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Domenica, 27 Novembre 2016 12:06

Gli occhi puntati sul nostro Referendum

La sfida referendaria si fa sempre più aspra. I toni si alzano e sempre più con loro, il tasso di insulti più o meno velati.

di Lamberto Colla Parma 20 novembre 2016
Lo scontro tra i sostenitori del SI e quelli favorevoli al NO è duro, quasi violento, sempre meno tecnico e sempre più politico.

Il confronto tra i rappresentanti dei due schieramenti, promosso dalle molteplici "tribune politiche" televisive, piuttosto che dalle colonne dei giornali, propone agli elettori uno scontro politico invece di una reale discussione a sostegno delle ragioni del cambiamento piuttosto che del mantenimento.
E pensare che, se ben 47 articoli della Carta Costituzionale sono stati intaccati dalla proposta referendaria, molte sarebbero le argomentazioni da esporre alla pubblica conoscenza.

Invece, gli argomenti più dibattuti restano sempre i soliti tre o quattro: il risparmio economico con chi sostiene che i 50 milioni sono una bazzecola rispetto al "costo" che si pagherà in termini di libertà in conseguenza dello stravolgimento dell'impianto costituzionale; l'alienazione del CNEL (probabilmente un Ente sconosciuta sino a oggi dalla gran parte della popolazione) e al recupero dei suoi costi (tra 9 e 12 milioni anno. In 70 anni è costato 1 miliardo di euro), la riduzione dei parlamentari e il depotenziamento del Senato.

In questo scenario di "informazione deficitaria in contenuti" e di scontro politico di bassissimo profilo (da "Mandiamo a Casa "Renzi" a "Se vince il NO rimane tutto come prima e le riforme resteranno ferme ancora per altri 70 anni" oppure "Meglio così piuttosto che lasciare tutto come era", come per dire "E' buono solo perché si fa qualcosa" ci si mettono di mezzo i giornali Finanziari di mezzo mendo a creare confusione e generare le solite paure agli elettori nostrani.

L'ultimo spauracchio arriva dall'autorevole giornale economico britannico "The Economist" che ci spiega perché bisognerebbe votare NO.

In breve sintesi, secondo l'editorialista inglese, "la modifica costituzionale proposta dal Signor Renzi non riesce ad affrontare il problema principale, che è la mancanza di volontà di affrontare le riforme dell'Italia. E i benefici secondari sono controbilanciati dagli svantaggi" Il rischio - prosegue l'articolo - è che, "nel tentativo di fermare l'instabilità che ha dato all'Italia 65 governi dal 1945 venga eletto un uomo forte. Questo nel Paese ha già prodotto Benito Mussolini e Silvio Berlusconi ed è preoccupante la vulnerabilità al populismo".

Sarei curioso di capire come può essere venuto in mente, a una persona intellettualmente onesta, di affiancare Berlusconi a Mussolini.

E comunque, in terra nostrana, non ho sentito alcuno gridare allo scandalo come quando Berlusconi etichettò Martin Shultz con l'appellativo di "kapò".

Un bel "Ma VAFFA" ci starebbe bene.

Pubblicato in Politica Emilia

Si è spento all'età di 90 anni l'ultimo rivoluzionario. "Oggi, 25 novembre, alle 10:29 della notte è morto il Comandante in Capo della Rivoluzione Cubana Fidel Castro Ruz", scrive il sito web ufficiale Cubadebate.

Dalla scomunica di Papa Giovanni XXIII alla riabilitazione con Giovanni Paolo II.

50 anni di isolamento internazionale ma capace di condizionare la poitica mondiale molto più di quanto le dimensioni dell'isola potessero fare supporre.

Figlio di una famiglia benestante, ha studiato prima a La Salle poi, trasferitosi a l'Avana studiò nell'esclusivo collegio de Belén, sotto la guida di sacerdoti Gesuiti per poi iscriversi alla facoltà di diritto nel 1945.

Castro, assieme al fratello Raúl, a Che Guevara e Camilo Cienfuegos è stato uno dei protagonisti della rivoluzione cubana contro il regime del dittatore Fulgencio Batista e, dopo il fallito sbarco nella baia dei Porci da parte di esuli cubani appoggiati dagli Stati Uniti d'America, proclamò l'istituzione della Repubblica di Cuba.

 

 

(Foto tratta da Wikipedia - Discorso di Fidel Castro nel 1978)

Pubblicato in Cronaca Emilia

E' ufficiale, Luigi Alfieri si candida alla carica di Sindaco di Parma. Già pronta la struttura operativa e già diversi gruppi sono al lavoro per studiare le soluzioni ai problemi individuati. Squadra di governo e simbolo ancora top secret.

Di Lamberto Colla

Parma, 23 novembre 2016

Questa mattina alle 11,00 Luigi Alfieri, il noto giornalista e scrittore parmigiano, ha ufficializzato la sua candidatura per la prima carica cittadina. "Lo dico subito, mi candido alle prossime amministrative." Con queste parole Alfieri ha aperto la conferenza stampa convocata per l'ufficializzazione ma soprattutto per illustrare il suo programma e la sua visione di città.

"Ho vissuto una Parma straordinaria, una Parma ricca di iniziative culturali e sociali. La vita che c'era in Piazza Garibaldi prima che la "cosa" uccidesse il centro era qualcosa di unico".

Partendo da questi di ricordi di una Parma molto diversa dall'attuale, che negli anni ha perso il suo smalto in un processo di costante degradazione, Luigi Alfieri ha iniziato a maturare l'idea di contribuire per imprimere e governare una drastica inversione di tendenza. Il fattore scatenante può ricondursi a quell'8 febbraio, quando la sua abitazione venne "visitata" dai ladri. Ha maturato l'idea di un progetto complesso che necessità di una macchina comunale efficiente. "Le professionalità all'interno del comune - sottolinea Alfieri - ci sono, bisogna entusiasmare la gente attorno delle idee, delle linee guida, attorno a un progetto." Quattro sono i pilastri sui quali si poggia la politica del neo candidato: sicurezza, bellezza, globalità e solidarietà.

Parafrasando la celebre frase di Dostoevskij, Luigi Alfieri ha generato il motto "La bellezza salverà Parma" che sarà la guida del suo operato. Non un approccio meramente estetico, come potrebbe essere frainteso, bensì assolutamente pragmatico. "Io sostengo che il tempo delle ideologie è finito ma anche la divisione tra civici e partiti non ha più senso. Ci sono solo modi diversi di guardare la società." Chi amministra - prosegue Alfieri - per prima cosa deve individuare il problema, comprenderlo e analizzarlo confrontandosi con i cittadini e con gli esperti del settore.

Le idee di sviluppo della città di Alfieri e del suo movimento spontaneo, come ama definirlo, è già tracciato, a partire dalla connessione con il resto del mondo che potrà generare flussi turistici e opportunità di lavoro. Connessioni rapide che si dovrebbe declinare con più rapidi collegamenti ferroviari per consentire l'accorciamento dei tempi per il raggiungimento degli aeroporti internazionali e connessioni internet super veloci dotando la città delle tecnologie più d'avanguardia. "In una città globale, il viaggiatore con un click deve sentirsi a casa e i parmigiani nel mondo. I giovani saranno i primi ad avvantaggiarsi di questa tecnologia, che crea nuove opportunità".

Infine, ma non da ultimo, il programma guarda con attenzione al welfare: "La nostra città da sempre è stata attenta ai più deboli e tutte le amministrazioni che si sono succedute hanno dato ampio spazio nei loro bilanci al sociale. Poi alcuni hanno usato i soldi meglio, altri meno. Ma la solidarietà è un vanto di Parma. Io inoltre credo che la spesa in welfare sia un investimento. Lottando contro la povertà, sostenendo l'istruzione, aiutando i deboli, si creano, a lungo termine, le condizioni di una maggiore sicurezza".

Sicurezza che, stando ai dati di una statistica recente, indica essere la preoccupazione del 75% dei parmigiani. Un problema che il candidato intende affrontare sia attraverso un progetto di "Sicurezza preventiva", con il sostegno anche di avanzati software statistici e di un forte collegamento tra le varie forze dell'ordine, sia aggredendo le aree di degrado cittadino, andando a "accendere le luci nei quartieri" e riconsegnando i vari angoli cittadini alla vita sociale sottraendo spazi e luoghi alla criminalità.

La squadra di governo è quasi pronta ma verrà svelata in una prossima occasione insieme al logo e al nome che verranno assegnati al "Movimento Spontaneo" che si è raccolto attorno a Luigi Alfieri.

Pubblicato in Cronaca Parma
Domenica, 20 Novembre 2016 11:15

7 sindaci italiani riuniti a Parma.

Sette sindaci italiani per parlare dell'Italia dei sindaci, alla Camera di Commercio. Assente il primo cittadino di Napoli, Luigi de Magistris.

Parma, 19 novembre 2106. Sei sindaci italiani di varie estrazioni politiche, di varie regioni e di varie dimensioni alla Camera di Commercio, su invito del sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, per parlare de: "L'Italia dei sindaci. Buone idee dalle città per cambiare il futuro del Paese", ogni primo cittadino ha parlato delle proprie esperienze ma si è approfondito anche il tema di grande attualità legato a: sicurezza e immigrazione.

19112016-INCONTRO SINDACI CCIAA 2016 046E' stato un momento di confronto, di dibattito e di approfondimento proficuo che ha visto il contributo, oltre che del sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, di Flavio Tosi, sindaco di Verona; di Giuseppe Sala, sindaco di Milano; di Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, di Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia, di Roberto Pella, sindaco di Valdengo e di Paolo Erba sindaco di Malegno. E la prima domanda che ha posto il moderatore dell'incontro, il giornalista Ferruccio Sansa de "Il Fatto Quotidiano", è stata proprio che cosa può fare, oggi, il primo cittadino?. Tanto, secondo il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che ha sottolineato come i sindaci debbano essere animati da una grande forza di volontà per lavorare e migliorare la vita dei cittadini, nella quotidianità, ma anche nel progettare il futuro della città e a trovare i fondi necessari per fare in modo che questi progetti si realizzino.

Il confronto ha visto tutti i primi cittadini parlare di esperienze e progetti che hanno segnato le loro città . Il sindaco di Milano ha parlato di rilancio della città in termini di programmazione urbanistica e di approccio al tema del welfare. Un tema, questo, di cui ha parlato anche il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, che ha focalizzato il proprio intervento sul nuovo welfare di comunità e l'esperienza portata avanti a Bergamo con le reti sociali di quartiere. Il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, si è concentrato sul tema della rigenerazione urbana fondata su quattro principi cardine: sostenibilità, attrattività, inclusività ed equilibrio. Il WoPa – WorkoutPasubio – ne è un esempio, così come il tema del recupero del complesso di San Paolo, in vista della collocazione della Fondazione Unesco e di progetti culturali trasversali. Flavio Tosi ha ribadito la necessità di andare verso amministrazioni locali che siano efficienti, in grado di offrire servizi di qualità a costi concorrenziali. Ed ha auspicato il fatto che si vada sempre più verso un'autonomia finanziaria dei Comuni, sbloccando il patto di stabilità. Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha parlato della situazione debitoria del Comune di Venezia al suo arrivo come sindaco. "Il debito consolidato era pari a 799 milioni di euro e l'abbiamo ridotto in poco tempo di 30 milioni di euro".

Il primo cittadino della ex Repubblica Marinara ha parlato di sicurezza e lavoro e della necessità di investire per i giovani e di fare rete tra i Comuni 

19112016-INCONTRO SINDACI CCIAA 2016 106italiani. Roberto Pella, sindaco di Valdengo, ha auspicato maggiori poteri ai sindaci e si è detto favorevole ad un ruolo maggiore per i Comuni, "ponendo al primo posto, sempre, l'interesse generale". Paolo Erba, sindaco di Malegno, ha ricordato le esperienze virtuose in tema ambientale del piccolo Comune della val Camonica con soli 2.000 abitanti e si è ricollegato anche alle buone pratiche messe in atto come Amministrazione che fa parte dell'Associazione dei Comuni Virtuosi per cui è intervenuto, al convegno, Marco Boschini, il coordinatore. Il convengo ha visto il patrocinio dell'Anci – Associazione dei Comuni Italiani - ed è stato caratterizzato da un dibattito legato al tema della sicurezza e immigrazione.

Un tema scottante e di grande attualità per cui i primi cittadini hanno suggerito diversi modi di affrontarlo. Quello che è emerso è che le cose così non vanno e che ci vuole un cambiamento. Si va da un posizione radicale del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, che propone un blocco navale umanitario, a quella di Flavio Tosi, sindaco di Verona, che ha parlato della necessità di certezza delle pena per chi compie alcuni tipi di reato.

"Chi ruba e spaccia sono sempre gli stessi – ha detto Tosi – e lo fanno perché tanto tornano sempre in libertà". La ricetta di Tosi è quella di fare in modo che i migranti siano distribuiti in base al rapporto con il numero di abitanti della città che li accoglie e che siano previsti lavori gratuiti in favore della collettività da parte loro. Giuseppe Sala, sindaco di Milano, ha rimarcato il fatto che non tutti i Comuni fanno la loro parte e che i sindaci leghisti si rifiutano di accogliere i migranti. Giorgio Gori ha sottolineato come solo 2 mila Comuni italiani accolgano i migranti, su 8 mila, ed ha lamentato la mancanza di regole certe. Ha auspicato la realizzazione di percorsi adeguati per coloro che sono in Italia, percorsi che rispettino prima di tutto la dignità dell'individuo e che favoriscano l'integrazione.

Sul tema della sicurezza il sindaco di Parma ha sostenuto la necessità che il Governo stralci i costi, che i Comuni devono sostenere per garantirla, dal patto di stabilità, prevedendo la possibilità di assumere agenti e con maggiori risorse disponibili per la tutela e la garanzia dell'ordine pubblico.

(a seguire la Galleria Immagini a cura di Francesca Bocchia)

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Pubblicato in Politica Parma
Domenica, 20 Novembre 2016 14:25

c.a.s.e.a.SOMMARIO Anno 15 - n° 46 20 novembre 2016

Editoriale: Con l'acqua alla gola? Sensibile rimbalzo del Grana Padano e del Parmigiano. Ismea, flette la spesa alimentare nel 2016. EIMA International: il trionfo della meccanica. USA: Parmesan grattugiato richiamato dopo test sulla Salmonella. Food Valley protagonista a New York.

SOMMARIO Anno 15 - n° 46 20 novembre 2016
1.1 editoriale Con l'acqua alla gola?
2.1 lattiero caseario Sensibile rimbalzo del Grana Padano e del Parmigiano.
3.1 consumi Ismea, flette la spesa alimentare nel 2016
3.2 meccanica EIMA International: il trionfo della meccanica
4.1 cereali Cereali e dintorni. Mercati sostenuti.
5.1 agricoltura e network #Cia2016: Agricoltura, da creazione "Network dei Valori" risposte per 800 mila aziende
5.2 investimenti tecnologie Appennino: al via la banda larga
6.1 export e gastronomia Food Valley protagonista a New York
7.1 sicurezza alimentare USA: Parmesan grattugiato richiamato dopo test sulla Salmonella.
8.1 territorio e sicurezza Water Lab: i droni per il monitoraggio del territorio

10.1 promozioni "vino" e partners
11.1 promozioni "birra" e partners

Cibus-46-COP

Domenica, 20 Novembre 2016 12:47

Con l’acqua alla gola?

Alla ricerca del consenso a tutti i costi. La propaganda referendaria, sempre più spregiudicata, ha assunto sin dall'inizio un carattere politico piuttosto che tecnico. E dopo? Dopo inizierà la campagna elettorale. I conti e i problemi dell'Italia resteranno ancora in attesa di soluzione. Quando mai si ripeterà una congiuntura economica come quella degli ultimi due anni e che l'Italia non ha saputo sfruttare?

di Lamberto Colla Parma 20 novembre 2016
Distratti per alcune settimane dall'infuocata campagna elettorale statunitense, divisi tra i sostenitori della lady di ferro rappresentante di quella oligarchia finanziaria che vorrebbe governare il mondo e l'outsider eclettico e verace miliardario Trump, che in totale solitudine ha sfidato tutto e tutti, rappresentante invece di quella media e bassa borghesia statunitense preoccupata per le proprie sorti e per quelle dell'industria americana, abbiamo accantonato le preoccupazioni legate allo stato di salute della nostra economia, del nostro bilancio e della resa dei conti politica che si consumerà, presumibilmente, con il prossimo referendum.

Questa lunghissima campagna referendaria ha fatto perdere un anno di attività politica, quella onorevole, a favore di una azione tutta imperniata sulla figura del Presidente del Consiglio che, occorre dargli merito, ha saputo reggere e contrastare con invidiabile lucidità, spudorata astuzia e onnipresenza fisica. Dalla Radio, alla televisione, un giorno a Washington e il giorno seguente a Bari. Energie che, se fossero state messe a frutto nell'interesse collettivo, avrebbero prodotto la "rivoluzione" da moltissimi auspicata e per la quale, il giovane Renzi, da quando venne incoronato da Giorgio Napolitano, avrebbe ottenuto il consenso anche di buona parte del centro destra moderato.

Il risultato, invece, almeno dal punto di vista economico, è stato miserrimo.

I lacchè governativi hanno esultato all'annuncio dell'ISTAT che registrava, per il terzo trimestre 2016, un +0,3% di PIL che diventava ben 0,9% sui 12 mesi. Ben oltre le aspettative ha dichiarato il Ministro dell'economia Pier Carlo Padoan. D'altra parte cosa ci si può attendere da un Ministro che non sa quanto costa in litro di latte, una retta d'asilo o un litro di benzina. Ben venga che sia ottimista, almeno lui.
Non vorrei però che il Ministro Padoan, il Primo ministro Renzi e tutti gli altri governativi e paragovernativi, ritenessero di essere stati loro e la loro politica economica gli artefici di questa crescita "mostruosa".

Anzi, a ben pensare, sono loro i responsabili di questo disastro economico.
In tre anni la nostra crescita è stata praticamente a ZERO o ZERO VIRGOLA nonostante la concomitanza di fattori macroeconomici favorevoli e irripetibili (dal prezzo del petrolio ai minimi storici e sul quale si è speculato mantenendo i prezzi al consumo elevatissimi), al mega aiuto di Draghi, che sfidando i falchi tedeschi, ha imposto e poi rinnovato il Qe (Quantitive Easing) mantenendo un tasso di interesse prossimo a zero. Un grazie va anche alla grande finanza para-governativa che ha mantenuto lo spread entro valori più che accettabili (da 100 a 120 circa quando al tempo di Berlusconi l'avevano spinto anche oltre 600).

Insomma tutta una serie di aiutini che hanno consentito alle economie di altri Paesi UE in crisi come noi (leggi Spagna ad esempio alle prese tra l'altro con una crisi politica e istituzionale non indifferente) di fare passi da gigante, almeno rispetto a noi.

E allora caro Ministro, se vuole attribuirsi il merito glielo concediamo tutto. Un merito vergognoso di cui Le assegnamo, visto che lo apprezza, tutta la responsabilità professionale e politica.

Ma l'ultima, in ordine di tempo, vergognosa manovra da parte di un manipolo di deputati (12 parlamentari PD) para-governativi, è stata tentata durante la baraonda degli emendamenti alla Legge di Stabilità. Un emendamento, infatti, avrebbe previsto, con la scusa del riordino, di introdurre l'IMI (Imposta Municipale Immobili) in sostituzione e accorpamento di IMU e TASI. Peccato che la nuova imposta avrebbe generato un maggiore gettito fiscale.
Un errore, è stata la giustificazione, e infine Renzi stesso si è gettato nella mischia dichiarando che le "Tasse non si aumentano".

Bene, Ben detto Matteo. Attento che i tuoi vassalli stanno tradendo le tue aspettative.

BastaUsi-lettera-residenti-esteri


Conclusioni
Dopo la figuraccia della cena con Obama e del sostegno alla Trumpata Hillary (tra l'altro il Ministero dell'Ambiente ha versato un sostegno di oltre 100.000€ alla fondazione Clinton), della bocciatura della legge di stabilità presentata in commissione UE (dopo poche ore gli Uemanoidi di Bruxelles si sono accorti che mancavano delle coperture o non tornavano i conti delle spese), il Gianburrasca della politica italiana, alza il tiro e minaccia il Veto al bilancio UE, scatena alcuni "Bravi" a introdurre qualche emendamento correttivo, il tutto mentre macina migliaia di chilometri a promuovere il Si al referendum, di piazza in piazza, e stalkerizzando i residenti esteri con una lettera promozionale (chissà quanto sarà costata al PD) che tra l'altro riporta il sito web sbagliato che punta a un sito Sostenitore del NO!
Un errore dovuto alla fretta e alla paura di perdere, come i sondaggi (per quel che valgono) stanno indicando.

Provare per Credere, cliccate: www.bastausi.it 

Ormai siamo tutti alla frutta!

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Pubblicato in Politica Emilia

Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa dell'avvocato Massimo Rutigliano dell'Associazione Millecolori sul bilancio del Comune di Parma: "Una analisi per grandi temi e qualche semplificazione."

Parma, 16 novembre 2016

Il Sindaco Pizzarotti si vanta di aver rimesso in bolla il bilancio del Comune di Parma dopo le devastazioni delle precedenti Giunte civico-poliste.
Fermo il fatto che ho sempre criticato le precedenti amministrazioni e che, pertanto, il mio giudizio nei loro confronti è fortemente negativo, vogliamo provare a vedere come stanno davvero le cose sui conti del Comune e delle società partecipate al di là della facile propaganda?
Io ci voglio provare.
Se poi la stampa se ne vorrà occupare seriamente, anziché limitarsi a consentire disinformate passerelle funzionali a ben precisi disegni nazionali (mi riferisco in particolare a La 7) ne sarò lieto.

Procediamo quindi con ordine al di là delle chiacchiere. Ovviamente la necessità di sintesi impone una analisi per grandi temi e qualche semplificazione:
BILANCIO COMUNALE SENZA LE PARTECIPATE.

In realtà il bilancio comunale era sostanzialmente in ordine in quanto il Comune aveva scaricato sulle partecipate una parte dei suoi debiti, talvolta cedendo alle stesse dei beni immobili per valori esagerati in modo da incassare somme per coprire i suoi debiti trasferendo i relativi oneri sulle sue società esterne.
La risultante è stata che le partecipate sono state affogate nei debiti con sollievo del bilancio comunale.
Il vero problema del bilancio del Comune di Parma era che, per rispettare il patto di stabilità, non poteva regolarmente pagare i debiti per i diversi investimenti operati, con ciò creando difficoltà alle imprese creditrici.
Senonchè lo Stato ha poi consentito di provvedere ai pagamenti senza che ciò costituisse violazione del patto di stabilità e, pertanto, il Comune quei debiti ha potuto poi tranquillamente e doverosamente pagare.
Il merito pertanto è stato del Governo Renzi, non certo del Sindaco.
L'unico vero merito del Sindaco è stato quello di aver inizialmente nominato quale Assessore di Bilancio il dott. Gino Capelli che, con la sua credibilità quale persona competente e dabbene, è riuscito ad evitare, prima che la legge nazionale venisse emanata, un profluvio di decreti ingiuntivi che avrebbero sicuramente comportato per il Comune l'obbligo del pagamento in tempi brevi.
Basta chiedere all'Assessore Capelli se quanto sopra riportato corrisponde o meno al vero.
Altro merito, se così si può dire, è stato quello di mantenere la tassazione ai massimi livelli (così già impostata ed applicata dalla gestione commissariale) sempre urlando contro i predecessori, il che gli ha permesso di passare per il risanatore dei conti che non era e non è, per la semplice ragione che, come detto, i conti comunali non erano così drammatici.

SOCIETA' PARTECIPATE
Qui la situazione era veramente gravissima.
Vediamo in sintesi cosa è successo.
SPIP: a seguito del fallimento della società il relativo debito si è azzerato.
Le lettere di patronage firmate dal Sindaco Ubaldi non vincolavano il Comune mentre il Sindaco Vignali si era rifiutato di firmare altre e più "forti" lettere di patronage.
Una delle poche cose buone di Vignali (unitamente all'aver fermato la scellerata operazione "metropolitana leggera". Altro di buono francamente non ricordo).
STU PASUBIO: il Comune ha ceduto le sue azioni della società che aveva debiti che, considerando l'andamento del mercato immobiliare, erano notevolmente superiori al valore del patrimonio.
Si trattava di operazione già impostata dalla gestione commissariale.
Chi ci ha rimesso è stato l'acquirente delle azioni. Credo che l'indagine in corso confermerà quanto sopra.
Il merito del Sindaco Pizzarotti è stato solo quello di portare a compimento quanto già impostato dalla gestione commissariale. Spiace che anziché rivendicare tale merito, commentando l'indagine in corso, abbia sostanzialmente dichiarato: io con c'entro, non ci capivo nulla, ho fatto solo quello che i tecnici mi hanno detto di fare.
Insomma: è stato lo stesso Sindaco a dichiarare di non avere alcun merito.
STT: verità è che non è stato risparmiato proprio niente.
L'accordo di ristrutturazione del debito prevede infatti il pagamento integrale dei creditori mediante vendita di molteplici immobili con la particolarità che, qualora i proventi della vendita di tali non dovessero risultare sufficienti per pagare i debiti (e non lo saranno, del che, leggendo la sua relazione, era sostanzialmente convinto anche l'attestatore dott. Andrea Parolari), la differenza di valore verrebbe colmata vendendo le azioni IREN che mentre nel giugno 2012 valevano € 0,35, dal giugno 2013, dopo l'avvio del forno inceneritore, hanno più che quadruplicato il loro valore, visto che nonostante il deprezzamento della borsa dell'estate 2015, al 31/10/2016 in borsa venivano quotate € 1,636.
Insomma il debito delle partecipate è stato saldato (rectius sarà saldato) vendendo il patrimonio accumulato da generazioni di parmigiani.
A questo deve aggiungersi che, a seguito della vendita delle azioni IREN (in tutto od in parte si vedrà), il Comune verrà privato dei relativi dividendi che il recente piano industriale di IREN prevede siano distribuiti in maniera più corposa ed in percentuale superiore agli anni precedenti.
Si tratta di somme rilevanti che verranno meno e che potevano utilizzarsi per la spesa corrente e, pertanto, ad esempio, per abbassare le tariffe di alcuni servizi per le classi più disagiate.
Una chicca: la vendita delle azioni IREN è prevista dal 2017 in poi, il che significa che sarà la prossima amministrazione a subirne i negativi effetti sui propri bilanci. Come si vede i vizi della vecchia politica si imparano in fretta.
Il merito del Sindaco è stato quello di non aver impedito l'avvio del forno inceneritore con conseguente lievitazione del valore delle azioni IREN.
Per me questo è un merito vero e reale, ma per i suoi elettori, passati e futuri?
Ovviamente soprassediamo dagli ignoti olandesi e cinesi che avrebbero dovuto comprare il forno, smontarlo e portarlo chissà dove.
Sarò felice di confrontarmi su questi dati, al di là delle chiacchiere.

Associazione Millecolori
Massimo Rutigliano

Pubblicato in Cronaca Parma

Editoriale: La Hillary Trumpata. Parmigiano inarrestabile. Eima International, qualità e quantità. Apertura in grande stile. Cereali e dintorni: ancora segnali di volatilità. Sud Est Asiatico. L'UE sta lavorando per abbattere le barriere. Wiki Loves Monuments. Emilia Romagna si fa onore. Ismea, a ottobre in ripresa i prezzi agricoli

SOMMARIO Anno 15 - n° 45 13 novembre 2016 (File scaricabile in pdf)
1.1 editoriale La Hillary Trumpata
2.1 lattiero caseario Parmigiano inarrestabile.
3.1 meccanizzazione Eima International, qualità e quantità.
3.2 EIMA International EIMA apre in grande stile: +20% i visitatori nel primo giorno
4.1 cereali Cereali e dintorni. Ancora segnali di volatilità.
5.1 export FOOD Sud Est Asiatico. L'UE sta lavorando per abbattere le barriere
5.2 meccanica agricola Politiche europee, un "new deal" per l'agricoltura
6.1 Turismo Wiki Loves Monuments. Emilia Romagna si fa onore.
7.1 prezzi agricoli Ismea, a ottobre in ripresa i prezzi agricoli
10.1 promozioni "vino" e partners
10.2 promozioni "birra" e partners

Cibus-45-13nv16

Domenica, 13 Novembre 2016 12:39

La Hillary Trumpata

I sondaggi han fatto flop, gli intellettuali hanno capito poco per non dire altro, i media non hanno condizionato come pensavano e il popolo americano ha scelto quello che non piaceva a nessuno dei "radical chic". E allora giù a manifestare come se la maggioranza non avesse più potere democratico solo perché non è più "Dem".

di Lamberto Colla Parma 13 novembre 2016
La più grande sorpresa, ciò che ancor più sconcerta, è la sorpresa di chi si dice sorpreso. Come se, tutto quello che sta accadendo nel mondo occidentale, ancor più in Unione Europea ma trova la massima espressione nella nostra piccola repubblica mediterranea, fosse cosa normale e non straordinaria, illogica e antidemocratica.

Senza entrare nel merito delle qualità dei due ex candidati alla Casa Bianca, giusto o sbagliato che sia il metodo elettorale statunitense, il popolo, o quantomeno la maggioranza di esso, ha scelto Donald Trump come Presidente.

La tanto celebrata democrazia statunitense, oggi che ha scelto il candidato "stravagante", comincia a offuscarsi? Il vero potere, quello meno visibile, quello che governa i Governi, attraverso la finanza con l'ausilio delle "teste" di legno poste nei ruoli chiave dell'economia e della politica, sta cominciando a fare i conti con la democrazia e la volontà popolare e paradossalmente fuori dall'obliante ombrello delle sinistre che stentano sempre più a interpretare i reali bisogni di base, anzi, sempre più risulta connivente con il "quarto, quinto e sesto potere".

Della sinistra sono rimasti gli argomenti ma non le ideologie, il linguaggio divulgativo si è trasformato in retorica demagogica e la fatale attrazione per il denaro, quello che tutto può, l'ha fagocitata alienando i loro antichi valori, non sempre condivisibili ma onesti.

Memorabile fu l'intercettazione telefonica di Piero Fassino (all'epoca segretario DS) con Giovanni Consorte "abbiamo una Banca?" e l'esclamazione di Massimo d'Alema, "Facci sognare, Dai!", anch'essa intercettata in un colloquio con Consorte durante l'operazione BNL-UNIPOL del 2005. La "Banca", volevano la banca a tutti i costi, il simbolo di quello che contestavano, nella speranza di poter pendere in mano le redini della società intera. Invece non hanno fatto altro che intrappolarsi negli strumenti perdendo il contatto con la società civile.

Comunque, per tornare oltreoceano, è stato Trump a intercettare le esigenze della maggioranza della popolazione, comprendendo perfettamente che l'America non è limitata a New York e Los Angeles ma esistono anche gli sconfinati territori centrali e che oltre alle "Star" e ai "Finanzieri" ci sono i lavoratori e milioni di persone che hanno estrema necessità di riscatto, di uscire dalla morsa della crisi e di riaccendere la speranza di un futuro, almeno per i loro figli, avendo dato per scontato il loro sacrificio terreno sino alla chiamata al cielo.

Tutti questi, giovani e meno giovani, dotati di uno smartphone, che non leggono il Wall Street Journal, che non leggono gli editoriali delle altre grandi testate editoriali, che non ascoltano i notiziari e i talk show dei potenti media statunitensi, hanno seguito l'onda mediatica e "popolare" dei social media. Il Tam Tam digitale delle opinioni della base sociale ha decretato che fosse Donald Trump il migliore (o il meno peggio) tra i due e non gliene poteva fregare di meno di avere un nuovo primato eleggendo la prima donna allo scranno più alto del mondo. Insomma, hanno pensato per sé stessi, attraverso lo strumento meno pericoloso e più saggio: IL VOTO.
Un voto che ha fatto comunque storia. Val la pena di ricordare infatti che la vittoria è stata totale, potendo perciò i Repubblicani, contare sulla maggioranza sia al Congresso e sia al Senato.

E tutto ciò è accaduto avendo contro tutta la stampa statunitense. Non un appoggio malcelato alla Hillary Clinton, bensì una spudorata, quanto schifosamente ben poco elegante, campagna diffamatoria contro il Tycoon Typhoon Trump.
Una presa di posizione che ha sepolto, in un batter d'ali, la fama di giornalismo equidistante e libertario che la stampa anglosassone si era conquistata in secoli di storia.

Comunque tutto tornerà come prima. Le borse infatti si sono riprese dopo solo poche ore dall'elezione, i giornalisti faranno il solito voltagabbana, almeno sino alla prossima ghiotta occasione, e la finanza spenderà un po di più per ricostruire le strade che portano alle stanze dei bottoni.

Nel frattempo, qualche "intellettuale" nostrano, Fabrizio Rondolino giornalista de l'Unità, tanto per non fare nomi, comincia a pensare che il suffragio universale sia pericoloso per l'occidente.

Rondolino-suffragio-universale


Pericolosi sono invece tutti, e sono tanti, che la pensano come questo incauto professionista della comunicazione.

usa-2016

Pubblicato in Politica Emilia
Mercoledì, 09 Novembre 2016 10:16

Renzi a Parma: sala Righi gremita

Dopo la tappa a Fidenza per l'inaugurazione del nuovo Pronto soccorso dell'Ospedale di Vaio, Matteo Renzi è arrivato ieri a Parma dove la giornata si è conclusa con l'incontro pubblico alla Sala Righi. Il premier e segretario nazionale Matteo Renzi in città per parlare delle riforme costituzionali, nell'incontro promosso dal Pd locale, ha spiegato le motivazione per votare "si" al prossimo referendum. Molti i parmigiani presenti e molti quelli che sono rimasti fuori da una sala Righi subito gremita.

Parma, 9 novembre 2016

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Tutte le foto nella galleria in fondo alla pagina, ph. Francesca Bocchia

 

Pubblicato in Cronaca Parma
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