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Corrado De Falco, dirigente Froneri tra i protagonisti della chiusura dello stabilimento di Parma, posta su Facebook una foto con riferimenti alla mafia. Il commento del sindaco: "Si scusi per l'atto indegno". Dalla Regione, l'assessore Costi: "Inaccettabile speculare sui mali del Paese invece di contribuire a combatterli"

Parma, 23 marzo 2018 

Corre sui social e sugli organi di stampa una foto postata sul canale Facebook di Corrado De Falco, dirigente della ditta Froneri - ditta che lo scorso autunno ha licenziato 120 lavoratori dello stabilimento gelati di Parma -, nel quale è ritratto un momento di festa. Nulla di grave se non fosse che nella didascalia della foto verrebbe riportata la seguente frase choc: "Gelato mafia".

Immediata è stata la reazione indignata del sindaco Pizzarotti: "Indegno di una persona, e in generale di chi ha buon senso e ricopre cariche importanti, scrivere frasi così scioccanti e vuote di logica. Peraltro, l'atto vile è avvenuto esattamente a ridosso della settimana in cui l'Italia intera, con Parma capofila in regione Emilia Romagna, ha celebrato il ricordo delle donne e degli uomini vittime delle mafie. Il dirigente De Falco se avesse un sussulto di dignità cancellerebbe immediatamente foto e didascalia e chiederebbe scusa per il gesto grave, diseducativo e volgare che ha prodotto. Non ci sono scusanti, né giustificazioni. È davvero preoccupante - conclude il sindaco – che aziende così importanti siano rappresentate da persone del genere. Voglio qui ribadire in nome di Parma e dell'istituzione che rappresento, che le mafie sono il nemico numero uno della legalità, della giustizia e del senso dello Stato. Sui social dovremmo tutti scrivere che le mafie sono una montagna di m..., non un simbolo di potere da sfoggiare ridendo e festeggiando".

"La vertenza Froneri - aggiunge l'Assessore regionale alle attività produttive Palma Costi - ha rappresentato un momento doloroso per la comunità e per il sistema produttivo. Sono stati cancellati 120 posti di lavoro diretti (più tutto l'indotto) e si è perso un sito produttivo che operava nel settore alimentare e considerato una delle eccellenze del Made in Italy nel mondo, il gelato. L' accostamento del gelato al nome "Mafia" fa rabbrividire e pone serie perplessità sulla capacita di rilanciare un prodotto italiano nel mondo. Di fronte ad un simile comportamento le nostre preoccupazioni si arricchiscono di sdegno per imprenditori che speculano sui mali del Paese invece di contribuire a combatterli producendo buoni prodotti e creando occupazione. I gelati fanno felici i bambini, la mafia uccide le persone e anche i bambini".

Fonte: Comune di Parma

Il micio, un esemplare giovane, è stato trovato sul ciglio della strada e affidato alla Protezione del Gatto Onlus. Ora è ricoverato in terapia intensiva. Non ha chip. Si cerca il proprietario.

MODENA – L'ha scampata bella, anche se non è ancora fuori pericolo, il micione che nella serata di mercoledì, è stato trovato agonizzante in Stradello Tiepido, a Modena. Immobile sul ciglio della strada, ormai privo di sensi, è stato notato da alcuni residenti, che hanno subito pensato a un investimento. Qualcuno, con grande senso civico e amore per gli animali, ha quindi contattato il servizio di recupero animali del Comune, che lo ha affidato all'associazione di volontariato Protezione del Gatto Onlus.

Il gattone, che è un maschio giovane e privo di chip, ma molto buono e di indole domestica, è stato immediatamente affidato alle cure di un veterinario. E proprio qui è emerso che il povero animale non è stato vittima di un incidente stradale, ma qualcuno ha infierito su di lui, cospargendolo di liquido infiammabile, gasolio, nello specifico.  Risultavano fradice quasi tutte le parti del corpo, tranne la coda, come se qualcuno, appunto, lo avesse immerso in un contenitore pieno di liquido.

Immediate le cure, che hanno previsto una sedazione e ripetuti lavaggi, circa 12/13, per tentare di eliminare il gasolio. Le sue condizioni rimangono comunque gravi. Si ipotizza che il micio sia riuscito a sfuggire alle cattive intenzioni di un gruppo di sadici che, dopo averlo cosparso del liquido infiammabile, avevano intenzione di dargli fuoco.

Ora, oltre a testimonianze su chi possa essere stato l'autore del gesto criminale, si cerca anche il proprietario. Il gatto, come detto, è molto mansueto e di indole domestica, ma privo di chip.
Se qualcuno lo riconosce può contattare il Rifugio del Gatto Onlus allo 059/389151, oppure via mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

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Il denaro in contanti era arrotolato alla meglio e tenuto insieme da un elastico. L'uomo, un tunisino residente nel reggiano, doveva spedirli al paese di origine. A riconsegnarglieli un' ispettrice della Polizia Municipale.

 

39 banconote da 50 euro, per un totale di 1950 euro che un cittadino 58 enne tunisino residente a Casalgrande, nel reggiano, doveva spedire del paese di origine, ma che ha rischiato seriamente di non rivedere mai più. Il denaro, infatti, era arrotolato alla meglio e tenuto insieme da un elastico. La sua fortuna è stata di perdere la "mazzetta" nel parcheggio del Comando di Polizia di via Galilei a Modena, dove è stata rinvenuta da un'ispettrice della Polizia Municipale.

L'uomo, infatti, si era recato proprio al Comando insieme a un'amica, coinvolta in un incidente stradale. E proprio presso l'Ufficio Infortunistica è stato raggiunto dall'ispettrice, che gli ha chiesto se per caso avesse perso qualche effetto personale. Accortosi di non avere più con sé il rotolo di banconote, l'uomo si è recato di corsa alla sua auto, constatando che in denaro non era nemmeno lì.

Il tunisino ha poi fornito la descrizione precisa di quanto aveva smarrito, sulla cifra e sul taglio delle banconote. Una prova inconfutabile che il proprietario "distratto" fosse proprio lui. Il denaro gli è stato così prontamente restituito.

Pubblicato in Cronaca Modena

Si tratta di un 20 enne tunisino, già finito ne guai per reati legati allo spaccio di droga, che lo scorso 10 ottobre si era reso responsabile dell'accoltellamento di un 22 enne modenese. Lo ha riconosciuto un militare in borghese mentre era in fila alla lavanderia del centro commerciale Grandemilia

MODENA – Quel giovane magrebino che era insieme a lui nella lavanderia del centro commerciale Grandemilia di Modena lo aveva già visto da qualche parte. Così, fidandosi del suo istinto e della sua memoria fotografica, un carabiniere fuori servizio ha fatto intervenire i colleghi che hanno effettuato una perquisizione sul sospettato, trovandogli addosso della droga. È anche emerso che l'uomo, indentificato come un 20 enne tunisino, clandestino e senza fissa dimora, era già stato oggetto di provvedimenti cautelari per il reato di spaccio. Un'ulteriore perquisizione nella roulotte in cui vive, ha consentito ai militari di rinvenire altra droga. Questo avveniva nello scorso mese di gennaio.

Le "sorprese" tuttavia non erano finite. Perché il 20 enne tunisino corrispondeva anche alla descrizione che alcuni testimoni avevano fatto dell'uomo che, lo scorso 10 ottobre, in pieno giorno e sotto gli occhi di alcuni involontari spettatori attoniti, aveva accoltellato un 22 enne modenese davanti al Sert di via Sgarzeria, dopo un diverbio per questioni di droga.

Il modenese era stato ricoverato in gravi condizioni all'ospedale di Baggiovara a causa di diversi fendenti che lo avevano colpito alla gola e all'addome. L'aggressore si era poi dileguato facendo perdere le proprie tracce.

I militari dell'Arma hanno così mostrato le foto segnaletiche del tunisino ai testimoni del fatto di sangue, che lo hanno riconosciuto senza incertezze. Per lui è quindi scattato l'arresto con l'accusa di tentato omicidio.

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L'uomo, originario di Sassuolo ma residente a San Felice sul Panaro, per tre anni avrebbe infierito sulla ragazzina, allora dodicenne. Ma le indagini hanno portato alla luce anche maltrattamenti sui due figli piccoli avuti dalla compagna.

SAN FELICE SUL PANARO (MO) – Una brutta storia quella che arriva da San Felice sul Panaro, dove un uomo di 37 anni, residente in paese, ma originario di Sassuolo, è stata tratto in arresto dai Carabinieri della Compagnia di Carpi per violenza sessuale su minore e maltrattamenti in famiglia.

Secondo quanto ricostruito dalle Forze dell'Ordine, l'uomo, che vive a San Felice con la compagna, i due figli avuti da lei e la figlia adolescente che la donna aveva avuto da una relazione precedente, avrebbe concentrato le sue attenzioni morbose proprio su quest'ultima. Avance e palpeggiamenti sarebbero iniziati tre anni fa, quando la ragazza aveva solo dodici anni, per poi arrivare a veri e propri rapporti sessuali.

A denunciare gli abusi è stata la stessa vittima, che ha confessato quanto era costretta a subire prima alla madre, poi al personale sanitario del Consultorio presso cui si era recata. Proprio da qui è partita la segnalazione ai Carabinieri, che hanno fatto partire le indagini, dalle quali sono emerse non solo gli abusi sessuali nei confronti dell'adolescente, ma anche episodi di violenza in famiglia e percosse nei confronti degli altri due figli minori. È scattata quindi la misura cautelare nei confronti dell'uomo, che dovrà rispondere delle sue azioni davanti al giudice.

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Oggi a Parma la manifestazione per ricordare le vittime innocenti delle mafie, organizzata da Libera e da Avviso Pubblico. Fino a lunedì 26 marzo prosegue in regione la "Settimana della legalità" con iniziative dedicate al valore della partecipazione, l'impegno delle Istituzioni e alle azioni per contrastare il crimine organizzato. 

21 marzo 2018

Il cielo di Parma questa mattina ha assunto un colore diverso, quello della lotta alle mafie, delle bandiere di Libera. Tante le persone presenti, in gran parte ragazze e ragazzi, viva testimonianza di un impegno civile per dire no a tutte le mafie. La manifestazione, tenutasi oggi a Parma per la 23esima edizione della Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, organizzata dal LIBERA Parma e da Avviso Pubblico, ha visto studenti provenire da tutta la Regione. Presenti associazioni, sindacati, istituzioni ed esponenti politici.

"Terra, solchi di verità e giustizia" è il tema dell'edizione di quest'anno che ha l'obiettivo di dare voce alle tante realtà che si occupano di antimafia sociale e legalità democratica contro il radicamento della criminalità organizzata sul territorio.

Con l'appuntamento di Parma entra nel vivo in Emilia-Romagna la "Settimana della legalità" che ha l'obiettivo di sottolineare il valore della partecipazione, l'impegno delle Istituzioni e le azioni promosse sul territorio per contrastare le attività criminali.

"Quello di oggi a Parma è un appuntamento di grande valore. La mobilitazione tante ragazze e ragazzi ogni anno è la testimonianza viva di un impegno civile di straordinaria importanza e attraverso di loro l'Emilia-Romagna ribadisce con forza il suo no a tutte le mafie. Non c'è legge o codice di contrasto alle mafie che possa avere efficacia se non si accompagna alla crescita di una cittadinanza responsabile. Per questo, la Regione dedica una parte significative delle risorse previste dal proprio Testo Unico per la legalità a questo obiettivo e in particolare a progetti rivolti agli studenti delle scuole emiliano-romagnole. Il 21 marzo il pensiero di tutti noi va alle vittime delle mafie, un giorno quindi fondamentale di un impegno che deve essere confermato ogni giorno, 365 giorni all'anno, a partire dalle scelte quotidiane, improntate a civismo e rispetto delle leggi". ha affermato il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini.

"Nei 36 anni che ci separano dall'assassinio di Pio La Torre, figura che oggi ricordiamo insieme alle tante vittime innocenti- ha aggiunto Bonaccini- sono stati arrestati e condannati numerosi mafiosi, catturati molti dei più pericolosi latitanti, confiscati ai clan ingenti masse di patrimoni illeciti. E tuttavia, nonostante questi indiscutibili successi contro le organizzazioni criminali, la mafia come fenomeno è tutt'altro che sconfitta. Le indagini della magistratura ci dicono della progressiva espansione territoriale, anche in realtà che un tempo si pensava immuni da questa presenza. L'Emilia-Romagna, come tutto il Nord del Paese, non sfugge a questa dinamica, per questo abbiamo deciso di dotarci, primi in Italia, di un testo di legge organico di promozione della cultura della legalità e di prevenzione del crimine organizzato. Siamo convinti che anche in Emilia-Romagna azioni dirette a sviluppare la repressione della criminalità mafiosa debbano essere sempre accompagnate dall'efficienza della pubblica amministrazione, dalla scuola funzionante e da corrette regole del mercato".

Lo scorso anno la Regione ha finanziato con 732 mila euro 37 nuovi progetti per promuovere la cultura della legalità e la lotta all'infiltrazione mafiosa in Emilia-Romagna: si tratta di 37 accordi di programma in attuazione della Legge regionale 18/2016 ("Testo Unico a sostegno della cultura della legalità e per la prevenzione dei fenomeni mafiosi"). Da inizio Legislatura sono stati complessivamente cofinanziati 103 progetti per la promozione della cultura della legalità con un impegno di spesa della Regione di quasi 2 milioni di euro.

Ad oggi risultano 119 i beni immobili confiscati in Emilia-Romagna: di questi, 77 sono ancora in gestione dall'Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alle criminalità organizzata e 22 sono già stati destinati. Dal 2011 ad oggi sono stati sottoscritti dalla Regione 16 Accordi di Programma per il riutilizzo di 12 beni immobili confiscati cofinanziati con un contributo regionale di oltre 1,2 milioni di euro.

 

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Mercoledì, 21 Marzo 2018 15:06

L'ultimo saluto all'ex Rettore Loris Borghi

Nella sede centrale dell'Università di Parma è stata aperta per due giorni la camera ardente del Professor Loris Borghi, suicidatosi il 14 marzo scorso. Molte le persone presenti nell'aula dei filosofi dell'Ateneo, per l'ultimo saluto all'ex Rettore dell'Università di Parma. Il feretro ha lasciato la camera ardente per raggiungere la Pieve di Castelnovo Monti, dove è in corso il funerale.

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Galleria Fotografica a cura di Francesca Bocchia

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Personale della Squadra Volante di Modena ha denunciato in stato di libertà tre giovani di cui due minorenni di nazionalità ucraina per i reati di violenza, minaccia e resistenza a Pubblico Ufficiale, di porto di armi ed oggetti atti ad offendere e danneggiamento.

Modena, 21 marzo 2018

Intorno alla mezzanotte di ieri, veniva segnalato alla linea di emergenza 112 NUE da parte di un residente la presenza di tre giovani in via San Giovanni Bosco che stavano colpendo con una mazza da baseball le auto in sosta e lanciando bottiglie in strada. In particolare, avevano rotto il parabrezza di una Volkswagen Golf lì parcheggiata.

Gli agenti intervenuti, grazie anche alla descrizione fisica fornita da alcuni testimoni oculari, hanno bloccato nella vicina via Mascagni i tre malviventi, i quali alla vista della Polizia hanno tentato di disfarsi di due coltelli, un pugnale da sub e una mazza da baseball con numerose viti conficcate in modo da aumentarne il potenziale di offesa, gettandoli per terra tra le auto.

I tre ucraini hanno opposto non poca resistenza al controllo, colpendo gli operatori con pugni e testate e aizzandogli contro un cane pitbull privo di museruola, che tenevano al guinzaglio.

Da controlli effettuati sui tre giovani è risultato che due di loro sono gravati da precedenti di Polizia. La mazza, i coltelli ed il pugnale da sub sono stati sottoposti a sequestro.

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La famiglia di un imprenditore di Cognento si è vista sottrarre nella notte venti galline, il gallo e persino tutte le uova. Si pensa a un furto su commissione.

COGNENTO (MO) –

Un tempo dare del "rubagalline" a qualcuno equivaleva a dargli del ladro fallito o del "morto di fame". Il furto di polli, infatti, veniva fatto per necessità, per sfamare se stessi o la famiglia. È divenuto poi proverbiale per etichettare chi non è proprio un Arsenio Lupin. I tempi, tuttavia, cambiano, così come i ladri e i loro bersagli. Come le galline, un tempo molto comuni, mentre oggi considerate un bene di lusso, soprattutto se selezionate, allevate a terra e nutrite con mangimi di qualità eccellente.

Così, la famiglia di un imprenditore di Cognento, la scorsa notte si è vista portare via...l'intero pollaio. Il bilancio parla di venti galline, un gallo e persino le uova. I malviventi si sono introdotti nel cortile dopo aver tagliato con dei tronchesi la rete di recinzione e creando una porticina. Poi hanno avuto facile accesso alla casetta di legno adibita a pollaio, dove erano ricoverati per la notte le galline, il gallo e le uova.

Tanta amarezza da parte dei proprietari, che anni fa si sono trasferiti a Cognento, in campagna, coltivando un orto e allevando le galline "come si faceva una volta", per avere la soddisfazione di cibarsi dei frutti della propria fatica. Trattandosi di polli "di razza" e allevati con tutte le attenzioni possibili, non si esclude l'ipotesi di un furto su commissione.

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La minorenne frequenta la scuola media a Carpi (MO) e da mesi veniva ignorata dai compagni perché ritenuta "colpevole" di non fare copiare i compiti.

CARPI (MO) - Era la più brava della classe, ma si si rifiutava di fare copiare i compiti a chi, magari di studiare e impegnarsi non ne aveva proprio voglia. Così una ragazzina minorenne  che frequenta una scuola media di Carpi è stata presa di mira prima dal gruppetto a cui non aveva passato la verifica, poi anche dal resto della classe. Una forma di bullismo subdolo che, sebbene non fosse fatto di umiliazioni, insulti o botte, ha portato la vittima a sentirsi sempre più esclusa.

La "tattica" messa in atto dai compagni rancorosi, infatti, consisteva nell'ignorarla completamente, facendo finta che la ragazzina non esistesse e guardandosi bene dal coinvolgerla in qualsiasi attività. Con il passare del tempo, la situazione per la minorenne è diventata sempre più insostenibile, al punto che la giovane ha pensato che l'unica soluzione per uscire dalla situazione fosse farla finita.

Si è quindi seduta sul davanzale di una finestra di casa sua, con le gambe a penzoloni nel vuoto ed è rimasta lì, indecisa sul da farsi. Proprio i suoi attimi di esitazione hanno consentito a un automobilista di passaggio di notare nel buio una strana figura. Pur non riuscendo a capire che cosa stesse facendo quella persona seduta sul davanzale, per precauzione e senso civico ha chiamato il 112. I carabinieri sono quindi accorsi sul posto. Resisi conto della situazione, hanno chiamato un'altra squadra in auto. Così, mentre due di loro monitoravano la minorenne dall'esterno, gli altri due si sono piano piano introdotti nell'appartamento e l'hanno afferrata per la cintola prima che potesse commettere una sciocchezza.

La ragazzina ha poi avuto modo di spiegare il suo disagio ed è stata adeguatamente supportata per comprendere che non era lei a essere "sbagliata", ma chi ha assunto nei suoi confronti un comportamento riprovevole che poteva avere conseguenze tragiche.

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