Con ogni probabilità non è una scelta a caso, perché altrimenti andrebbe spiegato ai cittadini quali protocolli e quali indagini sono previste sulla biodistribuzione, sulla farmacocinetica e farmacodinamica, sulla genotossicità e cancerogenicità.
Tutto questo ad oggi ancora non è dato saperlo, ma vedendo l’aumento esponenziale appunto dei cittadini che scoprono di avere effetti avversi, oggi con ogni probabilità, c’è una speranza di poter guarire.
Si chiama terapia C.R.A.Pu che significa: Complementare Riducente Autodegenerativa Puccio ideata dal ricercatore palermitano Giovanni Puccio e applicata dal Dr. Giuseppe Franco Cusumano con importanti ed evidenti miglioramenti riscontrati nei pazienti che si sono sottoposti a questo trattamento.
Il dato fondamentale è che questa terapia riesce a bloccare la proteina Spike ovvero quell’elemento che indicato di provocare tutti i danni da vaccino.
Abbiamo raggiunto il Dr. Cusumano Medico di famiglia della cittadina di Campobello di Mazara del Vallo, con alle spalle oltre quarant’anni di esperienza, e in quest’intervista ci spiega il suo lavoro con questa terapia in sostegno dei danneggiati.
Dr. Cusumano, grazie pe questa intervista e la prima domanda diretta è proprio rivolta al suo lavoro con la C.R.A.Pu.: come fa guarire, o migliorare i danni creati dalla Spike?
Grazie a Lei che mi dà la possibilità di poter esprimere la mia idea sulla terapia C.R.A.Pu. Questa terapia nasce nel 2009 da una ricerca sullo stress ossidativo persistente del ricercatore Giovanni Puccio e consiste nel fare giornalmente una flebo con soluzione fisiologica cc 500, alla quale si aggiungono tre fiale di Glutatione 600 mg, 2 fiale di N-Acetilcisteina 300 mg e una fiala di vitamina C da 1 g. Per far capire come funziona dobbiamo mettere in evidenza che uno dei tre cicli vitali non funziona bene quindi lo scudo molecolare che ci protegge da virus, batteri e oncogeni viene meno. La terapia C.R.A.Pu. agisce eliminando lo stress ossidativo persistente, metilando il DNA e aumentando le riserve di glutatione, bloccando così le replicazioni di tutti i virus a RNA.
Io ho utilizzato questa terapia con grande successo sia nella malattia Covid-19, sia nei long-covid e per ultimo nei soggetti con danni da vaccino. Quest’ultimi sono dovuti dal persistere della proteina Spike che stimola il nostro sistema anticorpale a produrre anticorpi specifici in un numero eccessivo e sono proprio questi che depositandosi in tutti gli organi, creano danni. Con riferimento ai pazienti con danni da vaccino, prima di iniziare una eventuale terapia, richiedo di eseguire i seguenti esami ematochimici: Anticorpi IgG Sars-Cov2 quantitativi (BAU), Omocisteina, Vitamina D, D-Dimero. Generalmente i risultati di quest’ultimi mostrano Anticorpi alti, Vitamina D bassa, Omocisteina e D-dimero alti. Se questi parametri non risultano nella norma, prescrivo la Terapia C.R.A.Pu.
I pazienti accusano sintomi lievi o gravi, ma con il normalizzarsi dei parametri ematochimici, migliorano o scompaiono i sintomi.
Per semplificare la Spike, che è appoggiata sopra la vena, è come una fascetta che si muove stringendo la vena stessa improvvisamente e, dalla sua scoperta ad oggi, sembrerebbe che nessuno avesse mai provato a studiare questo movimento, la terapia C.R.A.Pu. potrebbe essere la prima in questo senso che può fermare l’improvviso risveglio della Spike?
La proteina Spike è ancora presente nell’organismo perché l’mRNA non si è degradato dopo pochi giorni dall’inoculo. La Spike è legata da ponti di Solfuro che vengono spezzati con l’N-Acetilcisteina e Acido Ascorbico permettendo ai Macrofagi di fagocitarla.
Immaginiamo quanto scetticismo possa avere incontrato nella comunità scientifica, ma visto i risultati positivi ottenuti di cui ormai sono pubbliche numerosissime testimonianze, avete provato a proporre questa terapia alle istituzioni?
Sì, ma senza alcun risultato ottenuto. Ci hanno ignorato sia nella terapia Covid, sia nel long-Covid e per quanto riguarda i danni da vaccino. Ma i successi terapeutici ci danno la forza di continuare.
In pratica seppure voi abbiate dimostrato che questa terapia funziona, le istituzioni non hanno voluto percorrere questa strada e dare la possibilità ai pazienti danneggiati di provare la cura, preferendo abbondonarli al loro destino?
In pratica non avendo avuto riscontro da parte delle Istituzioni, viene meno il diritto per i pazienti di essere curati se non attraverso altri canali privati, messi da noi a disposizione.