Accade nel regno di sua maestà Carlo III dove in queste aree sono state adottate delle "buffer zones" o zone cuscinetto attorno alle cliniche per aborti, utilizzando misure penali per ridurre, a detta del governo inglese, il rischio di molestie o pressioni su chi accede alle cliniche, arrivando anche a vietare la preghiera silenziosa o la distribuzione di materiali informativi nelle vicinanze di queste cliniche.
Siamo a giugno di quest’anno e il Parlamento scozzese con 118 voti favorevoli e uno contrario, approva la legislazione sul divieto di proteste anti abortiste seguendo “l’esempio” dell'Irlanda del Nord, che è diventata il primo paese del Regno Unito a far rispettare questa orribile e ripugnante censura.
Il resto del Regno Unito sta facendo lo stesso: il 31 ottobre una legge simile entrerà in vigore in Inghilterra e Galles, ma era stata già approvata dal Parlamento nel 2023. In questi paesi, la multa sarà spropositata.
Per queste nuove limitazioni alcuni cittadini del Regno Unito sono stati arrestati, perseguiti e condannati per aver pregato in silenzio al di fuori delle cliniche per aborti, ma questa legge vieta anche di organizzare incontri pro-vita entro le mura domestiche private.
L’ultima è stata “Emma” nome di fantasia che il 4 ottobre, ha ricevuto una lettera dal governo scozzese con questo contenuto "Caro residente, lo scopo è quello di avvertirla che la sua casa, a causa della sua vicinanza all'ospedale, si trova ora in una zona di censura dell'aborto”.
La legge che è in vigore dal 24 settembre ha reso un reato penale fare qualsiasi cosa comprendendo anche il pregare, entro 200 metri da una qualsiasi struttura medica dove si pratica l'aborto, al fine di non "influenzare" la decisione di qualcuno di accedere, fornire o facilitare appunto un aborto.
“Emma” che abita nelle vicinanze della struttura per l'aborto Chalmers Hospital, passandoci davanti da cattolica, prega con il rosario in mano, ma ora vive un’angoscia tremenda perché questa legge prevede che qualsiasi persona: "Può segnalare un gruppo o un individuo che pensi stia infrangendo la legge".
Nel regno di sua maestà forse hanno dimenticato cosa contiene l’Articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti del 1948 il quale recita così: “Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere”.
Ma allora cosa è cambiato nel Regno Unito in questi mesi sulla libertà di culto?
Il governo di sua maestà vuole forse abrogare questo diritto in favore di qualche “intesa” per un controllo di ingerenza?
Intanto anche nella seconda città più grande del Regno Unito, Birmingham un altro arresto è toccato a Isabel Vaughan-Spruce, una donna di 47 anni, che pregava in silenzio all’esterno di una clinica per aborti.
Ma la repressione della preghiera silenziosa ha colpito anche padre Sean Gough, reo di avere nel paraurti della sua auto un adesivo con la scritta: "Le vite non nate contano" e nelle vicinanze dell’ennesima clinica abortiva, con in mano un cartello che diceva: "Pregando per la libertà di parola", pregava in silenzio.
La “libertà di culto” è molto simile alla "libertà collettiva" che per secoli, ha agito come una forza magnetica in grado di unire, ispirare, movimenti e alimentare i sogni di cambiamento radicale delle comunità di persone.
Ogni individuo, infatti, vive la propria libertà in equilibrio con i diritti e i doveri della comunità in cui è inserito e, per quanto complesso, non si può vietare in un luogo pubblico la semplice preghiera.
Ogni epoca ha prodotto simboli e ideali che rappresentavano la libertà di culto e la libertà collettiva, soprattutto verso quel forte desiderio di rompere le catene dell’oppressione, di abbattere i muri delle disuguaglianze, di realizzare un ordine sociale giusto.
Forse stiamo perdendo di vista il valore del concetto di libertà, il suo principio fondante e storico che prevede una linea di demarcazione tra libertà individuale e responsabilità sociale, ma dobbiamo impedire il suo declino prima che l’oppressione, che è in atto contro i popoli, si trasformi in un martirio transumanista.
E in tutto questo Papa Francesco che dice?
Nulla è rimasto in silenzio come tutto il mutismo che percorre i lunghi corridoi delle stanze del vaticano.