Piacenza, 30 agosto 2013
Segue la testimonianza di Sara Marino, tra le partecipanti all' edizione 2013 del Progetto Kamlalaf, sul significato del percorso vissuto in Uganda con l'associazione Africa Mission – Cooperazione e Sviluppo.
Cosa è stata l'Africa per me? E' una domanda che mi ha ossessionata per tutto il viaggio ma che forse solo adesso riesco a considerare, come un mosaico che prende forma e senso solo facendo qualche passo indietro. L'Africa non mi si è manifestata come una grandiosa rivelazione. Al contrario, nonostante il caos travolgente di Kampala e la realtà totalmente differente, ho vissuto tutto con una naturalezza che non mi sarei mai aspettata.
Solo adesso riesco a mettere ordine nelle emozioni e comincio a capire perché un Paese che, per la drammatica ed estrema povertà, avrebbe dovuto sconvolgermi negativamente, in realtà mi ha profondamente affascinata. Ciò che mi sembra di aver colto è che tutto è intriso di una bellezza terribile, tragica ma leggera, mai volgare; è la bellezza pura dell'esistenza, che in Uganda ti mette alla prova ogni giorno come a noi succede solo in poche occasioni nella vita: momenti in cui non si può barare o fingere, ma rimane spazio solo per l'autenticità e la spontaneità, le stesse che ho trovato in tutte le persone incontrate.
Prima di ripartire per tornare in Italia mi è stato chiesto cosa mi sarei portata a casa, ebbene mi porto a casa la leggerezza, che non è mai superficialità, del vivere.
Sara Marino
(Fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)