. Non a caso, il portiere crociato partirà proprio domani alla volta di Roma per lo stage della Nazionale, che si terrà nella capitale sino al 12 marzo. Insieme a lui, anche il più giovane Cerri è stato convocato dal ct Prandelli.

Secondo derby in otto giorni per il Sassuolo che, dopo la formazione di Donadoni, si trova a dover affrontare il Bologna in una sfida per la salvezza. Il match, terminato a reti inviolate, nel girone d’andata si era concluso con la vittoria dei neroverdi per 2-1, con i goal di Berardi (rig.), Floro Flores e Diamanti (rig.).
Al fischio d’inizio, Ballardini schiera il 3-5-1-1 con Ibson e Bianchi davanti, mentre Di Francesco piazza il 4-3-3 con tridente formato da Floro Flores, Floccari e Sansone. L’avvio vede le squadre chiuse nelle rispettive metà campo e si svolge senza particolari emozioni; con il passare dei minuti il Sassuolo si apre e tenta di andare a segno: le azioni più pericolose del primo tempo vengono proprio dagli ospiti, con Missiroli che riesce a superare Antonsson e con Sansone che colpisce la traversa (42’). Nella ripresa, la situazione s’inverte ed è il Bologna a mostrarsi più pericoloso soprattutto con il greco Christodoulopoulos, vicino alla rete all’83’ e all’85’. Provvidenziali per il Sassuolo sono Pegolo e Cannavaro.
Partita incolore e poco entusiasmante, giustamente conclusa con un pari. Al Dall’Ara, dunque, Bologna e Sassuolo incassano un punto che né scontenta né soddisfa nessuna delle due formazioni. Unica nota positiva: i neroverdi, alla prima partita del secondo “mandato Di Francesco”, ottengono un risultato utile dopo sette sconfitte consecutive.

I migliori 11 emiliani: Mirante (Parma) – Natali (Bologna) - Paletta (Parma) – Gobbi (Parma) – Cassani (Parma) - Gargano (Parma) – Marchionni (Parma) - Missiroli (Sassuolo) - Biabiany (Parma) – Sansone (Sassuolo) – Cassano (Parma).

 

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Lunedì, 03 Marzo 2014 15:17

Sassuolo, al timone torna mister Di Francesco

Esonerato Malesani: fatale il ko interno con il Parma...


Parma, 3 marzo 2014 - di Maria Caterina Viscomi


Dopo poco più di un mese e cinque sconfitte ottenute in altrettante partite, termina l'avventura di Alberto Malesani sulla panchina del Sassuolo, sulla quale tornerà a sedere l'ex ct Eusebio Di Francesco, esonerato a fine gennaio dopo il 3-1 subito contro il Livorno .
Il compito affidato al tecnico veneto non era affatto semplice e non si può certo dire che il calendario gli sia stato d'aiuto: la formazione emiliana, rivoluzionata con undici nomi nuovi nel mercato invernale, si è infatti trovata ad affrontare cinque avversari situati ai posti alti della classifica (Verona, Inter, Napoli, Lazio, Parma). Malesani diventa così il terzo allenatore, subentrato in corso di campionato, ad aver messo in cassa zero punti in cinque partite, aggiungendosi a Bucchi del Pescara, che l'anno scorso aveva sostituito Cristiano Bergodi, e Passarella, che nella stagione 2001-2002 aveva preso il posto di Renzo Ulivieri sulla panchina del Parma. 
Di Francesco, che ha il merito di aver condotto i neroverdi in serie A, riprenderà le redini di una squadra rimasta, a livello di punteggio, esattamente dove lui l'ha lasciata. La prima sfida che lo rivedrà di nuovo alla guida della Sassuolo è quella di domenica 9 marzo contro il Bologna; nel girone d'andata il match si era concluso con la vittoria dei suoi ragazzi per 2-1.

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Malesani vicino all'esonero, ritorno a Di Francesco? I rossoblù arrivano a quota 22...


Parma, 3 marzo 2014 – di Maria Caterina Viscomi


Giornata piovosa a Reggio Emilia e negli spogliatoi del Sassuolo, ad un passo dalla serie B. Splende invece il sole per il Parma che conquista il quattordicesimo risultato utile consecutivo e, record nel record, centra la quarta vittoria consecutiva in trasferta per la prima volta nella sua storia in serie A. 
Nel derby degli ex (Pegolo, Cannavaro, Mendes, Brighi, Floccari tra i neroverdi e Scheletto tra i gialloblù), il Sassuolo si conferma peggiore difesa del campionato e subisce la 55^ rete, firmata dopo soli due minuti dal fischio d'avvio da Marco Parolo su cross di Biabiany che, tra i migliori in campo, crea numerose occasioni. Ottima prestazione anche per Amauri che, almeno in tre occasioni, sfiora il raddoppio trovando i pali. 
I timidi attacchi del Sassuolo aumentano nella ripresa, quando la formazione di Malesani alza il baricentro e si rende pericoloso con Gazzola e Floro Flores (67'): è Mirante a salvare il risultato con due splendidi interventi. Al 72' i padroni di casa si trovano in inferiorità numerica per l'espulsione del numero 25 Domenico Berardi che, entrato da soli cinquanta secondi per rilevare Pucino, si fa espellere per una gomitata a Molinaro, colpevole di aver commesso fallo a suo danno. Il Sassuolo tenta inutilmente di pareggiare: all'82' Zaza trova ancora una volta Mirante che gli nega la gioia del goal. 
Continua dunque l'ottima stagione del Parma che, complice anche il pari dell'Inter a Roma, si avvicina sempre più all'Europa League; a Sassuolo, invece, è gran vociare sull'ormai probabilissimo esonero di Malesani, che in cinque partite non ha ottenuto vittorie, e sul ritorno di mister Di Francesco, sollevato dall'incarico proprio per far posto al tecnico veneto. L'ex ct aveva conquistato nelle precedenti 21 gare di campionato i 17 punti attuali del Sassuolo.
Allo stadio Bentegodi, dove Ballardini schiera il 3-5-1-1, il match Verona-Bologna termina senza reti. È ottimo l'avvio del Bologna, che per la prima mezz'ora è più attivo della squadra avversaria, avvicinandosi al goal con Bianchi che mette in difficoltà Rafael su conclusione diagonale (11'). I padroni di casa, sprovvisti del loro marcatore Toni, crescono con il passare dei minuti e si rivelano pericolosissimi soprattutto con Jankovic su traversone di Romulo. Anche nel secondo tempo (79'), è sempre il brasiliano ad impegnare Curci tra i pali: il portiere rossoblù vola ed è corner. La ripresa comincia con un calcio di rigore a favore degli emiliani: Christodoulopoulos è atterrato in area da Cacciatori e stavolta è rigore. Bianchi spreca il tiro, che viene parato dall'estremo difensore del Verona. A otto minuti dal termine, l'arbitro Tommasi estrae il cartellino rosso per Cristaldo, colpevole di un fallo su Moras. I tre minuti di recupero non servono a nessuna delle due formazioni: la gara finisce sullo 0-0 con il rammarico, dei felsinei, per il rigore sbagliato e per l'infortunio di Kone che, tra i migliori in campo, è costretto ad uscire. Utile comunque il punto conquistato dagli emiliani che, dopo le buone - ma sfortunate - prestazioni giocate contro Milan e Roma, riescono ad ottenere un risultato positivo.


I migliori 11 emiliani: Mirante (Parma) – Paletta (Parma) – Lucarelli (Parma) - Gargano (Parma) – Mantovani (Bologna) - Parolo (Parma) - Perez (Bologna) - Kone (Bologna) - Biabiany (Parma) – Christodoulopoudos (Bologna) - Amauri (Parma)

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Reggio Emilia 01 Marzo 2014 -- - -

Grande cena ieri sera al Mapei Stadium di Reggio Emilia, nell’ambito della convention organizzata dall’azienda di Giorgio Squinzi. Insieme al presidente e alla moglie Adriana Spazzoli, che hanno accolto i loro ospiti come dei bravi padroni di casa, tra gli ospiti erano presenti il presidente del Sassuolo Calcio, Carlo Rossi, insieme ai giocatori Thomas Manfredini, Emanuele Terranova e Reto Ziegler. Madrina dell’evento, al quale hanno partecipato quasi 400 agenti di vendita Mapei, è stata la conduttrice televisiva Ilaria d’Amico.

Tra gli invitati di Giorgio Squinzi e signora c’erano anche il capitano della Pallacanestro Reggiana Michele Antonutti e l’ala/centro Greg Brunner, accompagnati dal team manager Filippo Barozzi. I giocatori biancorossi, dopo aver regalato a Squinzi una maglia da gioco firmata da tutta la squadra, si sono piacevolmente intrattenuti con i presenti, molti dei quali appassionati di basket. Mapei ha infatti deciso di rinnovare anche quest’anno l’accordo di co-sponsorizzazione con la Pallacanestro Reggiana per la stagione 2013/2014. Il colosso milanese delle colle per edilizia, per l’ottavo anno presente con il proprio logo sulla divisa biancorossa, dall’anno scorso è passato sul retro maglia della Grissin Bon di Reggio Emilia.

Giorgio Squinzi è da sempre molto vicino al mondo dello sport: è nota la sua passione per la bicicletta e una volta ha addirittura battuto l’amico Romano Prodi in una gara organizzata da lui sullo Stelvio. L’amore per le due ruote gli è stato trasmesso dal padre Rodolfo, il fondatore della Mapei: questo ha portato alla forte presenza dell’azienda nel ciclismo professionistico, con una squadra che è stata per nove anni al vertice delle classifiche internazionali.

Ma non c’è solo il ciclismo tra gli interessi del patron del Sassuolo Calcio. La Mapei di Squinzi è stata anche lo sponsor della Nazionale italiana di calcio che ha vinto il Campionato del Mondo nel 2006, e attualmente sostiene la squadra di pallacanestro femminile Saces Mapei Napoli, che milita in serie A2. E l’attenzione di Giorgio Squinzi si è rivolta anche all’attività di ricerca e terapia nell’ambito della medicina sportiva: dal 1996, per sua volontà è infatti attivo in provincia di Varese il Mapei Sport, un centro medico-sportivo attivo nella ricerca scientifica applicata. 

Ivan Rocchi

Pubblicato in Sport Emilia
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