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Il Sindaco, Federico Pizzarotti, e l’Assessore al Turismo, Cristiano Casa, hanno preso parte, nel fine settimana, ad Alba ad una due giorni intensa in cui sono andati in scena i sapori del distretto con i sindaci e gli chef delle di Alba, Parma e Bergamo: prosegue il lavoro di costruzione del Distretto delle Città Creative UNESCO per la gastronomia da parte delle tre città italiane che si fregiano di questo titolo. Si tratta di un percorso in vista dell’alleanza pensata dalle tre Amministrazioni per realizzare politiche comuni di valorizzazione e promozione dei tre territori.

Appuntamento al Gastronomy Hub di Parma lunedì 21 dicembre, in diretta sulle pagine Facebook e YouTube dell’Associazione Gastronomi Professionisti.

Pubblicato in Agroalimentare Parma

Una piacevole serata primaverile per il primo appuntamento con la rassegna Giardini Gourmet all’Ex Convento San Cristoforo

Di Chiara Marando -

11 maggio 2019  -

Si sono aperte le porte di un piccolo mondo nascosto durante la prima serata di Giardini Gourmet, la rassegna itinerante che unisce la bellezza dei giardini celati all’interno di antiche mura nel centro storico di parma, con la piacevolezza di momenti da assaporare, ad opera degli chef del Consorzio Parma Quality Restaurants.

 “Giardini Gourmet”siinserisce nella cornice del progetto Parma UNESCO Creative City of Gastronomy, promosso dal Comune di Parma sotto la regia di Parma Alimentare e dell’associazione “Parma, io ci sto!”.

“Giardini Gourmet’ vuole essere un modo intimo, all’insegna della lentezza e del piacere di scoprire Parma, attraverso tre chiavi di lettura che caratterizzano la città: il verde, la musica e il cibo – ha spiegato l’Assessore al Turismo e al Progetto UNESCO Cristiano Casa - Dobbiamo essere bravi a valorizzare questi elementi, per richiamare a Parma un pubblico di appassionati di gardening, melomani e foodie”.

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A ospitare l’evento iniziale è stato l’Ex Convento San Cristoforo, un giardino profumato di rosmarino, rose e lavanda, circondato su due lati da un elegante porticato. Chef della serata, Enrico Bergonzi, Ristorante “Al Vèdel” e presidente Parma Quality Restaurants; Nico Tamani, Ristorante “La Vecchia Fucina”; Andrea Nizzi, Ristorante “12 Monaci”.

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Il prossimo appuntamento è per Domenica 12 Maggio ore 11.30, nello storico complesso delle Orsoline per il  “BRUNCH NEL GIARDINO”

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Foto Gallery: Lorenzo Moreni

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Una giornata di scambi connessioni, progettualità dove il mondo della gastronomia diventa il volano per migliorare la società: è lo chef Jock Zonfrillo ad aver vinto il Basque Culinary World Prize 2018.

Di Chiara Marando -

Giovedì 26 Luglio 2018 -

Jock Zonfrillo, chef scozzese di origini italiane, residente in Australia, è lui il vincitore del Basque Culinary World Prize 2018, il premio internazionale rivolto a quei cuochi che, con i loro percorsi ed una visione aperta a connessioni in grado di alimentare progettualità, sono riusciti a migliorare la società attraverso la gastronomia valorizzandone l’impatto su innovazione, istruzione, salute, ricerca, sostenibilità, imprenditorialità sociale e sviluppo economico.

E Jock Zonfrillo, rinomato chef, ristoratore, scopritore e valorizzatore di ingredienti autoctoni, è stato apprezzato per la difesa della cultura delle popolazioni indigene australiane e per il suo lavoro di salvaguardia della tradizione gastronomica aborigena. 

Un premio importante assegnato martedì 24 luglio a Modena, presso il Collegio San Carlo, da una giuria d’eccezione presieduta da Joan Roca (Spagna), e composta da nomi famosi come Gastón Acurio (Perù), Massimo Bottura (Italia), Manu Buffara (Brasile), Mauro Colagreco (Francia), Dominique Crenn (USA), Andoni Luis Aduriz (Paesi Baschi, Spagna), Yoshihiro Narisawa (Giappone), Enrique Olvera (Messico) e Leonor Espinosa, vincitrice del Basque Culinary World Prize 2017, oltre a esperti di varie discipline come la scrittrice gastronomica Ruth Reichl, lo storico dell’alimentazione Bee Wilson e la interior designer Ilse Crawford

“Sono onorato di essere stato scelto come vincitore del Basque Culinary World Prize 2018 – ha dichiarato Jock Zonfrillo - La lezione più importante che ho imparato dalle comunità indigene, è quella di restituire più di ciò che si è ricevuto. La mia motivazione principale viene dal riconoscimento di una civiltà che ha lavorato ed è prosperata sulla terra su cui ha vissuto per più di 60.000 anni. Gli indigeni australiani sono i veri cuochi e “inventori di cibo” di queste terre, e la loro esclusione dalla nostra storia, e in particolare dalla nostra cultura gastronomica, è inaccettabile.
Credo che il mondo della gastronomia debba promuovere il cambiamento, e anche se non possiamo parlare per conto dei nativi, possiamo però accompagnarci a loro e contribuire favorevolmente alla loro situazione”.

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Il Basque Culinary World Prize è organizzato e promosso dal Governo basco nel quadro della Strategia Euskadi-Basque Country, e dal Basque Culinary Center (BCC), istituzione accademica leader a livello mondiale nella gastronomia.

Jock Zonfrillo riceverà € 100.000 da destinare a un progetto o a un’organizzazione di sua scelta che dimostri il ruolo globale della gastronomia nella società.

Ma la giornata è stata l’occasione per parlare di esperienze, spunti, legami da scoprire che legano mondi solo apparentemente lontani. Un susseguirsi di interventi che hanno permesso al pubblico presente, composto da giornalisti e professionisti del settore, di partire dall’ambito culinario per andare oltre, per vedere quanto il food possa essere la chiave di volta nella creazione di una bellezza globale e sociale.

Ad aprire l’appuntamento è stato proprio Massimo Bottura che ha voluto evidenziare quanto questo momento sia importante per il mondo della cucina, una “terza rivoluzione” che tocca l’ambito umanistico e può portare allo sviluppo di connessioni e progetti tra gastronomia, una rivoluzione umanistica, un movimento che può realizzare tutti i più fertili intrecci possibili tra gastronomia, natura, tecnologia e arte.

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Dopo di lui un mondo fatto di visioni creative e forti legami con la testimonianza del fotografo JR, il cui impulso artistico è sempre stato quello di creare nuovi mondi nelle città, trasformarne le strade in vere e proprie gallerie d’arte, imparando a guardare le cose con un occhio diverso.

Ilse Crawford, designer britannica specializzata in architettura e studio di ambienti che facciano sentire le persone come a casa propria, ha evidenziato l’importanza di creare spazi che sappiano “far evolvere, ma anche coinvolgere, creare comunione e socializzazione, rendere speciale anche quello che risulta solo ad una prima occhiata normale”.

“A chi dice che viviamo in un mondo di scontro di culture, dico che il bello nasce da un incontro di fritture”, così ha esordito Daniele De Michele, in arte Don Pasta, sottolineando quanto la cucina possa farci capire chi siamo, le nostre tradizioni e culture.

“Un morso alla volta perché anche un morso può avere delle conseguenze” ha sostenuto Bee Wilson rimarcando il ruolo del cibo come mezzo per comprendere meglio noi stessi e gli altri, per comprendere alcuni meccanismi propri delle società. 

La giornalista Ruth Reichl, una delle figure più influenti della critica gastronomica contemporanea, ha voluto ricordare Jonathan Gold, il grande scrittore/antropologo californiano recentemente scomparso.

Immagini, poesia e il dietro le quinte del mondo della cucina con il regista David Gelb, autore di “Chef’s Table” su Netlix.

A chiudere gli interventi è stata la compagna nel lavoro e nella vita di Massimo Bottura, Lara Gilmore “grazie a voi e a tutte le persone incredibili che hanno reso possibile tutto questo”.

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Dal 5 al 13 maggio, in concomitanza con la grande fiera internazionale dedicata all'agroalimentare, eventi, musica, showcooking, laboratori e cene stellate nel centro storico della città ducale.

Parma, 3 maggio 2018 - Una grande «prima», diffusa e saporita.
È tempo di Cibus OFF, edizione inaugurale del primo fuorisalone parmigiano del gusto. Mentre alle fiere si svolge Cibus, uno degli appuntamenti sull'agroalimentare più accreditati sulla ribalta internazionale, dedicato agli esperti di settore, la città si apre a tutti con un vero spin off di gusto, storia e sapore. Per nove giorni, dal 5 al 13 maggio, Parma diventa salotto, anzi cucina e dispensa per raccontare la food valley parmense e tutto il suo sapere. Showcooking, mostre, talk show e seminari sul futuro dell'alimentazione, concerti, cene firmate da grandi interpreti della cucina d'autore e laboratori per i più giovani animeranno piazza Garibaldi e quei portici del Grano che, mercato prima, crocevia degli affari poi, da sempre sono cuore pulsante della città.

SINERGIA PUBBLICO E PRIVATO
Il progetto Cibus OFF nasce dalla proficua collaborazione fra istituzioni pubbliche e imprenditoria privata ed è un nuovo passo di quella cabina di regia che ha permesso a Parma di entrare – prima città italiana - nel network UNESCO delle Cities of Gastronomy. L'iniziativa è sostenuta dal Comune di Parma con il coordinamento di Parma Alimentare e di "Parma, io ci sto!" ed ha come main partner il Consorzio del Parmigiano Reggiano, il Consorzio del Prosciutto di Parma, le aziende Barilla, Mutti, Parmalat e Rodolfi Mansueto. Tra gli altri contributor anche Fiere di Parma, il Consorzio per la tutela del Culatello di Zibello, il Consorzio per la tutela dei vini DOP "Colli di Parma", i Musei del Cibo della Provincia di Parma, Giocampus e altre fondamentali realtà imprenditoriali come Delicius Rizzoli, Rizzoli Emanuelli, Isola d'Oro e Zarotti. La curatela gastronomica di Cibus OFF è affidata ad Academia Barilla, ALMA, La Scuola Internazionale di Cucina Italiana e Parma Quality Restaurants, mentre i momenti culturali (due i sabati dedicati alla musica con alcune incursioni in stile flash mob) portano la firma dell'Università degli Studi di Parma e del Teatro Regio - Verdi OFF.

"P" COME GUSTO
"Il menù di Cibus OFF è pensato non solo per gli oltre 70mila visitatori attesi alle fiere - spiega Cristiano Casa, assessore alle Attività produttive, Commercio, Turismo, Progetto Unesco del Comune – Oltre a tecnici e "dottori" del gusto, grazie a questo fuorisalone, abbiamo pensato a una città che si apra per raccontare il suo modello e il suo saper fare anche a turisti, curiosi e golosi". Dentro, in fiera, gli esperti, fuori tutti gli altri, alla scoperta delle molte "P" che fanno grande la petite capitale: parmigiano, prosciutto, pasta, pomodoro, il latte di Collecchio, il pesce e le sue saporite conserve: "E non solo. A Cibus OFF hanno contribuito e saranno rappresentate tutte le iniziali di gusto e sapore che, con molti altri prodotti, dalle Terre alte alla Bassa, hanno reso grande la città", aggiunge Casa.

IL PALINSESTO
Un'agorà, una dispensa, un portico una piazza e un orario no stop: gli eventi di Cibus OFF si susseguiranno ogni giorno dalle 10 alle 22 e sono pensati per accontentare ogni palato, dal quello più raffinato degli esperti a quello più curioso dei foodies. Ogni pausa golosa della giornata, dal caffè della mattina all'aperitivo, sarà contrassegnata da uno showcooking o dalla musica grazie anche alla collaborazione dell'altro "off" della città, il OFF a cura del Teatro Regio. Cuore di ogni giornata saranno i dibattiti e i laboratori di piazza Garibaldi che per l'occasione si trasformerà in un'agorà dove si alterneranno importanti interlocutori, dall'Università di Parma, alla Fondazione Umberto Veronesi. L'inaugurazione, sabato 5 maggio alle 11, sarà "Parma È", talk show Francesca R. Barberini, autrice e conduttrice Tv. Alle ore 18 da non perdere il cooking show di Matteo Baronetto (chef Ristorante Del Cambio, Torino). Tra gli appuntamenti di domenica 6 maggio, anche il talk "Come ci alimenteremo nel 2030" (ore 18) con Ludovica Principato, ricercatrice dell'Università di Roma Tre, e la riflessione sulle tendenze che determineranno i comportamenti alimentari futuri, a cura di Barilla Center Food & Nutrition. Martedì 8 maggio, alle 18.00, la Fondazione Umberto Veronesi in collaborazione con Parmalat sarà protagonista del dibattito "Latte e Scienza: collaborare fa bene" dove Monica Ramaioli, Direttore Generale di Fondazione Umberto Veronesi, ed esperti e ricercatori in Scienza dell'Alimentazione dialogheranno sul ruolo del latte in una corretta alimentazione. Parmalat sarà protagonista anche di un incontro dedicato al "Progetto Cuoriamoci – piccoli gesti per la salute del cuore" in calendario il giorno 10 maggio alle 18.30.
Duplice il focus su Parmigiano Reggiano e Prosciutto di Parma: due DOP e due talk, alla presenza di rappresentanti dei rispettivi Consorzi di Tutela, sono in programma domenica 6 maggio alle 12 e alla stessa ora di giovedì 10 maggio.

TALK E PAROLE IN PENTOLA
Sul piatto del ricco programma di Cibus OFF anche i talk dove le parole finiscono in "pentola" e si fanno consigli concreti. Lunedì 7 maggio, alle 11, l'Università di Parma propone l'incontro "Com'è fatto, come lo racconto", con Andrea Fabbri, Presidente Master COMET e Maura Franchi, Docente di Sociologia dei Consumi. Da non perdere, venerdì 11 maggio, alle 11.15, Sergio Ghidini, docente del dipartimento di Scienze degli Alimenti, terrà una lezione sul tema degli studenti fuorisede che hanno scelto di vivere a Parma, con alcuni consigli per adottare un regime alimentare che concili salubrità e gusto da veri parmigiani d'adozione. Sarà, invece, Giovanni Ballarini, autorevole voce dell'Accademia Italiana della Cucina, a raccontare di "Parma Città della Gastronomia", confrontandosi con l'Assessore alla Cultura del Comune di Parma Michele Guerra e con l'Assessore Cristiano Casa, sabato 12 maggio, alle 11. Alle 18.30 Elisabetta Fadda, docente del Dipartimento di Discipline Umanistiche, Sociali e delle Imprese Culturali dell'Università di Parma, terrà una dissertazione dal titolo "Sine Cerere et Baccho, friget Venus", dedicata al senso del gusto nell'arte.

A TAVOLA SOTTO IL PORTICO
Se piazza Garibaldi sarà l'agorà del dibattito, i portici del Grano ritrovano, invece, la loro originale vocazione di luogo di incontro, scambio e...assaggi. A raccontare la storia della food valley parmense pensa una serie di totem no brand che incorniciano una grande dispensa, a far da quinta a due zone distinte, ristorante e bistrot, allestite fra le logge medievali dove si è svolto il mercato fino al XIX secolo. Qui si potrà pranzare e cenare o anche solo fare un break goloso per colazione o merenda. Ogni giorno uno chef, anzi un pool di tre o quattro cuochi al dì, selezionerà il menù da mettere in tavola. Ai fornelli si alterneranno 27 chef del consorzio Parma Quality Restaurants. Ci saranno anche diversi show cooking. L'ouverture si gioca "in casa", sabato 5 maggio alle 12, sarà firmata da Massimo Spigaroli, chef stellato de "L'Antica corte Pallavicina" di Polesine Parmense e presidente della fondazione UNESCO Parma City of Gastronomy. Poi toccherà a Paolo Lopriore e Isa Mazzocchi. L'allievo prediletto di Gualtiero Marchesi, membro del comitato scientifico di ALMA, porterà il know how del suo "Il Portico" comasco di Appiano Gentile ai portici del Grano, martedì 8 maggio alle 20. Mazzocchi, invece, è una delle 44 chef italiane stellate e porterà i segreti de "La Palta" dalla sua Val Tidone in città, per il pranzo di mercoledì 9 maggio. Due le cene d'autore: mercoledì 9 maggio ALMA rilegge in chiave contemporanea i classici della cucina parmense (prenotazione via mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., 40 euro), mentre gli chef di Academia Barilla vanno in scena con "Master of Parma" venerdì 11 maggio alle 20.30 (prenotazione via mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., 40 euro).

Maggiori informazioni e programma completo: www.parmacityofgastronomy.it 

Seguici con #cibusoff2018 #parmacityofgastronomy, #parmaè

In allegato il programma completo e scaricabile in pdf

Pubblicato in Dove andiamo? Parma

Se amate cucinare e siete golosi, allora prendetevi un pochino di tempo per provare a preparare questa soffice Torta all’arancia in versione vegana: priva di uova, latte e burro per un peccato di gola senza di colpa

Di Chiara Marando -

Giovedì 18 Gennaio 2018 -

Una delle cose che preferisco dell’arte culinaria è la sua forza rigenerante e creativa, quell’energia rilassante che riesce a tranquillizzare ma anche a stimolare la fantasia. Inutile e controproducente usare la fretta, serve prendersi il tempo giusto e prestare attenzione. C’è chi segue le ricette e chi si lascia ispirare dagli ingredienti presenti in dispensa. Io amo entrambe le soluzioni, dipende dal tipo di preparazione.

Ma la Torta all’arancia in versione vegana, senza latte, uova e burro, è il risultato di un istinto goloso ispirato da una ricetta scovata online. La base è veg ma, per chi desidera arricchirla è possibile aggiungere gocce di cioccolato fondente o bianco.

Prepararla è semplicissimo: una torta soffice, delicata e saporita che ricorda il sapore delle ciambelle fritte...ma completamente “healthy”.

Ecco come prepararla!

Ingredienti:

50 g di zucchero

200 ml acqua tiepida

200 ml succo di arancia fresca

100 ml di olio di semi di arachidi

300 g di farina 00 o Manitoba

buccia grattugiata di 1 arancia

Cannella (opzionale)

1 bustina di lievito per dolci

Per la glassa

zucchero a velo

succo di arancia

Preparazione:

Aiutandovi con le fruste elettriche mescolate zucchero, acqua calda e succo d'arancia, quindi aggiungete 100 ml di olio e la cannella continuando a mescolare.

A poco a poco unite la farina setacciata fino ad ottenere un composto liscio e senza grumi, aggiungetevi la buccia grattugiata dell'arancia ed il lievito setacciato.

Versate l'impasto in uno stampo da 22 cm (da ciambella o da torta) imburrato e fate cuocere in forno statico preriscaldato a 170° per 40 minuti circa.

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Ieri, piazza Garibaldi è stata teatro della celebrazione del primo anniversario del riconoscimento Unesco 'City of Gastronomy'. L'appuntamento si è aperto con la brillante performance di luci e parole, a cura di Art Project di Marco Nereo Rotelli. L'installazione "food is travel/travel is food" è ispirata ad un immaginario viaggio tra le Creative Cities of Gastronomy. A coclusione il brindisi con i cittadini in piazza Garibaldi, con una tavolata di 25 metri di prodotti offerti dai ristoratori parmigiani e infine, il concerto de I Profani.

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Pubblicato in Cronaca Parma

Il terremoto degli ultimi giorni ha messo in ginocchio il territorio di Norcia. Proprio da lì arriva l'appello dei produttori di Prosciutto di Norcia: “Aiutateci, abbiamo perso tutto. Acquistate i nostri prodotti”

Di Chiara Marando -

Sabato 05 Novembre 2016 -

La terra continua a tremare nel centro Italia, difficile stimare la reale entità dei danni subiti e ancora più difficile adattarsi ad una nuova condizione di vita nella quale le persone colpite sono state catapultate.

Persone che in quei luoghi vivevano e lavoravano con passione ed il cui operato è stato ridotto ad un cumulo di macerie. Da recuperare, purtroppo, c'è poco, ma è un dovere di tutto dare una mano per cercare di salvare proprio “quel poco”.

Da qui l'accorato appello dei produttori di salumi della zona di Norcia, i famosi “norcini” che hanno dato il nome ad un'attività diventata parte della tradizione gastronomica italiana. Sono loro a parlare, a raccontare che non hanno più nulla, che il terremoto si è portato via tutto e che gli animali non possono resistere senza recinti di protezione e acqua per sopravvivere.

Sotto le macerie è rimasto il frutto della loro fatica, la storia della loro attività e la produzione stessa dei rinomati salumi conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo. Si parla di milioni di euro tra prodotti e strutture.

Ed il loro appello riprende quello fatto nel 2012 dalle aziende di Parmigiano Reggiano: chiedono a tutti di acquistare le cosce di prosciutto di maiale nero di Norcia. Chiedono anche aiuto per costruire ricoveri di fortuna per gli animali ora liberi ed esposti all'attacco dei lupi.

Aiutateci, facciamo uno dei prosciutti migliori al mondo”

prosciutto-di-norcia-terremoto-credits-Repubblica

Ed effettivamente, i salumi di Norcia sono conosciuti per la loro genuinità e per l'accurata lavorazione delle carni mediante tecniche antiche, tramandate di generazione in generazione. Un vero tesoro culinario da preservare, ma anche una professione da sostenere perché quella del “norcino” è una figura indispensabile.

E' lui che si occupa di allevare i maiali lasciandoli liberi di nutrirsi di ghiande, di bere acqua sorgiva e di muoversi all'interno della natura accogliente che caratterizza il territorio, il tutto per fare in modo che la materia prima sia di qualità eccellente. E' sempre lui che sceglie l'animale e lo abbatte in modo che la carne conservi la sua morbidezza, per poi lavorarla con cura e maestria fino a trasformarla nel famoso Prosciutto di Norcia.

In altre parole, numerose fasi di lavorazione, un procedimento lento e meticoloso, standard rigorosi e la pazienza di aspettare che sia pronto.

Ma come si arriva ad ottenere il prodotto finito?

Prima di tutto, fondamentale è che la carne rispetti i livelli di qualità richiesti, una classificazione che parte dall'allevamento. La prima fase della lavorazione consiste nell’abbattimento e nella macellazione dell’animale; dopo la macellazione, le cosce di maiale vengono fatte raffreddare ad una temperatura tra 1 e 4° per 24 ore, trascorse le quali si procede con la rifilatura utile per dare alle cosce di maiale la caratteristica forma a pera.

Poi c'è la salatura con sale marino e pepe, che assicura il tipico aroma al prodotto finito. Qui il tempo è importantissimo perché questa procedura si svolge in due tempi: prima le cosce vengono salate, massaggiate e bucherellate in modo che l'aroma penetri a fondo, quindi lasciate riposare per 7 giorni; successivamente vengono lavate, salate nuovamente, messe sotto sale per due settimane e sottoposte a dissalatura per poi riposare dai 2 ai 5 mesi.

Poi è la volta della stagionatura che prevede “sugnatura” e “stuccatura”, due trattamenti che ricoprono gli strati superficiali e ne permettono la conservazione, impedendo l'eccessivo disseccamento della carne.

Infine, i prosciutti vengono appesi in ambienti climatizzati, con adeguate temperature ed umidità, per almeno 12 mesi.

Prosciutto di Norcia I.G.P

Il risultato è un'eccellenza a marchio IGP le cui fette, dal colore rosso o rosato, rilasciano un profumo indimenticabilmente speziato.

Ecco, per salvaguardare questo patrimonio adesso c'è bisogno di aiuto, di contributi concreti per permettere a queste realtà di risollevarsi, sopravvivere e portare avanti il pregio di un mestiere antico come quello del “norcino”.

Sul sito www.valnerinaonline.it una serie di contatti ai quali potersi rivolgere direttamente. Di seguito, invece, l'elenco dei produttori:

Macelleria Casale De Li Tappi
Aperto e disponibile per spedizioni
Salumi di Norcia e prodotti dell’Umbria
www.norcineriadinorcia.it

Norcineria Felici
Disponibile per spedizioni
Prodotti di Norcia, Cascia e Umbria
www.norcineriafelici.it

Punto vendita caseificio di Norcia
Formaggio di Norcia, legumi e miele
3331091291

Norcineria Ulivucci
Disponibile per spedizioni
Legumi, pasta, olio e vino
www.norcineriaulivucci.it

Cioccolateria Vetusta Nursia
Disponibile per spedizioni
www.norciaciok.it

Prodotti tipici di Gaffi
Disponibile per la spedizione
Legumi, formaggio e altri prodotti di Cascia e dell’Umbria
www.prodottitipicigaffi.it

Il Norcino di Campi di Norcia
Salumi artigianali di Norcia
www.ilnorcino.net

Norcineria F.lli Ansuini
Salumi di Norcia
www.ansuininorcia.com

Salumificio Lanzi
Formaggi e salumi
www.lanzisrl.it

Azienda Agricola Persiani Roberto
Disponibile per la spedizione
Legumi, patate e zafferano di Cascia
www.zafferanoitalia.it

Valle del Sole
Azienda agricola Castelluccio
Disponibile per spedizioni
3393724609 – 3318149622

Moscatelli tartufi Norcia
Formaggio e tartufi
Aperto e disponibile per spedizioni
www.moscatellitartufi.com

Norcineria Coccia
Salumi di Norcia
Disponibile per spedizioni
3337429996

Prosciutteria del Corso
Salumi di Norcia
Disponibile per spedizioni
3939772180

Azienda agricola Sibilla di Foglietti Enrico
vendita su appuntamento e spedizioni
confetture composte salse dolci succhi e sciroppati
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3471761488

Norcia Food Online
vendita e spedizione immediata
www.norciafood.it
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3409213966

Renzini Alta Norcineria
www.renzini.it
0759418614

Pubblicato in Cronaca Emilia

Oggi uno degli eventi più attesi della stagione estiva della rinomata Cortina D’Ampezzo: il Summer Party, un esclusivo lunch sull’erba. L'associazione JRE ha scelto come suo protagonista lo chef stellato Luca Marchini, titolare del ristorante di Modena “L'Erba del Re”

Mercoledì 24 Agosto 2016 -

Oggi uno degli eventi più attesi della stagione estiva nella rinomata Cortina D’Ampezzo: il Summer Party, un esclusivo lunch sull’erba, un pic nic d'eccellenza, con vista sulla Tofana di Rozes.

L'evento, nato da un'idea di Maurizio Zuliani, è cresciuto anno dopo anno diventando uno degli appuntamenti più raffinati delle Dolomiti. Questa sesta edizione vede protagonista lo chef stellato JRE (Jeunes Restaurateurs) Luca Marchini, titolare del ristorante L’Erba del Re nel centro storico di Modena, conosciuto per la sua cucina che fonde i ricordi della tradizione con tocchi innovativi e coraggiosi, per dare vita a piatti dal carattere ben definito e riconoscibile.

Insieme a Marchini, unico chef in queste sei edizioni dell’evento a non rappresentare un ristorante di Cortina o dell’Alta Badia, anche 15 cuochi che si occuperanno di preparare un piatto a testa. Tra questi anche 4 chef stellati : Norbert Niederkofler (Ristorante St. Hubertus – Hotel Rosa Alpina di San Cassiano),Graziano Prest (Ristorante Tivoli di Cortina),Oliver Piras (Ristorante Aga) e Francesco Paonessa (Ristorante Al Capriolo).

Il pic nic, in puro stile tirolese, si terrà a partire dalle ore 12.30 a Malga Pezié de Parù e reinterpreterà la vera cucina Ampezzana e dell'Alta Badia attraverso un percorso tra 25 stand enogastronomici.

 

Pubblicato in Dove andiamo? Modena

Lasciare da parte le grandi città europee per provare anche qualche meta meno nota: vi racconto Lubiana, la piccola Capitale della Slovenia che incanta con la sua bellezza e l'atmosfera magica ed allegra. Un tour tra cultura, architettura e gastronomia.

Di Chiara Marando -

Sabato 30 Aprile 2016 -

Le grandi capitali europee rimangono sempre un'ottima idea per un viaggio, anche breve, che faccia staccare la spina dalla solita routine e permetta di immergersi in ambienti diversi. Spesso però, ci si dimentica che anche mete meno conosciute e in voga posso rivelarsi delle vere e proprie sorprese.

Questo è quello che mi è capitato durante il mio ultimo viaggio: direzione Lubiana, la piccola capitale della Slovenia.

In molti, chiedendomi dove avessi deciso di andare, si sono stupiti della mia risposta. Perché mai scegliere una città di cui si parla poco e della quale si conosce ancora meno?

Bene, ve lo spiego dandovi qualche semplice spunto che potrà ispirare la vostra prossima visita in questa cittadina a misura d'uomo, che incanta per la sua atmosfera rilassante e quasi fiabesca.

Comincio con il dire che vi basteranno tre giorni per vederla nella sua interezza ed apprezzarne il patrimonio culturale frutto di contaminazioni e scambi che si sono susseguiti nel corso della sua travagliata storia, ma anche per assorbirne la vitalità e, ovviamente, gustarne la cucina. Tutto è a portata di mano, facilmente raggiungibile a piedi, passeggiando tra le stradine del centro che richiamano l'architettura asburgica, con i suoi palazzi colorati, dipinti ed adornati da piccole finestre che si affacciano sulla via.

castello di lubiana

A dominare la città dalla collina, il severo e maestoso castello magicamente illuminato di verde sul calare della sera. Ed è proprio quando il sole tramonta che il romanticismo di questo luogo si manifesta coinvolgendo il visitatore. Non servono parole o inutili descrizioni se si percorre in silenzio, guardandosi attorno, il lungofiume che segue il corso del Ljubljanica solcato da battelli e rallegrato da locali che si rincorrono a perdita d'occhio: bar, ristoranti, birrerie illuminate e vissute estate ed inverno da una miriade di giovani.

E quando dico che sono vissuti in tutte le stagioni, intendo che i tavolini esterni sono dotati di plaid e coperte per chi non vuole rinunciare all'aria aperta, ma nemmeno al calduccio.

lubiana giorno

Durante il giorno, invece, vi basterà visitare il centro storico per imbattervi in monumenti, musei e gallerie. Non potete perdervi il mercato cittadino, vi sembrerà di tornare indietro nel passato in un concentrato di tradizione e movimentata umanità che si alterna tra i banchi alla ricerca della frutta più buona o della carne più saporita.

Ogni quartiere conserva la sua impronta caratterizzante: medievale, barocca o liberty. L'architetto che ha dato il vero carattere al volto di questa città è Jože Plečnik a cui, dagli Anni Venti fino all’inizio della Seconda Guerra Mondiale, venne affidato il compito di ridisegnare Lubiana.

E che dire dei ponti?

Sono loro un elemento tipico che contraddistingue il tessuto cittadino e regala scorci suggestivi, soprattutto con la fioritura della primavera che esplode lungo gli argini del fiume: il triplo ponte colpisce per la sua unicità, mentre il Ponte dei Draghi è considerato il simbolo della Capitale.

Se poi amate gli animali, allora una tappa allo Zoo è d'obbligo: più di 19 ettari che si estendono sulla montagna ed in mezzo al bosco ed ospita circa 119 specie di animali...non vorrete più uscire.

Poi c'è il Parco Tivoli, la massima espressione del verde che contraddistingue Lubiana. Si trova praticamente in centro quindi non ci sono scuse, merita di essere visto.

Ed ora passiamo al cibo.

salsiccia-lubiana

Su questo punto si apre un mondo, un mix di piatti che seguono le influenze più disparate e si fondono in specialità quali il Gulash ungherese, la zuppe di pollo e verdure,quella di pesce ovvero il brodet, e quella con fagioli e crauti detta Jota, infine le mitiche salsicce.

gulash-lubiana

I dolci più gettonati sono lo strudel di mele e la potica, un dolce preparato con noci, semi di papavero, uvetta, varie erbe, ricotta, miele o ciccioli.

potica-lubiana

Vi voglio consigliare anche due posticini dove poter mangiare bene spendendo il giusto. Il primo è “Julia” un vero e proprio ristorante dal sapore un po' liberty e deliziosamente provenzale; il secondo invece è stata una scoperta inaspettata ma più che piacevole, “Cafè Antico” un pub/bar gestito da una signora che propone 3-4 piatti preparati da lei e serviti in questo ambiente che ricorda le sale da tè inglesi di una volta, con i soffitti affrescati e le poltrone nelle quali sprofondare...potreste anche mettervi in pigiama e pantofole che per la padrona di casa non ci sarebbero problemi.

Per concludere, se doveste capitare durante un venerdì sera, allora ricordatevi di fare un apericena street food nella zona del mercato che, solo in quel giorno, si trasforma in un ristorante a cielo aperto.

 

Pubblicato in Dove andiamo? Emilia
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