Parma, 4 settembre 2020 – Giornata di presentazioni in casa Parma. Allo Stadio "Ennio Tardini", accompagnato dal Presidente di Nuovo Inizio Marco Ferrari, dal Presidente del Parma Calcio 1913 Pietro Pizzarotti, dal Direttore Sportivo Marcello Carli e dal Club Manager Alessandro Lucarelli, è stato il turno di Fabio Liverani, neo-allenatore del club crociato. Mister Liverani lavorerà in questa avventura al Parma con Manuel Coppola (allenatore in seconda), Cesare Bovo (collaboratore tecnico), Giuseppe Cappello (Match Analyst), Emiliano Corsi (collaboratore tecnico), Claudio Marchese (collaboratore tecnico), Paolo Giordani (preparatore atletico) e Domenico Gualtieri (preparatore atletico).
"Le emozioni sono tante, perché queste sono una Società e una città con un passato storico ed un presente molto importante. E' una Società che stava sempre nell'èlite anche quando io ero calciatore, come squadra e come ambiente. La rinascita, in questo periodo, è stata di grandissimo livello: vittorie su vittorie di campionati, continuità dirigenziale e di progetto, tornando ad essere in pianta stabile nel campionato di Serie A. Le due salvezze sono state importanti, la Società è stata molto presente in questi anni altrimenti è difficile salire velocemente e mantenersi: questa è la cosa più importante per la città e per i tifosi. Il lavoro svolto da Roberto D'Aversa in questi anni credo sia stato di grandissimo livello, ho trovato un ambiente pronto e preparato. Ho tanto entusiasmo e voglia di fare bene in questa squadra e con questa Società. Appena c'è stata la possibilità ho sentito la voglia di tutti qui, dalla Proprietà al Direttore Sportivo passando per Alessandro Lucarelli che lavora fisso con noi. In questo momento mi piace più far vedere il lavoro che le parole, ma ci sono momenti come questo dove è giusto che io esprima il mio pensiero: vorrei avere presto riscontro sul campo".
Qual è il suo pensiero di calcio? Con il suo pensiero di calcio ha chiesto qualcosa particolare al Direttore Sportivo o lavorerà con la rosa che ha a disposizione?
"Quando sono venuto io, la cosa che mi piace di più è la chiarezza di ciò che trovavo e di quello che sarà il progetto condiviso immediatamente col Direttore e – automaticamente – con la Proprietà. Mi piace avere dei principi di gioco, il nostro obiettivo è la salvezza che magari possiamo raggiungere attraverso un gioco propositivo. Questo non vuol dire che non ci saranno momenti di sofferenza o momenti di difficoltà, che vanno messi nel contenitore di questo campionato che sarà difficile e complicato. Il Direttore sa i calciatori che abbiamo a disposizione, quelle che potrebbero essere delle cessioni anche se ad oggi non ci sono richieste e dunque siamo quelli dell'anno scorso: un'ottima base. Se ci saranno delle cessioni ci saranno anche delle entrate, altrimenti si può lavorare benissimo con questa squadra che ha delle grandissime potenzialità e si possono trovare altre idee con un gruppo che ha fatto bene e può migliorare".
Si è parlato molto della possibilità di giocare col trequartista: è davvero un suo modo di giocare? Chiederà questa figura?
"No, non è primario. Il principio è quello di una difesa a quattro e un centrocampo a tre. Oggi in attacco abbiamo delle caratteristiche, se dovessero cambiare ci adegueremo altrimenti giocheremo con le caratteristiche del reparto offensivo che abbiamo che è ottimo. Sappiamo che con l'addio di Kulusevski e Caprari abbiamo perso dei gol e quindi lì dobbiamo cercare qualche idea per trovare questi gol. Se dovesse andare via qualche calciatore in questo reparto, con le condizioni del mercato cercheremo calciatori adeguati e poi metteremo in campo i tre calciatori offensivi in base alle caratteristiche che hanno".
Ha paura di allenare adesso un gruppo che può essere diverso tra un mese, pur sapendo che è una caratteristica che accomuna tutte le squadre?
"No, paura no. Il lavoro penso che alla fine paga sempre e arriveremo al nostro obiettivo. Il tempo è vero e questo è vero, ma vale per tutti. Il cambiare guida tecnica, la conoscenza: non abbiamo tempo e dobbiamo essere più veloci tutti quanti. Nello stesso tempo, ad oggi, il gruppo è cambiato poco e dunque la mia intelligenza deve essere quella di adeguarmi un pochino ed entrare piano piano, facendo qualcosa di nuovo ma senza stravolgere un gruppo che ha delle conoscenze. Come partenza ci si può adeguare".
Come si lavora su un gruppo nel cambio della mentalità? Sarà un calcio diverso rispetto a quello che la squadra era abituata a fare
"Ogni allenatore ha dei principi, non credo che ci sia un giusto e un sbagliato. Ogni allenatore ha delle idee e cerca di plasmare la squadra, ma ci vuole del tempo. Non ne abbiamo tanto e quindi cercheremo, piano piano, di incunearci in qualche principio e qualche idea senza togliere le certezze dei calciatori. Sarà un processo che seguiremo piano piano anche quando arriveranno i punti da giocare, le partite, e trovare senza fretta una strada diversa. Togliere le certezze ai giocatori, almeno per me, non è una scelta intelligente".
C'è qualche calciatore sul quale Liverani ha posto il veto sulla cessione?
"La chiarezza nel momento in cui ci si conosce è importante. Io, quando sono arrivato qui, conoscevo quelle che sono le idee della Proprietà e la loro partecipazione. So le idee del Direttore Sportivo, sotto questo profilo siamo sotto la stessa lunghezza d'onda ed è importante. Una cessione la determinano la Proprietà, il Direttore e l'allenatore. io non metterò mai il veto su una cessione in cui c'è un guadagno importante per la Società e un calciatore che preme per andare. E' normale che ad una cessione corrisponde un ingresso di un calciatore per affrontare un campionato – come in questo caso – difficile, racchiuso in otto mesi, con le cinque sostituzioni. E' automatico avere venti-venticinque calciatori di qualità importanti perché si giocherà in maniera compressa. Non c'è nessun veto, bisogna restare a Parma con la mia stessa volontà ed entusiasmo altrimenti il calcio è pieno di calciatori bravi".
Il calcio di Liverani in questi anni è stato bello, ha fatto vedere delle cose interessanti: unico neo sono stati i gol subiti. Ha pensato cosa tenere tra quanto fatto di buono e avere un senso difensivo un po' più spiccato?
"Io credo che ci sia sempre equilibrio tra fase difensiva ed offensiva. Il percorso di Lecce credo sia diverso, perché sono arrivato lì in Lega Pro e siamo stati primi in classifica con la seconda miglior difesa. In Serie B siamo arrivati secondi con la quarta miglior difesa. E' evidente che avevamo delle difficoltà che erano note alla Società e al Direttore Sportivo, ma avevamo deciso che pur rischiando di prendere qualche gol in più gli investimenti più importanti venissero fatti per fare qualche gol in più. Abbiamo avuto un po' di difficoltà tra Covid-19 ed infortuni di calciatori che, pensavamo, potessero sopperire a qualche gol in più. Purtroppo non è andata bene, siamo retrocessi con tutte le difficoltà che abbiamo avuto per un paio di situazioni poco fortunate ma l'obiettivo era quello di lottare fino all'ultimo minuto e lo abbiamo fatto. Non c'è una fase offensiva lontana dalla difensiva e viceversa".
In questi anni il Parma ha lavorato cercando delle strategie per prendere la squadra avversaria. Fabio Liverani che allenatore è? Cercherà di proporre il suo calcio?
"Cerco di essere equilibrato, di avere delle idee per la mia squadra e metterle in campo confrontandomi con l'avversario: non totalmente su di me e non totalmente su di loro. Cerco di trovare una via di mezzo, certe volte ci si riesce di più ed altre di meno. Non riuscire ad essere solo per mia idea o solo quella per gli avversari".
Gervinho e Karamoh rientrano nei piani di Fabio Liverani?
"Sono due calciatori con una storia diversa. Gervinho, per ciò che ha fatto e dimostrato, è un calciatore esperto, con qualità e determinate caratteristiche. Karamoh è un calciatore da scoprire per noi ma anche per sé stesso, adeguarsi ad un certo tipo di calcio, giocare per sé e per gli altri. Sono due calciatori importanti per il Parma, noi ci lavoriamo e ci contiamo. Poi, se dovessero arrivare delle offerte, in sintonia con Società e Direttore Sportivo le valuteremo e se saranno vantaggiose per tutte le parti credo che non ci sia motivo di trattenere nessuno. Ma deve essere un vantaggio per la Società, per il Direttore Sportivo, per me e anche per il ragazzo".
Il contratto biennale è un modo per costruire un progetto. Qual è il progetto?
"Ho sempre fatto contratti e rispettato contratti lunghi, da calciatore e da allenatore. Dove sento fiducia per me è la squadra massima alla quale posso aspirare. Vivo per quella squadra, per quella Società, per quella città, senza avere altri pensieri. E' evidente che per poter lavorare e dare tutto devo avere degli obiettivi massimi, che si possono raggiungere dopo sei mesi, un anno, tre anni o cinque anni. Per il contratto non c'è stata una trattativa che è durata più di tre minuti, perché se ho la percezione di chi mi contatta che crede in me e ha fiducia in me non mi fa pensare al resto. Sono a Parma pensando di restarci più tempo possibile. Il percorso per arrivare qui non è stato tortuoso. A Lecce ho passato tre anni con una città, una piazza, in una Proprietà a cui si rimane molto legati: succede che il cuore faccia avere mille dubbi e si vada in difficoltà sulle scelte da fare con la testa. Credo che il Covid-19, finire il campionato il 3 agosto, è stato tutto molto concentrato: avevo qualche dubbio in più ma il Parma non c'entra con la mia scelta perché è arrivato dopo. Pensavo di fermarmi e quindi magari da parte del Lecce c'è stato un pensiero di arrabbiatura per una scelta mia diversa rispetto a quella prospettata subito, una scelta dovuta a miei pensieri personali. Non c'era nulla col Parma, non c'era nulla col Direttore e infatti mi sarei serenamente fermato perché dopo tre anni sarebbe stato corretto così".
Che campionato si aspetta? Si riparte con le stesse condizioni di prima "Sicuramente è un campionato particolare. Ripartire dopo venti giorni di sosta, giocare dopo 2-3 settimane di allenamenti con calciatori attualmente in Nazionale che rientreranno il dieci settembre e dunque ad una settimana dall'inizio del campionato. E' molto atipico per tutti e proprio per questo avremo bisogno di un po' di tempo per capire che strada prenderà questo campionato. L'assenza dei tifosi sarà importante e speriamo si possano riaprire gli stadi – anche parzialmente – perché lo sport così non ha lo stesso valore. Credo che ci vorranno 8-10 partite per capire che campionato sarà".
La squadra attuale, al momento, è la stessa dell'anno scorso. Che modifiche potrebbero esserci se la squadra rimarrà questa considerato che il modo di intendere il calcio potrebbe essere diverso?
"Mancano un terzo dei gol fatti e non è poco. Siamo strutturati in una maniera ma perdendo una buona parte di gol. Ci sono le caratteristiche per fare quel calcio ma penso ci siano anche calciatori che hanno giocato in maniera diversa, come Kurtic, Kucka, Darmian. Sono giocatori esperti e di qualità. Adeguarsi ad un altro tipo di calcio è nella loro indole, la squadra che ha finito è un'ottima squadra da poter gestire e plasmare".
(Fonte e immagini: Parma Calcio 1913)