Editoriale: Si o No? le due principali DOP prendono il volo. Sempre la solita storia, basta con i ricatti! Cereali e dintorni. Mercati sostanzialmente stabili. Vino: il Testo Unico è legge. Campagna pomodoro 2017, pronta una proposta per il miglioramento della programmazione produttiva. Carne bovina: domanda ancora debole
SOMMARIO Anno 15 - n° 48 04 dicembre 2016
1.1 editoriale Si o No?
2.1 lattiero caseario Le due DOP hanno preso il volo.
3.1 politica-referendum Sempre la solita storia. Basta con i ricatti!
3.2 agricoltura sostenibile La "Bandiera Verde Agricoltura" a una azienda reggiana
4.1 cereali Cereali e dintorni. Mercati sostanzialmente stabili.
6.1 agricoltura Al Cap di Parma un incontro sull'annata agraria
6.2 vino VeronaFiere. Nascono gli Evoo Day
7.1 vino Vino: il Testo Unico è legge
7.2 pomodoro Campagna pomodoro 2017, pronta una proposta per il miglioramento della programmazione produttiva
8.1 carni bovine Carne bovina: domanda ancora debole
10.1 promozioni "vino" e partners
11.1 promozioni "birra" e partners
Qualsiasi cosa accada, ci libereremo del tormentone 2016. Di referendum non se ne poteva più e nemmeno delle risicole ragioni che sostenevano i due fronti. Tutti ben lontani dal raccontare la verità.
di Lamberto Colla Parma 4 dicembre 2016
Comunque vada, il 5 novembre festeggeremo la liberazione dalla campagna referendaria.
Quasi un anno intero dedicato allo scontro tra il Si e il No, sospeso in occasione dell'emergenza sismica del centro Italia e poche altre circostanze.
Un inesauribile e ubiquitario Matteo Renzi ha spronato i componenti del governo a "predicare" le ragioni del "Si", limitatamente a quelle astutamente espresse nel quesito oggi proposto nel segreto delle cabine elettorali.
Nei dieci mesi trascorsi a ascoltare i due fronti contrapposti, nessuno è riuscito, oppure ha voluto, informare compiutamente il pubblico degli elettori sugli aspetti della riforma.
Molto opportunamente il Premier ha lanciato la campagna referendaria condizionando la sua carriera, di primo ministro e addirittura di politico, all'esito della consultazione elettorale.
Una sfida raccolta dai suoi detrattori e "rottamandi" compagni di coalizione ma anche dalle opposizioni che, a loro volta, hanno impostato e mai più modificata, la strategia comunicativa promotrice delle ragioni del No.
E così si è proceduto sino alla vigilia delle elezioni americane.
Poi, con l'inattesa vittoria di Trump, il timore di un rigurgito populista e con i sondaggi che parevano prevalere per il No, il "Gianburrasca" si è scatenato e ha modificato il "Claim", non più "Con me o Contro di me" bensì "per voi e per l'Italia", ma convertito in "non votate per simpatia o antipatia nei miei confronti ma fatelo per l'Italia... E' l'ultima occasione, è l'ultimo treno che passa per il cambiamento". Un verbo rinnovato portato in ogni dove, dalle piazze ai circoli alle radio e in ogni trasmissione televisiva, o radiofonica.
Una propaganda furbescamente accompagnata da qualche regalia o promessa, come appunto gli 85€ e l'impegno a annullare il precariato nella pubblica amministrazione, colmando peraltro un ritardo di 7 anni dall'ultimo aggiornamento contrattuale, con l'auspicio di trascinare dalla sua parte l'enorme bacino dei dipendenti pubblici.
Non c'era trasmissione che non prevedesse un intervento di Matteo Renzi o di un suo alleato. Ma la differenza vera l'ha fatta lui e un'ottima campagna "social".
Se la distanza tra il Si e il No si è ridotta, probabilmente addirittura annullata, lo si deve solo e esclusivamente a un premier che è anche un "leone da palcoscenico", capace di schermare con i conduttori o recitando incisivi monologhi dai diversi e tanti palchi.
Dall'altra parte, invece, si è proseguiti nella campagna "Contro Renzi".
Un errore strategico di non poco conto, soprattutto alla luce del consenso di "simpatia" che il leader del PD raccoglieva durante le sue comparsate, riuscendo paradossalmente a favorire la stessa campagna di Matteo Renzi.
Ed oggi tocca a noi, nella speranza che gli elettori abbiano letto - cosa che dubito - la proposta di modifica, assumerci la responsabilità di stravolgere la Costituzione o meno.
Domani sarà un altro giorno, nella speranza che tutto cambi ma non per restare tutto uguale.
Ieri a Parma è arrivato Matteo Salvini che nel pomeriggio ha incontrato i cittadini all'hotel Mercuri (Stendhal). Il segretario federale della Lega Nord ha spiegato ai tanti presenti le ragioni del "No" al referendum del 4 dicembre sulla riforma costituzionale e della proposta della Lega Nord per la FLAT TAX al 15%.
Il leader della Lega ha annunciato che tornerà a Parma dopo il referendum per parlare delle prossime elezioni amministrative. Presenti il coordinatore cittadino Maurizio Campari, il consigliere regionale Fabio Rainieri, il sindaco di Fontevivo Tommaso Fiazza e il sindaco di Traversetolo Simone Dall'Orto.
Dopo il convegno si è reso disponibile per i selfie con i simpatizzanti.
Tutte le foto continuano a fondo pagina, ph. Francesca Bocchia
Il Financial Times torna a occuparsi del "nostro referendum" e ipotizza che 8 banche falliranno in caso di vittoria del NO. Che sia vera la "leggenda metropolitana" che racconta di un Governo legato ai poteri forti della finanza?
di Lamberto Colla Parma 28 novembre 2016 –
Proprio domenica mattina, mentre noi uscivamo con l'articolo "Gli occhi puntati sul nostro Referendum" nel quale facevamo riferimento, tra le altre cose, alla ben poco elegante uscita dell' Economist di pochi giorni prima, che di fatto paragonava Mussolini a Berlusconi, ecco che un'altra testata britannica se ne esce con un "velato appoggio" al "SI" ipotizzando, con il sostegno di pareri di esperti, che in caso di sconfitta del fronte di Renzi, 8 banche italiane falliranno.
Una posizione posta in essere per condizionare il voto, attraverso il la semina del dubbio e della paura. Paura di entrare ancor più profondamente in una crisi che dura da troppi anni e sta facendo consumare i risparmi a tantissimi.
Paventare il crollo di 8 banche vuol dire insinuare il tarlo che potrebbero volatilizzarsi gli ultimi risparmi in men che non si dica e il "Bail In" ha già fatto le sue vittime.
Disoneste queste testate e disonesti i mandanti!
Ma se tutti questi giornali economici spingono verso una sola direzione, quella del "SI", non è che per caso veramente ci possa essere una diretta connessione tra Governo e la Finanza mondiale che il mondo vuol governare?
Ha forse ragione il Giudice Ferdinando Imposimato? Il presidente onorario aggiunto della Corte di Cassazione, all'indomani del divieto da parte delle autorità accademiche dell'Università degli Studi Roma 3 di concedere il confronto tra il Giudice e gli studenti sulle questioni a favore del NO, ha affermato, dai microfoni di Radio Cusano Campus, che "C'è un'assoluta contiguità tra questa riforma costituzionale e il piano di Rinascita Democratica della P2". "Questa operazione di stravolgimento della Costituzione - ha aggiunto Imposimato - è iniziata nel 1969 quando si propose, attraverso il piano di Rinascita Democratica, il modello che era stato elaborato da Gelli, il quale a sua volta lo aveva ricevuto da altri che volevano imporlo all'Italia. La Costituzione - ha proseguito - è riuscita a difendersi e questo progetto di repubblica presidenziale è sicuramente contenuto in questa riforma del governo. C'è un'assoluta contiguità tra questa riforma e il piano di Rinascita Democratica della P2. Hanno gli stessi obiettivi."
Oppure hanno ragione i "complottisti" quando sostengono che una "mano fatata" avrebbe guidato la scrittura della riforma seguendo le indicazioni mosse dalla più potente banca d'affari mondiale. La JP Morgan che nel maggio 2013 trasmise un documento di 16 pagine (scaricabile al Link), qua e là, in giro per le cancellerie d'Europa, con alcune considerazione e "democratici" suggerimenti.
Interessante leggere uno di quei "passi di alta democrazia" di JP Morgan:
"Quando la crisi è iniziata era diffusa l'idea che questi limiti intrinseci avessero natura prettamente economica: debito pubblico troppo alto, problemi legati ai mutui e alle banche, tassi di cambio reali non convergenti, e varie rigidità strutturali. Ma col tempo è divenuto chiaro che esistono anche limiti di natura politica. I sistemi politici dei paesi del sud, e in particolare le loro costituzioni, adottate in seguito alla caduta del fascismo, presentano una serie di caratteristiche che appaiono inadatte a favorire la maggiore integrazione dell'area europea. Quando i politici tedeschi parlano di processi di riforma decennali, probabilmente hanno in mente sia riforme di tipo economico sia di tipo politico.
I sistemi politici della periferia meridionale sono stati instaurati in seguito alla caduta di dittature, e sono rimasti segnati da quell'esperienza. Le costituzioni mostrano una forte influenza delle idee socialiste, e in ciò riflettono la grande forza forza politica raggiunta dai partiti di sinistra dopo la sconfitta del fascismo.
I sistemi politici e costituzionali del sud presentano tipicamente le seguenti caratteristiche: esecutivi deboli nei confronti dei parlamenti; governi centrali deboli nei confronti delle regioni; tutele costituzionali dei diritti dei lavoratori; tecniche di costruzione del consenso fondate sul clientelismo; e la licenza di protestare se vengono proposte sgradite modifiche dello status quo. La crisi ha illustrato a quali conseguenze portino queste caratteristiche. I paesi della periferia hanno ottenuto successi solo parziali nel seguire percorsi di riforme economiche e fiscali, e abbiamo visto esecutivi limitati nella loro azione dalle costituzioni (Portogallo), dalle autorità locali (Spagna), e dalla crescita di partiti populisti (Italia e Grecia)".
Per correttezza introduciamo il testo inglese originale:
"The journey of national political reform
At the start of the crisis, it was generally assumed that the national legacy problems were economic in nature. But, as the crisis has evolved, it has become apparent that there are deep seated political problems in the periphery, which, in our view, need to change if EMU is going to function properly in the long run.
The political systems in the periphery were established in the aftermath of dictatorship, and were defined by that experience. Constitutions tend to show a strong socialist influence, reflecting the political strength that left wing parties gained after the defeat of fascism. Political systems around the periphery typically display several of the following features: weak executives; weak central states relative to regions; constitutional protection of labor rights; consensus building systems which foster political clientalism; and the right to protest if unwelcome changes are made to the political status quo. The shortcomings of this political legacy have been revealed by the crisis. Countries around the periphery have only been partially successful in producing fiscal and economic reform agendas, with governments constrained by constitutions (Portugal), powerful regions (Spain), and the rise of populist parties (Italy and Greece)."
Sì, avete letto bene! In "soldoni", JP Morgan afferma che le "costituzioni" garantiscono i lavoratori e consentono al popolo di opporsi alla decisioni governative non apprezzate.
Oppure dovremmo aggiungere che la reale volontà popolare, che nel 2013 venne chiamata a esprimersi - attraverso un sondaggio elettronico promosso dalla Presidenza del Consiglio, è stata totalmente disattesa da questa riforma costituzionale?
Carta Canta!
E' sufficiente scaricare e leggersi il RAPPORTO FINALE della "Consultazione pubblica sulle riforma costituzionali" per osservare che NESSUNA delle indicazioni riportate dal documento presidenziale e comunque sintesi della Voce Popolare, è stata accolta.
A seguire - in galleria immagini - alcune slide di sintesi riportate dal Documento Finale in questione.
Penso che, nonostante tardivamente, ci siano sufficienti motivi di analisi e riflessione prima di infilarsi nella cabina elettorale.
Informatevi e meditate.
In allegato troverete anche la riforma costituzionale proposta confrontata con gli articoli che verranno modificati e rimossi.
Un elettore informato è un cittadino attivo e cosciente.
(in allegato: 3 Pdf documenti -
in galleria immagini: slide tratte dal Rapporto Finale)
Il Comune di Parma raccomanda a tutti gli elettori di verificare per tempo il possesso della tessera elettorale per poter esercitare il diritto di voto nel Referendum del 4 dicembre.
Parma, 28 novembre 2016
Nel caso di smarrimento della tessera o di esaurimento degli spazi per il voto su quella già in possesso, è possibile contattare il NUMERO VERDE 800.977917 per prenotare la nuova tessera indispensabile per poter votare.
Per evitare code dell'ultima ora è consigliabile provvedere per tempo.
Con la chiamata al numero verde, completamente gratuita, si può prenotare il duplicato della tessera elettorale in caso di smarrimento e avere informazioni per orari e sedi di voto, servizi di trasporto speciale, iscrizione alle liste elettorali, modalità di voto per cittadini italiani residenti all'estero, persone ricoverate, persone che necessitano del voto domiciliare e del voto assistito e ogni altra informazione attinente le elezioni.
Consultando il SITO WEB www.elezioni.comune.parma.it è possibile accedere ai servizi on line quali appunto richiesta duplicato della tessera elettorale e iscrizione e cancellazione dall'Albo dei Presidenti e degli scrutatori di seggio elettorale
In occasione delle consultazioni elettorali il Centro Servizi al Cittadino, per il rilascio della carta d'identità, e l'Ufficio elettorale, per il rilascio della tessera elettorale, presso il Direzionale Uffici Comunali (DUC) in largo Torello de Strada 11/a saranno aperti in concomitanza dell'apertura dei seggi, sabato 3 dicembre dalle ore 8.15 alle ore 19 e domenica 4 dicembre dalle ore 7 alle ore 23.
(fonte: ufficio stampa Comune di Parma)
La sfida referendaria si fa sempre più aspra. I toni si alzano e sempre più con loro, il tasso di insulti più o meno velati.
di Lamberto Colla Parma 20 novembre 2016
Lo scontro tra i sostenitori del SI e quelli favorevoli al NO è duro, quasi violento, sempre meno tecnico e sempre più politico.
Il confronto tra i rappresentanti dei due schieramenti, promosso dalle molteplici "tribune politiche" televisive, piuttosto che dalle colonne dei giornali, propone agli elettori uno scontro politico invece di una reale discussione a sostegno delle ragioni del cambiamento piuttosto che del mantenimento.
E pensare che, se ben 47 articoli della Carta Costituzionale sono stati intaccati dalla proposta referendaria, molte sarebbero le argomentazioni da esporre alla pubblica conoscenza.
Invece, gli argomenti più dibattuti restano sempre i soliti tre o quattro: il risparmio economico con chi sostiene che i 50 milioni sono una bazzecola rispetto al "costo" che si pagherà in termini di libertà in conseguenza dello stravolgimento dell'impianto costituzionale; l'alienazione del CNEL (probabilmente un Ente sconosciuta sino a oggi dalla gran parte della popolazione) e al recupero dei suoi costi (tra 9 e 12 milioni anno. In 70 anni è costato 1 miliardo di euro), la riduzione dei parlamentari e il depotenziamento del Senato.
In questo scenario di "informazione deficitaria in contenuti" e di scontro politico di bassissimo profilo (da "Mandiamo a Casa "Renzi" a "Se vince il NO rimane tutto come prima e le riforme resteranno ferme ancora per altri 70 anni" oppure "Meglio così piuttosto che lasciare tutto come era", come per dire "E' buono solo perché si fa qualcosa" ci si mettono di mezzo i giornali Finanziari di mezzo mendo a creare confusione e generare le solite paure agli elettori nostrani.
L'ultimo spauracchio arriva dall'autorevole giornale economico britannico "The Economist" che ci spiega perché bisognerebbe votare NO.
In breve sintesi, secondo l'editorialista inglese, "la modifica costituzionale proposta dal Signor Renzi non riesce ad affrontare il problema principale, che è la mancanza di volontà di affrontare le riforme dell'Italia. E i benefici secondari sono controbilanciati dagli svantaggi" Il rischio - prosegue l'articolo - è che, "nel tentativo di fermare l'instabilità che ha dato all'Italia 65 governi dal 1945 venga eletto un uomo forte. Questo nel Paese ha già prodotto Benito Mussolini e Silvio Berlusconi ed è preoccupante la vulnerabilità al populismo".
Sarei curioso di capire come può essere venuto in mente, a una persona intellettualmente onesta, di affiancare Berlusconi a Mussolini.
E comunque, in terra nostrana, non ho sentito alcuno gridare allo scandalo come quando Berlusconi etichettò Martin Shultz con l'appellativo di "kapò".
Un bel "Ma VAFFA" ci starebbe bene.
Editoriale: La Hillary Trumpata. Parmigiano inarrestabile. Eima International, qualità e quantità. Apertura in grande stile. Cereali e dintorni: ancora segnali di volatilità. Sud Est Asiatico. L'UE sta lavorando per abbattere le barriere. Wiki Loves Monuments. Emilia Romagna si fa onore. Ismea, a ottobre in ripresa i prezzi agricoli
SOMMARIO Anno 15 - n° 45 13 novembre 2016 (File scaricabile in pdf)
1.1 editoriale La Hillary Trumpata
2.1 lattiero caseario Parmigiano inarrestabile.
3.1 meccanizzazione Eima International, qualità e quantità.
3.2 EIMA International EIMA apre in grande stile: +20% i visitatori nel primo giorno
4.1 cereali Cereali e dintorni. Ancora segnali di volatilità.
5.1 export FOOD Sud Est Asiatico. L'UE sta lavorando per abbattere le barriere
5.2 meccanica agricola Politiche europee, un "new deal" per l'agricoltura
6.1 Turismo Wiki Loves Monuments. Emilia Romagna si fa onore.
7.1 prezzi agricoli Ismea, a ottobre in ripresa i prezzi agricoli
10.1 promozioni "vino" e partners
10.2 promozioni "birra" e partners
Editoriale: Confusion. Latte e formaggio. Sempre più su. Ismea, costi di produzione in ulteriore calo nel III trimestre. Cereali e dintorni. Effetto Trump anche sui mercati agricoli. Lattiero caseari, in espansione all'estero e domanda interna stagnante. La Regione frena il consumo del suolo
SOMMARIO Anno 15 - n° 44 06 novembre 2016 - (in allegato il file scaricabile in PDF)
1.1 editoriale Confusion
2.1 Lattiero Caseario Latte e formaggio. Sempre più su.
3.1 Costi agricoli Ismea, costi di produzione in ulteriore calo nel III trimestre
3.2 turismo esperienziale L'Emilia Romagna al World Travel Market di Londra:
4.1 cereali Cereali e dintorni. Effetto Trump anche sui mercati agricoli
5.1 lattiero caseario Lattiero caseari, in espansione all'estero e domanda interna stagnante
5.2 caccia Caccia. Pompignoli su piano venatorio: non contrapporre agricoltori e cacciatori
6.1 SUOLO La Regione frena il consumo del suolo
7.1 eima bologna Viabilità e trasporti: le novità "intorno" ad EIMA International
8.1 promozioni "vino" e partners
8.2 promozioni "birra" e partners
Tra certezze e sondaggi. Dal Brexit non più Brexit, alla vittoria non più scontata di Hillary al referendum costituzionale e la presumibile vittoria del NI. O forse non ci sarà proprio.
di Lamberto Colla Parma 6 novembre 2016
Sino a poche ore fa, se una certezza v'era, risiedeva nell'uscita del Regno di Sua Maestà Elisabetta II dall'UE. Il referendum popolare aveva sancito, seppure non in modo chiarissimo, la volontà del popolo britannico a abbandonare l'Unione, decidendo quindi di non completare il processo di integrazione avviato e mai portato a termine nel 1972. Tanto è vero che oltremanica è sempre stata in vigore la moneta locale (Sterlina), le unità di misura erano e sono ancora quelle anglosassoni (ll Chilogrammo, il litro e il metro sono noti agli inglesi come a noi lo sono la libbra, l'oncia e il miglio).
Fatto sta che, mentre era in pieno allestimento la laboriosa macchina che avrebbe dovuto traghettare "rapidamente" ogni cosa di sua Maestà sulla grande isola del Mare del Nord, la Corte Suprema di Londra ha accolto il ricorso presentato dalla nutrita fronda degli europeisti, stabilendo che il governo britannico dovrà richiedere il voto del Parlamento per avviare il processo di uscita dall'Unione Europea. Una questione imbarazzante per la premier Theresa May la quale sembra invece orientata a proseguire il cammino intrapreso e a far votare l'articolo 50 del trattato di Lisbona, contando su una solida maggioranza. Brexit Si o No?
Incertezza per incertezza, oltreoceano invece, il "Typhoon Trump" sta investendo la "Clinton Troop".
Un uomo solo contro tutti, contro persino il proprio partito, sta navigando a gonfie vele e, proprio nelle ultime ore, i sondaggi lo vedono addirittura favorito. Pochi punti percentuali separano i due candidati al governo della più grande potenza economica e militare del mondo e la vittoria dell'uno sull'altra sarà determinante dal numero di coloro che andranno a votare.
Urne tradizionalmente poco frequentate, quelle statunitensi, che nel caso dovessero, anche di poco, superare la quota delle precedenti tornate elettorali, i nuovi voti sarebbero, molto probabilmente, della frangia di protesta e quindi favorevoli a Trump, o per meglio dire, assolutamente contrari alla Clinton e al "mondo" che rappresenta. Martedi 8 novembre il popolo americano sarà protagonista, almeno per un giorno.
E qui, nella piccola Italia, nel regno dei complotti e delle trame oscure di medievali ricordi, la personalizzazione del Referendum voluta da Matteo Renzi non sta dando i frutti sperati. Gli ultimi sondaggi indicano il fronte del "No" avanti (tra il 51,5 e il 52%) sui sostenitori del "Si" e la paura di perdere sta facendo tremare il Governo al punto tale da avanzare l'ipotesi di uno slittamento primaverile della data delle consultazioni referendarie.
Voci di corridoio s'intende, alle quali però fa seguito la proposta ufficiale dello stesso Ministro dell'Interno, leader di NCD, Angelino Alfano lanciata dai microfoni di rete 102.5 lo scorso giovedi, invocando la scusa del terremoto che ha tramortito il centro Italia. Smentita immediata di Renzi ma in seguito fatta propria da alcuni Sindaci dei comuni terremotati.
E se una tale richiesta dovesse venire formalizzata da quella popolazione, chi mai avrebbe il coraggio di opporsi pur di garantire un po' di tranquillità a quei concittadini che, dal 24 agosto a oggi, sono stati "torturati" da oltre 22.000 scosse telluriche? La paura fa 90.
Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa del Movimento 5 Stelle di Castelnovo ne' Monti sulle affissioni del PD riguardanti il Referendum costituzionale. Denuncia fatta alla Commissione Elettorale del Comune.
Reggio Emilia, 19 ottobre 2016
"Era chiaro sin da subito che sarebbe stata una campagna referendaria molto accesa visto la posta in gioco, sia per gli interessi della finanza sia per la credibilità del PD e del suo leader massimo Matteo Renzi.
Le televisioni ed i media stanno attuando un vero e proprio "terrorismo mediatico" dando imprecisati ultimatum quali "se non cambiamo adesso la costituzione non si potrà cambiare per i prossimi 30 anni" o "se vince il NO il paese tornerà indietro di 30 anni (che non sarebbe poi così male a pensarci bene), così come il Premier non perde occasione di ripetere come un mantra "non si può dire sempre NO"...
In effetti a volte i NO servono eccome, servono a rifiutare la corruzione tipo quella del Mose o Mafia Capitale, l'illegalità che sta divorando la nostra terra (AEMILIA), la povertà dilagante che continua a crescere in tutto il paese. Forse ne abbiamo detti troppo pochi dei NO in questi ultimi 30 anni ma tornare indietro non si può e dobbiamo quindi pensare al presente.
Allo stato dei fatti dobbiamo cercare di capire perché ci sia così tanto interesse in cambiare la nostra Carta Costituzionale da parte di chi con la stessa ha governato e governa tutt'ora, perché se il motivo sono semplicemente i tempi di approvazione delle leggi o la diminuzione dei costi della politica allora non ci si spiega perché quando si vuole le leggi escano in tempi brevissimi anche con l'attuale bicameralismo, vedi ad esempio legge Fornero (19 giorni) o Lodo Alfano (20 giorni) come non trova risposta il fato che non si elimini totalmente il Senato o non si riducano i compensi di tutti i parlamentari.
Risulta difficile capire perché anche in un Comune insignificante di poco più di 10.000 anime quale Castelnovo ne' Monti, primo comune anti-mafia d'Italia, Comune simbolo della legalità per eccellenza sia così importante influenzare l'opinione pubblica per dire SI anche a se per farlo si infrangono le leggi dello stato.
Ecco noi diciamo NO a questo scellerato modo di condizionare a tutti i costi il libero pensiero, diciamo NO all'interesse dei potenti a discapito della collettività che prevale sul buon senso e sulle stesse leggi e per questo oggi abbiamo denunciato al nostro Sindaco, alla Polizia Municipale e al Comitato Elettorale questo triste episodio tipico della vecchia politica con la speranza che si possa continuare questa campagna referendaria nel rispetto delle persone e delle stesse leggi."
Movimento 5 Stelle Castelnovo ne' Monti