Dure critiche della Cisl Emilia Centrale all’aumento di 50 euro del costo per la domanda di cittadinanza. Fino al 4 ottobre il documento costava 200 euro, dal 5 ottobre costa 250 euro, come disposto dal decreto legge 113/2018 (cosiddetto “decreto Salvini”) e come confermato dalla prefettura in risposta a un chiarimento sollecitato dall’ufficio stranieri della Cisl. Il decreto ha anche raddoppiato i tempi (da 730 a 1.460 giorni) che il Ministero degli Interni può prendersi per rispondere all'istanza.
«L’aumento del contributo e l’allungamento dei tempi di risposta per le istanze di cittadinanza si aggiungono ad altri ostacoli, come il reddito minimo e i dieci anni di residenza ininterrotta. Essi risultano, pertanto, discriminatori sui lavoratori immigrati che, insieme alle loro famiglie, hanno investito in un percorso di integrazione – sottolinea Domenico Chiatto, responsabile delle politiche per l’immigrazione della segreteria Cisl Emilia Centrale - È da settembre 2015, ovvero dalla sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea che ha dichiarato sproporzionato il contributo richiesto per il rinnovo dei titoli di soggiorno italiani, che i cittadini di origine immigrata attendono una diminuzione dei costi. Chiediamo un intervento legislativo che equipari le spese per le pratiche relative ai titoli di soggiorno a quelli di altre pratiche amministrative».
Chiatto sottolinea che in un periodo di crisi non ancora superato molti immigrati possono trovarsi in difficoltà nel procurarsi la cifra necessaria per la domanda di cittadinanza, soprattutto se hanno coniuge e figli a carico. Tra l’altro nel 2016 erano aumentati i costi del permesso di soggiorno elettronico: da 27,50 a 30,46 euro per la stampa da parte del Poligrafico dello Stato; da 107,50 a 110,46 euro per i permessi di durata inferiore a un anno; da 127,50 a 130,46 euro per quelli di durata fino a due anni e da 227,50 a 330,46 euro per la richiesta di permesso per soggiornanti di lungo periodo. Sono rimasti invariati solo gli importi della marca da bollo (16 euro) e della spedizione postale (30 euro).
Gli immigrati possono trovarsi in difficoltà anche se intendono rinnovare il permesso di soggiorno per essere regolari. Oggi un permesso di soggiorno di durata di due anni per un nucleo famigliare di quattro componenti costa 505,84 euro, una spesa che deve essere sostenuta ogni due anni.
«Si mettono a rischio situazioni economiche familiari già fragili – aggiunge Chiatto - Non è ammissibile obbligare i migranti a indebitarsi per avere i documenti in regola. Come non è ammissibile che vengano posti ostacoli a chi è regolare e vuole continuare a risiedere in Italia con un progetto di vita familiare.~Rileviamo, inoltre, - conclude il segretario Cisl Emilia Centrale - che non è stata data nessuna preventiva comunicazione a patronati e sportelli informativi per migranti, né sono stati consegnati i bollettini con gli importi modificati.
Per l’istanza di cittadinanza si devono produrre due bollettini: uno da 200 euro e uno da 50 euro».
Fonte: Cisl Emilia Centrale
L’anziana doveva andare da Rimini a Bellaria, ma ha imboccato l’autostrada e ha perso l’orientamento. È stata “intercettata” dai poliziotti in una piazzola di sosta, dopo che si era fermata all’autogrill a chiedere informazioni.
MODENA –
Disavventura, fortunatamente a lieto fine, per un’arzilla riminese di 93 anni, che ha perso l’orientamento e, a bordo della sua utilitaria, ha percorso 200 km, finendo da Rimini a Modena, dove è stata “intercettata” dagli uomini della stradale e letteralmente portata…sulla retta via.
L’anziana ha raccontato agli agenti di doversi recare dalla sua callista, a Bellaria, ma di avere erroneamente imboccato l’autostrada. È a questo punto che la signora non ha più saputo orientarsi. Ma non si è persa d’animo e si è fermata presso un paio di autogrill per chiedere informazioni. Sarebbe anche uscita e rientrata più volte in autostrada, come dimostrano gli scontrini, ma nella viabilità ordinaria si sarebbe trovata ancora peggio.
A “salvarla” è stata la segnalazione di un automobilista, che ha riferito alla stradale di un’utilitaria che procedeva a passo troppo lento in direzione di Modena Nord. Gli agenti si sono quindi messi sulle sue tracce e hanno raggiunto la 93 enne in una piazzola di sosta, dove si era fermata per decidere il da farsi.
Gli agenti sono stati accolti con come salvatori dall’intrepida “nonnina”, che ha così potuto tornare a casa sana e salva, con sollievo dei figli, che avevano già allertato la Questura di Rimini, data l’assenza prolungata della madre, che era finita a 200 km di distanza. Chissà che, la prossima volta, dalla callista non l’accompagnino loro!
Il ragazzo ha accusato un malore lo scorso 6 ottobre. Dopo la denuncia dei genitori, la Polizia di Stato ha raccolto le testimonianze di altri minorenni che confermano di aver bevuto alcolici nel locale. La discoteca era già stata chiusa nel 2014 e nel 2015 per altri episodi.
MODENA –
La nota discoteca Kyi Club di Baggiovara, frequentata soprattutto da giovanissimi, dovrà restare chiusa per venti giorni. Lo ha imposto il Questore di Modena in seguito a un episodio accaduto lo scorso 6 ottobre, che ha visto protagonista, suo malgrado un quindicenne, che ha accusato un malore per aver assunto troppo alcol proprio mentre si trovava nel locale.
Il ragazzo ha dovuto ricorrere alle cure dei sanitari, mentre i genitori hanno sporto denuncia per somministrazione di sostante alcoliche a un minorenne. Le successive verifiche effettuate dalla Polizia di Stato hanno consentito di raccogliere altre testimonianze di minorenni, che hanno ammesso di avere bevuto alcolici all’interno del locale.
Sono in corso ulteriori accertamenti per capire se ci sia stata una violazione delle procedure imposte ai locali, che prevedono di accertarsi dell’età dei ragazzi attraverso il controllo dei documenti, prima di somministrare loro bevande alcoliche, oppure se i minorenni sono ricorsi a “trucchi” come mandare al bar amici maggiorenni o, peggio, esibire documenti falsi, commettendo un vero e proprio reato.
La direzione del locale, infatti, afferma che proprio lo scorso 6 ottobre, quando il quindicenne si è sentito male, gli addetti alla sicurezza avrebbero chiesto l’intervento delle forze dell’ordine perché alcuni minorenne erano stati trovati in possesso di documenti falsi. Proprio per evitare altri episodi, la discoteca sta valutando la possibilità, trascorsi i venti giorni di chiusura forzata, di consentire l’ingresso solo ai maggiorenni.
Non è la prima volta, infatti, che il Kyi Club si trova al centro di episodi che ne hanno determinato la sospensione temporanea dell’attività, nel 2014 e nel 2015.
Nella serata di ieri, personale della Settore Anticrimine e dell’Ufficio Controllo del Territorio del Commissariato di P.S. di Mirandola ha tratto in arresto in flagranza di reato un italiano di 35 anni, pluripregiudicato, resosi responsabile dei reati di truffa e danneggiamento.
Nel corso del servizio di controllo del territorio, la sala operativa ha diramato la ricerca di un’autovettura sospetta il cui conducente aveva tentato la cosiddetta “truffa dello specchietto”.
Rintracciato a bordo di una Fiat 500 di colore bianco, il 35enne era appena riuscito a compiere la sua ultima truffa ai danni di una signora mirandolese.
Utilizzando un giornale arrotolato a forma di bastone su cui era stata apposta della carta abrasiva, il malvivente, a bordo della 500 con uno specchietto già divelto, aveva avvicinato la vittima danneggiandole l’auto e inducendola a credere di aver provocato lei stessa il danno. Dopo averla raggirata, ha chiesto ed ottenuto del denaro dalla donna, con la motivazione di chiudere la faccenda senza denunciare il fatto di lieve entità alle rispettive assicurazioni.
A seguito di perquisizione sono stati rinvenuti 255,00 € in contanti, provento delle truffe, nella tasca posteriore dei pantaloni del malfattore, suddivise in quattro diverse mazzette. Il giornale arrotolato, pronto per il prossimo “colpo”, è stato rinvenuto all’interno della Fiat 500.
Da accertamenti, il 35enne è risultato essere stato denunciato più volte per il medesimo reato.
Continua, purtroppo, la stagione della pertosse, diffusa in questo periodo nella popolazione e che, quindi, può colpire anche gli operatori sanitari, come accaduto nei giorni scorsi in una Unità Operativa dell’Ospedale Civile per un medico, al quale si aggiungono altri due colleghi in accertamento. Come sempre avviene in casi del genere, la Direzione Sanitaria dell’Azienda Ospedaliero - Universitaria, in accordo con il Medico infettivologo, il Servizio di Prevenzione e Protezione aziendale ed il Servizio di Igiene Pubblica dell’Azienda USL di Modena, ha avviato le misure di prevenzione della diffusione (profilassi) su tutti i pazienti e gli operatori che hanno avuto un contatto diretto con il caso segnalato.
SINTOMI PERTOSSE
La diagnosi della pertosse non è sempre immediata visto che il sintomo principale, la tosse, è diffuso in una stagione caratterizzata da forti gli sbalzi termici. Per questo motivo i primi sintomi della pertosse possono essere confusi con quelli di un semplice raffreddamento. Di solito per prevenire la diffusione è sufficiente una profilassi antibiotica mirata e l’utilizzo di mascherine in grado di limitare la diffusione dei 'drop' salivari, per gli operatori in contatto con i pazienti.
La pertosse è una malattia infettiva batterica contagiosa, i cui sintomi sono solitamente simili a quelli del raffreddore comune, presentandosi con un naso che cola, febbre e tosse lieve a cui seguono settimane caratterizzate da attacchi più forti. La malattia, nell’adulto, solitamente, non ha un decorso grave, mentre nel bambino può portare a complicanze anche severe.
65 I CASI DA INIZIO ANNO
Dall’inizio dell’anno sono stati 65 i casi segnalati di pertosse sul territorio della Provincia di Modena, concentrati in particolare nella fascia 0-14 anni. La pertosse viene annoverata fra le malattie infantili - come la rosolia, il morbillo, la varicella e la parotite -, ma l’immunità conferita dall'infezione non è definitiva e declina con il passare degli anni, per questo, ricorda l’Azienda USL di Modena, la vaccinazione di base e i successivi richiami sono la misura fondamentale per prevenirne la diffusione. Nei bambini il vaccino, obbligatorio in Italia dalla introduzione della legge 119 del 2017, viene somministrato a partire dal compimento dell’ottava settimana di vita. La vaccinazione di base prevede tre dosi nel corso del primo anno di vita; i richiami, anch’essi obbligatori, sono effettuati a 5-6 anni e in adolescenza.
Sul territorio modenese dal 2010 si è assistito a un aumento di infezioni correlabile al calo delle coperture vaccinali: “Poiché la pertosse si manifesta con maggiore intensità e gravità proprio nei bambini molto piccoli- spiega Giovanni Casaletti, direttore del Servizio Igiene pubblica dell’Azienda USL di Modena -, per proteggerli il piano regionale di prevenzione vaccinale prevede anche per gli adulti l’offerta gratuita del vaccino antidifterite-tetano-pertosse in occasione di tutti i richiami delle vaccinazioni antitetaniche; inoltre, proprio per proteggere i bambini nei primi mesi di vita, viene fortemente raccomandata la vaccinazione alle donne gravide fra la 27ma e la 32ma settimana di gestazione”. Per le donne in gravidanza la somministrazione è garantita gratuitamente, contattando direttamente gli ambulatori vaccinazioni dell'Azienda USL di Modena.
Fonte: AUSL MO
Si tratta di Raffaele Esposito, 34 anni, residente a Savignano sul Panaro, di professione cuoco. È indagato anche per altri due casi di violenza e aggressione ad altre due donne, una a Zocca e una a Savignano. Incastrato dalle telecamere, dai tabulati telefonici, dal gps montato sull’auto della figliastra e, soprattutto, da un frammento di libro bruciato, con nome e cognome della figliastra, rinvenuto sul luogo del delitto.
MODENA –
Ha un nome e un volto l’assassino di Vasilica Nicoleta Neata, la giovane prostituta rumena di 31 anni uccisa e data alle fiamme, il cui corpo è stato rinvenuto lo scorso 10 settembre a San Donnino, nel parcheggio adiacente il Percorso Natura del fiume Panaro. Si tratta di Raffaele Esposito, 34 anni, cuoco in un agriturismo, da qualche anno residente a Savignano, dove conviveva con una donna del luogo e le figlie di lei.
L’uomo è stato arrestato e si trova ora in carcere con le accuse di omicidio, stupro e aggressione. Le indagini complesse ma serrate, hanno consentito di risalire al colpevole, che non aveva precedenti penali, grazie al lavoro congiunto di Carabinieri e Magistratura.
Nel suo passato recente emergono altri due gravi reati: una violenza sessuale ai danni di una 28 enne di Zocca, aggredita dall’uomo in un garage lo scorso 24 agosto, appena tre giorni prima del delitto della giovane rumena, e il tentativo di aggressione, forse finalizzato al rapimento, di una diciottenne di Savignano, lo scorso 2 settembre.
Nel primo caso, la vittima ha denunciato la violenza da parte di un uomo di corporatura robusta e dal volto semicoperto, poi riconosciuto Esposito da un confronto fotografico. Nel caso della ragazza di Savignano, invece, a riprendere la scena dell’aggressione e il volto dell’uomo sono state le immagini di una telecamera. La vittima ha raccontato di essere stata seguita e strattonata da un uomo robusto con un batufolo di cotone in mano e di avere notato nelle vicinanze un’auto con il baule aperto.
Proprio il dettaglio dell’auto è stato uno dei cardini delle indagini che hanno portato all’arresto del cuoco. Il mezzo sarebbe, infatti, stato inquadrato dalle telecamere nei luoghi dove si sono consumati tutti e tre reati e sarebbe stato utilizzato anche per trasportare il cadavere della lucciola, soffocata e finita a bastonate, dal luogo della morte a quello del ritrovamento.
Ma c’è un altro particolare che ha portato a stringere il cerchio attorno al colpevole, forse la “prova maestra”, che ha portato gli investigatori sulla pista giusta. Nel dare alle fiamme il cadavere della sua vittima, l’assassino ha utilizzato per appiccare il fuoco un manuale scolastico che, in una parte non andata bruciata, riportava il nome e il cognome di una delle figliastre, ora maggiorenne, risultata poi proprietaria dell’auto utilizzata dall’uomo per compiere i reati a lui imputati. Non solo: sull’auto era stato installato un Gps dall’assicurazione, che ha consentito agli inquirenti di ricostruire ogni suo movimento.
Infine, a “incastrarlo” sono stati anche i tabulati telefonici, che hanno confermato i contatti tra l’assassino e la vittima, identificata grazie a un chiodo endomidollare che le era stato impiantato nel 2013 a Vicenza, in seguito a un incidente stradale, tra il 29 e il 30 agosto, data presunta dell’omicidio.
Per ora, Raffaele Esposito ha confessato la violenza sessuale ai danni della ventottenne di Zocca, ma ha negato la sua responsabilità nell’assassinio della giovane rumena.
Nella giornata di ieri, personale della Squadra Mobile ha tratto in arresto un cittadino tunisino, di 36 anni, per spaccio di sostanza stupefacente.
L’uomo, con numerosi precedenti di polizia in materia di stupefacenti ed immigrazione clandestina, è stato notato appartarsi in auto con un cittadino italiano di 34 anni. Sottoposti a controllo, entrambi molto agitati, non sono riusciti a dare spiegazioni riguardo al perché si trovassero insieme in quel momento. L’italiano ha consegnato poi spontaneamente agli agenti 3 involucri termosaldati contenenti 2,9 grammi di cocaina. Vista la circostanza, al fine di verificare effettivamente che vi fosse stata una compravendita di sostanza stupefacente, gli operatori hanno sottoposto il tunisino a perquisizione personale e veicolare, trovandolo in possesso di 8 involucri termosaldati contenenti 7,9 grammi di cocaina, custoditi ancora nella mano sinistra, una chiave di piccole dimensioni, 4 cellulari e la somma di 190,00 €.
La perquisizione è quindi stata estesa anche all’abitazione e ad un garage in uso al 40enne. All’interno del garage sono stati rinvenuti 80,5 grammi di cocaina e 527 grammi di marijuana, del materiale per il confezionamento e un bilancino di precisione.
Il malvivente è stato associato alla locale Casa Circondariale, su disposizione del Magistrato di Turno. Il tunisino è stato altresì multato per guida senza patente poiché mai conseguita e la sua compagna, proprietaria del veicolo, è stata sanzionata per incauto affidamento.
Atti di vandalismo alla scuola primaria “Rodari - Cantona” di Correggio: otto minorenni denunciati alla Procura di Bologna. Amareggiato il commento del sindaco di Correggio, Ilenia Malavasi.
Correggio -
“Un episodio grave e che va al di là della quantificazione effettiva dei danni subiti dalla struttura, per i quali, comunque, chiederemo il risarcimento”. È preoccupato il commento del sindaco di Correggio, Ilenia Malavasi, a seguito della notizia della denuncia alla Procura dei Minorenni per otto ragazzini, individuati dalle indagini dei Carabinieri di Correggio come responsabili dei raid vandalici alla scuola primaria “Cantona-Rodari”.
“Grave perché, come appurato dai Carabinieri, compiuto per noia e in vari e ripetuti momenti, circostanza che esclude la bravata del momento, ma mette in luce, invece, una volontà precisa di recare danno per puro divertimento. Ho provato molta amarezza il giorno in cui abbiamo scoperto i vandalismi alla scuola e ugualmente ne provo oggi, informata del fatto che i responsabili sono ragazzini minorenni, che magari hanno anche frequentato quella stessa scuola, da bambini. Nello scorso settembre, per permettere la riapertura della scuola, siamo immediatamente intervenuti con l’idropulitrice per eliminare le scritte e sistemando le tegole rotte sul tetto, per una spesa complessiva di circa 7.000 euro, di cui, appunto, ora chiederemo la restituzione. Non capisco perché ci si debba comportare in questo modo, con la sola volontà di lasciare una stupida traccia del proprio passaggio e pensando di mettere in mostra chissà quale ‘coraggio’. Nel ringraziare le Forze dell’Ordine per il lavoro svolto – e anche le Forze dell’Ordine non avrebbero bisogno di doversi occupare della “noia” di otto ragazzini – valuterò se incontrare i responsabili di questi episodi, per parlare con loro e anche per esprimere tutto il rammarico di un’intera città”.
Fonte: Comune di Correggio
Sono iniziati i festeggiamenti per il 205° anniversario della nascita di Giuseppe Verdi: la cerimonia, molto sentita e partecipata da tanti appassionati, si è tenuta nel Foyer Arturo Toscanini del Teatro Regio, alla presenza del sindaco di Parma e Presidente Fondazione Teatro Regio Federico Pizzarotti, di Anna Maria Meo, direttore generale della Fondazione, dell'assessore alla Cultura Michele Guerra, del prefetto Giuseppe Forlani e delle massime autorità cittadine, insieme alle associazioni musicali del territorio e oltre, rappresentate dal presidente della Corale Verdi Andrea Rinaldi e da Ursula Riccio, presidente dell'associazione "Viva Verdi" di Norimberga.
"Il festeggiamento di oggi - ha esordito Pizzarotti - è come ogni anno una occasione per tracciare un bilancio. Il Teatro Regio ha ottenuto recentemente riconoscimenti e attenzione anche all'estero che ci rendono orgogliosi: anche in virtù di questi cercheremo di ottenere risorse economiche aggiuntive fondamentali per sostenere e perseguire il rilancio del nostro Teatro".
"I riconoscimenti internazionali che abbiamo ottenuto - ha continuato Meo - testimoniano l'attenzione per la qualità del nostro progetto culturale oltre i confini della nostra città e della nazione. Desideriamo continuare su questa strada migliorandoci e per farlo è importante riuscire ad ottenere risorse fortificate dal Ministero".
"E' percepibile - ha sottolineato Guerra - un amore crescente in città per Verdi: una passione sempre più intergenerazionale che attraversa le vie di Parma e arriva ad ognuno di noi. Verdi è sempre più naturalmente presente e questo è un risultato importante per la città e per il Teatro Regio".
Per l'occasione il coro del Teatro Regio e la Corale Verdi hanno intonato il “Va pensiero”.
Galleria fotografica a cura di Francesca Bocchia
Prima lo truffa e gli estorce 300 euro con la promessa di un lavoro, poi, quando si vede alle strette perché scoperto dalla Polizia municipale, aggredisce la sua vittima anche mordendola.
La disavventura è capitata a un giovane senegalese, un 28enne richiedente asilo, che insieme a un connazionale coetaneo, ha incontrato quello che all’apparenza sembrava un distinto signore ghanese, ordinato e ben vestito, che si è interessato a loro e si è offerto di dargli un lavoro. Il 60enne di nazionalità ghanese ha anzi assicurato al giovane un’assunzione presso una nota ditta di macellazione della provincia, già dal lunedì successivo al loro incontro, in cambio di 300 euro. Il giovane, non avendo il denaro, ha quindi chiesto un prestito all’amico e consegnato la somma al “mediatore” che però non si è più fatto vivo.
I due senegalesi, capendo di essere stati imbrogliati non si sono però persi d’animo e il 29 settembre si sono rivolti alla Polizia municipale; l’indagine della polizia giudiziaria ha portato rapidamente a individuare il ghanese (A.C. le iniziali) incensurato e residente a Modena, che davanti all’inaspettata visita degli operatori della Municipale, sentendosi scoperto, ha subito ricontattato la sua vittima per restituirgli il denaro. Durante l’incontro l’uomo, prima di restituirgli i 300 euro, ha però aggredito il giovane e lo ha anche morso ad una mano, causandogli una ferita guaribile in 10 giorni. Il ghanese è stato quindi denunciato dalla Municipale per i reati di truffa e lesioni personali.
Nota positiva della storia: i due giovani senegalesi hanno già trovato un vero lavoro.