Cinema. Il mondiale in piazza e Saremo Giovani e bellissimi, film made in Emilia-Romagna, premiati a Venezia 75. L'assessore regionale Massimo Mezzetti: "Grande soddisfazione per la Regione aver sostenuto e collaborato nella realizzazione"
In laguna produzioni sostenute dal Fondo regionale per il cinema e dalle attività di Emilia-Romagna Film Commission
Bologna – Due opere emiliano-romagnole, realizzate con il sostegno e contributo della Regione attraverso Emilia Romagna film Commisssion, conquistano premi alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. La sezione MigrArti – realizzata in collaborazione con il MiBAC – ha decretato Miglior Film del concorso "Il mondiale in piazza" di Vito Palmieri, prodotto dalla casa bolognese Articolture. Mentre Saremo giovani e bellissimi, opera prima di Letizia Lamartire ha ottenuto il premio speciale di Soundtrack Stars Award, che ha anticipato il verdetto finale dedicato alla migliore colonna sonora tra i film in concorso di questa edizione 2018.
"Non c'è soddisfazione più grande- ha detto l'assessore regionale alla Cultura Massimo Mezzetti- che vedere premiate opere sostenute dalla Regione, realizzate nel nostro territorio o da case di produzione regionali, come "Saremo giovani e bellissimi di Letizia Lamartire sostenuto da noi e girato a Ferrara e a Comacchio che ha conquistato il premio Soundtrack Stars. Un premio che coniuga cinema e musica, due settori in cui stiamo credendo fortemente da aver approvato due leggi dedicate. Altra grande soddisfazione è giunta questa mattina. La sezione MigrArti ha premiato il corto "Il Mondiale in piazza" di Vito Palmieri, prodotto dalla casa bolognese Articolture, con il casting curato daEmilia-Romagna Film Commission. Risultati che promuovono la strada intrapresa dalla Regione".
I film premiati
"Il mondiale in piazza", girato in Puglia con casting curato da Bologna, celebra con sensibilità e intelligenza l'amore italiano per il calcio e l'attenzione per i diritti dei migranti di seconda generazione. Nell'anno dell'esclusione ai mondiali di calcio della Nazionale italiana, in un paesino di provincia un gruppo di ragazzi decide di superare la delusione e organizzare comunque un campionato parallelo. In questo campionato da piazza ci sono ben due Italie in competizione, di cui una composta da immigrati stranieri che si sentono appieno italiani. MigrArti ha premiato il corto anche con il Premio Patrimonio Culturale 2018, importante riconoscimento proprio nell'anno in cui l'Europa ne celebra il valore culturale e sociale imprescindibile.
L'Emilia-Romagna era in concorso anche con altri 3 corti: La felicità è blu, di Enza Negroni; Dem Dikk Africa di Maria Martinelli; La follia degli altri di Francesco Merini.
"Saremo giovani e bellissimi" è stato realizzato a Ferrara e Comacchio con il supporto di Emilia-Romagna Fil Commission. Il film, unico italiano in concorso nella prestigiosa sezione della Settimana Internazionale della Critica, è stato proiettato in anteprima assoluta al Lido. Lo speciale Soundtrack è stato conferito alle musiche originali di Matteo Buzzanca (Sugar) e anche alla voce di Barbora Bobulova, protagonista del film che ha sorpreso tutti anche come interprete, in particolare della canzone "Tic tac" motivo portante del film, prodotto da Csc Production e da Rai Cinema. Soundtrack Stars Award, prevede nel suo regolamento oltre il riconoscimento finale destinato alla colonna sonora del miglior film in concorso anche Premi speciali e un Omaggio alla carriera.
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La Regione Emilia Romagna ha deliberato un assestamento di Bilancio che distribuirà capillarmente nelle città emiliano-romagnole un capitale di 55 milione di euro. Per Parma un accordo particolare: un milione e mezzo di euro alla Capitale Italiana della Cultura 2020.
Parma, 31 Agosto 2018. Un assestamento del Bilancio della Regione Emilia Romagna, porterà nelle casse del Comune di Parma, con un accordo specifico, un ulteriore milione e mezzo di euro per "Parma capitale italiana della cultura 2020".
Nuove risorse per welfare e sviluppo dei territori, frutto di risparmi e maggiori entrate derivanti dal recupero dell'evasione fiscale - circa 18 milioni - andranno a sostenere interventi in tutta l'Emilia Romagna per complessivi 55 milioni di euro.
La Giunta di Bologna ha suddiviso gli investimenti, tra l'altro, per sanità, (12,6 milioni di euro), impiantistica sportiva (10 milioni), fondo delle Province (7,8 milioni), banda ultra-larga e agenda digitale (5,2 milioni), ripristino delle strade provinciali (3 milioni), fondi per l'abbattimento delle barriere architettoniche (1,4 milioni), fondi per imprevisti calamità naturali (3 milioni), acquisto di auto ibride (1 milione) e riduzione dei costi degli abbonamenti dei bus (500mila euro).
Parma sarà investita in particolar modo da questa distribuzione di risorse, grazie alla vittoria di Capitale Cultura 2020.
"Ringraziamo la Regione Emilia Romagna dell'attenzione che ha riservato a Parma" commenta il Sindaco Federico Pizzarotti "La destinazione di importanti risorse verso la nostra città vede premiata ancora una volta un'attività strategica che coglie identità ed eccellenze in cammino verso il traguardo del 2020, ma più ancora verso l'integrazione delle città emiliane e verso il loro posizionamento a livello turistico, attrattivo, culturale e di valorizzazione del patrimonio storico artistico sia in ambito nazionale che internazionale".
"La Regione Emilia Romagna è stata sempre vicina alle tre città emiliane candidate, durante il percorso di avvicinamento alla proclamazione" commenta l'assessore alla Cultura del Comune di Parma Michele Guerra. "La Regione ha fatto sua la vittoria di Parma sentendola un motivo di orgoglio per l'intera regione, e non soltanto per l'area vasta – Parma, Piacenza, Reggio Emilia – che dovrà capitalizzare il risultato. Lo sforzo economico che compiono ora è indicativo di una notevole fiducia nei confronti della nostra città, ma anche il segno di come il 2020 sia ritenuto un anno strategico per la crescita culturale dell'intero territorio".
Maggiore autonomia per l'Emilia-Romagna, oggi in Regione incontro con la Lombardia. Petitti: "Condivisione su metodo, merito e tempi. Ribadiamo il nostro obiettivo: via libera dal Parlamento entro l'anno". Riunione operativa dell'assessore con il collega lombardo Stefano Bruno Galli. Da martedì nelle commissioni consiliari via all'esame del progetto della Giunta con l'ampliamento da 12 a 15 delle competenze di cui si chiede la gestione diretta e con risorse certe, poi l'esame in Aula e il testo definitivo da portare al tavolo di confronto col Governo entro settembre
Bologna –
Prosegue a ritmi serrati il lavoro della Regione per ottenere maggiore autonomia per l'Emilia-Romagna, con l'obiettivo, confermato, di tagliare il traguardo entro l'anno con la legge approvata dal Parlamento. Oggi negli uffici regionali di viale Aldo Moro, a Bologna, l'assessore al Riordino istituzionale, Emma Petitti, ha incontrato l'assessore all'Autonomia e alla Cultura della Regione Lombardia, Stefano Bruno Galli, riunione, sottolinea Petitti, "nella quale ci siamo trovati d'accordo sul percorso che stiamo facendo. In particolare, la condivisione riguarda il metodo, che passa per l'intesa con il Governo sul progetto di autonomia che diventerà poi il progetto di legge che l'esecutivo presenterà alle Camere; il merito, ovvero la scelta per entrambe le Regioni di singole competenze di cui si chiede la gestione diretta individuate nell'ambito di aree tematiche strategiche; e i tempi, sulla base delle indicazioni che ci sono state date sempre dal Governo.
"Per quanto ci riguarda- afferma Petitti- ribadiamo l'intenzione di voler veder riconosciuta la maggiore autonomia all'Emilia-Romagna già entro la fine dell'anno, vista anche la disponibilità del Governo che abbiamo riscontrato negli incontri avuti dal presidente Stefano Bonaccini con la ministra per gli Affari regionali, Erika Stefani. L'incontro di oggi- chiude Petitti- si inserisce nell'ambito della positiva collaborazione tra Emilia-Romagna e Lombardia che ha caratterizzato il rapporto tra le due Regioni fin dall'inizio e che i due presidenti, Bonaccini e Attilio Fontana, hanno ribadito anche in un recente incontro pubblico a Bologna".
L'articolo 116 della Costituzione, al terzo comma prevede l'attribuzione alle Regioni a statuto ordinario di ulteriori "forme e condizioni particolari di autonomia" attraverso una legge dello Stato approvata a maggioranza assoluta, sulla base di un'intesa fra il Governo e la Regione interessata. Un regionalismo differenziato col quale la Regione Emilia-Romagna punta ad avere la gestione diretta, e con risorse certe, di numerose competenze in aree strategiche come politiche per il lavoro, istruzione, sanità, tutela dell'ambiente e dell'ecosistema, relazioni internazionali e rapporti con la Ue e che ha visto lo scorso 28 febbraio il presidente Bonaccini firmare un Accordo preliminare con il Governo precedente insieme a Lombardia e Veneto.
E poco più di un mese fa, il 26 luglio, Bonaccini ha consegnato alla ministra Stefani il progetto di autonomia dell'Emilia-Romagna, condiviso con le parti sociali nell'ambito del Patto per il Lavoro, che prevede un aumento delle competenze richieste, aggiungendo alle 12 già definite la gestione diretta di altre tre: agricoltura, acquacoltura, protezione della fauna e attività venatoria; cultura e spettacolo e sport. Dunque, in totale 15 competenze. Da martedì prossimo il progetto ampliato sarà portato al confronto con i Gruppi consiliari in Assemblea legislativa, con l'avvio dell'esame nelle Commissioni e l'approdo in Aula per il voto sul documento probabilmente il 18 settembre (sarà la Conferenza dei Capigruppo a decidere e ufficializzare la data). Fin da luglio, la Regione Emilia-Romagna aveva ribadito la propria disponibilità a riavviare da subito il confronto col Governo e attende la convocazione a Roma per dare attuazione al percorso concordato.
Fonte: Regione ER
Vaccini. La Regione fa chiarezza: cosa deve fare chi ha presentato l'autodichiarazione sulle vaccinazioni per accedere a Nidi e Scuole per l'infanzia. Venturi: "Attraverso l'anagrafe vaccinale regionale, possibili i controlli sui casi dubbi che ci dovessero essere segnalati. L'obbligo si conferma la scelta giusta". La Giunta regionale approva le indicazioni operative per l'anno 2018/2019. Coperture vaccinali in crescita in tutti i territori per i bambini nati nel 2014, 2015 e 2016: i dati aggiornati per provincia. L'assessore regionale: "La salute dei bambini, soprattutto dei più indifesi, alla base del nostro impegno. Se il Parlamento dovesse approvare la proroga di un anno, che ci vede contrari, varrebbe comunque la legge regionale: non possiamo permetterci di vanificare gli straordinari risultati raggiunti".
Bologna - "Sul tema vaccini, la nostra posizione è sempre stata molto chiara, da sempre: tutelare la salute pubblica e in particolate quella dei bambini, in ogni caso, soprattutto i più deboli. Per questo, prima Regione in Italia, abbiamo introdotto l'obbligo vaccinale per l'iscrizione ai nidi approvando una legge ormai due anni fa, e i dati ci danno ragione: la copertura vaccinale complessiva contro le quattro malattie per le quali introducemmo l'obbligo - difterite, tetano, poliomieliteedepatite B – ha superato il 97% tra i nati nel 2016, ben oltre la soglia di sicurezza del 95% indicata dall'Organizzazione mondiale della sanità, superata anche dai bimbi nati nel 2014 e 2015. Allo stesso tempo, come Istituzione prendiamo atto delle decisioni prese in sede nazionale, rispettandole e dando indicazioni che possano aiutare genitori e famiglie, senza rinunciare a far valere la nostra posizione negli ambiti che ci competono, perché la tutela della salute non deve diventare terreno di scontro politico".
Parte da qui l'assessore regionale alla Salute, Sergio Venturi, per fare chiarezza su come possono regolarsi le famiglie emiliano-romagnole rispetto all'obbligo vaccinale, pienamente in vigore, per non rischiare l'esclusione dei propri bambini dalla frequenza dei servizi educativi e scuole per l'infanzia.
Le indicazioni per essere ammessi agli asili nido e alle scuole per l'Infanzia sono contenute in un documento approvato dalla Giunta regionale, che affronta in particolare il tema delle autodichiarazioni, che attestano le avvenute vaccinazioni, oppure la richiesta di prenotazione delle vaccinazioni stesse, presentate secondo quanto indicato in una circolare dei ministeri della Salute e dell'Istruzione dell'Università e Ricerca del 6 luglio scorso.
In primo luogo, il documento chiarisce che non vi sono problemi di sorta nel caso in cui la famiglia presenti, a seguito delle verifiche fatte sulle autodichiarazioni dai gestori dei servizi educativi e scuole dell'infanzia, il certificato che attesta che la vaccinazione è stata effettuata o la prenotazione della vaccinazione stessa.
Se la prenotazione è stata fatta prima dell'inizio della frequenza, anche in questo caso nessun problema, a condizione che venga consegnato l'attestato di avvenuta vaccinazione una volta fatta e sempre prima che il bambino cominci a frequentare. Lo stesso avviene per coloro che hanno la prenotazione per una data successiva a quella di inizio della scuola, purché – alla data stabilita per fare la vaccinazione – alla scuola venga consegnata la certificazione.
La Giunta regionale, poi, chiarisce che nei casi in cui la frequenza venga sospesa, per esempio di fronte alla mancata vaccinazione in caso di prenotazione fissata successivamente all'inizio della scuola, i bambini possono mantenere l'iscrizione, mentre per quanto riguarda il pagamento delle rette ogni decisione in merito è affidata ai singoli gestori delle strutture.
Inoltre, la Regione è a disposizione per i controlli sulle autodichiarazioni:"In Emilia-Romagna abbiamo una anagrafe vaccinale assolutamente aggiornata- sottolinea Venturi- e nei casi ritenuti dubbi, dirigenti scolastici o altre autorità possono chiederci di effettuare le verifiche. E' chiaro che nel caso in cui si presentassero casi di autodichiarazioni false, la denuncia diventerà un atto dovuto".
Le indicazioni della Regione fanno ovviamente riferimento alla situazione così come definita attualmente: "Nel decreto Milleproroghe approvato al Senato- ricorda l'assessore- è previsto il rinvio di un anno dell'obbligo di vaccinazione, misura che ci vede ovviamente contrari. Ma se venisse confermato con il via libera della Camera allo stesso testo, il quadro cambierebbe. In quel caso, in Emilia-Romagna varrebbe comunque la legge regionale e ai nidi potranno avere accesso solo i bambini vaccinati. Non possiamo infatti permetterci di vanificare gli straordinari risultati raggiunti dopo aver approvato una legge che, lo ribadisco, garantisce la salute dei più piccoli, soprattutto di quelli più indifesi".
OBBLIGO VACCINALE, COPERTURA IN AUMENTO: I DATI NELLE PROVINCE
Intanto, a meno di due anni (novembre 2016) dall'approvazione della legge regionale che ha previsto il rispetto degli obblighi vaccinali per l'ammissione ai servizi educativi e centri ricreativi dell'infanzia, la copertura vaccinale complessiva contro difterite, tetano, poliomielite ed epatite B tocca il 97,1%tra i nati nel 2016.
Come richiesto anche dal Ministero, sono poi state rivalutate al 30 giugno 2018 le coperture vaccinali, già rilevate al 31 dicembre 2017, per i nati nel 2014 e 2015.
L'aumento, visibile già alla precedente rilevazione, si è ulteriormente incrementato per tutte le vaccinazioni obbligatorie fino a superare la soglia di sicurezza del 95% fissata dall'Oms, a partire dalle quattro già inserite nella legge regionale: difterite (96,1% per i nati nel 2015 e 96% per quelli nel 2014); polio (96,2% per entrambe le classi d'età); tetano (96,3% e 96.6%), epatite b (95,9% e 95.6%). Poi le altre: pertosse (96,1% e 96%),emofilo b (95,1% e 94,2% per i nati nel 2014, i soli a non arrivare ancora al 95%), e MPR - morbillo-parotite-rosolia (95% e 95,2%).
Per i nati nel 2016, l'aggiornamento verrà fatto solo dopo il completamento del ciclo vaccinale di 24 mesi, e quindi sarà relativo al 31 dicembre 2018.
Fonte: Regione ER
Agricoltura. Vino, più qualità e competitività sui mercati extra Ue: ai produttori dell'Emilia-Romagna la Regione mette a disposizione 6,5 milioni di euro per la campagna viticola 2018/2019
Promozione dei vini regionali: al via il bando per il sostegno ad azioni di promozione dei vini Docg, Doc, Igt e da agricoltura biologica. L'assessore Caselli: "Dalla Regione fondi per dotare rapidamente le nostre imprese di strumenti di promozione e rafforzare l'export di un settore tra i principali del nostro comparto agroalimentare"
Bologna 8 agosto 2018 – Circa 6,5 milioni di euro dalla Regione per il sostegno ad azioni di promozione dei vini Doc, Docg e Igt e da agricoltura biologica, protagonisti di un'importante crescita qualitativa e sempre più apprezzati sui mercati esteri: i dati dell'export dopo la vendemmia 2017 registrano un fatturato di oltre 320 milioni di euro con un balzo in avanti del 10,7% sull'anno precedente. Le risorse in arrivo, nell'ambito dell'Ocm Vino (l'Organizzazione comune di mercato Ue), puntano a sostenere e accelerare questo processo di qualificazione e internazionalizzazione.
La decisione della Giunta regionale è immediatamente successiva all'approvazione del 27 luglio scorso, da parte del ministero delle Politiche agricole, dell'avviso per i progetti relativi alla campagna viticola 2018/2019.
"L'approvazione quasi immediata del bando regionale a seguito del decreto del ministero- ha commentato l'assessore regionale all'Agricoltura Simona Caselli – testimonia dell'impegno della Regione per dotare rapidamente le nostre imprese di uno strumento di grande utilità, in modo da restare al passo con i produttori degli altri Paesi europei e rafforzare l'export di un settore tra i principali del nostro comparto agroalimentare. Con il bando regionale ora approvato, le aziende dell'Emilia-Romagna potranno riprendere con ancor maggiore determinazione quelle azioni promozionali che accompagnano il positivo andamento dell'export del vino italiano nei paesi extra Ue".
"I dati dell'esportazione per i vini dell'Emilia-Romagna, dopo la vendemmia 2017, sono estremamente positivi- ha proseguito Caselli - con il superamento dei 320 milioni di euro e un più 10,7% sul 2016. Come amministrazione regionale stiamo accelerando sulla promozione con particolare attenzione ai mercati emergenti del sud asiatico, alla Cina e al Giappone, ma senza dimenticare Russia, Canada e gli Stati Uniti che restano il principale mercato di sbocco per il made in Italy. Le risorse in arrivo puntano proprio a sostenere e accelerare questo processo di qualificazione e internazionalizzazione".
Il bando è rivolto ad aziende agricole in forma singola e associata, consorzi e gruppi di imprese, per progetti che prevedono un investimento minimo di 100 mila euro. Verranno finanziati, nella misura massima del 50% della spesa ammissibile, gli interventi aziendali relativi alla partecipazione ad eventi e fiere, azioni di incoming riservate agli operatori commerciali di altri Paesi, promozioni nei punti vendita, allestimento di spazi e di attrezzature destinate alle degustazioni da realizzare direttamente in azienda.
Pubblicato sul Bollettino ufficiale regionale 261 del 7 agosto 2018, il bando tiene conto delle caratteristiche delle proposte di promozione, con diversi criteri premiali: si va dall'attenzione particolare ai soggetti che si occupano di promuovere prevalentemente vini di propria produzione, alle nuove imprese che per la prima volta si dedicano all'export e alle aziende interessate a nuovi Paesi e mercati. Alle imprese che si dedicano alla promozione esclusivamente di vini a Denominazione d'origine protetta e/o Indicazione geografica tipica o Docg viene riservato un punteggio aggiuntivo./OC
Le domande devono essere presentate entro le ore 15.00 del 5 ottobre 2018 al servizio Innovazione, Qualità, Promozione e Internazionalizzazione del Sistema Agroalimentare della direzione generale Agricoltura, caccia e pesca della Regione Emilia-Romagna (viale della Fiera, 8 – Bologna) tel. 051.527.4843
Gli uffici regionali sono a disposizione delle imprese per fornire tutte le informazioni utili a presentare i progetti di promozione.
Incidente stradale a Borgo Panigale (Bo), il presidente Bonaccini: "Grazie a chi è intervenuto, da parte di tutta la comunità dell'Emilia-Romagna"
Il presidente oggi ha incontrato le persone ricoverate negli ospedali e i rappresentanti di chi è al lavoro per prestare soccorso e mettere in sicurezza la zona
Bologna 8 agosto 2018 - "Ho voluto ringraziare di persona, a nome mio e di tutta la comunità regionale, tutti coloro che si sono prodigati e stanno ancora lavorando in queste ore". Così il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che questa mattina ha incontrato i rappresentanti delle forze dell'ordine e del sistema della protezione civile e sanitario, intervenuti dopo il grave incidente che si è verificato sul tratto urbano della A14 a Bologna, in zona Borgo Panigale, e che ha provocato un morto e 145 feriti.
Bonaccini ha ricordato ed espresso cordoglio alla famiglia della vittima e, parlando delle persone rimaste ferite, ha voluto anche ringraziare tutta la sanità pubblica regionale che "in pochi minuti ha garantito servizi e soccorsi, non solo a Bologna ma anche a Cesena e Parma, dimostrando ancora una volta il grado di efficienza del sistema sanitario regionale".
"Ogni persona che è stata chiamata a fare il proprio dovere- ha detto il presidente- l'ha fatto in modo straordinario: dalla Prefettura alle forze dell'ordine, dal sistema di protezione civile al 118, ai vigili del fuoco. E' stato un lavoro corale che sta ricevendo da parte di tutto il Paese l'apprezzamento per la capacità e la qualità con cui si è riusciti a intervenire".
Per quanto riguarda la viabilità e la ricostruzione nella zona danneggiata, Bonaccini ha ricordato che nel vertice in Prefettura che si è svolto ieri (dove è allestito il Centro di coordinamento dei soccorsi) si è fatto il punto sulle infrastrutture e si sta lavorando "per riaprire il tratto di tangenziale danneggiato il prima possibile".
Bonaccini e ha poi espresso soddisfazione per la risposta dei sindaci all'appello rivolto dal primo cittadino di Bologna, Virginio Merola, che ha chiesto ieri di avere a disposizione "agenti di Polizia municipale di altre città per dare una mano e avere rinforzi per fluidificare il traffico e dare sostegno agli automobilisti".
Infine, ha concluso il presidente "c'è il tema dei danni ai privati: non potremo intervenire come facciamo nei casi di calamità naturale, ma abbiamo un consolidata esperienza in materia, e siamo in contatto costante con il Comune per valutare insieme ogni intervento utile".
La visita del presidente della Regione e dell'assessore al Turismo, Corsini, nel circuito che riscuote sempre più interesse: nella sede, a Rocca Sanvitale di Fontanellato (Pr), oltre 2.400 visitatori in più mentre il Castello negli ultimi tre anni ha registrato un +18,35%. L'assessore Corsini: "500mila ingressi solo lo scorso anno". Due giorni nel piacentino e nel parmense, con la visita anche alla Dallara di Varano de' Melegari, fucina di bolidi destinati a tutto il mondo.
Bologna –
L'Emilia piena di fascino dei 31 Castelli del Ducato aperti al pubblico per un turismo culturale di qualità, incastonati nelle province di Parma e Piacenza ma con l'obiettivo di allargarsi a quella di Reggio Emilia inserendo nel portale del circuito ducale, il Comune di Canossa con il Castello di Canossa, di Rossena e la Torre di Rossenella, il Comune di Quattro Castella con il Castello di Bianello e quello di Reggio Emilia con la Sala del Tricolore, per un racconto sempre più corale del territorio.
Il primo passo di un percorso che guarda all'intera Destinazione Emilia e, successivamente, a tutti i Castelli dell'Emilia-Romagna. E' l'Emilia delle rocche, della tavola prelibata e della tradizione, quella che costruisce automobili da competizione alla Dallara di Varano de' Melegari, quella dall'Appennino al Grande fiume, il Po, e della bassa in bicicletta di Giovannino Guareschi. Un legame stretto tra la storia di monumenti, la tecnologia e la volontà di persone spinte da una grande motivazione – castellani, imprenditori, guide turistiche, amministratori pubblici - che rendono straordinaria l'identità di questa parte della Food Valley.
Un contesto nel quale si inserisce il tour del presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, e dell'assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini, in programma oggi, martedì 31 luglio, e domani, mercoledì 1^ agosto, accompagnati dal presidente dei Castelli del Ducato, Orazio Zanardi Landi, e dal vicepresidente, Francesco Trivelloni.
TURISMO IN ASCESA PER I CASTELLI DEL DUCATO
Luoghi suggestivi per un turismo al di fuori dei circuiti tradizionali che in Emilia-Romagna è in grande ascesa, mescolando l'Appennino, che nel 2017 ha visto 2 milioni di presenze (+4,5%) e 500mila arrivi (+3,6%) e luoghi e itinerari che sempre l'anno scorso, riuniti sotto la voce 'Altre località', hanno fatto segnare nel complesso la crescita maggiore: 4,6 milioni le presenze, per un +16,3%, e 1,8 milioni gli arrivi, pari al +13,2%.
Un turismo alternativo nel quale la rete dei Castelli del Ducato rientra a pieno titolo, con numeri altrettanto positivi. Il portale Castelli del Ducato nei primi sei mesi del 2018 è cresciuto in termini di visualizzazioni del 5,90% e la sede del Circuito, Rocca Sanvitale di Fontanellato (Pr), ha registrato oltre 2.400 visitatori in più, confermando l'aumento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno all'incirca del 5%. Il Castello di Fontanellato dal 2015 a oggi ha invece registrato +18,35%.
Complessivamente, in questo 2018, tra le pagine più ricercate nel portale www.castellidelducato.it, oltre ai castelli spiccano la pagina 'mercati e mercatini' con un +52%; poi 'itinerari' +14%, 'tarocchi del Ducato' +13%; 'scuole' +8% e 'feste, enogastronomia, tradizioni' +6,68%, con un +10,11% di ricerche attivate da mobile smartphone.
"Siamo di fronte a un altro esempio del nostro enorme patrimonio turistico- afferma il presidente Bonaccini- che mette insieme storia, cultura e tradizioni enogastronomiche di una terra che non finisce mai di stupire per la qualità e la quantità di luoghi e angoli che è in grado di offrire. E questi gioielli, questa ricchezza che mettiamo a disposizione dei turisti di tutto il mondo, testimoniano dell'ingegno e dell'impegno di tanti, un esempio di collaborazione tra pubblico e privati a cui non faremo mancare il nostro sostegno per promuovere anche questo circuito, dei Castelli del Ducato, che sempre di più guarda all'Emilia intera, a partire da Reggio Emilia, e rendere ancora più forte la nostra attrattività. D'altra parte, non è un caso se l'Emilia-Romagna quest'anno ha conquistato il primo posto della graduatoria delle dieci migliori destinazioni europee, fregiandosi del titolo di Best in Europe 2018 della Lonely Planet, forse la guida turistica più importante al mondo. Ed è anche grazie a realtà come queste- conclude- che contiamo di far crescere ancora un comparto che nel 2017 ha registrato il record di quasi 57 milioni di presenze, numeri straordinari e importanti anche per l'occupazione e il Pil regionale, con il turismo che ne rappresenta ormai il 12%".
"Tra gli obiettivi turistici della Regione Emilia-Romagna c'è quello di alzare il tasso di internazionalizzazione- aggiunge l'assessore Corsini- e puntiamo molto su questo circuito che annovera una trentina di castelli tra Parma e Piacenza e che ha già dimostrato di poter raggiungere ottimi risultati con oltre 500 mila ingressi solo lo scorso anno. Ed è proprio a partire da questa esperienza vincente- aggiunge- che vogliamo allargare i confini per fare di tutta l'Emilia-Romagna una terra di castelli, rendendo questo circuito un vero e proprio prodotto turistico, così da aumentare la nostra appetibilità sul mercato internazionale, per arrivare a superare la soglia del 30% di visitatori stranieri che è il traguardo che ci siamo dati in questo mandato".
"Quattro sono i punti forti di questo percorso di dialogo ed apertura che mette in connessione i castelli di Parma, Piacenza, Pontremoli – tutti riuniti nel circuito Castelli del Ducato – con le roccaforti e alcuni monumenti di Reggio Emilia che vorranno collaborare con noi e successivamente con i Castelli dell'Emilia-Romagna: rafforzare il concetto di Emilia come destinazione turistica; mettere a valore le diverse identità, accostandole proprio per farle emergere distinte e rispettarle; dare ai visitatori e ai turisti la possibilità di vedere l'evoluzione del castello dai resti su antichissimi sassi alle strutture in muratura espressione del Basso e dell'Alto Medioevo fino ad arrivare alle fortezze tra le più imponenti e famose in Italia. E ancora visitare i manieri che si ingentiliscono, diventano rocche affrescate, castelli che raccontano storie che spaziano fino alla Belle Epoque, ad oggi", spiega il presidente Orazio Zanardi Landi, a capo da vent'anni del circuito Castelli del Ducato. "Oggi- prosegue- la sfida comune per tutti – enti pubblici e proprietari privati che gestiscono castelli o monumenti - è soltanto una: tenerli aperti, fruibili in sicurezza, renderli sostenibili economicamente diffondendo cultura e bellezza, garantirne la manutenzione ordinaria e straordinaria per tramandarne l'anima millenaria che custodiscono".
Castelli del Ducato di Parma, Piacenza, Pontremoli fa da volano. Sul website da oltre 1 milione e mezzo di visualizzazioni. Su www.castellidelducato.it verranno presentate anche alcune location strategiche del territorio di Reggio Emilia. I primi a scegliere il driver di promozione turistica Castelli del Ducato saranno il Comune di Quattro Castella con il Castello di Bianello e il Comune di Reggio Emilia con la Sala del Tricolore.
"Destinazione Turistica Emilia e i suoi 50 castelli: il percorso che inizia ora- afferma Natalia Maramotti- con l'ospitalità nel sito de I Castelli del Ducato dei primi tre Comuni che hanno deciso di cogliere l'opportunità credendo all'idea che il prodotto turistico 'Castelli e dimore storiche' possa concorrere alla caratterizzazione della nostra area vasta turistica, proseguirà proponendo sempre maggiori adesioni. Lo slogan 'la destinazione dei 50 castelli' diventerà una realtà capace di concorrere allo sviluppo turistico anche del nostro territorio provinciale; da Canossa agli Estensi, fino al luogo simbolo della cacciata di questi ultimi, nel 1796, grazie alla costituzione della Repubblica Cispadana. Tante sono le storie da raccontare. Ricchezza di storie, autenticità dei luoghi, qualità dei prodotti enogastronomici: questa- chiude la presidente- è la Destinazione Turistica Emilia e una parte del lavoro per strutturare sempre più questo racconto passa anche dalla nuova alleanza con i Castelli del Ducato".
Fonte: Regione ER
L'appuntamento dal 5 all'11 agosto a Fanano e Sestola (Mo) dove si sfideranno le squadre di Bologna, Inter, Verona e Sampdoria. Durante la kermesse previsto un incontro pubblico col campione Gianluca Pagliuca.
Bologna -
Una settimana di grande calcio, con formazioni allievi nazionali – under 17 - di società professionistiche in ritiro sui campi dell'Appennino modenese, ai piedi del monte Cimone.
È il torneo "Memorial Francesco Seghedoni", giunto alla IV edizione, che si svolgerà dal 5 all'11 agosto a Fanano (Mo). L'idea di ricordare Francesco 'Chicco' Seghedoni nasce nel 2015 da alcuni suoi amici d'infanzia dopo l'improvvisa scomparsa, il 2 giugno di quell'anno, a soli 44 anni, del dirigente Lapam e giornalista, che per la Gazzetta di Modena seguiva da diversi anni tutta la montagna del Frignano.
Quattro le squadre che saliranno in quota fra pochi giorni: a sfidare Sampdoria e Verona, fino ad ora sempre presenti nel torneo, arriveranno Bologna e Inter, club fra i più blasonati d'Italia. Anche stavolta saranno due i comuni coinvolti: oltre che sui campi di Fanano (nella frazione di Lotta, sede del ritiro estivo del Carpi e del Modena) ci si allenerà anche su quello di Sestola, dove alloggeranno i felsinei. Resta invariata la formula del torneo, che si svilupperà su due serate con semifinali.
"Sport e territorio è un binomio che stiamo sempre di più cercando di rafforzare- ha detto il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, presentando l'iniziativa in Regione- come dimostrano i 35 milioni di euro per l'impiantistica sportiva del bando che abbiamo appena chiuso, investimento mai visto prima per un'operazione che permetterà a 120 comuni, da Piacenza a Rimini, di realizzare altrettanti interventi di ristrutturazione o costruzione di campi da gioco, palestre, piscine e impianti per tutte le discipline, nelle grandi città così come nei piccoli comuni o nei territori montani. In particolare, poi, il Torneo Seghedoni ci permette ancora una volta di ospitare i giovani: alcuni di loro potranno essere i campioni del futuro, ma certo diamo spazio allo sport dei ragazzi, fatto di agonismo ma soprattutto di sogni e speranze, valorizzando anche il territorio sotto il profilo della attrattività. Tutto nel nome di un uomo, un giornalista e un dirigente della nostra terra, cosa- chiude Bonaccini- che ci rende ancor più orgogliosi nel poterlo presentare qui in Regione".
Gli incontri si svolgeranno tutti nel campo sportivo di Fanano. Le semifinali, mercoledì 8 agosto – secondo i sorteggi realizzati dal presidente Bonaccini nel corso della conferenza stampa- vedranno fronteggiarsi in campo Inter e Verona (ore 18), e i team uder 17 del Bologna e della Sampdoria (ore 20,30). Le finali, sempre al campo sportivo di Fanano, sono previste venerdì 10 agosto per il 3^/4^posto, alle ore 19 e per il 1^/2^ posto alle ore 20,45.
"Un'iniziativa nel nome dello sport e del divertimento e nel ricordo di una persona speciale- afferma il sindaco di Fanano Stefano Muzzarelli in una nota -. Eventi del genere, della durata di una settimana, sono in grado di garantire visibilità, prestigio e di dare una ricaduta economica davvero importante su tutto il nostro territorio. Inoltre grazie allo spirito d'iniziativa degli organizzatori e al prestigio delle formazioni che si alleneranno e si affronteranno sui nostri campi, l'iniziativa ha già riscosso i più larghi consensi, e nel 2018 cresce abbracciando anche il vicino Comune di Sestola".
Il torneo, che ha come direttore tecnico Jonatan Binotto, è unico nel suo genere in Italia – come riferiscono gli organizzatori Luca Querciagrossa e Simone Monari- e un'occasione speciale per allenatori, giocatori, procuratori, addetti ai lavori e appassionati, in particolare del mondo dilettantistico, di vedere da vicino come ci si allena ad alti livelli, come si forma un gruppo, come si imbastisce un progetto tecnico. E anche un torneo fra le partecipanti per decretare la squadra campione".
"Un vivo grazie al presidente- ha sottolineato Monari- per l'interesse e sensibilità dimostrata per l'iniziativa che sta crescendo nel tempo a favore della montagna".
"La nostra ambizione- ha aggiunto Querciagrossa- è quella di abbracciare più amministrazioni all'interno del monte Cimone e di portare in futuro anche qualche squadra straniera".
E non si tratta solo di calcio giocato ma anche calcio spiegato e raccontato. Nell' Incontro col campione, il 7 agosto alle ore 18,30 a Fanano in piazza Corsini, Gianluca Pagliuca, ex numero 1 di Bologna, Inter e Sampdoria, attuale preparatore dei portieri della Primavera rossoblù. Pagliuca, che nel corso della sua straordinaria carriera ha anche vestito 39 volte la maglia della Nazionale, partecipando a tre Mondiali, ripercorrerà la sua pluriennale esperienza nel calcio professionistico e fornirà, tra aneddoti e curiosità, diversi spunti di riflessione ai ragazzi che aspirano ad entrare in questo mondo e a tutti gli appassionati presenti. A condurre la serata il giornalista di Repubblica, Simone Monari, tra gli organizzatori del torneo.
L'iniziativa è organizzata dal Comune di Fanano e dalla S.S. Fanano Calcio, e da quest'anno potrà contare sul patrocinio della Regione Emilia-Romagna, che si unisce a quelli di Lapam Federimpresa, Provincia di Modena, FIGC Modena, CONI Emilia-Romagna, Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna e Gazzetta di Modena, che al termine di ogni edizione assegna un premio speciale al miglior giocatore, contribuendo a rendere il Memorial Seghedoni un appuntamento sempre più importante e significativo in ambito sportivo.
Le edizioni precedenti
La prima edizione, nel 2015, fu una triangolare Carpi-Sampdoria-Hellas Verona. La 1^ classificata fu il Carpi e il miglior giocatore miglior giocatore Yassin Ejjaki (Sampdoria).
Nell'edizione 2016, sempre una triangolare: Carpi-Sampdoria-Hellas Verona, vinse la Sampdoria con Francesco Scotti (Sampdoria) miglior giocatore.
Nell'edizione 2017 si è svolto il primo quadrangolare: Carpi-Roma-Sampdoria-Hellas Verona. Prima classificata fu la Roma, mentre il miglior giocatore fu Davide Canovi (Sampdoria).
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Emilia-Romagna virtuosa, la Corte dei conti promuove la Regione: saldo positivo di 147 milioni, debito ridotto di quasi 50 milioni (oltre 150 da inizio legislatura), altri 30 liberati per i territori (1,1 miliardi dal 2011), tagliate le spese (-90% quelle per incarichi esterni) e nessun aumento delle tasse per cittadini e imprese. Sanità promossa
Dalla Sezione regionale di controllo il giudizio di parifica sul rendiconto 2017: rispettati i vincoli del pareggio di bilancio. Il presidente Bonaccini: "Solo con i conti in ordine possibili investimenti e politiche per crescita e occupazione condivise nel Patto per il lavoro, il potenziamento di welfare e sanità, misure come il Reddito di solidarietà e la possibilità di restituire ai cittadini, a partire dall'abolizione dei superticket sanitari e il bus gratis per i pendolari"
Bologna – I conti tornano per la Regione Emilia-Romagna, che ha chiuso il 2017 con un saldo di competenza positivo fra entrate e spese di quasi 147 milioni, rispettando i vincoli del pareggio di bilancio e riducendo il debito di quasi 50 milioni (oltre 150 in tre anni, -21% da inizio legislatura).
Tutto senza alzare le tasse per cittadini e imprese, scegliendo invece di tagliare la spesa non intaccando la qualità dei servizi. Una spending review in due mosse: da un lato la riduzione di voci interne come missioni, spese dì rappresentanza e auto a noleggio, fino al record degli incarichi esterni (172mila euro spesi l'anno scorso, 60mila in meno rispetto al 2016 ma il 90% in menorispetto al 2010); dall'altro il ricorso al mercato elettronico per l'acquisizione di beni e servizi attraverso la centrale unica regionale degli acquisti, l'Agenzia IntercentER (445 milioni di euro risparmiati i tre anni, 374 solo nella sanità). Una gestione efficace che ha visto liberare 30 milioni di euro per i territori, portando a quasi 1,1 miliardi dal 2011le risorse su cui hanno potuto contare gli enti locali per gli investimenti grazie ai Patti di solidarietà coordinati dalla Regione. Bene anche il Servizio sanitario regionale: equilibrio di bilancio insieme ad assunzioni e stabilizzazioni per oltre 5mila medici, infermieri, operatori negli ultimi due anni, aumento delle prestazioni fornite, investimenti in spazi e strutture e l'annunciata abolizione dei superticket per farmaci e prestazioni specialistiche dal 1^ gennaio 2019, che rimarranno solo per i redditi superiori ai 100mila euro l'anno, e dei ticket base da 23 euro per le prime visite di genitori e figli dei nuclei familiari numerosi. E la sanità registra una ottima capacità di spesa, con 8,7 miliardi di pagamenti effettuati a fronte di 9,1 miliardi impegnati.
E' quanto si ricava dal giudizio di parifica sul rendiconto 2017 della Regione Emilia-Romagna arrivato oggi dalla Corte dei conti, Sezione regionale di controllo, nel corso dell'udienza pubblica che si è tenuta questa mattina a Bologna nel salone d'onore del Circolo Ufficiali dell'Esercito di Palazzo Grassi, alla presenza al presidente della Sezione regionale, Carlo Greco, dei magistrati istruttori, del Procuratore regionale, Carlo Alberto Manfredi Selvaggi, del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e dell'assessore regionale al Bilancio, Emma Petitti.
Con la concessione del giudizio di parifica, la Corte dei conti certifica il rispetto delle norme contabili, il buon andamento dell'azione amministrativa e la tutela degli equilibri di finanza pubblica.
"Solo avendo i conti in ordine, come succede all'Emilia-Romagna, sono possibili politiche espansive per la crescita e l'occupazione come quelle che abbiamo condiviso e che condividiamo con le parti sociali nel Patto per il lavoro- afferma il presidente Bonaccini-. Investimenti per potenziare il welfare e misure come il Reddito di solidarietà per il contrasto alla povertà. Decisioni come l'abolizione dei superticket sanitari e quella dei ticket sulle prime visite per le famiglie con due o più figli, o, ancora, l'autobus gratuito per gli abbonati al servizio ferroviario regionale, manovre coperte interamente da fondi regionali e che ci permettono di alleggerire il carico fiscale dei cittadini e le loro spese quotidiane, se pensiamo che solo l'operazione sui superticket porterà al risparmio di almeno 22 milioni di euro l'anno per quasi un milione di persone e l'integrazione tariffaria treno-bus a un risparmio fino a 180 euro l'anno per circa 60mila pendolari. Una gestione efficace del denaro pubblico basata sulla costante riduzione dell'indebitamento, la razionalizzazione della spesa, controlli efficaci e taglio degli sprechi là dove esistono, oltre alla centrale unica per gli acquisti, ci permette di restituire ai cittadini. E una Regione virtuosa merita la maggiore autonomia che l'Emilia-Romagna ha chiesto, per fare ancora di più e meglio. Un regionalismo differenziato nel rispetto della Costituzione e dell'unità nazionale che, lo ribadisco,- chiude Bonaccini- mi auguro il nuovo Governo e il nuovo Parlamento ci vogliano riconoscere entro quest'anno".
Il presidente della Regione ha quindi ringraziato la Corte dei conti e la Sezione regionale "per la collaborazione e il confronto costanti, fondamentali nel continuare a migliorare l'azione amministrativa e l'efficacia del bilancio".
foto 1: Bonaccini a Corte dei conti - Giudizio rendiconto Regione 2.jpeg
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SCHEDA
Di seguito, alcuni fra i temi toccati dalla Sezione regionale della Corte dei conti nella relazione che ha portato al giudizio di parifica.
Conti in ordine: pareggio di bilancio, indebitamento giù, pagamenti più veloci e tasse ferme – Il risultato della gestione di competenza presenta un saldo positivo pari a 146,81 milioni di euro fra entrate e spese. Col pareggio di bilancio, la Regione ha rispettato i vincoli di finanza pubblica grazie ad un attento monitoraggio della spesa effettuato in modo costante durante l'intero esercizio finanziario. L'anno scorso la Regione non ha fatto ricorso a nuovo indebitamento, confermando la continua flessione dei già bassi livelli di debito. Il finanziamento degli investimenti previsti è stato assicurato con mezzi regionali derivanti da saldi positivi della parte corrente del bilancio. Complessivamente, il debito regionale nel 2017 è stato ridotto, rispetto al 2016, di 49 milioni di euro, cifra che sale a 152 milioni di euro (-21%) dall'inizio della attuale legislatura, nel 2015, passando dai 726 milioni di euro nel 2014 a 574 nel 2017. Il disavanzo da debito autorizzato e non contratto è poi costantemente calato negli ultimi tre anni con una riduzione del 14,48% nel 2016 e del 16,87% nel 2017 rispetto agli esercizi precedenti.
Bene anche l'indice di tempestività dei pagamenti dei fornitori. La Corte attesta non solo il rispetto medio dei tempi di legge previsti ma anche un miglioramento dei risultati: mediamente 5,54 giorni in meno rispetto all'anno precedente, valore ponderato all'importo delle fatture.
Anche nel 2017 la Regione non ha aumentato le tasse per cittadini e imprese: la Sezione regionale sottolinea infatti come non si sia avvalsa della possibilità di modificare l'entità del prelievo tributario, variando le aliquote o i presupposti dei tributi, e ha mantenuto, pertanto, stabile la propria leva fiscale.
Patti di solidarietà: un miliardo e 100 milioni liberato per i territori - Dando continuità all'applicazione dei cosiddetti Patti di solidarietà, che consentono ai Comuni e alle Province margini di azione sui bilanci per gli investimenti, nel 2017 la Regione ha liberato circa 30 milioni di euro a favore degli agli enti locali, spazi finanziari autorizzati - senza alcun aggravio della spesa pubblica - che hanno creato le condizioni di ulteriore crescita nei territori. Dal 2011, le risorse gestite attraverso i Patti di solidarietà ammontano a 1 miliardo e 91 milioni di euro.
Contenimento della spesa: -90% quella per gli incarichi esterni – La Sezione sottolinea come, nel rispetto di precise disposizioni nazionali, siano stati "ampiamente rispettati tutti i vincoli" relativamente a spese come convegni, rappresentanza, missioni, affitti e noleggio di autovetture. In particolare in merito agli incarichi esterni, c'è stato un drastico taglio della spesa: l'anno scorso la Regione ha speso 172mila euro, 60mila euro in meno rispetto al 2016 e addirittura il 90% in meno rispetto al rispetto al 2010. Inoltre, la Corte dei conti riconosce l'ottimo risultato conseguito con l'approvazione nel 2017 della direttiva in materia di contratti di lavoro autonomo che ha consentito di superare le criticità evidenziate nel giudizio di parifica dello scorso anno. E ancora, è stata definita la disciplina che regola l'affidamento degli incarichi di difesa e rappresentanza in giudizio nonché gli incarichi di consulenza legale, insieme alla valorizzazione dell'Ufficio legislativo interno.
Infine, il 2017 è stato il primo anno di consolidamento del processo di riorganizzazione della macchina regionale, sviluppato nel 2016, che ha portato la riduzione del numero dei direttori generali da 13 a 7.
Mercato elettronico per appalti, beni e servizi: risparmiati 455 milioni con la centrale regionale unica per gli acquisti- Sempre più efficace l'azione di spending review. La Corte evidenzia infatti il rilevante incremento del ricorso al mercato elettronico per l'approvvigionamento dei beni e servizi, tramite la piattaforma di cui la Regione si è dotata e gestita dall'Agenzia regionale unica per gli acquisti della pubblica amministrazione in Emilia-Romagna, Intercent-ER, alla quale accedono sempre più enti: 278 (+18% rispetto al 2015). Il numero delle transazioni è aumentato del 16% per un valore complessivo quasi triplicato, passando da 25,6 milioni di euro nel 2015 a 76,1 milioni di euro nel 2017. Dall'insieme delle operazioni effettuate è risultato un risparmio complessivo di 147 milioni di euro nel 2017 e di 445 milioni di euro in 3 anni, di cui l'84%, corrispondente a 374 milioni di euro, per il solo comparto della sanità. Un recupero di risorse che permetterà l'abolizione dei superticket sanitari sui farmaci e le visite specialistiche a partire dal 1^ gennaio 2019: rimarranno solo per i redditi alti, oltre i 100mila euro, per coprire il taglio del ticket base da 23 euro per le prime visite di genitori e figli di nuclei familiari numerosi. Il tutto per una manovra di oltre 33 milioni di euro interamente coperta con fondi regionali.
Piano partecipate - Nel settembre dello scorso anno la Giunta ha approvato il Piano di revisione straordinaria delle partecipazioni regionali, delineando un percorso, disciplinato dalla legge regionale 1 del 2018, che porterà l'assetto definitivo delle società in house dalle attuali 7 a 4. Un Piano che nelle previsioni "produrrà risparmi rilevanti senza incidere su efficienza ed efficacia della gestione operativa", sottolinea la Corte, alcuni attesi anche dalla riduzione del numero complessivo degli amministratori e dei componenti gli organi di revisione delle società in house a conclusione dei processi di fusione. Giudicato positivamente anche il sistema dei controlli su tali società, che la Regione intende estendere, opportunamente adattato, anche alle agenzie, aziende e alle altre società regionali in controllo pubblico, anche in risposta alle osservazioni rilevate da questa Sezione regionale.
Bilanci in pareggio, capacità di spesa e nuove assunzioni: sanità promossa – Numerosi i rilievi positivi riscontrati dalla Corte rispetto al sistema sanitario regionale. In particolare: il raggiungimento del pareggio di bilancio; una tempestiva attuazione della programmazione generale e di indirizzo; la regolarità e l'efficacia delle operazioni per la riduzione del disavanzo pregresso; la presenza di un fondo risarcimento danni da responsabilità civile delle aziende sanitarie.
Promozione piena per la capacità di spesa, visto poi che la sanità assorbe la gran parte del bilancio regionale: la tutela della salute, sottolinea la Sezione, "presenta la migliore performance in termini di capacità di impegno e di velocità di cassa, per la parte di competenza". I numeri: a fronte di 9,1 miliardi di euro impegnati, risultano pagamenti per 8,7 miliardi, con un miglioramento dei tempi di pagamento stessi.
Un settore, quello della sanità dell'Emilia-Romagna, che insieme all'efficace gestione dei conti ha visto il contemporaneo potenziamento degli organici, con l'assunzione e la stabilizzazione negli ultimi due anni di oltre 5 mila medici, infermieri e operatori sanitari, per un impegno sempre maggiore verso la lotta al precariato.
(Bologna 13 luglio 2018)
In Emilia-Romagna, Reddito di solidarietà già erogato a 8mila nuclei familiari (20mila persone). Nei primi 8 mesi, a oltre 1.700 famiglie in provincia di Bologna. La vicepresidente Gualmini: "Impegnati ad aiutare chi ha realmente bisogno, sostegno economico e reinserimento sociale e lavorativo per recuperare la propria dignità".
Bologna -
Cambia e cresce il Reddito di solidarietà, la misura voluta dalla Regione per contrastare la povertà: e in Emilia-Romagna, a oggi, sono già oltre 8mila i nuclei familiari a cui è stato assegnato il RES, pari a circa 20mila persone. Un contributo economico mensile associato a un programma di attivazione e reinserimento sociale e lavorativo dei beneficiari per il quale la Giunta regionale ha stanziato 33 milioni di euro per il 2018 e 35 per il 2019.
In particolare, nei primi 8 mesi di applicazione, da settembre 2017, nella provincia di Bologna il RES è stato concesso a 1.729 nuclei familiari, con altre 2.603 domande in corso di valutazione all'Inps, l'ente chiamato a verificare i requisiti e procedere con la concessione, e 433 domande respinte. Complessivamente, sono state infatti 4.765 le richieste arrivate ai Servizi sociali del territorio.
E il Reddito di solidarietà si allarga: sale l'importo minimo e sarà erogato per più tempo, con una platea di soggetti più ampia. Da giugno sono infatti in vigore nuove regole, necessarie per integrare il RES con il sistema di norme previste a livello nazionale dal Reddito di inclusione (Rei). Il contributo mensile per una persona passa dagli attuali 80 a 110 euro – cifra minima garantita - fino a un massimo di 352 euro per un nucleo composto da 6 persone (l'importo del sussidio si modula secondo la scala di equivalenza Isee, parametro che permette di confrontare situazioni familiari differenti, sulla base del numero di componenti la famiglia stessa).
Quanto ai requisiti, potrà essere richiesto con un Isee non superiore a 6 mila euro l'anno, il doppio rispetto ai 3 mila precedenti, e un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 20.000 euro. Sale inoltre da 12 a 18 mesi la durata del beneficio, trascorsi i quali non potrà essere rinnovato se non dopo sei mesi, e soltanto per un anno.
Infine, è necessaria la residenza in Emilia-Romagna da almeno 24 mesi continuativi.
Il RES non si configura più quindi come alternativo alla misura nazionale, diventa invece una misura integrativa – universalistica e per tutti - che ne rafforza la portata per i soli residenti in regione.
"Il Reddito di solidarietà è ormai una realtà ampiamente diffusa in tutti i Comuni dell'Emilia-Romagna e questo è motivo di grandissimo orgoglio e soddisfazione per noi": a sottolinearlo la vicepresidente della Regione e assessore al Welfare, Elisabetta Gualmini, oggi in conferenza stampa per presentare il primo monitoraggio sul RES. "Basti pensare che solo un anno fa le persone in povertà estrema non avrebbero avuto niente, mentre ora possono ricevere un aiuto economico, seppure circoscritto, e una proposta di coinvolgimento attivo nella società o nel mercato del lavoro".
"Pensare che oltre 8mila famiglie nella nostra Emilia-Romagna, cioè oltre 20 mila individui, ricevono il Reddito di solidarietà grazie al quale potranno pagare le utenze o acquistare beni primari- prosegue la vicepresidente- è un risultato importantissimo che segna il carattere di questa amministrazione".
"Lo sforzo fatto, il lavoro lungo e paziente di collaborazione con i ministeri, con INPS e con i comuni, le ore e ore di formazione agli operatori e la bravura del personale amministrativo a tutti i livelli territoriali ha permesso di arrivare a questa nuova e mai esistita politica pubblica contro la povertà. Se non avessimo iniziato un lavoro complicato e paziente di elaborazione dello strumento, insieme all'Assemblea a inizio mandato- conclude Gualmini- non saremmo arrivati a questi esiti che oggi, al netto dei piccoli ritardi e delle complicazioni inevitabili in percorsi di innovazione così radicali, abbiamo il diritto di celebrare".
I NUMERI DEL RES: TUTTI I TERRITORI ATTIVI CONTRO LA POVERTÀ
Sono circa 8mila i nuclei familiari che possono contare sul RES. Una analisi precisa sull'attuazione della misura è contenuta nel rapporto di monitoraggio realizzato dall'Università di Modena e Reggio Emilia, sulla base dei dati disponibili nel sistema informativo regionale e ricompresi fra il settembre 2017 e il maggio 2018. In questo periodo, e quindi in poco più di 8 mesi di operatività, le domande inoltrate dai cittadini ai Servizi sociali del proprio Comune di residenza per ricevere il Reddito di solidarietà sono state complessivamente 21.238, 625 alla settimana, su una popolazione residente di 1.997.372 persone. Di queste, le richieste sulle quali l'Inps sta verificando i requisiti richiesti sono oltre 12.700. A maggio scorso, i nuclei familiari già ammessi al contributo erano 6.223, ai quali si aggiungono i 494 che usufruisconodella misura nazionale.Le domande respinte sono state 1.809, con un tasso di rigetto per entrambe le misure del 21%.
A livello territoriale, nella provincia di Bologna sono stati 1.792 i nuclei familiari ad aver già ottenuto il RES, 896 in quella di Modena, poi Reggio Emilia (591), Ravenna (552), Ferrara (524), Parma (598), Rimini (496), Forlì-Cesena (514) e Piacenza (323). Tutti i territori sono dunque attivi e impegnati nel contrasto alla povertà assoluta.
DAI NUCLEI UNIPERSONALI AI WOORKING POOR, A CHI VA IL RES
I nuclei che usufruiscono del RES sono composti da una sola persona nel 44,7% dei casi, senza figli a carico (66,2%). Oltre Il 60% di coloro che richiedono il beneficio regionale ha più di 45 anni, e di questi, più del 33% ne ha dai 56 in su. A chiedere i contributi previsti dalla misura regionale sono uomini e donne in percentuali simili: rispettivamente 50,6% e 49,4%.
Infine, significativa la presenza in famiglia di almeno un componente che lavora (61,5%), anche se in modo precario o pochissimo pagato. Si tratta dei cosiddetti woorking poor, simbolo del deterioramento della propria funzione protettiva dell'occupazione rispetto al rischio di povertà.
Va anche sottolineato il fatto che per quasi 1.000 beneficiari del RES (957 per la precisione) sono inoltre state attivate misure di inclusione socio lavorativa (orientamento, formazione, tirocini) previste e finanziate dalla Legge regionale 14 del 2015 che mira all'inserimento lavorativo e all'inclusione sociale delle persone in condizione di fragilità. Si è dunque creato un circuito virtuoso tra Reddito di solidarietà e inclusione lavorativa prevista dalla norma regionale, che rafforza il versante attivo del contrasto alla povertà.
LEGGE, FORMAZIONE, CONVENZIONE INPS E PROTOCOLLI D'INTESA: LA COSTRUZIONE DEL RES
Per progettare una misura come il RES, ad oggi in mano a oltre 8mila famiglie in Emilia-Romagna, sono serviti diversi passaggi, tutti estremamente importanti: uno studio di fattibilità sulle condizioni socio-economiche dell'Emilia-Romagna corredato dall'elaborazione di stime previsionali sui tassi di povertà; una legge regionale e successive modifiche in parallelo all'evoluzione della normativa nazionale; due Protocolli d'intesa con il Ministero del Lavoro e con il Ministero dell'Economia; una convenzione con INPS per l'erogazione del sussidio; l'elaborazione di un software regionale per l'immissione delle domande; attività di formazione del personale appartenente agli oltre 300 Comuni emiliano-romagnoli.
Fonte: Regione ER