Riaperti il ponte di Bomporto, la diramazione sulla strada Provinciale 2 e la strada statale 12 Canaletto tra Bastiglia e via Munarola -
Modena, 27 gennaio 2014 -
Continuano i lavori dopo i danni subiti dall'alluvione nei comuni del modenese, ma resta ancora disperso Giuseppe Oberdan Salvioli scomparso a Bastiglia. Gli sfollati dalle aree allagate assisti dalla Protezione civile in albergo e nei centri di accoglienza nella giornata di ieri sono scesi a meno di 300.
Complessivamente dall'inizio dell'emergenza i Centri comunali e quelli di accoglienza, con il coordinamento del Centro unificato della Protezione civile di Marzaglia, hanno gestito l'assistenza a oltre 1500 persone.
BASTIGLIA CHIUDE VARCO SUL NAVIGLIO A BOMPORTO ACQUE NEL PANARO CON MOTOPOMPE
Sono in corso le operazioni di chiusura del varco sul canale Naviglio a Bastiglia, aperto nei giorni scorsi per favorire il deflusso delle acque in un'ampia zona rurale tra Bastiglia e Bomporto. I tecnici Aio nella mattina di 27 gennaio hanno constatato che dall'apertura non scolava più acqua quindi hanno deciso la chiusura.
Restano aperti invece i due varchi sul Cavo Argine che tuttora permettono alla acque defluire dalle campagne dove i livelli nella notte tra domenica 26 e lunedì 27 gennaio si sono ridotti sensibilmente.
Nelle zone rurali di Bomporto è in corso la chiusura del varco sul Cavo Minutara, aperto per raccogliere le acque tuttora presenti nella zona compresa tra la provinciale 2, comunque tutta percorribile, e il fiume Panaro. Il deflusso delle acque da questa zona viene effettuato con motopompe scaricando nel canale Panarolo.
RIAPERTO IL PONTE DI BOMPORTO E LA DIRAMAZIONE SULLA SP 2, APERTO TRATTO DELLA SS 12
E' stato riaperto questa notte tra domenica 26 e lunedì 27 gennaio il ponte di Bomporto sulla strada provinciale 1 tra Bomporto e Ravarino. Aperta anche la diramazione che collega il ponte stesso con la strada provinciale 2 Panaria bassa che dal pomeriggio di domenica 26 gennaio è tutta percorribile compreso il ponte vecchio di Navicello. Il ponte di Bomporto era rimasto chiuso al fine di mantenere la strada il più libera possibile dal traffico per agevolare le operazioni di sgombero e trasporto dei materiali derivanti dalle pulizie di abitazioni e attività.
Da questa mattina è stata aperta al traffico - esclusi i mezzi pesanti superiori ai 35 quintali - il tratto della strada statale 12 Canaletto tra Bastiglia e via Munarola, ripristinando in questo modo il collegamento tra Bastiglia e il capoluogo passando per Albareto.
La strada è percorribile nei due sensi di marcia ma solo da autovetture, furgoni e dai mezzi di soccorso. Circolazione vietata per i mezzi pesanti. I controlli saranno effettuati dalla Polizia municipale di Modena, da quella dell'Unione Comuni del Sorbara, dalla Polizia provinciale e da volontari della Protezione civile.
Resta chiuso il tratto della statale 12 tra Modena e San Matteo per consentire i lavori sull'argine del Secchia. Chiuso anche il ponte dell'Uccellino a Modena a causa delle operazioni di cantiere.
(Fonte: Provincia di Modena)
Sono proseguiti per tutto il week end i lavori di ripristino dei mezzi e attrezzature nella sede centrale della cooperativa sociale Pomposiana, in strada Canaletto a Modena investita dall'esondazione del Secchia -
Modena, 27 gennaio 2014 -
Una parte dei mezzi speciali bloccati dal fango e dai detriti portati dalla corrente è stata liberata e trasportata presso officine specializzate per tentarne il recupero. I mezzi elettrici, otto in totale, sono invece destinati sicuramente alla rottamazione.
«Nella giornata di domenica, grazie anche all'aiuto volontario di cittadini e persone vicine alla nostra cooperativa, è stato possibile continuare lo sgombero dei locali interni per poter iniziare l'aspirazione dell'acqua e del fango, mentre l'intervento di mezzi della protezione civile e di aziende private ha permesso di far defluire verso le campagne circostanti parte dell'acqua ancora presente nella sede – spiega il presidente della Pomposiana Maurizio Marcon - Oggi (lunedì 27 gennaio) siamo entrati con lo spurgo per cominciare a lavare i locali interni aspirando acqua e fango. Nonostante siano stati ripuliti alcuni accessi ai capannoni e alle strutture, il fango rimane ancora un problema per il transito dei mezzi. Inoltre – continua Marcon - i tratti asfaltati e gli stradelli di accesso alla sede sono fortemente danneggiati. Anche l'area destinata alle coltivazioni biologiche e la serra annessa risultano gravemente colpite, essendo situate proprio a venti metri dall'argine. Al momento attuale non è possibile prevedere se e quando questa attività potrà ripartire, mentre le altre attività – conclude il presidente della cooperativa sociale Pomposiana – sono in buona parte già ricominciate».
(Fonte: Ufficio stampa Confcooperative Modena)
Dichiarato stato di crisi regionale e istituiti un Comitato istituzionale e un Centro di coordinamento operativo -
Bologna, 27 gennaio 2014 -
L'avvio alla ricognizione dei danni per cittadini, imprese ed enti pubblici. Dichiarato lo stato di crisi regionale in attesa della dichiarazione di stato di emergenza da parte del Governo e la costituzione di due centri di coordinamento a livello istituzionale e operativo, varate le misure organizzative per l'analisi delle cause della rottura dell'argine del Secchia e l'analisi delle arginature di Secchia, Panaro e Naviglio.
Sono questi in sintesi i contenuti dei provvedimenti (due Decreti e una lettera) emanati dal presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani per le zone del modenese colpite dell'alluvione.
La Regione ha attivato la procedura per la ricognizione dei fabbisogni finanziari per far fronte ai danni causati dal maltempo attraverso una Circolare che stabilisce le procedure per una tempestiva attività di ricognizione dei fabbisogni – attraverso la compilazione di apposite schede reperibili anche all'indirizzo http://www.protezionecivile.emilia-romagna.it/ - per gli interventi di ripristino e per i danni subiti. In particolare per quel che riguarda il fabbisogno per gli interventi sul patrimonio privato e le attività economico-produttive, la Circolare invita i Comuni a pubblicare sui propri siti istituzionali e/o nelle forme che ritengono più opportune le apposite schede che, cittadini e imprese interessati devono compilare e trasmettere sempre ai Comuni entro il prossimo 28 febbraio.
Il primo decreto – che fissa a 90 giorni la durata dello stato di crisi regionale a partire dal 24 gennaio, data di adozione dell'atto si è reso necessario in attesa della dichiarazione di stato di emergenza nazionale che il presidente Errani ha, nei giorni scorsi, inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri Enrico Letta e al Prefetto Franco Gabrielli.
Inoltre, per assicurare il raccordo e coordinamento tra gli enti interessati (sia a livello istituzionale sia a livello operativo) ma anche per una più efficace gestione dell'emergenza, il Decreto istituisce un Comitato istituzionale e un Centro di coordinamento operativo.
Il Comitato istituzionale è presieduto dallo stesso presidente Errani ed è composto dall'assessore regionale alla Protezione civile, dal Prefetto di Modena, dal presidente della Provincia di Modena e dai sindaci dei Comuni del modenese maggiormente colpiti quali Bastiglia, Bomporto, Camposanto, Medolla, Modena, San Felice sul Panaro e San Prospero. Il Comitato avrà il compito di concordare e valutare le misure, iniziative ed interventi necessari a fronteggiare l'emergenza in atto.
In Centro di coordinamento operativo, a supporto del Comitato istituzionale, sarà insediato presso il Centro unificato provinciale di protezione civile a Modena ed formato da dirigenti, funzionari e tecnici della Regione e della Provincia di Modena. Il centro di coordinamento è suddiviso in funzioni: segreteria di coordinamento, funzione tecnica di valutazione, volontariato, logistica, assistenza alla popolazione, comunicazione, servizi essenziali e tutela dell'ambiente, servizi scolastici e assistenza sociale.
Il secondo Decreto costituisce un gruppo di lavoro tra esperti della Regione, di enti interregionali quali Aipo e l'Autorità di Bacino del Po che analizzi e cause della rottura arginale del fiume Secchia e approfondisca dal punto di vista strutturale le arginature dei fiumi Secchia, Panaro e Canale Naviglio. Inoltre, il provvedimento affida alla Direzione Generale Ambiente della Regione Emilia-Romagna, al fine di acquisire valutazioni tecniche indipendenti, il compito di richiedere ai Dipartimenti delle Università italiane qualificati in materia idraulica e geostrutturale, la disponibilità di professionalità di elevato profilo tecnico-scientifico per costituire una Commissione scientifica che, che ha il compito di analizzare e valutare le cause della rottura arginale del Secchia.
(fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Il Consorzio della bonifica Burana ha scaricato l'eccezionale quantità di 9 milioni di metri cubi di acqua con 100 uomini impiegati 24 ore su 24 -
Bologna, 27 Gennaio 2014 –
Ad una settimana dall'emergenza alluvione nella provincia di Modena, Urber stila un primo bilancio dell'operato sul territorio gravemente colpito e che ha visto il Consorzio della bonifica Burana impegnarsi in un operato di entità straordinaria.
L'ondata di piena che si è riversata sulla Bassa modenese ha allagato ben diecimila ettari di territorio, sia agricolo che urbanizzato, e il Consorzio ha scaricato l'eccezionale quantità di 9 milioni di metri cubi di acqua attraverso i propri impianti. Notevole inoltre il dispiego di forze umane, preziose risorse grazie alle quali è stata correttamente affrontata la difficile situazione: 100 uomini tra tecnici, esperti e personale direttivo che, attivi 24 ore su 24 per tutta la durata dell'emergenza, hanno consentito di gestire nel migliore dei modi tutti i punti della rete scolante, controllando e verificando ogni singolo contesto ed arginando così in tempo utile qualsiasi ulteriore condizione di criticità.
Il Presidente del Consorzio della bonifica Burana Francesco Vincenzi, insieme al consiglio di amministrazione del Consorzio stesso, esprime soddisfazione per l'operato di tutta la struttura consortile che si è adoperata senza risparmiarsi nel fronteggiare l'emergenza e ringrazia la Regione, i Comuni, le Forze dell'Ordine tutte e la Protezione Civile per la stretta collaborazione.
Tutto questo, come sottolineato da Urber, è l'evidente dimostrazione dell'impiego dei contributi dei cittadini consorziati in favore delle opere della salvaguardia e della messa in sicurezza di tutto il territorio. La rete infatti è di norma deputata al defluire delle sole acque piovane; per questo i contributi dei consorziati sono commisurati all'esercizio della rete di bonifica per il drenaggio che avviene sul territorio e non per eventi di così eccezionale portata e di acque non di competenza. Il contributo dei consorziati si è dunque rivelato prezioso per il controllo dell'emergenza.
(Fonte: ufficio stampa URBER Unione Regionale delle Bonifiche Emilia Romagna)
Sorprende la limitata attenzione posta, da parte delle testate nazionali, all’alluvione modenese. Il comune sentimento di rabbia trova sfogo in internet.
di Lamberto Colla ---
Parma, 26 gennaio 2014 -
Qualcuno si è spinto a sostenere che i danni di quest’ultima alluvione saranno quantificabili in misura addirittura superiore a quelli registrati per il terremoto del 2012.
Forse si o forse no fatto sta che, quanto successo nella bassa modenese, ha dell’incredibile.
75 chilometri quadrati di territorio allagati con altezze d’acqua che hanno raggiunto 2,5 metri. Circa 2000 imprese in ammollo e l’agricoltura sommersa per circa il 40% della superficie dei comuni colpiti (Bastiglia, Bomporto, Camposanto, Finale Emilia, Medolla, San Felice sul Panaro, San Prospero e parte di Modena). La stima di Codiretti è di 600 aziende agricole sommerse, per una superficie di 10.000 su 24.000 ettari coltivati.
Diverse aziende, sepolte dalle macerie del terremoto del maggio 2012, si erano delocalizzate proprio in questi comuni oggi sommersi dalle acque Secchia. Un’apocalisse comunicata seguita solo distrattamente dall’informazione nazionale. Una catasfrofe segnalata declassata a notizia di riempitivo.
Questo almeno sino all’arrivo di 100% Brumotti e la squadra di Striscia la Notizia. Solo allora l’opinione pubblica ha cominciato a percepire la reale portata del dramma che stavano vivendo i modenesi.
E per fortuna che c’è il web. I social media, i blog e l’editoria digitale hanno dato dimostrazione di poter surrogare, almeno nelle emergenze, l’informazione convenzionale, quella dei grandi editori per intenderci.
A fronte di questo comportamento viene spontaneo domandarsi cosa debba accadere per ottenere l’onore di salire sul podio dell’informazione nazionale.
Vero che c’è stato un “solo” decesso, vero che nessuna “reginetta del gossip” è stata coinvolta nella disgrazia ma, sarebbe bastato un giretto in internet, per accorgersi della gravità e avviare almeno la consueta campagna di informazione di servizio e proponendo una raccolta fondi per sopperire alle prime emergenze.
Un disastro di proporzioni enormi in una zona quasi sovrapponibile al sisma del 2012 non è sufficiente a fare notizia. “Allerta meteo”, “riprende a piovere in Emilia” sono stati i più incisivi titoli delle testate nazionali. Soltanto verso metà settimana, quando forse si riteneva l’emergenza ormai passata, alcune testate si sono spinte nell’individuazione delle responsabilità: le “nutrie”.
Sicuramente ci sarà stato anche il loro zampino ma il dissesto idrogeologico era noto da molto e già nel 2007 TempoNews titolava “Finiremo tutti sott’acqua” raccogliendo il grido d’allarme degli agricoltori.
Niente, quasi nulla da allora si è fatto, e oggi sarebbe colpa delle nutrie.
In pochi giorni i social media si sono arricchiti di gruppi e comunità, trasformandosi in veri propri collettori e distributori di informazioni. Immagini e video immediatamente viralizzati e condivisi da centinaia e poi migliaia di utenti in Italia e all’Estero. Oltre 16.000 gli internauti che si sono collegati, in poche ore (oggi contano circa 17.300 utenti), al profilo “Alluvionati e Incazzati”. Una community costituita per “non essere dimenticati”. Ben coordinati e accomunati dalla rabbia il “gruppo” è riuscito nell’intento di ottenere quella visibilità che l’evento merita riuscendo a coinvolgere “Striscia la Notizia”, la prima testata nazionale che ha raccolto il segnale di S.O.S. partito dal web.
Emblematica dello stato d’animo diffuso in quel lembo di terra emiliana è la lettera di denuncia, a firma di Giulio Gazzotti, trasmessa per conoscenza anche alla nostra redazione ma indirizzata a una importante testata giornalistica nazionale.
Giudicate voi.
- Stralcio della lettera -
omissis...“Non è presente UNA singola parola riguardo la tragedia che ha colpito migliaia di persone e causato danni per milioni di euro.
Una tragedia che ha colpito popolazioni e territorio già martoriati dagli eventi sismici nel maggio 2012.
Mi preme iniziare ricordandovi, qualora non lo sapeste, che la zona colpita è quella di Modena. Stiamo parlando di un'area tra le più produttive e ricche di questo paese, un tessuto imprenditoriale vasto ed eterogeneo che produce ricchezza, una zona che lavora e che sta aiutando il paese ad affrontare una crisi economica senza precedenti dai tempi del dopoguerra.
Parliamo di una terra di eccellenze. Non credo ci sia bisogno di parlare di quello che viene prodotto qui a Modena, in quelle terre che avete dimenticato, dalle persone di cui non parlate.
Non voglio spendere altre parole per "esaltare" la mia terra, perché non credo ce ne sia bisogno e sopratutto perché non credo sia questo il punto su cui concentrarsi. Non è la ricchezza di una zona che deve determinarne il seguito dei media quando avvengono tali disastri.
Quello che dovevate comunicare (uso l'imperfetto perché ormai avete fallito e ci avete profondamente deluso), è la sofferenza di migliaia di persone che hanno perso tutto, o quasi. Dovevate parlare di aziende che sono ormai solo lo scheletro di quello che erano prima di questa alluvione.
Di imprenditori e lavoratori che stavano ricostruendo quello che il sisma gli aveva tolto. Di persone che stavano facendo ripartire la loro attività, che si sono trovare schiacciate da un altro disastro. Ancora.
Voi, oggi, non avete dedicato una parola a queste persone, NON UNA SINGOLA PAROLA.
Il dolore, la sofferenza, la disperazione di migliaia di persone non vi sono sembrate sufficienti per dedicare una singola frase sul vostro giornale all'accaduto.
A poche ore dal disastro stesso, avete deciso che la notizia non era più di attualità.
Non avete neanche avuto cura di facilitare la diffusione di informazioni per i soccorsi e gli aiuti volontari.
Le informazioni utili come i numeri di telefono, i conti bancari sui quali fare donazioni, i recapiti dei gruppi volontari, ecc sono stati diffusi sui social network e fortunatamente centinaia di persone si stanno mobilitando per aiutare le persone che ne hanno bisogno.
Nulla di questo è stato facilitato dal vostro operato, anzi. Il vostro silenzio ha fatto si che parte di questo paese non sia neanche a conoscenza di quello che sta succedendo qui.
Anche nelle regioni vicine la percezione di quello che è accaduto e sta accadendo qui, oggi, è, nella maggioranza dei casi, sottodimensionato.
Come sottodimensionato è lo spazio che avete lasciato sulle vostre pagine a questa calamità.
Per questi motivi mi preme comunicarvi che il disastro, qui, sul territorio, è assolutamente attuale, e sono tanti i vostri lettori che sono rimasti basiti difronte alla sufficienza con cui avete informato gli italiani di quello che stava succedendo qui nelle giornate passate.
Come se il vostro operato dei giorni scorsi non bastasse, la vostra homepage di oggi (23/1 ndr) è stato davvero uno schiaffo per tutti:
per noi cittadini che abbiamo conoscenti e amici in difficoltà; per i volontari, che stanno lavorando senza sosta da giorni; per le autorità locali che stanno gestendo la macchina dei soccorsi; ma sopratutto per le persone che in questa tragedia hanno perso qualcosa.
Si tratti di un'auto, di una casa o di una vita, (quella che hanno dedicato alla propria attività imprenditoriale) poco cambia, li avete dimenticati. Tutti.
Chi dovrebbe dare loro voce se non voi?
La stampa è il quarto potere e voi siete una delle principali testate nazionali. Avete collaborazioni con testate estere e avete l'obbligo di informare le persone di ciò che accade.
E' un periodo in cui si parla di "sfiducia nella politica".
Sappiate che qui, oggi, nel disastro siete più colpevoli dei politici.
Almeno loro, alcuni di loro, si stanno battendo in prima persona per portare risorse e aiuti.
Voi no. Voi ve ne siete già lavati le mani.
L'indifferenza verso la sofferenza e l'emergenza altrui è gravissima, tanto più quando viene da una testata come la vostra. Avevate l'occasione di aiutarci con poche righe sul vostro sito, ma l'avete persa.
Per citare la famosa quanto inflazionata frase di Andreotti: "A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca", mi sorge anche il sospetto che qualora qualcosa fosse andato storto nella gestione dell'emergenza, se per disgrazia ci fossero state vittime, o scandali sui quali affondare il colpo, non avreste perso l'occasione. Avreste fatto il "titolone".
La macchina dell'informazione sarebbe giunta sul territorio con plotoni di giornalisti a chiedere notizie, documenti, materiale su cui lavorare e scrivere, dedicandoci la prima pagina.”...omissis.
Ho omesso deliberatamente l’identificazione della testata alla quale la lettera si rivolge per non valorizzare e favorire le altre testate complici anch’esse di mancata informazione e solidarietà verso questi concittadini.
Vorrei invece che le parole di questo lettore corressero a colpire gli animi non solo dei grandi editori, ma anche degli amministratori nazionali e locali perché si spoglino delle loro divise e assumano i panni, almeno in queste circostanze, di amministratori pubblici, e di detentori di quel potere che potrebbero, ogni tanto, mettere a disposizione della collettività.
I modenesi non piangono ma nemmeno dimenticheranno chi li ha aiutati e chi li ha snobbati.
Animali nel fango e aziende allagate e senza corrente.
Roma, 21 gennaio 2014 -
Intere aziende finite sott’acqua con stalle allagate e animali nel fango, coltivazioni di frutta e verdura distrutte, serre sommerse, trattori e attrezzature fuori uso, vigneti doc allagati, piante di olivo travolte dalle frane e dagli smottamenti che stanno ostacolando la viabilità. E’ quanto emerge dal primo monitoraggio sugli effetti del maltempo effettuato dalla Coldiretti che chiede di avviare le procedure per verificare se esistono le condizioni per la dichiarazione dello stato di calamità nei territori colpiti, dalla Liguria alla Toscana fino all’Emilia dove a Modena l'alluvione con l’esondazione del Secchia ha colpito la culla del Lambrusco di Sorbara DOC e delle Pere dell'Emilia Romagna IGP, una delle zone dove si ottengono le produzioni di maggior pregio dell'agricoltura locale e regionale. A Modena - rileva la Coldiretti - si contano oltre duemila ettari di coltivazioni sommerse con grano e altri cereali spazzati via dalla furia delle acque che hanno invaso anche le stalle dove si lavora per mettere in salvo gli animali. Ma nelle campagne manca anche la corrente elettrica nelle abitazioni, nelle cantine e negli stabilimenti di frigoconservazione con il rischio di perdita dei raccolti. Le strutture della Coldiretti si sono attivate per le richieste di soccorso e il monitoraggio dei danni per verificare le condizioni per la dichiarazione di calamità. Il maltempo – precisa la Coldiretti - si è infatti abbattuto su un territorio fragile con la percentuale di comuni con parte del territorio a rischio frane ed alluvioni che varia dal 98 per cento in Toscana e Liguria al 95 per cento in Emilia Romagna colpite dall’ondata di maltempo. Siamo di fronte - continua la Coldiretti - ai drammatici effetti dei cambiamenti climatici che si stanno manifestando con il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi ma intense ed il repentino passaggio dal sereno al maltempo con vere e proprie bombe d'acqua che il terreno non riesce ad assorbire. Nell'82 per cento dei Comuni italiani sono presenti aree a rischio idrogeologico per frane e/o alluvioni ed oggi ben 5 milioni di cittadini vivono in zone di pericolo. A questa situazione - denuncia la Coldiretti - non è certamente estraneo il fatto che un modello di sviluppo sbagliato ha tagliato del 15 per cento le campagne e fatto perdere negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata. Ogni giorno - conclude la Coldiretti - viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) che vengono abbandonati o occupati dal cemento.
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