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Regione. Il presidente Bonaccini ha presenta in Aula il Programma di mandato: "Ora la sfida della ricostruzione. Le proposte per un'Emilia-Romagna più forte e più giusta: abbiamo tutto per farcela, senza lasciare indietro nessuno e con il contributo di tutti". Un nuovo "Patto per il lavoro e per il clima" sottoscritto con parti sociali, territori, istituzioni. Rafforzamento della sanità pubblica territoriale (quasi 1 miliardo di investimenti); scuola (nidi gratuiti e accessibili a tutti, diritto allo studio 100%, piano pluriennale edilizia scolastica);

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Il premier, ospite dell'azienda Menù, ricostruita dopo il sisma del 2012, sostiene il candidato modenese del PD alla Presidenza della Regione. Elogia la tenacia degli imprenditori modenesi, glissa sul Patto di Stabilità, tiene a bada i contestatori del Movimento 5 Stelle e dialoga con la Fiom. Applaudito l'ex governatore della Regione Emilia Romagna Vasco Errani, grande assente Matteo Richetti.

Di Manuela Fiorini – Modena, 11 ottobre 2014 - 
I fischi e le contestazioni del presidio Fiom e degli attivisti No Triv, No Cispadana, Un'altra Europa con Tsipras e Sisma 12 non rovinano la festa di Matteo Renzi, che ieri ha scelto l'azienda Menù di Medolla per sostenere la candidatura a Presidente della Regione Emilia Romagna del modenese Stefano Bonaccini. Non una scelta a caso quella della Menù, impresa leader nel ramo dell'agroalimentare, assunta a simbolo dell'Italia che ce la fa. Lo stabilimento, infatti, è stato ricostruito dopo il sisma del maggio 2012 che ha compito la Bassa modenese e non ha mai smesso la sua attività, nonostante le difficoltà.

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"Voi qui siete un esempio. Ve lo dico a nome del Governo" – ha detto il premier. – Se quello che è accaduto qui fosse successo in altre parti d'Italia e d'Europa non avremmo visto ricrescere una comunità così forte e ricca".
Dopo il benvenuto di Rodolfo Barbieri, patron della Menù, tocca al sindaco di Medolla Filippo Molinari consegnare idealmente a Renzi e al candidato Pd alla presidenza regionale Bonaccini alcuni dei temi più urgenti che toccano il territorio. Tra questi "la proroga dello stato di emergenza, che scade a fine anno e che implica il mantenimento delle misure straordinarie, come il contributo di autonoma sistemazione". Molinari ha poi ricordato, anche alla luce della recente alluvione che ha colpito i genovesi, come sia "urgente una legge nazionale sulle grandi calamità, che indichi in modo chiaro quali procedure, risorse e prospettive devono essere messe in campo".
E' il turno di Stefano Bonaccini , che sale sul palco ringraziando Renzi per l'opportunità.
"Se sarò eletto, il mio slogan sarà "Lavoro per l'Emilia Romagna" – ha detto il candidato PD – il lavoro deve essere la nostra ossessione dalle 7 di mattina all'1 di notte. In questa regione ci sono 112.000 giovani che non lavorano e non studiano. Una delle prime cose che farò sarà quella di convocare le parti sociali, gli amministratori e i rappresentanti del Terzo Settore per scrivere un "Patto per il lavoro".

Tra i capisaldi della campagna elettorale di Bonaccini c'è anche la riduzione dei tempi di attesa della Sanità, la semplificazione della burocrazia, che "toglie tempo, che è denaro, nell'ottica di un paese più moderno ed europeo". Parla dell'abolizione degli enti inutili e della riduzione delle società partecipate. Promette anche più rispetto per il suolo e, parlando di infrastrutture, auspica di essere, il prossimo anno, "il presidente che inaugurerà il primo cantiere della Cispadana".
"Gli amministratori – continua- la chiedono perché servirà a mantenere il lavoro. Finalmente il Governo si è preso l'impegno". Prima di lasciare la parola a Renzi, Bonaccini chiede la collaborazione dei suoi sfidanti alle primarie: "Ho bisogno di una mano da tutti, lo dico a Balzani, Richetti, Manca, che hanno qualità, intelligenza e idee che servono alla regione. Abbiamo bisogno di lavorare tutti insieme". Un invito che non sappiamo sarà accolto. Tra i grandi assenti infatti, c'era proprio Matteo Richetti, renziano della prima ora, che durante la trasmissione "In ½ ora" di Raitre del 5 ottobre ha dichiarato di essersi ritirato per "una contrarietà totale del Pd alla mia candidatura, sia locale che nazionale", non risparmiando qualche frecciata al premier.

L'intervento più atteso è quello di Matteo Renzi, che scherza con Bonaccini. "E' bello tosto" e "Assomiglia a Bruce Willis", dice prima di prendere la parola.
Ringrazia l'ex presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani, al quale già al suo arrivo erano andati gli applausi del pubblico, che ora fa il bis con tanto di standing ovation.
"Noi abbiamo molto apprezzato il tuo gesto di dignità e orgoglio -ha detto Renzi riferendosi alle dimissioni di Errani in seguito alla condanna in appello per falso ideologico nella vicenda Terremerse – Siamo contenti che tu abbia vissuto questo momento con il rigore e la tenacia che ti riconosciamo. Mentre ti diciamo grazie ti diciamo anche che avremo ancora bisogno di te a Roma. Questo Paese e questo partito avranno bisogno di te nelle forme che un po' ti lasceremo scegliere e un po' le sceglieremo noi".

Il premier non entra invece nei dettagli sulla nuova Legge di Stabilità, ex Finanziaria, che sarà presentata il prossimo 15 ottobre.
"Ci sarà una misura di riduzione del costo del lavoro per le imprese, perché per i lavoratori c'è già stata con gli 80 euro. Si tratta di verificare le compatibilità perche non vogliamo aumentare le tasse"

Parla anche di ridurre il Patto di stabilità, "che farebbe arrabbiare anche i santi". "Se riusciremo a eliminarlo – ha concluso Renzi – daremo ai Comuni il 75% in più di risorse".

Non è mancato nemmeno un momento di contestazione, quando un esponente del Movimento Cinque Stelle ha interrotto l' intervento del Presidente del Consiglio per ricordandogli la soppressione della Cassa Integrazione in deroga prevista dal Jobs Act.
"Noi non veniamo al Circo Massimo a interrompere le vostre iniziative – lo ha zittito il Capo del Governo - Ricordo che voi siete quelli che avete rinfacciato sui social, dopo la sconfitta alle elezioni comunali, la donazione per la palestra di Mirandola. Questa è la brutta politica. Se vuole ne parliamo dopo davanti a un caffè o a una bottiglia di lambrusco".

E Renzi rimanda a un secondo momento anche l'incontro con i delegati Fiom, con i quali si intrattiene per 20 minuti una volta sceso dal palco. Il motivo di discussione è la cancellazione dell' Articolo 18 prevista da Jobs Act. "Rivediamoci tra due anni – è la sfida del premier – Tireremo le somme e vedrete che non sarà quel disastro che voi sostenete".

Presidio Fiom Gde

(Foto di Claudio Vincenzi)

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