Cereali, mercati in catalessi. latte, ancora crisi. Vino, cresce del 22% l'export dei vini toscani. Nuove IGP, tocca ai cappellacci ferraresi. Cirio cresce nel Regno Unito. Editoriale: Epidemia si o epidemia no, Zika contro meningite.
SOMMARIO Anno 15 - n° 06 14 febbraio 2016
1.1 editoriale Epidemia Si, Epidemia No. Zika contro meningite
3.1 cereali Cereali, in balia dei flutti finanziari
4.1 Lattiero Caseario Ancora stato di crisi per il latte e i suoi derivati.
5.1 prezzo del latte Prezzo "a riferimento" del latte industriale. III quadrimestre 2014
5.2 eventi vino Il 50° Vinitaly dedica a Giacomo Tachis una degustazione storica dei suoi vini
5.2 nomine E' Francesco Zambonini il nuovo responsabile della Zona CIA di Reggio Emilia
6.1 vino L'export dei vini toscani cresce del +22%
7.1 energia e cooperazione Power Energia, cresce ancora la base sociale
7.2 nuove IGP IGP ai Cappellacci di zucca ferraresi
8.1Cereali Cereali, mercati in "catalessi"
9.1 eventi Le varie identità del Parmigiano Reggiano
9.2 export Export, non si arresta il boom dei prodotti Cirio in Regno Unito. +20%
10.1 eventi L'agricoltura Urbana sposa la creatività e diventa arte
11.1 promozioni "vino" e partners
Sarà uno dei momenti fondamentali per ripercorrere le tappe del "Rinascimento" del vino italiano degli ultimi 50 anni.
Verona – Ci sono uomini cui tanti devono molto e Giacomo Tachis è uno di questi. Uomo raro, intelligente, colto, umile, ironico, ha scritto le pagine fondamentali dell'enologia e della vitivinicoltura italiane moderne.
Interprete acuto delle potenzialità del territorio, ha creato vini straordinari, capaci di far scoprire e valorizzare anche regioni enologiche meno conosciute.
A lui ed ai suoi vini, che hanno fatto la storia degli ultimi 50 del vino italiano, Vinitaly dedicherà la più importante degustazione della 50ª edizione (10-13 aprile 2016).
«Il racconto di ciò che ha creato lo faranno quei produttori che hanno avuto l'intuizione, il privilegio e l'onore di lavorare al suo fianco – ha dichiarato Giovanni Mantovani, Direttore Generale di Veronafiere –. Giacomo Tachis ha rappresentato il Rinascimento dei vini italiani e resterà per sempre nella Storia dell'enologia italiana e nei cuori di quanti lo hanno conosciuto».
(VeronaFiere 8 febbraio 2016)
Vino – Tornano a crescere anche i Bianchi grazie a Stati Uniti e Canada. Calo in Europa. 2015 super per le esportazioni della Toscana che ora tenta il sorpasso del Piemonte. Il 12 e 13 febbraio alla Fortezza da Basso di Firenze il Buy Wine con circa 250 buyer da 36 Paesi.
Firenze, 8 febbraio 2016 – Il 2015, per il vino toscano, potrebbe passare alla storia come l'anno del grande sorpasso sul Piemonte per quanto riguarda l'export. Nei primi 9 mesi dello scorso anno, infatti, il commercio estero dei vini toscani è cresciuto del 21.9% (media nazionale 5.4%), superando i 646.4 milioni di euro in valore. Trend che, se confermato anche per l'ultimo trimestre dell'anno, porterebbe l'export toscano alla cifra record di 923.4 milioni di euro.
A dirlo Toscana Promozione nel corso della conferenza stampa di presentazione di Buy Wine, l'evento che coinvolgerà 200 produttori toscani e circa 250 buyer internazionali provenienti da 36 Paesi, in programma il 12 e 13 febbraio alla Fortezza da Basso di Firenze. Ad un passo da quello che è stato l'export del Piemonte nel 2014 che però sta perdendo quote, facendo registrare, da gennaio a settembre 2015, un calo di circa il 4% nelle esportazioni. Quello appena concluso è il sesto anno consecutivo di crescita per l'expo dei vini toscani che, per la prima volta nella storia, si avvicinano al miliardo di euro. Una cifra che oggi riesce a superare solo il Veneto, da tempo leader di questa particolare classifica.
Dal 2003 ad oggi il commercio estero dei vini toscani è cresciuto del 102.4% in valore, facendo registrare solo due risultati negativi, in concomitanza della crisi economico finanziaria del 2008-2009. Una breve parentesi che, in realtà, ha fatto da preludio ad una delle stagioni più felici per l'export toscano che dal 2009 al 2015 è cresciuto del 81%. Come se non bastasse, peraltro, il risultato del 2015 supera del 89% quello del 2005, ossia della miglior annata per l'export dei vini toscani prima della crisi. Una performance che aumenta il peso toscano sul totale delle esportazioni nazionali passando dal 14.8% del 2014 al 16.7% del 2015. Dato, quest'ultimo, che consolida il terzo posto della Toscana in Italia dopo Veneto e Piemonte, con buone possibilità di conquistare, però, la seconda piazza.
Il successo dell'enologia toscana nel mondo è trainato, in primo luogo, dai vini DOP (Rossi e Bianchi) che rappresentano il 64.6% dell'export regionale di vini in valore e che nei primi 9 mesi del 2014 (gennaio-settembre) hanno fatto registrare un incremento nelle esportazioni del +9%, attestandosi ampiamente sopra quota 416 milioni di euro a cui corrisponde però un calo del -5.6% in quantità. Un andamento, quello dell'export toscano, determinato dall'aumento dei prezzi alla produzione delle Dop. Come risulta dall'ultimo rapporto Ismea, infatti, in un 2015 caratterizzato da un aumento medio dell'8% a livello nazionale, alcune delle principali denominazioni toscane fanno registrare invece un incremento a due cifre. E' il caso del Brunello di Montalcino (+14.9%), del Chianti Classico (+36,9%) e del Nobile di Montepulciano (+24.5%). In calo, invece, i prezzi alla produzione delle Dop Chianti (-5.4%), Chianti Colli Senesi (-1.8%) e Vernaccia di San Gimignano (-4.4%).
Le Aree di mercato principali per il vino toscano a denominazione d'origine sono America settentrionale (188,2 milioni) ed Europa (186.0 milioni di euro) con incrementi, rispettivamente, del 15.8% e del +5.6% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Rossi DOP: la Toscana conferma il suo primato in Italia - Con oltre 400 milioni di euro di vini rossi a Denominazione d'Origine Protetta (DOP) venduti nel mondo nel primi nove mesi del 2015, la Toscana conferma la sua leadership a livello nazionale che la vede primeggiare ampiamente su Veneto e Piemonte.
Rispetto allo stesso periodo del 2014, le esportazioni in valore dei rossi toscani DOP sono cresciute del +8.8%. Un aumento percentuale determinato in primo luogo dall'ampliarsi del portafoglio "clienti" dell'enologia toscana e dall'incremento dei prezzi alla produzione attestatosi, per quanto riguarda le principali denominazioni regionali, al +13.6%. Guardando i dati relativi ai primi tre trimestri del 2015, infatti, salta all'occhio come dopo un 2014 che aveva visto una sostanziale stabilità sulle piazze storiche, queste stesse aree abbiano fatto registrare nel 2015 una rinnovata vitalità. In particolare sono da rilevare la ottime performance dei Rossi DOP toscani nel Regno Unito (+25.8%) e nel Benelux: Paesi Bassi (+13.4%), Belgio (+13.5%) e Lussemburgo (+ 35.8%). Sempre per quanto riguarda l'Europa, i Rossi toscani crescono nei paesi del nord, in primis Danimarca (+19.5%) e Svezia (+18.4%), buone anche le performance in Germania (4.4%) e Francia (10.4%). Nei paesi dell'Est europeo solo la Russia fa registrare un trend negativo (-45.4%), mentre crescono in maniera interessante paesi come la Repubblica Ceca (+8.8%). Bene il Nord America con le esportazioni in Canada che salgono del +15.8% e quelle negli States che fanno registrare un +14.1%. Per quanto riguarda i BRICS frenata brusca oltre che per la Russia, anche per il Brasile (-28.4%), mentre tornana la Cina (+32.4%). A questo andamento sulle piazze maggiori corrispondono poi dei piccoli ma significativi exploit su alcuni mercati che ancora non fanno grandi numeri, ma che hanno certamente grandi margini di crescita. E' il caso dell'India (+120%) e del Sud Africa (+140.8%), ma anche della Nuova Zelanda (+19.0%), di Israele (+32.1%) e degli Emirati Arabi Uniti (+11.5%). Ma ecco la TOP 10 dei paesi di sbocco dei vini rossi toscani DOP nel 2015 dove sono da rilevare il ritorno della Cina (9°) e la "scalata" del Regno Unito che passa dal 5° al 4° posto.
Bianchi DOP: esportazioni in crescita grazie a usa e canada – Dopo due anni di segno negativo torna a crescere anche l'export dei Bianchi DOP che fanno registrare, nei primi 9 mesi del 2015, un incremento del 14.9% in valore rispetto allo stesso periodo del 2014, con una leggera flessione delle esportazioni in quantità: -1%. Un aumento, quello delle esportazioni in valore dei Bianchi toscani, dovuto in primo luogo all'incredibile exploit sui mercati nordamericani che vede gli Stati Uniti tornare ad essere il primo mercato di destinazione con circa 4.4 milioni di vini esportati nel Paese (+124.0%) e il Canada che segna un +68.7%. Percentuali che recuperano ampiamente quel -35.8% che aveva caratterizzato le vendite di Bianchi nell'America settentrionale nel 2014. Ottima la performance del Brasile con un +188% e delle piazze asiatiche con la Cina che segna un +55%, seguita da Hong Kong (13.1%) e Giappone (+9.2%). In difficoltà, invece, il commercio estero con i paesi Europei che lo scorso anno, aveva contribuito a mitigare le perdite nelle esportazioni grazie ad un +21.9%. Nei primi nove mesi del 2015, crollano tutti i principali clienti, fatta eccezione per la Danimarca (+36.8%), il Belgio (+31.9%) e il Regno Unito (+20%). Calano inoltre le esportazioni in Spagna (-89.6%), Francia (-85.4%), Svizzera (-33.1%.) e Germania (-10.7%). Un andamento, quello del commercio estero dei Bianchi toscani, che trasforma radicalmente la TOP 10 dei mercati di sbocco rispetto al 2014.
[Fonte: elaborazione Toscana Promozione su dati Istat gen-sett 2015]
Vini e cucina: il meglio racchiuso nelle tanto attese guide enogastronomiche 2016. Ecco i vincitori che si sono aggiudicati Bicchieri, Stelle, Forchette, Gamberi, Bottiglie, Corone e Viti. I ristoranti più apprezzati e le cantine e le etichette più stimate.
Di Cecilia Novembri
Bicchieri, Stelle, Forchette, Gamberi, Bottiglie, Corone e Viti. Sono i simboli utilizzati dalle migliori guide enogastronomiche che, come ogni anno, anche nel 2016 accompagneranno estimatori e non nel mondo dei ristoranti più apprezzati e delle cantine edelle etichette più stimate.
Ristoranti d'Italia de L'Espresso, pubblicata ininterrottamente dal 1978, giudica in ventesimi, e aggiudica da uno a tre cappelli alle cucine più prestigiose, lasciando commenti su ambiente, servizio e cantina. Massimo Bottura con la sua Osteria Francescana raggiunge il massimo, 20/20, conquistando la vetta della Guida L'Espresso 2016 per il quarto anno consecutivo.
"Una delle destinazioni più dinamiche e affascinanti del mondo", così Michael Ellis, direttore internazionale delle Guida Michelin, ha descritto l'Italia alla presentazione della Guida Michelin Italia 2016 che si propone come una guida giovane, la metà dei nuovi stellati ha un'età inferiore ai 35 anni, che sposta l'ago della bilancia della ristorazione al Sud Italia: Napoli diventa la provincia più stellata.
Sono 2268 le recensioni di ristoranti, trattorie, wine bar e birrerie per consentire a persone con ogni budget di trovare il locale giusto!
Questo è quello che si può trovare nella Guida Gambero Rosso 2016, un riferimento insostituibile e prezioso tanto per appassionati gourmet quanto per chi ne fa un uso di servizio o ancora per semplici curiosi. Tra le 26 Tre Forchette si confermano al vertice l'Osteria Francescana di Modena di Massimo Bottura e La Pergola del Rome Cavalieri di Heiz Beck, due nuovi ingressi Berton chef Andrea Berton e Seta del Mandarin Oriental Milano chef Antonio Guida.
Una menzione va fatta anche per l'edizione 2016 della guida Vini d'Italia del Gambero Rosso. Un'istantanea che racconta l'Italia del vino di oggi e con un po' di storia: il campione di quest'anno è il Brunello, 18 i Brunello 2010 premiati con i Tre Bicchieri!
Torna anche per il 2016 la guida I vini d'Italia 2016 de L'Espresso. Oltre 20 mila le etichette degustate, sorprendente un unico 20/20, punteggio massimo assegnato al Barolo 2011 di Bartolo Mascarello.
Prosegue il progetto editoriale avviato nel 2015 dall'Associazione Italia Sommelier con Vitae AIS. Anche in questa seconda edizione del volume ogni etichetta recensita è raccontata con informazioni aziendali, il profilo organolettico e i suggerimenti sul migliore abbinamento con il cibo.
Images with the courtesy of: Gamberorosso.it – Via Michelin.it – Espresso Repubblica.it – dissapore.com – Paolo Terzi Elle.it
Un abbinamento insolito che offre tante possibilità di accostamenti. Ad ogni dolce il suo vino: i consigli per esaltare il sapore dei dolci tipici della tradizione che accompagnano la festa del Carnevale. Semplici e rigorosamente fritti si abbinano perfettamente al nettare di Bacco.
di Cecilia Novembri
Parma, 3 febbraio 2016
Frappe, chiacchiere, struffoli e graffe, frittelle di mele, bignè di San Giuseppe, crostoli, cenci fritti, largo sfogo alla fantasia carnevalesca! Anche in tema di Carnevale il nostro paese, gastronomicamente parlando, ci offre una varietà smisurata di dolci, ognuno legato ad una tradizione e leggenda regionale, ma tutti uniti da una comune caratteristica: rigorosamente fritti! Dolci universali, semplici ed è proprio la semplicità il segreto del successo su tutte le tavole imbandite per il Carnevale e anche della conseguente abbinabilità al nettare di Bacco.
La base leggermente dolce con richiami agrumati appena percepibili è qualcosa con cui si possono bere molti vini dolci, possibilmente non troppo dolci ed evitando esuberanze alcoliche e strutture. Tenendo presente che per le fritture sono preferibili le Bollicine, l'abbinamento ideale è sicuramente con un fresco e profumato Moscato d'Asti, dolce, ma non stucchevole, con un inimitabile aroma muschiato del vitigno di provenienza, un sapore delicato ed intenso, che ricorda il glicine ed il tiglio, la pesca e l'albicocca, con sentori di salvia, limone e fiori d'arancio. Per le Castagnole o le frittelle di mele sempre ben accolto un Brachetto d'Acqui, rosso rubino molto chiaro, una spuma vivace di colore rosa e perlage persistente, un profumo intenso, aromatico, caratteristico con sfumature di rosa, morbido, amabile, elegante con sensazioni di mandorla amara e noce moscata.
Con la presenza di farciture alla crema o cioccolato possiamo sicuramente affidarci ad un ricco vino passito o una vendemmia tardiva, dove ci si può veramente sbizzarrire con molteplici varietà provenienti da ogni regione italiana. A partire dal Passito di Pantelleria, sempre una garanzia, o un Recioto di Soave, le cui uve attaccate dalla muffa nobile dona sentori di frutta candita e spezie. Se ci si spinge oltre confine si può approdare in Germania, con un Riesling Auslese: ricco e potente, con note candite e piccanti, al primo sorso è percepibile un ventaglio di spezie, lo zafferano, il ginger, il curry e il pepe, con un gradevolissimo sottofondo di frutta candita. Tutta una scoperta!
A Reggio Emilia summit tra tutti i livelli istituzionali e i produttori per azione comune a tutela Lambrusco. L'incontro è stato promosso alla luce della richiesta di alcuni paesi comunitari di liberalizzare il nome del vitigno.
Reggio Emilia - Si è tenuto questa mattina presso la cantina Emilia Wine di Arceto di Scandiano (RE) alla presenza di oltre 450 persone l'incontro "Lambrusco nel mondo. Una distintività da difendere, un distretto da valorizzare" L'iniziativa, promossa dalla vicepresidente della Commissione Agricoltura del Senato Leana Pignedoli, in collaborazione con il Consorzio di tutela dei vini dell'Emilia e dal Comune di Scandiano ha visto la presenza del Ministro Maurizio Martina, dell'assessore regionale Simona Caselli e dell'eurodeputato Paolo De Castro. Sono intervenuti inoltre al dibattito il Presidente del Consorzio tutela vini Emilia Davide Frascari, il sindaco di Bomporto (Mo) Alberto Borghi, il sindaco di Scandiano Alessio Mammi e la senatrice Leana Pignedoli, vicepresidente della commissione Agricoltura del Senato.
L'incontro è stato promosso alla luce della richiesta di alcuni paesi comunitari di liberalizzare il nome del vitigno. Come ha affermato in apertura il sindaco Alessio Mammi "parlare di Lambrusco è parlare di Emilia, di questo territorio. Parliamo di una realtà che ha saputo fare squadra, conquistare fette significative di mercato ed essere non solo passato, ma soprattutto presente e futuro dell'agroalimentare italiano" un futuro che come ha spiegato il presidente Frascari "faremo di tutto per impedire che venga cancellato. I numeri, d'altra parte, parlano più di qualsiasi parola: il distretto del Lambrusco ha un impatto socio economico dirompente, solo nelle province di Reggio Emilia e Modena coinvolge oltre 8000 famiglie di produttori, con un valore complessivo della produzione di 570 milioni di euro con proiezione all'aumento in termini superiori all'1% l'anno".
Ma non è solo questione di numeri, spiega Leana Pignedoli "Il Lambrusco ha fatto una strada ineguagliabile, si è conquistato un posizionamento importante attraverso un processo di conquista di qualità, di organizzazione. ... Avere qui tutti i livelli istituzionali dai comuni all'Europa insieme ai produttori è una occasione unica per riflettere e affermare con forza che la distintività è un valore enorme in un mondo sempre più omologato. Per questo, il nostro, non è un atteggiamento chiuso da "difesa del campanile a prescindere", Ma la valorizzazione di un fattore di competizione dell'Europa vitivinicola nel mondo".
Un mondo cui si arriverà sempre di più se è solo se, illustra il sindaco di Bomporto Borghi "l'Emilia Romagna si attiverà per lavorare tutti insieme. Ci serve un elemento di trazione forte e io ritengo possa essere un distretto regionale del Lambrusco di alta qualità".
"La regione è pronta a raccogliere ancora una volta la sfida Lambrusco - ha incalzato l'assessore regionale Simona Caselli - abbiamo una norma che sino ad oggi ha lavorato bene e va difesa. La regione ci si è messa con forza. E la prossima settimana l'assemblea legislativa voterà un documento in questa direzione che spero abbia il più largo consenso politico, anche delle opposizioni, perché stiamo difendendo la nostra cultura, la nostra identità".
A concludere l'incontro gli interlocutori italiani con l'Europa: il ministro Maurizio Martina e l'eurodeputato Paolo De Castro.
"Siamo di fronte - spiega Martina - a un tentativo di modifica di un norma che sono ad oggi ci ha dato la possibilità di valorizzare le nostre qualità. Ora non basta tutelare, dobbiamo rilanciare con il lavoro di squadra, quel lavoro di squadra che i produttori di Lambrusco dimostrano sempre più di saper fare. Sono un vero e proprio modello in Italia. Io credo ci siano tutte le condizioni perché battaglia si vinca. Non siamo soli in questo. Francia, Germania e Austria la pensano come noi. Non ci basta però una rassicurazione di Hogan, ora vogliamo i fatti".
Dello stesso avviso De Castro "è importantissimo dimostrarci ora più che mai uniti davanti all'Europa: i temi come questo toccano solo 5/6 Stati su 28. Le Tutele europee che abbiamo costruito è rafforzato per noi importantissime vanno mantenute, ma non basta, nel frattempo dobbiamo innovarci: esse valgono nell'Unione europea e basta. Per tutelare e affermare nostro Made in Italy ci serve sempre più garanzia di alta qualità e logistica. È su questi temi che dobbiamo lavorare parallelamente alla non liberalizzazione dei vitigni. Lambrusco è identità, cultura, storia... Ma anche export, vendite, posti di lavoro. Per questo, organizziamoci".
Hanno partecipato all'incontro, tra gli altri, il Prefetto di Reggio Emilia Raffaele Ruberto, l'eurodeputata Cecile Kyenge, i senatori Stefano Vaccari (Pd) e Maria Mussini (ex M5S oggi gruppo Misto), il deputato Giuseppe Romanini (Pd), il vicepresidente dell'assemblea regionale Andrea Rossi, i presidenti dei consorzi del Lambrusco di province attigue, associazioni di categoria e produttori.
(Scorrere - galleria immagini)
"Lambrusco nel mondo. Una distintività da difendere, un distretto da valorizzare": Sabato 30 gennaio alla cantina Emilia Wine di Arceto di Scandiano. La liberalizzazione del nome del vitigno sarebbe un grave errore, ne parliamo con il Ministro Martina, l'assessore Caselli, l'eurodeputato De Castro e la senatrice Pignedoli.
Reggio Emilia, 28 gennaio 2016
- in allegato in fondo al testo l'invito scaricabile -
Sabato 30 gennaio alle ore 9.30 si terrà alla cantina Emilia Wine di Arceto di Scandiano (RE) l'iniziativa "Lambrusco nel mondo. Una distintività da difendere, un distretto da valorizzare". L'iniziativa, promossa dalla vicepresidente della Commissione Agricoltura del Senato Leana Pignedoli, in collaborazione con il Consorzio di tutela dei vini dell'Emilia e dal Comune di Scandiano vedrà la presenza del Ministro Maurizio Martina, dell'assessore regionale Simona Caselli e dell'eurodeputato Paolo De Castro. Interverranno inoltre al dibattito il Presidente del Consorzio tutela vini Emilia Davide Frascari, il sindaco di Bomporto (Mo) Alberto Borghi, il sindaco di Scandiano Alessio Mammi e la senatrice Leana Pignedoli, vicepresidente della commissione Agricoltura del Senato.
L'incontro è stato promosso alla luce della richiesta di alcuni paesi comunitari di liberalizzare il nome del vitigno. Come afferma il sindaco Alessio Mammi "il Lambrusco è un prodotto da secoli legato indissolubilmente al nostro territorio e il vino italiano più esportato nel mondo, con 400 milioni di bottiglie all'anno e un ricavo di 500 milioni di euro. Mi auguro che l'Ue faccia un passo indietro. Parlarne direttamente con tutti i livelli istituzionali che si occupano della questione è un'occasione per noi irripetibile".
"Questi Vini - continua Leana Pignedoli -sono strettamente legati alla terra Emilia, non è una mera difesa, è una battaglia perché l'Europa scelga le distintività come fattore competitivo dell'agroalimentare valorizzando le peculiarità. Pensare di lanciare sfide sulla genericità e l'omologazione sarebbe miope e perdente. Lunedì il Ministro Martina ha incontrato il commissario europeo all'Agricoltura Phil Hogan proprio su questi temi, e quella di sabato ad Arceto sarà un'ottima occasione per avere un resoconto in diretta dell'incontro e delle azioni che seguiranno".
"A favore della tutela del nostro prodotto - conclude Davide Frascari - si sono schierate con noi Francia e Germania che sono paesi che dal punto di vista enologico hanno un peso che ci fa ben sperare. Voglio ricordare che il distretto del Lambrusco ha un impatto socio economico dirompente: solo nelle province di Reggio Emilia e Modena coinvolge oltre 8000 famiglie di produttori. Avere accanto tutti i livelli istituzionali impegnati sul tema è per noi importantissimo e confrontarci con il ministro Martina, De Castro, Caselli e Pignedoli lo sarà ancor più".
(Fonte: ufficio stampa Comune di Scandiano)
Cereali, dopo i dati USDA verso la stabilità. Latte e derivati sempre più giù. Accordo MIPAAF e Gruppo Intesa San Paolo per le filiere agroalimentari. Bonifica Emilia Centrale verso il commissariamento? Indagine Ismea sul settore bovino. Montagna e nuove idee per Berceto (PR) ma non solo. Cambio al vertice di confcooperative di Modena.
(allegato pdf scaricabile)
SOMMARIO Anno 15 - n° 02 17 gennaio 2016
1.1 editoriale Lo sfregio di Colonia e il rischio d'imbarbarimento
2.1 cereali Cereali, verso la stabilità nonostante le incertezze geopolitiche.
3.1 cereali Cereali, ondata di rialzi a seguito dei dati USDA
4.1 Lattiero Caseario Latte e derivati sempre più giù.
5.1 imprese Conserve Italia, cresce il business nelle marche private
5.2 Contributi Filiere Mipaaf e Gruppo Intesa San Paolo insieme per lo sviluppo dell'agricoltura.
6.1 montagna "Ricchi di boschi poveri" ma tanta creatività
6.2 bonifica Bonifica emilia centrale, verso il commissariamento?
7.1 vino Nuovo record di vino italiano negli USA
7.2 nomine Modena, cambio al vertice di confcooperative
8.1 zootecnia Crisi zootecnica. L'indagine Ismea sulla redditività degli allevamenti.
9.1 promozioni "vino" e partners
Vinitaly International a San Francisco, New York e Miami. Con 1,3 miliardi di dollari di vini esportati nel 2015 (oltre 1,4 miliardi di euro), l'Italia rafforza la sua leadership sul mercato americano. Da questo risultato riparte l'attività di Vininitaly International negli Stati Uniti, nell'ambito del Piano speciale Usa finanziato da Mise e Ice per la promozione dei vini e dei prodotti agroalimentari all'estero. Fitto il programma di Executive Wine Seminars della Vintaly International Academy – VIA, per approfondire la conoscenza del vino italiano nel mercato Usa.
Verona, 13 gennaio 2016 – Trainata da un export che nel 2015 ha visto l'enologia italiana mettere a segno un nuovo record con 5,4 miliardi di euro stimati dei quali 1,4 negli Usa, riparte il 17 gennaio l'attività all'estero di Vinitaly International ( www.vinitalyinternational.com ), con tappe a San Francisco (17-19 gennaio) al Winter Fancy Food, a New York (7-9 febbraio) e a Miami (10 febbraio). Si tornerà a New York a maggio, dopo Canada e Cina a febbraio e marzo, e poi a giugno sarà la volta di Chicago al Fmi Connect (20-23 giugno) e di nuovo di New York con la partecipazione al Summer Fancy Food (26-28 giugno).
La focalizzazione sul mercato statunitense è frutto di una scelta strategica di lungo periodo impostata da Veronafiere, che ha portato Vinitaly International a diventare braccio operativo del Mise – Ministero dello sviluppo economico e Ice – Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane nel Piano Speciale Usa per la promozione dei beni di consumo e dei prodotti enoagroalimentari, lanciato nel 2015.
«Il consumo di vino negli Usa continua a crescere - afferma il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani -, ma si tratta di un mercato con due facce, come emerso durante i numerosi workshop che gli abbiamo dedicato durante wine2wine, il forum del vino svoltosi nel dicembre scorso: per certi versi è maturo e questo lo vediamo dalla curiosità espressa dai consumatori per vini meno famosi espressione di territori ancora sconosciuti; d'altro canto, però, ci sono Stati dove solo ora si inizia a consumare vino. Con Vinitaly International siamo negli Stati Uniti dal 2002 e continuiamo a potenziare la nostra attività di anno in anno, proprio per aprire sempre nuovi spazi commerciali per le cantine italiane e per attrarre buyer americani a Vinitaly, dove già rappresentano il 15% delle presenze estere».
La prossima attività di Vinitaly International negli Usa prevede la realizzazione di Executive Wine Seminar della Vinitaly International Academy – VIA, tenuti dal direttore scientifico Ian D'Agata.
A San Francisco tre saranno i seminari avanzati su Grignolino, le subzone del Chianti e l'Etna, mentre uno base realizzato in collaborazione con Fivi (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti) sarà dedicato ai vini artigianali. Questi vini saranno disponibili in un wine bar appositamente allestito per la degustazione da parte dei buyer e pubblico.
A New York sarà ancora la volta del Grignolino e dei vini artigianali, ma si parlerà anche di tendenze di consumo di vino nei ristoranti italiani e di come queste potrebbero riproporsi negli Usa.
A Miami, oltre che di Grignolino e di vini artigianali, un terzo Executive Wine Seminar VIA sarà dedicato al Carmignano.
Su www.vinitalyinternational.com/calendar il programma dettagliato delle tappe di Vinitaly International.
Per la prima volta nella sua storia la Cantina di S. Croce con sede a Carpi ha deciso di produrre anche il Pignoletto. Il prodotto, rivolto a un mercato prevalentemente locale, completa la gamma della cooperativa vitivinicola, formata da Lambrusco Salamino, di Sorbara, Grasparossa e Lancellotta. -
Modena, 9 dicembre 2015
Specializzata da oltre cent'anni nella produzione del Lambrusco, per la prima volta nella sua storia la Cantina di S. Croce con sede a Carpi ha deciso di produrre anche il Pignoletto. Il nuovo prodotto – un Pignoletto Doc frizzante - è stato presentato ai clienti con una degustazione. La nuova bottiglia è il risultato dell'uva conferita da un ristretto numero di soci della Cantina di S. Croce che un paio d'anni fa hanno impiantato dei vigneti a Pignoletto. Nei prossimi anni è previsto un aumento del conferimento di uve a Pignoletto e, quindi, della produzione di questo vino. Il prodotto, rivolto a un mercato prevalentemente locale, completa la gamma della cooperativa vitivinicola, formata da Lambrusco Salamino, di Sorbara, Grasparossa e Lancellotta. Ricordiamo che quattro mesi fa la Cantina di S. Croce, aderente a Confcooperative Modena, ha inaugurato i nuovi impianti per i quali ha investito due milioni di euro. Fondata nel 1907, la cantina conta oltre 300 soci e ha una potenzialità di lavorazione annua superiore ai 150 mila quintali di uva.
(Fonte: ufficio stampa Confcooperative MO)