Come riportiamo dal comunicato ufficiale del comitato sono stati concessi solo dieci minuti tempo, assolutamente insufficiente per esporre una tragedia così enorme, nella quale hanno perso la vita circa 200.000 persone e che ha distrutto l’esistenza dei rispettivi familiari, vittime fine pena, di una rabbia, un dolore e di sensi di colpa implacabili, responsabili solo di essersi fidati di un sistema sanitario criminale.
“Abbiamo comunque cercato, nel breve tempo a nostra disposizione, di portare alla luce i punti fondamentali di questa assurda vicenda”, si legge.
In primo luogo, affrontando la questione delle autopsie, all’epoca dei fatti, a noi caldamente sconsigliate.
Abbiamo sottolineato l'inefficacia del protocollo Tachipirina e vigile attesa.
Dimostrato la quasi inesistente medicina di base sul territorio Nazionale, con MMG che non visitavano i pazienti, paradosso di terapie domiciliari negate e con la totale abolizione di diritto tempestivo di cura dell’ammalato, al quale veniva tolto il contatto-conforto della presenza o della voce di un familiare, anche da dietro ad un vetro, bardati magari come lo erano i sanitari.
Sono stati protocolli scellerati e dall’esito disastroso che nessuno ha avuto la coscienza di bloccare anche dopo l'evidenza della loro inefficacia.
Abbiamo raccontato la condanna a morte dell’intubazione forzata, che quasi sempre rappresentava per i nostri cari, una strada senza ritorno.
Ripercorso le discriminazioni e i maltrattamenti subiti, fino ad arrivare alla parte più feroce di tale esperienza: la restituzione del cadavere in un sacco nero.
“A noi ricordiamo, è stata negata la possibilità di vedere il corpo del nostro caro defunto, in circostanze così atroci e negando ad esso, spesse volte, anche la degna sepoltura. Dignità che a nessun essere umano andrebbe negata. Il nostro è stato un excursus dall'inferno nella quale siamo piombati e al quale nessuno dovrebbe essere mai condannato. Eppure, malgrado questo, siamo attenzionate di giudizio e pregiudizio anche in sede di audizione. Soprattutto dai rappresentanti del Movimento 5 stelle, dai quali veniamo etichettate come le solite no vax, incapaci di senso critico e ovviamente, mine vaganti che sparano a zero, su chi invece, il proprio dovere lo ha fatto con assoluta dedizione. Chiudiamo evidenziando la necessità di fare chiarezza, sugli errori e sulle scelte rivelatesi così evidentemente sbagliate, e a nostro avviso guidate dalla volontà di fare male e non dall'ignoranza. Ribadiamo inoltre che noi familiari siamo la parte lesa, coloro ai quali ancora nessuno ha chiesto scusa, e quindi non l'oggetto, dell’inchiesta suddetta e neppure il capro espiatorio dell'opinione pubblica. Perciò rimandiamo al mittente, le offese gratuite e le prese di posizione indignate, si chi si sente minacciato perché sicuramente non ci riguardano. Noi, abbiamo altre priorità. Per esempio pretendiamo giustizia. La credibilità di ciò che affermate dovete supportarla da fatti e non da chiacchiere. Per quello, avete avuto quattro anni di tempo. Forse, oggi, sarebbe gradito, un rigoroso silenzio, che ha il sapore del rispetto e delle scuse che nessuno ancora ha avuto l'ardire di rivolgerci”.
La crescente preoccupazione è quella che questa commissione d'inchiesta, anziché portare la trasparenza e fiducia nelle istituzioni, si evince da queste dichiarazioni, che parrebbe essere usata per colpevolizzare chi ha già sofferto, come le vittime del Covid e i loro familiari.
In un momento così delicato, sarebbe fondamentale mantenere il focus su una valutazione obiettiva e costruttiva, senza che il tutto si trasformi in una caccia alle streghe che colpisce chi ha già pagato le conseguenze più dure della pandemia.
(Da-Sx-Ermelinda-Cobuzzi-Cristina-Fasani-Elisabetta-Stellabotte-Natalia-Pratesi-del-Comitato-LAltra-Verita)
Foto: credits www.corrierenazionale.net https://www.corrierenazionale.net/2024/10/16/la-replica-a-conte-del-comitato-laltra-verita-in-merito-allaudizione-in-commissione-covid/