Migranti: tenta di entrare in Spagna nascosto in un trolley della spesa ma viene scoperto. Il giovane palestinese di 11 anni è stato fermato alla frontiera con Melila e riportato dalla madre
Si è nascosto in un trolley della spesa per eludere i controlli nel tentativo di entrare in Spagna, e quindi in Unione Europea, a tutti i costi. È successo al valico di Beni-Enzar, lo scorso 31 dicembre, dove si è concluso il bizzarro tentativo di un bambino di 11 anni palestinese.
Il piccolo, che risiedeva con la madre in un centro d'accoglienza migranti marocchina, pare fosse stato affidato alla coppia di passatori proprio dalla donna. Questa aveva anche pagato la traversata per l'Europa, non è chiaro se, al di là del Mediterraneo, ci fosse o meno qualcuno ad aspettarlo. I due, fermati dalle guardie di confine, sono finiti immediatamente in manette. Il bimbo, invece, è stato riconsegnato alla madre.
Non è il primo migrante che tenta di emigrare in una valigia. Centinaia sono i giovani che provano in questo modo di superare i confini, commenta Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti": oltre le valigie, doppio fondo nelle automobili, di solito nei cruscotti o sotto i sedili, nei materassi, o come nel caso di un 11enne palestinese, sotto alla verdura, dentro a un trolley per la spesa.. Una vera e propria pratica, che spesso uccide.
(2 gennaio 2020)
Così è all'interno il primo sottomarino transoceanico intercettato in Europa carico di droga: ecco il video della Guardia Civil. Gli agenti hanno contato 152 balle di cocaina, che rappresentano 3.000 chili di droga
Questa mattina, gli agenti della Guardia Civil spagnola, hanno finito di contare un totale di 152 balle di cocaina che il natante sottomarino stava portando all'interno, pari a 3.000 chili di droga, come già annunciato sulla stampa mondiale. Il sommergibile è realizzato in fibra di vetro ed è il primo ad essere intercettato in Europa. La missione del sottomarino, secondo fonti vicine all'indagini, era di passare la droga tra una nave e l'altra nell'Atlantico. Per Giovanni D’Agata, presidente “Sportello dei Diritti”, il video prova che il traffico di sostanze stupefacenti a livello globale non conosce frontiere ed utilizza metodi sempre più sofisticati ed innovativi per superare i confini e i controlli.
Ecco il video postato su YouTube all'indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=_qlpKLHT8vw.
( 27 novembre 2019 )
Virus Chikungunya in allarme rosso la Spagna: per la prima volta la zanzara tigre ha infettato gli esseri umani. Nella provincia turistica di Alicante alcuni turisti sono stati infettati dal virus.
Questa estate, tutte le condizioni sono soddisfatte per la trasmissione indigena del virus Chikungunya in alcuni dipartimenti del sud est della Spagna. La minaccia riguarderebbe la provincia turistica di Alicante nella Spagna orientale dopo che alcuni turisti provenienti dall'Islanda sono stati infettati dal virus trasmesso dalle zanzare. Secondo gli esperti, questi sono i primi casi di infezione locale in Spagna.
Le vittime sono tre membri di una famiglia che si trovava sulla Costa Blanca a maggio. Come le autorità sanitarie valenciane hanno spiegato nel fine settimana, nessun altro caso di infezione è stato segnalato finora. Tuttavia, sono state avviate tutte le misure e i controlli necessari.
Il virus è trasmesso principalmente dalla zanzara tigre (Aedes aegypti) e dalla zanzara tigre asiatica (Aedes albopictus). Secondo il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), il virus è diffuso in molti paesi africani e nel sud e sud-est dell'Asia. Secondo l'ECDC, dopo una rapida diffusione in Centro e Sud America, negli ultimi anni ha colpito anche l'Europa, per la prima volta nel 2007 in Italia, poi anche in Francia. "Ma questo è il primo caso di infezione in Spagna", ha dichiarato un portavoce delle autorità sanitarie di Valencia, al quotidiano di Alicante "Informacion" (edizione di sabato).
È noto, dal periodo di incubazione, che i pazienti devono essere stati punti durante le loro vacanze sulla Costa del Sol nella seconda metà di maggio, ha riferito il portavoce. Al rientro dal viaggio è stata diagnosticata la malattia. Le autorità islandesi hanno prontamente informato sia le competenti autorità centrali spagnole a Madrid che le autorità sanitarie regionali a Valencia.
La febbre di Chikungunya è associata a sintomi simil-influenzali come febbre alta, mal di testa e dolori muscolari. La maggior parte delle persone infette si riprende completamente, spesso dopo una settimana. Più pericoloso è il virus per i malati cronici e per le donne incinte e i neonati. Le morti sono estremamente rare. Non esiste ancora alcun vaccino o terapia mirata. L'ECDC raccomanda generalmente i viaggiatori di proteggersi dalle punture di zanzare, come repellenti, vestiti lunghi e zanzariere. La segnalazione di alcuni casi nella vicina Spagna, la cui costa meridionale in questa stagione ha un clima assai simile a quello di tante zone d'Italia, specie quelle costiere, per Giovanni D'Agata presidente dello "Sportello dei Diritti", dovrebbe preoccupare le autorità sanitarie italiane altrettanto quanto sta accadendo Oltralpe.
Ecco, perchè lo "Sportello dei Diritti", si rivolge al Ministero della Salute affinché monitori attentamente la situazione e fornisca tutte le delucidazioni del caso circa possibili analoghi rischi per la popolazione residente ed al fine di adottare tutte le misure necessarie per evitare la diffusione di questo tipo di virus che colpiscono principalmente le fasce più deboli ed esposte come anziani e bambini in tenera età.
(17 giugno 2019 )
Dalla Spagna è arrivata la conferma che le pistole sequestrate a Norbert Feher sono quella rapinata il 30 marzo a Consandolo di Argenta (Ferrara) alla guardia giurata Piero Di Marco e quella rubata l'8 aprile all'agente di polizia provinciale Marco Ravaglia, ferito nell'agguato a Portomaggiore in cui fu ucciso il volontario Valerio Verri.
Secondo quanto riportato dall'ANSA, si escluderebbe quindi "la presenza di quella rapinata il 30 dicembre 2015 nell'omicidio al metronotte Salvatore Chianese, a Ravenna, terzo delitto per cui in Italia Feher è indagato".
Ricordiamo che il serbo, meglio noto come Igor il Russo, era stato catturato in Spagna lo scorso dicembre, dopo un conflito a fuoco nel quale avevano perso la vita due uomini della Guardia Civil.
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 16 - n° 44 05 novembre 2017 -
Editoriale: Strategia o codardia - Il latte spot torna a scendere - Arachidi o Noccioline americane, ottimi anche per i bimbi. - Quote latte. L'UE impone di recuperare gli aiuti - Vendemmia. Calo in Regione del 24% dell'uva cooperativa - Altro...
SOMMARIO Anno 16 - n° 44 5 novembre 2017
1.1 editoriale
Strategia o codardia?
2.1 lattiero caseario Il latte spot torna a scendere
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati sempre stabili e ai minimi.
4.1 alimentazione e salute Arachidi e Noccioline americane, ottimi anche per i bimbi.
4.2 dissesto idrogeologico Dissesto idrogeologico. Video dichiarazioni.
5.1 quote latte Quote latte. L'UE impone di recuperare gli aiuti
5.2 management L'ultimo granello di sabbia della clessidra aziendale
6.1 Pomodoro Bilancio campagna 2017 del pomodoro da industria nel Nord Italia
7.1 Siccità su La7 Siccità: "PiazzaPulita" (programma televisivo di LA7) nel piacentino
8.1 vendemmia i numeri Vendemmia. Calo in Regione del 24% dell'uva cooperativa
9.1 Codacons un nuovo amico dei consumatori Premio Amico del Consumatore a Luigi Lucchi, Sindaco di Berceto
10.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Leggero sussulto in chiusura di settimana.
11.1 Fiera cremona A Cremona si è respirata "Aria Nuova". Segnali di ripresa del settore zootecnico.
12.1promozioni "vino" e partners
13.1 promozioni "birra" e partners
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E' finita, almeno sino a ora, come non ti saresti aspettato. Il condottiero mancato arroccato in esilio con altri 4 dell'ex esecutivo, parla da uno sgabuzzino dell'UE e pubblica il sito web "presidente catalogna in esilio".
di Lamberto Colla Parma 5 novembre 2017 -
Non si può dire che le carte non le abbia ben scombinate il Presidente destituito della Catalogna Carles Puigdemont scompare da Barcellona, dopo aver pubblicato una foto scattata dallo studio presidenziale forse per far credere di essere ancora in sella nonostante la destituzione di Madrid, e ricompare magicamente a Bruxelles. Da una mini sala stampa, insieme a altri 7 componenti dell'ex governo catalano, Puigdemont ha dichiarato di non voler chiedere asilo politico ma di non voler tornare in Spagna senza le opportune garanzie di un processo equo e che Madrid accetti il risultato delle elezioni che verranno indette per dicembre.
Insomma un po' di fumo per far credere di non essere scappato ma di lavorare per la causa catalana dal cuore dell'Europa.
E per rafforzare questa sua posizione "vittimistica" ecco comparire il sito president.exili.eu (il presidente in esilio) attraverso il quale proseguirà il contatto con i suoi sostenitori. Il sito ufficiale dell'ex governo autonomo della regione è stato anch'esso oscurato a seguito dell'intervento del Governo centrale spagnolo in applicazione dell'articolo 155 della Costituzione spagnola.
Accusato di ribellione, sedizione e uso improprio di fondi pubblici, Puigdemont, altri dell'esecutivo e alcuni deputati, sono stati chiamati a comparire per il 2 e il 3 novembre davanti al tribunale di Madrid.
Invito che l'esiliato presidente ha respinto al mittente e, per voce del suo avvocato belga noto per avere difeso militanti dell'ETA, si è reso disponibile a accogliere i magistrati in Belgio per rispondere alle loro domande.
Nel frattempo, si trovano già in carcere otto membri del deposto governo catalano per i quali la Procura spagnola aveva chiesto l'arresto. La giudice della Audiencia Nacional, Carmen Lamela, -come riportato dall'agenzia adnkronos il 2 novembre - ha accolto la richiesta per eliminare il "pericolo di fuga".
Il provvedimento ha riguardato l'ex vicepresidente Oriol Junqueras, Jordi Turull, Josep Rull, Carles Mundò, Raul Romeva e Joaquim Forn e due donne, Meritxell Borras e Dolors Bassa. Miglior sorte per l'ex consigliere Santiago Vila, che si era dimesso la sera prima della dichiarazione di indipendenza, al quale è stata concessa la libertà su cauzione (50.000€)
Armiamoci e partire, combattete e vinceremo.
Sembra essere stato questo il motto di Puigdemont.
Molto imprudentemente ha proclamato l'indipendenza della Catalogna in presenza di poco più della metà dei deputati e, ovviamente, 70 dei 73 presenti (su 135 deputati) avevano votato a favore.
Ma gli altri 62 assenti non rappresentavano forse l'altra metà del cielo, quella parte del popolo Catalano che, pur nell'autonomia, ama considerarsi spagnolo?
Se il buon senso non prevarrà, da entrambe le parti, il rischio che la tensione si tramuti in scontri è molto alto.
Il braciere indipendentista è stato riattivato dal "Condottiero" Puigdemont e questa nutrita parte del popolo Catalano (circa il 30%), come mi confidava un amico italiano che vive a Barcellona da molti anni, "l'indipendenza la vuole, e basta". "Gli animi sono tesi, anche nelle discussioni tra amici, e questo preoccupa", conclude l'amico.
Viene quindi spontaneo chiedersi come gli indipendentisti, duri e puri, hanno interpretato la mossa di esiliare di Pugdemont? Come una guida spirituale che lavora per la loro causa dal cuore dell'europa o solo un ignobile gesto di codardia e di irresponsabilità'?
Difficile prevedere quello che accadrà a breve, molto dipenderà da come il popolo catalano interpreterà il ruolo del loro ex presidente e ovviamente dalla pesantezza della mano di Madrid. La reclusione preventiva potevano anche risparmiarsela.
Un gesto di benevolenza verso il popolo catalano, ora che il Governo centrale ha preso in mano la situazione, potrebbe essere il primo passo verso una riconciliazione, utile per la Spagna intera, per i catalani e anche per quest'Europa così poco influente nei discorsi politici e così opprimente in quelli monetari.
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Dopo il tira e molla dei giorni scorsi la Catalogna ha deciso per l'indipendenza. Una decisione presa dal Parlament di Barcellona allo scadere dell'ultimatum di Madrid che in contemporanea ha sentenziato il commissariamento delle istituzioni e della polizia catalana.
di Lamberto Colla Parma 28 ottobre 2017 -
A Barcellona si festeggia e si ammainano le bandiere spagnole mentre a Madrid si promette di ristabilire lo Stato di diritto.
Lo scontro è pesante e se l'orologio fosse indietro di soli vent'anni la guerra civile sarebbe già scoppiata.
Carles Puigdemont e i 70 del parlamento che hanno votato a favore (10 contrari e due astenuti) rischiano sino a trent'anni di carcere.
La mozione sull'indipendenza unilaterale approvata dal Parlament della Catalogna "va contro la legge e suppone un atto criminale". Lo dice il primo ministro spagnolo, Mariano Rajoy, intervenendo in Senato. "Il governo - sottolinea Rajaoy - prenderà tutte le misure necessarie, questo stesso pomeriggio, per restaurare la legalità".
L'obiettivo catalano è sempre stato chiaro "dichiarare la Catalogna come Stato indipendente in forma di Repubblica".
Un indirizzo che si sposa perfettamente con il sacrosanto diritto all'autodeterminazione dei popoli, che comunque non vede contemplata la secessione) ma dall'altra parte c'è il Diritto Costituzionale Spagnolo, sottoscritto a suo tempo anche dalla Catalogna, che individua la Spagna un Patria unica e indivisibile.
Al momento l'Unione Europea non ha preso posizioni ufficiali e i maggiori Stati membri, Gran Bretagna compresa, hanno dato l'appoggio a Madrid, ma sarebbe forse molto utile, alla stabilità del popolo spagnolo, che l'UE intervenisse a congelare la situazione e riportare al tavolo negoziale i contendenti prima che gli animi si surriscaldino troppo portando a conseguenze poi difficilmente controllabili.
Vedremo cosa accadrà nelle prossime ore e se la soluzione di indire nuove elezioni in Catalogna sarà sufficiente a fare rientrare l'apice di crisi.
(FOTO: Barcellona dal mare durante una regata velica - "Tall Ships")
Attentati a Barcellona e Cambrils. Bandiera della Spagna a mezz'asta in Regione, il presidente Bonaccini: "Gli assassini non vinceranno, il loro farneticante progetto si infrangerà contro i principi di democrazia e libertà che abbiamo conquistato a caro prezzo"
"Un forte augurio di pronta guarigione ai feriti e un commosso cordoglio alle famiglie delle vittime"
Bologna – "Ancora una volta la mano vigliacca di assassini ha colpito ciecamente, con il solo obiettivo di uccidere più persone possibile. Non vinceranno, il loro farneticante progetto si infrangerà contro quei principi di democrazia e libertà che l'Europa e tutte le grandi democrazie hanno conquistato a caro prezzo".
Così il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, dopo il nuovo attacco terroristico che ha colpito ieri pomeriggio Barcellona e stanotte Cambrils, in Spagna.
"Un forte augurio di pronta guarigione ai feriti-chiude Bonaccini- e un commosso cordoglio alle famiglie delle vittime".
In segno di lutto, la Regione questa mattina ha esposto la bandiera spagnola a mezz'asta all'ingresso dell'Assemblea legislativa.
L'ISIS rivendica l'attentato di Barcellona e annuncia un più grave attentato, fortunatamente sventato a Cambrils in piena notte. L'Italia per quanto ancora resterà indenne da attacchi?
di Lamberto Colla Parma 18 agosto 2017 -
13 morti e un centinaio di feriti, molti dei quali gravi, è il risultato dell'attacco avvenuto a Barcellona ieri pomeriggio.
Ma quello che lascia perplessi è l'organizzazione ancora ben strutturata delle cellule terroristiche comandate dallo "stato islamico" ormai ridotto a un lumicino.
Infatti, a poche ore dall'attacco alle Ramblas, ecco uscire un manifesto che, nel rivendicare la paternità dell'azione terroristica, ne annuncia uno ancor più violento (vedi foto copertina). E così all'una di notte la polizia spagnola è riuscita a intercettare e annientare i componenti di un commando pronto a una nuova e più grave "matanza".
5 terroristi, armati e carichi di esplosivi che a Cambrils, località balneare a 120 km da Barcellona, sono stati intercettati e uccisi dalla polizia spagnola.
Se la Spagna è diventato un nuovo terreno di battaglia, alla pari lo potrà diventare anche l'Italia. Cadono infatti le giustificazioni che sostenevano le ragioni degli attacchi in Belgio, Francia e Regno Unito (numero di foreign fighters, mancata integrazione delle seconde generazioni ecc...).
Tutto ciò conduce a considerare che i prossimi attacchi avverranno "dove" sarà possibile e dove sono presenti cellule sufficientemente organizzate.
Ecco quindi che le azioni di prevenzione e di ascolto, da parte dei servizi, delle polizie locali e il contributo dei cittadini, potranno ridurre notevolmente il rischio di attentati.
L'Italia, inoltre, sarà sempre più nel mirino dei terroristi soprattutto dopo il successo ottenuto dal Viminale sul fronte dei migranti riuscendo a bloccare il corridoio degli sbarchi, almeno sino a quando l'accordo con la Libia (Cirenaica in particolare) reggerà.
La sicurezza passa anche attraverso gli occhi e le orecchie di ciascuno di noi.