Parma, 25 settembre 2017. Il comandante provinciale della Guardia di Finanza, colonnello Salvatore Russo, ha incontrato nel pomeriggio il sindaco Federico Pizzarotti, per il suo saluto ufficiale di congedo dalla città dal momento che è stato nominato comandante provinciale della Guardia di Finanza a Brescia.
Giunto a Parma nell'aprile del 2015 ha portato a termine importanti operazioni.
Al suo posto, a Parma, arriverà, da Venezia, il colonnello Gianluca De Benedictis. Il sindaco, Federico Pizzarotti, ha donato al colonnello Salvatore Russo il Sigillo della Città di Parma.
Venticinque, tra professori e ricercatori universitari, del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell'Università di Bologna sono stati segnalati dalla Guardia di Finanza alla Procura regionale della Corte dei conti.
Bologna 22 settembre 2017 - A tredici professori e 12 ricercatori universitari è stato contestato di svolgere attività lavorativa incompatibile con l'impiego accademico.
Le indagini, come riferisce l'ANSA, hanno riguardato i dipendenti che avevano optato per il regime di impiego a tempo pieno e quindi avevano deciso di porsi in un rapporto di esclusività con l'Ateneo.
Ventuno erano titolari di partita iva mentre altri ricoprivano cariche in società commerciali. Il danno erariale stimato è di 3,9 milioni di euro che al'incirca dovrebbe corrispondere alla differenza tra le somme percepite e quelle che sarebbero spettate se avessero optato per il regime di tempo definito.
Operazione "Parola d'ordine": la Guardia di Finanza di Parma ha sgominato un gruppo criminale transnazionale specializzato nell'occultamento all'estero di ingenti patrimoni personali di evasori fiscali al fine di evitarne l'aggressione da parte dell'Autorità Giudiziaria.
Parma, 18 settembre 2017
La Guardia di Finanza di Parma, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, al termine di una complessa attività di indagine durata oltre due anni, ha smantellato un gruppo criminale composto da 26 persone indagate e specializzato nell'occultare i patrimoni immobiliari e mobiliari di soggetti che, seppur solvibili, avevano deciso di non pagare le imposte verso l'Erario a loro carico o i prestiti contratti. Le ingenti disponibilità economiche - per un valore di circa 7 milioni di euro - sono state, invece, sequestrate dai Finanzieri che hanno anche arrestato 8 persone per associazione a delinquere e notificato altresì ad ulteriori 2 soggetti - un notaio e un imprenditore - l'interdizione allo svolgimento di attività professionali e di impresa.
L'operazione, scattata sabato scorso per il pericolo di fuga degli indagati e che ha visto impegnati centinaia di Finanzieri che hanno eseguito oltre agli arresti anche sequestri patrimoniali e perquisizioni, oltre che a Parma, anche ad Arezzo, Pordenone, Trieste, Savona, Padova, Verona, Milano, Pistoia, Ravenna, Reggio Emilia, Salerno, Chieti e, in particolare, a Ferrara.
Attraverso complesse attività investigative, espletate anche mediante l'ausilio di intercettazioni telefoniche, è stata accertata l'esistenza di un esteso contesto di illiceità che utilizzava un'Associazione Antiusura con sede a Parma e a cui facevano riferimento numerose persone fisiche e giuridiche debitrici seppur con disponibilità patrimoniali.
L'Associazione infatti offriva, tra gli altri, "servizi" finalizzati ad impedire od ostacolare le procedure esecutive - avviate da Enti pubblici per debiti verso l'Erario (Tribunale, ex Equitalia o altri Enti di riscossione) o da soggetti privati - nei confronti dei patrimoni personali o aziendali dei debitori. Questi ultimi attraverso il consorzio criminale, stipulavano numerosi negozi giuridici simulati e/o fraudolenti - fra cui numerosi trust con trustee fittiziamente residente in Slovenia e società ad hoc con sede sempre in Slovenia, oltre che in Senegal e Croazia – tutti riconducibili al consorzio criminale, al fine di rendere gli asset patrimoniali non più aggredibili o sequestrabili in Italia dall'Autorità Giudiziaria.
Il sistema di frode, unico nel suo genere, era utile per ulteriori finalità: esso mirava, altresì, ad approfittare della debolezza psicologica di taluni imprenditori in difficoltà economiche, al fine di incassare, da quest'ultimi, non solo laute parcelle per l'avvio della "procedura criminale" offerta dall'Associazione ma anche le risorse economiche ancora a loro disposizione, illudendoli di una restituzione nel tempo, anche sotto forma di "vitalizio". Tale restituzione, però, non avveniva mai o solo in parte in quanto, successivamente, i personaggi indagati si rendevano irreperibili: è il caso di una imprenditrice che, nelle dichiarazioni rese ai Finanzieri, ha dichiarato di essere stata persuasa a versare la considerevole somma di 300.000 euro su conti intestati ad una società senegalese (legalmente rappresentata dai principali indagati) con la prospettazione, rivelatasi invera, di restituirgliela sotto forma di vitalizio mensile non tracciabile. Ma, parallelamente, vi sono i casi di vari imprenditori che, avendo deciso di non pagare Iva ed altre imposte sui redditi, hanno cautelato i propri patrimoni con gli arrestati e adesso sono tutti indagati per sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte. È il caso, ad esempio, di un'azienda di pavimenti in legno che non aveva versato l'iva per 60 mila euro, pur avendo un patrimonio aziendale di 240.000,00 euro.
L'Associazione - "teoricamente" mutualistica - che ha erogato le specifiche prestazioni a favore di numerosi soggetti era utilizzata, quindi, come "schermo lecito" per procedere a varie attività illecite del gruppo criminale. Tali attività erano rivolte, soprattutto, a favorire soggetti con ingenti disponibilità patrimoniali e finanziarie che avevano comunque deciso di non pagare le imposte a loro carico o non restituire taluni prestiti contratti: al fine di evitare che i patrimoni venissero aggrediti dai provvedimenti esecutivi promossi dai creditori (sequestri per equivalente dell'imposta evasa, pignoramenti ecc.) venivano predisposti negozi giuridici ad hoc che "occultavano" tali patrimoni all'estero o in capo a soggetti terzi. In questo modo i debitori venivano "fittiziamente" spossessati dei loro patrimoni e, pertanto, non più aggredibili dai creditori stessi.
Le attività economiche, tuttavia, continuavano senza soluzione di continuità agli occhi dei clienti: una volta creata sulla carta la società estera, infatti, veniva contestualmente aperta una unità locale in Italia che, ovviamente, coincideva con la sede della società o azienda originaria.
Tali operazioni avvenivano grazie alle competenze professionali di un notaio, ben conscio delle sue particolari e anomale prestazioni professionali asservite all'associazione criminale.
Strumentali al perseguimento del programma associativo erano le sistematiche denunce per usura ed estorsione finalizzate unicamente a usufruire della sospensione di ogni procedura esecutiva offerta dall'articolo 20 della L. 44/99 (fondo di solidarietà vittime dell'usura) così da guadagnare il tempo necessario a rendere inaggredibili i patrimoni aziendali trasferendoli a società estere.
Per questo motivo, le denunce/querele venivano riproposte senza sosta per anni e davanti disparate Procure nazionali nonostante finissero sistematicamente in archiviazione per infondatezza della notitia criminis; da qui la calunniosità delle accuse: le denunce, infatti, venivano riproposte identiche pur nella perfetta consapevolezza (dovuta dalla pluriennale notifica di richieste e decreti di archiviazione) dell'innocenza dei soggetti accusati di usura ed estorsione.
Nel corso dell'indagine la Guardia di Finanza di Parma ha individuato ben 49 trust nonché riscontrati 71 cessioni di quote societarie, 12 affitti immobiliari, e 3 cessioni di rami di azienda, a fronte di debiti tributari non pagati per milioni di euro.
Nel corso dell'indagine sono confluite, altresì, le attività di polizia tributaria e giudiziaria condotte dalla Compagnia di Ferrara nei confronti di un soggetto economico fruitore di tali "servizi".
E' stato accertato, inoltre, che le spese relative alle pratiche aperte dall'Associazione e le relative perizie offerte dalla stessa venivano remunerate attraverso pagamenti diretti non all'ente no profit bensì a favore delle citate società estere intestate ai soggetti indagati e che venivano utilizzate, pertanto, come collettori dei flussi finanziari illeciti.
Sono 26, complessivamente, gli indagati dalla Guardia di Finanza per la vasta gamma di reati accertati che spaziano dalla sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte, alla mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice, fino alla calunnia.
In ragione di ciò, il GIP di Parma – dott. Mattia Fiorentini - ha disposto l'emissione di n. 8 ordinanze di custodia cautelare di cui 4 in carcere e n. 4 ai domiciliari, nonché l'interdizione dall'esercizio di attività professionali e di impresa per un notaio e per una imprenditrice, il sequestro della sede dell'Associazione Antiusura, 7 società, 3 conti correnti nonché partecipazioni societarie di 41 persone giuridiche, 16 immobili, 2 siti internet e disponibilità liquide per quasi 7 milioni di euro.
L'operazione "Parola d'ordine" (dalla traduzione francese del nome delle tre società senegalese, slovena e croata "MOTDEPASSE" che fungevano da "bacinella" di raccolta dei contanti incassati dagli indagati) condotta dalla Guardia di Finanza riscontra il prioritario impegno del Corpo a contrastare le frodi economico-finanziarie più gravi che, in questo caso, sono state perpetrate tramite l'illecito trasferimento di capitali all'estero, la residenza fittizia all'estero di persone fisiche e giuridiche, la costituzione in Italia di stabili organizzazioni occulte di imprese estere nonché l'utilizzo strumentale e illecito di trust.
Nei giorni scorsi, nell'ambito dei dispositivi di vigilanza finalizzati al controllo economico del territorio, i finanzieri del comando provinciale di piacenza hanno tratto in arresto ad alseno (pc) R. B., 55enne piacentino, per produzione e possesso di sostanze stupefacenti.
L'uomo, seguito da tempo dai militari della sezione mobile del nucleo di polizia tributaria, aveva trasformato il giardino e i locali della propria abitazione in una serra per la coltivazione di marijuana.
Alcune stanze e la cantina dell'immobile venivano utilizzati per l'essicazione delle piante attraverso la creazione di pareti in cartongesso, rivestite con materiale isolante del tipo polistirolo (in fogli), nel cui interno era allestito un idoneo sistema illuminante e riscaldante, con tubi di aereazione collegati all'esterno e relativo termoigrometro per la misurazione della temperatura ed umidità dell'aria.
La perquisizione domiciliare ha consentito di rinvenire e sequestrare 18 piante di marijuana, alte tra i 2,5 e 3,5 metri, in avanzato stato di infiorescenza, piantumate sia nel terreno che in vasi, nonche' 21 arbusti privi delle foglie in fase di essicazione.
Le piante avrebbero consentito una produzione di un cospicuo quantitativo di sostanza stupefacente che, immessa sul mercato, avrebbe fruttato circa 35.000 euro.
Al termine delle operazioni R.B. e' stato posto agli arresti domiciliari su disposizione della locale autorita' giudiziaria per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.
Processato per direttissima, l'uomo ha patteggiato una pena di 10 mesi e 20 giorni.
Disponibili i dati generati in seguito all'indagine a tappeto di ACER in collaborazione con la Guardia di Finanza di Parma su coloro che dichiaravano meno per pagare canoni d'affitto inferiori al dovuto. Ad oggi più di 300 mila euro di canoni arretrati sono stati recuperati, mentre sono 54 le posizioni ancora sotto indagine.
L'indagine sui furbetti dell'ISEE di Parma e provincia continua il suo corso. I controlli sulle dichiarazione dei redditi ISEE degli affittuari degli alloggi ERP di Parma e provincia infatti non sono ancora terminati: su 79 posizioni finite nel mirino dei controlli, 54 sono ancora sotto indagine.
Il totale dei nuclei familiari messi sotto la lente d'ingrandimento sono 4.874, per un totale di 7799 persone controllate (verifica annualità reddituali - patrimoniali).
1122 dei nuclei familiari controllati hanno evidenziato una omissione sui redditi e/o sui dati patrimoniali.
L'operazione ha smascherato le false dichiarazioni ISEE per un totale di patrimonio mobiliare non dichiarato equivalente a 8.412.265,62 euro. Relativamente alle 25 posizioni già controllate è stato emesso un provvedimento di decadenza dal contratto di locazione stipulato con l'Azienda Casa Emilia-Romagna di Parma (perdita del diritto all'alloggio ERP).
I controlli a tappeto realizzati da ACER Parma in stretta collaborazione con la Guardia di Finanza di Parma, dal 2012 ad oggi hanno generato un recupero di 327.174,99 euro per canoni arretrati (ammontare già rateizzato e messo in bolletta). Le risorse che saranno recuperate entro il 2019 andranno a favore dei comuni interessati per la manutenzione degli alloggi ACER.
"Siamo soddisfatti dei risultati ottenuti con questa indagine: si è trattato di una vera e propria operazione di equità sociale. Chi può permettersi con il proprio patrimonio di acquistare una casa non può restare a carico della collettività, ma deve lasciare spazio a chi ne ha realmente bisogno. La casa è un diritto, non un privilegio, e omettere informazioni sul patrimonio mobiliare e non pagare un canone corretto equivale a sottrarre risorse fondamentali alla manutenzione degli immobili, approfittandosi della solidarietà della comunità." - ha dichiarato Bruno Mambriani, Presidente di Acer Parma. "Di fondamentale importanza è stata la collaborazione con la Guardia di Finanza di Parma, sinergia che va implementata e rafforzata negli anni futuri. Ringrazio i finanzieri della Guardia di Finanza di Parma coordinati dal Colonnello Russo per la collaborazione e l'egregio lavoro svolto".
Tra le attività istituzionali della Guardia di Finanza rientra la tutela della spesa pubblica che si esplica, tra l'altro, anche mediante i controlli alle cosiddette "Prestazioni Sociali Agevolate", ovvero quelle prestazioni concesse da Enti pubblici a persone con specifici profili reddituali al fine di permettere l'accesso agevolato o gratuito, ad esempio, agli asili nido, alle mense scolastiche, alle borse di studio o all'edilizia residenziale pubblica.
Parma 3 agosto 2017 - Rientrano in questo contesto anche le richieste finalizzate ad ottenere il patrocinio a spese dello Stato e le esenzioni dal pagamento del ticket per i farmaci e le prestazioni specialistiche sanitarie.
Nei giorni scorsi la GdF di Parma ha quindi svolto una serie di controlli a tappeto in materia, mediante attività di intelligence e con l'ausilio delle banche dati in uso alla Guardia Di Finanza, per scovare coloro che hanno volontariamente omesso di inserire nelle certificazioni dell'ISEE alcuni dati reddituali. I controlli irregolari in città e provincia sono stati in totale 23, svolti nei confronti di soggetti sia italiani che stranieri.
A fronte di questi controlli sono stati denunciati complessivamente sette soggetti, tre di questi, uno di Traversetolo, due di Torrile, per aver omesso di indicare parte dei redditi percepiti nell'ISEE presentata per richiedere il patrocinio a spese dello Stato, ovvero quell'istituto che garantisce il patrocinio di un avvocato alle persone che, a causa del reddito basso, non sono in grado di sostenere il costo per munirsene autonomamente.
Tra i soggetti denunciati è significativo il caso di un indagato per il reato di truffa che ha fatto istanza, nel 2015, per essere assistito da un legale a carico dello Stato, dichiarando dei redditi pari a 2.800 euro, quindi inferiori alla soglia, indicata dall'art 76 D.P.R.. 115/2002, di 11.500 euro circa, per ottenere il beneficio.
In realtà, gli accertamenti esperiti dalla Guardia di Finanza hanno consentito di accertare in capo al soggetto redditi ben oltre la soglia prevista che quindi non gli permettevano di ottenere il patrocinio a spese dello stato.
Altri controlli hanno invece riguardato il controllo delle '"autocertificazioni per la determinazione del canone sociale da applicare all'edilizia residenziale pubblica".
Si rammenta che con il termine "edilizia popolare" o "edilizia residenziale pubblica" (ERP) si intende un'iniziativa pubblica che tende a tutelare le esigenze abitative del ceto meno abbiente. All'interno dell'edilizia popolare è possibile individuare tre distinte tipologie: l'edilizia sovvenzionata, agevolata e convenzionata.
L'edilizia sovvenzionata (anche Edilizia Residenziale Pubblica – ERP) si realizza attraverso l'ausilio dei comuni o di aziende pubbliche per la casa e consente la locazione di case a canone contenuto per i ceti più poveri.
L'edilizia agevolata è realizzata invece da privati (promotori immobiliari o cooperative edilizie) con il concorso di finanziamenti pubblici (mutui a tasso minimo/agevolati o, anche, indicizzati) ed è destinata a fornire alloggi in locazione o in proprietà a categorie sociali a reddito medio/basso.
L'edilizia convenzionata nasce da un complesso di norme ed è realizzata direttamente dai privati con copertura dei costi a carico degli stessi. Essa è sorretta da apposita convenzione tra soggetto beneficiario dell'area ed il Comune relativamente alle modalità di utilizzazione della medesima e prevede la concessione ai privati delle aree a costo contenuto e agevolazioni sugli oneri di concessione.
A Parma e a Fornovo di Taro, nel settore, sono stati multati con sanzioni amministrative di € 50.929,73 e successivamente denunciati all'Autorità Giudiziaria due soggetti per il reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, per aver indicato redditi inferiori nell'ISEE.
Uno dei due, al fine di ottenere un canone agevolato per l'edilizia residenziale pubblica, ha presentato un'autocertificazione D.S.U./2014 per il calcolo dell'I.S.E.E. contenente dati non veritieri, omettendo di indicare una parte del suo patrimonio mobiliare, cioè 4 Buoni Postali dell'importo complessivo di 195.000,00 euro.
Per tali attività la G. di F. si avvale anche della collaborazione dell'ACER di Parma.
Altri controlli hanno invece riguardato la verifica dell'ISEE presentato all'Università per la determinazione dell'importo delle rate universitarie. A tal proposito è stato denunciato un soggetto di Fidenza perché, indicando redditi inferiori nell'ISEE, ha usufruito di una indebita esenzione consistente nel mancato pagamento della maggiorazione sulla II^ rata delle tasse universitarie, previsto dal Manifesto degli Studi per l'anno accademico 2012/2013 dell'Università degli studi di Parma per un ammontare complessivo pari ad € 206,58. Oltre alla denuncia, il "furbetto" in questione ha dovuto pagare una multa pari a circa 620 euro.
Un'altra persona di origine albanese ma residente a Traversetolo è invece stata deferita per aver presentato l'ISEE con redditi inferiori, al fine di ottenere l'esenzione delle rette dell'asilo nido. Come noto, infatti, i Comuni, con proprie delibere, disciplinano l'applicazione delle tariffe dei servizi scolastici ed extra/scolastici. Per usufruire delle agevolazioni il richiedente deve consegnare, all'atto dell'iscrizione ai servizi, la dichiarazione ISEE. I valori cui far riferimento per l'assegnazione del beneficio sono definiti in apposite tabelle redatte dall'Ufficio Scuola del Comune di competenza che determinano le fasce di reddito per il pagamento delle rette scolastiche.
Sono stati altrettanto incisivi i controlli sulla spesa sanitaria. Ben nove controlli irregolari, dall'inizio dell'anno sino ad oggi, nei confronti di chi ha tentato di ottenere l'esenzione del ticket sanitario indicando dati non veritieri, percependo quindi indebitamente erogazioni ai danni dello Stato. Nei loro confronti sono state irrogate sanzioni amministrative per un totale complessivo di circa 5.000,00 euro. Tra i controllati in questo settore, cinque soggetti sono di Parma, uno Torrile, uno di Noceto, uno di Felino e uno di Fornovo di Taro.
La Guardia di Finanza, visti i numeri, osserva che c'è una soglia piuttosto sostanziosa di soggetti che, pur non avendone diritto, chiedono esenzioni per le prestazioni che offre lo Stato. Questi soggetti si trovano in condizioni economiche individuali e familiari che consentono loro di poter sostenere le spese previste per il pagamento del ticket o per tutte le prestazioni sociali che, in realtà, si ricorda spettano ai cittadini che ne hanno effettivo bisogno.
Il comparto dei contributi di tipo sociale e delle esenzioni è importante sia per la tutela degli interessi finanziari degli Enti erogatori sia, soprattutto, per la difesa dell'equità sociale nella redistribuzione delle risorse pubbliche a sussidio dei nuclei familiari che versano concretamente ed effettivamente in condizioni economiche meno favorevoli.
Continueranno pertanto i controlli delle Fiamme Gialle nel settore per, da un lato, salvaguardare gli interessi finanziari degli Enti erogatori e, dall'altro, perseguire obiettivi di "equità sociale", tutelando la corretta redistribuzione delle risorse pubbliche nei confronti di chi ne abbia effettivamente diritto e bisogno e reprimendo le condotte di indebita richiesta e/o percezione di sussidi e agevolazioni.
Confisca di quote societarie e rapporti bancari intestati ad un imprenditore di Sorbolo, che dichiarava solo sporadici e modesti redditi da lavoro dipendente o da trattamento pensionistico.
Parma, 7 dicembre 2017
La Guardia di Finanza di Parma, a seguito di articolate indagini economico-finanziarie protratte per circa un anno e coordinate dalla Procura della Repubblica di Parma, ha proceduto alla confisca di quote societarie e rapporti bancari intestati ad un imprenditore di Sorbolo (PR) operante nel settore del commercio di materiale informatico, con numerosi precedenti penali per reati fiscali.
La Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Parma, accogliendo le richieste formulate dagli inquirenti, ha anche disposto la misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per due anni dell'imprenditore oltre al sequestro ed alla contestuale confisca dell'intero capitale sociale di due imprese e di un conto corrente bancario riconducibili all'imprenditore ritenuto dai giudici "socialmente pericoloso".
In primo luogo, quindi, è stata accertata la c.d. "pericolosità sociale" alla luce della reiterazione, nel tempo, di numerosi reati fiscali: questo è il requisito soggettivo per essere sottoposti alla normativa delle misure di prevenzione a carattere personale. Per aggredire anche i beni personali dell'incallito evasore fiscale, è stato necessario, inoltre, acclarare la sproporzione tra il tenore di vita tenuto dall'imprenditore stesso e i redditi effettivamente dichiarati.
Sulla scorta degli innumerevoli riscontri ed accertamenti raccolti ed avendo rilevato la sussistenza di entrambi i presupposti previsti dalla legge, il Tribunale di Parma ha deciso di adottare la stringente misura della sorveglianza speciale congiuntamente ai provvedimenti di sequestro e confisca che, la normativa di prevenzione antimafia, allarga a tutti i beni del nucleo familiare, ricomprendendo, quindi, anche il coniuge, i figli ed i conviventi, oltre che alle persone giuridiche, alle società, ai consorzi o associazioni del cui patrimonio il soggetto pericolo possa disporre anche solo indirettamente.
Le misure di prevenzione contemplate dal Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione sono state adottate dal legislatore per prevenire la commissione di reati da parte di categorie di soggetti ritenuti "socialmente pericolosi" nonché per essere applicate sulla base di un quadro indiziario di pericolosità. Le complesse indagini svolte dal Nucleo di Polizia Tributaria hanno, dapprima, dimostrato che l'imprenditore rivestiva un profilo soggettivo connotato da pericolosità, in quanto abitualmente dedito alla realizzazione di traffici delittuosi.
Infatti, dagli accertamenti è emerso che per diversi anni l'imprenditore, avvalendosi della schermatura di plurime realtà societarie operanti nel settore informatico e solo apparentemente riconducibili ad altri soggetti, è stato più volte coinvolto in inchieste per la realizzazione di vaste frodi fiscali a carattere transnazionale. Le Fiamme Gialle di Parma sono state in grado di acclarare che l'imprenditore ed il suo nucleo familiare hanno costantemente tratto sostentamento dai proventi illeciti generati dall'attività criminale, che si è rivelata estremamente redditizia, soprattutto se si raffronta il tenore di vita tenuto da questi con le esigue fonti reddituali "ufficiali". A tal proposito, si pensi che, a fronte delle numerose cariche societarie ricoperte, l'imprenditore dichiarava solo sporadici e modesti redditi da lavoro dipendente o da trattamento pensionistico, assolutamente insufficienti a coprire le spese sostenute.
L'aggressione dei patrimoni illecitamente costituiti non si ferma all'instaurazione di processi nelle aule dei Tribunali, ma prosegue anche dopo le sentenze di condanna. Si tratta di una delle prioritarie azioni di contrasto messe in campo dalla Guardia di Finanza per togliere risorse a chi si arricchisce indebitamente a spese della società. Proprio come quest'ultimo "evasore fiscale seriale".
Maxi truffa finanziaria per 3 miliardi di euro: sgominata un'associazione criminale che proponeva falsi finanziamenti ad imprenditori in difficoltà. Sei persone arrestate.
Parma, 11 ottobre 2016
Al termine di una complessa attività di indagine durata oltre due anni e coordinata dalla locale Procura della Repubblica, la Guardia di Finanza di Parma ha smascherato un'associazione a delinquere composta da 14 persone e capeggiata dal noto faccendiere parmigiano F.A.P., già coinvolto in precedenti vicende giudiziarie.
L'operazione, scattata all'alba di questa mattina, ha visto impegnati, oltre agli uomini del Nucleo di Polizia Tributaria di Parma, anche le Fiamme Gialle di Forli-Cesena, Bolzano, La Spezia, Lodi, Frosinone, Siracusa e Palermo, che in queste ore stanno ancora eseguendo ordini di custodia cautelare in carcere e provvedimenti di arresti domiciliari nei confronti degli affiliati.
Grazie all'utilizzo di particolari tecniche di indagine, a pedinamenti, all'analisi di centinaia di contratti, nonché ai numerosissimi riscontri sulle banche dati in uso al Corpo, i finanzieri hanno potuto ricostruire un articolato sistema di truffa a danno di decine di imprenditori italiani ed esteri, spesso in stato di difficoltà, che per ottenere finanziamenti si erano rivolti alla società neozelandese INTERNATIONAL WORLD INVESTMENT LOANS (I.W.I.L.).
Quest'ultima, dipinta come ente di intermediazione finanziaria, era in realtà una società fantasma, sebbene - come emerso dalla documentazione sequestrata e dalla pubblicità in rete - vantasse sedi in Nuova Zelanda, Delaware (USA), Israele, Giappone, Singapore e Grecia.
Dietro la fantomatica I.W.I.L. si celava, in realtà, un'organizzazione che fingeva di operare alla luce del sole utilizzando immobili di pregio locati nella città di Parma, così da apparire come un normale operatore nel settore finanziario.
La truffa veniva perpetrata proponendo contratti di finanziamento a tassi agevolati, senza le necessarie misure di garanzia e con la sottoscrizione di un fittizio contratto di investimento che addirittura serviva ad abbattere i costi dell'operazione.
Dopo la sottoscrizione, veniva richiesto il versamento di una somma di denaro a titolo di spese per l'istruzione della pratica, a fronte del quale seguiva anche l'emissione di una fattura fiscale: l'ennesimo artifizio finalizzato a generare una certa rassicurazione nel cliente, tuttavia in grado di permettere all'organizzazione di incassare una somma anche maggiore di denaro.
Alla fine di tale messinscena, non un solo euro di finanziamento è stato erogato.
Le indagini hanno permesso di scoprire che sono state vittime del raggiro non meno di settanta titolari di aziende e che alcuni di loro, in gravi difficoltà economiche, hanno successivamente dichiarato il fallimento.
I militari hanno calcolato che il totale dei finti finanziamenti sottoscritti negli ultimi due anni ammontava a non meno di 3 miliardi di euro e che con questo sistema l'organizzazione ha generato illeciti introiti per oltre 2 milioni di euro.
In ragione di ciò, il GIP presso il Tribunale di Parma - dottor Alessandro CONTI - ha disposto l'emissione di due ordinanze di custodia cautelare in carcere, e di quattro provvedimenti di arresti domiciliari, oltre che il sequestro della sede della I.W.I.L. e l'inibizione dell'accesso e l'oscuramento delle pagine web illecitamente utilizzate.
I 14 indagati dovranno ora rispondere del reato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata e continuata.
Il sindaco Paolo Dosi ha incontrato il nuovo comandante provinciale della Guardia di Finanza, col. Daniele Sanapo, chiamato da pochi giorni a dirigere il comando di Piacenza.
Piacenza, 26 settembre 2016
Questa mattina il sindaco Paolo Dosi ha ricevuto in Municipio il nuovo Comandante provinciale della Guardia di Finanza, col. Daniele Sanapo. Proveniente dal I° Gruppo del comando provinciale di Roma e chiamato da pochi giorni a dirigere il comando di Piacenza, in quanto il comandante uscente Rosario Amato ha assunto un nuovo prestigioso incarico ad Alessandria, il comandante Sanapo ha sottolineato di essere particolarmente lieto di approdare nella nostra città e ha manifestato la volontà di proseguire l'ottimo lavoro portato avanti a Piacenza dai suoi predecessori al vertice delle Fiamme Gialle.
Un incontro dai toni cordiali, nel corso del quale il sindaco Dosi ha formulato al neocomandante i migliori auguri per la recente nomina: "Il dialogo costante tra tutte le istituzioni civili e militari sul territorio – ha detto il primo cittadino – è il presupposto migliore per un lavoro congiunto a beneficio della nostra comunità. Confermo la totale disponibilità dell'Amministrazione comunale per un proficuo e costruttivo rapporto di collaborazione con la Guardia di Finanza e colgo l'occasione per rivolgere al comandante Sanapo un sentito benvenuto nella nostra città".
In occasione della festività di San Matteo, patrono del Corpo della Guardia di Finanza, è stata celebrata questa mattina, presso la Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista, una solenne celebrazione liturgica officiata da S.E. il Vescovo di Parma Mons. Enrico Solmi.
Alla funzione religiosa, erano presenti le massime Autorità civili, giudiziarie, militari ed accademiche della provincia.
L'omelia ha rappresentato un importante momento di meditazione per le Fiamme Gialle ed i loro familiari.
Il Comandante Provinciale, Col. t.ST Salvatore Russo, all'inizio della cerimonia, dopo aver ringraziato tutti gli intervenuti per la loro presenza, ha voluto ricordare le vittime della notte del 24 agosto scorso quando una forte scossa di terremoto ha colpito diversi Comuni del Centro Italia; in particolare ha rivolto un pensiero alla memoria al Brig. Marincioni, in servizio presso il Comando Provinciale di Rieti, deceduto, con la moglie ed i suoceri, a seguito del crollo della propria abitazione ad Amatrice, lasciando le due figlie minorenni sopravvissute sotto le macerie; per questo doloroso evento i finanzieri di Parma hanno effettuato una specifica raccolta di fondi.
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