17 decessi in Emilia Romagna, di cui 3 a nel modenese, 32 casi di cui 15 persone ancora ricoverate e una comunicazione che latita hanno creato preoccupazione. Ma il direttore dell’ASL di Modena Massimo Anncchiarico in un post su Facebook, poi rimosso, l’ha presa con ironia. E in Regione la pentestellata Gibertoni chiede la rimozione dall’incarico.
MODENA –
17 decessi in tutta la regione, di cui tre nel modenese, Renzo Farri (76 anni) titolari di una delle più conosciute agenzie di onoranze funebri, Graziano Gazzotti (82 anni) e Marco Gibellini (63 anni), camionista di Montale, 32 casi diagnosticati, di cui 7 scoperti in quanto le persone colpite erano donatori AVIS e 15 persone ancora ricoverate.
Sono questi i numeri della West Nile, il virus trasmesso dalle zanzare che sta mettendo in apprensione i modenesi, e non solo. Ad esso si associa il virus “Toscana”, così chiamato perché isolato per la prima volta dalla virologa Paola Virani nel 1971 all’Argentario. A differenza del West Nile, che viene trasmesso dalla zanzara comune (culex pipiens), che punge dal tramonto all’alba, il “Toscana” ha come veicolo del virus il pappatacio, un flebotomo più piccolo e più attivo al crepuscolo.
Entrambi possono manifestarsi con sintomi simili all’influenza, anche se nella maggior parte dei casi il virus è asintomatico, ma in un caso su 100, possono sorgere complicazioni, come encefaliti e meningoencefaliti, che soprattutto in soggetti anziani, immunodepressi o con patologie preesistenti, possono risultare fatali. Si tratta, comunque, di casi rari.
I CASI E LE POLEMICHE
Nei giorni scorsi, una paziente 36 enne di Spilamberto, Vianne Ascari, ricoverata nel reparto di malattie infettive del Policlinico perché risultata positiva al virus Toscana, ha fatto sentire la sua voce sui social, e poi sui media.
“Avevo un mal di testa lancinante, come se avessi un’accetta a sezionarmi il capo. La febbre a una temperatura altissima con gravi tremori e stati d’incoscienza. A questo bisogna aggiungere il male ai polmoni e alla spina dorsale. In ospedale dopo tutti gli accertamenti hanno riconosciuto il virus Toscana. Voglio fare conoscere la mia situazione per evitare che si manifestino altri casi e per far sì che l’anno prossimo, quando si risveglieranno le larve, ritorniamo daccapo nell’affrontare il problema”, ha detto Vianne al telefono a Radio Bruno. Aggiungendo che, nel suo reparto, “ci sono altre persone ricoverate per lo stesso motivo”.
Alla testimonianza si è aggiunta anche la polemica sorta nelle scorse settimane, quando la famiglia di uno dei pazienti deceduti, Graziano Gazzotti, che non soffriva di patologie particolari, ha accusato il Policlinico e l’Azienda Usl di non avere riferito le cause del decesso del loro congiunto agli organi competenti in tema di sanità pubblica, in questo caso, Comune e Regione. Il caso non era stato comunicato nemmeno al Servizio di Epidemiologia della Sanità Pubblica che si occupa del monitoraggio della diffusione del virus West Nile.
In un comunicato successivo, Policlinico e ASL hanno giustificato così la mancata comunicazione: “… a differenza di altre patologie infettive, poiché la trasmissione del virus da West Nile non avviene da persona a persona, non è prevista una sorveglianza della Sanità Pubblica sui contatti del paziente, o azioni anche comunicative volte a ridurre il rischio di contagio da persona a persona, in quanto tale contagio non è possibile. Esistono invece misure preventive e di protezione individuale dalle punture di zanzara che sono state comunicate più volte e che sono l’unica misura efficace per evitare i rischi connessi all’infezione".
Insomma, se non volete essere punti e correre il rischio di conseguenze…arrangiatevi…Deve essere suonato così il “consiglio” alle orecchie dei modenesi. Tuttavia, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato un post pubblicato su Facebook, e poi rimosso, del direttore generale dell’ASL di Modena Massimo Annicchiarico, che in pratica ironizzava, citando Jannacci, su un emergenza sanitaria che, a suo dire, non ci sarebbe, quasi prendendosi gioco di chi, magari, a fronte delle notizie dei morti a causa di complicazioni da virus West Nile, avrebbe invece avuto bisogno di rassicurazioni sotto forma di informazioni chiare e precise, soprattutto da parte di chi ricopre un ruolo importante all’interno della sanità pubblica.
Giulia Gibertoni, consigliera del Movimento 5 Stelle, ha considerato il post rispettoso nei confronti dei familiari dei deceduti a causa del virus, e in un’interrogazione presentata alla giunta regionale, ha chiesto di valutare la posizione di Annicchiarico.
“È inaccettabile che il direttore generale della Asl faccia ironia su una questione del genere, che ha comportato il decesso di numerose persone sul territorio modenese.”, ha scritto Gibertoni, che ha aggiunto "La pubblicazione di questo post denota l'inadeguatezza della persona a rivestire il ruolo istituzionale per il quale è vantaggiosamente retribuito, anche con premialità, arrivando a incassare annualmente un importo superiore a quello del presidente della Regione Emilia-Romagna, ente da cui dipende l’Ausl di Modena".
La pentestellata ha inoltre chiesto alla giunta se non ritenga opportuno "cancellare ogni forma di premialità al direttore generale in oggetto e valutare la rimozione dall'incarico per inadeguatezza", oltre che "emanare linee guida sulla comunicazione istituzionale a cui devono attenersi tutti i soggetti che svolgono attività per il servizio sanitario regionale, in particolare modo i vertici delle Aziende sanitarie, fornendo anche raccomandazioni restrittive per l’attività comunicativa non istituzionale che riguarda materie oggetto del loro incarico istituzionale".
In attesa di una risposta ufficiale, ci azzardiamo a dire la nostra. Vogliamo pensare che il direttore dell’Asl abbia peccato d’ingenuità e, in un momento di particolare stress, abbia fatto prevalere il proprio sfogo personale sul ruolo pubblico che ricopre. Non bisogna mai dimenticare, tuttavia, che in un ambito così delicato come la salute pubblica, sarebbe invece necessario e opportuno utilizzare le competenze di cui si dispone per rassicurare e informare adeguatamente i cittadini, che possono amplificare i propri timori proprio a causa di una comunicazione carente o latitante.
Dal 18 settembre al 21 settembre 2018, il Comando di Polizia Municipale di Parma, proseguirà la sua opera di contrasto verso quei comportamenti volti al superamento dei limiti di velocità sulle strade dell’intero comprensorio comunale, con particolare attenzione alle segnalazioni dei cittadini; di seguito riportiamo a titolo esemplificativo, le strade dove potrebbero essere posizionate le postazioni di accertamenti strumentali di velocità.
Viale Mentana, Viale Fratti, Viale Tanara, Viale Martiri della Libertà, Viale Rustici, Viale Vittoria, Viale dei Mille, Via Emilia est, via Emilio Lepido, via Sidoli, via Casa Bianca, Via Budellungo, Martorano, San Prospero, Il Moro,Via Spezia, via Traversetolo, Botteghino, Pilastrello, Marano, Porporano, Str. Vigheffio, Str, Bassa dei Folli, Str. Argini Parma, via Pastrengo, Via Montanara, Gaione, San Ruffino, Carignano, Via Langhirano, Fontanini, Corcagnano, Panocchia, Vigatto, Via Martinella, Vigatto, GAIONE in postazione SPEEDCHECK, Via Mantova, Via Burla, Via Colorno, Via San Leonardo, via Baganzola, Vicomero, Baganzola, via Cremonese, Fognano, Viarolo, Strada Vallazza, Via Benedetta, BAGANZOLA in postazione SPEEDCHECK, Via Emilia Ovest, San Pancrazio, Vigolante, Vicofertile, Tangenziale del Ducato, via Fleming, via Volturno, VIGOLANTE in postazione SPEEDCHECK, VICOFERTILE in postazione SPEEDCHECK
Prosegue anche l’opera di contrasto alla circolazione di quei veicoli privi dell’obbligatoria copertura assicurativa, della prescritta revisione e mezzi soggetti a fermo amministrativo o pignoramento.
Di seguito se ne riporta la programmazione:
Martedì 18 - San Lazzaro-Centro
Mercoledì 19 - San Lazzaro-Oltretorrente
Giovedì 20 - Pablo- Centro
Venerdì 21 - San Leonardo-Pablo
"Perchè era ancora a Parma il clandestino che ha stuprato una ragazza, originaria tra l'altro di Fidenza, l'altra sera? Perchè era libero di spacciare e violentare? Il sistema di gestione delle espulsioni fa acqua da tutte le parti: i governi del Pd hanno fallito su tutti i fronti e i cittadini ne pagano le conseguenze".
Lo scrive in una nota Francesca Gambarini, capogruppo di Forza Italia, al Consiglio comunale di Fidenza, dopo l'ennesima storia di droga e violenza, accaduta a Parma.
"Di nuovo - prosegue Gambarini - , siamo di fronte ad una brutta storia di droga e violenza a Parma. Ormai, non è più possibile chiudere gli occhi: a giorni il sindaco Pizzarotti incontrerà rappresentanti del ministero. Ecco, faccia presente la situazione e speri che questa volta il Governo tenga in considerazione la nostra città e mandi finalmente più carabinieri. Per anni l'amministrazione comunale e il Governo del Pd hanno trascurato l'emergenza sicurezza nella nostra città ed ora il problema dello spaccio e della violenza non sono più contenibili. E se siamo a questo punto è anche colpa dei sorrisini del sindaco con il suo continuo minimizzare le cose. Mi auguro che la ragazza si riesca a riprendere da questa brutta faccenda. Un grazie ai carabinieri e ai cittadini prontamente intervenuti".
La Direzione sanitaria dell'Azienda Usl di Piacenza conferma che la paziente di 78 anni residente a Piacenza, ricoverata nell'ospedale cittadino lo scorso 15 agosto per febbre elevata resistente alla terapia, cui era stata confermata un'infezione da West Nile (confermata poi da esami di laboratorio il giorno 24 agosto), è deceduta nel reparto di Rianimazione nella notte tra il 14 e il 15 settembre.
La signora, a causa di una importante e progressiva compromissione neurologica, era in stato di coma dal quale non si è più ripresa.
NUOVO CASO DI WEST NILE
Nella giornata di sabato 15 settembre sono stati completati gli accertamenti che hanno confermato la malattia in un altro paziente. L'uomo, di circa 80 anni e residente a Caorso, è ricoverato nel reparto di Malattie Infettive dell'ospedale di Piacenza.
L'Azienda precisa che gli aggiornamenti sull'andamento epidemiologico della malattia di West Nile saranno d'ora in avanti oggetto di informative a cura dell'Assessorato regionale.
La Direzione dell'Azienda Usl-IRCCS di Reggio Emilia informa che è stato confermato il terzo caso di West Nile in una persona anziana residente nel Distretto di Reggio Emilia.
Le condizioni del paziente, attualmente ricoverato all'Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, non destano preoccupazione.
Anche questo caso presentava sintomi riconducibili ad una forma neuro invasiva, caratterizzata da febbre alta, mal di testa, debolezza muscolare, tremori, senza encefalite.
RACCOMANDAZIONI
Di seguito le principali raccomandazioni di prevenzione e protezione individuale, da adottare in particolare per le persone anziane, le persone con patologie croniche con ridotta capacità di difesa del sistema immunitario, i bambini:
· nei luoghi all'aperto dovrebbero essere indossati indumenti di colore chiaro – quelli scuri o colorati sono più attrattivi per gli insetti - che coprano il più possibile (con maniche lunghe e pantaloni lunghi). Per i neonati è necessario utilizzare le retine antizanzare da applicare su carrozzina o passeggini;
· all'interno degli edifici il metodo più efficace è l'utilizzo di zanzariere, a maglie strette, applicate a porte-finestre e finestre, ma anche direttamente sul letto; in alternativa, è possibile utilizzare, sempre con le finestre aperte, zampironi o apparecchi elettroemanatori di insetticidi liquidi o a piastrine;
· vanno evitati i profumi, le creme e i dopobarba in quanto attraggono gli insetti.
Un buon livello di protezione è assicurato dall'uso di repellenti cutanei per uso topico (direttamente sulla pelle). Le sostanze repellenti applicate sulla cute ostacolano, infatti, il raggiungimento della pelle da parte della zanzara, impedendo ai sensori delle zanzare di intercettare i vasi sanguigni. Questi prodotti vanno applicati sulla cute scoperta, compreso il cuoio capelluto. Occorre ripetere il trattamento dato che i prodotti evaporano rapidamente e vengono eliminati con la sudorazione. Nell'uso di questi prodotti bisogna seguire scrupolosamente le indicazioni riportate sulla confezione e va adottata grande cautela con i bambini o su pelli sensibili. I repellenti non vanno applicati sulle mucose (labbra, bocca), sugli occhi, sulla cute abrasa; possono essere invece spruzzati sui vestiti per aumentarne l'effetto protettivo.
Queste invece le raccomandazioni igienico-ambientali per contenere la proliferazione di larve e insetti nell'ambiente:
· rimuovere con frequenza ogni raccolta di acqua permanente da sottovasi, bidoni, ciotole per animali, teli e quanto altro. L'acqua va gettata nel terreno, dove le larve moriranno, e non nei tombini, dove invece sopravvivono fino a diventare zanzare adulte;
· consigliabile trattare ogni 20 giorni con prodotti antilarvali tombini e raccolte di acqua stagnante.
WEST NILE DISEASE O MALATTIA DEL NILO OCCIDENTALE
La West Nile Disease o Malattia del Nilo Occidentale è un'infezione virale trasmessa dalle zanzare, che trova negli uccelli (corvidi) il serbatoio naturale. Può essere contratta dall'uomo e dal cavallo, se punti da una zanzara portatrice del virus. Con maggiore frequenza i vettori della malattia West Nile sono le zanzare comuni ( del genere culex), anche se non è possibile escludere che anche le zanzare tigre, attive prevalentemente di giorno e che sono considerate i principali vettori delle forme di malattia Chikungunya e Dengue, possano trasmettere la malattia.
Le zanzare comuni pungono più frequentemente nelle ore crepuscolari e serali, e si sviluppano vicino a terreni ricchi di vegetazione in prossimità di grandi raccolte di acqua. I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare, le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all'uomo. La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre o febbricola, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, manifestazioni cutanee (febbre di West Nile). Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana e possono variare in modo significativo a seconda dell'età della persona.
SINTOMI
I sintomi più gravi (malattia neuroinvasiva di West Nile) si presentano in media in meno dell'1% delle persone infette e comprendono febbre alta, forti cefalee, debolezza muscolare e problemi neurologici. Nei casi più gravi il virus può causare un'encefalite letale o esiti permanenti. La forma grave della malattia interessa principalmente le persone anziane e/o con ridotta efficienza del sistema immunitario.
Anche gli animali possono essere colpiti da questo virus, in particolare uccelli selvatici e cavalli. La zanzara rappresenta l'unico vettore del virus e quindi l'unica possibilità di contrarre l'infezione, che non si trasmette da uomo a uomo.
Dai conti bancari e postali dell'anziana (prosciugati), erano stati prelevati oltre 150.000 euro solamente dall'inizio anno. La Polizia di Stato denuncia due donne dell'Ex Jugoslavia.
Parma -
Nei giorni scorsi agli investigatori della Sezione Antirapine della Squadra Mobile è giunta la segnalazione da parte del personale di un ufficio postale del centro di Parma, che una anziana cliente, nell'ultimo periodo, aveva effettuato ingenti prelievi di denaro adducendo delle motivazioni non plausibili.
In particolare, a partire dal mese di gennaio, la 85enne, oltre ad esaurire i soldi sul proprio libretto postale, aveva smobilitato una polizza e tutti i buoni postali effettuando numerosi prelievi di 2.000 euro ed alle insistenti richieste dell'impiegato riferiva, a volte, che doveva pagare la cauzione ad una donna in carcere in Croazia ed altre che doveva aiutare due famiglie bisognose. Il personale dell'Ufficio postale sapeva che l'anziana viveva sola e non aveva figli oltre a non voler indicare nomi e recapiti di eventuali parenti.
LE INDAGINI
Nei giorni scorsi la signora ha chiesto ancora di prelevare 2.000 euro, ottenendone 1.000, e prenotandone altri 2.000 per la mattina seguente.
Preoccupati che fosse vittima di una qualche azione delittuosa, il personale dell'ufficio postale ha quindi allertato le Forze dell'Ordine. Gi investigatori della Sezione Antirapine si sono recati la mattina seguente presso l'ufficio, prima dell'apertura, richiedendo che venissero fotocopiate le banconote che sarebbero state consegnate in mattinata all'anziana, abitante poco distante.
Gli investigatori si sono quindi posizionati nei pressi dell'ufficio postale e dell'abitazione dell'anziana per individuare a chi desse il denaro e dopo alcune ore, hanno fermato una donna che entrata nello stabile, usciva dopo pochi minuti con il denaro.
Seguita veniva poi fermata ed identificata in K. B. originaria dell'ex Jugoslavia. All'interno della borsa della donna venivano rinvenuti i 1.500 euro ritirati dalla vittima all'ufficio postale (fotocopiati) oltre a numerosi biglietti della lotteria "GrattaeVinci".
DA ANNI LA SIGNORA ERA VITTIMA DELLE DUE DONNE
K. B. veniva accompagnata presso gli uffici della squadra mobile, dove con atteggiamenti arroganti alla richiesta di indicare la provenienza del denaro, riferiva che era un aiuto economico che le era stato elargito da una amica.
La 85enne veniva poi convocata presso la Squadra Mobile dove serenamente riferiva che, anni or sono, aveva conosciuto all'esterno della Chiesa da lei frequentata, due straniere, appunto K.B. e L.R. le quali le avevano chiesto un sostegno economico per pagare le bollette e l'affitto di casa (del Comune).
L'anziana da allora, con cadenza settimanale, all'uscita della chiesa trovava le due donne che le chiedevano ed ottenevano i soldi. Nonostante i parrocchiani avessero messo in guardia la signora allontanando le due donne, queste erano riuscite a risalire all'abitazione della vittima continuando a ricevere denaro.
L'anziana ha raccontato agli agenti che negli ultimi tempi, da lei si recava solamente K.B. in quanto le era stato raccontato che L.R. era trattenuta presso il consolato a Milano, per pagare delle multe in Croazia e se non lo avesse fatto l'avrebbero portata in carcere in patria.
Per tale ragione, da alcuni mesi aveva provveduto a "consegnare un po' di soldi" a K.B. affinché li portasse al consolato ed agli avvocati che stavano lavorando per la liberazione di L.R. Anche gli ultimi 1500 €.
OLTRE 150.000 EURO SOLAMENTE DALL'INIZIO ANNO
Le successive indagini hanno portato ad identificare compiutamente la complice di K.B. e ad accertare che, dai conti bancari e postali dell'anziana (prosciugati), erano stati prelevati oltre 150.000 euro solamente dall'inizio anno.
Per tale ragione K. B. classe 1965 originaria dell'ex Jugoslavia e L. R. classe 1956 originaria della Croazia venivano indagate in stato di libertà alla locale A.G. per i reati di truffa aggravata continuata in concorso.
Un cittadino ghanese ha pensato bene di mandare all’esame teorico per il conseguimento della patente un’altra persona, a lui molto somigliante. Ma a una funzionaria della Motorizzazione i tratti somatici del candidato sono parsi troppo diversi da quelli della foto sui documenti. E ha chiamato la Polizia.
MODENA -
Forse non si sentiva abbastanza preparato o, forse, era insicuro sulla lingua italiana, fatto sta che un cittadino ghanese di 37 anni, in regola con il permesso di soggiorno, all’esame teorico per conseguire la patente di guida ha mandato un “sosia”.
Alla sezione di esami per privatisti si è quindi presentato un cittadino straniero, che ha esibito ai funzionari della Motorizzazione la carta di identità e il permesso di soggiorno dell’amico. Qualcosa però non è quadrato a una delle funzionarie in aula, che ha notato che i tratti somatici delle fotografie sui documenti e quelli del volto dell’esaminando non corrispondevano e ha allertato la Polizia Stradale di via Giardini.
Nel frattempo, l’uomo si è reso conto di essere stato scoperto e ha lasciato l’aula in fretta e furia,lasciando lì, però i documenti del complice. Quest’ultimo, poco dopo, si è recato in Motorizzazione per recuperarli, negando di aver mandato un “sostituto” a sostenere l’esame. Qui ha trovato la Polizia, che lo ha accompagnato presso la sede della sezione locale per alcuni approfondimenti, scoprendo che anche la carta di identità esibita dal ghanese per sostenere l’esame era falsa.
L’uomo è stato quindi denunciato in stato di libertà per concorso in sostituzione di persona e per falsità ideologica e materiale.
Si tratta di un 21 enne che si faceva mandare dalle minorenni foto intime, poi le ricattava. Le indagini sono partite nel 2017 in seguito alla denuncia del padre di una delle vittime, che sono 26 in tutta Italia.
PRIGNANO (MO) –
Adescava ragazzine minorenni su internet, servendosi soprattutto di Instagram e WhatsApp, entrava in confidenza con loro e si faceva mandare foto “intime”. A questo punto scattava la trappola: le ricattava minacciando di divulgare le immagini in suo possesso se non gliene avessero inviate altre. E per intimorire le sue vittime, si spacciava per un affiliato dell’Isis mandando loro filmati riconducibili al terrorismo islamico.
Per questo un 21 enne residente a Prignano sulla Secchia, nel modenese, è stato arrestato per i reati di produzione e divulgazione di materiale pedopornografico. Le indagini erano partite nel novembre del 2017 in seguito alla denuncia del padre di una delle vittime.
L’attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli, dai militari del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Ischia, in collaborazione con i colleghi della compagnia dei Carabinieri di Sassuolo (MO), ha consentito di risalire al 21 enne.
Nella sua abitazione i Carabinieri hanno sequestrato diverse apparecchiature elettroniche, tra cui Pc, smartphone e hard disk. Nel corso delle perquisizioni è stato ritrovato anche altro materiale pedopornografico. È stata quindi eseguita l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Napoli. Le vittime individuate, tutte minorenni, sono 26, e risiedono su tutto il territorio nazionale.
I Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale (TPC) restituiscono alla Pinacoteca Nazionale di Bologna il dipinto raffigurante "Madonna Orante" di Elisabetta Sirani, rubato nel 1930.
Bologna -
Questa mattina, alle 10:30, presso Palazzo Pepoli Campogrande di Bologna, il Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Bologna, Maggiore Giuseppe De Gori, alla presenza del Direttore del Polo Museale dell'Emilia Romagna, Dott. Mario Scalini, ha restituito alla Direttrice della Pinacoteca Nazionale di Bologna, Dott.ssa Elena Rossoni, il dipinto, raffigurante "Madonna Orante", di Elisabetta Sirani (Bologna 1638-1665), rubato 88 anni fa, da quel museo.
L'eccezionale recupero scaturisce da una segnalazione da parte dei responsabili dello stesso polo museale che avevano riconosciuto, in un'opera in vendita presso una casa d'aste ligure, similitudine con quella rubata nel 1930 e denunciata, dall'allora direttore pro-tempore, al Procuratore del Re di Bologna. I minuziosi approfondimenti investigativi dei Carabinieri del TPC di Bologna, resi ancora più difficoltosi perché l'immagine dell'opera, data l'epoca del furto, non era contenuta nella Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal Comando TPC, consentivano di reperire, agli atti del museo bolognese, l'effigie fotografica della storica catalogazione del prezioso dipinto.
La comparazione dell'antica fotografia con il bene posto in asta, ha permesso di confermare con assoluta certezza che l'opera, nel frattempo, acquistata in buona fede da un ignaro acquirente era in realtà proprio quella sottratta 88 anni prima. L'Autorità Giudiziaria di Genova disponeva il dissequestro e la restituzione del dipinto in favore della Pinacoteca Nazionale.
In occasione dell'importante recupero, il Polo Museale dell'Emilia Romagna realizzerà, proprio nelle sale espositive di Palazzo Pepoli Campogrande, un percorso di visita dedicato ai dipinti devozionali di Elisabetta Sirani, inclusa la pregiatissima Madonna Orante, che verrà così riaccostata al Redentore benedicente.
Una terribile vicenda fatta di minacce e raggiri per estorcere denaro alla famiglia del giovane disabile. Agli arresti domiciliari B.A., parmigiano, di 24anni che stava iniziando a circuire un altro giovane caratterizzato da analoghe problematiche di natura psichica.
Parma -
Una lunga e complessa attività investigativa ha portato agli arresti domiciliari per B.A., parmigiano di 24anni, per i reati di circonvenzione di incapaci aggravata, minaccia aggravata, truffa aggravata, detenzione illegale di armi.
La vicenda trae origine dalla denuncia di un giovane disabile che stanco del comportamento di colui che si definitiva un "amico", ha trovato il coraggio di denunciare, raccontando di aver subito vessazioni perpetrate a lungo e di essere stato indotto anche a chiedere somme di denaro, sotto minaccia, alla sua famiglia.
B.A., approfittando della fragilità e della debolezza psichica del ragazzo, avrebbe infatti inizialmente cercato di stringere un solido ed esclusivo legame con la vittima, presentandosi alla sua famiglia come un soggetto "generoso" e attento ai problemi di ragazzi difficili; nello stesso tempo, però, gli impediva di frequentare altri amici o la famiglia stessa, facendo in modo che cominciasse a nutrire verso di lui una fiducia esclusiva. Questo morboso attaccamento, pian piano, è degenerato facendo emergere il lato violento di B.A. che, in diverse occasioni, è arrivato a minacciare il ragazzo, anche con delle forbici, di procurare lesioni e danni fisici a lui e alla sua famiglia.
La vittima era molto intimorita poiché B.A., a casa, deteneva delle armi, dei bossoli, dei pugnali, dei manganelli e altri strumenti atti ad offendere.
Con l'aiuto della vittima, poi, era riuscito ad ottenere somme di denaro dai genitori del ragazzo, che poi gestiva direttamente, anche se, in apparenza, veniva consegnato alla vittima. Le scuse erano delle più svariate: un incidente subito o per il pagamento di una multa o per diventare autonomo.
Le condotte criminose attuate da B.A. hanno trovato riscontro anche dal rinvenimento di un libro mastro su cui erano annotati i dati anagrafici della vittima e dei relativi familiari oltre che da altra documentazione tutta sottoposta a sequestro unitamente alle armi, in origine legalmente detenute, utilizzate per concretizzare la condotta illecita.
Il prosieguo delle indagini, poi, ha fatto emergere una realtà inquietante essendo stato accertato che B.A. stava tentando di attuare il medesimo disegno criminoso, con le stesse modalità, iniziando a circuire un altro giovane caratterizzato da analoghe problematiche di natura psichica.