Al termine del secondo trimestre 2018 si dimezza il calo delle imprese attive in regione (-1.730 unità, -0,4 per cento) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Diminuiscono le imprese del commercio (-1.054), dell'agricoltura (-973) e delle costruzioni (-628), come nelle attività manifatturiere e immobiliari. Segnali positivi dai servizi alle imprese e attività di direzione aziendale e consulenza gestionale. Accelera decisamente la crescita delle società di capitale (+2.778), mentre rallenta la discesa di società di persone (-1.950) e ditte individuali (-2.499).
In calo, seppur ridotto, il numero delle imprese registrate e delle imprese attive. E' questa in estrema sintesi la dinamica che emerge dalla lettura dei dati ufficiali sulla natalità e mortalità delle imprese nel secondo trimestre 2018, diffusi da Unioncamere Emilia-Romagna che ha elaborato i dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio.
Le imprese registrate in Emilia-Romagna sono risultate 455.850 a fine giugno, quindi 1.638 (-0,6 per cento) in meno rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. È un dato nell'ordine di grandezza che ha caratterizzato il secondo trimestre dal 2013 al 2016, ancora ampiamente superiore ai saldi prevalenti nel periodo precedente la crisi.
Nel trimestre considerato, le iscrizioni (6.506) sono lievemente aumentate, ma restando prossime al minimo degli ultimi venti anni, segnato nel 2017, mentre le cessazioni (4.912) sono diminuite avvicinando nuovamente i minimi dello stesso trimestre del 2014.
Al contrario, in Italia, la base imprenditoriale si è ampliata lievemente (+0,1 per cento).
Le imprese attive rendono la misura dell'effettiva capacità della base imprenditoriale. A fine giugno in Emilia-Romagna erano 404.404, ovvero 1.730 in meno (-0,4 per cento) rispetto allo stesso trimestre del 2017. Si è quindi dimezzata l'ampiezza della flessione tendenziale, che è la più piccola degli ultimi sette anni.
A livello nazionale le imprese attive sono risultate in lievissimo aumento (+0,1 per cento).
I settori di attività economica. A livello di macro settori, la base imprenditoriale regionale dell'agricoltura, delle costruzioni e dell'industria continuano a restringersi, mentre quella dell'aggregato dei servizi resta sostanzialmente invariata. In dettaglio, la riduzione delle imprese attive è stata più rilevante nell'insieme del commercio (-1.054 unità, -1,1 per cento), nell'agricoltura, silvicoltura e pesca (-973 unità, -1,7 per cento) e nelle costruzioni (-628 unità, -0,9 per cento). Segno rosso anche per l'industria manifatturiera, che riduce però la perdita a 275 unità, -0,6 per cento).
Più dinamici attività professionali, servizi alle imprese e turismo.
Segnali positivi vengono infatti solo dagli altri settori dei servizi, in primo luogo dall'aggregato del noleggio, delle agenzie di viaggio e dei servizi di supporto alle imprese (+417 unità, +3,5 per cento), quindi dalle attività professionali, scientifiche e tecniche (+311 unità, +2,0 per cento) e dai servizi di informazione e comunicazione (+194 unità, +2,2 per cento).
Spicca la rapidità della crescita delle attive nella sanità e assistenza sociale (+5,2 per cento) e dell'istruzione (+3,5 per cento), ambiti nei quali lo stato del settore pubblico ha lasciato ampi spazi all'imprenditoria privata.
La forma giuridica. La riduzione della base imprenditoriale è stata determinata dall'andamento negativo delle ditte individuali, scese di 2.499 unità (-1,1 per cento) e dalla riduzione, più contenuta, ma più rapida, delle società di persone (1.950 unità (-2,5 per cento).
Queste ultime risentono in negativo dell'attrattività della normativa sulle società a responsabilità limitata, che sostiene invece il forte aumento tendenziale delle società di capitale (+2.776 unità, +3,2 per cento), raddoppiato allo stesso trimestre dello scorso anno.
Entro 4 mesi la società dovrà formulare proposta concordataria in continuità aziendale del piano di ristrutturazione del debito e il prossimo step sarà l'incontro al Ministero dello Sviluppo Economico in programma per il prossimo 3 agosto.
di Virgilio Reggio Emilia, 28 Luglio 2018 –
Il Tribunale di Reggio Emilia ha accolto la richiesta di Concordato con riserva o in Bianco presentata a sorpresa dalla Ferrarini SPA lo scorso lunedi.
L'azienda ha ora 120 giorni di tempo per presentare una proposta di ristrutturazione del debito. Il concordato preventivo non coinvolgerebbe l'azienda agricola, recentemente scorporata dal gruppo, mentre invece vi ricadrebbe lo stabilimento Vismara di Lecco.
Come riferito da Reggio Sera, la sezione fallimentare del tribunale di Reggio ha nominato come commissario giudiziale il commercialista Bruno Bartoli, giudice delegato Niccolò Stanziani Maserati.
La crisi di liquidità dell'azienda, dovuta a un carico debitorio di 250 milioni su 300 di fatturato, ha di fatto messo la società nella impossibilità di assolvere ai propri doveri e a farne le spese sono anche i circa 800 dipendenti ai quali sono venuti a mancare, in diversa misura, parte degli stipendi.
Una situazione che in parte verrà tamponata con l'attivazione della cassa integrazione straordinaria, chiesta in queste ore, e che partirà dal prossimo primo agosto per i dipendenti di Parma e di Reggio Emilia.
Ora si resta in attesa del prossimo incontro al Ministero dello Sviluppo Economico in programma per il prossimo 3 agosto e, ovviamente, la presentazione della proposta concordataria in continuità aziendale del piano di ristrutturazione del debito, che vedrà la luce entro 4 mesi.
di LGC Parma 23 luglio 2018 - Svolta a sorpresa nella crisi che vede coinvolta la Ferrarini Spa che potrebbe segnare un cambiamento radicale rispetto alle attese. Parrebbe infatti che i fratelli Ferrarini abbiano intenzione di chiedere un concordato preventivo con riserva (indiscrezioni indicano che sia già stato depositato in tribunale) facendo perciò decadere le ipotesi di cessione di parte o della maggioranza del pacchetto azionario.
A darne notizia è stata Telereggio e Reggionline.com sottolinenado come anche i sindacati siano stati "spiazzati" da questa decisione che sarebbe stata riferita a una sessantina di dipendenti durante una riunione lampo a Rivoltella.
Resta confermato l'incontro di mercoledi tra i sindacati e tutti di dipendenti della sede di Reggio alle 18 al teatro di Rivalta mentre a Langhirano è fissato per le 14.15 nella sede dell' azienda. Il 2 Agosto infine è previsto l'incontro a Roma con il Ministero dello sviluppo economico.
Cristiano Manuele Segretario del PSI Parma: "Gli operai dell'azienda Ferrarini non saranno lasciati soli" .
di Virgilio Parma, 21 Luglio 2018 – Sino ad ora solo soluzioni tampone quelle messe in campo dalla proprietà.
La crisi del gruppo "Ferrarini", attivo nell'agricoltura, nel formaggio e nei salumi (tra i marchi anche il Vismara), coinvolge circa 800 dipendenti in tutta Italia dei quali 80 nella provincia di Parma.
Ormai la tensione è elevata e lo stato di agitazione, che ha portato le bandiere del sindacato a sventolare sui cancelli delle aziende (Bandiere CGIL sui cancelli di San Michele Cavana di Lesignano Bagni), non rientrerà sino a quando non arriveranno notizie più rassicuranti.
Per il 12 luglio scorso era stata organizzata una manifestazione poi annullata per l'arrivo di una parte degli arretrati ma ancora non vi sono certezze sui tempi del rientro totale.
Una situazione che ha messo in allarme anche i sindacati reggiani che in precedenza non avevano mai avuto la necessità di intervenire per i rapporti diretti che interessavano maestranze e proprietà.
Ma ora i 250 milioni di indebitamento a fronte dei 300 milioni di ricavi stanno pesando, e non poco, sulla liquidità aziendale e conseguentemente sulla regolarità degli stipendi di un migliaio di famiglie, senza considerare l'indotto.
Le speranze dei lavoratori ora sono concentrate sul Tavolo di Crisi governativo che vedrà fronteggiarsi, a Roma al Ministero dello Sviluppo Economico il prossimo due agosto, i vertici aziendali e e le rappresentanze dei lavoratori e i sindacati si riserveranno ogni azione utile a tutela dei propri assistiti.
Da tempo il PSI Parma vigila sulla situazione e il segretario del partito , Cristiano Manuele, è più volte intervenuto sulla vicenda a sostegno dei lavoratori anche per via epistolare.
"Gli operai dell'azienda Ferrarini - ha commentato Cristiano Manuele - non saranno lasciati soli. Io come segretario del PSI Parma darò tutto il mio sostegno ai dipendenti. La cosa sta diventando pesante, non si può giocare con la vita delle persone. Noi Socialisti siamo totalmente dalla parte dei lavoratori e faremo tutto il possibile per aiutarli."
Nel frattempo la proprietà ha lasciato intendere, come riportato da varia stampa reggiana, di essere alla ricerca di partner strategici e non esclusivamente finanziari, come dimostrato dal rifiuto all'interessamento manifestato da due fondi italiani, QuattroR e Italmobiliare, che sarebbero stati pronti a scommettere 100 milioni di euro.
Insomma Lisa Ferrarini sarebbe intenzionata a mantenere il controllo dell'azienda e della carica istituzionale (Vice Presidente) di Confindustria.
"Cereali penalizzati dal meteo (-20%), ed i mercati non danno una mano ai produttori". Considerazioni di fine campagna di Valeria Villani, coordinatrice provinciale dei giovani di Agia-Cia di RE ed impegnata nel settore cerealicolo.
Reggio Emilia 13 luglio 2018 - La campagna di raccolta dei cereali a semina autunnale, conclusa in gran parte della provincia di Reggio con esclusione della montagna, che tuttavia rappresenta meno del 5% della superficie investita: "E' stata penalizzata dall'andamento meteo spesso piovoso, ed i mercati nonostante un notevole calo delle quantità prodotte, non stanno dando una mano ai produttori; le quotazioni infatti sono in linea con l'annata scorsa".
Sono le considerazioni di fine campagna di Valeria Villani, coordinatrice dei giovani di Agia-Cia di Reggio Emilia ed impegnata con la famiglia in un'importante azienda cerealicola con sede a Gualtieri.
"Dal punto di vista delle quantità prodotte – segnala – c'è un calo generalizzato intorno al 20% rispetto allo scorso anno, quando già la siccità aveva comportato un calo del 3%. Per quanto riguarda il tenero, possiamo stimare rese sui 57/q.li per ettaro, contro gli 80 dell'anno prima. Per quanto riguarda gli utilizzi, abbiamo molto proteico che ha tenuto ottimamente, pur con il calo in quantità, c'è carenza invece di misto rosso, nei grani da seme molto risulta declassato, da inviare quindi alla macinazione, con perdita delle relative premialità".
"Sul piano della qualità abbiamo registrato grosse differenze, nei rossi ad esempio la forbice qualitativa va da peso specifico 70 fino ad 84. Problemi maggiori di qualità si registrano nel grano duro, dove tra l'altro il declassamento ad uso zootecnico si scontra col fatto che tale uso è limitato al pollame".
"Come considerazione generale – aggiunge Valeria – possiamo dire che chi ha fatto meglio ha seguito bene le necessarie pratiche agronomiche, con risultati quali/quantitativi discreti".
"I prezzi – è la considerazione finale – sono in linea con lo scorso anno, ma non consentono ancora il pareggio dei costi (per il tenero siamo sui 17/18 € per q.le, mentre si dovrebbe arrivare almeno a 20). Ad influenzare i risultati economici della campagna saranno ora i prezzi internazionali, in particolare l'andamento della campagna dei nostri vicini: Austria e Germania".
Le superfici seminate in provincia di Reggio a cereali autunno/vernini si avvicinano ai 10mila ettari per il frumento tenero, mentre sono intorno ai mille le superfici a grano duro e quelle ad orzo.
A Roma la firma dell'accordo sulla Demm, nuova proprietà e salvi tutti i posti di lavoro. Bonaccini: "Una lunga battaglia dei lavoratori e delle istituzioni per una soluzione a vantaggio del territorio. Regione pronta a sostenere anche il percorso di rilancio industriale"
Al ministero dello Sviluppo economico l'assessore regionale Palma Costi alla sigla dell'intesa sulla storica azienda meccanica di Alto Reno Terme (Bo), che vede l'ingresso del Gruppo Certina: "Abbiamo restituito un futuro all'azienda, grazie all'impegno di Regione, Comune e Città metropolitana e al senso di responsabilità di lavoratori e sindacati. Ora subito un piano industriale e nuovi investimenti". L'accordo firmato da impresa e organizzazioni sindacali sarà ora sottoposto al voto dei lavoratori
Bologna – "Siamo di fronte a una svolta. Questa è una tappa importante in primo luogo per i lavoratori e il territorio, dopo una lunga battaglia condotta insieme da sindacati e istituzioni locali, nella quale come Regione abbiamo premuto fin dall'inizio per la ricerca di un nuovo soggetto industriale, oltre al sostegno necessario ai lavoratori e alle lavoratrici della Demm. La continuità produttiva e la garanza dei posti di lavoro erano e restano obiettivi vitali per una realtà fondamentale del nostro Appennino. E adesso la Regione intende continuare a fare la sua parte per il rilancio dell'azienda: noi, infatti, di fronte a un serio e credibile piano industriale ci siamo e ci saremo con tutti gli strumenti a nostra disposizione, così come abbiamo sempre fatto sinora".
Così il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, soddisfatto per l'intesa fra sindacati e azienda siglata oggi a Roma al ministero dello Sviluppo economico, che conclude la vertenza della Demm di Alto Reno Terme, storica azienda di ingranaggi dell'appennino bolognese che occupa 184 lavoratori, intesa che sarà sottoposta al voto dei lavoratori.
La Regione Emilia-Romagna era presente al tavolo nella Capitale con l'assessore alle Attività produttive, Palma Costi, assieme alla vice sindaca di Alto Reno Terme, Elena Gaggioli, e la Città metropolitana di Bologna. "Fin dall'inizio- sottolinea al termine dell'incontro, l'assessore regionale- siamo stati parte attiva in tutta questa lunga e difficile vertenza. Il nostro unico obiettivo, insieme al Comune e alla Città metropolitana di Bologna, è sempre stato quello di salvaguardare l'occupazione e il sito produttivo. In questi anni siamo stati al fianco dei lavoratori e delle rappresentanze sindacali perché convinti del valore e dell'importanza che questa azienda ha per il territorio e la sua comunità. Rappresentanti dei lavoratori e sindacati che raggiungendo l'accordo con il Gruppo Certina hanno ancora una volta dimostrato un grado di responsabilità singola e collettiva, anche a fronte di sacrifici a loro richiesti, che ha permesso alla Demm di avere un futuro. Positivo che Certina abbia assunto tutti i lavoratori, pur a fronte di nuovi ammortizzatori sociali".
La Regione Emilia-Romagna, con le altre Istituzioni e i lavoratori, attende ora un piano industriale di rilancio del sito produttivo in grado di reggere le sfide competitive che il mercato impone. "Ci aspettiamo investimenti in grado di ammodernare la struttura- prosegue Costi- ma soprattutto un piano che faccia perno su innovazione e ricerca, unici veri strumenti di rilancio. A fronte di un piano industriale che abbia una prospettiva produttiva e occupazionale e di progetti di sviluppo, la Regione farà la sua parte grazie agli strumenti già in nostro possesso, a partire dalla legge 14 sull'attrattività di investimenti, o attraverso accordi per l'innovazione del ministero dello Sviluppo economico, in analogia a quanto già fatto per altre imprese. Così come forniremo ai lavoratori e al nuovo Gruppo i gli strumenti necessari in materia di formazione a supporto dei processi di cambiamento che un passaggio di proprietà inevitabilmente presenta".
Infine, conclude l'assessore regionale, "così come abbiamo fatto fino ad ora, continueremo, assieme alle istituzioni locali e al ministero dello Sviluppo economico, a seguire l'azienda per garantire il rispetto e l'attuazione dell'accordo siglato. Anche in questa crisi industriale, i lavoratori e le rappresentanze sindacali, assieme alle Istituzioni, hanno fatto la differenza nel preservare il tessuto industriale del nostro territorio. La Regione- chiude Costi- è quotidianamente impegnata affinché la condotta delle imprese nei confronti dei territori e delle comunità locali sia pienamente responsabile e consapevole delle ricadute economiche e sociali delle scelte e delle politiche industriali".
(Foto - immagine Striscione FIOMM 13 ottobre 2017)
Un aiuto in più per chi è gravato dai debiti: anche a Modena è attivo l'Organismo di Composizione della Crisi da Sovraindebitamento
Lo strumento di consulenza e supporto per risolvere i casi più critici di soggetti privati e piccoli imprenditori è attivato dal locale Ordine dei Commercialisti congiuntamente agli Ordini di Reggio Emilia, Parma e Piacenza.
MODENA, 27 MARZO 2018 – Rate del mutuo, debiti con fornitori, quote di prestiti contratti con banche e finanziarie: in Italia il peso dei debiti di famiglie, consumatori e piccoli imprenditori non accenna a diminuire. Per provare a risolvere le situazioni più problematiche di comuni cittadini e piccoli imprenditori (non soggetti, quindi, alle norme fallimentari) esiste da qualche anno, grazie alla Legge n°03/2012, uno strumento concreto che si chiama "Organismo di composizione della crisi da sovraindebitamento" (OCC).
L'OCC opera dietro autorizzazione del Ministero della Giustizia come un normale curatore fallimentare, fornendo consulenza e supporto al debitore ed attivando una procedura di tipo concorsuale con i suoi creditori.
Anche a Modena è possibile rivolgersi ad un Organismo di composizione della crisi da sovraindebitamento: lo ha infatti attivato il locale Ordine dei Dottori Commercialisti, in collaborazione con gli Ordini territoriali di Reggio Emilia, Parma e Piacenza. Consumatori, debitori civili, piccole imprese, aziende agricole e professionisti iscritti agli albi che si trovano nella situazione di non poter più far fronte alle richieste dei creditori, si potranno rivolgere quindi all'OCC interprovinciale per presentare la propria istanza e gestire la situazione di indebitamento. Il referente per l'OCC interprovinciale è il dott. Vittorio Zanichelli, già Presidente del Tribunale di Modena.
La procedura per la composizione della crisi da sovraindebitamento permette, se vi sono le condizioni, di gestire situazioni debitorie prima impossibili da governare arrivando perfino alla chiusura totale di ogni esposizione debitoria. Il debitore ha la possibilità di far sospendere qualsiasi azione esecutiva (già in corso o ancora da avviare), proponendo ai propri creditori un piano di pagamento/ristrutturazione dei debiti. In concreto, viene redatta una proposta di pagamento dell'intero arretrato in qualsiasi forma, anche in misura ridotta o mediante cessione di crediti futuri.
"L'obiettivo dell'Organismo di composizione della crisi da sovraindebitamento è quello di raggiungere un accordo che consenta di soddisfare le esigenze di entrambe le parti, mediando tra i soggetti coinvolti e predisponendo un piano di rientro credibile ed efficace" sottolinea il dott. Stefano Zanardi, Presidente dell'Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Modena, che ricorda come "Per attivare la procedura di risoluzione del sovraindebitamento il debitore deve presentare all'OCC l'istanza per la nomina del professionista che gestirà il procedimento ed assisterà il debitore, assumendo ogni iniziativa necessaria ed utile alla predisposizione e all'attuazione del piano di ristrutturazione dei debiti o del piano del consumatore".
All'interno dell'OCC di Modena, Reggio Emilia, Parma e Piacenza sono 184 i professionisti che hanno i requisiti per ricoprire il ruolo di gestore. Una volta nominato il professionista, il debitore dovrà predisporre e presentare il piano di composizione della crisi che poi, una volta effettuate le opportune verifiche, il gestore a sua volta sottoporrà, quando necessario, al parere dei creditori e quindi all'Autorità giudiziaria.
Per ogni ulteriore informazione è possibile rivolgersi alla segreteria dell'Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Modena: la sede è in via Emilia Est 25, il recapito telefonico è lo 059 212620.
In relazione al dato consuntivo sulle imprese attive in Emilia Romagna diramato oggi da Unioncamere, il Presidente della Confesercenti E.R. Dario Domenichini ha dichiarato quanto segue:
"I dati consuntivi 2017 del registro delle imprese, diramati oggi da Unioncamere E.R, mettono in evidenza che il settore che ha fatto registrare il calo maggiore di imprese è stato quello del commercio (-1.096 unità a livello regionale).
E' un trend che perdura purtroppo da diversi anni e riguarda soprattutto le imprese individuali e le società di persone, segno che è il commercio indipendente, fatto di piccole imprese, ad essere maggiormente in difficoltà.
Se questo andamento dovesse perdurare corriamo il rischio di perdere quella diversità commerciale e quel servizio diffuso sul territorio che è una caratteristica peculiare del nostro Paese e della nostra Regione: Confesercenti chiede un supporto maggiore per le p.m.i del settore in termini di contenimento del costo degli affitti dei negozi, semplificazione burocratica, abbassamento del cuneo fiscale, limitazione all'ulteriore espansione della grande distribuzione e intensificazione della lotta all'abusivismo e all'illegalità".
Editoriale: - Il diritto a essere sedotte - Lattiero caseari. Prosegue il crollo del latte e del burro - Quando le competenze scompaiono nell'azienda liquida - Fonterra rivede le proiezioni della produzione di latte - Cereali e dintorni. Sorpresa seme di soia. -
SOMMARIO Anno 17 - n° 02 14 gennaio 2018
1.1 editoriale
Il diritto a essere sedotte
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Prosegue il crollo del latte e del burro.
3.1 imprese e competenze Quando le competenze scompaiono nell'azienda liquida
3.2 allerta alimentare Candeggina in un omogeneizzato per neonati prodotto in Italia
4.1 maltempo Maltempo. Dalla Giunta sì ai 350 mila euro per i negozi, i ristoratori e piccoli artigiani colpiti da alluvione
5.1 mercato latte Fonterra rivede le proiezioni della produzione di latte
5.2 mercati e consumi Italiani sempre più Bio in GDO
6.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Persiste la fase di stabilità. Domani i dati USDA.
7.1 bonifica Consorzio dell'Emilia Centrale: per il 2018 oltre 10 milioni di euro per la difesa o lo sviluppo del territorio
8.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Sorpresa seme di soia.
9.1 scenario macroeconomico 2018 Scenario macroeconomico. Uno scenario 2018 di tranquillità quasi irreale
11.1promozioni "vino" e partners
12.1 promozioni "birra" e partners
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La competenza dei dipendenti è la risorsa più importante in mano all'azienda. Limitarne la presenza interna per contrarre i costi a vantaggio di soluzioni esterne, significa perdere in valore assoluto il vero valore dell'azienda.
Di Guido Zaccarelli 7 gennaio 2018 - La compresenza di competenze interne – esterne, quando sono bilanciate e condivise, accrescono il valore dell'azienda, offrendo all'impresa l'opportunità di competere nei mercati globali. Si riducono i conflitti a vantaggio della comunità aziendale.
La competenza dei dipendenti è strettamente legata alla capacità di competere dell'azienda. Indebolire la prima significa promuovere attività senza controllo alla seconda. La competenza deriva dal verbo competere. L'origine latina, cum-petere, ci riporta al modo di agire insieme delle persone verso uno scopo comune, cum. Lo scopo dell'individuo è apprendere, afferrare, ogni giorno la possibilità di raggiungere nuovi obiettivi che si traducono nel riportare a fattore comune le competenze.
La crescita è continua e costante nel tempo e impiega anni per raggiungere elevati standard professionali da impiegare per formare altre persone, come passare il testimone in una staffetta della 4x100.
La storia osserva da lontano il cammino dell'uomo senza intervenire e intralciare le scelte. Solo a posteriori mette in luce i punti di forza e di debolezza della realtà vissuta. Il lavoro trae origine dalla storia e l'esperienza è l'espressione tangibile dell'errore umano che ogni giorno si rigenera in altre forme e modalità ma confluenti nello stesso punto: nutrire di competenza la competenza.
Le persone acquisiscono l'arte del fare osservando gli altri, provando e riprovando meticolosamente, fino a quando il gesto entra in armonia con il corpo, con la mente e con lo spirito e l'arte del fare diventa magia. Un meccanismo che si completa quando una mano esperta la tiene in perfetto equilibrio assicurando la giusta traiettoria di marcia per raggiungere la destinazione: competere nella competenza.
L'azienda cresce e si distingue per la capacità di dare alla luce soluzioni ad elevato valore aggiunto pescando dalle competenze interne. Il mercato osserva e premia la forza di gravità prodotta dal fare unito messo in atto dai dipendenti. I mercati corrono e ogni giorno chiedono maggiore competitività alle imprese. L'azienda risponde e spesso, anziché promuovere azioni tese a contrastare i fenomeni che si presentano al cancello d'ingresso, riduce i costi limitando la presenza del personale (esubero) e investendo in tecnologia. Il tutto in funzione del risparmio e dell'ammortamento senza prima aver creato le premesse per una gestione ottimizzata delle risorse umane e tecnologiche. Il futuro diventa incerto.
La formazione sul campo è un costo e come tale viene ridotta. Le macchine sono tecnologicamente molto avanzate e devono produrre in grandi quantità. I dipendenti sprovvisti di competenze emergenti, (per disinteresse personale o aziendale) sono superflui e dismessi (esubero).
Altri, pur in possesso di competenze specifiche, lontani dalla linea di marcia dell'azienda prendono anche loro la strada dell'esubero. La tecnologia e gli esuberi prendono il sopravvento creando spazi vuoti nel sistema delle competenze le cui carenze vengono assorbite dai dipendenti che restano e dalla collettività.
L'azienda diventa liquida e assorbe ogni onda d'urto che si genera al suo interno o si frantuma contro gli scogli dell'impresa. Il caos regna sovrano incapace di gestire le linee di azione e di comando delle competenze tra loro distanti e inavvicinabili.
Tutto si riconduce alla buona volontà dei singoli come fattore di compensazione di ciò che non funziona: la competenza umana. Finalmente incontriamo qualcuno che se ne intende, merce rara, non disperdiamola. Il futuro transita ancora dall'inizio della nostra storia.