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Una giovane cittadina di nazionalità spagnola di 26 anni è stata aggredita dal gestore della struttura alberghiera in cui alloggiava: arrestato con l'accusa di violenza sessuale -

Modena, 6 marzo 2014 -

Personale in servizio presso la Squadra Volante ha tratto in arresto un cittadino di nazionalità siriana, Z.H., nato nel 1975, con l'accusa di violenza sessuale.
Lo straniero, gestore della struttura alberghiera ubicata a Modena in via Rainusso, si è reso responsabile del reato di cui sopra in danno di una giovane cittadina di nazionalità spagnola di 26 anni.
Al rientro in hotel, poco prima delle 6.00 di ieri, la giovane è stata aggredita da Z.H., in servizio, in quel momento, presso la reception, al quale la malcapitata aveva chiesto una bottiglia d'acqua.
L'uomo ha aggredito la giovane, portandola in un'altra ala dell'hotel, iniziandola a palpeggiare, approfittando della propria superiorità fisica.
Alcuni rumori, però, provenienti dalla reception hanno fatto in modo che Z.H. non continuasse ad abusare della vittima, la quale, grazie a tale circostanza, è riuscita ad allontanarsi dalla zona, rientrando nella camera a lei assegnata.
Contattata la linea di emergenza "113" e giunto sul posto un equipaggio della Squadra Volante si è provveduto, al termine della ricostruzione di quanto accaduto, a trarre in arresto il gestore dell'albergo.
Dopo averlo accompagnato in Questura per gli accertamenti di rito, lo stesso, sui disposizione della magistratura, è stato tradotto presso la locale casa circondariale.

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Le condizione dello studente, attualmente ricoverato al Reparto di Pediatria dell'Azienda Ospedaliera Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, sono buone -

Reggio Emilia, 4 marzo 2014 -

La Direzione del Dipartimento di Sanità Pubblica informa che tra gli studenti frequentanti l'Istituto BUS Pascal di Reggio Emilia si è verificato un caso sospetto di meningite da meningococco. Le condizione dello studente, attualmente ricoverato al Reparto di Pediatria dell'Azienda Ospedaliera Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, sono buone.
Per prevenire efficacemente la malattia, i compagni di classe, gli insegnanti e gli operatori scolastici che rientrano tra i contatti stretti con l'ammalato sono stati convocati dal Servizio di Igiene e Sanità Pubblica per il pomeriggio di oggi per assumere, a scopo cautelativo, la profilassi antibiotica.
Nei prossimi giorni il Servizio attuerà la sorveglianza sanitaria prevista presso la scuola.

La meningite meningococcica
La meningite meningococcica (Neisseria Meningitidis) può essere contagiosa.
La trasmissione della malattia avviene con l'emissione di goccioline di saliva che si emettono parlando, starnutendo, tossendo e pertanto sono a rischio di contagio le persone che hanno avuto contatto stretto ( a distanza inferiore a 1 m ) e prolungato con l'ammalato nei 7 giorni precedenti la malattia.
Il periodo di incubazione varia da 2 a 10 giorni, di solito 3-4 giorni raramente può essere più prolungato. Si consiglia comunque nelle 4 settimane successive all'ultimo contatto con il malato di porre attenzione alla comparsa di febbre accompagnata da cefalea, rigidità nucale, nausea, vomito a getto, e, spesso, esantema con macule rosacee: in questo caso è necessario rivolgersi al proprio medico curante o al Pronto Soccorso, riferendo che si è stati a contatto con un caso di meningite.


(Fonte: ufficio stampa Ausl Reggio Emilia)

 

Porto abusivo di armi l'accusa mossa all'uomo dai Carabinieri di Reggio Emilia Principale a cui hanno sequestrato il tirapugni -

Reggio Emilia, 3 marzo 2014 - di Ivan Rocchi

Era entrato nel Tribunale di Reggio Emilia per richiedere dei documenti, ma quando è arrivato al metal detector l'allarme ha iniziato a squillare. L'uomo, un commerciante 51enne di Sassuolo, è stato subito fermato all'ingresso dagli addetti al controllo, che hanno richiesto l'intervento dei carabinieri di servizio nel Palazzo di Giustizia. Nella giacca dell'uomo è stato così trovato, avvolto in un fazzoletto, un tirapugni d'acciaio (nella foto).
Sabato, poco dopo le 14.30, i carabinieri in servizio di assistenza ai dibattimenti sono dovuti intervenire all'ingresso del Tribunale di Reggio Emilia in via Paterlini, precisamente nell'area dove si svolgono i controlli delle persone in entrata. I militari hanno sequestrato il tirapugni che il commerciante di Sassuolo teneva con sé illecitamente. Dopo le formalità di rito, l'uomo è stato rilasciato con una denuncia in stato di libertà per il reato di porto abusivo di armi.
Non si conoscono le motivazioni che hanno condotto il 51enne sassolese a portare con sé un'arma, per di più all'interno di un tribunale. Probabilmente si è trattato di una svista, come è successo circa 3 mesi fa a un uomo di Guastalla che si era recato anche lui al Palazzo di Giustizia di Reggio per dei documenti. In quel caso le forze dell'ordine avevano sequestrato un coltello lungo 15 centimetri, con 9 di lama.

 

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Froda l'agenzia immobiliare per cui lavora e i clienti. Assunto con falsa partita Iva, intascava la caparra degli affitti: l'uomo è stato denunciato per truffa dai Carabinieri di Correggio

Reggio Emilia, 3 marzo 2014 - di Ivan Rocchi -

L'estate scorsa era stato assunto da un'agenzia immobiliare reggiana per reperire potenziali clienti e per svolgere l'attività commerciale di acquisizione immobili. Peccato che i contratti stipulati lo vedevano quale unico beneficiario degli introiti. Infatti l'uomo intascava le caparre per gli affitti, trovando poi le scuse più assurde con i clienti che dovevano occupare gli immobili.
Sono stati i carabinieri di Correggio a scoprire la truffa condotta dal dipendente infedele, un 34enne modenese residente a San Martino in Rio, grazie anche alla collaborazione fornita dal titolare dell'agenzia, che lo aveva denunciato.
Secondo le indagini dei militari, l'uomo a fine luglio era riuscito a farsi assumere presso un'agenzia immobiliare reggiana, grazie anche a una falsa partita Iva. Dopo sei mesi di attività, considerato che non aveva prodotto alcun utile, l'agenzia aveva interrotto ogni forma di collaborazione con il 34enne modenese.
A quel punto è venuta alla luce la truffa portata avanti dall'uomo: infatti diversi clienti hanno iniziato a presentarsi in agenzia, chiedendo del 34enne con il quale avevano stipulato contratto d'affitto, versando pure la caparra. L'uomo è stato quindi denunciato dai carabinieri alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia con l'accusa di truffa.
L'uomo avrebbe intascato circa 3.000 euro relativi ad alcuni contratti sottoscritti, che però potrebbero essere solo la punta dell'iceberg di una ben più ampia attività truffaldina. I Carabinieri invitano i titolari di agenzie immobiliari che eventualmente siano incappati nell'odierno truffatore a riferire ogni circostanza che possa permettere di ricostruire quella che potrebbe rivelarsi una maxi truffa.

 

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Nonostante rischi la cecità, oltre ad aver subito vari interventi chirurgici dovuti a diverse gravi patologie, si trova di fronte ad autorità che ritengono che non possa avere diritto alla detenzione domiciliare -

Parma, 3 marzo 2014 -


Il calvario di Gennaro Costanzo, un ingegnere richiuso nel carcere di Parma anche se ha gravi problemi di salute: il professionista nonostante rischi la cecità, oltre ad aver subito vari interventi chirurgici dovuti a diverse gravi patologie, si trova di fronte ad autorità che ritengono che non possa avere diritto alla detenzione domiciliare, ma oltre a questo sconta la lentezza della Giustizia, in questo caso europea. Costanzo si dichiara innocente e da oltre due anni aspetta il giudizio della Corte di Giustizia Europea.

Lamenta di essere un imprenditore estorto dal Clan dei Casalesi e costretto a chiudere la società che aveva da 15 anni. In carcere è per un'accusa di segno opposto gli inquirenti lo ritengono coinvolto negli intrecci tra criminalità ed amministrazione pubblica. Comunque sia, la condizione di detenuto, seppur per gravi reati, mal si coniuga con l'inalienabile diritto alla salute: è emblematico il caso di Gennaro Costanzo, che in passato è stato anche ingegnere del Comune di Lusciano (Aversa), il quale dal luglio del 2011 è rinchiuso nel carcere di Parma, dopo il suo coinvolgimento in una delle tante indagini che riguardano gli intrecci tra amminsitrazione pubblica e criminalità organizzata nel nostro territorio. Costanzo che è 70enne ha subito l'asportazione di un rene, è stato operato alla tiroide ed alla prostata, inoltre è affetto da una forma di maculopatia (malattia che colpisce la retina) che, stando a quanto dicono i medici va curata con cicli ripetuti di iniezioni intravitreali per la durata di almeno un anno. Sta perdendo la vista. Nonostante numerosi specialisti abbiano richiesto con urgenza, da oltre due anni, queste terapie: il suo legale e figlio Luciano Costanzo, insieme al collega Francesco Savastano sostiene che l'amministrazione carceraria non provvede. Da quanto ci è stato spiegato, pare che lo scorso 9 febbraio lo stesso oculista incaricato dalla struttura carceraria abbia chiesto esami (OCT e fluorongiografia) per poi procedere con le iniezioni, ma i parenti lamentano che nulla sarebbe stato fatto sino ad oggi ed a nulla sono valse le numerose diffide inoltrate (al Direttore del Carcere, al Ministro della Giustizia, al Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria ed al Magistrato di Sorveglianza di Reggio Emilia). I familiari hanno anche richiesto al Magistrato di Sorveglianza di Reggio Emilia e poi al Tribunale di Bologna la detenzione domiciliare. All'esito del processo conclusosi con un diniego, il carcere ha affermato di aver sottoposto Costanzo a tutte le cure di cui necessita. Difesa e familiari affermano l'opposto. Il magistrato nella sua decisione sostiene che:
"a) trattasi di patologia ingravescente e cronica; b) a fronte di un occhio effettivamente danneggiato l'altro presenta 7/10 con conseguente mantenimento della capacità visiva; c) la somministrazione di avastin non è considerata dalla letteratura scientifica come dirimente".
Un fatto considerato sconcertante dalla difesa. In questo periodo vari specialisti, su incarico della famiglia, hanno visitato il detenuto.

 

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Un centinaio di cittadini alluvionati ha sfilato per chiedere al sindaco Sandro Fogli di fare il punto sulla situazione dei danni e dei risarcimenti...

Modena, 1 marzo 2014 - Di Manuela Fiorini -


Attimi di tensione, questa mattina a Bastiglia dove, sotto una pioggia battente, un centinaio di cittadini alluvionati ha sfilato per chiedere al sindaco Sandro Fogli di fare il punto sulla situazione dei danni e dei risarcimenti.
Il Primo Cittadino, tuttavia, non si è fatto vedere, nonostante la manifestazione fosse stata fissata e autorizzata da tempo. I toni si sono alzati quando ai cittadini di Bastiglia è stato negato l'accesso alla Sala Consigliare del Comune, dove avevano richiesto di potersi comunque riunire per discutere tra loro sullo stato delle cose. Secondo il Segretario Comunale Rossetti la sala sarebbe stata inagibile e non igienizzata, quindi non adatta ad ospitare i cittadini. Silenzio anche sulla mancata presenza del sindaco Fogli.
Sono passati 42 giorni dal 19 gennaio, quando sull'argine del fiume Secchia si è aperta una falla di oltre 50 metri, che ha fatto riversare l'acqua del fiume a San Matteo, ad Albareto e nei comuni di Bomporto e Bastiglia, dove, purtroppo, c'è stata anche l'unica vittima, il 44 enne Giuseppe "Oberdan" Salvioli", trascinato via dalle acque e ritrovato lo scorso 5 febbraio nel Naviglio.
"Volevamo solo parlare tra di noi per fare il punto della situazione – dice arrabbiato Eros Bonomi, Consigliere Comunale della Lega Nord - la gente in casa ha ancora il fango, che cosa volete che sia una sala non igienizzata?".
Secondo i cittadini, lo scorso 19 gennaio, quando le acque hanno cominciato a riversarsi fuori dalla falla, l'allarme sarebbe stato dato in ritardo e i possibili danni minimizzati.
"Abbiamo perso più di 900 auto e chi viveva al piano terra ha visto i locali e il mobilio rovinati dall'acqua, è tutto da buttare. Ci hanno detto che sarebbero arrivati 10 cm di acqua, invece ne sono arrivati quasi due metri".
E' arrabbiato anche Gerardo Maffei, Consigliere Comunale e capogruppo di Rinnovamento per Bastiglia e promotore della manifestazione.

 

Gerardo Maffei Lega Nord rid

 


"Ho organizzato questo incontro perché me lo hanno chiesto i cittadini di Bastiglia. Al sindaco volevamo solo chiedere tre cose. La prima: un impegno con il Presidente della Regione Vasco Errani, affinché ci dica di chi sono le responsabilità per quello che è successo e rassicuri i cittadini che sarà fatto di tutto perché una cosa del genere non succeda più. Secondo: vogliamo che la Regione Emilia Romagna, la Provincia di Modena e il Comune di Bastiglia garantiscano ai cittadini e alle attività produttive almeno il 50% dei mutui e dei presti che ora andremo a fare per cercare di ripartire, in attesa che si sappia qualcosa dei risarcimenti che abbiamo richiesto tramite i moduli. Terzo: chiediamo un piano ambientale e una legge che ci tuteli contro le alluvioni. Noi della Bassa viviamo in una zona a rischio".
I cittadini di Bastiglia non si arrendono, nonostante il mancato confronto. Il prossimo incontro pubblico è previsto il 10 marzo, alle ore 20.30, presso il Borgo Ristorante la Bastia di via Canaletto 46/a. E' prevista la presenza dei rappresentanti della Regione Emilia Romagna, della Provincia di Modena, del Comune di Bastiglia e delle Prefettura. Si parlerà di prevenzione del rischio idraulico, messa in sicurezza del "nodo idraulico" di Modena, azioni e misure per la ripresa sociale ed economica del contesto urbano e rurale di Bastiglia e del monitoraggio e ricognizione dei danni subiti. Speriamo che i cittadini di Bastiglia possano trovare le risposte che cercano.

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Ieri, intorno alle 23.30, dei malviventi hanno rubato la cassa riscuotitrice posizionata lungo il corridoio che dall'ingresso principale porta ai poliambulatori dell'Ospedale di Guastalla.

Reggio Emilia, 28 febbraio 2014 -

La Direzione dell'Azienda Usl informa che nella serata di ieri, intorno alle 23.30, dei malviventi hanno rubato la cassa riscuotitrice posizionata lungo il corridoio che dall'ingresso principale porta ai poliambulatori dell'Ospedale di Guastalla.
I ladri si sono introdotti nella struttura, hanno rubato una macchina e non sono riusciti a portare via (per questioni di tempo e rumori) la seconda che era vicino e che avevano già spostato dalla postazione.
Le forze dell'ordine, chiamate immediatamente dal personale in servizio, sono prontamente intervenute insieme alla guardia giurata, ma i malviventi erano già fuggiti.
La diffusione capillare delle macchine riscuotitrici, è stata una scelta della Direzione improntata ad agevolare i cittadini nel pagamento del ticket.

 

(Fonte: Ufficio Comunicazione Azienda Usl di Reggio Emilia)

 

Venti le persone controllate, di cui nove accompagnate in Questura per ulteriori accertamenti...

Modena, 28 febbraio 2014 -

Nel corso della serata di ieri, personale in servizio presso la Squadra Volante ha svolto un servizio straordinario di controllo del territorio finalizzato al contrasto del fenomeno della prostituzione.
Gli operatori di Polizia hanno presidiato varie zone della città di Modena, tra le quali anche quelle adiacenti il centro città e, in particolar modo, via Emilia Ovest e l'intera frazione di Marzaglia.
Venti le persone controllate, di cui nove accompagnate in Questura per ulteriori accertamenti.
Le donne, otto di nazionalità romena ed una di origini nigeriane, erano chiaramente intente ad attendere potenziali clienti a ridosso del ciglio stradale.
Nel corso delle verifiche in Questura è emerso che la cittadina nigeriana non aveva al seguito alcun documento di identità, risultando, tra l'altro, priva del titolo di permanenza nel nostro Paese e, per questo motivo, è stata denunciata in stato di libertà; una delle cittadine romene, invece, è stata anch'essa denunciata in stato di libertà per porto di armi o oggetti atti ad offendere, poiché trovata in possesso di una bomboletta spray contenente gas "CS", considerata un'arma chimica a tutti gli effetti.
Al termine delle verifiche, le donne sono state messe a disposizione del locale Ufficio Immigrazione.

 

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Le indagini dei Carabinieri sconfessano il racket camorristico a Scandiano: il rogo era stato appiccato da un commerciante concorrente nella vendita di prodotti campani -

 

Reggio Emilia, 28 febbraio 2014 - Ivan Rocchi -

Due settimane fa l'incendio del negozio di ortofrutta "Sapori mediterranei" a Scandiano aveva fatto subito pensare a una ritorsione da parte del racket camorristico. Ma la criminalità organizzata c'entrava ben poco. Infatti, le indagini condotte dai carabinieri del Reparto operativo di Reggio Emilia insieme a quelli della cittadina del Boiardo hanno rivelato che dietro l'incendio c'era un altro commerciante, che voleva annientare sul nascere l'attività concorrente per preservare il monopolio della vendita dei prodotti tipici campani nella cittadina del Boiardo.
A provocarlo sarebbero stati il 26enne D.S., casertano di nascita ma residente a Scandiano, insieme a un altro 20enne casertano incensurato. Il primo è stato arrestato ieri dai carabinieri con l'accusa di concorso in incendio doloso, mentre il secondo è indagato in stato di libertà nell'ambito del medesimo procedimento. Ad aggravare la posizione dei due c'è anche il fatto che l'incendio è stato appiccato su un edificio abitato, con il rischio di fare una vera e propria strage.
L'incendio era divampato poco prima delle 2.00 del 13 febbraio scorso, in un negozio di specialità campane in via Mazzini, a Scandiano. Il 26enne si sarebbe introdotto nei locali dell'ortofrutta dopo aver infranto la vetrina con una mazza. Una volta all'interno, avrebbe cosparso il pavimento di benzina, che si era procurato tramite un distributore di carburante self-service. Una volta attizzate le fiamme con un panno impregnato del medesimo liquido infiammabile, i due si erano dati alla fuga.

 

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Furto aggravato l'accusa mossa al giovane romeno dai Carabinieri di Correggio, che stanno conducendo le indagini per risalire al complice.

Reggio Emilia, 28 febbraio 2014 - Ivan Rocchi -

Si muovono tra varie province, saccheggiando i supermercati Coop con un vecchio stratagemma: riempiono i carrelli della spesa con generi alimentari, cosmetici e super alcolici, per poi uscire dalle casse non attive mentre i complici distraggono le cassiere. Questo l'identikit dei predatori, che agiscono in squadre ben organizzate che si aggirano in tutto il nord Italia, colpendo quasi ogni giorno. Lo scorso pomeriggio però una batteria di questi malviventi è incappata nei carabinieri di Correggio che hanno arrestato un componente della banda, recuperando e restituendo al supermercato derubato oltre 700 euro di refurtiva.
Ieri pomeriggio una pattuglia dei carabinieri di Correggio è intervenuta presso la Coop di piazzale Finzi, dove era stato fermato un ladro. Il giovane, un cittadino romeno 22enne senza fissa dimora, era entrato poco prima nel punto vendita insieme a un'altra persona, che si è dileguata prima dell'arrivo dei militari. L'uomo aveva riempito il carrello spesa con generi alimentari, bevande e altro, per poi oltrepassare il varco cassa chiuso e privo di personale.
Adesso saranno le indagini condotte dai carabinieri di Correggio a stabilire se l'arrestato appartenga o meno a una delle famigerate battere dei predoni delle Coop. Infatti, negli ultimi giorni nei negozi della Coop della provincia di Reggio (Scandiano, Rubiera, Novellara, San Martino in Rio e Rio Saliceto) si sono verificati episodi analoghi. La posizione del 22enne romeno potrebbe quindi aggravarsi: infatti i militari stanno esaminando i filmati che riprendono le singole azioni delittuose, alla ricerca di riscontri

 

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