Tragedia familiare in un'azienda agricola dell'Appennino modenese dove un uomo ha ucciso l'ex suocero e lo zio della moglie.
ZOCCA (MO) – Duplice omicidio questa mattina a Lame di Zocca, sull'Appennino modenese. Le vittime sono due fratelli, Ugo e Remo Bertarini, di 73 e 70 anni, che sono stati raggiunti da colpi di arma da fuoco nell'abitazione di uno dei due, che si trova in prossimità di un'azienda agricola in via San Giacomo 814/A.
A sparare è stato Angelo Rainone, che con le vittime aveva rapporti di parentela acquisita. I fratelli Bertarini erano, infatti, l'ex suocero e lo zio della moglie dell'omicida.
Rainone era seguito dai Servizi Sociali e da tempo i rapporti con i due fratelli erano tesi. Dalle prime indagini, infatti, sembra che all'origine della tragedia ci siano questioni economiche e familiari.
I carabinieri sono giunti sul luogo del delitto alle 8 di questa mattina. Angelo Rainone è stato bloccato poco dopo il folle gesto. Si attendono aggiornamenti.
Domenica mattina, una pattuglia delle Fiamme Gialle della Sezione Antidroga (G.O.A.) del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bologna, che operava nell'ambito del dispositivo permanente di contrasto ai traffici illeciti che viene attuato a livello regionale, ha notato un'auto che viaggiava a forte velocità per le strade di Reggio Emilia.
Insospettiti, i militari l'hanno seguita e fermata per un controllo. A bordo del mezzo, nascosto in una scatola regalo all'interno del vano bagagli, vi era un panetto di cocaina di oltre 500 grammi.
Le successive attività di perquisizione personale e del domicilio in Santa Vittoria a Gualtieri, hanno permesso di trovare altri 48 grammi di cocaina, già suddivisa in dosi pronte per lo spaccio, 60 grammi di hashish, materiale da taglio e per il confezionamento del narcotico, nonchè più di 5mila euro presumibilmente frutto dell'attività di vendita della droga.
Lo stupefacente rinvenuto avrebbe fruttato sul mercato circa 50 mila euro. A conclusione delle attività il soggetto controllato è stato arrestato e condotto presso la locale Casa Circondariale di Reggio Emilia a disposizione dell'Autorità Giudiziaria. Si tratta di R.C., classe 1981, originario di Napoli.
Multe a chi attraversa la strada guardando il telefono o ha entrambe le orecchie coperte da cuffie. A lanciare la nuova sanzione da 100 dollari per contrastare il fenomeno dei pedoni sempre più distratti, un comune della California.
Non si tratta di una provocazione, ma di uno strumento regolamentare da prendere sul serio, teso a contrastare il fenomeno diffusissimo delle distrazioni dei pedoni che a causa dell'utilizzo degli smartphone, come sta diventando tristemente noto, è causa di un aumento costante d'incidenti stradali con conseguenze, sempre più spesso, tragiche.
A Montclair, nei pressi di Los Angeles, hanno pensato di emettere un nuovo regolamento secondo il quale sarà passibile di multa chiunque attraversi la strada guardando il cellulare, parlando al telefono o ascoltando la musica con entrambe le cuffiette nelle orecchie. «I giovani ammettono di essere distratti dallo smartphone», spiega al Los Angeles Times il "city manager" di Montclair, Edward Starr. «Questo ricorderà loro che ad essere in gioco sono le loro vite», aggiunge l'amministratore, che adempie a molte delle funzioni di un sindaco. Per il momento, i pedoni pizzicati per la prima volta ad attraversare la strada chattando o scrollando la loro home di Facebook saranno ammoniti. Da agosto, però, la polizia locale inizierà a comminare sanzioni dell'importo di 100 dollari ai contravventori.
Montclair ha deciso di ripiegare sulle buone vecchie multe dopo aver vagliato altre ipotesi più "innovative" per tutelare la sicurezza dei pedoni distratti dallo smartphone, come delle corsie dedicate agli "smartphone zombie", già testate in Cina, Belgio e a Washington, DC. A dargli l'idea giusta, però, è stata Honolulu, nelle Hawaii, che nell'ottobre scorso ha introdotto un regolamento che prevede multe da 15 a 35 dollari per chi attraversi la strada senza prestare attenzione.
In assenza, quindi, di altre soluzioni salva distratti, per Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", la nuova sanzione forse è l'unico deterrente per ridurre gli incidenti generati da disattenzioni di questo tipo che potrebbe essere importata anche nel Nostro Paese.
E' un italiano residente a Modena, P.B. di 35 anni, ad essere stato scoperto dagli uomini della Polizia di Stato ed indagato per ricettazione di 110 pezzi di ricambio riconducibili a furti perpetrati presso i depositi di stoccaggio della Ferrari spa.
Orologi, prodotti di merchandising, freni, pompe di benzina, ammortizzatori, pezzi di telaio, volanti di gran turismo e la somma contanti di 157.000,00 euro, probabile provento della vendita illecita di altri prodotti, sottoposti a sequestro nel corso della perquisizione domiciliare.
I contatti con gli acquirenti avvenivano via internet, le indagini sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Modena e un contributo importante è stato fornito proprio dalla security di Ferrari spa.
Nella serata di ieri, personale del Commissariato di Polizia di Carpi ha arrestato di un giovane moldavo di 21 anni, clandestino, per il reato di furto in abitazione.
Intorno alle ore 11.00 di ieri sera, è pervenuta alla Centrale Operativa una segnalazione attraverso la linea di emergenza 112 NUE da parte di un cittadino di Carpi, che aveva notato un uomo introdursi all'interno di una casa colonica di via Senara, dopo aver infranto il vetro di una finestra.
La Volante intervenuta tempestivamente, ha sorpreso ancora all'interno dell'edificio il ragazzo moldavo, che aveva già rovistato nelle camere da letto, mettendole a soqquadro e impossessandosi di alcuni gioielli in oro, di cui aveva cercato di disfarsi sparpagliandoli in casa alla vista della Polizia.
Il malvivente, già noto alle Forze dell'Ordine, con numerosi precedenti di Polizia per reati contro il patrimonio, nel mese di dicembre scorso era stato denunciato in stato di libertà per il reato di ricettazione di una bicicletta rubata del valore di 1.200 €
Una società operante nel settore delle lavorazioni grafiche ed elaborazioni elettroniche di dati operante a Rubiera (RE) ha nascosto parte rilevante dei propri redditi conseguiti negli ultimi sette anni, presentando al fisco dichiarazioni dei redditi "infedeli", anche mediante l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
E' questa la sintesi di quanto accertato dalla Tenenza della Guardia di Finanza di Correggio (RE) al termine di un'operazione avviata a seguito del rilevamento di numerosi indizi di pericolosità fiscale e condotta facendo ricorso massiccio alle banche dati in uso al Corpo, alle indagini bancarie ed a controlli incrociati con clienti e fornitori della società verificata.
I soci ed il legale rappresentante della società sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Reggio Emilia per dichiarazioni fiscali infedeli e frode fiscale, si tratta di tre persone tra i 41 ed i 46 anni, tutti reggiani, anche se uno di origini modenesi.
Più in particolare è stato accertato che la società, in questo lungo lasso di tempo, ha nascosto al fisco redditi per oltre 3 milioni di euro (dei quali quasi 500.000 euro relativi all'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti) e commesso violazioni all'IVA per circa 2 milioni di euro.
Le indagini dei Finanzieri proseguiranno per individuare eventuali contribuenti che hanno cooperato con la società verificata per consentirle di attuare l'ingente frode e per l'individuazione di eventuali patrimoni illeciti accumulati dai soci della medesima società.
Controlli a contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti al Parco Novi Sad e nelle zone limitrofe operati dalla Guardia di Finanza di Modena: sequestri di marijuana, hashish e cocaina.
Modena, 16 febbraio 2018
La Guardia di Finanza di Modena, a seguito delle continue richieste di maggior sicurezza da parte dei cittadini, ha intensificato i controlli sul territorio, in particolare a contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti. Specifici servizi sono stati predisposti nelle zone limitrofe al Parco Novi Sad.
Nel corso delle attività svolte, dal 21 gennaio sino ad oggi, grazie all'ausilio delle due unità cinofile del Gruppo di Modena che hanno affiancato i militari specializzati cd. "Baschi Verdi", sono stati identificati numerosi soggetti, fra cui un cittadino nigeriano irregolare sul territorio dello Stato in quanto sprovvisto di idoneo permesso di soggiorno nonché deferiti alla competente A.G. tre giovani, tra cui un sedicente gambiano richiedente asilo politico in Italia.
In particolare, i tre sono stati trovati in possesso di numerose dosi di sostanza stupefacente: marijuana, hashish e cocaina (oltre 80 grammi), già confezionate e pronte per essere vendute, oltre a banconote di piccolo e medio taglio derivanti dall'attività di spaccio (circa mille euro) e ulteriori dosi nascoste.
I militari hanno segnalato i tre alla competente A.G. per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio e proceduto al sequestro della sostanza stupefacente e del denaro contante rinvenuto.
Il coinvolgimento del cittadino gambiano in attività illecite è stato, anche oggetto di segnalazione alla Prefettura competente, visto che l'uomo aveva presentato richiesta di asilo.
Nel corso dei controlli in parola, inoltre, sono state sottoposte a sequestro ulteriori dosi di marijuana, destinate all'uso personale dei detentori, rinvenute nella disponibilità di un cittadino italiano e di due extracomunitari grazie al fiuto del cane Thor.
In tale contesto, al fine di massimizzare l'azione di contrasto nel settore dello spaccio di stupefacenti, le unità cinofile del Corpo, nell'ambito di una consolidata sinergia tra le forze di polizia statali e quelle locali che quotidianamente operano sul territorio, sono state messe a disposizione anche della Polizia Municipale per essere utilizzate nel corso di analoghi controlli svolti da quest'ultima nell'ambito del dispositivo di contrasto coordinato in sede di Comitato Provinciale.
Un 47 enne di origine turca, clandestino e senza fissa dimora è stato fermato dalla Polizia Municipale di Modena e messo su un aereo per la Turchia con il veto di ritornare in Italia. Individuato grazie alle segnalazioni di un ente di formazione e alle videocamere di sorveglianza.
MODENA – Denunciato ed espulso dall'Italia per aver ripetutamente molestato giovani donne che si recavano presso il complesso R-Nord di via Attiraglio, a Modena per partecipare a corsi di formazione.
Si tratta di B.H, cittadino turco di 47 anni, senza fissa dimora e con permesso di soggiorno scaduto, con precedenti specifici per molestie e violenza sessuale.
Da molti mesi l'uomo bazzicava nei pressi del complesso, già noto alle cronache per episodi di spaccio, rapina e prostituzione, attendeva le sue vittime, al quale rivolgeva apprezzamenti pesanti, che in alcuni casi sfociavano in vere e proprie molestie sessuali, sotto al "tunnel" che le giovani dovevano percorrere per recarsi presso la sede del corso di formazione. Le ragazze, tuttavia, si sono probabilmente confidate con i docenti. Proprio l'ente promotore del corso, nello scorso mese di novembre, ha segnalato gli episodi alla Polizia Municipale, che ha avviato una rapida e intensa attività di indagine.
Grazie alle testimonianze delle donne molestate, che hanno fornito una descrizione dell'uomo e alle immagini registrate dalle videocamere di sorveglianza, gli agenti sono facilmente risaliti al 47 enne turco, poi sottoposto a fermo e riconosciuto dalle vittime.
Dal passato di B.H è poi risultata una condanna definitiva per i reati di violenza sessuale, motivo per cui gli era stato anche rifiutato il rinnovo del permesso di soggiorno. Lo straniero, quindi, non doveva trovarsi sul suolo italiano ed è stato denunciato anche per inosservanza delle norme sull'immigrazione.
Il Prefetto, nonostante il ricorso avanzato dai legali di B.H, ne ha disposto l'espulsione dall'Italia in quanto persona pericolosa per la sicurezza pubblica. Grazie alla collaborazione dell'Ufficio Immigrazione della Questura l'uomo è stato accompagnato all'aeroporto di Bologna e imbarcato su un aereo per essere rimpatriato in Turchia.
Due ragazzi e una ragazza filmarono nel settembre scorso uno scherzo di cattivo gusto fatto a una loro amica e lo fecero girare su WhatsApp e su Facebook. La vittima è stata costretta a cambiare il proprio stile di vita e il proprio aspetto per non essere riconosciuta.
CARPI (MO) – Uno scherzo di cattivo gusto che, all'epoca in qui internet non esisteva, poteva iniziare e finire lì. Invece, all'epoca dei social network, delle chat e dei gruppi WhatsApp ha avuto conseguenze ben più gravi, con una ragazzina costretta a cambiare stile di vita e persino aspetto per non essere riconosciuta nel video che, inesorabilmente, per mesi ha continuato a circolare in rete, e altri tre minorenni denunciati dai Carabinieri alla Procura dei Minori di Bologna. Per loro le accuse sono di diffamazione aggravata da mezzo telematico, trattamento illecito di dati personali e violenza privata.
I protagonisti dell'ennesimo caso di cyberbullismo sono tutti di Carpi e hanno un'età compresa tra i 16 e i 17 anni. I fatti risalgono allo scorso mese di settembre, quando quella che diventerà suo malgrado la vittima, in occasione di una cena per il suo compleanno esagera con l'alcool. Poi, insieme a due amiche, esce dal locale e si congiunge al resto della comitiva. È a questo punto che una delle "amiche", probabilmente per scatenare l'ilarità nel gruppo e approfittando dello stato alterato della ragazzina, le apre la cerniera della gonna, che cade a terra lasciando la malcapitata in déshabillé.
La ragazza tenta di rivestirsi, ma, a causa dell'alcool, i suoi movimenti sono goffi. Inciampa, barcolla, si appoggia a un pluviale. Poi, finalmente, con l'aiuto di un'amica, riesci a ricomporsi. Quello che non sa è che uno dei ragazzi del gruppo ha ripreso tutta la scena con il suo telefonino. È allora che quello che poteva essere "solo" uno scherzo si trasforma in un incubo per la minorenne.
Già dal giorno successivo, infatti, la ragazza si rende conto che gli amici la deridono e la prendono in giro, parlano alle sue spalle. Viene allora a sapere dell'esistenza del video, che l'autore ha pubblicato sul gruppo WhatsApp della comitiva. Come se non bastasse, un terzo ragazzo ha lanciato il video su Facebook, consegnandolo al mare magnum della rete e facendolo diventare virale a suon di commenti e condivisioni.
L'umiliazione e la vergogna diventano tale che la vittima cambia completamente il suo stile di vita. Non solo smette di frequentare coloro che credeva amici, ma evita anche i luoghi dove andava di solito per non incontrarli. Per non essere riconosciuta, cambia anche pettinatura e colore dei capelli. A questo punto, scattano anche le denunce per i tre minorenni. Alla ragazza che, sfilando la gonna all'amica ha dato il via al tutto viene contestato il reato di violenza privata, all'autore del video che poi ha pure condiviso in rete, quello di diffamazione aggravata dal mezzo telematico e trattamento illecito di dati personali, al terzo ragazzo che lo ha "dato in pasto alla rete", quello di diffamazione aggravata da mezzo telematico.
Ieri sera, presso la sede dell'associazione (Viale Gorizia, 2/A), è stato presentato il corso per aspiranti militi dell'Assistenza Pubblica Parma (Onlus).
L'incontro, cui hanno presenziato Luca Bellingeri, presidente dell'Assistenza Pubblica Parma Onlus, Andrea Camin, comandante del Corpo Militi Volontari, e Cristiana Madoni, direttore sanitario, è stato seguito da numerosi aspiranti militi che, spinti da passione e curiosità, si sono dimostrati molto interessati a fare volontariato presso lo storico ente parmigiano.
Questo primo incontro ha messo in luce la storia dell'Assistenza Pubblica. Si è spaziato dalle origini, quando la situazione medico-sanitaria a Parma presentava molti problemi, ed in risposta a queste esigenze nel 1902 venne fondata l'Assistenza Pubblica, per arrivare ai servizi dei nostri giorni, passando per l'appartenenza ad ANPAS (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze), un ente che riunisce tutte le pubbliche assistenze a livello nazionale e che riconosce, come valori fondamentali: uguaglianza, libertà, solidarietà e fraternità.
Le lezioni si terranno ogni lunedì e giovedì sera fino a metà maggio. Sono previsti anche tre sabato, mattina o pomeriggio. Il sabato sarà dedicato ad esercitazioni pratiche, tra cui l'utilizzo del DAE (defibrillatore semiautomatico), e alla pratica del BLSD (Basic Life Support and Defibrillation).
Seguirà un esame finale su quanto appreso.
«Il volontariato – ha detto Luca Bellingeri, presidente di Assistenza Pubblica Parma Onlus – è un impegno che porta soddisfazioni perché significa fare qualcosa sia per gli altri che per se stessi. Da parte nostra, vogliamo fare in modo che la vostra permanenza in questa grande casa sia il più confortevole possibile».
«È una nuova avventura– afferma Andrea Camin, Comandante del Corpo Militi Volontari – che spero possa rendervi felici e possa farvi sentire parte di una grande famiglia».
«Come obiettivo – ha ricordato Cristiana Madoni, direttore sanitario – abbiamo quello di formare volontari. Non formiamo medici, ma alla fine del corso i militi saranno in grado di soccorrere chi ha bisogno con manovre di base e saranno anche capaci di creare una comunicazione efficace con le persone soccorse».
Per ulteriori informazioni su come diventare militi dell'Assistenza Pubblica di Parma: consultare il sito www.apparma.org o la pagina Facebook www.facebook.com/AssistenzaPubblicaParma contattare l'Ufficio Comando ai numeri 0521.224981-224982 o inviare una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..