Il Re del deserto è ancora lui, Max Verstappen. Il mondiale debutta con una doppietta Red Bull. Ferrari combatte per il podio e lo ottiene con Sainz. Leclerc, sfortunato, è quarto davanti a Russell.
di Matteo Landi
Dall'ultima gara del 2023 alle prove libere che, giovedì scorso, hanno ufficialmente dato inizio al campionato 2024, è successo di tutto. L'inizialmente soporifero inverno della F1 è stato svegliato dalla notizia del rifiuto del Circus alla richiesta di ingresso del team di nuova costituzione, con basi solidissime, di proprietà della famiglia Andretti. Poi è arrivato l'annuncio del futuro matrimonio sportivo Hamilton-Ferrari. Accoppiata che dovrà attendere il 2025 per congiungersi. A livello extra-sportivo, ma con possibili conseguenze anche sul piano organizzativo del team campione del mondo in carica, è arrivata infine la denuncia di molestie che una dipendente Red Bull ha indirizzato all'ordine dello storico Team Principal Christian Horner. Al termine di un'indagine interna alla squadra il manager di Leamington Spa ha mantenuto il suo posto, ma alcune immagini recentemente inviate da un giornalista anonimo a molti addetti ai lavori, riguardanti la chat incriminata, lasciano intendere che la vincenda sia tutt'altro che conclusa. In mezzo a tutto questo marasma, silenzioso, si è mosso Verstappen. Il tre volte iridato ha svolto con serenità i brevi test invernali, e si è fiondato con la solita concentrazione e dedizione sulla causa nel primo weekend stagionale.
Max e Red Bull: accoppiata perfetta
Quando è stata svelata al mondo la nuova creatura in molti si sono chiesti come l'equipe comandata dal genio Adrian Newey avesse potuto spingersi tanto oltre. Il 15 febbraio scorso gli stessi sono rimasti increduli. Una vettura rivoluzionaria, con delle pance laterali dotate di piccolissime aperture. Riprendendo il concetto zero pods Mercedes con il quale gli stessi anglo-teutonici han fallito, tanto da abbandonarlo definitivamente quest'anno, ma facendolo funzionare. Giovedì scorso Verstappen si lamentava del comportamento della sua monoposto. Era solo il preludio di un dominio imminente e devastante. Pole position, giro più veloce e vittoria, se l'ambiente intorno a lui era scosso da vicende extra-agonistiche, lui ha rimesso le cose in ordine. Si riparte da dove eravamo rimasti. Gli equilibri, per il resto, sono cambiati, ma là davanti rimane sempre lui. Un rullo compressore, un pilota ormai ai limiti della perfezione. Partito davanti a tutti non ha lasciato la minima speranza agli avversari, che si sono spartiti le briciole.
Verstappen a parte, cambiano gli equilibri
Il campionato scorso aveva visto una McLaren in netto progresso chiudere bene una stagione cominciata malissimo. Il contrario di Aston Martin, partita con una mitragliata di podii grazie anche alle capacità di Fernando Alonso. La Ferrari aveva ottenuto nel 2023 l'unica vittoria non Red Bull, non abbastanza per confermarsi seconda forza. Rispetto alla scorsa annata (appunto, Max a parte) questo inizio di campionato, al momento, ci consegna un Cavallino Rampante seconda forza, davanti a Mercedes e McLaren.
Leclerc sfortunato, Sainz regala alla Ferrari il primo podio stagionale
Dopo la prima fila conquistata durante le qualifiche Leclerc nutriva la speranza di poter almeno impensierire Verstappen. Alla prima curva, però, il monegasco è rimasto alle spalle del rivale che si è involato indisturbato verso la vittoria. Charles si è ritrovato, già dopo pochi chilometri, vittima di una monoposto con evidenti problemi in frenata. Ha quindi subìto i sorpassi di Russell e Perez. Ma la Ferrari ha trovato in Sainz il proprio pilota di punta. Lo spagnolo si è scatenato rendendosi protagonista di alcuni bei sorpassi e, mentre Leclerc lottava con i problemi della sua vettura riuscendo comunque a concludere quarto, Carlos ha compiuto una buona rimonta conclusa a meno di tre secondi da Perez. La soddisfazione nel post gara del team di Maranello conferma il buon lavoro svolto sulla SF-24, consapevoli che per battere questa Red Bull serviranno gli straordinari.
Mercedes meglio di McLaren
Alle spalle del duo Rosso hanno terminato tre inglesi con i piloti Mercedes Russell e Hamilton divisi da Norris, McLaren. Il team di Toto Wolff ha trovato nel giovane Russell il suo team leader e con lui hanno lungamente sperato nel podio. Con la mescola di gomme più dura però le frecce grigio-nere hanno dovuto soccombere rispetto alla capacità di gestione degli pneumatici delle Ferrari. E questa al momento è la vera novità delle prime file: una Rossa costante, in grado di sfruttare meglio le gomme. Meglio di Mercedes e della rivelazione 2023, la McLaren, partita quest'anno un pò in sordina, ma comunque decisamente meglio rispetto alla scorsa stagione.
Aston Martin e Alpine: falsa partenza
Chi ha più deluso in questa prima uscita sono state Aston Martin ed Alpine, seppur per motivi diversi. La prima era chiamata alla riscossa, dopo una seconda parte del 2023 con sviluppi al passo del gambero. Invece il nono e decimo posto finale stonano decisamente con quanto visto circa 12 mesi fa, quando Alonso iniziò il campionato con tre podii consecutivi. Quest'anno il team di Lawrence Stroll scatta decisamente peggio, nonostante gli importanti investimenti. La seconda, la Alpine, ha messo in pista quella che attualmente è la peggiore vettura del Circus. Ultima fila conquistata in qualifica, nessun lampo in gara, conclusa con entrambe le auto fuori dai punti e doppiate. Lo stravolgimento organizzativo dello scorso anno al momento pare aver generato tante macerie, dalle quali è difficile ricostruire un progetto di squadra valido. Una situazione che non meritano due piloti di prim'ordine come Ocon e Gasly, entrambi con un palmarès più ricco di diversi loro colleghi. Uscire dalle sabbie mobili è quindi fondamentale per i due francesi, e ci proveranno già dal prossimo fine settimana a Jeddah, sul temibile e veloce cittadino che ha visto nel 2023 una delle poche vittorie non-Verstappen.
Dopo le grandi notizie sul futuro meno prossimo è tempo di pensare al campionato che verrà. Dopo il dominio della scorsa stagione Verstappen dovrà difendere la corona dagli affamati avversari. Red Bull è ancora il riferimento. I temi di interesse sono tanti. Ecco la guida al Mondiale 2024
di Matteo Landi
Nessun grosso cambiamento regolamentare, nessun cambio di casacca. Uno dei più tranquilli inverni del Circus è stato svegliato da notizie roboanti, quella del rifiuto del Team Andretti e quella del passaggio di Hamilton in Ferrari, che non riguardano il prossimo futuro della categoria. Chi già pensa all'inglese in tuta Rossa dovrà mettersi per il momento il cuore in pace, nel mezzo avremo una stagione agonistica che merita di essere vissuta per molti motivi. Alcuni sono i soliti, speranze che assumono purtroppo le sembianze di un sogno, come il ritorno della Ferrari al titolo iridato. Va bene pensare ad un 2025 con la coppia Hamilton-Leclerc, ma intanto non sarebbe male smettere di sommare un altro anno ai già tanti anni di transizione vissuti dalla Scuderia di Maranello. L'attesa è essa stessa piacere, ma l'ultimo titolo piloti è datato 2007, l'ultimo costruttori 2008, non sarebbe male smettere di sognare e vedersi concretizzare il prima possibile il successo tanto atteso. Sarà l'anno dei separati in casa, da una parte Sainz sa che lascerà la Ferrari, dall'altra Hamilton la Mercedes. L'euforia degli ultimi giorni, data dal noto annuncio Hamilton-Ferrari, non deve però far dimenticare che sul trono da tre anni ci siede Max Verstappen, forte di una Red Bull che pare inarrestabile da quando ha vinto, in mezzo alle polemiche, il titolo piloti 2021. Red Bull, Mercedes e Ferrari, nell'immaginario collettivo sono i tre top team destinati a spartirsi le prime posizioni, ma non dobbiamo dimenticare l'ascesa fortissima di McLaren, lo scorso anno capace, dopo una partenza terribile, di vincere una gara sprint e di salire più volte sul podio. Percorso inverso rispetto a quello di Aston Martin, che quest'anno avrà probabilmente imparato dai propri errori. Ed inoltre, chi riuscirà di tanto in tanto ad uscire dalla pancia del gruppo, andando ad infastidire i top? Vediamo più nel dettaglio ambizioni e speranze di ogni team.
Red Bull: Max Verstappen-Sergio Perez
Nelle primissime gare della stagione 2023 Perez ha provato a rallentare l'avanzata di Verstappen, riuscendoci per poco. L'olandese ha cambiato marcia e dalla quinta gara della stagione ha inanellato 10 successivi consecutivi annientando le ambizioni di successo di tutti gli avversari ed involandosi verso il suo terzo titolo iridato consecutivo. L'armata Red Bull pare inarrestabile. Il suo dominio ricorda quello della Mercedes dell'inizio Era turbo-ibrida. Chi sperava che lo sviluppo rallentato dalle limitazioni regolamentari ad hoc, frutto dell'infrazione del budget cap, potesse frenare l'inventiva degli ingegneri di Adrian Newey è rimasto deluso. Lo stravolgimento regolamentare del 2022 ha prodotto diverse impostazioni aerodinamiche. Inizialmente quella Ferrari pareva la più corretta, ma alla lunga si è rivelata meno sviluppabile, mentre quella Red Bull diveniva, nel tempo, sempre più fonte di ispirazione per tutti. Fino al prossimo cambio di regolamenti, che avverrà nel 2026, Red Bull rimarrà il riferimento tecnico. Si spera, per lo show, che gli altri riescano però ad avvicinarsi. Proprio come, la stessa Red Bull, fece nei confronti di Mercedes, dopo anni di relativa stabilità regolamentare. La squadra con licenza austriaca presenterà la sua nuova creatura per ultima, il 15 febbraio.
Mercedes: Lewis Hamilton-George Russell
Il padre delle Mercedes dal concetto "zero pods" (vetture dalle pance laterali praticamente inesistenti), Mike Elliott, nell'ottobre 2023 si è congedato dai suoi colleghi di Brackley, dopo due anni di sconfitte (una sola vittoria di tappa). Quello che era il nuovo regolamento tecnico del 2022 ha fatto la sua vittima più illustre: la Mercedes pigliatutto dal 2014 al 2020 (e nel 2021 vincitrice fra i costruttori). Hamilton, come noto, andrà in Ferrari nel 2025. Non sappiamo come sarebbe andata se avesse vinto l'ottavo titolo nel 2021, o negli anni a seguire. Adesso in Mercedes vogliono tornare davanti a tutti. Non manca il budget, e neanche il know-how. Sarà per loro una stagione particolare, nel corso della quale probabilmente non si faranno troppo aiutare nello sviluppo dal loro Campione Hamilton, per non lasciare che possa portare in Ferrari troppe conoscenze, ma con lo stesso vorrebbero chiudere in bellezza. Il futuro sarà George Russell. Vediamo quanto il team si schiererà dalla sua parte, almeno in termini di scelte tecniche. Si preannuncia una stagione dalla gestione complessa, anche per gli equilibri interni della squadra. A San Valentino vedremo la vettura della stagione che scatterà fra meno di un mese.
Ferrari: Charles Leclerc-Carlos Sainz Jr.
In Ferrari vivranno una situazione simile a quella Mercedes, con l'aggravante che, se gli anglo-tedeschi potranno avvalersi dei servigi di un pilota comunque voglioso di chiudere in bellezza, a Maranello avranno accanto a Leclerc un pilota che difficilmente deciderà di farsi da parte, se per qualche motivo gli verrà chiesto. Sainz è un gentiluomo, si è sempre distinto per la sua grande professionalità, e quindi non dobbiamo dubitare della sua correttezza. Ma aspettarsi grossi sacrifici da parte sua è utopistico. Questa sarà la prima vera stagione della Ferrari di Vasseur. Se lo scorso anno il manager di Draveil ha preso per mano una squadra costruita da Binotto, con tutte le conseguenze del caso, adesso ha l'occasione di dirigere come, e chi vuole lui. Fuori David Sanchez, aerodinamico adesso in McLaren, fuori il Direttore Sportivo Laurent Mekies, adesso Team Principal dell'ex AlphaTauri, fuori dal team di F1, ma rimasto in Ferrari, lo stratega Iñaki Rueda. Adesso in plancia di comando si parla, Vasseur a parte, totalmente italiano con Enrico Cardile (Direttore Tecnico Telaio e Aerodinamica), Enrico Gualtieri (Direttore Tecnico Power Unit), Diego Ioverno (Direttore Sportivo). Si aspettano ancora i nomi grossi, e chissà che non arrivino "portati" da Hamilton nel 2025. Intanto a Maranello non possono pensare di disputare l'ennesima stagione di transizione. Lottare per il titolo contro una squadra solida e affermata come Red Bull, per questa Ferrari in fase di costruzione (ancora una volta), forse è troppo. Sognare tuttavia è lecito. L'obbligo è tornare a vincere più gare. Il tempo delle scuse è praticamente scaduto. C'è chi dice che il 13 porti sfortuna, speriamo di no: sarà il giorno di febbraio in cui verrà svelata la nuova Ferrari.
McLaren: Lando Norris-Oscar Piastri
Impressionante. La progressione McLaren durante la stagione 2023 è stata incredibile. Da Silverstone in poi la squadra ha cambiato passo, sono arrivati podii a valanga, e Piastri ha addirittura vinto una gara sprint. Andrea Stella da quando è Team Principal ha trasformato la squadra, gli ha donato tantissima energia ed un'organizzazione solida, ponendo obiettivi importanti ma realistici. Quarta al termine della scorsa stagione, ha tutte le carte in regola per infastidire Mercedes e Ferrari, e porsi come principale inseguitrice di Red Bull. Norris e Piastri si spingono a vicenda. Da una parte c'è un pilota con ormai una discreta esperienza, detentore del record del maggior numero di podii in F1 senza vittorie, e quindi affamatissimo. Dall'altra un Piastri, rookie nel 2023, che dopo un primissimo periodo di assestamento ha fatto vedere la sua classe. Si tratta di una delle coppie più forti del panorama F1. La power unit Mercedes è una garanzia, anche se adesso le prestazioni dei vari motoristi si sono piuttosto allineate. Il 14 febbraio verrà mostrata la nuova arma del team fondato da Bruce McLaren.
Aston Martin: Fernando Alonso-Lance Stroll
Una stagione partita alla grande, quella scorsa. Sei volte sul podio nelle prime otto gare con Alonso. Poi la stagione ha preso una piega sbagliata. Evoluzioni che non hanno funzionato, ed alla fine è arrivato un quinto posto fra i costruttori non del tutto soddisfacente. Le ambizioni di Lawrence Stroll, fondatore e genitore del pilota del team, Lance, sono importanti: lo ha ripetuto spesso, l'obiettivo è il mondiale. Lo diceva già nel 2021, ma indubbiamente l'anno in cui la squadra è sbocciata definitivamente è stato quello scorso. Ci sono i mezzi, ci sono le risorse, ci sono le persone giuste, come il progettista Luca Furbatto. Non sappiamo quanto sarà ancora lunga la carriera di Alonso, classe 1981, ma al momento la sua voglia e le sue ambizioni di successo rimangono intatte. Segnatevi il 12 febbraio, sarà interessante scoprire le forme della nuova creatura del team condotto da Mike Krack.
Alpine: Pierre Gasly-Esteban Ocon
Una coppia di piloti francesi che spesso ha rischiato di scoppiare. Un team ancora alla ricerca di un'identità. Catena di comando licenziata in tronco nel corso della passata stagione. Non tutto sta andando per il meglio per l'ex Renault. Le cose dovranno assolutamente cambiare. Fu Renault, ma è stata anche Lotus, Benetton ed infine Toleman. Se le prestazioni continueranno ad essere mediocri c'è da credere che cambierà ancora nome e proprietà. I piloti sono di primo livello, il budget c'è. Un vero progetto di squadra invece continua a mancare. Il 7 febbraio verrà mostrata la vettura che dovrà obbligatoriamente portare in alto, almeno a sprazzi, Gasly e Ocon.
Williams: Logan Sargeant-Alexander Albon
Segni di risveglio per la Williams, nel 2023 risalita dall'ultima piazza fra i costruttori alla settima. Lo scorso anno si sono viste buone prestazioni. Tuttavia chi si esalta per un settimo posto dovrebbe ricordarsi che stiamo parlando del team che ha in palmarès ben nove titoli costruttori. È il più vincente, dopo la Ferrari. Della squadra fondata da Frank Williams e Patrick Head è rimasto poco, ma il marchio Williams merita di tornare in alto, dove è stato per decenni, anche se l'ultimo titolo mondiale risale ormai al 1997. James Vowles, ex stratega Mercedes al secondo anno a Grove in veste di Team Principal, sta rinnovando la squadra e creando un'organizzazione sempre più solida. Si vedrà quest'anno la prima impronta dell'arrivo di Pat Fry in qualità di Direttore Tecnico. La sua infinita esperienza - un passato importante nella McLaren di Hakkinen e Coulthard, meno fortunato in Ferrari e Renault/Alpine - sarà fondamentale per il processo di crescita del blasonato team inglese. Confermati i piloti Sargeant, il cui valore si spera sia rimasto inespresso, e Albon, risorsa fondamentale per questa squadra, prossima a presentare, il 5 febbraio, la nuova monoposto.
Visa Cash App RB F1 Team: Daniel Ricciardo-Yuki Tsunoda
Chiamatela se volete Racing Bulls. La denominazione completa dell'ex-AlphaTauri sarebbe Visa Cash App RB F1 Team, abbreviabile in VCARB. La squadra satellite Red Bull ha ora risorse fresche che le permetteranno di spendere di più, pur rimanendo nel budget cap. Franz Tost, storico Team Principal della compagine faentina, ha lasciato il suo ruolo all'ex Ferrari Laurent Mekies. Potrebbero aumentare le sinergie con Red Bull, per facilitare la crescita di una squadra che lo scorso anno ha chiuso dignitosamente un campionato iniziato in modo deludente. Ricciardo e Tsunoda sono ancora i piloti del team che fu Minardi. Il ritorno dell'australiano non ha ancora portato i risultati sperati; la squadra si aspetta da lui la grinta e la classe mostrate in Messico, quando si è qualificato in seconda fila, rendendosi autore di una gara solida conclusa in settima posizione. Unico suo lampo dal ritorno all'agonismo, a circa metà stagione. Certo l'infortunio rimediato in Olanda non ha permesso al pilota di Perth di togliersi la ruggine nei tempi che si era prefissato. Ci si aspetta tanto dal team con sede in Italia, soprattutto se lo aspetta "mamma" Red Bull. L'otto febbraio vedremo la nuova vettura.
Kick Sauber: Zhou Guanyu-Valtteri Bottas
Finito l'accordo con Alfa Romeo si volta pagina a Hinwil. In attesa della trasformazione in Audi, che avverrà nel 2026, il team elvetico vivrà un paio di stagioni di transizione. Lo farà forte della sponsorizzazione Kick.com, piattaforma di streaming, azienda collegata all'altro grande sponsor di Sauber, Stake, piattaforma di scommesse online. Cosa aspettarsi da Sauber? Nel 2024 dovrà almeno far meglio di quanto mostrato nel 2023, anno in cui è sprofondata al penultimo posto fra i costruttori, peggiorando non di poco quanto fatto nel 2022. Zhou ha probabilmente già mostrato il massimo che può fare: portare qualche punto alla causa. Da Bottas la squadra si aspetta molto di più. Un pilota che ha conosciuto il successo in Mercedes, ma a tratti adesso sembra appagato. O forse è il solito Bottas. Quello capace di qualche bel lampo, non un fulmine di guerra in tema di sorpassi, solido se sente l'appoggio del team. La squadra condotta dall'italiano Alessandro Alunni Bravi svelerà la prima "Kick Sauber" il 5 febbraio.
Haas: Kevin Magnussen-Nico Hülkenberg
Divenuto una star grazie a Netflix, Günther Steiner vanta un prestigioso passato nei rally. Nato a Merano, ha un'esperienza nelle corse veramente trasversale. Anche Nascar oltre a F1, dove oramai era Team Principal in Haas dai tempi dell'ingresso del team nel Circus, anno 2016. Famoso per le sue sfuriate ma anche per le sue capacità manageriali, ha vissuto delle ultime stagioni difficili. Il 2021 è stato un anno, con i giovani Nikita Mazepin e Mick Schumacher, da zero punti, in un campionato in cui Haas ha schierato una vettura datata e lenta. Nel 2022 la squadra si rinviene, con Schumacher e l'esperto Magnussen, ma l'ottavo posto finale è comunque lontano dal quinto posto del 2018, anno in cui si pensava che il team statunitense fosse definitivamente sbocciato. Steiner bisticcia con Schumacher, decide di appiedarlo, e porta in squadra il veterano Hülkenberg, ma la squadra sprofonda di nuovo ed è ultima in classifica. Gene Haas ne ha abbastanza e così terminata l'ennesima stagione deludente licenzia in tronco Steiner, affidando la redini a Ayao Komatsu, ingegnere giapponese dallo stile ben diverso da quello del predecessore. Adesso per Haas è tutto da rifare ma era inevitabilmente arrivato il tempo di dare una scossa. La presentazione della vettura c'è già stata, ma in realtà si è trattato di un render per mostrare, sostanzialmente, la nuova colorazione. Sarà durissima per la scuderia americana. Per adesso han prenotato le ultime posizioni, in attesa di una probabile ristrutturazione aziendale.
Dieci squadre, venti piloti, e la stagione più lunga della storia con i suoi 24 weekend di gara. La prima si correrà il 2 marzo in Bahrain, di sabato, come la seconda, una settimana più tardi in Arabia Saudita, in rispetto dell'inizio del Ramadan. Un campionato che terminerà a dicembre, ad Abu Dhabi. Ferrari, Mercedes, McLaren ed Aston Martin, proveranno ad infastidire Red Bull, ancora incredibilmente affamata, guidata dal top driver tre volte iridato Verstappen. Ed attenzione agli outsider.
Verstappen vince anche l'ultima gara. Leclerc va sul podio, davanti a Russell. Mercedes chiude seconda nel mondiale costruttori. A Yas Marina si conclude un campionato dominato dal binomio Red Bull-Verstappen.
A Las Vegas volano Verstappen, la Red Bull e pure i tombini. Leclerc lotta come un leone ed artiglia il secondo posto. Tante luci, tanti lustrini, lunghi rettilinei ed utilizzo quasi smodato del DRS. Questa è la Formula 1 che volete?
di Matteo Landi
"La storia non basta". Negli ultimi mesi l'ha ripetuto più volte Stefano Domenicali, il Boss della Formula 1. Il tempo passa per tutti, e tutti cambiamo. E probabilmente nel CEO di Formula One Group non è rimasto molto di quel ragazzo che trascinava un divano sul prato della Tosa. Paradossalmente la sua pista di casa, quella di Imola, insieme a Monza e Silverstone è fra i tracciati a rischio di scomparsa dal calendario del massimo campionato automobilistico. I gettoni più alti vengono pagati da Qatar, Bahrain ed Arabia Saudita, e poco importa se la Storia, quella con la "S" maiuscola, è stata scritta altrove. Da quest'anno si è aggiunta anche la sfavillante Las Vegas. Con un tracciato che attraversa tutta la città, facendo propria anche la famosa Strip. Altro che il piccolo circuito del parcheggio del Caesars Palace che nel 1981 vide la vittoria di Jones, e l'anno dopo quella di Alboreto, al primo successo della sua carriera in F1. Il Circus questo weekend è tornato nella "Città del Peccato". Una grande sfera luminosa cambia l'impatto visivo del tracciato al passare degli sponsor, presentazione dei piloti in stile Hunger Games, cantanti pop ben felici di mettersi in mostra, a quello che viene celebrato come il più importante (sicurissimi?) evento sportivo dell'anno. Tanta attenzione per lo spettacolo, ma il giochino si incrina già con le prime dichiarazioni del tre volte iridato Verstappen: "mi sono sentito un clown". Va definitivamente in frantumi con le prime prove, quelle del venerdì. Pochi chilometri ed un tombino distrugge la Ferrari di Carlos Sainz. Lo spagnolo si prende anche un brutto colpo alla schiena, ed i commissari che fanno? La sostituzione del pacco batterie comporta una penalità di 10 posizioni in griglia di partenza, sanzione che viene comminata allo spagnolo. Poco importa se il pilota e la squadra non hanno alcuna responsabilità, ed anzi le colpe sono da ascrivere a chi doveva ispezionare adeguatamente il percorso. Alla Ferrari non arrivano neanche le scuse, le regole sono regole, dicono. La rabbia dello spagnolo monta (e stasera ancora non si è sopita). I commissari ispezionano quindi il percorso, controllano e sistemano i tombini. Vanno per le lunghe, e le seconde libere vengono disputate il piena notte e, nella "Città che non dorme mai", fanno sloggiare gli spettatori dalle tribune, tutti. Eppure c'è chi dice che tutto è un gran successo. Toto Wolff, Team Principal Mercedes, si inalbera in conferenza stampa: "è solo un tombino, facciamola finita", è il succo del suo discorso. Intanto il weekend va avanti, di sabato tornano gli spettatori, le luci sono ancora lì, i lustrini anche, e la narrazione mainstream dice che va tutto bene, le sfortune colpiscono anche a Las Vergas, Signore e Signori. Leclerc strappa una pole position da paura, davanti a Sainz, ma lo spagnolo ha le orecchie basse, sa che dovrà partire a metà schieramento.
Il festival del DRS
Almeno ci hanno risparmiato la Sprint Race, sussurra (neanche tanto) un ispirato Verstappen. La gara scatta, proprio Max alla prima curva si fa sotto a Leclerc e lo spinge fuori pista. L'olandese viene quindi penalizzato di cinque secondi ma non sembra preoccupato. Las Vegas offre dei rettilinei immensi, quasi infiniti. Va in scena il festival del DRS. Tanti sorpassi, tanta emozione, ci dicono, ma a ben (neanche tanto) guardare sono quasi tutti frutto dell'utilizzo dell'ala mobile. Ed è un vero peccato, in realtà. Viene mortificata la gara di Leclerc, veramente in palla questo weekend. Lotta come un leone, solo contro le due Red Bull, più performanti con l'ultimo set di gomme, ma non di molto. Con un DRS meno invasivo avremmo assistito all'arte della difesa, attore protagonista Leclerc? Non lo sapremo mai. Inoltre, se Sainz fosse partito, come meritava, fra i primi, la Ferrari avrebbe lottato alla pari. Alla fine Charles strappa un bel secondo posto, ma che fatica! Un tracciato pensato per i sorpassi in rettilineo, quello di Las Vegas, tanto vale correre in un ovale allora, verrebbe da dire.
Ferrari vicina a Mercedes in classifica costruttori
Al netto di tutto i freddi numeri ci dicono che Verstappen ha vinto ancora, ma anche che la Ferrari ha recuperato molti punti sulla Mercedes in classifica costruttori, con il solo weekend di Abu Dhabi da disputarsi. Adesso quattro lunghezze dividono i due team. Questo grazie anche al sesto posto recuperato da un Sainz abbacchiatissimo, ma pure incattivito dalle dichiarazioni di Wolff che ha sminuito quanto accaduto venerdì allo spagnolo. Adesso il pilota Ferrari è a pari punti in classifica piloti con il connazionale Alonso, al quarto posto. Mercedes-Ferrari, Alonso-Sainz (ma Norris è vicino a loro), chi avrà la meglio in questi testa a testa? Le sfide, tutto sommato, non sono molto emozionanti, ma questo è quello che passa il convento. Ma non dite a Liberty Media che questa F1, talvolta (talvolta?) scade nella noia. E lo scrive un dispiaciuto appassionato.
Norris festeggia l'ennesimo secondo posto, Alonso un grande ritorno sul podio. A vincere però è ancora lui, Max Verstappen. Ferrari, weekend disastroso.
Perez delude i suoi tifosi. Leclerc e Sainz sognano dopo una prima fila tutta rossa, ma non vanno oltre alla terza e quarta posizione finale. Si esalta ancora lui, Verstappen, vincente per la 51esima volta
Ad Austin Verstappen conquista il suo cinquantesimo successo in carriera, battendo d'un soffio Hamilton. Terzo è Norris. La Ferrari sprofonda in gara, dopo aver illuso con la pole position conquistata da Leclerc.
Verstappen domina, nel weekend in cui si aggiudica il terzo titolo iridato. Si conferma la McLaren, vincente ieri nella Sprint con Piastri, oggi in seconda e terza posizione. Ferrari male: Sainz non ha partecipato alla gara, Leclerc quinto. Gara difficilissima per vetture e piloti.
Verstappen trionfa a Suzuka, e per la Red Bull arriva il sesto mondiale costruttori della sua storia. Doppio podio per McLaren. Ferrari quarta e sesta.