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Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 19 10 maggio 2015

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1.1 editoriale Democrazia 2.0 - Un tool come il coltellino svizzero!
3.1 cereali Materie prime, all'alba della discesa?
4.1 cereali Materie prime, all'alba della discesa?
5.1 Lattiero caseario Profondo rosso per i derivati del latte.
6.1 semplificazione Approvato il decreto del Registro unico dei controlli
6.2 crisi Economia non riparte. Serve riforma fiscale
6.3 difesa suolo Emilia Romagna, chiesti 100 milioni per difesa del suolo
7.1 Parmigiano Reggiano Parmigiano reggiano, assalto alla Grande Muraglia
8.1 pasta All'estero trionfa la pasta made in Italy.
9.1 Expo2015 - vino "Vino-a taste of Italy"
10.1 greenpeace Greenpeace cerca fondi sola da privati.
11.1 promozioni  "vino" e partners

 

Cibus 19 COP 2015

 

 

L'Italia diventerà un esempio mondiale di modello di Democrazia 2.0. Rapidità e efficienza; tutto a portata di mano come in un coltellino svizzero. A proposito dove è finito l'impegno per la spending review?

di Lamberto Colla - Parma, 10 maggio 2015 -
Ormai la maggioranza non sa più cosa fare per convincere il popolo e il resto d'Europa che l'Italia è una repubblica democratica. Maggioranza e opposizione tutto in uno, come un coltellino svizzero.

Lo sciopero per la riforma della scuola è stata l'ultima farsa. Invece di scioperare perché non si prendono provvedimenti urgenti per fare ripartire l'economia, invece di scioperare per il ricorrente uso della fiducia al Governo, invece di mettere in risalto le dispute interne al partito di maggioranza, al solo scopo di dimostrare che in questo Paese esiste una opposizione al lider maximo, gli stessi giornali che chiedevano la galera per Berlusconi a ogni suo respiro, pronti a dichiarare la sua appartenenza fascista a ogni ipotesi di "fiducia" ebbene oggi tacciono.

Fiducia su fiducia e il PD esegue. Basta un tweet di Matteo e tutti in aula come soldatini e, dopo il voto, lo sugartweet di ringraziamento. Già perché Matteo (Renzi) ordina come segretario del partito e come capo di governo e l'orchestra di somari esegue. E se una parte stona è solo una penosa farsa per far credere che siamo in regime democratico.

Nella romantica (per molti e non per tutti per fortuna) ex URRS, o CCCP come meglio piaccia, il Segretario era pure capo del parlamento, delle forze armate ecc... e per questo ci si sta attrezzando anche in Italia.

Si è partiti con l'Italicum e si arriverà all'ItalicURRS?

Premetto che Matteo Renzi mi è piaciuto sin dall'inizio per il suo determinismo e la chiarezza pragmatica di procedere in ordine con il cronogramma teso verso gli obiettivi e con l'idea di rottamare le palle al piede della vecchia nomenclatura attendista.
Però adesso è troppo. Non si può procedere oltre il buonsenso e l'eleganza. L'effetto narcotizzante degli 80€ sta svanendo. Un provvedimento della prima ora, una sorta di premio di benvenuto, viene da sospettare, servito a prender tempo e utile allo scopo di portare a compimento quello che gli italiani attendevano: rottamazione, equità e speranza.

E invece nulla di fatto a partire dai rottamandi. Questi fake-perbenisti della sinistra e della sinistra cattolica più becera sono ancora vivi, vegeti e con molto veleno in corpo, pronti a schizzare, campanellini alla coda, alle parti vitali del premier, chiunque esso sia, che voglia seriamente eliminare quelle sacche di consenso comprate con stipendi immeritati; bacini di voti che fanno capo a una o altra corrente di partito.

La gente si attende delle vere riforme, vuole tastare con mano che i sacrifici indotti da questa terribile crisi sono equamente distribuiti e he la riduzione delle spese non è solo la traduzione in italiano di una frase anglofona usata per riempirsi la bocca.

E' qui la spending review?
Dove è finito il buon intendimento di cancellare quelle centinaia di carrozzoni inattivi tra i quali si erge a simbolo il gran paradosso dell'Istituto per l'alienazione degli Enti Inutili, anch'esso inutile, inattivo e costoso (IGED)?
E del taglio del numero dei parlamentari non se ne fa più nulla?
L'alienazione delle Provincie deve restare incompiuta? Magari, nel frattempo, si potrebbe completare con l'eliminazione delle Provincie e delle Regioni a statuto speciale.
L'assalto alle migliaia di società partecipate da pubbliche amministrazioni non dovevano essere , almeno nella gran parte, liquidate?

Come detto, il simbolo del degrado amministrativo è ben rappresentato dall'Iged (Istituito Generale per gli Affari e per la Gestione del Patrimonio degli Enti Disciolti) carico di 14 sedi, 14 alti dirigenti, quasi 300 funzionari con un costo stimato di circa 50 milioni di euro annui. Costituito nel 1956 (millenovenentocinquantasei), per alienare 600 enti inutili, nel 2002 iniziò un tragicomico processo di autoliquidazione che costò, secondo la Corte dei conti quasi 100 milioni di euro (nel solo inizio millennio) senza nulla ottenere sino a quando fu inglobato nell'Igf (ispettorato Generale della Finanza) quindi solo nascosto, forse per la vergogna.

Varrebbe la pena perdere qualche minuto per riguardarsi una trasmissione di Report del 1998 (10 dicembre 1998) che ripercorreva la storia di quest'ente e delle commissioni di controllo delle commissioni e così via di seguito.

Attento Renzi, se mancassi l'appuntamento della revisione di spesa potresti essere colpito al collo dal tuo stesso boomerang. Se per caso dovrai aumentare l'iva (come previsto dalla manovra finanziaria e preteso dall'UE) il paese si bloccherà per sempre e riprendersi sarà impresa non difficile bensì impossibile.

L'Italia è stremata ma ancora qualche risicata risorsa ce l'ha. Ancora per poco e se non consentirai il restaurarsi di una classe borghese che "consumi" e, da buona formichina, accantoni le riserve, il patrimonio privato e nazionale si esaurirà e con esso l'economia nazionale.

La preghiera a Matteo nostro.
Caro Matteo prendi coraggio e vai contro i parlamentari, i privati interessi dei pochi potenti ma pensa ai tuoi concittadini.
Dacci ancora le provincie, togli le regioni (il vero buco nero nazionale) e applica una "flat tax" per fare riprendere gli investimenti anche esteri. Taglia il numero dei parlamentari e togli i privilegi dei dipendenti pubblici (tranne le forze dell'ordine) che possano finalmente essere parificati ai dipendenti privati. Infine fai applicare la legge e soprattutto la detenzione a chi la merita senza sconti.

La certezza della pena è una garanzia di stabilità sociale quanto la distribuzione del reddito.

Rimetti i puntini al loro posto e l'Italia sarà in grado di riprendersi da sola senza aiuti; è sufficiente che stacchi l'ago della trasfusione dal braccio delle imprese e dei cittadini (quelli che lavorano). Amen.

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Domenica, 03 Maggio 2015 11:14

Festa per il Lavoro. Altro che “choosy”!

Il 1° maggio festeggiato con la disoccupazione galoppante. Unica nota positiva viene dai lavoratori di Expo e la commovente gara di solidarietà (gratuita!) per completare il padiglione del Nepal.

di Lamberto Colla - Parma, 3 maggio 2015 -
Ancora una batosta arriva dai dati Istat. La disoccupazione cresce ancora e a essere maggiormente colpita è la fascia giovanile. I commentatori, giusto per dare un po' di speranza, dicono che siamo alla soglia limite e che comunque è troppo presto per dare un giudizio sul "jobs act" e sulle altre misure messe in campo dal Governo a fine 2014, atte a favorire l'occupazione.

Fatto sta che altri 90.000 posti di lavoro sono stati bruciati. Due grandi imprese commerciali, "Auchan" e "Mercatone Uno" hanno annunciato il loro stato di crisi. La grande catena distributiva francese dovrà ridurre di circa 1.500 unità il proprio organico mentre per il Mercatone Uno i commissari (Stefano Coen, Ermanno Sgaravato e Vincenzo Tassinari) stanno tentando di acquisire la fiducia dei fornitori per poter procedere nell'attività; in ballo ci sono 3.700 dipendenti. Sono solo gli ultimi due esempi della settimana in corso, ma l'elenco delle aziende in stato di crisi sul tavolo del Ministero dell'Industria e sui tavoli provinciali sono migliaia e si allungherà sempre più se il Governo non si deciderà a fare una operazione forte non per incentivare l'occupazione ma per stimolare il lavoro.

E' imperativo abbattere le tasse, magari introducendo la flat tax, almeno in un settore a titolo di sperimentarne l'impatto.
Se le imprese non hanno lavoro come possono dare occupazione? Le stesse imprese che hanno la fortuna di avere ordinativi continueranno a fare fronte alle risorse umane in carico senza ulteriori acquisti in manodopera strette come sono nella marginalità e dalla stretta creditizia. A tale proposito, la laborioso Emilia Romagna, stando all'analisi di Confesercenti, è il fanalino di coda nazionale nell'erogazione di credito alle imprese commerciali e del turismo.
In questa situazione di congelamento persistente c'è poco da sperare che un misero incentivo all'assunzione possa stravolgere la situazione dell'occupazione; al limite verranno regolarizzati contratti di lavoro precari, niente più.
Nuova occupazione potrà essere offerta solo se le imprese, soprattutto le micro, piccole e medio imprese, saranno nelle condizioni di tornare a competere sui loro mercati di riferimento. E allora la fantasia , creatività e competenze degli italiani faranno la differenza e l'economia tornerà a volare.

Basta volerlo!

Occorre liberare i "tori infuriati " da eccesso di repressione fiscale e allora il mondo economico si troverà invaso nuovamente di prodotti e servizi tricolore.
Ci vuole coraggio a governare e si deve accettare il rischio di non piacere agli "pseudo alleati europei" come invece fece drammaticamente il governo Monti. I rigurgiti della politica di lacrime e sangue continuano a rialire verso la bocca.

E' proprio di poche ore fa la notizia che la Corte Costituzionale ha stabilito che la norma con cui per il 2012 e il 2013 era stato bloccato l'adeguamento al costo della vita delle pensioni di importo superiore a tre volte il minimo Inps è incostituzionale. Un costo di 5,3 miliardi di euro che va a soffocare il tesoretto appena scoperto di 1,7. La legge, contenuta nel Salva Italia varata dal governo Monti a poche settimane del suo insediamento era stata promulgata "in considerazione della contingente situazione finanziaria".
Una condizione evidentemente non sufficiente per la Consulta che ha sancito nuovamente il principio che "L'interesse dei pensionati, in particolar modo i titolari di trattamenti previdenziali modesti, è teso alla conservazione del potere di acquisto delle somme percepite, da cui deriva in modo consequenziale il diritto a una prestazione previdenziale adeguata. Tale diritto, costituzionalmente fondato, risulta irragionevolmente sacrificato nel nome di esigenze finanziarie non illustrate in dettaglio" (sentenza numero 70 depositata giovedì 30 aprile, di cui è relatrice il giudice Silvana Sciarra.)

Ancora una volta i professoroni ci hanno dato dimostrazione di quanto sia distante la pratica dalla teoria.

Infine che dire del tormentone che ha attraversato la stampa più autorevole circa i migliaia di giovani, i choosy per dirla alla Fornero, che avrebbero rifiutato 1.300€/mese offerti da Expo2015. Una campagna di falsità alimentata gratuitamente e senza un apparente scopo se non quello di attrarre lettori affamati di gossip e senzionalismi. Quella stessa stampa autorevole che pur di raccogliere consensi tradotti in "click", "Mi piace" e commenti sgrammaticati, posta quotidianamente articoletti sulle "10 cose da fare per soddisfare una donna o un uomo", piuttosto che selfie desnudi con bacio saffico di starlette dello showbiz internazionale e altre amenità pruriginose.

Ebbene, questa autorevole stampa ha dovuto fare retromarcia solo dopo che la "stampa libera", rappresentata dai social media, ha raccolto le testimonianze di questi "schizzinosi" che invece di 1.300€ ne avrebbero presi 500 dovendo sopportare anche le spese di trasferta o di coloro i quali, dopo mesi spesi in attesa di una risposta da parte della società di selezione, hanno dovuto declinare l'invito perché, nel frattempo fortuna loro, avevano trovato altro impiego.

Così, in un momento di crisi di lavoro, si calpesta la dignità di chi cerca, non trova, e addirittura, piuttosto che restare a casa, lavora gratuitamente solo per acquisire esperienza nella vana speranza che un giorno possa diventare spendibile.
Nel giorno della ricorrenza del 1° maggio, festa del lavoro per chi ce l'ha, sarebbe il caso che Governo facesse un esame di coscienza e prendesse il coraggio di agire, mentre la "stampa", orfana dei governi di Berlusconi, indirizzi i suoi strali verso i detentori di privilegi statali tornando a assumere il ruolo di testimonianza e di critica, indispensabili per alimentare una sana democrazia.

 

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Gilda degli Insegnanti di Parma: "La settima parata del Pd in pochi giorni, questa volta al "Gadda" di Fornovo Taro. -

Parma, 29 aprile 2015 -

Con la scusa di una denominazione ingannevole, "Buona Scuola", il Partito Democratico sta cercando di infliggere agli insegnanti italiani e all'intero sistema scolastico l'approvazione di norme liberticide, indegne di un sistema di istruzione libero e democratico, il tutto senza il minimo confronto con le rappresentanze di categoria che il 5 maggio sciopereranno. A Parma e nel Parmense continua la presenza asfissiante della politica dentro la scuola, in particolare del Pd. L'ultimo episodio, il settimo in pochi giorni, è avvenuto al "Gadda" di Fornovo Taro, dove ancora una volta c'era il parlamentare Romanini. Nel nostro territorio è diventato usuale invitare nelle scuole i rappresentanti di questa forza politica, dalla quale mai ci saremmo mai aspettati azioni così gravi. Gli altri episodi che stanno rendendo evidente la deriva politica della scuola parmense e italiana, sono avvenuti: all'Istituto "Bodoni", dove per consegnare ai ragazzi quella Costituzione, la stessa che la "Buona Scuola" calpesta, erano presenti in pompa magna il parlamentare Pagliari e l'esponente locale Serpagli (entrambi del Pd). Dice Salvatore Pizzo, Coordinatore Provinciale della Gilda degli Insegnanti: "Vogliono dare il mandato ai presidi di scegliersi a piacimento gli insegnanti, questo significherà; clientele, corruzione e malavita". Gli altri casi in ordine di tempo, avvenuti dall'inizio di aprile, riguardano l'Istituto Comprensivo di Traversetolo, il Solari di Fidenza, il Berenini di Fidenza, il Bocchialini di Parma, la media "Zani" di Fidenza e il "Bodoni" di Parma.

(fonte: ufficio stampa Gilda Insegnanti Unams Parma)

La Gilda degli Insegnanti contro la presenza all'Istituto "Bodoni" del parlamentare Romanini e l'esponente locale Serpagli, entrambi del Pd. -

Parma, 27 aprile 2015 -

"Mentre col furbesco nome di "Buona Scuola" il Partito Democratico sta cercando di infliggere agli insegnanti italiani e all'intero sistema scolastico l'approvazione di norme liberticide, che per certi versi sono addirittura peggiori di quelle dell'epoca fascista, il tutto senza il minimo confronto con le rappresentanze di categoria, a Parma e nel Parmense l'aria di regime è sempre più pesante: è diventato usuale invitare nelle scuole i rappresentanti di questa forza politica dalla quale mai ci saremmo mai aspettati azioni così gravi tese a minare uno dei pilastri del sistema democratico. L'ultimo imbarazzante episodio, il sesto in pochi giorni, è avvenuto all'Istituto "Bodoni", dove per consegnare ai ragazzi quella Costituzione, la stessa che con la legge della pseudo "Buona Scuola" si vorrebbe violare, erano presenti in pompa magna il parlamentare Romanini e l'esponente locale Serpagli (entrambi del Pd), il primo in rappresentanza del Senato e l'altro della Provincia. Istituzioni che per motivi di opportunità avrebbero potuto mandare esponenti diversi da quelli del Pd. Un Regio decreto del 1923 disponeva che la scuola era governata dal "preside e dal collegio dei professori", adesso si vuole instaurare una nuova dittatura, reclutando i docenti con scelta discrezionale del preside il quale diverrebbe una sorta di proprietario. Un metodo che introdurrà il clientelismo, l'arbitrio, la corruzione e anche i condizionamenti della malavita organizzata la quale certamente è interessata a manovrare la distribuzione di posti di lavoro. Inoltre si vuole depauperare il Collegio dei docenti, sottraendogli il potere delle scelte didattiche ed affidare tutto al capo."

Dice Salvatore Pizzo, Coordinatore Provinciale della Gilda degli Insegnanti: "Per questo respingiamo la presenza nelle scuole di esponenti di quella parte politica, anche quando rappresentano le istituzioni, fanno parte di un partito che vuole eliminare la libertà della classe docente asservendola a logiche insulse". Gli altri casi in ordine di tempo, avvenuti dall'inizio di aprile, riguardano l'Istituto Comprensivo di Traversetolo, il Solari di Fidenza, il Berenini di Fidenza, il Bocchialini di Parma, la media "Zani" di Fidenza.

(Fonte: ufficio stampa Gilda Insegnanti Unams Parma)

Le atrocità della guerra sono ferite che mai alcuna pratica di chirurgia estetica riuscirà a far sparire. Il terrore delle incursioni notturne di "Pippo" sono ancora limpide nei ricordi di chi è sopravvissuto. Meglio non dimenticare.

di Lamberto Colla - Parma, 26 aprile 2015 -


Meglio non dimenticare. Sono trascorsi solo 70 anni dalla fine della seconda guerra mondiale da quel 25 aprile 1945 in cui vennero liberate Milano e Torino. Via via la resistenza conquistò le città, Bologna il 21 aprile, Genova il 23, Venezia il 28 aprile per concludersi con la Resa di Caserta del 29 aprile, data che sancisce la fine della seconda guerra mondiale.

Vendette e "conti in sospeso" proseguirono ancora per diversi anni a seguire ma chi era stato destinato alla guida provvisoria del Paese lavorò alacremente per condurre la nazione in un processo di rapida democratizzazione e, già il 2 giugno 1946, il referendum popolare decise per repubblica e quindi, via verso l'ultimo passo formale: la stesura della Costituzione.

Non dimenticare quegli anni, per coloro che hanno avuto la fortuna di non viverli, vuol dire andare a indagare, interrogando i nonni e gli amici dei nonni, andando a fare ricerche per comprendere cosa vuol dire vivere sotto bombardamento. Il terrore che i soldati venissero a fare rappresaglia nel cortile o a requisire il cibo e le scorte alimentari. In guerra la vita umana non ha valore salvo quando può essere utilizzata come merce di riscatto.

Sono trascorsi 70 anni, 70 anni di pace, o quasi.

La pace è una conquista che va alimentata con giudizio giorno dopo giorno. Non è un stato di fatto permanente, anzi è una combinazione di fattori altamente instabile. La naturale propensione del genere umano a prevaricare è impossibile da eliminare e può essere governata solo con intelligenza e con il solito ma efficace metodo della carota e del bastone.

70 anni di pace, tra gli ex alleati e gli sconfitti della seconda guerra mondiale, grazie a quei premier, così lungimiranti, che addirittura misero le fondamenta per una patria comune quell'europa che ancora stenta a decollare.

E, all'interno di questa Europa, in questi 70 anni di "quasi" Pace, abbiamo assistito all'erezione del Muro di Berlino e alla sua distruzione, allo smembramento della Jugoslavia e vissuto, da telespettatori, alla guerra in Bosnia. Ai confini invece assistiamo al conflitto ucraino e alla minaccia dell'ISIS ma anche una massa biblica di donne, bambini e uomini che fuggono dalle guerre, prevalentemente civili, nei loro paesi. Tentano una difficile fuga nella speranza di sopravvive vivendo nella certezza che morirebbero nel loro paese.

Si stimano circa 5.000 sbarchi a settimana e è fuori discussione che si debba intervenire nel salvataggio in mare, per norme marittime ma soprattutto per coscienza cristiana.
Il salvataggio però non è sufficiente e l'accoglienza non può essere compito della sola Italia, come invece pretenderebbero i partner europei. Il premier britannico, solo per fare un esempio, ha perentoriamente dichiarato che la marina di Sua Maestà andrà in soccorso, per due mesi, nel mediterraneo ma il Regno Unito non darà asilo a alcuno. Dopodiché David Cameron ha lasciato il vertice straordinario dell'UE mancando di presenziare alla conferenza stampa.

Un vertice dei capi di governo che, ancora una volta, ha dimostrato come l'Europa sia molto lontana dal traguardo di una confederazione tra Stati dimostrando al mondo intero la sua debolezza e la miopia dei premier, di statura ben diversa dai loro predecessori di 70 anni fa.

Non basta l'avere deciso di triplicare l'impegno economico a favore dell'operazione Triton, che da novembre scorso ha preso il posto di mare Nostrum, raggiungendo la medesima quota di spesa (9 milioni al mese) sostenuta dall'Italia durante l'operazione autonoma di salvataggio. Non basta anche per il fatto che la maggiore responsabilità sulla attuale situazione libica è da imputare ai Francesi e agli Inglesi. Non basta perché l'Italia potrà opporsi a sostenere i suoi impegni quando i problemi giungeranno da oriente o dal nord dell'europa.

Non basta perché la pace va conquistata, giorno dopo giorno, con la fiducia e non con il menefreghismo ostentato dall'Europa e dai suoi rappresentanti.

Alla luce di quanto sta accadendo nel mondo ma soprattutto nel vicino medio oriente, nell'est dell'europa e nel continente africano , il 25 aprile deve assumere il significato di proiettare nel futuro la storia, far comprendere e ricordare come gli errori si possono rapidamente trasformare in orrori.

Il 25 aprile, festa nostrana della liberazione, deve perciò trasformarsi nella festa della pace e della tolleranza, della fiducia e dell'orgoglio nazionale, della convinzione che, anche se armata, la pace non è una conquista definitiva ma un regalo per la buona condotta.
Di questo passo l'Europa presto non sarà più in pace!

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Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 16 19 aprile 2015

SOMMARIO Anno 14 - n° 16 19 aprile 2015
(In allegato la news letter in formato pdf scaricabile)

SOMMARIO

1.1 editoriale Il paese del bengodi cade a pezzi. Ricominciare daccapo!
3.1 Lattiero caseario La caduta dei derivati del latte.
4.1 Expo2015 I Musei del Cibo: le eccellenze di Parma per Expo 2015
4.2 salute e benessere Dimagrire col cioccolato per poi mantenere il peso
5.1 tempi di crisi Fallimenti diminuiti nel primo trimestre 2015
5.2 eventi Torna "Caseifici Aperti"
6.1 aspettando expo2015 La porta d'ingresso di Expo2015, il Padiglione Zero.
7.1 export Esportazioni di formaggi italiani in crescita
8.1 ambiente Greenpeace cerca fondi sola da privati.
9.1 promozioni "vino" e partners

Dai soffitti delle scuole ai ponti. I crolli di questi ultimi mesi dimostrano che, oltre all'incuria, vi è dolo o totale incapacità a costruire o ricostruire.
Bisogna ricominciare dai fondamentali.

di Lamberto Colla - Parma, 19 aprile 2015 -
Sino a qualche anno fa convivevo con la presunzione di stare in uno dei paesi più avanzati e democratici del mondo.

Un paese con molti difetti tra i quali l'accettazione, da parte della maggioranza della popolazione, di una quota sensibile di malcostume politico e istituzionale, ma dove era sicuro vivere e prosperare, immersi nella grande bellezza, diffusa in ogni angolo.

Mi consideravo fortunato perché facendo un computo tra pregi e difetti, i primi riuscivano a prevalere.

Questa pesantissima crisi economica invece sta mettendo in evidenza e assegnando sempre maggiore spazio a dilaganti quanto intollerabili e censurabili comportamenti criminali.
Avrei preferito veder cadere qualche muretto a secco di Pompei piuttosto che i soffitti delle scuole, magari appena restaurate, o ponti inaugurati una settimana prima. Un Paese che fa bella mostra di acquedotti d'epoca romana ancora intatti e moderne sopraelevate spezzate in due. A questo punto c'è da pensare che molte "mine" siano seminate qua e là sul nostro fragilissimo territorio.

Un Paese dove sono sufficienti due giorni di piogge abbondanti per mettere in ginocchio intere regioni, provocare danni miliardari e quasi sempre qualche morto.
In mezzo a tutti questi disastri quelli che maggiormente mi turbano e mi fanno veramente rabbia sono quelli che colpiscono le scuole, luoghi per eccellenza destinati al culto e dove la famiglia dovrebbe avere la certezza di avere consegnato in sicurezza il proprio figliolo.

Questo dovrebbe essere un elemento fondamentale dal quale mai prescindere. Così infatti lo è sicuramente all'estero e in nazioni la cui fama non è certamente positiva.

Proprio nei giorni scorsi, parlando con una signora rumena, in Italia per fare una campagna agricola, mi fece vedere le foto dei suoi bambini all'interno dei plessi scolastici.
Da non credere! Aule perfettamente ordinate e pulite, ampi spazi ricoperti da enormi e bellissimi tappeti dove i bambini, seduti a terra e in cerchio, svolgono alcune parti didattiche più socializzanti. Nei periodi di vacanza, mi raccontava la signora, e in quei giorni si stava consumando la Pasqua Ortodossa, le scuole svolgono comunque attività collettive, da ricerche a visite nei musei, a istruzioni di ballo di coppia e di lingue. Attività volontarie e non obbligatorie ma comunque altamente educative e formative.

Qui invece gli edifici scolastici sono fuori norma e i soffitti cadono in testa agli alunni. In quest'ultima settimana è stata sfiorata la tragedia per il crollo di un soffitto in una scuola appena ristrutturata di Ostuni con "solo" due allievi feriti. A Olbia invece è caduto un grosso lampadario e il fato, in quest'ultimo caso, ha voluto solo dare un avvertimento colpendo uno dei banchi da poco liberato in quanto gli alunni stavano uscendo dall'aula.
Ed è ancora vivo il ricordo del liceale di Rivoli (TO), morto sepolto a seguito del crollo del soffitto del Liceo Darwin che, oltre alla morte del 17enne Vito Scaffardi, in quel tragico giorno di novembre 2008 fece altri quattro feriti gravi.

A nulla servì il pesante richiamo del destino a rimettere in sicurezza gli edifici scolastici attraverso la tragedia della scuola di San Giuliano di Puglia in provincia di Campobasso. A seguito della scossa sismica dell'ottavo grado che colpi il Molise il 31 ottobre 2002, l'istituto "Francesco Jovine" crollò lasciando intrappolati sotto le macerie 56 bambini, 4 maestre e 2 bidelle. Il bilancio definitivo delle vittime fu tragico: 27 bambini e una maestra, oltre a 35 feriti, molti dei quali con lesioni permanenti.
Da quel giorno del 2002 sono trascorsi quasi 13 anni ma nulla sembra sia stato fatto.

CONCLUSIONE
Occorre rifondare l'Italia partendo dai fondamentali e la scuola prima di ogni altra cosa. Non solo in termini di sicurezza ma anche in termini educativi e di sostegno sociale alle famiglie. Una buona e sana educazione produrrà una sana e educata società nel prossimo futuro.
Infine bisogna definitivamente chiudere il periodo delle emergenze e degli appalti al massimo ribasso. Nell'emergenza ormai è appurato, almeno sin dal terremoto dell'Aquila ma sicuramente anche da prima, ci sguazzano i soliti e spregiudicati noti.

Bisogna fare pulizia e tornare a essere quel Paese del Bengodi ammirato e invidiato.

Oggi di quel Paese è rimasto ben poco e in mano a pochissimi sciagurati e immorali che si arricchiscono sulle spalle dei tanti che sgobbano, soffrono e pagano.

Quei tanti invisibili che però diventano visbilissimi quando si tratta di affibbiare una multa, una tassa o una pena qualsiasi e che inermi osservano il super-buonismo destinato a chi delinque quotidianamente e ai quali una giustificazione sociale si riesce sempre a confezionare.

Crollo della scuola di San Giuliano di Puglia - terremoto Molise 31 ottobre 2002 - Foto Protezione Civile

 

Pubblicato in Politica Emilia
Venerdì, 17 Aprile 2015 17:37

Parma - Scuola, esponenti del PD al "Bocchialini"

Quarto caso in pochi giorni esponenti del PD all'interno di una Scuola Statale di Parma, questa volta è accaduto al "Bocchialini". - 

Parma, 17 aprile 2015 -

Oramai è provocazione pura: proprio all'indomani di una mobilitazione nazionale che vede coinvolti tutte le organizzazioni rappresentative della scuola italiana, comprese la quasi totalità che di quelle che rappresentano i dirigenti scolastici, unite contro l'aggressione che il Pd vuole perpetrare contro i docenti chiamandola con il simpatico nome di "Buona Scuola", ancora una volta in un istituto sono stati invitati esponenti del Pd.

Siamo oramai al regime è un fatto indecente, un "modello Parma" che per adesso siamo gli unici a denunciare. Dopo il caso dell'Istituto Comprensivo di Traversetolo (dove sono stati chiamati il deputato Romanini), quello del"Solari" di Fidenza (dove è intervenuto un autorevole esponente del Pd fidentino), dell'l'Itis "Berenini" anch'esso di Fidenza, dove sono intervenuti sindaco, vice sindaco e presidente del consiglio comunale, tutti del Pd, oggi la notizia dell'ennesima parata arriva dal "Bocchialini" di Parma, dove c'era nuovamente il deputato Romanini, il sindaco di Salsomaggiore Fritelli e l'esponente Pd Simona Caselli.

La Gilda degli Insegnanti è apartitica ed apolitica (ribadiamo contestavamo in maniera durissima anche le scelte dell'ex governo Berlusconi ai tempi della riforma Gelmini), ma esprimiamo il nostro disappunto, invitando le persone a reagire civilmente, innanzitutto perché la scuola è per definizione apolitica e poi perchè è inopportuno invitare proprio gli esponenti del Pd in questo preciso momento, la loro presenza all'interno delle scuole suona come una provocazione: il testo del Disegno di Legge sulla cosiddetta "Buona Scuola", infatti prevede l'instaurazione della dittatura del preside, scardina il principio dell'imparzialità della pubblica amministrazione, rimettendo sostanzialmente alla volontà di un singolo la decisione dei criteri per le assunzioni e addirittura dei trasferimenti dei docenti, volontà che se trasformate in legge saranno portatrici di inevitabili fenomeni di corruzione. Si vuole dare ai presidi il potere di entrare nella didattica, nonostante la Costituzione tuteli espressamente la libertà dell'insegnamento, si vogliono licenziare d'ufficio tutti coloro che per oltre 36 mesi sono stati sfruttati con contratti a temine, ciò se malauguratamente non dovessero rientrare in un fumoso piano di assunzioni che il governo intende agganciare alla sedicente riforma e che invece potrebbe attuare con un decreto ad hoc. Proprio ieri i docenti della Gilda di Parma sono scesi in piazza al fianco degli studenti, principali vittime di questo tentativo di assalto alla scuola. Salvatore Pizzo, coordinatore provinciale della Gilda, precisa: "I deputati del Pd compiano un atto di coraggio, votino in dissenso dal loro gruppo parlamentare e si schierino con il territorio che li ha eletti".

(Fonte: ufficio stampa Gilda Insegnanti Unams Parma)

"Voglio vederci chiaro" afferma il consigliere leghista. "Aspettiamo di vedere l'esposto, poi valuteremo il da farsi" la replica dell'assessore Veneroni -

- di Federico Bonati -

Reggio Emilia, 13 aprile 2015 –

"Era il luglio 2014 quando il Consiglio di Stato rese pubblica la sentenza 3214/2014, nella quale decretava l'annullamento del POC approvato nel 2006 perché mancavano alcuni passaggi e la dichiarazione di pubblica utilità. La sentenza in questione scaturì da una segnalazione di alcuni cittadini interessati dal tracciato della strada tangenziale, sulla quale ritengono tuttora che il comune abbia commesso molti errori nell'iter del progetto, errori rilevati anche dal Consiglio di Stato". Esordisce così Mauro Melli, consigliere della Lega Nord nel comune di Novellara, dicendo di volerci vedere chiaro in merito a questa vicenda, arrivando, infatti, a presentare un esposto alla Corte dei Conti di Bologna chiedendosi se gli amministratori e i funzionari comunali "si siano resi responsabili di danno erariale per non aver seguito il corretto iter deliberativo".

"Il sindaco Elena Carletti ed il suo assessore ai lavori pubblici - prosegue Melli - affermarono in seguito sulla stampa che avrebbero fatto ricorso, realizzando poi la delibera di giunta n. 110/2014 con la quale decisero di stanziare una cifra per lo studio Coffrini atta a presentare il ricorso". A Melli questi sembravano, come affermò alla stampa lo stesso consigliere, soldi sprecati, presentando in seguito alcune interrogazioni, durante i consigli comunali, sulla vicenda, nonchè una mozione con delibera di consiglio n. 59/2014 e 59-1/2014, affinchè venisse istituita una commissione di controllo e garanzia, prevista dal testo unico enti locali, ma la maggioranza votò contro tale proposta. Il comune in ottobre ritirò poi tutte le consulenze legali in atto con lo studio Coffrini affidandole ad altri legali, come si evince dalla determina 535/2014, con il seguente saldo dei conti in sospeso.

"A dicembre- continua la cronistoria del consigliere del Carroccio- iniziò l'iter di adozione del nuovo POC così come richiesto dal Consiglio di Stato, ma ricordo che risulterà concluso solo quando ci sarà l'approvazione da parte del consiglio comunale, e per il momento siamo in una condizione incerta". Storia finita? Assolutamente no, perché da un lato il comune di Novellara ritirò il ricorso perché non più interessato (sentenza n.1694/2015), ma al tempo stesso il Consiglio di Stato condannò il comune al pagamento delle spese legali per un ammontare di 2000 euro. "Ancora soldi buttati" tuonò sulla stampa Melli, che per vederci chiaro in questa vicenda si è rivolto alla Corte dei Conti.

Sulla vicenda è stato chiamato ad intervenire anche l'assessore all'urbanistica del comune di Novellara Carlo Veneroni, che ha appreso dall'articolo del Resto del Carlino dell'esposto del consigliere Melli: "Non ho ancora visto l'esposto. Appena avremo modo di vederlo, come amministrazione comunale, faremo le dovute valutazioni del caso". All'assessore viene poi richiesto per quale motivo la proposta di Melli di una commissione di controllo e garanzia riguardante la tangenziale, ricevette il parere negativo della maggioranza: "Perché era già presente un altro strumento comunale, vale a dire la commissione urbanistica. Non era il caso di istituire una commissione speciale, creando un clima non piacevole, soprattutto tra i dipendenti comunali". Una vicenda, quella novellarese, che ancora non intravede la parola fine.

Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia
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