Nel primo pomeriggio di ieri, 24 settembre, intorno alle ore 15:00, un grosso incendio si è sviluppato all'interno di un deposito di componenti per illuminazione artistica e addobbi natalizi. Il rogo si è sviluppato rapidamente e ha prodotto una nuvola densa di fumo nero ed acre che, traportata dal vento, si è propagata in diverse zone del capoluogo cittadino.
Nel frattempo, mass media e forze di Polizia invitavano i residenti a rimanere nelle proprie abitazioni con i serramenti chiusi. Per fronteggiare l'incendio sono intervenute diverse squadre del comando di Reggio Emilia, coadiuvate anche dal comando di Modena. Intorno alle 19:00 le fiamme erano sostanzialmente domate anche se le operazioni di minuto spegnimento si sono protratte per tutta la notte.
Sul posto hanno operato complessivamente 7 squadre provenienti dalla sede Centrale e dai distaccamenti di Guastalla, di Sant'Ilario d'Enza e di Carpi, insieme ai volontari di Luzzara. Ingente il quantitativo di liquido schiumogeno impiegato per il soffocamento dell'incendio. Sul posto sono intervenuti anche i tecnici dell'Arpa per le valutazioni sulla salubrità dell'aria.
L’episodio è accaduto sabato sera, quando il 27 enne era stato colpito a un braccio da alcuni proiettili da softair partiti da un’auto che si era subito dileguata. I carabinieri sono risaliti ai colpevoli grazie alle telecamere e ad alcuni testimoni.
CASTELFRANCO EMILIA (MO) –
Sabato sera stava camminando in Corso Martiri, nel centro di Castelfranco, in compagnia di due amici quando, da un’auto in corsa, sono partiti due proiettili da softair, sparati con una pistola ad aria compressa, che lo hanno raggiunto al un braccio.
Il ferito, un 27 enne originario del Pakistan, è stato subito soccorso e trasportato al Policlinico dove è stato medicato per le lesioni al gomito e dimesso con una prognosi di 14 giorni.
È intanto partita la caccia ai colpevoli. I Carabinieri del comando di Castelfranco e la Polizia Municipale, intervenuti sul posto, non hanno scartato nessuna ipotesi, dal regolamento di conti a un raid a sfondo razzista. Hanno acquisito alcune testimonianze di chi ha assistito al fatto, tra cui gli amici del ragazzo ferito e alcuni negozianti di Corso Martiri, ma fondamentali per risalire agli autori del gesto sono state le immagini di una telecamera di videosorveglianza piazzata nella zona.
Prima è stata identificata una giovane, che era scesa dall’auto poco dopo l’agguato, e che ha ammesso di trovarsi sull’auto da cui sono partiti gli spari in compagnia di due ragazzi di 21 e 23 anni di nazionalità italiana e residenti a Castelfranco.
Identificati qualche ora più tardi, i due hanno ammesso di “aver fatto una bravata”. A loro carico, era nel frattempo arrivata anche un’altra segnalazione, poiché, insieme ad altri ragazzi, avevano preso a sassate le finestre di chi aveva “osato” protestare perché il gruppetto teneva lo stereo dell’auto troppo alto, disturbando la quiete pubblica.
La macchina è stata quindi perquisita. Non è stata trovata la pistola da softair da cui sarebbero partiti i colpi, ma alcuni proiettili di metallo compatibili con le ferite riportate dal giovane pakistano.
I due sono stati denunciati per lesioni, ma potrebbero essere incriminati per istigazione all’odio razziale poiché, dopo aver compiuto il folle gesto, avrebbero esultato per aver colpito uno straniero.
Il corpo in avanzato stato di decomposizione e privo degli arti inferiori è stato recuperato e consegnato ai medici legali per l’esame autoptico. Per ora si sa solo che appartiene a un uomo. Potrebbe essere l’imprenditore di Sassuolo scomparso lo scorso 18 agosto a bordo della sua barca a vela.
SASSUOLO (MO) –
Un cadavere in avanzato stato di decomposizione e privo degli arti inferiori è stato ritrovato al largo di Deiva Marina, in provincia de La Spezia, da due pescatori. Sulle prime, i due hanno pensato che potesse trattarsi dei resti di un animale, ma quando, avvicinandosi, è parso loro sempre più chiaro che si trattava invece di un corpo umano, privo degli arti inferiori, hanno allertato la Capitaneria di Porto.
Sul posto sono quindi giunti i Vigili del Fuoco con la squadra di subacquei, una motovedetta della Guardia Costiera e i Carabinieri del Comando Provinciale. Il corpo è stato recuperato, issato sulla motovedetta e trasportato fino alla Calata Malaspina, dove è stato ispezionato dal medico legale. Da una prima ricognizione, è stato possibile stabilire che si tratta di un uomo. Indosso aveva un costume da bagno e una maglietta, in vita aveva un marsupio. Al suo interno non sono stati trovati documenti, ma un coltello da cucina e un proiettile di fabbricazione francese.
La lunga permanenza in mare ha reso impossibile risalire alla sua identità. I resti sono quindi stati portati all’obitorio dell’ospedale Sant’Andrea, in attesa dell’esame autoptico che sarà probabilmente disposto dal magistrato di turno per cercare di risalire alle cause della morte e alle generalità del soggetto.
Una delle ipotesi è che si tratti dell’imprenditore sassolese 56 enne Pietro Fogliani, di cui non si hanno più notizie dallo scorso 18 agosto, quando la sua barca a vela, “Lalabelle” è stata trovata arenata su una spiaggia di Vada, nel livornese. Si attendono quindi i risultati dell’autopsia e delle indagini che i Carabinieri stanno facendo in queste ore per confrontare le caratteristiche dei resti con le segnalazioni di persone scomparse nell’arco temporale compatibile con lo stato del corpo.
Concorda finto appuntamento hard e rapina il cliente: la Polizia di Stato incastra un giovane rumeno.
Personale della Squadra Volante ha proceduto al fermo di P.G., cittadino rumeno di anni 24, indiziato del delitto di rapina aggravata in concorso.
Intorno alle 20.00 di ieri sera, gli agenti sono intervenuti in zona buon Pastore a Modena in quanto all'interno di un condominio erano state segnalate, tramite numero di emergenza 112, delle persone che si stavano picchiando.
All'arrivo della Polizia, i due presunti aggressori erano scappati, mentre la vittima, un cittadino italiano residente in provincia di Como, è stata soccorsa dagli agenti in quanto a seguito dell'aggressione aveva riportato una ferita sanguinante sul braccio destro, il collo arrossato e una tumefazione sulla fronte.
La vittima ha poi spiegato di essere stato aggredito da un giovane che lo aveva accompagnato nel locale adibito a stenditoio di un palazzo, spacciandosi per amico di una donna, che aveva conosciuto attraverso un sito on line di incontri, con la quale aveva concordato una prestazione sessuale e che - a detta del rumeno - lo stava aspettando. Una volta arrivati nel locale all'ultimo piano del condominio, ove si trovava un complice, l'italiano è stato aggredito, intimandogli di consegnare il portafoglio. Ne è nata una colluttazione, nel corso della quale i due sono riusciti a sfilargli dalla tasca un I-Phone, per poi darsi alla fuga.
Grazie alla descrizione della vittima e di alcuni condomini, gli operatori sono riusciti a risalire all'identità del rumeno, rintracciandolo presso il Pronto Soccorso del locale Policlinico, dove si era recato per farsi medicare, riferendo ai sanitari di essere caduto in bici.
Gli agenti hanno potuto accertare attraverso l'analisi dei messaggi via whatsapp recuperati sul telefono del rumeno, che era stato quest'ultimo, spacciandosi per una donna, ad intrattenere la conversazione con la vittima per concordare luogo e ora dell'appuntamento.
Il cellulare rubato è stato recuperato in un luogo indicato dallo stesso rapinatore, insieme alla chiave di un'autovettura Renault Clio, risultata essere oggetto di un furto denunciato i primi di settembre. L'autovettura, all'interno della quale vi erano effetti personali del rumeno e che lo stesso utilizzava quale rifugio per dormire o passare la notte, è stata ritrovata nelle immediate vicinanze del luogo ove è stata perpetrata la rapina. Per tale motivo il 24enne è stato anche deferito all'Autorità Giudiziaria per il reato di ricettazione.
Il rumeno, gravato da numerosi precedenti di Polizia per reati contro il patrimonio, contro la persona ed in materia di stupefacenti, è stato associato alla locale Casa Circondariale, come disposto dal Magistrato di turno.
Sono in corso indagini per risalire all'identità del complice.
La manifestazione svoltasi ieri pomeriggio a Parma, alla sua prima edizione, ha promosso le attività di volontariato dell'Associazione City Angels condividendo con l'intera cittadinanza un pomeriggio domenicale all'insegna del benessere, della solidarietà e della presenza.
Una camminata benefica non competitiva, aperta a tutti, di 5 km, in quartiere San Leonardo a testimonianza della presenza costante degli "angeli" con la giubba rossa e il basco blu su un quartiere spesso "difficile".
Tutte le foto a cura di Francesca Bocchia
Nella tarda mattinata di ieri, personale della Squadra Mobile ha effettuato un servizio mirato al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti in zona centro a Modena, con particolare attenzione ai parchi cittadini, nel corso del quale ha tratto in arresto un cittadino tunisino di anni 33.
All'interno del Parco delle Rimembranze, gli agenti hanno notato il tunisino in sella ad una bicicletta, avvicinarsi ad un altro uomo ed estrarre dalla biancheria intima un grosso involucro di colore nero. Una volta aperto il pacchetto, lo straniero ha prelevato una parte del contenuto per poi pesarla e cederla all'acquirente, che in cambio gli ha consegnato alcune banconote.
Gli agenti sono intervenuti nell'immediatezza, bloccando i due uomini. La perquisizione sulla persona del tunisino ha dato esito positivo in quanto è stato trovato in possesso di grammi 115,00 di eroina in polvere di colore bruno, identica a quella precedentemente ceduta.
Lo straniero, con numerosi precedenti di Polizia, è stato trattenuto presso le camere di sicurezza della Questura, come disposto dal Magistrato di turno, in attesa del processo con rito direttissimo.
La Polizia di Stato arresta tre spacciatori tunisini e sequestra 1 kg e mezzo di hashish in una abitazione dell’Oltretorrente. Le indagini sono partite grazie alla segnalazione dei residenti.
Parma -
Nei giorni scorsi, alcuni residenti dell’Oltretorrente hanno segnalato un sospetto “via vai” presso un immobile di via Bixio. I primi appostamenti operati dal personale della sezione antidroga hanno consentito di accertare quanto segnalato e di identificare alcuni degli avventori di questo appartamento tutti già noti alle forze di Polizia come consumatori di stupefacente.
Nella mattinata di sabato è quindi scattato il blitz degli agenti dell’antidroga che, con l’ausilio di Jago, il formidabile cane dell’unità antidroga di Bologna, hanno proceduto alla perquisizione dell’immobile. Nonostante la struttura si presentasse fatiscente, la porta di ingresso era nuova e solida. Una volta dentro l’abitazione, gli agenti dell’antidroga hanno identificato 4 uomini, tutti di nazionalità tunisina: B.K.A., in Italia senza fissa dimora e irregolare sul territorio nazionale, N.H., anch’esso in Italia senza fissa dimora e irregolare sul territorio nazionale ed un minorenne che dormivano al pian terreno; al piano rialzato a cui si accedeva dall’interno dell’immobile, vi era, invece, T. A., cittadino tunisino.
Al pian terreno, ove erano alloggiati i primi tre indagati, venivano rinvenuti, occultati all’interno di un frigorifero non funzionante, 4 panetti di hashish del peso complessivo di gr. 386; dietro alla “colonna piede” del lavabo, 10 panetti della medesima sostanza per un peso complessivo di 1 kg circa; all’interno di un mobile bagno, 2 pezzi di hashish del peso, rispettivamente, di gr. 25 e 3 e 4 bustine termosaldate contenenti gr. 2 di sostanza stupefacente del tipo cocaina. Nel medesimo alloggio, venivano rinvenuti anche1 bilancino di precisione e 100,00 € in contanti.
Al secondo piano, dove trovava alloggio T. A., sono state rinvenute 14 bustine termosaldate contenenti 6 grammi di cocaina ed un pezzo di hashish del peso di 2 gr., nonché due bilancini di precisione ed 800 €. Queste 14 bustine erano occultate nel letto dell’uomo e cucite nelle lenzuola e solo grazie allo straordinario fiuto di JAGO è stato possibile rinvenirle e sequestrarle.
Al termine dell’attività, B.K.A, N.H. ed il minore sono stati tratti in arresto e su disposizione del PM di turno dr. Fabrizio Pensa, i primi due sono stati condotti in via Burla, mentre, il minore, su disposizione del PM presso il Tribunale per i minorenni di Bologna dr.ssa Cristina Sallusti, è stato accompagnato presso l’Istituto minorile di Bologna.
Il quarto uomo, invece, è stato indagato in stato di libertà per i medesimi reati.
I Carabinieri della Stazione di Castel San Pietro Terme, in provincia di Bologna, hanno denunciato F.M., 47enne, per ricettazione. La denuncia è scaturita nel corso di un'indagine che i Carabinieri avevano avviato dopo che la vittima di un furto, quarantaquattrenne bolognese, si era accorto che la sua bicicletta rubata ad agosto e denunciata presso la Stazione Carabinieri Bologna Navile, era stata messa in vendita all'interno di un sito internet dedicato all'acquisto e alla vendita di oggetti tra privati.
Appresa la notizia, i Carabinieri si sono messi alla ricerca del venditore e dopo averlo trovato, sono andati a perquisire la sua abitazione di Castel San Pietro Terme. L'operazione è terminata col ritrovamento di tre biciclette, quella rubata al bolognese e altre due di provenienza furtiva che sono state sequestrate e custodite presso la Stazione Carabinieri di Castel San Pietro Terme, raggiungibile al numero di telefono 051/941227.
Ieri pomeriggio, i Carabinieri della Stazione di Casalfiumanese, in provincia di Bologna, sono intervenuti in un terreno incolto per verificare la segnalazione di un trentaquattrenne italiano che riferiva di aver trovato alcune ossa, verosimilmente umane. Giunti sul posto, i Carabinieri hanno constatato la veridicità della segnalazione, appurando peraltro trattarsi di un cospicuo numero di ossa, la maggior parte trovate sotto qualche centimetro di terra, che le recenti piogge possono aver fatto affiorare.
Il successivo esame fatto dal medico legale ha accertato l'appartenenza delle ossa a persone di differenti fasce di età e di sesso, decedute non meno di cinquant'anni fa. I primi accertamenti non fanno escludere che l'area di ritrovamento fosse un vecchio cimitero rurale, andato nel tempo distrutto.
Le spoglie rinvenute sono state depositate presso la camera mortuaria dell'AUSL di Imola. L'Autorità Giudiziaria è stata informata dai Carabinieri della Stazione di Casalfiumanese e del Nucleo Operativo Radiomobile di Imola che proseguiranno gli accertamenti.
L’episodio è accaduto nelle campagne attorno a Bomporto, dove i giovani e gli educatori stavano facendo la vendemmia per produrre vino e aceto balsamico. Lo sfogo di una mamma su Facebook “Caro ladro, dovresti imparare da loro a dare un senso alla tua vita perché, a occhio e croce, la loro è complicata, ma la tua fa schifo”.
BOMPORTO (MO) –
Ci sono furti più vili e vigliacchi di altri. Come quello compiuto da chi, nella giornata di ieri, ha tenuto d’occhio il pulmino e le due auto delle educatrici della cooperativa sociale di Solara “La Lanterna di Diogene” che si occupa di ragazzi disabili, per derubarli dei loro zainetti e di tutto quello che c’era dentro.
I ragazzi si erano recati nelle campagne vicine a Bomporto per fare la vendemmia per poi destinare il loro raccolto alla produzione di vino e di aceto balsamico, lasciando nei mezzi borse e zaini. I mezzi sono rimasti aperti, perché nessuno, vista la situazione, si aspettava un furto. Invece, l’impensabile è accaduto e qualcuno ha portato via le borse delle educatrici, con soldi, documenti e carte di credito, e gli zainetti dei ragazzi.
In uno di questi, appartenente a un diciottenne disabile, c’era il tablet tanto caro al ragazzo, che utilizzava per guardare le foto delle vacanze, i tutorial per aggiustare le cose rotte e per giocare ai giochi che gli piacciono. Inoltre, c’era anche l’abbonamento disabili di TPR, faticosamente ottenuto, che il giovane utilizza tutti i giorni per spostarsi da Modena a Bologna in corriera.
La mamma di uno dei ragazzi che frequentano la Lanterna di Diogene, ha affidato il suo sfogo a Facebook, rivolgendosi direttamente a chi ha compiuto un gesto tanto vile.
“Caro ladro (o cari ladri), vorrei farti sapere che oggi hai compiuto un atto veramente vigliacco. Oggi hai derubato mio figlio disabile, i suoi amici della Lanterna di Diogene nella medesima condizione e i loro educatori. Vorrei dirti che stavano facendo la vendemmia per fare l'aceto balsamico e il vino perché loro, nonostante abbiano problemi seri, lavorano tutti i giorni. Lavorano per dare un senso alle loro esistenze e, per dimostrare, che qualsiasi siano i problemi si può sempre essere utili e indispensabili. Sai, tutti i documenti, gli abbonamenti, i cellulari...verranno rifatti o ricomprati, ma la loro serenità no. La fiducia è una cosa preziosa e tu, a persone così delicate, l'hai portata via. Hanno pianto e ci sono rimasti male per un torto ingiusto causato da te. Mio figlio sul suo tablet guarda i tutorial per costruire o rimettere a posto le cose rotte, aveva le foto delle vacanze e i giochi che gli piacciono. Caro ladro...dovresti imparare da loro a dare un senso anche alla tua vita perché, a occhio e croce, la loro è complicata ma la tua fa proprio schifo”.
Considerato il potere di diffusione delle notizie del popolare social network, si auspica che queste parole arrivino anche all’autore, o agli autori del furto e che decidano in qualche modo di fare riavere ai ragazzi derubati gli oggetti a loro cari e utili nella vita di tutti i giorni, come i documenti, l’abbonamento ai mezzi pubblici e i tablet con i loro ricordi.