Reggio Emilia, 9 settembre 2013 -
Creatività, ricerca, innovazione e uguali opportunità per tutti grazie alla collaborazione tra imprese e pubblica amministrazione. Questi gli ingredienti del progetto "Una giostra per tutti", sostenuto dalla Provincia di Reggio Emilia e dal Consorzio Fun Italian Export, di cui è presidente Francesco Ferrari, amministratore delegato dell'azienda reggiana Preston & Barbieri Srl che ne è la capofila.
Il consorzio, che ha sede a Reggio Emilia, vanta l'adesione di 27 aziende italiane che producono giostre ed attrezzature per parchi divertimento e parchi a tema. La maggior parte di esse sono dislocate nei territori reggiano e modenese e ne fanno parte, tra le altre, M.P. Group srl (Reggio Emilia), D.P.F. Automation srl (Reggio Emilia), ECO elettrocomponenti srl (Reggio Emilia), Automatic Toys Modena srl, Cogan srl (Soliera), Ital-Resina di Di Talia Angelo (Ganaceto), Adalio srl (Spilamberto).
L'industria per parchi divertimento – che vanta un notevole indotto – coniuga creatività e tecnologia, lavoro e arte. Resiste, e talora sorprende, per la vocazione all'export, arrivando ad esportare oltre il 90% della produzione. È considerata un'eccellenza in tutto il mondo proprio perché queste giostre sono il frutto di una complessa sintesi di alte tecnologie e il risultato di sinergie tra imprese e università. È un settore caratterizzato da piccole imprese, grandi responsabilità, alta specializzazione e tanta passione.
Il progetto presentato questa mattina in Provincia consiste nella realizzazione di uno studio finalizzato alla stesura di linee guida a livello nazionale ed europeo per garantire la possibilità alle persone diversamente abili di fruire dei parchi divertimento. Si tratta di un progetto veramente innovativo in grado di valorizzare assieme all'impegno della Provincia in materia di pari opportunità, l'eccellenza del tessuto produttivo locale che riesce ancora a distinguersi sulla scena internazionale per quanto riguarda la competitività e la ricerca.
Accanto alla Preston & Barbieri srl stanno lavorando al progetto non solo le aziende del Consorzio per l'internazionalizzazione Fun Italian Export s.c., ma anche un pool di esperti, soprattutto medici e giuristi di fama internazionale. Numerose sono anche le collaborazioni e i patrocini messi in campo da parte delle associazioni, tra cui l'Istituto superiore della sanità, l'ospedale Bambin Gesù di Roma, Ancasvi (Associazione nazionale costruttori attrezzature spettacoli viaggianti), Anesv (Associazione nazionale esercenti spettacoli viaggianti), Consorzio C.A.S.A. (Consorzio attività specialistiche per le diverse abilità), Coordown (Coordinamento nazionale associazioni persone con sindrome di Down), Eaasi (European association amusement supplier industry), Iaapa Europe (International association of amusement parks and attractions, Brussels), e Pianeta Down.
A pochi mesi dall'inizio del progetto, molte attività sono state già sviluppate e completate sia a livello nazionale sia internazionale.
«Negli ultimi anni – afferma Gianni Chiari, direttore tecnico del progetto – sono aumentati episodi di presunta "discriminazione" nei confronti dei soggetti con speciali necessità, che si sono visti rifiutare l'accesso ad alcune attrazioni, sulla base di una generica e supposta pericolosità legata alla disabilità, sia di tipo fisico sia mentale. Questo progetto vuole quindi affrontare tali problematiche in maniera sistematica e corretta, dal punto di vista scientifico e tecnico, con lo scopo di migliorare l'accessibilità ai parchi di divertimento, anche per favorire una piena e consapevole fruibilità nel rispetto dei diritti delle persone diversamente abili, delle norme di sicurezza e della legislazione. In questo modo ci si propone un intervento ampiamente integrativo per consentire a chiunque, a prescindere da eventuali disabilità, di poter fruire in sicurezza dei parchi di divertimento nel rispetto di quanto previsto dall'Onu, relativamente al diritto di ciascuno a non essere discriminato».
Per Francesco Ferrari, presidente del Consorzio Fun Italian Export, «l'obiettivo del progetto è di arrivare alla stesura di linee guida condivise a livello nazionale ed internazionale, affinché le persone con speciali necessità possano tutte fruire delle attrazioni dei parchi divertimento, con la massima sicurezza ed autonomia possibile. Fine ultimo è di evitare potenziali episodi di "discriminazione" e stigmatizzazione nei confronti di soggetti con disabilità, tanto di tipo fisico che psichico. Il progetto ha anche una positiva ricaduta nel settore dell'industria di riferimento, il cui obiettivo è di avere delle basi scientifiche per sviluppare la valutazione del rischio e migliorare in sicurezza l'accessibilità sia delle attrazioni sia dei parchi di divertimento. Potremo in futuro presentare attrazioni accessibili e fare di queste caratteristiche un valore aggiunto rispetto alla concorrenza internazionale di più basso livello, creando un vantaggio competitivo. Del resto siamo apprezzati in tutto il mondo per l'attenzione che dedichiamo al tema della sicurezza».
«Con il sostegno a questo progetto ci siamo posti un duplice obiettivo: da un lato stimolare l'innovazione di prodotti delle nostre imprese, sostenendo le competenze tecnologiche del nostro tessuto economico, come azione di contrasto all'attuale crisi del mercato del lavoro, dall'altro favorire l'inclusione sociale di persone con disabilità – ha spiegato l'assessore alla Formazione professionale della Provincia di Reggio Emilia, Ilenia Malavasi - Grazie a questa partnership, continua dunque il forte lavoro del nostro ente nei confronti delle persone diversamente abili, che ci ha visti impegnati in questi anni nel mondo della scuola (progetto tutor, sostegno dsa, difensore civico, accordo di programma), ma anche in quello del lavoro e del tempo libero. La nostra priorità è sempre la tutela dei diritti di tutte le persone e le pari opportunità per tutti i cittadini, evitando spiacevoli episodi di "discriminazione" nei confronti dei portatori di handicap. Questo progetto, infatti, analizza le esigenze delle persone con disabilità, le difficoltà che hanno riscontrato nell'accedere e nel fruire dei parchi divertimento e si prefigge di elaborare delle linee guida che possano garantire la massima fruizione in sicurezza dei parchi divertimento. Al tempo stesso il progetto si prefigge di supportare un settore di eccellenza della nostra economia. Molte di queste imprese, infatti, sono situate nei territori colpiti dal sisma, attualmente in uno stato di difficoltà e grazie a questa innovazione il comparto potrà avere ricadute positive in termini occupazionali e formativi».
La psichiatra ha Stefania Cerino annunciato che, entro un anno, saranno pronti i risultati delle ricerca che ha comportato anche una serie di test clinici e questionari – a ragazzi diversamente abili e loro coetanei – realizzati al parco Minitalia Leolandia di Bergamo "principalmente per verificare l'impatto emotivo sulle persone delle diverse attrazioni per consentire a tutti di gestire al meglio questo genere di divertimento".
Presente alla conferenza stampa anche Elisa Orlandini, membro del board della onlus CoorDown (Coordinamento nazionale Associazioni delle persone con sindrome di Down) che ha parlato di "un'esperienza davvero molto interessante, iniziata dopo alcuni fatti di cronaca relativi a problemi di discriminazione, ma che grazie al dialogo e all'educazione di tutti i soggetti coinvolti sta producendo grandi risultati a favore di una inclusione sociale sempre più radicata".
(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)