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Appare più lenta che altrove la fase di ripresa dell'industria nelle aree dell'Appennino reggiano, mentre appaiono più decisi i segnali di miglioramento che giungono dal commercio (seppure solo recentemente) e dall'agricoltura.

"Una situazione molto articolata - spiega il presidente della Camera di Commercio, Stefano Landi - in un territorio in cui l'economia è un insieme di economie legate l'una all'altra e in cui è importante alimentare una dimensione di sistema che riesce a creare maggiori reti tra singole imprese e tra comparti diversi, non di rado complementari e alle prese con problemi comuni".

Dall'analisi della Camera di Commercio, le note più negative giungono dal versante occupazionale.
"Le unità lavorative nel nostro Appennino - spiega il presidente dell'Ente camerale - sono rimaste pressoché stabili (con una lievissima diminuzione) dal 2014 al giugno 2017, ed è un dato in contrasto con quanto è accaduto nel resto del territorio, dove gli addetti sono aumentati del 3,8%".
"Al di là delle cifre in sé - sottolinea Landi - quella che va considerata è proprio questa diversa e negativa tendenza, perché è evidente che per la vivibilità dell'Appennino è fondamentale la possibilità di incrementare la presenza di attività economiche che, pur compatibili con le caratteristiche e i valori di questo territorio, possano incidere sulla creazione di lavoro".

Detto dell'occupazione, anche lo sguardo sulla consistenza del sistema imprenditoriale appenninico evidenzia che vi sono alcuni altri elementi sui quali riflettere, perché anche i positivi andamenti dell'industria, in cui sono presenti 525 aziende, restano al di sotto della media provinciale.
"La produzione industriale - afferma il presidente della Camera di Commercio - è rimasta stabilmente in aumento per tutto il 2016 e nei primi sei mesi del 2017, ma fatta eccezione per il primo trimestre dello scorso anno, gli incrementi sono sensibilmente più bassi rispetto alla provincia nel suo complesso".
"Negli ultimi nove mesi, guardando ai singoli trimestri, la produzione industriale appenninica è stata almeno di un punto al di sotto di quella provinciale e, relativamente al periodo aprile-giugno 2017, lo scarto è stato addirittura superiore ai due punti".
"In sostanza - sintetizza Landi - nel territorio montano abbiamo registrato un +1,1% sulla produzione rispetto al +3,2% dell'intera provincia, con ordini sostanzialmente fermi e ben lontani dal +3,3% dell'industria reggiana nel suo complesso".
"Il dato più positivo - aggiunge il presidente della Camera di Commercio - è l'incremento del fatturato dell'industria appenninica, che è salito di oltre il 3% e, quindi, ben più vistosamente dei quantitativi di produzione".

Ad un'industria che cresce più lentamente che altrove, sembra corrispondere però un risveglio del commercio, che in Appennino conta ben 1.295 imprese.
"Nonostante gli andamenti vadano verificati in un periodo un po' più ampio rispetto ad una congiuntura trimestrale o semestrale - sottolinea Landi - nel secondo trimestre 2017 le vendite sono aumentate dell'1,7% su base annua, mentre in provincia il dato è rimasto in negativo, facendo segnare un -0,6%, cui corrisponde anche un dato regionale che parla di una flessione vicina ad un punto percentuale".

Grazie alle quotazioni del Parmigiano Reggiano in rialzo, anche l'agricoltura montana ha registrato un miglioramento, passando da una produzione pari a 93,9 nel 2015 a 96,6 milioni nel 2017 (+7,5%).

L'incremento è da ascrivere tutto alla zootecnia, che ha registrato un incremento del 9,7%, con un rialzo ancor più elevato per il solo latte (+12,8%).

20170919-Imprese in Appennino

Pubblicato in Economia Reggio Emilia

Funzionari del Dipartimento di nazionale di Protezione civile, accompagnati da Provincia e sindaci, sulla frana di La Vecchia e alla Pietra nell'ambito delle procedure previste per la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale -

Reggio Emilia, 24 febbraio 2015 -

Ieri pomeriggio sull' Appennino, funzionari del Dipartimento nazionale di Protezione civile hanno verificato lo stato dei dissesti provocati dalla grande nevicata di inizio febbraio. I controlli a campione si inseriscono nell'ambito delle procedure previste per l'attesa dichiarazione di stato di emergenza nazionale.

"Un provvedimento che auspichiamo venga adottato al più presto, considerando che solo nel nostro territorio i danni hanno superato i 40 milioni di euro", ricorda il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi.

Il sopralluogo dei due funzionari del Dipartimento nazionale ha riguardato dapprima Vezzano sul Crostolo, poi la Pietra di Bismantova. Presenti la responsabile della Protezione civile della Provincia Federica Manenti con il geologo Alessio Campisi, i funzionari dell'Agenzia regionale di Protezione civile Venturoli e Benatti e i tecnici dell'Stb Sartini, Bertolini, Malaguti e Truffelli. Ad accogliere la missione, i sindaci e i responsabili degli Uffici tecnici dei Comuni di Vezzano sul Crostolo e Castelnovo Monti e, sulla Pietra, anche vigili del fuoco e rappresentanti di Soccorso alpino e Parco nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano.

"A Vezzano – spiega Federica Manenti – l'attenzione dei funzionari del Dipartimento nazionale è stata richiamata sulla frane storica di La Vecchia, che si è riattivata minacciando di raggiungere abitazioni e Statale 63, ma anche di ostruire il torrente Crostolo. Sulla Pietra di Bismantova, gli uomini del Dipartimento hanno invece potuto constatare la grave situazione creatasi dopo l'ultimo, consistente distacco, per il quale nei pressi dell'eremo continua a permanere il divieto di accesso".

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(Fonte: Provincia di Reggio Emilia)

Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia

In seguito a una perquisizione, ieri sera i Carabinieri di Castelnovo ne' Monti hanno arrestato uno spacciatore di eroina residente a Reggio Emilia. Il 32enne marocchino era già conosciuto alle forze dell'ordine, e sempre per lo stesso reato. Infatti era sottoposto all'obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria.

Reggio Emilia, 28 luglio 2014 – di Ivan Rocchi

Nonostante vivesse a Reggio Emilia, il 32enne marocchino arrestato ieri sera dai Carabinieri aveva allargato il suo giro fino in montagna. Infatti i clienti scendevano appositamente dall'Appennino reggiano per rifornirsi di eroina da lui. Ma l'uomo era già sottoposto all'obbligo di presentazione periodica alla Polizia giudiziaria, e quando i carabinieri si sono resi conto che i suoi traffici non si erano interrotti, hanno deciso di fare irruzione nella sua abitazione.

La perquisizione ha così consentito di recuperare e sequestrare circa mezzo etto di eroina, già confezionata in dosi. Oltre alla droga, gli uomini dell'Arma hanno anche trovato 1.000 euro, ritenuti provento di attività di spaccio, e il materiale necessario per la pesatura e il confezionamento dello stupefacente. Con questi elementi a suo carico, il 32enne è stato condotto nella caserma di Castelnovo Monti, dove è stato dichiarato in arresto per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti. Al termine delle formalità di rito, l'uomo è stato trattenuto a disposizione dell'autorità giudiziaria.

L'attività investigativa dei Carabinieri di Castelnovo Monti, supportati nel blitz di ieri sera da quelli di Carpineti, si protraeva già da qualche settimana. I militari avevano scoperto il traffico di stupefacente seguendo i movimenti di alcuni assuntori residenti nell'Appennino reggiano, che per rifornirsi di droga si spostavano fino in città.

Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia
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