La faentina AlphaTauri sfiora l'impresa nel giorno del settimo alloro consecutivo Mercedes. Ferrari non male (per essere il 2020) con Leclerc, quinta. E grande Alfa Romeo, nona grazie al veloce e saggio Raikkonen e decima con un ottimo Giovinazzi.
di Matteo Landi
Il primo, e forse ultimo, Gran Premio dell'Emilia Romagna è destinato a rimanere nella storia. Sarà ricordata come la gara che ha consegnato a Mercedes il settimo titolo costruttori consecutivo, record assoluto. Battuto il primato Ferrari, quello dell'Era d'Oro di Schumacher, Todt, Brawn e Byrne, vincenti dal 1999 al 2004 compresi. Nel 2014, anno del debutto della Formula turbo-ibrida, la Mercedes ha instaurato un dominio che solo il prossimo cambio regolamentare del 2022 potrà, forse, interrompere. Intanto gli uomini di Toto Wolff si stanno abbuffando di trofei come nessun'altro in passato ha fatto. Ferrari vs Mercedes, una sfida a distanza vinta, nei numeri, dalla seconda. Facilitata anche dall'assenza di quei cambi regolamentari che cercarono di scalfire la forza della Rossa, riuscendoci nel 2005 fra divieto di cambi gomme e modifiche regolamentari sia sul fronte dell'aerodinamica che su quello motoristico.
Il Gran Premio dell'Emilia Romagna sarà ricordato anche come l'evento che ha riportato nella massima serie automobilistica il circuito di Imola. L'ultima gara fu disputata nel 2006, e terminò con la Rossa di Schumacher in trionfo dopo un acceso duello con la Renault di Alonso. Oggi hanno dominato le Mercedes di Hamilton e Bottas. Sul podio è tornata la Renault, con uno stupendo Ricciardo, anello di congiunzione fra passato e presente. Un presente meraviglioso grazie alla stesso tracciato che sorge sulle rive del Santerno, capace di riportare la F1 ai fasti del passato. Pochi sorpassi ma tutti memorabili. Su una pista dalla carreggiata stretta abbiamo rivisto piloti che non hanno atteso i rettilinei per operare le loro manovre agevolate dall'utilizzo dell'ala mobile. In percorrenza di curva, in accelerazione, all'esterno o all'interno. Così, ben più del trionfo di Hamilton, ricorderemo il bel sorpasso di Leclerc su Magnussen alla Tosa, o la manovra ardita e riuscita di Kvyat sullo stesso Leclerc a fine gara. Azioni rudi, forti, di pregio. Bentornata F1 e grazie Imola. Una pista che non sappiamo quando tornerà nel calendario della Formula 1 ma intanto ci ha riacceso quella passione che le piste disegnate da Hermann Tilke fanno di tutto per spegnere!
AlphaTauri: un quarto posto che poteva essere un podio. E tante emozioni vicino casa
A pochi km dalla pista romagnola sorge lo stabilimente AlphaTauri, un tempo Toro Rosso, e prima ancora Minardi. Sabato Gasly si è presentato in prova con il casco tributo a Senna, con il quale ha disputato la sua miglior qualifica in carriera risultando quarto. Le vetture costruite a Faenza hanno letteralmente impressionato arrivando, con il loro miglior interprete, a disturbare Verstappen e "mamma" Red Bull. Purtroppo in gara un problema tecnico ha tolto il sorriso a Gasly costringendolo al ritiro. Con il francese fuori gara ha sfoderato tutta la sua grinta Kvyat. Negli ultimi giri, dopo un periodo di safety car, con gomme fresche e morbide, ha superato di cattiveria Leclerc ed è andato a caccia del podio. Ricciardo però ha mantenuto il sangue freddo ed ha avuto la meglio portando ancora una volta la Renault sul podio. Ma che grande AlphaTauri! Galassia Red Bull, siete sicuri che il giovane Tsunoda (buono ma non irresistibile pilota di F2) possa far meglio di questo Kvyat?
Hamilton, la fortuna aiuta i fortunati. Ricciardo, un podio che equivale una vittoria
Toccate, incidenti, colpi di scena. Bottas raccoglie un detrito in pista che rallenta il passo della sua Mercedes. Verstappen ne colpisce un altro, fora e si ritira. La Dea Bendata a volte è cieca ma come sappiamo aiuta e bacia i suoi prediletti. Con Hamilton oggi il rapporto è stato quasi...carnale! L'inglese avrebbe probabilmente artigliato la vittoria anche senza il supporto delle disgrazie altrui. La vittoria gli è però definitivamente venuta in contro quando ha avuto la possibilità di cambiare gli pneumatici in regime di Virtual Safety Car, mentre gli altri erano costretti per regolamento ad un'andatura ridotta. E' giusto però che nell'albo d'oro di Imola rimanga inciso anche il nome del Campione dei tempi nostri. Sul podio l'inglese è parso emozionato. Quasi tramortito dalla magia della pista italiana, tanto da bere champagne dalla scarpa di Ricciardo! Già, Ricciardo....nel giorno in cui il suo ex collega Verstappen, colui che lo ha "costretto" a lasciare la Red Bull, accusa una dura battuta d'arresto, lui si illumina, ben supportato da un'ottima Renault. Il nuovo Presidente e CEO Luca De Meo, ex pupillo di Marchionne, è in cattedra solamente dallo scorso luglio ma ha già archiviato due podii. Fa piacere rivedere in alto un marchio storico come quello francese.
Ferrari: un passo avanti e mezzo indietro
Sarebbe bello se tornasse ai vertici anche il nome Ferrari, la Scuderia più vincente, il marchio che da solo garantisce la sopravvivenza all'intero Circus. E lo fa da sempre, dal 1950. Oggi Leclerc ha lottato, esibendosi in un'indimenticabile manovra di sorpasso e tenendo un buon passo per tutta la gara. Con un po' di fortuna avrebbe potuto artigliare un insperato podio ma probabilmente il quinto posto finale raffigura perfettamente lo stato di forma dell'attuale Ferrari. Comunque in progresso rispetto ad una terribile fase centrale di campionato. Peccato per quell'orrendo pit stop che ha negato a Vettel un buon risultato. La strada verso la perfezione è ancora lunga ed in salita. Per il bene della Formula 1, forza Ferrari!
La saggezza di Kimi. Alfa Romeo doppia top ten
Il guerriero saggio sulla riva attende il passaggio del cadavere del nemico. Un detto che oggi calza a pennello a Raikkonen, guerriero per come ha combattuto con gomme usurate (quasi 50 giri percorsi con gli stessi pneumatici), saggio per come ha gestito la fase finale di gara. Unico pilota in attività ad aver corso nella massima Formula ad Imola, Raikkonen ha mostrato al mondo cosa significa avere tanta esperienza a fronte di una velocità ancora intatta. In qualifica ha litigato con i track limits ed i commissari gli hanno tolto il suo miglior tempo. Poco male, Kimi ha incassato il colpo ed in gara ha attinto dal meglio del suo repertorio. Super nella gestione gomme, si è issato fino alla quarta posizione. Dodicesimo dopo il suo pit stop ha poi mantenuto il sangue freddo mentre gli avversari soccombevano. La foratura con ritiro di Verstappen ha provocato una safety car, durante la quale si è schiantato il promettente Russell. A quel punto il pilota Alfa Romeo era già in zona punti ma è salito di un'altra posizione quando, al rientro in pit lane della safety car, Albon si è girato malamente. Aprendo le porte alla zona punti anche a Giovinazzi e permettendo alla Casa del Biscione di centrare un doppio piazzamento in top ten! Prima della gara era arrivata la notizia relativa al proseguimento in F1 del marchio italiano e la conferma dei suoi due piloti anche per la stagione 2021. Miglior modo per festeggiare non potevano trovarlo!
Prossima tappa Istanbul
Dopo la terza gara italiana della stagione il Circus tornerà in Turchia, sulla migliore (forse l'unica buona) pista progettata da Tilke. L'ultima edizione disputata fu quella del 2011 e vide dal gradino più alto del podio festeggiare Vettel, allora in Red Bull. Entrato in calendario nel 2005, ebbe come primo vincitore Raikkonen, divenne il terreno di caccia preferito da Felipe Massa, che detiene il record di vittorie su questo tracciato, ben tre. Hamilton vi ha trionfato una sola volta e probabilmente già pensa ad allungare la sua striscia di successi.
Il 2020 ci insegna però ad andare oltre, a dar valore anche ad altre imprese. La vittoria di Gasly a Monza, i podii di Ricciardo, quelli conseguiti in condizioni di inferiorità tecnica da Leclerc. Chissà che anche in Turchia non potremo emozionarci ancora.
Il "vecchio" Raikkonen issa la sua Alfa Romeo fra i primi mentre scende la pioggia. Con l'asciutto si ristabiliscono le gerarchie ed Hamilton vince agevolmente mettendo un mare fra sé ed i suoi avversari, Bottas compreso. Stabilendo un nuovo record. Intanto risorge la Ferrari e con Leclerc è quarta.
di Matteo Landi
Onore e gloria ad Hamilton, autore della 92esima vittoria in carriera. Un record prestigioso, meritato, ma anche il più "telefonato" della storia della massima Formula. Dal suo debutto nel 2007 al 2013 era riuscito ad artigliare un solo mondiale, nel 2008, sottraendolo d'un soffio a Felipe Massa. Dal 2014, anno dell'introduzione delle power unit turbo-ibride, la Mercedes domina la scena in modo indiscusso ed Hamilton si avvicina ormai al settimo alloro. La Ferrari le ha arrecato qualche disturbo nel 2017 e 2018, generando nuovi entusiasmi nei tifosi della squadra di Maranello, ma precocemente spenti in entrambe le stagioni poco oltre metà campionato. Mai la F1 ha assistito ad una supremazia tanto potente ed incessante. L'Epoca d'Oro Ferrari non è durata poco, dal 2000 compreso (senza tralasciare il titolo costruttori vinto nel 1999) al 2004. Non bisogna però dimenticare che a parte il 2002 ed il 2004, anni in cui effettivamente la squadra di Maranello ha dominato in lungo ed in largo soprattutto con Schumacher, gli altri titoli la squadra italiana ha dovuto sudarseli. Impossibile dimenticare le sfide con la McLaren di Hakkinen prima e di Raikkonen poi, o la resistenza arcigna di Montoya con una Williams-BMW che in quanto a vittorie di tappa non andava male affatto, arrivando a contendere il titolo al Kaiser nel 2003. A tratti sembrò un Ferrari sola contro il resto del mondo. Poi arrivò l'ennesimo cambio regolamentare dettato dalla Federazione nel tentativo di rimescolare le carte, quello del 2005, con il divieto dei cambi gomme unito a forti limitazioni aerodinamiche e motoristiche, che colse nel segno. Adesso Mercedes spinge per un congelamento dello sviluppo dei motori, appoggiando una Red Bull che dal 2022 sarà orfana di Honda e che potrebbe continuare comunque con la solita motorizzazione, magari rinominandola. La Formula 1 deve ridimensionare i costi, questo è vero, ed arriverà infatti il budget cap ed un importante contingentamento delle ore di utilizzo della galleria del vento. Sicuramente tale scopo non potrà essere perseguito imponendo una misura che svilirebbe il senso della massima categoria automobilistica. Un "fermo motoristico" è già avvenuto in tempi neanche troppo lontani, dal 2007 al 2013, con correttivi concessi ai costruttori di motori ai fini di garantire a tutti la necessaria affidabilità. Ed all'interno di quell'arco temporale si sviluppò un dominio Red Bull durato quattro stagioni. Senza nulla togliere ad Hamilton, Campione assoluto che merita stima eterna, non possiamo esaltarci troppo per le certe sue vittorie, come l'odierna, arrivate dopo una "lotta", neanche troppo serrata, con il compagno Bottas. Un ottimo pilota di certo, ma fatto di una pasta diversa rispetto a quel Rosberg che riuscì a battere Hamilton nel 2016.
Raikkonen mai domo. Leclerc risolleva la Ferrari
A Portimao hanno esaltato Charles Leclerc e Kimi Raikkonen. Il ferrarista ha avuto un avvio difficile, dopo la quarta posizione conquistata in qualifica, ben davanti a Vettel solo quindicesimo. Subito dopo il via qualche goccia di pioggia ha bagnato l'asfalto. E a sorpresa Sainz si è issato in testa, mentre le due Mercedes e Leclerc arrancavano a causa delle gomme media durezza che non garantivano una buona aderenza su pista fredda. L'Eroe del primo giro è stato Raikkonen, capace di guadagnare in pochi km addirittura dieci posizioni. Iceman si è infilato in ogni pertugio lasciato aperto dagli avversari, ha percorso traiettorie impensabili per gli altri arrivando addirittura a contendere la quinta posizione a Verstappen. La pioggia è velocemente cessata e presto le performance delle monoposto hanno avuto il sopravvento sulle abilità di guida dei piloti (alcuni aiutati al via da gomme più morbide). Hamilton, decisamente più in palla di Bottas, si è portato rapidamente in testa, e Leclerc ha messo in mostra il nuovo passo gara della Ferrari, tornata oggi terza forza del mondiale in quanto a velocità. Con una gara tutta d'attacco il monegasco ha sopperito ai limiti che la Rossa ancora evidenzia in rettilineo, ed appena ha capito come utilizzare al meglio la scia delle monoposto che lo precedevano ha gettato talento e cuore oltre l'ostacolo. La quarta posizione finale rappresenta un'iniezione di fiducia indispensabile per il team del Cavallino Rampante capace di apportare delle modifiche che finalmente migliorano davvero le performance delle Rosse. Peccato che alla buona prestazione del pilota n°16 non si sia affiancata una gara altrettanto buona di Vettel, solo decimo al traguardo davanti a Raikkonen. Il finlandese è finito fuori dai punti ma poco importa: il primo giro e la resistenza mostrata nei confronti degli avversari dotati di vetture più rapide è l'essenza vera della Formula 1.
AlphaTauri senza limiti!
A fine gara in casa Red Bull vi era una discreta soddisfazione per il terzo posto conquistato da Verstappen. Ben più felicità si vedeva però nel box della cugina faentina AlphaTauri, addirittura quinta con Pierre Gasly. E' incredibile quanto stanno ottenendo nella factory italiana, con buone risorse ma non illimitate come quelle a disposizione dei top team. Gasly si sta dimostrando uno dei migliori piloti del Circus e non si capisca per quale motivo non debbano riportarlo nel team principale della galassia Red Bull al fianco di Verstappen. Soprattutto considerate le difficoltà che sta incontrando Albon, oggi dodicesimo. Dovesse rimanere alla corte di Franz Tost si rivelerà la loro arma migliore in ottica 2021.
E ora tocca ad Imola!
Una settimana dopo Portimao sarà il turno di Imola. Un 2020 difficile e triste per molti aspetti si sta rivelando assai interessante per quanto riguarda i circuiti che si affacciano per la prima volta nel Circus o vi fanno finalmente ritorno. Sarebbe bello se la pista dell'Algarve rimanesse in calendario, con i suoi saliscendi ed i suoi curvoni mozzafiato. E sarà bello tornare la prossima settimana sulla pista romagnola dopo un periodo troppo lungo di assenza della massima competizione motoristica. Ci lasciò nell'ormai lontano 2006, dopo la bella vittoria di Schumacher e della Ferrari sulla Renault di Alonso. Le trombette, il fiume di tifosi, la "calda" collina della Tosa. Imola, teatro di brutte tragedie ma anche di momenti festosi e felici. L'addio a Senna e Ratzenberger, il brutto incidente di Barrichello e prima ancora quello di Berger. Ma anche le braccia al cielo di Tambay dopo la sua vittoria su Ferrari nel 1983, la vittoria di Patrese su Williams nel 1990, i duelli dell'era Rossa di Schumacher. Bentornata Imola! Ci sei mancata!
Hamilton vince e così raggiunge il primato di Michael Schumacher. Raikkonen è da oggi il pilota che ha disputato più gare nella storia della massima Formula. Nel frattempo la Ferrari è ancora in affanno, settima con un grande Leclerc e fuori dai punti con Vettel.
Hamilton manca l'aggancio al record di Schumacher e Bottas ottiene la tanto attesa seconda vittoria stagionale. Leclerc è buon sesto. Raikkonen da record: 322 gare disputate!
di Matteo Landi
Doveva essere la gara dell'aggancio al vertice. Con il primo posto Hamilton avrebbe raggiunto il record di Schumacher, a quota 91 vittorie. La festa dell'inglese è invece rimandata. Arriverà presto ad eguagliare il sette volte campione del mondo, almeno nei numeri, i quali parlano ma non dicono tutto. Troppe le differenze fra la F1 del Kaiser e quella del pilota che ha debuttato nel 2007 al volante di una McLaren da vertice, beneficiando in seguito dell'enorme superiorità che la Mercedes si è assicurata dall'inizio dell'era ibrida, nel 2014. Il settimo anno di schiacciante dominio anglo-teutonico è in corso ed ancora siamo lontani dal termine della stagione. In Russia Hamilton ha pasticciato, mettendosi da solo i bastoni fra le ruote. A beneficiarne è stato così Bottas, uno specialista della pista di Sochi, alla seconda affermazione sul tracciato russo. Una secondo trionfo che avrebbe potuto far suo già nel 2018 se non avesse regalato la gara al compagno Hamilton, al tempo in lotta con Vettel per il titolo.
Una Ferrari in lotta per il vertice. Accadeva solo due anni fa. Oggi Leclerc ha invece dovuto spremere tutto il potenziale della sua SF1000 per raggiungere una sesta posizione finale che, considerate le ultime prestazioni, è tutto grasso che cola. Vettel, l'ex sfidante di Hamilton, non è andato oltre la 13esima posizione. Il tedesco vorrebbe togliersi delle soddisfazioni in questi suoi ultimi mesi a Maranello ma probabilmente tornerà a gioire solamente il prossimo anno quando vestirà i colori Aston Martin. In Russia, però, il suo rendimento non è stato migliore delle (scarse) performance Ferrari.
Hamilton e Vettel: quanti errori!
Hamilton e Vettel. I due piloti più titolati della F1 odierna sono fra coloro che più hanno deluso. In un fine settimana particolare in cui il primo cercava la definitiva consacrazione ed il secondo una piccola rinascita dopo gare di sofferenza. L'inglese ha sbagliato in prova, quando a causa di un lungo gli è stato tolto il suo miglior tempo. Questo lo ha costretto a superare il Q2 con le gomme più morbide, con le quali è poi partito in gara. Seppur scattato dalla pole position si è ritrovato costretto ad una strategia non ottimale, consapevole che avrebbe dovuto effettuare il cambio gomme prima del compagno Bottas. A peggiorare il quadro della situazione ci hanno pensato ben due penalità, per un totale di 10 secondi da scontare in occasione del pit stop. Prima della gara l'inglese aveva inspiegabilmente provato delle partenze in zone, per ragioni di sicurezza, non consentite. Il pilota n°44 ha poi tentato la rimonta ma il suo ritmo non è mai stato all'altezza di quello di Bottas, per una volta leader Mercedes anche a livello prestazionale. Hamilton ha così concluso al terzo posto, alle spalle anche di un ottimo Verstappen, mostrandosi, nel post gara, scuro in volto, forse arrabbiato con il suo box. L'inglese è già fra i grandissimi della categoria ma dovrà ripassarsi il regolamento. Errore ben più marchiano è stato quello commesso da Vettel in qualifica, quando si è malamente schiantato contro le protezioni. Uno sbaglio che ha compromesso la sua posizione in griglia di partenza, 14esimo, ed ha intralciato i piani di Leclerc, costretto agli straordinari negli ultimi due minuti di prove ufficiali ed alla 10ima piazza al via (i ferraristi hanno guadagnato una posizione in seguito ad una penalità subita da Albon).
A Sochi è stato infatti Leclerc a riportare la luce a Maranello. Una gara consistente la sua. Mentre Vettel vivacchiava nella parte bassa della classifica il monegasco ha mostrato un passo sorprendente. Si tratta comunque di una prestazione non degna del blasone del Cavallino Rampante, ma ben al di sopra di quanto mostrato nelle precedenti gare. Il giovane pilota alla corte di Binotto in partenza ha tirato fuori gli artigli, arrivando anche al contatto con Stroll. Si è poi reso autore di un passo costante, combattendo con le Renault e mettendosi, alla fine, alle spalle quella di Ocon. La Racing Point di Perez, quarto sotto la bandiera a scacchi, è parsa inarrivabile. Con Ricciardo ha invece duellato per quanto ha potuto, poi l'australiano si è involato verso la quinta piazza finale.
Gran gara di Ricciardo e delle AlphaTauri
Gran gara quella dell'australiano di casa Renault, l'appuntamento con il podio per lui è ancora rimandato ma, con un pò di fortuna, potrebbe arrivare presto. In Russia ha gioito anche la ex Toro Rosso, ottava con Kvyat e nona con Gasly. AlphaTauri continua così ad insidiare la sesta posizione in classifica costruttori alla Ferrari: niente male per i faentini!
Kimi: 322 volte grazie!
Se per Hamilton l'appuntamento con la storia è rimandato lo stesso non si può dire per Kimi Raikkonen. Classe 1979, debuttante nel lontano 2001, ultimo campione del mondo Ferrari 2007. Al termine del 2009 abbandonò momentaneamente la massima Formula per darsi ai rally, con risultati più che dignitosi, e persino alla Nascar, disciplina che ha assaggiato nel 2011. Iceman, quello del "leave me alone" urlato in team radio mentre si accingeva a regalare un incredibile successo alla Lotus dopo il suo rientro in F1. Kimi, frizzante fuori dal paddock, "essenziale" durante i weekend di gara, con le sue poche parole sussurrate in conferenza stampa. Un inconsapevole idolo delle folle, un involontario personaggio. Oggi ha concluso la gara in 14esima posizione, dopo un errore in qualifica che lo ha costretto a scattare dall'ultima fila e ad una gara tutta d'attacco in mezzo a ragazzi ben più giovani di lui. Il pilota di Espoo al Mugello aveva addirittura concluso in top ten e sarebbe stato meraviglioso se fosse riuscito a ripetersi. Ma poco importa. 322 volte grazie Kimi, contiamo di vederti in griglia ancora per un po'!
Presenti all'arrivo della quarta tappa a Salsomaggiore Terme il presidente e il segretario regionale di Confartigianato, l'assessore regionale al Turismo Andrea Corsini e il sindaco Filippo Fritelli. All'evento anche il presidente e il segretario nazionale di Confartigianato e i vertici delle Associazioni territoriali dell'Emilia-Romagna.
Al Mugello la Formula 1 onora con una gara spettacolare le 1000 presenze delle Rosse in F1. Leclerc giunge ottavo, Vettel decimo. Nonostante questo, grazie Ferrari!
di Matteo Landi
Gp di Monaco 1950, la Scuderia Ferrari debutta nel mondiale di F1. Alberto Ascari, al volante della Rossa, taglia il traguardo in seconda posizione, alle spalle dell'Alfa Romeo di Juan Manuel Fangio. Non impiegherà molto a battere tutti, la Scuderia del Grande Enzo coglierà la prima vittoria l'anno seguente in Gran Bretagna grazie a Josè Froilan Gonzalez. Anno 2020, il Covid stravolge i piani di tutti, non solo quelli della massima Formula. A fronte di tanti organizzatori costretti a dare forfeit, altri vedono e colgono inaspettate possibilità. L'Italia si ritrova così ad ospitare ben tre Gran Premi e la Ferrari riesce ad aprire le mura amiche del Mugello, pista di sua proprietà, al Grande Circus proprio in occasione della millesima gara della Scuderia del Cavallino. Leclerc e Vettel si giocano le ultime posizioni della top ten, in lotta con un'Alfa Romeo ben diversa da quella che agli albori della massima Formula dominava la scena. Nel giorno dell'ennesima disfatta Ferrari, nella domenica in cui Mattia Binotto e compagni dovevano onorare con una prestazione soddisfacente la millesima presenza della squadra più blasonata della Formula 1, non possiamo che ringraziare la Scuderia di Maranello per quanto è stata, nella speranza che presto torni ai livelli che le competono. Grazie mille Ferrari.
Grazie Mugello!
Un grazie di cuore per aver permesso alla massima categoria automobilistica di competere su una pista che meriterebbe di rimanere in calendario non solo negli anni a venire ma in aeternum. Potrebbe trattarsi, purtroppo, dell'unico Gp di Toscana della storia, ma, in fin dei conti, grazie lo stesso. Vedere le vetture percorrere "Arrabbiata 1" e "Arrabbiata 2" in pieno durante le qualifiche è uno spettacolo che avrà deliziato gli appassionati più accaniti. Una pista vera, che nessun Hermann Tilke di turno potrà mai ricreare, ma forse scopiazzare un po' qua e là. Un tracciato che non fa sconti, in cui oltre l'asfalto i piloti trovano vie di fughe in ghiaia che non concedono il minimo errore. Resterà forse l'unico episodio nella storia della F1, ma una gara come quella odierna la ricorderemo a lungo.
Safety car, incidenti e bandiere rosse. E comunque vince ancora Hamilton
Hamilton e Bottas, Bottas e Hamilton. La vittoria è sembrata un affare riservato al duo Mercedes fin dalle qualifiche. Preludio di una gara noiosa? Niente affatto. L'inglese ha prevalso in qualifica, ma in partenza è stato Bottas ad avere la meglio, issandosi in prima posizione. Alle loro spalle un indomabile Leclerc è riuscito a portarsi in terza posizione, dopo una qualifica da favola che lo ha visto addirittura quinto, un risultato importante per gli standard odierni Ferrari (sigh!). Purtroppo alle vetture di Maranello non è bastato correre in una stupenda livrea amaranto, la stessa colorazione della 125 del 1950. La gara di Charles si è rivelata presto un autentico calvario. Superato da Stroll, da Ricciardo e quindi da Albon. Non il miglior modo di onorare la ricorrenza Ferrari. A farlo nella maniera più scoppiettante possibile sono stati invece i vari episodi di gara che hanno portato ad addirittura due interruzioni con bandiere rosse, come non accadeva dal Gp del Brasile 2016. Giovinazzi che centra Magnussen al riavvio dopo la fase di safety car innescando una pericolosa carambola, dalla quale escono solo 13 vetture superstite, visto anche l'incidente che in avvio di gara ha subito escluso Verstappen ed il vincitore di Monza, Gasly. Stroll, autore di una serie innumerevole di sorpassi, si schianta contro le barriere innescando una seconda interruzione. La lotta Hamilton-Bottas, ben vinta dal sei volte campione del mondo, alla 90esima vittoria in carriera. Al di là delle disavventure Ferrari, il "Gran Premio di Toscana Ferrari 1000" ha regalato uno spettacolo unico.
Primo podio per Albon. Raikkonen, l'evergreen
Giornata trionfale per Mercedes. Memorabile e di insegnamento, per vari motivi, per la Ferrari. Ed indimenticabile per Albon e Raikkonen. L'uno ha finalmente ottenuto il primo podio in carriera, proprio quando sentiva sfuggirgli dal sottoschiena il sedile che pareva ormai destinato a Gasly, vincitore con AlphaTauri a Monza. La squadra di Faenza ha comunque gioito per il settimo posto colto dal bravo Kvyat. L'altro, il mai domo Raikkonen, ha artigliato uno stupendo nono posto. Il quasi 41enne, al volante della sua Alfa Romeo, ha corso mostrando una grinta da ragazzino. L'ultimo campione del mondo Ferrari si è reso autore di una leggerezza, compiuta entrando in pit lane, che lo ha costretto agli straordinari. Con cinque secondi di penalità da scontare il finlandese ha affilato gli artigli, riuscendo a guadagnare così tanto sugli inseguitori (Leclerc, Vettel e Russell) da scalare solo dalla ottava alla nona posizione finale. Il ritmo tenuto dall'esperto pilota è parso inavvicinabile anche per la Ferrari n°16 di Leclerc, il quale ha sofferto terribilmente l'eccedente usura degli pneumatici.
Nonostante oggi, nonostante tutto, grazie Ferrari
Ferrari in sofferenza, Ferrari al passo del gambero, Ferrari che non riesce a portare sviluppi su una vettura disgraziata. Un presente difficile, un dramma sportivo. Gioire per quanto ottenuto in passato può risultare deprimente, vista la situazione odierna. Eppure la Ferrari merita questo. Perchè non potrà mai un dannato 2020 cancellare le vittorie di Ascari, i successi di Lauda, i salti sul podio del Supercampione Schumacher. Mai riuscirà, questa "particolare" stagione, a farci dimenticare gli sforzi e la tenacia del Fondatore Enzo. Per questo e per quello che si spera verrà, Grazie Mille Ferrari!
Pierre Gasly vince un incredibile Gp d'Italia al volante della faentina AlphaTauri. Dodici anni dopo il miracolo di Vettel, con l'allora Toro Rosso, ecco quello compiuto dal francese. Secondo Sainz, terzo Stroll. Weekend amarissimo per la Ferrari che tocca il fondo.
Lontani dalla top ten Vettel e Leclerc fanno quello che possono ma la Ferrari non c'è. Analisi e sensazioni del giorno più buio della sua storia recente. Nel frattempo l'ennesimo trionfo Mercedes.
di Matteo Landi
Tredicesimo e quattordicesimo. A fine gara Vettel e Leclerc non si sottraggono alle domande dei giornalisti. Ci mettono la faccia, più di quanto fanno gli alti ranghi della casa automobilistica. Dai loro volti però non traspare speranza quanto rassegnazione. La Ferrari, la squadra più titolata del Mondiale, ha perso. Tutto. Sconfitta non solo in pista ma anche nella politica. Prima della gara belga è arrivata la tanto attesa firma da parte di tutte le squadre sul nuovo "Patto della Concordia". A Maranello si dichiaravano soddisfatti di aver mantenuto il diritto di veto (unica squadra del mondiale) sulle decisioni regolamentari e di essersi garantiti futuri introiti in linea con i presenti. Poi è arrivata la notizia circa la firma più incerta, quella Mercedes. Gli uomini del team anglo-teutonico si sono presi il tempo necessario per fare pressione ed ottenere quel che volevano: la possibilità di uscire prima della scadenza dell'accordo, di durata quinquennale, dalla massima Formula. Quasi in contemporanea Renault ritirava il ricorso contro la lieve sanzione ricevuta da Racing Point in seguito all'utilizzo delle prese d'aria dei freni di derivazione Mercedes, particolare per regolamento non condivisibile. Ferrari rimaneva sola contro la futura Aston Martin e quindi contro Mercedes, che l'appoggia in quanto fornitrice di tecnologia e tirata in causa nella vicenda. Sulla scelta Renault pare abbia influito anche il recente accordo raggiunto fra Mercedes e la casa francese circa la prosecuzione della loro "joint venture" nell'ambito delle vetture di serie. La squadra diretta da Abiteboul ha inoltre ricevuto dalla Federazioni le rassicurazioni che cercava: il concetto di proprietà intellettuale rimarrà invariato e le squadre non potranno acquistare in futuro i progetti dai concorrenti. Una Ferrari lasciata in disparte dagli altri costruttori, che intanto tessono la loro "tela politica", che sperava di poter beneficiare per la veloce gara belga dell'imposizione della mappatura unica delle power unit per qualifica e gara ed invece vede la nuova regola slittare alla gara di Monza. Peccato che a Spa la vettura prodotta a Maranello abbia evidenziato non solo limiti di potenza.
Il giorno più buio
Partiti dalla 12esima e 13esima posiziona, una più avanti grazie al preventivo ritiro di Sainz (power unit in fumo prima del via), Leclerc e Vettel hanno dimostrato di essere la spina dorsale della squadra diretta da Mattia Binotto. Nel giro di pochi chilometri Leclerc si è issato in ottava posizione, deliziandoci con un meraviglioso sorpasso su Perez. Poi l'abisso. La vettura del monegasco ha perso velocità sul dritto e rapidamente il giovane pilota del Cavallino si è ritrovato in 12esima posizione. Il tremendo botto di Giovinazzi ha costretto la direzione gara a far entrare in pista la safety car. Mentre il gruppo si ricompattava ai box Ferrari è successo l'inverosimile: i secondi scorrevano sul cronometro mentre i meccanici cercavano le gomme destinate alla vettura n°16, ferma in sosta. Una situazione che ha ricordato quanto accadde ad Irvine nel Gp d'Europa del 1999, anno in cui la Rossa si aggiudicò comunque il titolo costruttori. Un obiettivo impossibile da raggiungere quest'anno, con una vettura che in Belgio è parsa la più lenta dell'intero schieramento. Leclerc, dopo il tempo perso al pit stop, è sprofondato in 14esima posizione. Divenuto poi ultimo dopo l'ennesima sosta in cui i meccanici sono intervenuti sul circuito idraulico della vettura. Con gomme fresche, ed un auto parsa rivitalizzata, Leclerc ha addirittura stampato il momentaneo giro più veloce in gara. Solo un'illusione dettata dalla caparbietà di un pilota che non si è arreso alle evidenze. Anche Vettel ha lottato, provando a resistere alle vetture più veloci. Invano. Sul traguardo il tedesco ha preceduto di poco il compagno di squadra, entrambi lontani dalla zona punti e dietro anche all'Alfa Romeo di Raikkonen, autore di una prestazione notevolissima. Proprio la gara del finlandese evidenzia i limiti della vettura di Maranello, carente in tutti i settori. Vedere una Ferrari arrancare anche nei confronti di avversari che montano lo stesso motore deve far riflettere gli uomini di Binotto. Non siamo ancora ai livelli del 1980, quando la squadra italiana chiudeva il mondiale in decima posizione con solo otto punti conquistati, ma, se non altro, all'epoca si arrivava da annate ricche di titoli. Quadro ben diverso dalla situazione attuale.
Hamilton, cavalcata inarrestabile. Riccardo gran quarto
Prosegue con il vento in poppa la navigazione di Hamilton verso il settimo titolo mondiale. In Belgio non ha avuto rivali. Bottas non l'ha mai impensierito arrivando secondo, posizione da cui aveva iniziato la gara, davanti a Verstappen. Nel finale i tre hanno messo i remi in banca, salvaguardando le gomme, ed è arrivata gloria per Ricciardo, autore del giro più veloce della gara e quarto al traguardo. L'australiano è risultato impeccabile per l'intero fine settimana e forse si mangerà le mani sapendo che il prossimo anno lascerà una Renault in netta ascesa, visto anche il quinto posto conquistato dal compagno Ocon.
Raikkonen: il meglio dei 40
Non è riuscito a portare in zona punti la sua Alfa Romeo ma Kimi Raikkonen si è reso autore, come detto, di una gara meravigliosa. Davanti al compagno Giovinazzi in qualifica, oggi ha mostrato velocità e solidità. Togliendosi la soddisfazione di superare in pista l'ex compagno di squadra Vettel. La dodicesima posizione finale non rende merito agli sforzi profusi dal 40enne ma poco importa: sulla pista che lo ha visto trionfare 4 volte in carriera anche oggi ha lasciato il segno.
Prossima tappa: Monza
Fra una settimana il Circus tornerà nel Belpaese sulla velocissima pista di Monza. Un tracciato icona del Mondiale, teatro di momenti gloriosi della storia Ferrari. La doppietta targata Berger e Alboreto nel 1988, neanche un mese dopo il decesso del fondatore Enzo. La vittoria di Schumacher nel 1996, anno del suo debutto in Rosso. Il trionfo del 2000, quando la vittoria dello stesso tedesco mise le basi per il ritorno al titolo piloti 21 anni dopo Jody Scheckter. Quella del 2020 sarà probabilmente una gara di sofferenza per i tifosi del Cavallino Rampante: non abbandonate proprio adesso la vostra fede. Ma dai vertici del marchio, a partire dalla presidenza, meritate chiarimenti.
Vettel settimo, Leclerc ritirato. Per la Ferrari è l’ennesimo weekend da incubo. Hamilton domina e rafforza la sua leadership mondiale.
di Matteo Landi
“Il mio parere non conta più”. Non si è risparmiato, più di metà gara effettuata con le gomme morbide e solo un settimo posto finale. Che a Maranello, oggi, viene accolto positivamente. Vettel è stanco, risponde svogliatamente alle domande e quando gli viene chiesto quale possano essere le soluzioni ai mali di questa Ferrari non si chiude in frasi di circostanza. Leclerc, il futuro della Rossa, colui che più volte ha tirato fuori dalle paludi la squadra condotta da Mattia Binotto, oggi non è riuscito a compiere un altro miracolo. Pensare ai podii ottenuti quest’anno con una vettura modesta come la SF1000 mette i brividi. A Maranello sapevano che sarebbe stata dura in Spagna, ma il settimo posto di Vettel ed il ritiro di Leclerc, in seguito a dei problemi di elettronica patiti dalla sua monoposto, sono un bottino troppo magro per essere vero. Eppure riflette i valori in campo, e non fa più notizia. Come la cavalcata solitaria al comando di cui si è reso protagonista Hamilton, al volante di una Mercedes prestazionale, affidabile e, stavolta, relativamente “gentile” con le gomme. Verstappen ci ha provato, spingendo ossessivamente, ma la nera Mercedes del campione del mondo per lui è sempre stata un miraggio.
Hamilton vicino al record
Una gara impeccabile quella condotta da Hamilton, adesso a tre vittorie dal record assoluto di Michael Schumacher. Un record, quello costruito dal tedesco, figlio di tempi diversi con regolamenti assai differenti e “politiche” altrettanto diverse, fondamentalmente riassumibili con la creazione di ostacoli (nuove regole) creati ad hoc per interrompere cicli vincenti. L’introduzione nel 2005 del divieto dei cambi gomme, in un anno in cui Ferrari era l’unico top team a calzare Bridgestone contro l’agguerrita concorrenza Michelin, fu l’ultimo di una serie di tentativi, fino a quel momento non andati a segno, di interrompere un dominio divenuto per gli altri asfissiante. Eppure l’Era Ferrari fu sì d’Oro, ma non vide all’opera una Rossa dominante tanto quanto l’attuale Mercedes. Nonostante questo non vedremo presto repentini cambi regolamentari, tali da azzoppare la cavalcata anglo-teutonica, ma qualcosa presto potrebbe cambiare. Dalla prossima gara la Federazione dovrebbe introdurre l’obbligo di utilizzo di una sola mappatura motore fra qualifica e gara. Il primo freno alle prestazioni Mercedes? Lo scopriremo a fine mese in occasione del Gp del Belgio. Intanto Toto Wolff e compagni possono festeggiare l’ennesima vittoria del loro asso inglese, nel giorno in cui Bottas ha mostrato tutti i suoi limiti.
Bottas, il mondiale resta un sogno
Il finlandese di casa Mercedes in partenza non solo non è riuscito a sopravanzare Hamilton ma è stato superato anche da Verstappen e Stroll. Uno start che lo ha penalizzato e costretto ad una rimonta su Hamilton che non ha mai concretizzato. Il terzo posto finale, ottenuto con la migliore vettura del lotto, rappresenta un risultato che non può soddisfare un pilota che aspira al titolo. Al contrario si può ritenere molto soddisfatto Verstappen, ancora una volta l’unico in grado di battere almeno una Mercedes e sognare la vittoria. A differenza di domenica scorsa le Mercedes non hanno subito il degrado eccessivo degli pneumatici e per l’olandese il secondo posto era il massimo obiettivo a cui poteva aspirare.
Racing Point, doppiata ma felice
Quarta e quinta sono arrivate le Racing Point condotte da Stroll e dal rientrante (finalmente negativo al Covid19) Perez. Le “Mercedes rosa” hanno terminato la gara staccate di un giro dal vincitore ma i tanti punti conquistati permettono alla squadra di Stroll Sr. di issarsi al terzo posto in classifica costruttori. La squadra motorizzata Mercedes attende di vedere se la sanzione (multa di 400.000 dollari e 15 punti in meno in classifica) subita a seguito dell’irregolarità recentemente accertata dalla Federazione sarà rivista al ribasso o se, come chiesto da Renault e Ferrari, sarà inasprita.
Un grande Raikkonen non basta: Alfa Romeo ancora in affanno
Comunque vada cambierà poco, se non nulla, per Alfa Romeo. Questo weekend Raikkonen ha dato il massimo, surclassando sia sul giro singolo che in gara il ben più giovane compagno Giovinazzi. La bella prestazione del finlandese, tuttavia, non ha fruttato alcun punto ma solo un quattordicesimo posto finale. Questo campionato si sta trasformando in un’enorme delusione per il marchio italiano e per l’ultimo campione del mondo Ferrari, che meriterebbe un finale di carriera con più gioie. Fra due settimane, sulla pista che lo ha consacrato come “The King of Spa”, avrà forse l’occasione per compiere un romantico ultimo guizzo.
Verstappen interrompe il dominio Mercedes. Hamilton e Bottas hanno finalmente un rivale! Leclerc gran quarto tiene viva la Ferrari. Intanto, fuori dalla pista, cresce la polemica.
di Matteo Landi
Musi lunghi in casa Mercedes. Hamilton e Bottas criticano apertamente vettura e squadra. La prima poco "delicata" con gli pneumatici, la seconda rea di aver optato per una strategia errata. Facce da funerale per una mancata vittoria. Secondo Hamilton, terzo Bottas: un risultato sul quale tutte le altre squadre metterebbero la firma. Un atteggiamento che testimonia la fame di vittorie dei piloti e di tutto il team Mercedes, nonostante i titoli vinti a ripetizione dal 2014 in avanti. L'umore di chi, dopo l'ennesimo dominio in qualifica, credeva che anche oggi avrebbe vinto a mani basse. La F1 si sveglia dal torpore dettato dall'asfissiante supremazia anglo-teutonica e lo fa grazie alla classe di Verstappen ed alla qualità della vettura progettata da Adrian Newey, una Red Bull dotata di un motore Honda, in debito di cavalli rispetto alle power unit Mercedes (ma è un problema condiviso con Ferrari e Renault), ma estremamente "gentile" con le gomme. Si interrompe così la striscia vincente del team di Toto Wolff, nel giorno in cui a brillare sopra tutti sono il già citato Verstappen e Leclerc.
Mercedes ha finalmente una sfidante
Una settimana dopo l'esaltante e convulso finale di gara, con Hamilton trionfante su tre ruote, la Pirelli, come da programma, ha portato a Silverstone gomme con mescole più tenere. In questo strano calendario 2020, che vede più gare svolgersi sulle stesse piste, vi era la necessità di aggiungere qualche variabile, così da non ottenere più gare cloni. Le uniche a subire negativamente gli pneumatici più morbidi sono state le vetture di Hamilton e Bottas. Velocissimi in partenza, nei primissimi giri hanno surclassato i rivali. Ma già al sesta tornata il blistering ha fatto la sua comparsa sui copertoni delle Mercedes e da lì la musica è cambiata. Le vetture dei campioni del mondo hanno così evidenziato un punto debole, consentendoci di sperare in minimo di lotta in un campionato altrimenti destinato alla più totale monotonia. Fiutata la possibilità di vittoria Verstappen ed il suo muretto box non hanno sbagliato un colpo, prima mettendo una tremenda pressione sui rivali e poi gestendo una vittoria che a metà gara gli è venuta incontro. I campioni in carica hanno finalmente un rivale, era ora!
Leclerc tiene viva la Ferrari. Vettel, è crisi?
Come detto, non solo Verstappen ci ha deliziato con una guida sopra la media. Senza nulla togliere agli altri due piloti giunti sul podio è necessario rimarcare la gara di Leclerc. Questa volta non è riuscito a raggiungere la top three ma durante il weekend in cui la Ferrari ha prestazionalmente fatto un passo indietro, la terribile gara di Vettel ne è la dimostrazione, il monegasco ha portato la sua vettura al quarto posto finale, poco lontano dall'astronave guidata da Bottas. Mentre le vetture della Stella a Tre Punte e le Red Bull erano costrette a più cambi gomme, Leclerc è riuscito a compiere una sola sosta, guidando con il coltello fra i denti. In alcuni tratti è risultato addirittura il più veloce in pista, ad un passo che neanche gli ingegneri della Scuderia pensavano avrebbe potuto spingersi. Alla sua gara perfetta ha fatto da contraltare la tremenda domenica di Vettel. Testacoda al primo giro, critica via radio alla squadra, una gara di rimonta ma incosistente. Il quattro volte campione del mondo è purtroppo sprofondato in un baratro dal quale ci si augura possa uscirne presto. Il dodicesimo posto finale non è degno del suo blasone. A Barcellona, fra una settimana, vedremo se troverà nuove motivazioni ed una Ferrari più adatta al suo stile di guida.
Racing Point colpevole ma (quasi) graziata
Detto dei top team, con la Scuderia di Maranello che ne torna finalmente a far parte data la terza piazza occupata da oggi nel campionato costruttori, è da rilevare la gara consistente, anche se non esaltante, delle Racing Point. Sesto al traguardo è giunto Stroll, settimo un grande Hulkenberg, brillantissimo terzo in qualifica. Sono proprio le prestazioni velocistiche delle due vetture rosa ha rimanere al centro dell'attenzione. E soprattutto i dubbi sulla loro legittimità. Prima della gara è arrivata finalmente la risposta ai reclami sporti da Renault sulle prese d'aria dei freni delle ormai ribattezzate Mercedes rosa, data l'importante somiglianza con le frecce d'argento 2019: 400 mila euro di multa e solo 15 punti di penalità in classifica costruttori è quanto affibbiato alla squadra di Lawrence Stroll. E' stato quindi accertato il trasferimento di tecnologia da Mercedes a Racing Point per un particolare aerodinamico da quest'anno non condivisibile. Tuttavia la Federazione ha concesso alla squadra inglese, futura Aston Martin, la possibilità di continuare ad usare tale soluzione fino alla fine del campionato. Una decisione assurda, una sanzione lieve, considerando l'elevate spese di ricerca e sviluppo sostenute dagli altri competitors "totalmente a norma". Renault, Ferrari, Williams e McLaren hanno promesso battaglia e appelleranno la decisione, chiedendo una sanzione più severa. Toto Wolff ha però alzato la voce, convincendo Racing Point a reagire, e così anche la squadra guidata da Otmar Szafnauer farà appello, chiedendo invece una pena più lieve. Una volontà che ha dell'incredibile, considerando che inizialmente si erano dichiarati soddisfatti, consapevoli evidentemente della loro infrazione. Animi caldi fuori, competizione in pista. Seppur fra luci ed ombre questa Formula 1 si dimostra finalmente viva!
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