Consegnate simbolicamente al giudice Di Matteo anche le chiavi della città. In municipio presente anche don Ciotti. Il magistrato è intervenuto in Consiglio dopo il conferimento del riconoscimento: "Uno stimolo per andare avanti nella ricerca della verità, perché senza verità non ci può essere giustizia e vera democrazia" -
Modena, 3 marzo 2015 -
Consegnata ieri a Modena la cittadinanza onoraria e le chiavi della città a Antonino Di Matteo, giudice antimafia "simbolo dell'Italia che resiste, non si arrende alla violenza e reagisce, facendo prevalere la legalità", come riportato nella pergamena consegnatagli, a nome di tutta la comunità modenese, dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli e dalla presidente del Consiglio comunale Francesca Maletti.
"Oggi il giudice Antonino Di Matteo, uno dei più forti simboli della lotta contro le criminalità organizzate e per la legalità, diventa 'uno di noi'. Non solo la comunità e la città di Modena, ma tutta la provincia, si stringono simbolicamente attorno a lui". Con queste parole il sindaco Gian Carlo Muzzarelli ha salutato il giudice antimafia Antonino Di Matteo nella seduta del Consiglio comunale di ieri, ringraziandolo per aver accettato la cittadinanza onoraria di Modena anche a nome degli altri Comuni che avrebbero voluto conferirgli lo stesso riconoscimento.
Alla seduta erano presenti il prefetto Di Bari, il questore Capocasa, il procuratore aggiunto Musti, il senatore Vaccari (componente della commissione Antimafia), l'assessore regionale alle Politiche per la legalità Mezzetti, Enza Rando della presidenza di Libera, autorità civili e militari, sindaci e assessori dei Comuni di Castelfranco, San Cesario, Soliera, Bastiglia, Riolunato, Fiorano, Formigine, Bomporto, Nonantola, Prignano, Maranello, Ravarino e molte persone che hanno affollato le sale messe a disposizione in Municipio.
Dopo aver ricordato la conferma giunta dall'indagine Aemilia della fondatezza dell'allarme da tempo lanciato dalle istituzioni democratiche circa le infiltrazioni della criminalità organizzata sul nostro territorio, il sindaco ha sottolineato l'impegno a far fronte comune - istituzioni, associazioni, imprese e cittadini - per assicurare legalità e trasparenza attraverso impegni concreti e diffondendo la cultura e l'educazione per la legalità.
"È un onore, un conforto e uno stimolo vedermi conferita la cittadinanza di Modena, la nostra città medaglia d'oro per la Resistenza. Uno stimolo per andare avanti nella ricerca della verità, perché senza verità non ci può essere giustizia e vera democrazia" - si legge nella nota del Comune. Così il giudice Antonino Di Matteo ha commentato il conferimento della cittadinanza onoraria di Modena e la consegna delle chiavi della città.
"Questa iniziativa è la sottolineatura dell'essenza più autentica del ruolo di magistrato – ha aggiunto – che ci serve per ricordare un dato fondamentale: che il nostro non è un ruolo di potere, una professione improntata dalle esigenze di rispetto del tecnicismo giuridico, ma un servizio nei confronti della collettività".
Il magistrato ha sottolineato che "il coraggio rappresenta l'antidoto più efficace contro l'espansione di quel cancro che è la mentalità mafiosa, quella del favore, della raccomandazione, dell'appartenenza alle lobby come veicolo per fare carriera e raggiungere posizioni di carriera sempre più significative".
Per Di Matteo "è fondamentale essere consapevoli dell'essenza della mafia: le organizzazioni mafiose non sono solo quelle incarnate da rozzi delinquenti dediti a estorsioni, omicidi o traffico di droga, ma da teste pensanti, nel cui dna c'è la capacità di relazionarsi e convivere pacificamente con il potere ufficiale: politico economico, istituzionale e imprenditoriale. La mancanza di questa consapevolezza – ha proseguito – ha contribuito alla facile espansione della mafia in tutta Italia e anche in territori finora immuni come questo. Perché sono tante le azioni che costituiscono la chiave attraverso la quale le mafie penetrano nelle istituzioni e c'è uno stretto connubio tra i reati tipicamente di mafia e altri, come quelli contro la Pubblica Amministrazione. Quindi – ha aggiunto rivolgendosi a consiglieri, assessori e sindaci presenti – soprattutto voi amministratori locali avete una possibilità di cambiamento enorme: se coltiverete l'approfondimento, la completezza delle informazioni, il fiuto per capire cosa si nasconde dietro a un'attività che viene proposta alla Pubblica Amministrazione, avrete la possibilità di dire no e di isolare i mafiosi ancora prima che si verifichino ipotesi di reato. Con forza, coraggio e passione per la verità e per l'antimafia – ha aggiunto – potrete sbattere la porta in faccia a chi si vuole impadronire del vostro territorio".
Di Matteo ha poi evidenziato che "il Paese è abituato a uno Stato che reagisce quando c'è il sangue dei morti per strada, un arresto eccellente o uno scandalo. Lo Stato non deve più giocare sulla difensiva, reagendo alla violenza mafiosa – ha affermato – ma deve fare prevenzione per debellare finalmente il cancro mafioso. Perché dimenticare le vittime della mafia solo perché da un po' non ci sono stragi sarebbe un errore gravissimo e imperdonabile. Fino ad oggi – ha proseguito – la reazione della politica è stata inadeguata e i reati che hanno consentito l'accesso della mafia nella funzione pubblica sono rimasti, in Italia, sostanzialmente impuniti. I detenuti per reato di corruzione sono meno di 30 e questo ci deve indurre a uno sforzo di onestà intellettuale per capire se il fenomeno corruzione non esiste o se non è adeguatamente represso".
Il giudice si è infine espresso criticamente sulla situazione tra Stato e Magistratura: "Finora invece che colpire la corruzione è stata colpita la magistratura, che pur tra mille difficoltà e limiti ha il merito di aver iniziato a scoperchiare il malaffare. Lo Stato – ha concluso – non può avere paura di processare se stesso, non può nascondere la polvere sotto il tappeto, lasciando alla sola magistratura il compito di trovare collusioni tra mafia e funzione pubblica".
(Fonte: Comune di Modena)
Due uomini incappucciati ed armati hanno minacciato il proprietario fuggendo con il bottino -
Modena, 3 marzo 2015 -
Domenica sera, dopo la mezzanotte, due uomini incappucciati hanno compiuto una rapina in una sala giochi slot di Carpi. Armati di un coltello e di una pistola, hanno minacciato il proprietario, un cittadino cinese, facendosi consegnare l'incasso di circa 1.000 euro custoditi nel registratore di cassa.
I due malviventi, subito dopo, sono fuggiti facendo perdere le proprie tracce. La vittima ha subito chiamato il 112 per dare l'allarme e immediatamente è scattato il piano antirapina con posti di blocco nella città e lungo le arterie principali. I Carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Carpi si sono subito recati sul posto per raccogliere indizi e tracce utili alle indagini e sono in corso accertamenti sulle telecamere di videosorveglianza comunale e quelle del locale.
La Municipale ha effettuato un intervento presso il parcheggio di viale Malta: sanzionato un nigeriano e sequestrata merce di vario tipo -
Piacenza, 2 marzo 2015 -
Nell'ambito dei controlli predisposti per contrastare la presenza di posteggiatori abusivi, venerdì scorso la Municipale ha effettuato un intervento presso il parcheggio di viale Malta. Un cittadino nigeriano 39enne, residente a Piacenza, è stato sorpreso mentre chiedeva insistentemente soldi dopo aver agevolato una manovra di parcheggio. Identificato, l'uomo è stato sanzionato ai sensi dell'articolo 7 del Codice della Strada, per esercizio abusivo dell'attività di parcheggiatore – guarda macchine.
Nel corso della stessa operazione, gli agenti hanno sequestrato merce di vario genere (calze, ombrelli, guanti, collanine, fazzoletti, cinture e cuffie), abbandonata da alcuni venditori abusivi che si sono allontanati correndo, per sottrarsi alle verifiche della pattuglia.
L'attività di controllo è proseguita nella zona di via Caorsana, presso il parcheggio di fronte al cimitero urbano, dove sono stati sequestrati diversi mazzi di fiori poi devoluti ad alcune parrocchie cittadine.
Intervista al Presidente della Provincia Gianmaria Manghi. Reggio prima e dopo l'Operazione Aemilia -
di Federico Bonati -
Reggio Emilia, 2 marzo 2015 -
Presidente, parliamo di Operazione Aemilia: che impressione le ha lasciato apprendere di ciò che accadeva nel territorio reggiano?
Un senso di forte preoccupazione e smarrimento, nonostante si trattasse di vicende non nuove, a maggior ragione considerando l'ingenza e l'articolazione dell'operazione che hanno portato alla luce la rete d'infiltrazioni.
Con il ruolo che ricopre, ha mai avuto sentori di ciò che è stato poi rivelato?
Personalmente, come sindaco di Poviglio e poi come Presidente della provincia di Reggio non sono mai stato avvicinato con metodi o con gesti e segnali eversivi, perché in quel caso avrei immediatamente informato gli organi di competenza.
A quasi due mesi da EXPO, che immagine ritiene possa dare la provincia di Reggio Emilia e l'Emilia stessa al mondo che sta venendo a farci visita?
Reggio Emilia e la provincia reggiana mantengono prevalentemente la loro immagine integra. Si tratta di una realtà operosa, seria, fatta in generale di gente per bene. Qui la Resistenza ha dato il via ad un solco di valori importanti. Sicuramente, col passare dei tempi il profilo reggiano è cambiato; e senza dubbio ciò che è accaduto è rilevante, tuttavia l'immagine di Reggio Emilia non ne esce stravolta.
Assieme al Prefetto e al Sindaco Vecchi firmerete un protocollo d'intesa sulla questione antimafia: nel concreto cosa accadrà?
Seguiremo due piste di lavoro. La prima sarà appunto richiedere alla Prefettura una proposta di protocollo di legalità più stringente. Con esso si determineranno un abbassamento delle soglie economiche per i bandi di gara e l'estensione dei controlli sull'edilizia urbana, con un'attenzione altissima anche alla questione dei subappalti. La seconda pista di lavoro, sulla quale ci siamo già mossi come sindaci, è il confinamento delle VLT nelle zone industriali, allontanandoli dai centri storici. In quest'ottica abbiamo chiesto alla Regione di avere, come sindaci, il potere di interrompere immediatamente le attività nella quale si registreranno abusi in questo senso e dove non saranno rispettate le regole.
Da un lato Giovanni Impastato afferma: "Non c'è una volontà politica di combattere la mafia", mentre dall'altro il senatore Stefano Vaccari, della commissione antimafia dice: "Non generalizziamo, stiamo facendo tanto". Chi dei due ha ragione?
Per quanto riguarda il territorio reggiano, ciò che dice Impastato non corrisponde alla realtà dei fatti. Molti amministratori vogliono accrescere la consapevolezza sul tema e dotarsi di strumenti adeguati. Può essere vero il fatto che abbiamo pensato di vivere in una società lontana dalle realtà mafiose, ma quando i segnali in quest'ottica sono arrivati c'è stata subito una reazione. Inoltre, la generalizzazione per il nostro territorio è errata, poiché non vi sono, ad oggi, né sindaci né opere coinvolte nell'inchiesta.
La Provincia, sulla questione della legalità e della lotta alla mafia, proseguirà il percorso fatto finora o avrà degli incrementi e/o delle innovazioni in quest'ottica? Se sì, quali?
Proseguiremo con quanto fatto finora. Anche quest'anno riproporremo il Festival della Legalità che coinvolge scuole e istituti superiori, così come proseguiranno gli incontri pubblici di sensibilizzazione sul tema. Inoltre, la Provincia sottoscriverà un protocollo di intenti con la Prefettura, a discendere dal quale cercherà di coordinare la firma da parte di tutti i Comuni del Protocollo di legalità precedentemente evocato.
Che cosa si sente di dire alle migliaia di cittadini onesti scossi dalla notizia delle infiltrazioni mafiose nel territorio reggiano?
Sicuramente, ci sentiamo vicini a loro nella preoccupazione e nel senso di smarrimento. Ma siamo anche certi che noi, come gruppo dirigente della provincia di Reggio Emilia, faremo tutto il possibile per la tutela delle comunità. Siamo pronti per esercitare un ruolo di primo piano nella collaborazione attiva in ottica legalità.
Il sindacato edili Filca-Cisl di Modena interviene oggi sull'infortunio mortale accaduto ieri sera nel frantoio di Marzaglia, dove è rimasto vittima Ennio Morciano -
Modena, 27 febbraio 2015 -
Ennio Morciano, operaio di 41 anni, residente a Reggio Emilia è rimasto vittima ieri, nel tardo pomeriggio, di un terribile infortunio sul lavoro, ucciso da un macchinario per la produzione di ghiaia.
«In questo momento siamo vicini ai familiari di Ennio Morciano e ai suoi colleghi di lavoro – afferma il segretario provinciale della Filca-Cisl Remo Perboni – Al di là della dinamica, che spetta alle autorità competenti accertare, sorprende che un evento di questo tipo sia avvenuto in un'azienda come la Cesare Turchi srl, un'impresa strutturata che ha sempre dimostrato impegno e serietà nella prevenzione degli infortuni. Questo significa – continua Perboni - che dobbiamo aumentare l'informazione e formazione dei lavoratori, intensificare le visite nei cantieri degli Rlst (rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriali) e dell'Ausl, sviluppare tutte le azioni utili a diffondere sempre più la cultura della sicurezza e – conclude il segretario provinciale della Filca-Cisl – a ridurre sensibilmente il numero e la gravità degli infortuni nel settore delle costruzioni».
(Fonte: ufficio stampa Cisl MO)
La Municipale ha effettuato due giorni di controlli straordinari nelle zone di Modena ritenute più a rischio: 396 le persone identificate, 200 veicoli controllati, 6 cittadini stranieri deferiti all'autorità giudiziaria per vari reati, 2 cittadini stranieri espulsi dal territorio nazionale -
Modena, 27 febbraio 2015 -
Negli ultimi giorni in città sono stati effettuati numerosi servizi straordinari di controllo del territorio, che nelle giornate di martedì e mercoledì hanno interessato principalmente l'area est della città, particolarmente esposta a furti nell'ultimo periodo. Impiegati circa 60 uomini della Polizia di Stato e della Polizia Municipale affiancati da equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine di Reggio Emilia.
Il controllo ha portato all'arresto di due cittadini romeni M.C. e P.C.V. - le iniziali - per furto aggravato in concorso di apparecchiatura elettronica. Al termine della due giorni di controlli sono state 396 le persone identificate; 200 veicoli controllati; 6 cittadini stranieri deferiti all'autorità giudiziaria per vari reati; 2 cittadini stranieri uno marocchino C.S. e un tunisino H.S. sono stati espulsi dal territorio nazionale con accompagnamento alla frontiera.
Gli agenti hanno effettuato controlli a tutti i soggetti sottoposti agli arresti domiciliari e sorvegliati speciali presenti in città. Numerosi anche i controlli alla circolazione: 19 le sanzioni al Codice della Strada; ritirate 2 patenti e una carta di circolazione; 1 fermo di autoveicolo. Proseguiranno anche nei prossimi giorni ulteriori servizi straordinari di controllo del territorio.
Uno smottamento di circa 20 metri sull'argine destro in località San Matteo rende necessario, a scopo precauzionale, la posa di un telone di plastica di 50 metri per rinforzare l'arginatura. I tecnici Aipo: "Non vi sono elementi di preoccupazione, né pericoli per la tenuta dell'argine" -
Di Manuela Fiorini -
Modena, 27 febbraio 2015 -
A poco più di un anno dall'alluvione che ha colpito la Bassa modenese, il Secchia torna a fare paura. Dopo le abbondanti piogge di questi giorni e le nevicate che hanno interessato l'Appennino, le acque si sono ingrossate e il passaggio della piena in località San Matteo, la stessa in cui il 19 gennaio 2014 si è aperta la falla che ha mandato sott'acqua Albareto, Bastiglia e Bomporto, ha fatto registrare uno smottamento di circa 20 metri sull'argine destro del fiume.
Il tratto interessato è quello in prossimità del ponte dell'Alta Velocità, a soli 300 metri dal punto in cui, lo scorso anno, si è verificato il cedimento che ha causato l'alluvione. I tecnici della Protezione Civile e di AIPo (Agenzia Interregionale per il fiume Po) sono intervenuti per monitorare la situazione e, a scopo preventivo, hanno steso un telone di plastica lungo 50 metri e largo 16 per rinforzare l'argine interessato dalla frana solo in superficie.
Con una nota, AIPo ha fatto sapere che non ci sono pericoli immediati e che l'intervento ha avuto solo uno scopo precauzionale.
"In seguito alla "morbida" del 24-25 febbraio 2015, - si legge - si è accentuato un modesto scollamento della porzione più superficiale del paramento a fiume, per un'estensione di circa 20 m, in corrispondenza del tratto di arginatura del Secchia, in destra idraulica, in località San Matteo, recentemente oggetto dei lavori di completamento del ripristino del rilevato arginale tra il Ponte della TAV e il ponte dell'Uccellino. Il tratto in argomento, in particolare, era stato oggetto di rialzo e riprofilatura a fiume. Il fenomeno è da imputarsi, con ogni probabilità, al fatto che il cotico erboso non si è ancora completamente ricostituito. Per ragioni esclusivamente precauzionali e secondo prassi, AIPo ha provveduto alla posa di un telone di 50 m di lunghezza. Non vi sono elementi di preoccupazione, né pericoli per la tenuta dell'argine. Una volta esaurita definitivamente la piena che ha interessato il Secchia nelle scorse ore, si provvederà al ripristino del paramento di cui sopra".
Accoltellato sull'autobus 5 di via Mazzini. L'uomo è stato trasportato al pronto soccorso in grave condizioni -
Parma, 26 febbraio 2015 -
E' successo nel primo pomeriggio di oggi, sull'autobus 5 di via Mazzini e ancora non si conosce la dinamica esatta dell'accaduto. L'uomo è stato trasportato al Maggiore in grave condizioni. La Polizia sembra abbia fermato tre uomini.
La nota di Francesca Gambarini, esponente parmense di Forza Italia -
"Parma è allo sbando! Una persona è stata accoltellata su un autobus in via Mazzini, in pieno centro. Dalle prime notizie pare sia molto grave. Si tratta di un fatto di sangue gravissimo avvenuto di pomeriggio e di fronte ad altri passeggeri dell'autobus. Il sindaco Pizzarotti non può continuare a perdere tempo su Twitter e deve prendere in mano la situazione: faccia qualcosa! Ha smantellato tutto quello che era stato fatto dalla passata amministrazione in termini di sicurezza e questi sono i risultati. Sembra il Bronx: agli spacciatori e alla sporcizia, ora dobbiamo anche aggiungere questo episodio di violenza in pieno giorno e in pieno centro. Spero che le forze dell'ordine e la magistratura individuino presto la causa di quanto avvenuto". Così Francesca Gambarini, esponente parmense di Forza Italia commenta l'accoltellamento avvenuto a Parma nel primo pomeriggio.
Ingenti debiti hanno decretato il fallimento di uno dei simboli della città: dopo settant'anni chiudono le storiche boutique Fatam -
Parma, 26 febbraio 2015 -
Da tempo si sospettava di un possibile fallimento di uno dei negozi storici di Parma, punto di riferimento della biancheria per la casa e non solo. Ora è purtroppo ufficiale, il Tribunale di Parma ha dichiarato fallito Giovanni Vercesi, titolare della Fatam.
Un'altra saracinesca abbassata, l'ennesima nel "salotto buono" di Parma. Il mese scorso è toccato a quella del grande punto vendita Fatam in fondo a via Cavour d'angolo con via Melloni. Un' epidemia che sta colpendo la nostra città e la nostra tradizione. Ferite che rimangono aperte per molto tempo, riducendo il tasso di servizio offerto dal centro e lasciando spazio a degrado e insicurezza.
Una storia, quella di Fatam, iniziata nel 1945, fatta di tessuti di pregio e qualità dei tagli, che si era creata un nome importante nella nostra città, divenuto punto di riferimento negli anni con il moltiplicarsi di punti vendita tra le vie del centro storico e non.
A pesare sulla storica boutique che negli ultimi anni, complice forse la crisi, ci sono 4 milioni di debiti, di cui oltre 3 milioni di euro dovuti a Equitalia e protesti per 675mila euro.
Hanno approfittato del portafogli dimenticato sul sedile del furgone. Risalendo al prelievo ed incrociando le immagini catturate dalla telecamera sono stati identificati e denunciati -
Modena, 26 febbraio 2015 -
I Carabinieri della Stazione di Carpi hanno denunciato due pregiudicati, rispettivamente di 40 e 50 anni, di Modena. I due sono riusciti a rubare il portafogli di un giardiniere, che recatosi in un condominio per eseguire lavori l' ha dimenticato sul sedile del furgone parcheggiato in via Torricelli, con all'interno 1.000 euro.
Immediatamente, dopo essersi accorto del furto, perpetrato infrangendo il finestrino del veicolo, la vittima ha denunciato il fatto ai Carabinieri fornendo anche il numero del bancomat e il codice segreto, custodito incautamente assieme alla tessera.
I due malviventi, approfittando dell'occasione avevano già effettuato subito un prelievo da 250 euro presso una banca in Via Del'Industria. Risalendo al prelievo ed incrociando le immagini catturate dalla telecamera collocata sul bancomat con quelle comunali, nonché con la segnalazione di un cittadino che aveva indicato un parziale di targa della Fiat Punto adoperata dai malviventi, i militari sono riusciti a risalire all'identità dei due, facendo girare le foto dei sospettati tra tutti comandi dell'Arma sparsi nella Provincia di Modena.
I due sono stati denunciati per furto e indebito utilizzo carta di credito.