Martedì, 22 Agosto 2023 08:47

Raffaella, danni post vaccinali al sistema nervoso: “Volevano darmi ansiolitici per zittirmi” In evidenza

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Di Giulia Bertotto Roma, 21 agosto 2023 (Quotidianoweb.it) - Raffaella Palese ha 45 anni, e vive a Potenza, dove si occupava di onicotecnica in un centro estetico. Raffaella era un temperamento sportivo, adorava fare surfing, nuoto, pattinaggio, fare trekking nei boschi, dipingere e fare lavori creativi con colori acrilici, ma “il vaccino antiCovid in poche ore ha cambiato la mia vita”. Raffaella si scusa perché le sue vertigini sono così costanti che a volte è difficile tenere le fila di un discorso e mantenere la concentrazione.

Rassicuriamo Raffaella e ascoltiamo le sue parole, che trascriveremo, per raccontare all’Italia intera quanti concittadini si sono ammalati in seguito alla campagna vaccinale massiccia. Grazie Raffaella per la sua preziosa testimonianza.

Grazie a voi che mi date, e ci date, voce.

Il 6 giugno del 2021 ho perso il controllo del mio corpo e della mia vita, in meno di dieci ore dalla prima dose del vaccino antiCovid Pfizer. Mi sono recata spontaneamente all’hub vaccinale, non avevo alcun motivo per non fidarmi e nessun pregiudizio verso la scienza e la medicina. Appena dopo l’inoculazione sono stata colta da un malessere mai provato: gli arti non rispondevano ai miei comandi, avevo vertigini e perdita di equilibrio, giramenti di testa, vista offuscata. Poi sono arrivati anche gli acufeni, dolori alla nuca e al volto, tensione muscolare e dolore al viso e in tutto il corpo, ritmi cardiaci e pressori sballati, debolezza, perdita di udito ad un orecchio, confusione mentale, difficoltà nella concentrazione. Il sintomo più invalidante e costante erano e sono tuttora le vertigini.

Il mio corpo era andato in tilt, non c’è espressione migliore per spiegare quello che mi stava succedendo. Alla mia famiglia dicevo che forse sarei morta, li avvisavo che non sapevo se ce l’avrei fatta.

Ha fatto presente questi sintomi ai medici vaccinatori dell’hub?

Mi sono recata dal medico di base, dai medici vaccinatori, da diversi specialisti. Tanti professionisti e una sola risposta: “lei è suggestionata, le prescrivo dei tranquillanti”. Nessuno mi credeva e rischiavo di perdere il lavoro senza la seconda inoculazione e il Green Pass. Così ho effettuato, stavolta piena di paura, la seconda dose, l’11 luglio del 2021, la quale mi ha dato il colpo di grazia acuendo tutti i sintomi. I dolori erano più forti, le vertigini non mi lasciavano un attimo. Ero diventata incapace persino di andare in bagno da sola. Avevo perso il mio corpo, la mia autonomia, mi ero trasformata. Non auguro neppure al mio peggior nemico un inferno come questo.

In uno stato come questo è difficile restare lucidi e non iniziare a credere di essere diventata pazza, perché non sono solo i medici a non crederti, anche conoscenti più o meno stretti, ti trattano come se vaneggiassi. Sono quasi arrabbiati per il fatto che questo vaccino, che hanno fatto anche a loro, possa rappresentare un pericolo! Ma io sapevo di non essere matta.

Mi sono rivolta a così tanti dottori: otorini, neurologi, fisiatri, fisioterapisti, endocrinologi, reumatologi, vestibologi, anche fuori dalla mia regione, in Puglia e Campania. Nelle mie condizioni non potevo neppure allontanarmi di più. Tutti i medici che ho incontrato non mi guardavano nemmeno negli occhi e mi prescrivevano ansiolitici e psicofarmaci. Dov’era finita quella scienza che si interroga a fondo e indaga finché non ha le prove per dimostrare ciò che afferma? Mi dicevano che avevo così tanti sintomi che non poteva esserci correlazione tra loro. E allora invece di cercarla volevano sedarmi!

Ho speso fior di quattrini che nessuno mi rimborserà, e soprattutto è andata in rovina la mia salute e una vitalità che nessuno potrà restituirmi. Se non mi aiutasse la mia famiglia sarei sola, abbandonata, senza cure, forse non sarei neppure viva.

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Come sta oggi?

Oggi ho una diagnosi di danneggiamento al sistema neurovegetativo e nervoso centrale, dovuti a risposte autoimmuni alla proteina Spyke inserita con le due dosi. Sto meglio perché ho trovato dei medici competenti, professionali e anche umani, empatici, che hanno creduto al danno subito a causa del vaccino e che mi hanno consigliato di sottopormi ad ozonoterapia.

Ma purtroppo non posso lavorare, non posso guidare, non posso mai sentirmi sicura e al sicuro sulle mie gambe. E tutto è successo nell’arco di meno di dieci ore in quel 6 giugno. Mai prima nella vita avevo mai avuto uno dei sintomi che oggi mi tormenta.

Attendo ottobre con speranza, ho infatti fissato una visita in un centro che si trova in Molise.

Può dirci i nomi di questi medici che si sono fatti carico del suo stato clinico?

Purtroppo non posso dire i loro nomi perché tengo a tutelarli da un sistema sanitario e politico che sta facendo di tutto per ostacolare il loro lavoro e impedire alle persone colpite da effetti avversi di essere riconosciute e trattate. Per poter continuare ad aiutarci non possono esporsi.

Si è rivolta alle istituzioni competenti in materia come il Ministero della Sanità, o al presidente della sua regione, al sindaco?

Ho scritto ad AIFA e Vigilfarmaco ma nessuno mi ha risposto. E’ faticoso anche alzarmi in piedi da una sedia, lei non immagina quanto può essere difficile combattere per ottenere giustizia.

Che cosa pensa oggi della campagna vaccinale? Un virus molto pericoloso ha messo alle strette il sistema sanitario e il vaccino era l’unico antidoto a questo patogeno?

No, non è questo che è accaduto. Sto vivendo sulla mia pelle l’omertà dei medici, l’ottusità delle persone, il silenzio dei giornali, l’assenza assoluta del sistema sanitario nazionale. A volte ho paura che tutto questo sia il risultato di un piano volto a fare del male alla popolazione. Non credo ci vogliano morti, i morti non spendono denaro: credo che ci vogliano dipendenti dai medicinali, dai prodotti che ci vendono per il male che ci hanno provocato.