Il musical campione di incassi a Broadway e Londra, racconta la grandiosa ascesa verso la celebrità di una delle band di maggior successo nella storia della musica pop: i leggendari Four Season. 20 milioni di spettatori in tutto il mondo hanno già applaudito Jersey Boys.
Di Pietro Razzini
Parma, 23 aprile 2016
Una promessa: uscendo dal Teatro Nuovo di Milano anche voi tenterete di canticchiare in falsetto i grandi successi dei Four Season. Con "Jersey Boys", in scena fino al 15 maggio, si torna negli anni '60, quando quattro ragazzi bianchi dominarono la scena internazionale con oltre 175 mila dischi venduti. Tratto dalla vera storia di un gruppo proveniente dal New Jersey, il musical è stato un successo ovunque sia stato rappresentato, campione di incassi a New York e a Londra. Ora è sbarcato a Milano e, a quanto sembra, anche la capitale della moda ha recepito il valore della rappresentazione.
LE CANZONI - Sherry, Big girls don't cry, Walk like a man, December, 1963 (Oh what a Night) e l'immortale Can't take my eyes off you: è incredibile come, nell'arco dello spettacolo, cresca la passione del pubblico per questo gruppo. Impossibile non rimanere abbagliati da brani che emozionano a più di 50 anni di distanza. Il momento di massima devozione si avverte alle prime note di "Can't take my eyes off you", singolo rimasto mitico nel tempo grazie alla reinterpretazione di Gloria Gaynor, Diana Ross, i Muse e Mina. La musica pop dei Four Season ferma il tempo nelle oltre due ore di show: spensieratezza e buon umore sono le componenti principali di una storia che, grazie alla bravura dei suoi performer, regala tante risate, oltre che piacere sonoro.
LA STORIA - Francesco Stefano Castelluccio, nome d'arte Frankie Valli, è un giovane italo-americano con doti canore al di sopra della media. Con tre amici del New Jersey fonda un gruppo dal "nome instabile". La versione definitiva, dopo diversi tentativi, sarà "Four Season". Il chitarrista Tommy DeVito, il bassista Nick Massi, il tastierista e compositore Bob Gaudio iniziarono insieme a Frankie una scalata verso il successo, condita da vicissitudini personali, ben raccontate all'interno dello show, capaci di mantenere lo spettacolo a contatto con la realtà. Il loro percorso artistico fu celebrato con l'ingresso nella Rock'n'roll Hall of Fame, nel 1990.
I PROTAGONISTI - Testo italiano, canzoni in inglese (troppo famose per tradurle): il lavoro del regista Claudio Insegno, del direttore musicale Angelo Racz e del produttore Lorenzo Vitali ha offerto uno spettacolo assolutamente gustoso: Alex Mastromarino, nel ruolo di Frankie Valli, gioca con la voce tra un falsetto e l'altro, Flavio Gismondi è un Bob Gaudio fresco e convincente, Marco Stabile entra nei panni di Tommy Devito con una ironia ammaliatrice e Claudio Zanelli porta in scena un Nick Massi arrogante ma, contemporaneamente, impossibile da odiare. Insomma, il gruppo funziona e, tutto intorno a loro, il cast suona uno spartito eccellente, che rimarrà nella testa del pubblico per diverse ore al termine dello spettacolo. E' una promessa.
I grandi della musica italiana e internazionale, pronti a essere mixati, parodiati, affrontati in duelli verbali e musicali. Gli Oblivion sono partiti da Bologna alla conquista dell'Italia. Subito dopo Milano, dal 3 al 15 maggio, saranno in scena a Roma.
Di Pietro Razzini
Parma, 21 aprile 2016
"Lasciate ogni speranza (di non ridere) voi ch'entrate". Dante Alighieri nel terzo canto dell'Inferno aveva una visione un po' differente, scrivendo queste parole. Gli Oblivion le hanno reinterpretate, offrendo un'occasione di divertimento puro a tutti coloro che hanno scelto di andare al Teatro Leonardo per assistere al loro "The Human Jubox". A Milano fino all' 1 maggio, il gruppo propone un flusso di note e ritmi a dir poco infinito: nel loro repertorio, infatti, ci sono tutti i grandi della musica italiana e internazionale, pronti a essere mixati, parodiati, affrontati in duelli verbali e musicali da cui nascono spontaneamente risate convinte da parte del pubblico. Davanti agli occhi attoniti degli spettatori prendono vita ogni sera brani nuovi, tratti dalle canzoni di Ligabue e dai Cori Gospel, dagli inni immortali di Gianni Morandi e dalle note senza tempo dei Queen.
THE HUMAN JUKEBOX – Ma cos'è "The Human Jukeboxe"? In base alla definizione data dagli artisti, si tratta di una playlist che nessuno ha mai avuto il coraggio di fare, uno Spotify vivente che provoca scene di panico, isteria collettiva, ma soprattutto interminabili richieste di bis. E tutto parte proprio dal pubblico che propone le hit dei propri cantanti preferiti. Ed è qui che inizia il delirio, che si innesta la creatività di uno show capace di legare palco e platea. Raramente si crea un'interazione così diretta e spontanea.
DIVERSO OGNI SERA – Vista l'unicità dello spettacolo, ogni appuntamento con The Human Show è qualcosa di irripetibile: dati alcuni punti fermi (la parodia de Il Volo, la storia dei vincitori di Sanremo in pochi minuti, un medley sul tema dei fiori), il resto è improvvisazione studiata a priori. Per essere più chiari, si creano momenti musicali nuovi partendo da uno studio e un lavoro incredibile fatto dal gruppo nella fase di preparazione dello spettacolo. Ecco quindi una versione rap di "Una zebra a pois", un giradischi rotto sulle note di Renato Zero, il mimo delle canzoni di Vasco Rossi.
IL GRUPPO - Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli: il pokerissimo degli Oblivion è servito. Il primo incontro a Bologna. Da lì è partita la conquista dell'Italia. Subito dopo Milano, dal 3 al 15 maggio, saranno in scena a Roma. Il Teatro Sistina li accoglierà per più di dieci giorni diventando la casa della risata e della musica. Nel periodo lombardo, tuttavia, ci sarà una sostituzione, rispetto allo starting five: Clara Maselli prenderà il posto di Francesca Folloni, "impegnata" a dar vita a un capolavoro (umano e non artistico, questa volta). Cambia un addendo ma il risultato non muterà.
Mostra fotografica di Caterina Orzi dedicata a Maria Luigia, protagonista di ieri e di oggi. Inaugurazione sabato 23 aprile, ore 11 presenta Stefania Provinciali giornalista e critica d'arte.
Parma, 20 aprile 2016
Dopo il recente successo alla Biblioteca Palatina di Parma, la mostra fotografica "Amori dalla Cenere. Canto di Donna" dell'artista fotografa parmigiana Caterina Orzi, sarà ospitata dal 23 al 25 aprile alla Reggia di Colorno, nell'Appartamento del Principe, nell'ambito di Nel Segno del Giglio, 23^ Mostra Mercato del giardinaggio di qualità presso il Giardino Storico della Reggia (23,24,25 aprile ore 10-19).
La mostra, la cui inaugurazione si svolgerà sabato 23 aprile alle ore 11 alla presenza di Stefania Provinciali, giornalista e critica d'arte, dedicata alla duchessa Maria Luigia, protagonista di ieri e di oggi, presenta 36 immagini fotografiche accompagnate da testi poetici.
‹‹Nel 1815 mentre si trovava a Schonbrunn Maria Luigia – scrive Caterina Orzi - ha avuto la conferma che le veniva assegnato il ducato di Parma e così ha scritto alla duchessa Louise Antoinette di Montebello, sua dama di compagnia a Parigi. E quando è giunta a Parma ha fatto della violetta il suo fiore simbolo, che è diventato pure il simbolo della città. Ha fatto coltivare le violette nell'Orto Botanico e a Colorno, e talvolta nelle lettere anziché mettere la sua firma disegnava la violetta. Questo è il motivo per qui dedico la mostra "Canto di Donna" alla Duchessa Maria Luigia. Credo che coltivare e ammirare fiori oppure fotografarli appoggiati come una carezza sulla pelle è pensare come fiori e rappresenta una cultura attuale ieri come oggi››.
Riscatto e rinascita: Caterina Orzi, da tempo impegnata su questi temi, offre attraverso le sue fotografie una possibilità per raccontare, con la rappresentazione di elementi naturali raccolti dalla quotidianità e posizionati sulla pelle, un percorso interiore che ogni donna può intraprendere per ritrovare un'armonia perduta.
La mostra si realizza con il contributo del Comune di Colorno, con il patrocinio della Provincia di Parma e in collaborazione con Antea.
Programma completo della manifestazione: www.nelsegnodelgiglio.it
Grandi artiste, tra cui Isabella Ragonese, Cristina Donà e Carmen Consoli, per ricordare i 70 anni del primo voto delle donne in Italia. Spettacoli e concerti a ingresso libero e gratuito dedicati alle figure femminili.
Parma, 20 aprile 2016
Un ricco programma sta per partire nella nostra città nell'ambito delle Celebrazioni per il 25 Aprile. L'Assessorato alla Cultura del Comune di Parma ha deciso di promuovere un'intensa tre giorni di spettacoli e musica che vedrà protagoniste le donne, in occasione del settantesimo anniversario dell'estensione del diritto di voto alle donne in Italia e della loro eleggibilità.
Dal 23 al 25 aprile, infatti, diversi spazi cittadini saranno animati da spettacoli e concerti a ingresso libero e gratuito dedicati alle figure femminili. Dalla protagoniste della Resistenza a Parma alle donne di oggi, raccontate e cantate al pubblico per trasmetterne e tramandarne le storie, conservandone la memoria.
A calcare per prime il palcoscenico sabato 23 aprile alle ore 21 in Piazzale San Francesco saranno, appunto, due grandi artiste italiane: l'attrice Isabella Ragonese e la cantautrice Cristina Donà che proporranno al pubblico lo spettacolo "Italia Numbers". Nato da un'idea della stessa Ragonese – che in carriera si è aggiudicata diversi premi sia in ambito teatrale che cinematografico, a partire dal Premio Scenario per "Mamur" al David di Donatello a diversi Nastri d'Argento – lo spettacolo, partendo da un elenco di dati tecnici, freddi e disturbanti, che disegnano il nostro "rapporto Italia", va a raccontare, accompagnato dalla voce e dalle note di Cristina Donà, le storie di donne italiane vittime di violenza e di donne che non mollano, che trattengono il respiro perché sanno che saliranno in superficie.
Domenica 24 aprile l'appuntamento con la storia e le storie di donne raddoppia. Si parte alle ore 18 presso la Casa della Musica con la voce di Sandra Soncini e il violino di Adriano Engelbrecht in "Bianca. Suona nella notti un suono di Diana", uno spettacolo-concerto, realizzato in collaborazione con Ermo Colle Teatro, che ripercorre le vicende di Bianca Paganini Mori, prigioniera politica, deportata in Germania nel campo di concentramento di Ravensbrück.
Alle 21, il programma si sposta, invece, in Piazzale Santa Croce per "Bella Ciao!", un concerto itinerante della Banda Popolare di Strada i Fiati Sprecati che toccherà i principali luoghi della Resistenza in Oltretorrente e in centro storico per concludersi in Piazza Garibaldi, dove verrà attesa la mezzanotte per cantare e ballare insieme "Bella Ciao", dando il benvenuto ufficiale alla Festa della Liberazione. La Banda popolare fiorentina composta da una ventina di elementi tra trombe, tromboni, sassofoni, clarinetti, bombardini, fisarmoniche, flauti e percussioni, condurrà il pubblico lungo un percorso, individuato grazie alla collaborazione del Centro Studi Movimenti di Parma, denso di memoria e significati che sarà scandito, tappa per tappa, da alcune letture, a cura degli allievi del corso di teatro del Liceo Classico Romagnosi, in cui verranno raccontate le vicende e le storie personali e intime delle più importanti figure femminili della Resistenza parmigiana.
A chiudere questa tre giorni dedicata alle donne sarà una tra le più grandi cantautrici italiane Carmen Consoli che lunedì 25 aprile, a partire dalle 21.30, si esibirà nel tradizionale concerto gratuito di Piazza Garibaldi con la sua forte presenza scenica e la sua musica, proponendo al pubblico una scaletta che alternerà i brani dell'ultimo album L'abitudine di tornare, denso di ritmo, melodia e contenuti universali, che trae vocazione dalla reale quotidianità, con i suoi grandi successi. Un album in cui Carmen veste i panni di 'testimone' per raccontare stati d'animo e sentimenti, situazioni di ogni giorno e note di attualità con metafore, poesia e amara ironia. Un lavoro dove l'artista racconta, con un potere narrativo originale ed inimitabile, l'Italia di oggi, trattando temi come la crisi economica, il femminicidio, l'immigrazione, accanto a storie legate al sentire più intimo e alla maternità. Alla voce e alla chitarra di Carmen Consoli si unirà sul palco una grande band anch'essa in buona parte femminile.
Gli spettacoli e i concerti, promossi dal Comune di Parma insieme agli altri enti del Comitato per le celebrazioni del 25 aprile, con il sostegno di Intesa Sanpaolo SpA e Conad Centro Nord, la collaborazione di Fondazione Teatro Regio di Parma e la sponsorizzazione tecnica di Pro Music srl, rientrano nel programma delle due settimane di iniziative volte a celebrare il 71° anniversario della Festa della Liberazione e il 70° anniversario dell'estensione del diritto di voto alle donne in Italia.
I volti, i luoghi e le personalità degli studenti di Parma catturati negli scatti di Chiara Samugheo, celebre fotografa delle star del cinema. La mostra rimarrà allestita fino al 27 maggio nell'Atrio delle Colonne nel Palazzo centrale di via Università.
Parma, 19 aprile 2016
40 immagini che ritraggono gli studenti dell'Università di Parma in situazioni e ambientazioni diverse: l'occhio esperto e attento di Chiara Samugheo, fotografa dei divi e delle dive del cinema come Liz Taylor, Sophia Loren, Gina Lollobrigida, si è posato sui ragazzi dell'Ateneo. Volti, atteggiamenti, personalità, luoghi d'incontro catturati in un anno di lavoro e illustrati con maestria.
All'inaugurazione di oggi hanno partecipato il Rettore Loris Borghi, Daniela Ciriello nipote e aiutante di Chiara Samugheo - assente per motivi personali - e i curatori Luigi Allegri e Manuela Vico.
La mostra è promossa dal Centro per le Attività e le Professioni delle Arti e dello Spettacolo – CAPAS dell'Università di Parma (struttura che raccoglie, organizza e supporta le attività para ed extracurricolari degli studenti negli ambiti artistici, comunicativi, culturali) in collaborazione con il Centro Studi e Archivio della Comunicazione – CSAC, che possiede pressoché l'intero archivio delle immagini della grande fotografa pugliese.
Il Palazzo centrale di via Università, luogo simbolico dell'Ateneo, è la sede della mostra che rimarrà allestita fino al 27 maggio nell'Atrio delle Colonne.
Foto di Francesca Bocchia
Dal 6 maggio al 3 giugno 2016 a Parma partirà il progetto di Biblioteca Itinerante promossa da Parmakids: "Libri con le Ruote", un modo nuovo di vivere le emozioni raccontate dai libri e promuovere le biblioteche comunali.
Parma, 25 aprile 2016
Le storie sono viaggi dell'immaginazione in giro per il mondo, alla scoperta di situazioni, epoche e terre lontane. Ma, nell'era dei social network, ovvero degli stimoli che distraggono più che catturare l'attenzione, le storie corrono il pericolo di rimanere ingabbiate in quelle prigioni d'oro che sono le biblioteche.
Ma cosa succederebbe se i libri prendessero vita e decidessero di saltare giù dagli scaffali e uscire per strada alla ricerca di qualcuno che li meriti sul serio?
Questa è l'idea da cui parte "Libri con le ruote" – progetto immaginato da Andrea Saccon, meglio conosciuto come "La Sajetta", e realizzato da Parmakids con il contributo di Fondazione Cariparma, Fondazione Monteparma e Comune di Parma – è una vera e propria biblioteca itinerante su due ruote e ad impatto zero che, con un carico di libri per bambini da 2 a 10 anni - sia in italiano che in lingua straniera – intende diffondere e difendere la lettura, ponendosi come ponte di collegamento tra le biblioteche comunali di Parma e i parchi cittadini, luogo d'incontro e di aggregazione per le famiglie della città.
Lo scopo è quello di valorizzare le biblioteche pubbliche comunali con una formula nuova e attiva, con la partecipazione degli abitanti, nella convinzione che la cultura si fa insieme, andando a cercare le persone - in questo caso i piccoli lettori - là dove si trovano.
Chi parteciperà agli appuntamenti potrà subito prendere in prestito un libro, per poi restituirlo nell'occasione successiva, e sottoscrivere gratuitamente la tessera delle biblioteche comunali di Parma. Ospite d'onore sarà ogni volta un bibliotecario, affinché i bambini prendano confidenza con una figura in grado di orientarli nella scelta del libro "che fa per loro".
"Libri con le ruote" è anche una biblioteca parlante, che promuove la lettura ad alta voce, protagonista di un appuntamento fisso – a cura del "leggendario" Andrea Saccon dedicato ai bambini dai 3 agli 8 anni che amano soprattutto ascoltare.
Cinque gli appuntamenti in programma tra maggio e giugno 2016 in vari parchi della città, sia centrali che periferici. Il tour, con una tappa alla settimana, ogni venerdì dal 6 maggio al 3 giugno, a partire dalle 17.00, toccherà Parco Ferrari (Biblioteca di riferimento: Pavese), Via Pellicelli (Biblioteca di riferimento: Pavese), Piazzale Pablo (Biblioteca di riferimento: @lice), Via Argonne (Biblioteca di riferimento: @lice), Parco Nord (Biblioteca di riferimento: Internazionale/Guanda).
Ai bambini che parteciperanno alle letture nei parchi previste dal calendario della Biblioteca viaggiante sarà consegnato uno speciale passaporto: a chi collezionerà 5 timbri corrispondenti ai cinque appuntamenti con la Biblioteca viaggiante, completando il passaporto, sarà regalato un buono acquisto libri offerto dalla libreria Libri e Formiche, la Libreria dei ragazzi di Parma.
Ogni componente è il tassello unico e prezioso che porta alla completezza, al "Puzzle" appunto capace di dare vita ad un insieme senza uguali. Ogni tassello, essenziale, trova la giusta collocazione solo nel gruppo, in un orizzonte comune di creazione.
Sabato al Teatro Regio di Parma questa alchimia perfetta, frutto di un lungo percorso che scommette sulle singole idee, è stata portata in scena entusiasmando tutti i presenti.
La compagnia Kataklò ha travolto il pubblico italiano ed estero con la sua ondata di freschezza, raccogliendo un grandissimo successo di pubblico e di critica in quasi vent'anni di attività.
"Puzzle" è una composizione corale e poliedrica, realizzata attraverso l'accostamento di coreografie storiche che hanno fatto grande la compagnia. I danzatori stessi hanno avuto "licenza di fantasia" da Giulia Staccioli, che ne firma la regia e la supervisione artistica, divenendo "danzautori".
Danza, atletismo acrobatico, mimica, humor, suoni, luci e costumi si fondono per uno spettacolo unico ed emozionante.
Foto di Francesca Bocchia
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Torniamo alla tradizione del weekend di FlashOn Mag dedicata alla proposta di lettura. Il libro proposto da CECILIA NOVEMBRI è una novità editoriale di grande fascino e molto "fantasy" per lasciarsi trasportare in un magico weekend!
Di Cecilia Novembri
Con "L'Eleganza del Riccio" del 2007 Muriel Barbery ha sbancato le librerie di tutto il mondo e le ha regalato la fama internazionale.
Torna con un nuovo romanzo che potrebbe essere il primo volume di una serie, un'epica battaglia tra il bene e il male.
Dalla parte dei buoni stanno i contadini e un'aristocratica popolazione di elfi misteriosamente insediata nei palazzi della Roma patrizia.
Con "La vita degli elfi" la scrittrice francese sconfina nel fantasy, un romanzo onirico che è una riflessione sull'incanto della bellezza minacciata dalle miserie umane, è una meditazione poetica sull'arte, la natura, i sogni e il ruolo dell'immaginazione.
Protagoniste due bambine: Maria vive in uno sperduto villaggio in Borgogna, dove scopre di avere il dono di saper comunicare con la natura. In Italia, Clara scopre di possedere uno straordinario genio musicale e si trasferisce dalla campagna a Roma per sviluppare queste sue meravigliose abilità.
Le due ragazzine conducono vite parallele accomunate però dal contatto con mondi magici e forze maligne grazie ai loro straordinari talenti.
Se, a dispetto di tutti gli ostacoli, riusciranno a unire i loro destini, questo incontro potrebbe cambiare il corso della storia.
Il profondo legame con la natura renderanno possibile l'unione degli umani con il regno del soprannaturale? Per chi ama la penna fantasiosa di questa autrice, potrà godere le sue pagine senza preoccuparsi della trama bizzarra, un commovente e sensibile omaggio al potere della natura e dell'arte di una delle autrici più amate al mondo.
CREDITS www.lexpress.fr www.bookrepublic.it – girodelmondoattraversoilibri.wordpress.com – deabyday.tv – youtube.com
Ecco come da un viaggio impervio una giovanissima promessa della fotografia fa nascere 'The man in Amazonas'. Un omaggio all'Amazzonia, ma anche un modo per aiutare chi ha più bisogno.
di Alexa Kuhne
Parma, 16 aprile 2016
Se tutti i diciassettenni fossero come Lorenzo si potrebbe tirare un sospiro di sollievo e immaginare un mondo più bello.
Perché i suoi occhi sensibili e attenti, spinti dal desiderio di vedere e di andare oltre, sono stati capaci di cogliere quello a cui spesso gli adulti non fanno caso...
Ne è nato un lavoro fotografico di grande bellezza e forza: "THE MAN IN AMAZONAS", una photogallery che scopre l'Amazzonia brasiliana lungo le rive del Rio Negro e che verrà presentata il 5 maggio a Brescia, al Centro Congressi Auditorium "Capretti" in via Piamarta.
L' intento, dice Lorenzo, bresciano, studente del liceo scientifico Copernico, sostenuto, in questa sua passione, da mamma e papà, viaggiatori appassionati e instancabili, è benefico.
Perché questo giovane talento vuol tradurre il suo amore per gli scatti in contributo alle popolazioni brasiliane più bisognose.
Lorenzo si è sentito motivato da una bella responsabilità e ha messo tutta la sua creatività e la sua capacità tecnica in modo autentico nel suo obiettivo, senza alcun condizionamento, ma con il massimo impegno per fermare momenti di vita indigena e fotogrammi di natura reali e spettacolari.
Ha accantonato sovrastrutture e pregiudizi che ci si porta inevitabilmente addosso quando si viene dall'Occidente e si è vestito della sua passione e della sua inseparabile 'macchina da lavoro'. Solo così ha potuto dare libero sfogo alla sua sensibilità e, indipendentemente dalle condizioni di luce diurna e notturna, ha fotografato bambini, animali, scenari di natura sconfinata e immensa, lasciando trasparire ogni volta il suo stato d'animo, stupito o sorpreso, intenerito o commosso, con l'avidità del viaggiatore che si vuol gustare i ricordi di quelle emozioni per sempre.
"L'Amazzonia – racconta Lorenzo Viscardi, con una maturità che stupisce - fa questo effetto a tutti: fa tornare alle origini, all'essenza della vita, al soddisfacimento dei bisogni primari, conferendo all'anima uno stato di appagamento unico, che vorresti fosse eterno. Le popolazioni indigene custodiscono alla perfezione questi luoghi incontaminati integrandosi con foresta, fauna e acqua ".
Lorenzo si è educatamente mescolato alle popolazioni indigene, con animo aperto, per carpire la loro spiritualità. Ed è quello che esce prepotentemente fuori dai suoi scatti.
In questa esperienza unica c'è la lezione che lo ha fatto riflettere e, probabilmente, cambiato: "Ho capito il valore della conservazione della foresta pluviale amazzonica, il polmone del mondo, un patrimonio universale che assicura la maggior parte di biodiversità terrestre in cui vivono migliaia di specie arboree, pesci e uccelli rari, anche in pericolo di estinzione.
Queste fotografie ci fanno riflettere e pensare che tutti hanno il dovere di contribuire a preservare il pianeta, l'Amazzonia ed i suoi indios e ciascuno lo può fare a suo modo, con grandi o con piccoli gesti quotidiani".
Il giovane fotoreporter che non è la prima volta che visita il Brasile, racconta: "Rispetto alla prima mi accorgo di essere cambiato. Ogni volta che viaggio mi rendo conto di vedere il mondo in maniera diversa sviluppando e migliorando man mano tecnica e idee.
Queste fotografie sono frutto di emozioni passeggere, indescrivibili e di sentimenti difficili da ricordare. Rimangono invece perfettamente nitide nella mente le esperienze che ho vissuto e fotografato. Tutt'ora mi sembra di rivedere il colore del Rio Negro, la natura incontaminata, la magica Via Lattea, ma soprattutto gli uomini, le donne e i bambini che vivono nel mezzo dell'Amazzonia, gli indios. Nel nostro viaggio siamo entrati in contatto con varie popolazioni, alcune più evolute altre meno, ma tutte accomunate dall'attaccamento alla propria terra e alla natura selvaggia".
Infine, c'è il messaggio più bello e universale, quello che induce alla riflessione e che, detto da un diciassettenne, ti fa sentire un essere piccolo e immaturo: "Nella foresta amazzonica l'uomo, nonostante viva così lontano dal resto della civiltà, si dimostra molto più rilassato di qualsiasi cittadino che goda del benessere offerto dalla vita in città. Ho impressi nella memoria visi così sereni e felici di uomini che vivono senza schemi, che cercano soltanto di sfruttare al meglio quello che la natura ed ogni singola giornata può offrire...".
Tutte queste riflessioni si completano e hanno un significato ancora più forte con la finalità che questo inviato speciale vuol raggiungere. Un obiettivo pratico, di aiuto effettivo: "La photogallery vuole offrire la possibilità di migliorare le situazioni precarie di vita di molte persone, specialmente dei bambini, a cui verrà devoluto il ricavato della vendita di questo volume".
Il sostegno è per i progetti benefici in Brasile di: SCAIP , Servizio Collaborazione Assistenza Internazionale Piamartino Casa Arte da Criança (Lagoa Encantada, Bahia).
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Lorenzo Viscardi classe 1998, frequenta il Liceo Scientifico "N.Copernico" di Brescia e da alcuni anni fa della fotografia uno dei suoi hobby preferiti. Ricerca creativa e tecnica fotografica sono le sue passioni, interessi che sono stati recentemente apprezzati nella Maratona Fotografica Brescia 2014 in cui ha vinto il primo premio della sezione "Brescia, patrimonio dell'Unesco". www.facebook.com/LorenzoViscardiPh
In allegato l'invito digitale alla mostra
Con "Stasera sono in vena", monologo ironico ed amaro, Oscar De Summa racconta e canta la Puglia della sua adolescenza: tra droghe, gioventù allo sbando e mafia, la tenace lotta per restare padroni della propria vita.
Di Cristina Pedretti
Parma, 8 aprile 2016
Sarà Oscar De Summa il mattatore della serata di sabato 9 aprile 2016 al Teatro del Cerchio: con il suo "Stasera sono in vena", l'attore, autore e regista pugliese ha già collezionato importanti riconoscimenti (premio Cassino Off 2015, finalista premio Ubu 2015 come migliore novità, finalista premio Rete Critica come miglior produzione del 2015) e continua a riscuotere consensi. Uno spettacolo divertente e amaro, un monologo che si tinge di blues e affida alla musica il ruolo di co-protagonista, per dipingere una storia dagli spunti autobiografici: la Puglia degli anni '80, quelli in cui De Summa viveva il tormentato periodo dell'adolescenza, reso ancora più tormentato dalla nascita e affermazione dell'organizzazione mafiosa della Sacra Corona Unita e dove, nel diffondersi del disagio giovanile, a vincere su tutto era la droga. La droga: la "panacea per tutti i mali", la "medicina che toglie dall'imbarazzo di vivere" e soprattutto quel qualcosa che "ci toglie a noi stessi sottolineando la necessità di appartenerci". E l'urlo coraggioso e deciso del protagonista "Io sono qui! Sono vivo!" scava nelle coscienze e ricorda, tra i momenti di comicità, che si sta parlando di vita vera e di fatti reali, di esistenze segnate, di chi riconquista se stesso "dopo aver passato una stagione all'inferno". Per citare la motivazione del premio Cassino Off, questo è "un tema difficile cui serve la luce di un attore, oggi, che se ne carichi il peso ma lo vada a misurare con l'astuzia delle immagini, con il colore della musica". "Stasera sono in vena", di e con Oscar De Summa, va in scena sul palco di via Pini alle 21.00.
Per informazioni e prenotazioni: 3318978682 e Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..