In Oceania le previsioni di produzioni indicano una riduzione (-5% in Nuova Zelanda) ma intanto a scendere è il prezzo del latte. Lieve cedimento per la crema a uso alimentare mentre tutti gli altri prodotti derivati si confermano i listini della ottava precedente. Un segnale di incoraggiamento per il Parmigiano viene, nella settimana in corso, dalla borsa reggiana.
di Virgilio, 18 novembre 2015
LATTE SPOT Mentre ancora si sente l'eco della protesta degli allevatori, il prezzo del latte spot torna a scendere. Sulla piazza di Verona si confermano i listini solo per il latte scremato pastorizzato estero (19,15-20,18 €/100 litri di latte) mentre il crudo spot nazionale ha ceduto lo -0,70% (35,57-37,63 €/100 litri latte) e l'intero pastorizzato estero addirittura cala dello 1,49% fissando i prezzi nell'intervallo tra 33,51 e 34,54 €/100 litri di latte.
BURRO E PANNA A Milano, per la terza settimana consecutiva, si replicano i listini del burro. Dopo la poderosa ascesa di settembre e ottobre, torna a stabilizzarsi il prezzo dei derivati del latte. Una leggera flessione invece l'ha registrata la crema di latte che, alla borsa del capoluogo lombardo, ha ceduto 2 centesimi (1,52€/Kg) mentre è stazionaria la panna a uso alimentare quotata a Verona (1,50-1,55 /Kg.)
Borsa di Milano 16 novembre:
BURRO CEE: 2,85€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 3,0€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 2,0€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,80€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE: 1,52€/Kg.
Borsa Verona 16 novembre:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,50-1,55 €/Kg.
Borsa di Parma 13 novembre:
BURRO ZANGOLATO: 1,40€/kg.
Borsa di Reggio Emilia 17 novembre
BURRO ZANGOLATO: 1,40 - 1,40€/kg.
GRANA PADANO Nessun segnale di risveglio per il Grana Padano che, all'ombra della Madonnina, conferma i listini della precedente settimana che, bene o male, sono i medesimi di 12 mesi fa. Il 9 mesi di stagionatura è ancorato al prezzo di 6,30 - 6,40€/Kg mentre il 15 mesi e oltre segna un un prezzo all'ingrosso compreso tra 7,05 e 7,70€/kg.
PARMIGIANO REGGIANO Ancora piccoli segnali di ripresa sul fronte del Parmigiano Reggiano. Se alla borsa di riferimento comprensoriale sono stati confermati i listini che avevano visto una leggera ripresa nelle due ottave precedenti, nella settimana in corso è la borsa di Reggio Emilia a segnare un live progresso per il 24 mesi di stagionatura (8,75-9,00 €/Kg). Piccole variazioni positive che, in questo pesante e prolungato periodo di crisi, riaccendono qualche speranza.
(In allegato i grafici CLAL)
Il progetto "Cheese – It's Europe" punta a sviluppare le esportazioni nei promettenti mercati di Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca ed Austria. Il programma che vede coinvolti i tre formaggi italiani Dop si svilupperà nel triennio 2016-2018, vedrà investimenti promozionali per 3 milioni di euro. -
Parma, 17 novembre 2015 -
L'Unione Europea crede nella qualità dei formaggi italiani Dop e li premia con uno stanziamento per la promozione sui mercati in crescita. E' così che i Consorzi di Parmigiano Reggiano, Gorgonzola e Asiago vedranno finanziato il loro progetto "Cheese – It's Europe", uno dei quattro progetti italiani che sono stati approvati dalla Commissione Europea nel quadro di un importante stanziamento che ha visto, in totale, l'approvazione di 33 nuovi programmi per promuovere i prodotti agricoli dell'UE.
Il programma che vede coinvolti i tre formaggi italiani Dop si svilupperà nel triennio 2016-2018, vedrà investimenti promozionali per 3 milioni di euro e punterà a promuovere la conoscenza ed il consumo dei formaggi nei promettenti mercati di Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca ed Austria. Gli interventi saranno rivolti sia alle catene commerciali, sia direttamente ai consumatori.
Il valore totale dei programmi approvati dalla Commissione, che si realizzeranno in tre anni, è complessivamente di 108 milioni di euro, di cui la metà, pari a 54 milioni di euro, arriva dal finanziamento dell'UE. I programmi sono rivolti ai mercati più promettenti, in cui il consumo dei prodotti è in crescita, sia nell'Unione europea, sia nei paesi terzi.
L'approvazione dei progetti da parte della Commissione è una conferma del valore riconosciuto di quell'autenticità che l'Unione intende sempre più preservare e valorizzare. "Questi programmi – ha affermato Phil Hogan, commissario europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale – sono importanti per creare nuove opportunità di mercato e aiutano a stimolare crescita e occupazione nel settore agroalimentare"
"Esprimiamo soddisfazione e plaudiamo a questo importante risultato – Giuseppe Alai, Renato Invernizzi e Fiorenzo Rigoni, presidenti rispettivamente dei Consorzi del Parmigiano Reggiano, del Gorgonzola e dell'Asiago – che riconosce non solo il livello qualitativo dei nostri formaggi ma anche il valore della progettualità italiana. Il progetto 'Cheese – It's Europe' mette in campo un considerevole impegno economico a favore del mondo agricolo e rappresenta una grande opportunità, poiché questi mercati esprimono un grande interesse per i formaggi italiani e ora esiste una fascia sempre più rilevante di consumatori pronta ad apprezzare i formaggi Dop, simbolo dell'eccellenza casearia italiana".
I quattro paesi selezionati hanno importato formaggi e latticini Made in Italy per quasi 20.000 tonnellate nel 2014, per un controvalore superiore a 110 milioni di euro. E il dato più interessante è che si tratta di mercati con i più elevati trend di crescita nell'Unione Europea. Nel complesso questi paesi hanno segnato negli ultimi 3 anni oltre un +30% delle importazioni, livello che per Polonia e Repubblica Ceca supera il +50%.
( Fonte: ufficio stampa CONSORZIO FORMAGGIO PARMIGIANO REGGIANO DOP)
Per le due giornate del Cheese Day (giunto alla ventiquattresima edizione) a Tokyo, 400 esperti. Oltre 300 studenti della prestigiosa scuola di cucina Ecole Tsuji hanno partecipato ad una articolata lezione sul Parmigiano Reggiano, seguito da un seminario dedicato a decine di dipendenti della catena distributiva Fermier. -
Reggio Emilia, 16 novembre 2015 -
"Scuola" di Parmigiano Reggiano per oltre 400 esperti giapponesi nell'ambito delle due giornate del Cheese Day (giunto alla ventiquattresima edizione) che si sono tenute a Tokyo.
Oltre 300 studenti della prestigiosa scuola di cucina Ecole Tsuji hanno infatti partecipato ad una articolata lezione sul Parmigiano Reggiano, che ha incluso una degustazione di tre diverse stagionature, il taglio corretto della forma intera e, soprattutto, una serie di indicazioni sull'uso del prodotto in cucina, anche in abbinamento con piatti che appartengono alla tradizione gastronomica giapponese.
Alla lezione per i futuri chef - avvenuta nel contesto dell'evento denominato ""Cheese festa" - si è poi associato anche un seminario dedicato a decine di dipendenti della catena distributiva Fermier, che seleziona e distribuisce formaggi di qualità in Giappone. Gli operatori al banco hanno assistito ad un approfondimento sul prodotto e poi ad una prova pratica di taglio della forma, acquisendo le conoscenze di base per un corretto porzionamento del prodotto.
Il Giappone si colloca al nono posto nella graduatoria delle esportazioni di Parmigiano Reggiano con oltre ottocento tonnellate, ed è terzo nella graduatoria dei paesi extra-Ue dopo Stati Uniti e Canada.
Nelle immagini in galleria in fondo al testo, alcuni momenti degli incontri a Tokyo.
(Fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)
Etichettatura discriminante. Cereali all'insegna della stabilità e i dati USDA sono incoraggianti. Frodi e olio, Latte, crisi e piagnistei tardivi. Agromercati, la carne risente dell'allarme OMS (in allegato il formato pdf scaricabile)
SOMMARIO Anno 14 - n° 46 15 novembre 2015
1.1 editoriale UE, etichettatura discriminante.
2.1 cereali Segnali incoraggianti dai dati USDA.
3.1 cereali Cereali, all'insegna della stabilità.
4.1 Lattiero caseario Parmigiano Reggiano, verso una ripresa?
5.1 #vino #export Ismea-UIV: balzo del 60% dell'importazioni cinesi di vino nei primi nove mesi del 2015
5.2 emilia romagna Territorio. Programmi speciali d'area.
6.1 Olio e frodi commerciali Olio made in Italy, o quasi.
6.2 Latte e ricerca in cina Accordo tra Cornell University e Yuli (Cina)
7.1 protesta latte quando le vacche son già scappate...
7.2 latte Firmato decreto Fondo Latte
8.1 Quote latte PR-RE In un anno 18 milioni di scambi
9.1 agromercati L'allarme Oms sulle carni scompiglia i mercati zootecnici
10.1 promozioni "vino" e partners
Accordo strategico tra Cornell University e il colosso Cinese del latte Inner Mongolia Yili Industrial Group. La prestigiosa Università statunitense (ben 43 premi nobel nel suo palmarès) svilupperà una ricerca sostenuta da una delle 10 principali imprese lattiero casearie mondiali.
di Virgilio - Parma, 12 novembre 2015
Tra non molti anni la popolazione mondiale raggiungerà quota 9 miliardi e il problema della nutrizione connessa a una sostenibilità dell'agricoltura, che peraltro erano i temi fondanti l'Expo Milano 2015, potrebbero entro brevissimo tempo diventare un pericoloso fattore limitante della già fragile coesione tra i popoli.
Dalle colonne di CLAL News, Leo Bertozzi, informa di una strategica collaborazione tra la blasonata università statunitense e il gruppo Yili cheprevede la realizzazione di programmi di ricerca per accrescere l'innovazione nel settore lattiero-caseario, il miglioramento qualitativo e la sicurezza alimentare, partendo dalla gestione dell'allevamento fino alla trasformazione del latte, per creare prodotti innovativi con alto valore aggiunto.
In particolare, la Yili finanzierà l'università di Cornell per sviluppare una nuova tipologia di formaggio adatta al mercato cinese, usando componenti del latte ed altri ingredienti particolarmente graditi ai consumatori asiatici come ad esempio le proteine ottenute dalla soia.
La Cornell University (Ithaca, NY) è sempre stata aperta svolgere collaborazioni di ricerca applicata sul campo anche in Italia. Tra il 2007 e il 2010, ad esempio, svolse una ricerca in collaborazione con l'Università di Parma, Facoltà di Veterinaria e il Consorzio Agrario di Parma nella ricerca della digeribilità della Fibra Neutra Detersa (NDF), applicata al razionamento delle bovine allevate nel comprensorio del Parmigiano Reggiano. Un percorso iniziato con il Professor Van Soest, poi proseguito e concluso con il Professor Van Amburgh.
Nella Foto di repertorio (8/1/2010) il professor M.E. Van Amburgh della Cornell University a destra con il dottor Lamberto Colla (all'epoca direttore del Consorzio Agrario di Parma) nell'evento di chiusura della ricerca che ha coinvolto le due istituzioni e la facoltà di Veterinaria di Parma.
(Fonte CLAL e Cornell University)
Sia in Italia che in altre piazze europee (in Germania in particolare) l'allarme lanciato nei giorni scorsi dall'Oms sul consumo di carni ha avuto impatti negativi sui prezzi dei suini.
Roma, 9 novembre 2015 - Lo rileva l'Ismea nell'Overview sui mercati agroalimentari di questa settimana, segnalando cedimenti piuttosto accentuati sul circuito del vivo, con cali soprattutto a carico dei capi da macello.
Le pressioni esercitate dai macellatori, che lasciano prevedere una possibile riduzione dei prezzi anche per i principali tagli suini, riflettono presumibilmente l'esigenza di evitare scontri con la grande distribuzione organizzata, impegnata in campagne promozionali aggressive finalizzate a tamponare l'ondata di sfiducia presso i consumatori.
Da rilevare che gli squilibri riconducibili a un'offerta chiaramente in eccesso rispetto a una domanda finale in ulteriore indebolimento stanno condizionando anche il comparto avicolo, riflettendosi negativamente sui prezzi, soprattutto di polli e tacchini.
Un cambio di passo che potrebbe determinare nelle prossime settimane una svolta anche sul mercato dei conigli, considerando tra l'altro che le alte quotazioni attuali stanno avendo un effetto dissuasivo sui consumi finali. Resta orientato al ribasso il mercato delle uova, né si prevedono svolte imminenti, anche alle luce di una scarsa richiesta industriale per i calibri medio-piccoli.
Poche le novità nel comparto bovino, in un mercato destabilizzato dalle notizie dell'Oms, ma complessivamente stazionario sul fronte dei prezzi, in un contesto di scambi ancora molto contenuti.
Mostrano un maggiore dinamismo, invece, i formaggi grana, con i prezzi in generale ripresa anche nelle aspettative delle prossime settimane. Stabili burro e materie grasse, mentre resta pesante la situazione sul mercato del latte crudo alla stalla, con i valori che ai livelli attuali non garantiscono margini di redditività agli allevatori.
Per quanto attiene ai cereali, dopo i recenti ribassi la situazione sui mercati interni sta gradualmente stabilizzandosi per il grano duro, che sembra adesso aver trovato un punto di equilibrio. Mercato calmo anche per mais e orzo, mentre restano orientati al rialzo i risoni.
L'offerta più abbondante di ortaggi di stagione sta comportando, nel frattempo, un normale assestamento al ribasso dei valori per cavoli, finocchi, radicchi e carciofi. Una dinamica che dovrebbe proseguire anche nei prossimi giorni, salvo repentini mutamenti climatici, in un mercato che non sembra invece in grado di riassorbire, per lo meno in questa fase, i forti aumenti delle zucchine, che rispetto all'anno scorso spuntano prezzi quasi doppi. I minori investimenti nazionali, ma anche la scarsa pressione del prodotto d'importazione, specialmente spagnolo, spiega l'attuale divario delle quotazioni che potrà iniziare a ridursi solo con il pieno apporto delle coltivazioni siciliane.
In relazione ai prodotti frutticoli, si registrano scambi regolari e prezzi stabili per mele e pere, mentre accusano diffusi cedimenti le quotazioni dei loti, penalizzati da un'offerta eccedentaria e da un peggioramento qualitativo della merce.
Poche le novità per l'uva da tavola, che presenta un andamento complessivamente stazionario, mentre è iniziata all'insegna della cautela la campagna di commercializzazione del kiwi, con valori di esordio inferiori all'anno scorso in ragione di una produzione più abbondante.
Scambi regolari, con prezzi però in ulteriore flessione (anche su base annua), per le clementine, le cui affluenze sui mercati stanno aumentando rapidamente, incontrando comunque il favore della domanda. Le arance, disponibili in quantità ancora limitate, stanno invece subendo le crescenti pressioni concorrenziali esercitate dal prodotto spagnolo che sembra al momento avere la meglio sui mercati anche in termini di ricezione della domanda.
Restano infine orientati alla prudenza i mercati vinicoli nazionali, data l'abbondanza d'offerta confermata in questi giorni dalla stima Oiv (l'Organizzazione internazionale del vigne e del vino) di un incremento del 2% della produzione mondiale 2015.
C'è ancora molta confusione sul mercato degli oli di oliva, caratterizzati da diffusi cedimenti dei prezzi. Non è ancora chiara la composizione dell'offerta quali-quantitativa degli oli di nuova produzione, un elemento, questo, che sta creando nervosismo sui mercati e condizionando fortemente gli scambi.
(Fonte Ismea 9 novembre 2015)
Mentre in Europa è in corso la "guerra del latte", la filiera del Parmigiano Reggiano ha accresciuto di oltre 360 milioni il valore per gli allevatori. Dal mercato primi segnali di ripresa. Scambi per quasi 18 milioni di euro. E' questo il primo effetto dell'istituzione, avvenuta esattamente un anno fa, del Registro quote latte Parmigiano Reggiano (QLPR). -
Reggio Emilia, 13 novembre 2015 -
In dodici mesi ha generato scambi per quasi 18 milioni di euro. E' questo il primo effetto dell'istituzione - avvenuta esattamente un anno fa - del Registro quote latte Parmigiano Reggiano (QLPR), passaggio che fece di questo prodotto l'unica Dop europea che assegna direttamente agli allevatori, cioè ai titolari della materia prima a qualità distintiva, le quote latte da destinare alla trasformazione, contrariamente a quanto avviene per altre produzioni Dop che assegnano le quote ai caseifici, cioè ai soggetti trasformatori.
"L'istituzione del registro - spiega il Consorzio - si legò strategicamente alle possibilità concesse dal "Pacchetto latte" (che nel rispetto della libera concorrenza consente di programmare e gestire i volumi produttivi dei prodotti caseari di qualità) e avvenne nel momento in cui si andava verso la cessazione delle quote latte europee, con il con seguente azzeramento di un valore che sino a quel momento era in mano ai produttori". "Proprio per questo - aggiunge il Consorzio - l'aspetto più rilevante dell'operazione è proprio l'assegnazione di quote di esclusiva proprietà degli allevatori, che da quel momento hanno potuto decidere se utilizzarle per mungere latte da destinare a Parmigiano Reggiano o trasferirle a terzi o, ancora, se usarle come elemento di garanzia per ottenere credito".
L'operazione ha interessato 3.348 allevamenti del comprensorio del Parmigiano Reggiano, ai quali sono state assegnate quote per 16,7 milioni di quintali di latte destinabili alla trasformazione (3,6 milioni per la montagna e il resto per le zone di collina e pianura).
"Da quel momento - osserva il Consorzio - le quote si sono configurate come un nuovo asset operativo e patrimoniale, come confermano i numeri relativi agli scambi che si sono generati in un anno".
"In questi dodici mesi - puntualizza al proposito il Consorzio di tutela - le compravendite di quote iscritte al Registro si sono così tradotte in 300 contratti relativi a oltre 900.000 q.li di quote latte Parmigiano Reggiano, mentre altre quote per 700.000 quintali di latte sono state date in pegno a garanzia di finanziamenti e, infine, quote corrispondenti a 190.000 quintali di latte sono state oggetto di pignoramento, evitando che altri beni degli allevatori subissero questo blocco".
"Complessivamente, e tenendo conto di prezzi correnti sicuramente influenzati dalla crisi attuale - prosegue l'Ente di tutela - il valore di queste operazioni sviluppate in un anno sfiora i 18 milioni di euro, cifra particolarmente rilevante proprio in una situazione di difficoltà di mercato ma solo in parte rappresentativa dell'effetto dell'istituzione del Registro".
"Considerando la produzione totale interessata al Registro e il valore delle quote in condizioni di minore sofferenza delle quotazioni, che stanno già manifestando qualche segnale di rialzo - spiega il Consorzio - il valore creato per gli allevatori supera i 360 milioni di euro".
"Per il 2016 - conclude il Consorzio - è in programma l'aggiornamento del Piano produttivo per allinearlo alle mutate condizioni di mercato, ma già dall'analisi dell'andamento produttivo del 2014 e 2015 si rileva che il Piano ed il Registro hanno contribuito a mantenere sostanzialmente stabile la produzione di Parmigiano Reggiano. A fronte di questa stabilità e delle nuove iniziative promozionali in corso in vista delle festività natalizie e di fine anno, nelle ultime settimane la Borsa Comprensoriale ha segnato una prima ripresa delle quotazioni dopo una crisi che si protrae da quasi due anni".
(fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)
Stime USDA: consistenze e produzioni da record. Unica variabile negativa è rappresentata dal cambio valutario che continua la sua fase discendente a seguito del rafforzamento del dollaro sull'euro.
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 13 novembre 2015 -
I dati USDA, diffusi lo scorso 10 novembre, confermano le aspettative degli operatori, sia per la consistenza delle scorte e sia per le previsioni di raccolto. Una situazione che lascia poche speranze alle ipotesi speculative concedendo all'incertezza la sola variabile valutaria.
Potrebbe essere utile approfittare di questo momento per fare acquisti considerando che, ad esempio, la farina di soya proteica spunta i seguenti prezzi:
- gennaio - giugno a 347
- luglio - dicembre a 343
- anno a 345 cosi come tutto il 2016 a 345 mentre per la normale 342 primo semestre e 337 per il secondo.
Da quanto si evince dalla analisi dei dati di cui sopra si conferma, come più volte da noi segnalato, che non siamo in situazione di deficienze di merce. Siamo al contrario di fronte al terzo miglior raccolto Usa di Mais e quello della Soya è il migliore di sempre. Inoltre la consistenza globale è tra le più ricche degli ultimi 10 anni.
Mercato nazionale
Gli scambi sul consumo interno continuano ad essere limitati e la guerra del latte insieme all'allarme carne rossa ci mettono del loro per generare altro scompiglio..
Nel settore bionergie continua la caccia al mais in granella, ormai quasi introvabile, e ai sottoprodotti alternativi per arricchire i trinciati.
Indicatori internazionali
l'Indice dei noli retrocede ancora sino a 599 punti, il petrolio torna arretra a 43,20 $/bar e il cambio continua a scendere toccando 1,07190.
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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
Officina Commerciale Commodities srl - Milano
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Liberati dalle catene delle quote latte, a poco più di 6 mesi il settore va in crisi e ha inizio la protesta. Ma chi protesta e contro chi protesta? Quale politica viene messa in campo per riportare valore a un settore importante e strategico come è quello zootecnico?
di Virgilio, 15 novembre 2015
"Dall'inizio della crisi: hanno chiuso più di 3 stalle al giorno; si sono persi 32.000 posti di lavoro; le montagne sono state abbandonate; c'è meno "verità" e sicurezza sulle tavole delle nostre famiglie e nei prodotti che diamo ai nostri bambini!
Consumatori italiani, aiutate COLDIRETTI a salvare le nostre stalle, i nostri territori, il patrimonio di genuinità, sicurezza e trasparenza del VERO MADE IN ITALY.
Costringiamo insieme le multinazionali e le industrie del settore lattiero caseario a dichiarare l'ORIGINE dei prodotti che mangiamo e a pagare il GIUSTO PREZZO agli allevatori!"
Così scriveva la Coldiretti il giorno in cui dava fiato alle trombe e aizzava il popolo giallo verde contro le industrie.
Chiede ai consumatori di salvare il latte italiano oggi che le vacche sono già scappate. A poco più di sei mesi dalla tanto desiderata soppressione delle "odiate" quote latte. Oggi, dopo avere portato il settore in mezzo all'oceano tra i flutti della globalizzazione scopre che le industrie fanno il loro mestiere e acquistano al miglior prezzo nel mondo e vendono per fare profitto. Così, presa in contropiede, adesso la Coldiretti pretenderebbe di fare assumere il ruolo di sindacato degli allevatori ai consumatori stessi?
Ma come è possibile solo pensarla una cosa del genere.
Protestò per caso la Coldiretti quando il Governo decise di fare pagare il conto della prima miliardaria sanatoria delle quote latte ai cittadini italiani?
No, non fece nulla perché interessava dare soddisfazione ai propri assistiti, in quell'epoca era un sindacato di categoria. Poi, pian piano, ma sempre più insistentemente negli ultimi anni, ha virato verso una posizione sempre più generalista, quasi più un sindacato dei consumatori, così presente a portare in evidenza all'opinione pubblica le magane degli altri, i prodotti "Italian Sounding" sparsi qua e là per il mondo o a fare da spalla a uno a all'altro governo, ma di politica agricola, per carità, meglio non parlarne.
Più facile tacere e poi sottolineare le storture degli altri piuttosto che fare con il rischio di sbagliare e magari venire sottoposti a processi mediatici controproducenti all'immagine di leadership tanto agognata a suon di battaglie numeriche nelle varie camere di commercio sparse in ogni italica provincia.
Una politica autoreferenziale che ha dato buoni frutti solo alla potente organizzazione ma ben pochi al sistema agricolo.
Ed oggi, fosse solo per orgoglio e dignità, non dovrebbe invocare l'aiuto del popolo a favore dei suoi associati ma fare autocritica e sfogare la sua potenza mediatica e economica a favore del settore ripristinando gli antichi e sempre validi valori che furono di Paolo Bonomi. Basterebbe una rilettura in chiave moderna degli ideali di Bonomi e di Don Luigi Sturzo per riproporre una nuova politica agricola.
Invece di organizzare sfilate di manichini in livrea gialla, candidi e puliti, tanto da non credere che siano "veri, puri e duri contadini", dovrebbe organizzare tavoli di negoziato europei e di filiera, dovrebbe proporre idee politiche con valori rinnovati e combattere perché vengano accolte.
No, invece le manifestazioni delle nostre organizzazioni agricole sembrano delle passerelle, delle rassegne d'armi, inquadrati e coperti come militari che sfilano davanti ai generali e al governo.
Il tempo per redimersi non scade!
Meglio tardi che mai, direbbe il sommo maestro Alberto Manzi.
_____________________________________
Appendice: a seguire (ance in allegato) un video di una manifestazione di agricoltori francesi. Forse una posizione mediana esiste tra gli eccessi della protesta italiana e di quella francese.
video - https://youtu.be/gN55b2JQNN0
Video Pubblicato il 28 nov 2014
Gli agricoltori contestano il piano del governo teso a sminuire la produzione e la distribuzione locale.
L'occasione è stata quella della visita del presidente della Repubblica francese, François Hollande, in Moselle, dipartimento francese della regione della Lorraine.
Tranne la notizia di un secondo segnale di vitalità del Parmigiano Reggiano, tutto il resto del settore lattiero caseario sembra congelato. Confermati i listini del latte spot, del burro e delle panne. Niente di nuovo nemmeno per il Grana Padano a conferma che, nonostante l'Annus Horribilis dei duri, la sofferenza è stata maggiormente sentita da parte del formaggio emiliano.
di Virgilio 11 novembre 2015
LATTE SPOT Conferma dei listini per tutte e tre le categorie di Latte Spot presi in considerazione alla borsa di Verona. Entrando nel dettaglio, il latte crudo spot nazionale è stato quotato tra 36,09 e 37,63€/100 litri di latte. Fermo anche latte intero spot estero dopo il rimbalzo registrato l scorso lunedì 2 novembre (34,02 e 35,5 €/100 litri di latte). Infine è tra 19,15 e 20,18 €/100 litri di latte la quotazione relativamente al latte scremato pastorizzato di provenienza estera.
BURRO E PANNA Anche per il burro sembra sia giunto un momento di stabilità dei listini. Confermate le quotazioni di tutte e quattro referenze milanesi. Identici segnali di stabilità si sono riscontrati relativamente allo zangolato oggetto di contrattazione a Parma e a Reggio Emilia, così come pure per le creme e la panna a uso alimentare milanese e veronese.
Borsa di Milano 09 novembre:
BURRO CEE: 2,85€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 3,0€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 2,0€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,80€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE: 1,54€/Kg.
Borsa Verona 09 novembre:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,50-1,55 €/Kg.
Borsa di Parma 06 novembre:
BURRO ZANGOLATO: 1,40€/kg.
Borsa di Reggio Emilia 10 novembre
BURRO ZANGOLATO: 1,40 - 1,40€/kg.
GRANA PADANO Listini ancora inchiodati ai valori che ricorrono ormai da molti mesi per il Grana Padano. Il 9 mesi di stagionatura è ancorato al prezzo di 6,30 - 6,40€/Kg mentre il 15 mesi e oltre segna, per l'ennesima volta, un un prezzo all'ingrosso compreso tra 7,05 e 7,70€/kg. Come facilmente si evince dal grafico il prezzo attuale è tornato a intersecare la linea del minimo raggiunta lo scorso anno proprio sul finire del mese di ottobre.
PARMIGIANO REGGIANO Inaspettata vitalità è stata invece registrata relativamente al Parmigiano Reggiano in questo ultime due settimane. +033% e +0,29% l'incremento registrato a Parma per il 12 mesi e per il 24 mesi di stagionatura rispettivamente. La quotazione perciò si attesta tra 7,50 e 7,80 per il 12 mesi e tra 8,55 e 8,85 per il 24 mesi.
Un'"euforia" che potrebbe essere determinata dalle notizie fuori mercato come ad esempio di un prossimo ritiro AIMA o piuttosto per "fare bilancio".
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