Questa mattina, intorno alle 9:30, si è verificato un terribile incidente sul cavalcavia di viale Europa, nei pressi del casello autostradale. Due le auto coinvolte nello spaventoso frontale.
Per la ragazza di 26 anni a bordo di una Panda grigia sono stati inutili i soccorsi, purtroppo lo scontro è stato fatale. Ricoverata d'urgenza, invece, nel reparto di Rianimazione dell'Ospedale Maggiore di Parma la conducente della seconda auto.
Sul posto sono accorsi gli operatori del 118 e i Vigili del Fuoco. Sono in corso gli accertamenti della polizia municipale per ricostruire la dinamica dell'incidente.
Aveva costituito una ditta individuale per il commercio all'ingrosso di materie plastiche con sede a Guastalla (RE) e la Tenenza della Guardia di Finanza di Guastalla aveva accertato nei suoi confronti l'emissione di fatture per operazioni inesistenti ed una frode fiscale di oltre 3 milioni di euro; ora i suoi beni finiscono sotto sequestro.
E' la decisione adottata dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Reggio Emilia, in accoglimento di analoga richiesta cautelare avanzata dalla Procura della Repubblica reggiana, in relazione alle indagini della Guardia di Finanza di Guastalla che avevano denunciato per frode fiscale un 45enne di origini mantovane, residente da tempo nella bassa reggiana, rivelatosi evasore totale.
Il provvedimento di sequestro preventivo è finalizzato alla successiva confisca di beni per valore equivalente al profitto del reato, cioè alle imposte evase per effetto dell'emissione delle fatture fittizie e dell'omessa dichiarazione dei propri proventi, oltre all'IVA dovuta, stimate in circa 700.000 euro. Pertanto nella giornata di ieri i militari della Tenenza della Guardia di Finanza di Guastalla hanno proceduto al sequestro di 18 autovetture, 1 motoveicolo ed il saldo attivo di n. 1 libretto di deposito a risparmio postale, fino alla concorrenza del valore del profitto del reato di frode fiscale.
L'attività di servizio portata a termine testimonia la costante attenzione della Guardia di Finanza nella lotta all'evasione fiscale a tutela delle entrate dello Stato, nonché il fortissimo impegno profuso dai militari del Corpo affinché i risultati conseguiti in sede investigativa possano tradursi in un concreto ed effettivo recupero erariale.
Il museo parigino ha chiesto in prestito il capolavoro dell’artista modenese, attualmente ospitato nella chiesa di San Giovanni Battista, per un’importante mostra che aprirà nel 2020 e che sarà dedicata all’arte nel periodo in cui visse e operò Leonardo da Vinci. Si attende l’ok dell’Arcidiocesi e, soprattutto, della Soprintendenza
MODENA –
Uno dei capolavori modenesi, il Compianto sul Cristo morto di Guido Mazzoni, vissuto tra il 1450 e il 1518, potrebbe essere uno dei pezzi forti della grande mostra che il Louvre di Parigi sta allestendo per il 2020 e che sarà dedicata all’arte nel periodo in cui visse e operò il genio di Leonardo da Vinci.
Il gruppo scultoreo, in terracotta policroma, è attualmente ospitato presso la Chiesa di San Giovanni Battista che è quasi sempre chiusa e la visione dell’importante opera d’arte viene segnalata “solo su prenotazione”. Paradossalmente, quindi, un capolavoro poco visibile ai modenesi potrebbe essere visto dalle migliaia di visitatori del museo parigino.
Tuttavia, è ancora presto per dire se il Compianto prenderà la via della capitale francese. L’Arcidiocesi di Modena e Nonantola, proprietaria del gruppo scultoreo, realizzato negli anni settanta del Quattrocento, sembra ben propensa al “prestito”, tuttavia, deve ancora partire l’iter da parte della Soprintendenza. Gli esperti dovranno infatti valutare se, nonostante l’altissimo livello di sicurezza garantito dal Louvre in materia di assicurazione, trasporto, tutela ed esposizione al pubblico, è in grado di lasciare la sua sede modenese.
L’opera del Mazzoni, infatti, si presenta come particolarmente delicata, anche in seguito a un restauro “selvaggio”, avvenuto negli anni Novanta, che di fatto ha privato le otto figure che la compongono del rivestimento policromo ottocentesco.
Guido Mazzoni deve proprio la sua fortuna artistica ai gruppi in terracotta policroma con figure a grandezza naturale, nelle quali è riuscito a trasfondere emozioni e moti dell’animo attinti dall’osservazione del quotidiano.
A Modena, oltre al Compianto, si trovano anche la celebra “Madonna della Pappa”, conservata nella cripta della Cattedrale, e la “Testa di Vecchio”, conservata presso la Galleria Estense.
La vittima, Filomena Cataldi, in seguito a un diverbio, è stata raggiunta nel suo appartamento di San Polo di Torrile (PR), è stata prima picchiata, poi strangolata e accoltellata. È stato lo stesso omicida a chiamare il 112
SAN POLO DI TORRILE (PR) –
Una donna di 44 anni, Filomena Cataldi, impiegata presso un'azienda di prodotti gastronomici, è stata brutalmente uccisa del vicino, un 36 enne cinese, nel tardo pomeriggio di ieri.
Erano circa le 17.30 quando l'uomo, in seguito a un diverbio con la condomina, l'ha inseguita fino al suo appartamento. Qui ha infierito su di lei con una furia cieca. Prima, infatti, l'avrebbe picchiata più volte al volto e al corpo, fino a tramortirla, per poi strangolarla e sferrarle una coltellata alla gola.
Dopo il delitto, è stato lo stesso omicida a telefonare al 112, confessando quello che aveva appena fatto. I Carabinieri hanno quindi provveduto al fermo del reo confesso che, secondo le testimonianze dei vicini, era di indole violenta e si sarebbe scagliato più volte contro la moglie e altri condomini.
Nei confronti della donna uccisa, invece, non c'erano stati precedenti.
La Capitaneria di Porto di Livorno sta indagando sulle ultime telefonate e sui contatti avuti via WhatApp da Pietro Fogliani, la cui imbarcazione, la Lalabelle, è stata trovata arenata sulla riva di Vada, nel livornese. Di lui ancora nessuna traccia.
SASSUOLO –
L'ultimo pagamento con la carta di credito, per saldare l'ormeggio, è stato registrato a Porto Lotti, a La Spezia, sabato scorso alle 13.30. E sempre a sabato, alle 13.53, è risale l'ultimo accesso a WhatsApp di Pietro Fogliani, l'imprenditore sassolese 56 enne di cui, da quasi una settimana, non si hanno notizie.
La sua barca a vela, la Lallabelle, è stata trovata incagliata vicino alla riva di Vada, in provincia di Livorno, senza che del suo proprietario vi fosse alcuna traccia. Proprio sull'imbarcazione è stato trovato il cellulare dell'imprenditore, mentre tutto il resto, dalle provviste agli indumenti agli effetti personali, è stato rinvenuto in ordine. Non ci sarebbero, infatti, i presupposti per far pensare a una colluttazione o a un tentativo di furto.
Le ricerche per ritrovarlo, coordinate dalla Capitaneria di Porto di Livorno, si sono intensificate, anche attraverso l'impiego di mezzi navali, aerei e subacquei, che stanno pattugliando un raggio di 55 miglia, nel tratto di mare compreso tra la zona sud di Porto Lotti, da dove è partita la barca a vela di Fogliani, al litorale di Piombino. Sono state allertate anche le Capitanerie di Porto di Genova e Civitavecchia per estendere le ricerche anche nelle loro aree di competenza. La Lallabelle, infatti, era sprovvista della strumentalizzazione di radiolocalizzazione satellitare a bordo e non è stato possibile ricostruire i suoi spostamenti.
Nel frattempo, i militari della Guardia Costiera stanno effettuando verifiche anche sulle ultime telefonate fatte e ricevute dal cellulare del sassolese nei giorni precedenti la sua scomparsa, e anche sulla movimentazione dei conti correnti, per escludere un allontanamento volontario.
Sono stati contattati anche il figlio di Fogliani, Alessandro, e l'ex moglie, per approfondire quali siano le abitudini del 56 enne, appassionato di rally e di barca a vela, attività che svolgeva spesso in solitaria. Si cerca di capire se era solito frequentare luoghi particolari o fermarsi durante la navigazione per andare a trovare degli amici. Insomma, tutto quanto possa essere utile per ritrovare il disperso.
Finora, l'unico particolare anomalo è risultata essere la posizione del salvagente di bordo, ritrovato in mare e non a bordo, e con la cima attorcigliata a una delle eliche.
Violenza domestica: agenti della Polizia Municipale sono intervenuti in aiuto di una donna nella tarda mattinata di oggi.
Erano circa le 12.30, quando una pattuglia del Servizio Territoriale, in transito lungo una delle vie cittadine, ha notato una donna in mezzo alla strada che gesticolava: era scalza e in stato di choc. Si è subito confidata con gli agenti, e, in lacrime, ha raccontato di essere appena stata picchiata, per l'ennesima volta, dal marito convivente.
Dopo aver raccolto la testimonianza della donna, gli agenti hanno chiesto l'intervento degli operatori del 118 che l'hanno trasportata al pronto soccorso del Maggiore. Contestualmente è stata richiesta l'attivazione del Reparto NAV – Nucleo Antiviolenza - della Polizia Municipale.
Raggiunta in Ospedale, dopo essere stata visitata e tranquillizzata, la donna, in una sala riservata, ha raccontato agli agenti del NAV degli anni di soprusi e di violenze patite da parte del marito ed ha sporto denuncia contro di lui. Alle sue percosse – ha raccontato – ha assistito anche la figlia minorenne, come nel caso dell'ultima aggressione subita.
Madre e figlia sono state, quindi, inserite nel sistema di protezione per le vittime di violenza che il Comune di Parma ha implementato, mentre l'aggressore si assumerà le proprie responsabilità di fronte alla Giustizia.
Quanto accaduto oggi è l'ennesimo episodio di prevaricazione ed abuso a danno di soggetti più deboli, perpetrato da chi pensa sia lecito imporsi con la violenza. Questo genere di accadimenti ha fatto registrare un incremento negli ultimi anni, non solo a Parma, ma anche in Italia, un dato, quindi, che fa riflettere. Il solo reparto NAV – Nucleo Antiviolenza - della Polizia Municipale, allo stato attuale, ha registrato un aumento dei casi riferibili alle situazioni di violenza in esame, pari al +10% rispetto ai dati complessivi relativi al 2017. Solo alla fine di quest'anno sarà possibile tracciare un bilancio definitivo con i dati completi; anche se il fenomeno della violenza di genere, domestica, e a danno di minori è oggi molto più discusso e portato a conoscenza delle Istituzioni da parte delle vittime, tuttavia si tratta di un fenomeno che, purtroppo, non accenna a diminuire.
"Anche in questa occasione - afferma l' Assessore alla Sicurezza Cristiano Casa - la Polizia Municipale ha dimostrato efficienza e efficacia, intervenendo tempestivamente a tutela di una donna soggetta a violenza domestica, in presenza della figlia minorenne. Esprimo, pertanto, il mio plauso agli agenti anche a fronte di un tipo di servizio, quello del Nucleo Antiviolenza, che, pur non essendo conosciuto dalla maggior parte della popolazione, è attivo e produce risultati significativi grazie ad una maggiore presenza qualificata sul territorio, facendo perno sulla capacità di ascolto ed intercettazione delle problematiche che possono affliggere la comunità".
L'animale, che aveva eletto a dimora l'area di viale Gramsci, a ridosso del centro storico, tra la tangenziale e un terrapieno, è stato catturato grazie all'azione congiunta della Polizia e dei volontari del Centro Fauna Selvatica "Il Pettirosso" di Modena. Ora lo aspetta un periodo di rieducazione per poi essere reinserito in natura.
MODENA –
Gli avvistamenti di animali selvatici in un contesto urbano non sono poi così rari. Spinti dalla curiosità o dalla fame, cinghiali, caprioli, cervi, volpi e persino lupi a volte si spingono fino ai confini dei centri abitati. Di solito, si tratta di brevi incursioni. Invece, il capriolo aveva "preso casa" stabilmente in viale Gramsci, a ridosso del centro storico di Modena, in città sembrava trovarsi a proprio agio. Da ben quattro anni la sua presenza era infatti segnalata dai residenti e dagli automobilisti di passaggio nella zona compresa tra la tangenziale e un terrapieno situato a ridosso dei condomini di via Buozzi, reso inaccessibile dalla la folta vegetazione e, proprio per questo, eletto a dimora dall'animale, che qui si sentiva sicuro.
I rischi per la sua incolumità e per quella degli automobilisti, tuttavia, erano concreti e da tempo i volontari del Centro Fauna il Pettirosso lo tenevano d'occhio, con il proposito di spostarlo in un luogo più consono alla sua natura. Il capriolo, tuttavia, si è dimostrato una vera e propria "primula rossa", sfuggendo a ogni tentativo di cattura.
Durante l'ultima settimana, tuttavia, le segnalazioni giunte al 113 e al Centro Fauna Selvatica si sono moltiplicate, probabilmente un segnale che l'animale stava cambiando le sue abitudini.
Il responsabile del "Pettirosso" Piero Milani e una pattuglia della Volante, dopo vari tentativi andati a vuoto, hanno individuato l'animale in una zona abbandonata di via Nonantolana, dove è stata posizionata una rete a scatto.
Qui i volontari sono riusciti a condurre l'animale in fuga, che è stato poi immobilizzato e trasferito presso il Centro Fauna Selvatica, dove sarà sottoposto a una terapia antistress e un periodo di osservazione e rieducazione, in attesa del suo trasferimento nel Parco dell'Adamello-Brenta, già nuova dimora di altri caprioli recuperati nella provincia di Modena. E, siamo sicuri che non rimpiangerà il traffico cittadino.
Nella notte tra il 16 e 17 agosto aveva dato alle fiamme quattro auto e un bus Seta. L'uomo, che si muoveva in sella a una bicicletta, è stato individuato grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza. Nel 2009 aveva dato alle fiamme alcuni SUV a Modena
CASTELFRANCO EMILIA (MO) –
Nella notte tra il 16 e il 17 agosto aveva dato alle fiamme ben quattro auto e un bus di linea di Seta, ma il suo gesto aveva anche danneggiato un appartamento e un esercizio commerciale, provocando 500 mila euro di danni.
Tuttavia, nei mesi scorsi, si erano verificati, sempre nella zona di Castelfranco, altri roghi dolosi, riconducibili alla stessa mano. Per questo le indagini per individuare e fermare il piromane hanno assunto un ritmo serrato. Avvalendosi delle immagini delle telecamere di sorveglianza, tra cui quelle di un privato, i Carabinieri e la Polizia Municipale hanno stretto il cerchio attorno a Giuseppe Purpura, 53 enne senza fissa dimora, a cui, nel 2009, erano già stati attribuiti diversi roghi di SUV nel modenese.
L'uomo, che era solito spostarsi in bicicletta, nel pomeriggio di sabato scorso è stato individuato in un quartiere periferico e fermato proprio mentre era in sella al mezzo. Alla vista degli agenti, tuttavia, il piromane ha reagito con violenza, tentando di guadagnarsi la fuga scagliando la sua "due ruote" addosso ai militari, uno dei quali è stato leggermente ferito.
Non senza fatica, Purpura è stato neutralizzato e trasferito in cella. Il fermo a suo carico è stato convalidato questa mattina dal Gip presso il Tribunale di Modena e ne è stata disposta la custodia cautelare in carcere per la pericolosità del soggetto e il rischio di reiterazione di reato.
La Questura di Parma avvisa che sono depositate 4 biciclette sequestrate ritenute di provenienza furtiva, trovate in possesso di cittadini nordafricani che avevano occupato uno stabile in procinto d'essere ristrutturato.
Di seguito le foto delle bici in questione.
I legittimi proprietari interessati alla restituzione potranno presentarsi presso l'Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico muniti della relativa denuncia o contattarlo telefonicamente.
QUESTURA DI PARMA
Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico
Tel. 0521/219546
La pertosse è una malattia infettiva diffusa in questo periodo nella popolazione e che, quindi, può colpire anche gli operatori sanitari. Di solito per prevenire la diffusione è sufficiente una profilassi mirata e l'utilizzo di mascherine chirurgiche, durante il periodo della profilassi per gli operatori in contatto con i pazienti. La diagnosi della pertosse non è sempre immediata visto che il sintomo principale, la tosse, è diffuso in una stagione caratterizzata da forti gli sbalzi termici e dal massiccio utilizzo dell'aria condizionata. Per questo motivo i primi sintomi della pertosse possono essere confusi con quelli di un semplice raffreddamento.
Nei giorni scorsi al Servizio Igiene Ospedaliera dell'Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena è stato notificato un caso di pertosse in un operatore sanitario degli ambulatori del Padiglione Oncologico Beccaria del Policlinico di Modena. Come sempre avviene in casi del genere, la Direzione Sanitaria, in accordo con il Servizio di Igiene Pubblica dell'Azienda USL di Modena e con il Medico Infettivologo, ha avviato le misure di prevenzione della diffusione (profilassi) su tutti i pazienti e gli operatori che hanno avuto un contatto diretto con il caso segnalato.
"La pertosse – spiega la prof.ssa Cristina Mussini, Direttore delle Malattie Infettive - è una malattia infettiva batterica contagiosa, i cui sintomi sono solitamente simili a quelli del raffreddore comune, presentandosi con un naso che cola, febbre e tosse lieve a cui seguono settimane caratterizzate da attacchi più forti. La malattia, nell'adulto, solitamente, non ha un decorso grave, mentre nel bambino può portare a complicanze anche severe. Per la pertosse esiste un vaccino che, però, non è obbligatorio."
Fonte: Azienda Ospedaliera Universitaria di Modena