Domenica 15 settembre è prevista l'apertura generale della caccia, tanto attesa dai seguaci della dea Diana, ma anche tanto temuta da chi vive nelle zone rurali particolarmente interessate dalla presenza di cacciatori. Per la verità alcune forme di caccia sono già iniziate, come quella di selezione (riservata a chi è autorizzato a cacciare determinati capi di ungulati: cinghiali, cervi, caprioli, daini o mufloni) e quella relativa alla cosiddetta "preapertura", iniziata il primo settembre – ma solo per poche giornate ed esclusivamente da appostamento, quindi da fermi e senza l’ausilio di cani - nei confronti di corvidi, storni, merli, piccioni e tortore.
L'apertura di domenica, invece, interessa praticamente tutti i cacciatori, specialmente nella forma di caccia classica per la nostra provincia, ovvero la ricerca, con l'ausilio di cani addestrati, della cosiddetta selvaggina stanziale, lepri e fagiani in primis.
Anche se il fenomeno venatorio è in continua contrazione – in provincia di Reggio Emilia dai 4.500 cacciatori del 2010 si è scesi, nel 2018, a 3.200 – la caccia continua a sollevare polemiche non solo da parte degli animalisti, ma anche da chi vive o lavora nelle aree rurali e periferiche di paesi e città che spesso vede persone armate girare intorno alle proprie case o aziende. “Eppure la normativa è chiara – ricorda il comandante della Polizia provinciale, Lorenzo Ferrari – Ogni attività venatoria è vietata nel raggio di 100 metri da case o edifici adibiti a posto di lavoro e a distanza inferiore ai 50 metri dalle strade, oltre che nelle aree vietate da appositi provvedimenti e nei terreni soggetti a coltivazione indicati dal Calendario venatorio: i cacciatori che si trovassero in prossimità delle abitazioni, per essere in regola, dovranno tassativamente avere il fucile scarico e in custodia”.
Quest’anno, l’attività di controllo della Polizia provinciale sarà ancora più efficace grazie al drone di cui il Comando di Reggio Emilia si è dotato: “Il dispositivo aereo a controllo remoto sarà infatti in grado di ispezionare il territorio dall'alto e di trasmettere le immagini video all'operatore di polizia che lo pilota a distanza da terra, consentendo dunque di ispezionare anche aree ampie o di scarsa accessibilità”, spiega il comandante Ferrari.
Per quanto riguarda invece i periodi di caccia, fino alla fine di settembre si potrà esercitare solo nei giorni di giovedì e domenica; da ottobre, invece, tutti i giorni tranne martedì e venerdì. In pianura l'attività tenderà a scemare finché, in dicembre e gennaio, risulterà molto circoscritta. In collina e montagna rimarrà invece più sostenuta soprattutto a causa della caccia in squadra al cinghiale, ma in ogni caso la stagione chiuderà definitivamente il 30 di gennaio prossimo, eccezione fatta per la caccia di selezione.