Gli ultimi dati usciti dalla Oxford University raccontano di uno studio eseguito sulla dieta mondiale e dicono che sarebbero 8 milioni i morti in meno entro il 2050 se solo si modificassero le abitudini alimentari diminuendo il consumo di carne
Di Chiara Marando -
Sabato 26 marzo 2016 -
Gli ultimi dati usciti dalla Oxford University raccontano di uno studio eseguito sulla dieta mondiale e dicono che sarebbero 8 milioni i morti in meno entro il 2050 se solo si modificassero le abitudini alimentari.
Più in dettaglio, una dieta strettamente vegana eviterebbe 8,1 milioni di decessi prematuri ma, anche senza arrivare ad un completo stravolgimento della nostra alimentazione, basterebbe limitare il consumo di carni rosse a 300 grammi la settimana per raggiungere quota meno 5 milioni di morti.
Questi sono solo due dei quattro scenari tracciati dagli esperti della Oxford University e pubblicati su Pnas, una tra le più note pubblicazioni di carattere scientifico.
Strade diverse con altrettanti scenari futuri: c'è quello in cui nulla cambia e vengono mantenute le attuali tendenze in termini di dieta, oppure quello in cui si limita la carne a 300 grammi a settimana aumentando l'apporto di frutta e verdura, per arrivare a quello strettamente vegetariano ed, infine, vegano.
Che si sia d'accordo oppure no, pare che i maggiori vantaggi arrivino dalla scelta vegana, seguita a ruota da quella vegetariana. I benefici sarebbero riscontrabili soprattutto in relazione alle malattie cardiovascolari minori, nonché tumori e problemi correlati all'obesità.
Ma sarebbe anche l'ambiente a beneficiarne, perché questi due regimi alimentari permetterebbero anche una maggiore riduzione delle emissioni (63% per la dieta vegetariana e 70% per la vegana, mentre quella carnivora ma con moderazione le ridurrebbe solo del 30%.)
Vantaggi in termini di salute, ma vantaggi anche per il portafogli con un risparmio notevole per quanto riguarda le spese sostenute dai sistemi sanitari.
Alla luce di quanto emerge, non è sempre corretto continuare a mettere la carne sotto accusa ma, certamente, l'eccesso ed il consumo senza freno che se ne fa, anche solo per soddisfare il palato, non solo la risposta più adeguata per il benessere del corpo e dell'ecosistema. Come in tutte le cose sarebbe un grande successo riuscire a raggiungere una sorta di equilibrio che permetta di mangiare quello che più ci piace senza danneggiare la nostra salute ed il pianeta in cui viviamo.
Vademecum della Figc per giovani atleti. Nella guida pratica regole e informazioni per insegnare ad adulti e più piccoli ad alimentarsi quotidianamente nel modo più salutare. La prima regola da tenere a mente è che non esistono alimenti ideali che contengano in sé tutto il necessario. -
- di A.K. -
Parma, 25 dicembre 2015
Quando si pensa all'alimentazione di un calciatore in erba, la prima regola da tenere a mente è che non esistono alimenti ideali che contengano in sé tutto il necessario.
La parola d'ordine, quindi, è variare per garantire al corpo in crescita tutti i principi nutritivi: carboidrati, lipidi e proteine, acqua, sali minerali e oligoelementi (tra cui vitamine, ferro e calcio, particolarmente importanti nei bambini).
Ma questo vale per tutte le età...
La giornata alimentare del calciatore
I pasti dovrebbero essere cinque al giorno: colazione, spuntino a metà mattina, pranzo, merenda di metà pomeriggio, cena.
Normalmente il pranzo è il pasto principale (con il maggior apporto calorico): ma nell'alimentazione di chi fa sport e calcio, i pasti devono essere distribuiti uniformemente nella giornata, per evitare digestioni complesse.
La distribuzione calorica dovrebbe adattarsi all'orario di allenamento o della partita; ad esempio, se previsti alla sera, l'assunzione di calorie dovrebbe essere così divisa: colazione 25%, spuntino al mattino del 10%, pranzo 25%, merenda 10%, pasto serale 30%.
I tempi giusti
Dal banco di scuola al campo da gioco spesso passa poco tempo, il che spinge facilmente a sostituire il pranzo con qualcosa di veloce al bar.
In questo modo, la distribuzione delle calorie si sbilancia verso pomeriggio e sera: il pasto principale diventa di frequente la cena e ciò significa spesso passare la notte in processi digestivi elaborati, che limitano anche la qualità del sonno.
La piramide alimentare fonte di varietà
Il modello della 'piramide dello sportivo' favorisce una dieta completa, inserendo nell'alimentazione quotidiana tutti gli elementi, in percentuale variabile.
La piramide prevede: fino a tre porzioni di alimenti contenenti: cereali (pasta, pane, riso...); almeno due porzioni di latticini (latte, yogurt, formaggi...); una porzione di alimenti proteici, animali o vegetali (carne rossa, carne bianca, pesce, uova, legumi) alrternando nei vari giorni; limitazione dei grassi da condimento (burro, margarina...) e preferire quelli di origine vegetale (olio extravergine di oliva); due porzioni al giorno di verdura e 3 di frutta; 1-2 litri di acqua al giorno.
*fonte: guida pratica dell' "Alimentazione quotidiana in famiglia" nell'ambito di "Nutrizione è salute", campagna di educazione alimentare della FIGC – Lega nazionale dilettanti
Campagna alimentare della Figc per sostenere la diffusione di abitudini corrette e salutari: poche regole per affrontare la giornata sportiva o una gara. Sono oltre 1.400.000 le famiglie che hanno ricevuto la Guida pratica sull'alimentazione quotidiana, tramite la società di calcio in cui giocano bambini e ragazzi. È una iniziativa della Lega nazionale dilettanti. -
Parma, 10 gennaio 2016 - di A.K. -
Sono semplici soluzioni operative quelle della Guida pratica sull'alimentazione quotidiana della Lega nazionale dilettanti.
L'obiettivo della Campagna di educazione alimentare della Figc è far adottare ai bambini e ai ragazzi un regime alimentare sano che tenga conto delle loro esigenze nutrizionali in funzione della loro attività, in campo e fuori dal campo.
E questa pubblicazione lo fa sfatando luoghi comuni e correggendo gli errori più diffusi sul cibo, anche nella comunità calcistica.
Quando si parla di sport e alimentazione il sapere comune è ricco di 'ricette miracolose' che si rivelano spesso contraddittorie e dannose.
L'alimentazione per bambini e adolescenti è elemento cruciale per lo sviluppo corretto e armonico del corpo: insegnare le regole di una corretta alimentazione permetterà ai bambini di crescere sani, mantenendo alta l'efficienza del proprio fisico e il peso corporeo entro livelli adeguati, tenendo alla larga il rischio dell'obesità e delle malattie che ne potrebbero conseguire, anche in età adulta.
Primaditutto, dunque, bisogna sgombrare il campo dalle 'leggende metropolitane'.
Prima di un allenamento: è bene arrivare in campo con una scorta energetica giusta, a patto che sia stata già digerita. Giusto un pasto leggero, ma a una distanza corretta dallo sforzo fisico.
Bere, prima e durante: nelle due- tre ore prima dello sport si deve assumere fino a mezzo litro d'acqua e continuare ogni 15 durante l'attività.
Mix corretto = muscoli!
Sfatiamo il mito della scorta di carne rossa. Ci vuole un equilibrio fra carboidrati, proteine, grassi, vitamine e minerali.
Assumere più proteine assicura al giovane sportivo un corretto sviluppo. Il bambino consuma più energia rispetto agli adulti, a parità di sforzo fisico e ha bisogno di più proteine per favorire la crescita.
A tutti gli sportivi interesserà sapere quale deve essere il comportamento alimentare corretto nel giorno di una competizione sportiva.
Prima della partita
No. Iniziare una gara a digiuno o dopo un intervallo di tempo troppo breve dal pasto. Assumere cibi che non si conoscono perché si rischiano pesantezza e intolleranze.
Sì. Consumare un pasto leggero, a distanza da una gara e mangiare cibi solo già collaudati.
L'errore, uno dei più comuni e radicati è, insomma, quello di considerare bambini e adolescenti come 'piccoli adulti' che devono 'coprire' crescita e attività fisica. Lo sbaglio è farli mangiare a tutti i costi perché devono svilupparsi. I ragazzi in sovrappeso si affaticano più facilmente, sono più esposti al rischio di infortuni a causa del sovraccarico di muscoli e articolazioni. La frase più sbagliata che si possa dire a un bambino è "mangia che devi crescere, a fare la dieta ci penserai da grande!".
William Toni, presidente Lapam Confartigianato Alimentazione e presidente nazionale dello stesso comparto, e Maria Luisa Falchi, vice presidente provinciale e nazionale di Cna Alimentare, intervengono sulla ricerca statunitense che mette in guardia dal consumo di questo genere di carni, ritenute tra le cause di un possibile sviluppo del cancro. -
Modena, 27 ottobre 2015 -
"Non avremo più carni rosse trattate e insaccati sulle nostre tavole? Non credo proprio. Come sempre, quando si parla di alimentazione, la cosa più importante è guardare alla qualità dei prodotti e scegliere in modo corretto utilizzando tutte le informazioni disponibili anche grazie alle nuove etichette". William Toni, presidente Lapam Confartigianato Alimentazione e presidente nazionale dello stesso comparto, e Maria Luisa Falchi, vice presidente provinciale e nazionale di Cna Alimentare, intervengono sulla ricerca statunitense che mette in guardia dal consumo di questo genere di carni, ritenute tra le cause di un possibile sviluppo del cancro.
"Intanto bisogna dire che negli Stati Uniti il consumo e la lavorazione delle carni è molto differente rispetto a noi e che l'uso di additivi è sicuramente più massiccio. Ma la cosa più importante – ribadiscono Lapam e Cna– è scegliere bene cosa si mangia. Le nuove norme sull'etichettatura, ad esempio, forniscono ampie garanzie al consumatore ed è possibile acquistare in sicurezza insaccati, salumi e carne rossa trattata, a patto che questa carne sia lavorata in modo corretto. Nel nostro territorio vi è un importantissimo distretto delle carni e mi sento di dire che le imprese di casa nostra sono all'avanguardia anche sotto questo profilo, abbiamo prodotti IGP e DOP che hanno disciplinari di tutela della lavorazione e provenienza delle materie prime.
Del resto già molti oncologi si sono affrettati a gettare acqua sul fuoco e a spiegare che questi prodotti non sono così pericolosi come apparirebbe ascoltando i risultati di questo studio".
"E' però determinante ribadire – conclude Toni – che saper leggere l'etichetta e scegliere i prodotti qualitativamente migliori vale per tutti gli alimenti e non solo per quelli che, magari ciclicamente a seguito di ricerche o di scandali di varia natura, finiscono sotto i riflettori dell'opinione pubblica".
(Fonte: ufficio stampa Lapam Confartitigianato Modena-Reggio Emilia)
I nuovi trend in cucina spesso vedono protagonisti dei cibi curiosi e fino a poco tempo fa impensabili. E’ il caso del pane “total black” che sta spopolando anche in Italia. Un gusto particolare ed un aspetto certamente elegante per un alimento che fa anche bene
Di Chiara Marando – Sabato 24 Ottobre 2015 -
Le novità in cucina sono sempre tante, spesso alimenti fino a poco tempo prima completamente sconosciuti o impensabili diventano dei veri e propri trend, piccoli tocchi di particolarità da servire in tavola per incuriosire, oppure ingredienti capaci di dare un volto nuovo anche agli alimenti più classici.
Pensiamo ad esempio al sempre gustoso panino, magari anche un hamburger, che sostituisce il comune pane bianco con il più “fashion” pane nero. E quando si dice “nero” non si intende quello con cereali, semi vari oppure farina segale, si intende realmente un pane total black.
Una nuova moda che sta impazzando anche in Italia, dai ristoranti più rinomati ai fast food, come ben dimostra l’hamburger in edizione limitata lanciato da Burger King in occasione di Halloween. Certo a prima vista qualche dubbio nasce, l’aspetto lascia perplessi e si può pensare più a Junk Food, ma in realtà si tratta di un cibo salutare ed equilibrato: l’impasto è preparato con farina al carbone vegetale, noto per le sue proprietà digestive e depurative per l’intestino.
Quindi, non solo bello da vedere, ma anche buono e sano, perfetto per accompagnare qualsiasi piatto, in particolare per completare quegli alimenti che necessitano di un contrasto di sapori per essere esaltati. Provatelo, ad esempio, un velo di marmellata al mattino, oppure con burro e salmone, formaggio spalmabile, ed ancora con carni corpose e dal gusto deciso.
Il pane nero nasce da una profonda ricerca nel campo della panificazione, da quei laboratori e produttori che guardano con attenzione alle materie prime, alle diverse tecniche da utilizzare per un risultato migliore. Il carbone vegetale, aggiunto all’impasto, si percepisce appena sotto i denti e lascia un leggero sapore di “sabbiolina” in bocca che si perde subito durante la masticazione. Soffice e particolarmente leggero, migliora il transito intestinale, e di conseguenza tiene sotto controllo i gonfiori addominali, dimostrandosi particolarmente adatto anche per coloro che soffrono di celiachia.
Curiosi di provarlo? Molto bene, perché trovarlo ormai è molto semplice, basta andare in uno dei tanti panifici che amano proporre non solo novità, ma anche pagnotte con svariate lavorazioni ed ingredienti.
Poi, per chi ama tenere le “mani in pasta, c’è la possibilità di farlo a casa propria con un procedimento che ricalca quello utilizzato per le altre tipologie di pane:
Ingredienti
500 g di farina 00
1 cucchiaino di sale
1 cubetto di lievito di birra
6 g di carbone vegetale
5/6 cucchiai di olio extravergine d’oliva
1 pizzico di zucchero
Acqua tiepida per impastare
Procedimento:
Unire tutti gli ingredienti e cominciare ad impastare fino ad ottenere un panetto omogeneo: la farina, il carbone vegetale, l’olio, il cubetto di birra sciolto nell’acqua tiepida che verserete a poco a poco, lo zucchero ed il sale. Dovrà risultare una palla di pasta liscia e morbida.
Lasciare lievitare il composto per due ore circa, ricoprendolo con un telo. Infine, dargli la forma desiderata, inciderlo con il tradizionale taglio a croce ed infornarlo a 200 gradi.
Passate le due ore, il pane è pronto per essere infornato. Dai al composto la forma che preferisci e incidetelo ad esempio con una croce. Riscaldate il forno a 200 gradi, riponete il pane in una teglia rivestita di carta da forno e fate cuocere per mezz’ora.
Le Associazioni del circuito parmense trovano soluzioni per il pianeta insieme ad 80 ricercatori dal mondo. A Parma la due giorni di meeting, organizzati dalla Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition (BCFN), sono stati ospitati presso l'Auditorium Paganini. -
Parma, 14 ottobre 2015 -
Se "Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita" è il filo logico che attraversa tutti gli eventi organizzati sia all'interno che all'esterno di Expo, c'è chi a Parma è riuscito realmente a confrontarsi su come trovare soluzioni alle contraddizioni del nostro mondo. Per due giorni la città ha visto la genesi dello Youth Manifesto, un insieme di proposte concrete per risolvere i paradossi del sistema alimentare. Due giorni di meeting, organizzati dalla Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition (BCFN), sono stati ospitati presso l'Auditorium Paganini e hanno visto l'interazione tra 80 ricercatori da tutto il mondo, le aziende e le Associazioni del circuito Cibopertutti di Parma. Un progetto che ha identificato alcune proposte riconoscendo nei 7 ruoli chiave del sistema alimentare globale, le 7 figure professionali a cui è affidata la gestione del pianeta: policymaker, agricoltori, attivisti, educatori, industria alimentare, giornalisti e ricercatori. Ancora una volta le Associazioni locali si sono messe in gioco per il diritto al cibo con soluzioni concrete, questa volta dialogando con entità diverse per scrivere il Manifesto sul futuro dell'alimentazione nel mondo.
LE PROPOSTE
Per i policymaker: valutare l'impatto ambientale, sociale, culturale e sulla salute delle proposte e delle scelte politiche, senza limitarsi alla semplice analisi economica dei costi e benefici.
Per gli agricoltori: favorire il ritorno dei giovani all'agricoltura, l'attività che ci nutre. Lavorare con i Governi per dare a ogni persona un miglior accesso alla terra in contesti rurali e urbani, per ottenere maggiori finanziamenti e ideare migliori strategie per far crescere una nuova generazione di agricoltori.
Per gli educatori: impegnarsi a insegnare ai giovani la relazione che lega il cibo, le persone, la salute e il pianeta, rendendo obbligatoria nei programmi scolastici di tutto il mondo l'educazione alimentare e all'agricoltura.
Per i manager dell'industria alimentare: guidare le aziende creando filiere sostenibili, supportando gli agricoltori e sviluppando prodotti sani che ispirino i consumatori ad adottare stili di vita sostenibili.
Per i giornalisti: valorizzare l'informazione sui temi della fame, del cibo, dell'obesità, dell'alimentazione e dell'agricoltura basata sui fatti, anche creando un "Foodlitzer", premio internazionale per il giornalismo indipendente sulla sostenibilità agroalimentare.
Per gli attivisti: chiedere alle aziende agricole e alimentari di organizzare dei tavoli di lavoro con i nostri rappresentanti, favorendo la cooperazione tra il mondo del business e gli attivisti, ad esempio nell'ambito di agricoltura sostenibile, della riduzione degli sprechi alimentari e della formulazione di prodotti più sani.
Per i ricercatori: fornire dati aperti e imparziali, per connettere tra loro discipline diverse e far sì che concetti complessi su cibo, agricoltura e nutrizione diventino comprensibili, accessibili e utilizzabili.
IL CONTRIBUTO DELLE ASSOCIAZIONI
Un grande contributo alla realizzazione dello Youth Manifesto è stato dato dalle Associazioni del circuito Cibopertutti, rete della società civile che conta 30 organizzazioni del volontariato e della cooperazione sociale sul territorio parmense. Guidate dal loro "capogruppo" Cibopertutti, tutte le Associazioni partecipanti sono anche sostenitrici del progetto Kuminda, primo festival in Italia dedicato al diritto al cibo e alla sovranità alimentare sostenuto dalla Regione Emilia Romagna, dalla Provincia di Parma, supportato nella sua organizzazione da Fondazione CariParma, dall'Università di Parma ma in particolar modo dal Centro Servizi per il Volontariato di Parma, Forum Solidarietà.
La ricchezza della differenza e del confronto hanno guidato la due giorni di meeting al Paganini, tra giovani e mentors: "Abbiamo da sempre strutturato il nostro pensiero ed il nostro lavoro sul dialogo tra locale e globale – sottolinea Veronica Federico dell'Associazione MANI –. Per questo vale la pena fare uno sforzo affinché i linguaggi del mondo del "for profit" e del "no profit" interagiscano".
Parla della sua associazione Carlotta Pioli, responsabile progetti per Parma per gli Altri, l'Organizzazione presente nel territorio parmense da oltre 25 anni: "Operiamo in Africa, soprattutto in Etiopia e in Eritrea. Come un ponte, da Parma ci colleghiamo al mondo esattamente come i dialoghi creati grazie al BCFN, sono partiti dalla piccola realtà di Parma per portare i valori e gli interrogativi della nostra generazione ad un livello più elevato".
Non casuale è stata pertanto la scelta di Parma come location per "un evento internazionale che ha fatto confluire in città giovani donne e giovani uomini di provenienze geografiche, culturali e religiose diverse – come osserva Anna Paini, Docente di Antropologia dell'Università di Verona che collabora con l'Associazione Cibopertutti –. Un networking di saperi, expertise e generazioni che guardano al futuro". Un futuro oggi nelle mani dei giovani, che è importante sappiano "osare nelle proprie idee con passione e gentilezza", come ha ricordato la Docente riportando le parole pronunciate da Paolo Barilla durante la presentazione del Manifesto ad Expo.
E se è dal confronto che scaturiscono le idee migliori, "mai come ora è fondamentale costruire spazi di dibattito e di formazione – suggerisce Francesca Bigliardi di Forum Solidarietà – per compiere azioni comuni su temi che non possono essere delegati né solo ai tecnici né solo ai volontari. Temi come quello, appunto, del cibo che sarà presto al centro del seminario "Nutrire il Pianeta. Cosa manca e cosa ci attende. Cosa inserire in agenda e come attivarsi", che si svolgerà nell'ambito del Festival Kuminda, sabato 24 ottobre". L'auspicio di tutti è che l'evento del BCFN possa diventare un appuntamento fisso a Parma, sostenuto in particolare da chi, come Michele Maccari, giovane collaboratore di ICEA, ha seguito le edizioni precedenti svoltesi a Milano: "Il festival Kuminda da dieci anni propone sul nostro territorio tematiche in linea con gli obiettivi del BCFN. In primis l'agricoltura sostenibile, biologica e famigliare che hanno un ruolo fondamentale nello sfamare il Mondo, così come il recupero delle sementi locali, la tutela del suolo e della biodiversità in genere".
Sostenibilità, dunque, ma anche educazione: "Il nostro gruppo di lavoro – racconta Carlotta Valesi parte del CUCI, Centro Universitario per la Cooperazione Internazionale dell'Università di Parma – è stato arricchito dalla presenza di giovani provenienti da USA, Italia, Taiwan, India, Indonesia, Francia e Nepal con l'obiettivo di elaborare buone pratiche che gli "Educators" possono implementare nei vari Paesi del mondo e nei diversi settori educativi". Al meeting globale non è mancata poi la partecipazione dei media, ai quali si è unita in altre vesti Rosanna Pippa rappresentante dell'Associazione "madre" Cibopertutti: "Il mezzo comunicativo è essenziale nel mondo odierno. Si è parlato quindi di accessibilità di tutti all'informazione, un'informazione libera da pressioni delle lobby del cibo, di etica del lavoro e di responsabilità educativa del giornalismo". Tanto si è detto e tanto resta da dire. "Questa grande opportunità – dice Anna Vittoria Sarli di MANI – è solo il primo passo verso una vera apertura del privato al pubblico che può e deve continuare". Come rappresentante della Food Industry, Marco Ubaldi di Cibopertutti si è calato infine in un ruolo del tutto nuovo per "contrastare il divario tra sostenibilità ed insostenibilità, aspetti sui quali non sembra tuttavia esservi ancora completo accordo tra le classi dirigenziali attuali. Perché dunque le nostre idee, non sempre rivoluzionarie, non sono ancora applicate da tutti gli attori del settore agroalimentare?".
Il risultato dell'evento BCFN, la creazione dello Youth Manifesto, è consultabile –insieme ad altri approfondimenti - al sito bcfn.youthmanifesto.org della Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition.
Mercati agricoli, segnali di nervosismo. In aumento la domanda di latte in Oceania. Discarica abusiva con rifiuti tossici scoperta a La Spezia sulla collina Pitelli. Le bollicine possono dare alla testa. Blue Tongue condiziona l'export di carne francese. Inizia la raccolta delle olive... In Agristore per le attrezzature. MPS, bocche troppo cucite.
(in allegato il formato pdf scaricabile)
Anno 14 - n° 41 11 ottobre 2015
1.1 editoriale MPS, parte il processo ma bocche cucite
3.1 cereali Mercati agricoli. Segnali di nervosismo in attesa dei dati USDA.
4.1 Lattiero caseario Aumenta la domanda di latte in Oceania.
5.1 ambiente Fusti tossici sulla collina Pitelli di La Spezia
5.2 vino Le bollicine possono dare alla testa...
6.1 olivicoltura Inizia la raccolta delle olive... le offerte Agristore
6.2 educazione alimentare Musei del Cibo ancora più interattivi
per la Giornata dell'Alimentazione 2015
7.1 prezzi agricoli Ismea, la blue tongue condiziona gli approvvigionamenti di bovini dalla Francia.
8.1 promozioni "vino" e partners
Domenica 18 ottobre, tutte le attività gratuite del circuito museale della provincia di Parma. Un evento globale che vede protagonista, nel Paese più buono del mondo, un circuito d'eccezione con sette Musei del Cibo e un denso calendario di attività per tutta la famiglia.
Si tratta della "Giornata mondiale dell'alimentazione 2015", che verrà celebrata domenica 18 ottobre in tutta la provincia di Parma per ricordare la nascita della FAO nel 1945. Per tutto il giorno, tra le 10,00 e le 18,00, i Musei dedicati ai prodotti enogastronomici principi del territorio saranno aperti al pubblico con ingresso libero e numerose attività interattive gratuite: laboratori, tour multimediali e "speciali" visite guidate e animate.
A condurre i percorsi saranno esperti e studiosi chiamati a raccontare le storie e i segreti dei prodotti che rendono famosa la Food Valley nel mondo e animatori con consolidata esperienza. Numerosi incontri vedranno al centro in particolare i più piccoli, che saranno padroni del museo per un pomeriggio grazie all'iniziativa "Un Museo tutto per noi", proposta dall'Associazione Googol negli spazi espositivi di Felino (Museo del Salame) e di Soragna (Museo del Vino).
Anche ai musei di Collecchio (Museo del Pomodoro e della Pasta) i bambini potranno divertirsi "Con le mani in pasta..." per fare esplorazioni senso-percettive e giochi di memorizzazione proposti da Esperta, mentre al Museo del Vino di Sala Baganza sarà caccia al tesoro con "Al Museo con Babette". Infine al Museo del Prosciutto di Langhirano si avrà la prima tappa del progetto "Crescere in armonia, educare al benessere 2015-2016" del Comune di Parma, con l'appuntamento "Al Museo c'è più Gusto!": bambini e ragazzi, accompagnati dai propri genitori, potranno partecipare ad una visita guidata, espressamente pensata per loro, e ad un laboratorio interattivo per scoprire come funziona il senso del Gusto.
"In sintonia con gli obiettivi della manifestazione internazionale – spiega Maurizio Ceci, presidente dei Musei del Cibo della provincia di Parma – questa giornata ai Musei farà riflettere sul valore, simbolico oltre che culturale, del cibo. In primis dunque mettiamo il non spreco e il rispetto dell'alimentazione, temi che quest'anno sono al centro di Expo a Milano. Ma sottolineiamo anche il forte contenuto di identità culturale che si lega al cibo di ogni Paese".
Ecco il programma nel dettaglio:
* MUSEO DEL PARMIGIANO REGGIANO – SORAGNA
Aperto dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18 - Ingresso libero
Ore 16,00 - "Un Museo tutto per noi"
I bambini padroni del Museo per un pomeriggio. Percorso guidato e interattivo, attraverso tante tappe dislocate all'interno dell'allestimento del Museo. Racconti, giochi ed esperimenti per scoprire insieme, bambini e genitori, che cosa è un museo e a cosa serve, le storie che raccontano gli oggetti, quanta esperienza e scienza si nascondono negli alimenti che portiamo in tavola. Una mappa verrà lasciata ad ogni bambino per non perdersi e per... ritornare! Consigliato dai 6 ai 12 anni. In collaborazione con Googol.
Ore 17,00 - Visita guidata gratuita al Museo del Parmigiano Reggiano
A seguire - Nel contiguo Museo della Civiltà contadina di Mauro Parizzi, visita guidata alle tecniche di produzione e trasformazione dei prodotti alimentari. Mostra: "Dalle api al miele" sulla apicoltura antica.
* MUSEI DELLA PASTA E DEL POMODORO – CORTE DI GIAROLA – COLLECCHIO
Aperto dalle 10 alle 18 - Ingresso libero
Menu speciale (a pagamento) al Ristorante della Corte
Ore 15,00 - "Con le mani in pasta..."
Visita animata al Museo della Pasta per famiglie con bambini.
Guidati da un racconto, i bambini saranno coinvolti in una visita animata con attività interattive, esplorazioni senso-percettive, giochi di memorizzazione e creatività alla scoperta della storia della pasta. Consigliato dai 6 ai 12 anni. In collaborazione con Esperta.
Ore 16,00 - "Scatole d'amore in conserva: pasta, pomodoro e Futurismo"
Visita guidata al Museo del Pomodoro, con Giancarlo Gonizzi Coordinatore dei Musei del Cibo.
Durante la visita intervento di Carlo Grandi sulla curiosa storia dell'apriscatole.
Ore 17,00 - Visita guidata gratuita al Museo della Pasta
* MUSEO DEL VINO – ROCCA DI SALA BAGANZA
Aperto dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18 - Ingresso libero
Ore 16,00 - "Al Museo con Babette"
Visita animata al Museo del Vino per famiglie con bambini.
Guidati da Babette, figlia del Re di Francia, di casa alla Corte ducale di Parma, i bambini saranno coinvolti in una visita animata con caccia al tesoro finale negli affascinanti ambienti del Museo alla scoperta dell'uva e delle stagioni della vigna.Consigliato dai 6 ai 12 anni. In collaborazione con Pro Loco Sala Baganza.
Ore 17,00 - Visita guidata gratuita al Museo del Vino
* MUSEO DEL SALAME – CASTELLO DI FELINO
Aperto dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18 - Ingresso libero
Menu speciale (a pagamento) al Ristorante del Castello
Ore 16,00 - "Un Museo tutto per noi"
I bambini padroni del Museo per un pomeriggio. Percorso guidato e interattivo, attraverso tante tappe dislocate all'interno dell'allestimento del Museo. Racconti, giochi ed esperimenti per scoprire insieme, bambini e genitori, che cosa è un museo e a cosa serve, le storie che raccontano gli oggetti, quanta esperienza e scienza si nascondono negli alimenti che portiamo in tavola. Una mappa verrà lasciata ad ogni bambino per non perdersi e per... ritornare! Consigliato dai 6 ai 12 anni. In collaborazione con Googol.
Ore 17,00 - Visita guidata gratuita al Museo del Salame
* MUSEO DEL PROSCIUTTO – LANGHIRANO
Aperto dalle 10 alle 18 - Ingresso libero
Possibilità di degustazioni (a pagamento) alla Prosciutteria del Museo
Ore 15,30 - "Al Museo c'è più gusto!"
Visita guidata al Museo fra maiali e curiosità e laboratorio interattivo per bambini, ragazzi e famiglie alla scoperta del senso del gusto. Consigliato dai 6 ai 12 anni. In collaborazione con Comune di Parma nell'ambito del progetto "Crescere in armonia, educare al benessere 2015-2016". Prenotazione obbligatoria presso Parma Point tel. 0521 931800 (tutti i giorni, 9,30-19,30).
Ore 17,00 - Visita guidata gratuita al Museo del Prosciutto
* MUSEO D'ARTE OLEARIA – SAN SECONDO PARMENSE
Aperto dalle 15 alle 18 - Ingresso libero
Ore 17,00 - Visita guidata gratuita al Museo d'Arte Olearia Orsi-Coppini
(Comunicato Stampa Musei del Cibo)
La prossima edizione si terrà a Parma il 9 e 10 maggio 2016 durante Cibus. Il presidente Bonaccini firma la Carta di Milano: "Vogliamo mettere a disposizione del Paese e dell'Europa l'esperienza dell'Emilia-Romagna". -
Parma, 24 settembre 2015 –
Il World Food Research Innovation Forum non terminerà con Expo, ma la prossima edizione si terrà a Parma il 9 e 10 maggio 2016, a Cibus. Lo ha annunciato ieri il presidente della Regione Stefano Bonaccini, alla presenza del ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina, durante le conclusioni del convegno internazionale sulla sicurezza e la sostenibilità alimentare, che ha portato all'auditorium del Padiglione Italia esperti internazionali, ricercatori, industria e policy maker.
"Vogliamo mettere con umiltà, ma anche consapevoli delle nostre eccellenze, a disposizione del Paese e dell'Europa, l'esperienza dell'Emilia-Romagna con il suo modello unico di sviluppo, per attrarre competenze da tutto il mondo e provare a costruire risposte e delineare una grande strategia globale per affrontare la sfida del pianeta entro il 2030". "Abbiamo il dovere di andare oltre ad Expo e raccogliere le eredità del Forum. – ha sottolineato il ministro Martina – L'Emilia-Romagna è stata a tutti gli effetti protagonista all'esposizione universale, e non poteva che essere così, vista l'esperienza enorme del suo modello agricolo che intreccia tradizione, innovazione e tecnologia. Expo sta contribuendo a rendere sempre più cruciale questo intreccio".
In mattinata, ieri, il presidente Bonaccini ha siglato la Carta di Milano, alla presenza di Diana Bracco, presidente di Expo e commissario generale di Padiglione Italia. Nella sua dedica il presidente ha espresso apprezzamento per l'esposizione universale di Milano: "Un momento straordinario per il nostro Paese di presentarsi al mondo capace di stupire". "L'Emilia-Romagna ha dimostrato un grande protagonismo - ha detto la presidente Bracco - il Forum mondiale lascerà un grande segno. Quanto emerge è ciò di cui sono convinta, abbiamo nelle nostre mani e nelle nostre menti il modo per sconfiggere la fame. Ora è la politica che deve fare la sua parte e garantire al pianeta un futuro di pace".
(Fonte: ufficio stampa Regione ER)
Promosso dalla Regione-Emilia Romagna proseguirà con un evento biennale il confronto e la ricerca sui temi globali della sicurezza alimentare e della nutrizione sanciti dalla Carta di Milano. La due giorni aperta dal presidente Bonaccini. -
Parma, 23 settembre 2015 -
E' partita ieri a Expo 2015 la prima giornata del World Food Research and Innovation Forum i cui lavori sono stati aperti dal presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. Per due giorni a confronto una trentina di studiosi ed esperti internazionali provenienti da diversi paesi (Italia, Germania, Paesi Bassi, Austria, Canada, Stati Uniti, Nigeria, Caraibi) per proseguire il percorso con cui la Regione Emilia-Romagna si prende carico dell'eredità scientifica dell'Expo sulle sfide mondiali del futuro dell'alimentazione. Una prosecuzione ideale e concreta dell'Esposizione Universale milanese e dei principi sanciti dalla Carta di Milano, un'iniziativa di lunga durata in grado di promuovere il dialogo e la condivisione di ricerche, risultati e saperi sulla sicurezza alimentare e la nutrizione, intesa in termini di safety e security, per favorire l'attuazione di politiche integrate per lo sviluppo e la cooperazione globali e regionali.
Il World Food Innovation and Research Forum riunisce un'ampia gamma di istituzioni, rappresentanti del mondo della ricerca, dell'industria e della società civile con l'intento specifico di collaborare al raggiungimento degli obiettivi comuni di sicurezza alimentare e nutrizionale sostenibile per nutrire il pianeta e al contempo preservare e ripristinare la biodiversità, prestando particolare attenzione al connubio cibo, acqua, energia. L'obiettivo è ritrovarsi per un forum biennale, inframmezzato da un evento strategico negli anni dispari e tutto sarà condiviso attraverso una piattaforma web.
«Qualcuno – afferma Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna - si sarà chiesto perché proprio la nostra regione. In questi anni l'Unione Europea ha finanziato ben 88 progetti per un totale di 26 milioni di euro in ambito agricoltura, pesca, prodotti alimentari e biotecnologie che da soli rappresentano il 17% del totale nazionale. Un contributo fondamentale all'innovazione in questi ambiti è fornito dalla nostra piattaforma agroalimentare della Rete Alta Tecnologia, un insieme di centri di ricerca pubblici e accademici coordinati da Aster, il consorzio della Regione Emilia Romagna per l'innovazione e la ricerca industriale. La piattaforma offre un supporto qualificato per lo sviluppo di nuovi prodotti e processi, la caratterizzazione e la selezione delle materie prime, la progettazione e la validazione di macchine e impianti per la produzione e il confezionamento degli alimenti».
Rendere più sicuri i cibi su larga scala e allungarne la vita allo scaffale, creare varietà colturali più resistenti alle malattie, controllare in tempo e in maniera meno invasiva possibile la qualità degli alimenti, riutilizzare gli scarti dell'industria agroalimentare, puntare a un'agricoltura di precisione e più sostenibile riducendo l'utilizzo delle risorse idriche e dei fertilizzanti. Sono solo alcuni dei progetti concreti e innovativi che riguardano i temi della sicurezza alimentare e ai quali ha partecipato attivamente la Regione Emilia-Romagna.
(Fonte: ufficio stampa ER)
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