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Lunedì, 07 Settembre 2015 17:00

La rivoluzione dei pagamenti diretti da telefonino

L'evoluzione del portafoglio elettronico, ovvero la possibilità di pagare o comunque trasferire fondi attraverso il telefonino, sta diventando realtà. Con i pagamenti P2P (Person to Person) sempre a disposizione aumenteranno comodità, vantaggi e si ridurranno sensibilmente i costi.

di Lamberto Colla, Parma 7 settembre 2015 -

L'esigenza di trasferire i soldi in "remoto", ovvero senza la necessità di andare allo sportello bancario per prelevare i soldi contanti, ha origini antiche risalenti addirittura al medioevo. Sembra, infatti, che il primo assegno fosse stato compilato nel 1365 da due fiorentini per il pagamento di un tessuto nero acquistato in occasione di un funerale di famiglia.
Poi fu la volta dei bonifici bancari, fino ai bonifici elettronici per giungere ai più recenti "borsellini elettronici", ad esempio Paypal, nati per assicurare e garantire il trasferimento e molte volte anche il buon fine della transazione stornando l'accredito in caso di reclami del compratore.

Utilizzando il "borsellino elettronico" come metodo di pagamento non c'è più la necessità di inserire in internet i propri dati di carta credito sul sito del venditore ma sarà l'intermediario a farlo con grande vantaggi in termini di sicurezza e protezione dalle truffe "On Line".

L'autostrada del micro-commercio internazionale è stata perciò tracciata e la sua ultimazione è prevista con la messa a disposizione dei consumatori dal borsellino elettronico connesso al proprio "telefonino".

Smart phone

A questa nuova e imminente frontiera si sono già orientati gli istituti di credito, gli operatori telefonici e i costruttori di smart phone al fine di accaparrarsi un quota di mercato che si suppone sarà di proporzioni incommensurabili.

Sarà quindi possibile dare sfogo ai sogni d'acquisto di prodotti realizzati nell'altro emisfero terrestre. Quell'ultimo modello di scarpe da running non ancora nei negozi, piuttosto che l'ultima generazione di un telefonino o di una canna da pesca saranno alla portata di tutti gli appassionati. Ma sarà possibile anche trasferire la paghetta al figliolo all'estero o in altra città universitaria per studi o stage, ma anche pagare il ristorante o piuttosto tutti quegli adempimenti amministrativi direttamente al detentore del credito, in poco tempo e senza passare attraverso a tutta una serie di costosi operatori necessari al trasferimento di soli e semplici "bit". Dagli istituti di credito interessati alla trasmissione e ricezione del denaro agli uffici di tesoreria per conto di quello o quell'altro ente pubblico per concludersi con il detentore della piattaforma elettronica necessaria e indispensabile a eseguire il trasferimento dei fondi.

Una filiera che grava mediamente sul consumatore tra 0,85 e 1,5€ per transazione e che, tra un cosa e l'altra realizza l'operazione fisica non prima di una decina di giorni quando addirittura venti come spesso accade quando l'utente finale è rappresentato da una amministrazione pubblica.
Un periodo di tempo in cui quella quota, piccola o grande che sia, non è più nella disponibilità dell'acquirente del servizio ma nemmeno nella disponibilità della amministrazione beneficiaria ma senz'altro a disposizione di qualcun altro che ne beneficia immeritatamente.

Attraverso il pagamento di prodotti e servizi direttamente "dal produttore al consumatore" attraverso il sistema person to person connesso al proprio telefonino alla garanzia di sicurezza bancaria si assocerà la rapidità di trasferimento e l'abbattimento dei costi di intermediazione, quei costi di commissione così elevati, specialmente nella nostra bella penisola, da essere la più importante causa di mancata diffusione degli acquisti in rete o nei negozi convenzionali attraverso le carte di credito.

Ben venga quindi l'innovazione specie se, come si presume sarà, genererà una elevatissima e sana competizione tra tutti coloro che saranno interessati a gestire un quota dei miliardi di transazioni elettroniche quotidianamente andate a buon fine, a tutto vantaggio dei consumatori ma anche dei commercianti che avranno una maggiore probabilità di vendita anche oltre i confini nazionali, sempre che lo vogliano, e che si impegnino in specifiche campagne promozionali calibrate per i nuovi mercati.

Attendiamo quindi il definitivo licenziamento delle norme che regoleranno questo enorme e appetitoso mercato perché, al contrario, le tecnologie sono già pronte, collaudate e scalpitanti per dimostrare la loro efficacia.

Pubblicato in Economia Emilia
Venerdì, 28 Agosto 2015 16:45

Anatocismo, la rivolta dei consumatori

Federconsumatori e Adusbef a muso duro contro Bankitalia. "Anatocismo: commissariare Bankitalia che, sostituendosi a Governo, Parlamento e magistratura, ripristina interessi illeciti, favorendo l'usura e lo strozzinaggio bancario".

di LGC, Parma 28 agosto 2015 -
Giusto ieri avevamo portato in evidenza come fosse passata in sordina la notizia che, su proposta del Cicr (Comitato Interministeriale per il Credito e il Risparmio), trascorsi 60 giorni dall'avvio del rosso sul conto corrente, gli interessi perdono la loro natura e diventano capitale. Una condizione che consentirà pertanto l'applicazione di interessi su altri interessi, quelli "vecchi" e perciò capitalizzati, di appena due mesi.
Una proposta che il Presidente di Unimprese Longobardi aveva duramente e pesantemente criticato.

Al disappunto del vertice di Unimpresa si sono aggiunti gli altrettanto pesanti commenti di Federconsumatori e ADUSBEF che, con un duro comunicato congiunto, chiede addirittura il commissariamento di Bankitalia in quanto, dice la nota, sostituendosi "a Governo, Parlamento e magistratura, ripristina interessi illeciti, favorendo l'usura e lo strozzinaggio bancario."


Il comunicato di Federconsumatori e Adusbef:

Una Banca d'Italia, che con un tratto di penna ripristina l'anatocismo, cancellato da sentenze di Tribunali, Cassazione e Corte Costituzionale dopo 20 anni di accese battaglie giudiziarie, sostituendosi a Governo, Parlamento e Magistratura che lo avevano definitivamente cancellato, per favorire l'usura e lo strozzinaggio bancario, in una sorta di concorso esterno al reato di usura sul quale dirigenti di Bankitalia, banche e ministero dell'economia sono indagati dalla Procura della Repubblica di Trani, e che rappresenta un pericolo per i diritti e la legalità, deve essere commissariata con urgenza. Non è la prima volta che la Banca d'Italia viola le normative di Legge sull'usura, come con la circolare interpretativa 30.9.96 della legge 108/96 che espungeva dai tassi soglia, la CMS -commissione di massimo scoperto- cancellata da sentenze di Cassazione con motivazioni lampanti (CORTE DI CASSAZIONE, SEZ. II PENALE - SENTENZA 19 dicembre 2011, n.46669 - Pres. Esposito – est. Chindemi): "La CMS deve essere tenuta in considerazione quale fattore potenzialmente produttivo di usura, essendo rilevanti ai fini della determinazione del tasso usurario, tutti gli oneri che l'utente sopporta in relazione all'utilizzo del credito, indipendentemente dalle istruzioni o direttive della Banca d'Italia (circolare della Banca d'Italia 30.9.1996 e successive) in cui si prevedeva che la CMS non dovesse essere valutata ai fini della determinazione del tasso effettivo globale degli interessi, traducendosi in un aggiramento della norma penale che impone alla legge di stabilire il limite oltre il quale gli interessi sono sempre usurari. Le circolari e le istruzioni della Banca d'Italia non rappresentano una fonte di diritti ed obblighi e nella ipotesi in cui gli istituti bancari si conformino ad una erronea interpretazione fornita dalla Banca d'Italia in una circolare, non può essere esclusa la sussistenza del reato sotto il profilo dell'elemento oggettivo. Le circolari o direttive, ove illegittime e in violazione di legge, non hanno efficacia vincolante per gli istituti bancari sottoposti alla vigilanza della Banca d'Italia...".

Stavolta non ci sono solo le associazioni dei consumatori a dare battaglia nel denunciare il concorso esterno di Bankitalia nel reato di usura, ma anche imprenditori raggruppati in UNIMPRESA,che hanno finalmente compreso il pericolo di un istituto di vigilanza del Governatore Visco, che travalica i propri compiti istituzionali, con l'evidente finalità di strozzare e taglieggiare consumatori, famiglie ed utenti bancari, già vessati e strangolati dagli alti tassi di interesse e dai costi dei conti correnti più elevati d'Europa.

Adusbef e Federconsumatori condividono la denuncia di Unimpresa in merito alla proposta del documento di Bankitalia messo in pubblica consultazione sul fino al 23 ottobre 2015, che intende formulare al Cicr per dare attuazione all' articolo 120, comma 2 del Tub, dove si afferma che nei contratti di apertura di credito in conto corrente e nei contratti di finanziamenti a valere su carte di credito, gli interessi attivi e passivi devono essere conteggiati con la stessa periodicità (comunque non inferiore a un anno),in attuazione delle norme legislative votate dal Parlamento, che dal 1 gennaio 2014 vieta qualsivoglia forma di anatocismo bancario e di capitalizzazione degli interessi.

Ma con il solito espediente sul conteggio degli interessi effettuati il 31 dicembre di ciascun anno (o, se anteriore, il giorno in cui termina il rapporto da cui gli interessi si originano); con gli interessi maturati che devono essere contabilizzati separatamente rispetto al capitale, in modo che non ne sia influenzato il calcolo dovuti sul capitale; gli interessi, sia attivi che passivi, divengono esigibili con il decorso di 60 giorni dal ricevimento da parte del cliente dell' estratto conto o delle comunicazioni.... decorso il termine di 60 giorni, il cliente può autorizzare l' addebito degli interessi (sul conto o sulla carta di credito); in tal modo, la somma addebitata va a far parte del capitale, sul quale si calcolano gli interessi: insomma, gli interessi sono sterilizzati per un anno e 60 giorni, dopo di che sono capitalizzati e si ha nuovamente l'anatocismo.

Una Banca d'Italia che si sostituisce a Governo, Parlamento e magistratura, per favorire l'usura e lo strozzinaggio bancario a danno di milioni di correntisti e di piccole e medie imprese, già costretti a pagare costi ed interessi più alti d'Europa, che travalicando le proprie funzioni pratica l'illegalità, va commissariata per ripristinare la violata legalità.

Adusbef e Federconsumatori, non daranno tregua ad una Banca d'Italia contigua agli interessi delle banche, e già stanno preparando ulteriori denunce penali.

Pubblicato in Economia Emilia
Anatocismo, interessi su interessi. Una piaga diffusa?

Parma, 16 novembre 21013 -

Interessi eccessivi, commissioni non dovute, costi non chiari: il rapporto con banche e istituti finanziari è spesso insidioso e complicato.

Questo il tema affrontato giovedì pomeriggio, presso la sede di Confesercenti Parma grazie all'iniziativa "Banche, cittadini e imprese: forme di tutela", per far luce sul rapporto che lega i consumatori, agli istituti bancari e chiarire come potersi tutelare e quali strumenti mettere in campo nel caso sorgesse il sospetto di essere caduti vittime di comportamenti illegittimi da parte del proprio istituto di credito.

Un tema scottante e di complessa interpretazione quello dell'anatocismo e di comportamenti che, in diverse circostanze, sono sfociati addirittura nel reato di usura. Con il termine anatocismo (dal greco anà - di nuovo, e tokòs - interesse) si intende la capitalizzazione degli interessi su un capitale, affinché essi siano a loro volta produttivi di altri interessi (in pratica è il calcolo degli interessi sugli interessi).

Ad affrontare il tema per cercare di fare chiarezza nell'oscuro mondo degli interessi bancari sono stati invitati, da Confesercenti di Parma lo scorso 14 novembre, il Vicepresidente Nazionale CODACONS Avv. Bruno Barbieri e gli avvocati Andrea Cevolo e Cristina Barbieri del Collegio Codacons.

"Una volta si aveva, con le banche, un rapporto diverso e i direttori di filiale conoscevano le imprese clienti - sottolinea Corrado Testa presidente di Confesercenti Parma - e gli stessi direttori avevano una autonomia diversa nei confronti delle imprese e dei cittadini. Oggi invece non fanno che scrivere appunti e demandare la decisione alla sede centrale. Decisione che il più delle volte è negativa. Ma senza credito le imprese non possono operare." Una difficoltà di accesso al credito che si è acuita in tempo di crisi. "Lo vediamo anche nella cooperativa di garanzia - prosegue Corrado Testa - dove spesso la garanzia del 70% offerta non risulta sufficiente per fare erogare i finanziamenti alle imprese".

Un rapporto fra banche e cittadini già difficile dagli anni '70 - ha spiegato l' Avv. Bruno Barbieri - quando alcuni istituti bancari furono protagonisti di comportamenti illegittimi e conseguentemente condannati al risarcimento. Dal 2000 di fatto poco è cambiato e ancora vengono riscontrati, da parte del Codacons, comportamenti fortemente sfavorevoli per il cliente, impresa o semplice cittadino, nell'applicazione dei tassi di interesse nei conti correnti, nei mutui e negli affidamenti.

Avvocato Bruno Barbieri

Un lungo e dettagliato ventaglio di esempi quello illustrato dall'avvocato Barbieri. Dall'anatocismo all'usura, dalla rinegoziazione di mutui agli interessi e condizioni conseguenti lo sconfinamento d'affido.

Complessità dell'argomento da un lato e paura reverenziale verso le banche dall'altro hanno consentito, ai più spregiudicati, di operare con disinvoltura e molto diffusamente.

Ma oggi, nel caso qualcuno fosse incorso in versamenti non dovuti, può rivolgersi al CODACONS che potrà, gratuitamente, fare una analisi e un calcolo dell'importo indebitamente richiesto andando a ritroso illimitatamente. Per effettuare l'analisi preventiva occorre disporre di tutti gli estratti conto consecutivi di tutti gli anni e i vari contratti sottoscritti. Il tempo di prescrizione è di 10 anni dal momento di cessazione del rapporto, chiusura del conto corrente o di estinzione del mutuo.

Se dalla valutazione dei consulenti dell'associazione consumatori dovessero palesarsi comportamenti illegittimi, l'applicazione di interessi anatocistici e/o usurari, questi verrebbero quantificati attraverso una perizia tecnica con la quale si potrà sostenere il negoziato e/o il giudizio con la l'istituto creditizio o assicurativo.

L'85% dei casi, sottolinea Barbieri, si conclude in modo extragiudiziale (fuori dalle aule del tribunale) e a favore del cliente. Nessuna pubblicizzazione però del risultato negoziale pena la restituzione della somma risarcita.

Meglio tacere e incassare!

Pubblicato in Economia Emilia
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